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Tag: borghi antichi

Nozzano…il Castello di Lucca


Nozzano – Motivazioni della costruzione


A causa delle numerose lotte tra Lucchesi e Pisani e le frequenti incursioni di quest’ultimi in territorio lucchese, la Repubblica di Lucca decise di costruire la fortezza di Nozzano come avamposto lungo il confine con Pisa. Ciò anche in contrapposizione alla Rocca di  Ripafratta, situata sul lato opposto del Fiume Serchio. 

Nozzano. Panorama sul borgo visto dal drone.

Anche questa naturalmente, con le sue torri di avvistamento seppur staccate, serviva a controllare i movimenti del nemico lucchese. Non era comunque una macchina bellica così efficiente ed organizzata come il Castello di Nozzano.

Rimangono comunque tutt’oggi due bei giganti  di confine, a testimonianza dei trascorsi tra le due città.


Nozzano – Posizione strategica


Dalle torri del castello si gode di un paesaggio incantevole sulle colline lucchesi, ricche di oliveti, vigneti e boschi con una visuale a perdita d’occhio veramente incredibile che giustifica la scelta  strategica della posizione del castello.

Nozzano. Panorama sulle colline lucchesi visto dal drone.

Nozzano – Etimologia


Il nome Nozzano, pare derivi da quello di un patrizio romano, di nome Noctianus, che aveva possedimenti nella zona conseguenti all’opera di centurazione. 


Nozzano – Conservazione del Castello


I Pisani distrussero facilmente la prima realizzazione del castello che era completamente in legno. Fatto ricostruire da Castruccio Castracani, il grande condottiero lucchese, dopo la morte di quest’ultimo i Pisani lo distrussero nuovamente. Solo dopo la seconda ricostruzione ad opera di Francesco Guinigi, il  castello riuscì a resistere nel tempo mantenendosi così  intatto fino ai  giorni nostri. 

Nozzano. I resti delle antiche mura.
I resti delle antiche mura

Si è conservato così bene, al punto che ancora oggi sono ben visibili le mura e accessibili le torri. Anche per questo Nozzano è uno dei più caratteristici Borghi Lucchesi.


Video con Commento Audio


Attrazioni all’interno del  borgo


La Rocca

Al centro del circuito murario si trova un’altra costruzione, la Rocca vera e propria, l’eventuale ultimo ridotto  difensivo.

Nozzano. La Rocca vista dal drone.
La Rocca

La Rocca ha un impianto  a forma di pentagono irregolare, convergente verso il Mastio, ovvero la parte  più elevata  e centrale del castello, in genere costituita da una robusta torre.

Al Mastio si contrappone una seconda torre aperta verso il  cortile  interno, denominata anche Contromaschio o Torre Femmina. Ed è proprio dalla sommità di queste torri che una sentinella   spiava notte e giorno i movimenti del nemico. Sono ancora perfettamente intatte e visibili le merlature, i camminamenti  di ronda e resti degli impianti difensivi.

Nozzano. Le torri Maschio e Contromaschio  o Torre femmina.
Maschio e Contromaschio

Ma l’appariscente bellezza della fortezza e della rocca non sono le sole attrazioni del luogo. L’interno del castello, o meglio il borgo oggi abitato dai Nozzanesi, offre alcuni particolari artisticamente degni di nota


La Pietra datata

A questo punto, dopo aver fatto un giro intorno al castello, per osservare anche ciò che resta delle antiche mura, varchiamo l’unica porta d’accesso al borgo e subito troviamo, sulla nostra sinistra,   una pietra su cui è scolpita la data della sua ultima ricostruzione nell’anno 1395.

Nozzano. La pietra della ricostruzione del 1395.
La pietra del 1395

La nuova fortezza così ricostruita, fu utilizzata fino alla fine del 1500 anche per controllare le navi che risalivano il Serchio verso Lucca, poi la sua importanza militare e strategica cessò.


L’ antico Pozzo

All’interno del borgo, sul lato sinistro della chiesa, sono visibili i resti di un pozzo profondo oltre 70 metri, scavato interamente nella roccia, che serviva in caso di assedio all’approvvigionamento di acqua ed anche  come di via di fuga, attraverso un cunicolo scavato all’interno del pozzo.

L’ Antico Pozzo

La Rocca non era la sola a trovarsi all’interno della cinta difensiva delle mura. Ai suoi piedi quasi tutte le abitazioni sono del 1300.


 La Casa del Podesta

Appena varcata la porta d’ingresso al borgo, sulla destra notiamo una casa sul cui fronte sono distinguibili tre archi. La casa, di proprietà un tempo dei Canossa, fu  abitata nel 1400 dal Podestà di Nozzano, persona che attendeva all’ordine del territorio e degli abitanti, il solo che possedesse un falco ed un cane per poter cacciare e che  veniva pagato dall’intera comunità con 16 dinari.    


La Proto Stamperia

Proseguendo  per la viuzza che corre intorno al  castello, s’incontra una casa forse tra le  più  vecchie, riconoscibile per il portone d’ingresso in pietra lavorata e che intorno al 1450 divenne una “proto stamperia”, ossia una delle prime stamperie d’Europa.

La ex Proto Stamperia

La Chiesa e la Madonna Celeste

Una prima chiesa in questo castello risale al sec. X. Fu sostituita da una seconda chiesa nel 1412 e dedicata a S. Antonio Abate e poi a S. Acconcio. La chiesa attuale, a croce latina, risulta da un ampliamento e rifacimento della precedente e risale al 1880. In prossimità della chiesa, si trova la statua della Madonna Celeste.

Conclusioni

Venuta meno nel tempo l’importanza strategica e bellica del castello, lentamente il borgo si è andato popolando, con la costruzione di nuove abitazioni ed il restauro e riadattamento  di antichi edifici, mantenendo e curando anche certi spazi verdi all’interno del castello, che fungono oggi da orti, piccoli frutteti e giardini.

Questa aerea è rimasta praticamente intatta dalle trasformazioni urbanistiche e permette, a chi la visita, di sentirsi proiettato in un’atmosfera fuori dal tempo.

Ecco…per tutto questo, Nozzano può essere considerato uno dei castelli meglio conservati e più caratteristici d’Italia, ancora purtroppo sconosciuto a molti Lucchesi…ed è per questo quindi che meriterebbe tutta l’attenzione e l’interessamento dovuti da parte del governo e delle istituzioni.

Nozzano. Veduta del castello.

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Montecarlo – Il Borgo del Vino…e non solo

Montecarlo – Introduzione

Non è necessario allontanarsi troppo dalla proprio città per trascorrere una giornata da vero turista. Spesso basta percorrere solo pochi chilometri per raggiungere  un bel  borgo interessante. Magari visto e rivisto chissà quante volte, senza però averne mai approfondito più di tanto la conoscenza. 

Così, in una bellissima domenica di Aprile anche se gradevolmente nuvolosa, raggiungiamo Montecarlo a soli 15 km da Lucca.

Montecarlo. Veduta del borgo dall'alto di un drone.
Montecarlo – Panorama

Montecarlo in generale


Nonostante sia ricco di storia, di tradizioni e collocato in un contesto geografico così splendido, questo paese non è mai stato  inserito  tra I Borghi Più Belli d’Italia.

Tante sono le rilevanze architettoniche come le antiche mura, la Fortezza, la Chiesa di Sant’Andrea e tanti bei palazzi. Da qualsiasi parte si raggiunga il paese, la vista è sempre splendida e gli occhi provano piaceri indescrivibili nell’osservare il panorama.

Montecarlo. Veduto dall'alto della Roccca.

Il territorio è immerso nella natura e nel silenzio, tra uliveti e vigneti che producono i due prodotti locali d’hoc: OLIO E VINO. Molto noto è il Bianco di Montecarlo.

Molti locali  all’interno del borgo, non perdono occasione per richiamare l’attenzione dei visitatori sulla qualità dell’olio e del vino in particolare. 


Montecarlo – Visita del Borgo

La  visita del borgo ha inizio dalla parte lucchese, ovvero nei pressi della Rocca che purtroppo troviamo chiusa  per l’ennesima volta.  Il tempo si mantiene nuvoloso, ma buono e tutto  lascia sperare quindi in una piacevole passeggiata.

Il centro storico, ben conservato e tuttora circondato dalla splendida cinta muraria, sorge sul Colle del Cerruglio che da il nome alla Fortezza del Cerrugliodivenuta ormai il simbolo del paese.

Montecarlo. Vista del borgo dalll'alto, ripresa con drone.
Mopntecarlo – Vista dall’alto

La rocca medievale sorge all’estremità nord della collina. Diventata tutt’uno con la Fortezza di Montecarlo, é adesso una dimora storica di grande pregio.
Fu proprio da questo fortilizio a forma di triangolo, che la mattina del 23 Settembre 1325, i cavalieri di Castruccio Castracani  partirono per affrontare le armate fiorentine nella celebre battaglia di Altopascio. 

Via Roma

Ci lasciamo alle spalle la Fortezza e imbocchiamo la Via Roma, la strada principale che attraversa il borgo dalla Fortezza fino a Porta Nuova. Passeggiando proprio su questa via, possiamo ammirare sui due lati della strada da una serie di edifici risalenti ai secoli XVII-XVIII.

I Vecchi Palazzi

Si tratta di palazzi notevoli pur nella loro semplicità strutturale e importanti come l’antico Palazzo Comunale. Sulla facciata compaiono le lapidi che ricordano molti eventi, tra in quali i risultati del celebre plebiscito toscano del 1860. Tale plebiscito legò le sorti dell’antico Granducato a quelle del Regno di Vittorio Emanuele II.

Molto caratteristica è invece la dimora rossa del secolo XVII, che per il suo “singolare abbigliamento in stile nordico ed il suo colore”, attira subito l’attenzione del turista. 

Il Palazzo Pancani, di proprietà dell’omonima famiglia Montecarlese, recentemente ben ristrutturato è noto per aver ospitato la cantante lirica Maria Callas.

La Chiesa del Borgo

La maggiore rilevanza architettonica presente nel Borgo è sicuramente la chiesa di  Sant’Andrea. I Montecarlesi la costruirono tra il 1332 e 1334. Per la sua altezza è la costruzione più alta del paese. Della struttura originaria, resta solamente la facciata.

Montecarlo. Chiesa di sant'Andrea con il campanile.
Montecarlo – Chiesa e Campanile di sant’Andrea

L’edificio è sostenuto nella parte absidale da forti costruzioni dovute al ripido crinale collinare. Originariamente era più basso, come si rileva facilmente dal diverso colore del paramento in laterizio della facciata.

La completa ristrutturazione, che avvenne intorno al 1783, ha lasciato all’interno solo poche tracce della costruzione originaria. Il progetto fu ideato dall’architetto Giuseppe Vannetti da Varese e dell’ingegnere Giuseppe Bernardi, di Pescia.

Proprio per la sua altezza, era vietato a chiunque, per statuto, di salire sul tetto della chiesa affinché nessuno potesse scrutare dentro la Fortezza.

 

Montecarlo. Facciata della Choiesa di sant'Andrea.
Montecarlo – Chiesa di Sant’Andrea

Sempre per motivi di sicurezza militare anche il campanile ha un’altezza limitata a quella della facciata. Fu poi sostituito solo  nel 1903 nelle forme attuali. La sua altezza raggiunge quasi i 39 metri. Alla sommità trovano posto una campana cinquecentesca e due del ‘700.

All’interno della chiesa sono conservate alcune  opere preziose tra cui le più interessanti sono la tavola con la Madonna in trono col Bambino  e l’altare di Santa Maria  Maddalena risalente al 1391. 

Montecarlo – Curiosità

Piccoli slarghi, vicoli, passaggi di collegamento con la Via Roma e l’altra importante via Carmignani, chiamati in gergo locale troncatoie, ci regalano begli scorci su palazzi, piazzette e locali caratteristici che richiamano alla mente il Vino di Montecarlo. 

Le antiche Porte di Accesso

Concludiamo questo piccolo tour con una passeggiata all’esterno del paese per visitare le antiche porte di accesso a Montecarlo.

Cominciando dalla Porta Fiorentina che è stata per secoli il principale ingresso nel centro storico di Montecarlo.

Montecarlo. Porta Fiorentina, vecchio tradizionale ingresso al centro storico.
Montecarlo – Porta Fiorentina

Delle quattro porte originarie , quelle ad oggi ancora aperte e ben conservate sono tre; la quarta, Porta a Pescia, è ormai chiusa da epoca immemorabile.

La Porta Nuova o Porta dell’Altopascio,  è stata riaperta e rialzata nel 1598: deve appunto a questo fatto il suo nome attuale. 

La Porta a Lucca o Porticciola che era originariamente di più piccole dimensioni, fu ricostruita ed allargata fra il 1570 e il 1594, ed era quella che consentiva l’accesso al borgo per chi proveniva da Lucca.

CONCLUSIONI



Dovremmo dedicare ogni  tanto un po’ di tempo a qualche borgo nelle nostre vicinanze, da veri turisti, con più attenzione, dedizione e approfondendone la conoscenza anche nei minimi particolari. Il turismo non si fa solo in vacanza, lontani da casa, in Paesi lontani, alla ricerca di chissà quali particolarità che invece spesso le potremo trovare proprio vicino a casa nostra.

Così facendo, scopriremo con grande sorpresa, di aver conosciuto, per la prima volta, una nuova vecchia località. 

Montecarlo. Panorama sul borgo, ripreso dalla parte lucchese.
Montecarlo – Panorama

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Filetto – “Posto di guardia fortificato”

Il nome Filetto sembra provenire dal greco e significa quanto indicato nel titolo, ovvero: “Posto di guardia fortificato”.

Filetto. Mappa commerciale del borgo di Filetto.

Filetto – Motivazioni e Impressioni


Come ho già detto molte volte, la Toscana è talmente ricca di piccoli e interessanti borghi, che rimane sempre l’imbarazzo della scelta, quando si decide di sceglierne uno per una gita domenicale.

Quindi  bisogna scremare, osservare la zona e conoscerne un po’ di storia. Insomma occorre documentarsi ed avere anche la possibilità di poter reperire abbastanza materiale fotografico, almeno quanto basta per poter scrivere un articolo sul Blog.

Così , spostando la mia attenzione verso la Lunigiana, cerca e ricerca ho individuato questo piccolo, ma incantevole borgo, situato peraltro in un’interessante zona con altri piccoli borghi nelle vicinanze non meno interessanti.

Parliamo di Filetto, un piccolo borgo murato, così incantevole che mi ha colpito particolarmente.


Filetto – Un po’ di Storia


Ai tempi delle lotte in Lunigiana tra l’esercito bizantino e le orde dei Longobardi invasori, nel VI e VII secolo, venne organizzata in questi luoghi, a ridosso dell’Appennino, una linea difensiva per proteggere i porti dell’alto Tirreno. Per questo motivo fu costruito Filetto.

Ecco perché questo borgo è un po’ insolito rispetto agli altri di quei tempi, che li vedeva prevalentemente arroccati sulle alture. Questa era la consuetudine per tutti i borghi in Toscana ed anche per i vicini Borghi Lucchesi.

Filetto. Stemmi della Famiglia Ariberti sopra la porta Ariberti.
Stemmi della Famiglia Ariberti

Le milizie barbariche erano già presenti oltre le montagne dalla fine del VI secolo e minacciavano i porti nelle vicinanze, in modo particolare Luni.

Filetto fu parte essenziale di questa imponente linea di difesa e solo dopo la caduta dell’impero d’Oriente, il borgo si modificò a residenza della popolazione. In quei tempi la gente aveva sempre più bisogno di protezione.

Nel 1568 il borgo si allargò. Inglobò addirittura la strada che da Villafranca in Lunigiana conduce a Bagnone.

I Marchesi Ariberti, pochi anni dopo, subentrarono come nuovi  feudatari ai Malaspina. Questi dovettero vendere Filetto a causa dei grossi debiti contratti con l’Imperatore.


Filetto – Cosa Vedere



Filetto è così piccolo che non esiste un itinerario da seguire. L’unico itinerario è quello di passeggiare per il borgo, alzare gli occhi, guardarsi attorno ed ammirare i tanti piccoli e significativi dettagli.

Filetto. Arco monumentale di Porta Ariberti, punto di accesso al borgo.
Arco monumentale di Porta Ariberti

Per accedere al borgo si attraversa l’arco monumentale di Porta Ariberti. Si comincia a curiosare tra le strette vie caratterizzate da bei portali ed archi. Ogni tanto incontreremo anche qualche simpatico negozietto di antichità.



Piazza del Pozzo

Percorrendo la via principale che attraversa il borgo, incontreremo sulla nostra sinistra la Piazza del Pozzo.

Una volta questa era chiamata la Piazza d’Armi. E’ caratterizzata da un solo accesso come per gli antichi accampamenti militari Romano-Bizantini.

Questa piazza costituiva il nucleo originario del paese. Ancora oggi è individuabile una delle 4 torri cilindriche che ne costituivano l’impianto originario.


Piazza Fatebenefratelli

Passiamo sotto il loggiato della Palazzina dei Marchesi Ariberti ed entriamo nella Piazza Fatebenefratelli.

In questa piazza si trova la Chiesa Parrocchiale ed un convento di frati.


Una volta terminata la visita del borgo, usciamo dalla parte opposta attraverso la Porta Ariberti. Svoltiamo a destra e camminiamo lungo il perimetro esterno delle mura. In questo modo potremo osservare i resti delle torri.

Filetto. Particolare della cerchia muraria.

A questo punto, terminata la visita di Filetto, possiamo spostarci. Ci dirigiamo a Bagnone per un buon pranzetto. Dopo la sosta potremo visitare anche questo bellissimo borgo e continuare la nostra gita.

Potremo raggiungere  anche Malgrate e Castiglione del Terziere. Anche questi ultimi due borghi, come Bagnone, si trovano nelle immediate vicinanze di Filetto.


Filetto. Particolare di un arco con negozietto artigianale.

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Vernazza – Il Castrum Vernatio


Vernazza – Impressioni


Vernazza è un paese iscritto nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia. Ciò non significa che sia anche il più bello rispetto agli altri borghi delle Cinque Terre che sono Monterosso, Manarola, Corniglia e Riomaggiore.

Sicuramente ha altre caratteristiche storico-artistiche che lo differenziano dagli altri altrimenti non sarebbe iscritto in tale elenco, ma in quanto a bellezza anche gli altri paesi non sono sicuramente da meno.

Vernazza. Veduta del borgo dall'alto arrivando da Corniglia.

Comunque, dobbiamo ammettere che percorrendo il sentiero in direzione Corniglia-Monterosso e arrivando quindi dall’alto sopra il borgo, lo spettacolo è semplicemente magnifico. Sembra di trovarci di fronte ad uno schermo di un Cinerama a 180°. Il colpo d’occhio è veramente spettacolare.

Vernazza è considerata in effetti una delle più belle località delle Cinque Terre, circondata da rocce, mare e disseminata di alte case variopinte in stile genovese.

Vernazza. Vista dall'alto del borgo sul sentiero proveniente da Corniglia.
Vista dall’alto del borgo

L’aspetto che la rende unica in confronto alle altre ”terre” è indubbiamente la sua bellissima piazza ed il porto che non hanno eguali in nessun‘altro borgo di questo litorale.

Vernazza. La piazza principale circondata da case variopinte.
La Piazza principale

Un po’ di Storia


Il nome pari derivi da un vecchio tipico prodotto del luogo:  il vino locale denominato “vernaccia”.

La storia di questo borgo è molto antica e risale intorno all’anno 1000.

La prima notizia storica risale infatti al 1080, quando per la prima volta appare il nome di Castrum Vernatio, ovvero il castello di Vernazza, in un documento dell’epoca.

La storia del borgo si è sviluppata tutta intorno al suo porticciolo, l’unico naturale di questa costa che era anche la base marittima degli Obertenghi. Questi erano i signori di Vernazza che edificarono quello che fu il primo sistema difensivo del paese.

Vernazza. La torre cilindrica ed i resti del castello-
La torre cilindrica

Il simbolo di questo paese è la sua torre cilindrica alta circa 70 metri, ed è la parte più antica del castello.


Come arrivare


Vernazza si raggiunge facilmente in treno da La Spezia. L’uso dell’auto è assolutamente sconsigliabile per mancanza quasi assoluta di parcheggi. Sarà più pratico raggiungere in auto la stazione ferroviaria di La Spezia dove qui potremo parcheggiare facilmente per poi prendere uno dei tanti treni che collegano quasi ogni 15 minuti la città alle Cinque Terre.


Vernazza – Visita del Borgo


Le attrazioni particolari da visitare sono la chiesa di Santa Margherita d’Antiochia e il Torrione di Avvistamento con i resti del castello. Ma l’attrazione migliore è costituita dalle case tipiche liguri che sono tutte ammassate le une alle altre e tutte appositamente colorate con varie tinte.

Questo affinché un tempo i marinai che tornavano dal mare, potessero scorgere le proprie abitazioni da lontano.

Anche tutti i vicoli che si snodano stretti e tortuosi tra le case, sono molto caratteristici

Questi vicoli un tempo servivano per intrappolare gli invasori e buttare loro addosso olio bollente dalle cose-torri.

Vernazza. Case tipiche liguri.
Terrazzamenti

Tutto intorno al borgo, sono visibili le piccole e caratteristiche terrazze, piccoli appezzamenti di terreno strappati alle rocce delle colline circostanti, trasformate nel tempo e con molta fatica a piccoli vigneti che producono un’ottima uva da vino.

Da qualunque parte volgeremo lo sguardo, il panorama sarà sempre superbo.

Impossibile non indugiare nella bella piazza principale proprio davanti al porto, tutta circondata da belle case colorate.

Seduti ad un tavolino di uno dei tanti locali presenti, ci potremo riposare e rilassare osservando il via vai di barche, respirare aria di mare e godersi un’atmosfera veramente unica.


Piatti tipici


Chi rimane a pranzo a Vernazza, non può rinunciare alle Trofie al Pesto ed al “tian Vernazza”, un piatto preparato con acciughe di Monterosso, pomodori e patate.

Non mancano ottimi vini bianchi tra i quali un particolare e famoso passito: lo Sciacchetrà.


Vernazza. Un locale tipico del borgo.
Locale tipico

Conclusioni


Per smaltire il pranzo, potremo incamminarci a piedi lungo il sentiero per Monterosso o Corniglia. Una volta raggiunta una di queste località, riprenderemo il treno per tornare a La Spezia.

Forse potrà essere una giornata stancante, ma sicuramente ne rimarrete entusiasti. Sarà veramente una bellissima gita.



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Varese Ligure – Un paese tutto BIO


Varese Ligure – Il Borgo dei Conti Fieschi


La Liguria, come le Marche e l’Umbria, è particolarmente ricca di paesi iscritti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia.

Tante sono le località che rientrano in questo elenco, come Montemarcello, Brugnato, Framura, Tellaro, Vernazza e Varese Ligure, in provincia di La Spezia,  che è la meta di questo articolo.

Piccolo borgo medievale con circa 2.200 abitanti, è facilmente raggiungibile da La Spezia per mezzo di strade che si addentrano nei boschi attraversando morbide colline e  raggiungendo un altezza di 350 metri s.l.m. nel cuore dell’Alta Vale del Vara.

Varese Ligure. Portici all'interno del Borgo Rotondo.
Portici all’interno del Borgo Rotondo

Varese Ligure – Un po’ di Storia

Il fiume Vara bagna il borgo da cui il nome Varese Ligure, il comune più settentrionale della provincia della Spezia.

Nel borgo esistono tracce che segnalano la presenza dei Longobardi e dei Monaci di san Colombano di Bobbio.

Alla fine del XII secolo i rami dei conti Fieschi e Pinelli si stabilirono nell’attuale quartiere di Cassego e di lì iniziarono a disboscare, a costruire edifici in legno, a seminare, ad avviare l’agricoltura e l’allevamento.

Dopo una faida tra le due famiglie, i Fieschi riuscirono vincitori e cacciarono i Pinelli.

Data la  loro superiorità numerica, i Fieschi conquistarono nel XIII secolo la supremazia nell’alta val di Vara.


Avuta dunque la meglio, essi decisero di consolidare la propria presenza sul territorio fondando un borgo che potesse diventare il fulcro della vita dell’intera zona.


Nel 1815, anche Varese Ligure, come tutta la regione, entrò a far parte del Regno di Sardegna secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente del Regno d’Italia dal 1861. 


Visita del Borgo



La parte medievale che attira subito l’attenzione dei visitatori, è concentrata nel Borgo Rotondo dove spicca il bel castello dei Fieschi, costituito da un’alta torre del 1435 ed un torrione del 1475

Questa parte del paese ha un carattere spiccatamente ligure, grazie alla diffusione dei colori ocra, arancione, rosa e verdino delle facciate dei palazzi.

Varese Ligure.Particolare di facciata in rosa e decorata.
Particolare di Facciata

La maggior parte delle case sono qui raccolte in vicoli, con belle facciate decorate ed alcune in pietra. Sono piccoli tesori artistici che rendono prezioso questo luogo.

E’ anche questo paesaggio urbano, con i portali di pietra, le facciate decorate e i suoi tanti particolari, ad offrire altri motivi di interesse.

Varese Ligure. Portali in pietra.
Portali in Pietra

Degni di particolare nota sono ovviamente il castello dei Fieschi del XV secolo, ai margini del Borgo Rotondo, dal cui torrione si ha una bella vista sul paese, l’interno stesso del Borgo Rotondo tutto ben porticato di forma semicircolare e il convento delle Monache Agostiniane.

Subito fuori dal borgo, non possiamo perderci la visita al ponte del Grexino . Questa elegante realizzazione in pietra ad una fornice, fu costruita per servire uno dei primi insediamenti urbani denominato Quartiere di Grecino.


Varese Ligure. Ponte di Grexino.
Ponte di Grexino

Tra i prodotti tipici del luogo non possono mancare i Croxetti, pasta tipica ligure, e le tagliatele al pesto rosso o classico, annaffiate con ottimo vino bianco della zona.

Varese Ligure. Tagliatelle al pesto ligure.
Tagliatelle al Pesto

Varese Ligure, primo borgo rurale eco-compatibile d’Italia, stava morendo, ma ora è risorto diventando un modello di sviluppo nel segno dell’agricoltura rispettosa dell’ambiente.

E’  il borgo con la prima certificazione ambientale in Italia, che ha una produzione biologica riguardante il 95% dell’attività agricola.


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Panorama sul borgo

San Miniato e Certaldo – Borghi Medievali Toscani


San Miniato e Certaldo – Olio, Vino e Tartufo Bianco


Introduzione


Perché San Miniato e Certaldo?

Godere di una gita domenicale particolarmente piacevole,  in Toscana è possibile.

La regione è così ricca di borghi  e cittadelle medievali, da avere solo l’imbarazzo della scelta.

Molti sono i villaggi della Toscana che meritano la classificazione di Borgo Storico. Inserita in un paesaggio bucolico, tra panorami spettacolari e località UNESCO, ogni cittadella racconta ancora la propria storia medievale con le  sue mura, le sue torri, le rocche e le caratteristiche abitazioni tutte concentrate in vie strette ed acciottolate.

Studiando il territorio e sapendo scegliere, in virtù anche  delle brevi distanze che separano tra loro i vari paesi, è possibile addirittura in un solo giorno estendere la visita anche a più di un borgo, come nel caso di questi due paesi, distanti tra loro solo circa 25 km.

Queste due località fanno parte di un elenco di “15 borghi toscani più belli” da visitare per conoscere l’anima più autentica di questa terra”.

San Miniato e Certaldo - Campagna circostante il borgo di san Miniato.
Campagna circostante San Moniato

Situati su verdi colli in una splendida campagna, San Miniato e Certaldo formano un concentrato di Toscana e di tutto quello che di bello e di buono esiste in questo territorio.


San Miniato – Paese del tartufo bianco e degli antichi mestieri


San Miniato e Certaldo - Antica mappa di san Miniato

San Miniato  è un comune   della provincia di Pisa con 27 903 abitanti.

Il centro storico della città sorge in posizione strategica su un colle a metà strada tra Firenze e Pisa per cui la città è stata scenario di molteplici scontri fra i due odierni capoluoghi, fino alla definitiva conquista fiorentina.

Un po’ di Storia

Il nucleo originario della città risale all’VIII secolo, quando un gruppo di Longobardi, secondo un documento originale datato 713 dC  e conservato nell’Archivio Arcivescovile a Lucca, si stabilì su questo colle ed edificò una chiesa dedicata al martire Miniato.

La città rimase nell’orbita fiorentina fino al 1925, quando fu ceduta alla provincia di Pisa. La seconda guerra mondiale lasciò il segno nella città per via della strage del Duomo. Venne altresì distrutta una buona parte delle costruzioni medievali, tra cui la Rocca di Federico II, prontamente ricostruita però negli anni successivi.

Visita del Borgo

Seppur concentrati in uno spazio ristretto, i monumenti da vedere sono diversi:

San Miniato e Certaldo - Piazza del Seminario di San Miniato
Piazza del Seminario o della Repubblia

Cominciamo da Piazza del Seminario o della Repubblica, dove troviamo il bellissimo Palazzo del Seminario, contenente sulla facciata molteplici Massime Latine.



Oltrepassando un arco che si affaccia nel centro della piazza, saliamo fino al Duomo.

Qui possiamo ammirare il Palazzo Vescovile ed il Palazzo dei Vicari.

Naturalmente non possiamo non visitare il Duomo anche al suo interno dove troviamo la tomba di Jacopo Bonaparte, uno dei primi membri della famiglia Bonaparte del ramo di San Miniato , in contrapposizione al ramo conosciuto a Sarzana dal 1200 da cui deriva Napoleone.



Dalla Piazza del Duomo, dopo una breve passeggiata, si sale fino alla torre di Federico II, dalla cui sommità , si gode di un bellissimo panorama su tutto il borgo e sulla campagna circostante.


Ritornati un centro, dopo un ottimo e caldo panino con burro ed acciughe, accompagnato da ottima birra, ci dirigiamo dall’altra parte del borgo, in Piazza del Popolo, per visitare un’altra singolare ed antica chiesa, quella di San Domenico con il suo adiacente Chiostro.

San Miniato e Certaldo - Tipico locale da spuntini
san Miniato e certaldo - Chiostro di San Domenico in san Miniato.
Chiostro di San Domenico

Terminiamo qui la visita di San Miniato e raggiungiamo in breve tempo Certaldo. Parcheggiamo nella piazza del municipio dove troviamo la navetta che ci porta direttamente all’interno del Castello.


Certaldo – Il Borgo del Boccaccio


Certaldo è un comune di circa 16.000 abitanti in provincia di Firenze.

Un po’ di Storia

L’abitato, sviluppatosi in posizione collinare intorno al castello, si è esteso successivamente, in epoca moderna, anche in pianura.

San Miniato e Certaldo - Vista del Borgo di Certaldo arroccato su di una collina
Certaldo Alto

Il Castello ed il contado appartennero alla famiglia degli Alberti che alla fine del XIII secolo furono sottomessi dai Fiorentini.

Il borgo è patria di Giovanni Boccaccio, di famiglia certaldese. Anche se il luogo di nascita è incerto tra Certaldo e Parigi, sicuramente qui morì nel 1373.

Visita del Borgo

La arroccata cittadina medievale di Certaldo è da sempre una delle mete preferite dagli appassionati dei borghi storici e per chiunque ami fare una passeggiata dal sapore medievale, all’interno di un centro intatto e dai tratti singolari.

Il borgo storico, detto anche Castello, è raccolto entro mura su cui si aprono le antiche porte d’accesso.

Non essendoci lo spazio necessario per una piazza come tutti gli altri paesi hanno e dove si svolge la maggior parte della vita cittadina, questa invece avviene a Certaldo nella Via del Boccaccio, dove si affacciano tanti palazzi e costruzioni medievali, la Chiesa, il Palazzo Pretorio e le Logge del Mercato.

San Miniato e Certaldo - Passeggiata in Via del Boccaccio a Certaldo Alto.
Via del Boccaccio

Ma il monumento più importante del Borgo è sicuramente  il Palazzo Pretorio, l’antica dimora dei conti Alberti che venne costruita alla fine del XII secolo sulle rovine delle antiche case di questa famiglia. Ne sono visitabili le prigioni, la sala delle udienze, l’archivio, la cappella e gli alloggi privati dei Vicari. Sulla facciata e all’interno del palazzo sono ammirabili numerosissimi stemmi, ognuno dei quali rappresenta l’effigie della famiglia di ogni Vicario che ha governato la città.

San Miniato e Certaldo - Facciata del palazzo pretorio con stemmi
Facciata del palazzo Pretorio

Prodotti tipici

Come per San Miniato, anche qui è presente l’attività di raccolta del pregiato tartufo bianco.

Le tradizioni agricole, il clima e l’ambiente collinare, consentono una ricca produzione di olio extravergine di oliva e vino Chianti D.O.C.G. 

A Certaldo inoltre, molto famosa e apprezzata è la “Cipolla di Certaldo”, che
ha un sapore intenso e leggermente dolciastro, adatta per zuppe, ed anche per farne marmellata. E’ un prodotto certificato da un preciso marchio di qualità.

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