Stia – Introduzione
Stia – La Toscana non finirà mai di stupire il turista, tante sono le località, i paesi ed i borghi caratteristici da conoscere e visitare.
Tra questi troviamo Stia, un piccolo borgo dell’Italia che fa parte del Comune Sparso di Pratovecchio Stia nella provincia di Arezzo e nelle immediate vicinanze di Poppi, altro borgo caratteristico, famoso per il suo castello.
Stia sorge alle pendici del monte Falterona e trae la sua origine dall’essere stata un villaggio sorto sulla romana Via Maior che collegava il Casentino a San Godenzo, in Mugello.
Stia – Visita del Borgo
Il nucleo principale del centro abitato sorge alla confluenza del torrente Staggia con il fiume Arno.
Il toponimo, di provenienza latina, trae origine dalla contrazione del nome del torrente Staggia.
All’incontro tra questi due fiumi si trovava nel medioevo, come si trova ancor oggi, l’incrocio di quattro importanti strade che provenivano da Arezzo, Firenze, Mugello e Romagna. Un luogo ideale per la nascita di un mercato.
Ed ecco che Stia, con la produzione del panno casentino, acquista un ruolo importante nell’economia locale, che la porterà a conquistarsi una fama a livello mondiale. Per la sua fabbricazione verrà costruito e più volte ampliato, un importante lanificio.
Questo ha fatto sì che, nonostante il suo abitato di piccole dimensioni e i pochi richiami artistici e architettonici, diventasse famoso tanto da richiamare numerosi turisti nel borgo e nei dintorni, acquistando ulteriore visibilità anche grazie al fatto di essere stato scelto da Leonardo Pieraccioni, come location per le riprese del noto film Il Ciclone nel 1996.
Piazza Tanucci
Anche senza il noto evento cinematografico, Piazza Tanucci di Stia ha tanto di cui essere fiera.
La sua forma è molto allungata e va a salire. Sui due lati più lunghi è delimitata da edifici contigui tutti porticati.
Questa particolarità architettonica è tipica dei luoghi di mercato perché dava riparo a venditori e compratori in caso di maltempo. E Stia fu luogo di mercato. Anzi, il paese nacque e si sviluppò intorno a un mercato, a un importante crocevia e a una chiesa.
La Pieve di Stia
La Pieve di Stia è una delle più importanti del Casentino per le pregevoli opere d’arte custodite al suo interno. Lo stile barocco della facciata è un fatto alquanto anomalo per una pieve romanica, ma fu la comunità del borgo a volere la completa restaurazione dell’intera facciata nel XVIII secolo.
Al suo interno la chiesa mostra l’originario stile romanico con colonne monolitiche sormontate da stupendi capitelli che dividono le tre navate.
Il Panno Casentino
Ovunque nel paese, si avvertono i richiami alla nota produzione del panno casentinese che proprio qui trae le sue origini e che ha dato fama e lustro al borgo.
Il panno era apprezzato per l’alta resistenza all’usura e alle intemperie ed era adatto alle necessità di chi doveva trascorrere all’aperto, buona parte della giornata.
Il ricciolo, che contraddistingue gli abiti in panno casentino, costituisce un funzionale doppio strato, antifreddo e antipioggia.
Con la sua varietà di colori molto vivi, gli indumenti sono particolarmente ricercati, tanto da spingere gli interessati a recarsi proprio qui a Stia, per acquistarli.
Il Lanificio
Lungo la strada che costeggia il torrente Staggia, notiamo un piccolo ponte ad arco sorretto da tubi in metallo.
A sinistra di questo ponte, sullo sfondo, si trova un grandissimo edificio. E’ una parte di quello che fu il famoso Lanificio di Stia. La prima attività industriale del Casentino che dagli anni Ottanta del XIX secolo fino al 1920 arrivò ad avere cinque stabilimenti attivi dando occupazione a 500 dipendenti.
Oggi buona parte degli stabilimenti sono in condizioni precarie.
La parte che invece possiamo osservare dal ponte è quella che è stata recuperata. Nei primi due piani dello stabilimento, che vediamo sullo sfondo, si trova il Museo dell’Arte della Lana, una grande mostra che illustra in modo esaudiente quella che fu la storia di questa importante realtà industriale.
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Il Palagio
Stia fu anche la residenza del ramo Conti Guidi detti di Palagio, per ricordare la loro sontuosa abitazione che costruirono nel 1230. Mantennero il possesso di tutto il territorio, che cessò con l’invasione dei Fiorentini.
Il Castello di Romena
Questo casato diventò nel tempo padrone dell’unico Castello, tra i tanti del Casentino, a non essere stato costruito dai Guidi, ma bensì dai Signori di Spoleto. Per questo motivo il castello è considerato il più vecchio del Casentino ed anche perché il suo nome appare già in alcune scritture del 1008.
I Conti Guidi ne diventarono proprietari in seguito di strani legami di parentela creatisi nel tempo con i signori di Spoleto e fondarono così un secondo ramo del Casato denominato Conti Guidi di Romena.
E furono ancora i Conti Guidi a restaurare il Castello, dotandolo di doppia cerchia muraria e di ben 11 torri di guardia sulla cerchia esterna, fattore questo che lo rendeva praticamente inespugnabile.
Oggi, il Castello di Romena riveste un importante valore non solo per la sua storia e architettura, ma anche per la bellezza del contesto paesaggistico in cui è inserito con le sue uniche tre torri rimaste, visibili da molte parti del Casentino.
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