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Tag: borghi toscani

STIA. Vista dall'alto del castello di Romena

STIA-Patria del Panno Casentino


Stia – Introduzione

Stia – La Toscana non finirà mai di stupire il turista, tante sono le località, i paesi ed i borghi caratteristici da conoscere e visitare.

Stia. Cascatella del torrente Staggia all'ingresso del paese.
Torrente Staggia

Tra questi troviamo Stia, un piccolo borgo dell’Italia che fa parte del Comune Sparso di Pratovecchio Stia nella provincia di Arezzo e nelle immediate vicinanze di Poppi, altro borgo caratteristico, famoso per il suo castello.

Stia sorge alle pendici del monte Falterona e trae la sua origine dall’essere stata un villaggio sorto sulla romana Via Maior che collegava il Casentino a San Godenzo, in Mugello.

Stia. Vista dall'alto del borgo, ripresa con il drone.

Stia – Visita del Borgo

Il nucleo principale del centro abitato sorge alla confluenza del torrente Staggia con il fiume Arno.   

Il toponimo, di provenienza latina, trae origine dalla contrazione del nome del torrente Staggia. 

All’incontro tra questi due fiumi si trovava nel medioevo, come si trova ancor oggi, l’incrocio di quattro importanti strade che provenivano da Arezzo, Firenze, Mugello e Romagna. Un luogo ideale per la nascita di un mercato.

Stia. Altra veduta dall'alto del borgo.

Ed ecco che Stia, con la produzione del panno casentino, acquista un ruolo importante nell’economia locale, che la  porterà a conquistarsi una fama a livello mondiale.  Per la sua fabbricazione verrà costruito e più volte ampliato, un importante lanificio.

Stia. vedduta dall'alto del grande lanificio.

Questo ha fatto sì che, nonostante il suo abitato di piccole dimensioni e i pochi richiami artistici e architettonici, diventasse famoso tanto da richiamare numerosi turisti nel borgo e nei dintorni, acquistando ulteriore visibilità anche grazie al fatto di essere stato scelto da Leonardo Pieraccioni, come location per le riprese del noto film Il Ciclone nel 1996.

Piazza Tanucci

Anche senza il  noto evento cinematografico, Piazza Tanucci di Stia ha tanto di cui essere fiera. 

La sua forma è molto allungata e va a salire. Sui due lati più lunghi è delimitata da edifici contigui tutti porticati.

Questa particolarità architettonica è tipica dei luoghi di mercato perché dava riparo a venditori e compratori in caso di maltempo. E Stia fu luogo di mercato. Anzi, il paese nacque e si sviluppò intorno a un mercato, a un importante crocevia e a una chiesa.

La Pieve di Stia

La Pieve di Stia è una delle più importanti  del Casentino per le pregevoli opere d’arte custodite al suo  interno. Lo stile barocco della facciata  è un fatto alquanto  anomalo per una pieve romanica, ma fu la comunità del borgo a volere la completa restaurazione dell’intera facciata nel XVIII secolo.

Stia. La Pieve

Al suo interno la chiesa mostra l’originario stile romanico con colonne monolitiche sormontate da stupendi capitelli che dividono le tre navate.

Stia. Interno della Pieve.

Il Panno Casentino

Ovunque nel paese, si avvertono i richiami alla nota produzione  del  panno casentinese che proprio qui trae le sue origini e che ha dato  fama e lustro al borgo. 

Il panno era apprezzato per l’alta resistenza all’usura e alle intemperie ed era adatto alle necessità di chi doveva trascorrere all’aperto, buona parte della giornata. 

Il ricciolo, che contraddistingue gli abiti in panno casentino, costituisce un funzionale doppio strato, antifreddo e antipioggia. 

Stia. Particolare di due abiti in panno casentino.

Con la sua varietà di colori molto vivi, gli indumenti sono particolarmente ricercati, tanto da spingere gli interessati a recarsi proprio qui a Stia, per acquistarli.

Il Lanificio

Lungo la strada che costeggia il torrente Staggia, notiamo un piccolo ponte ad arco sorretto da tubi in metallo.

Stia. Sullo sfondo il  vecchio lanificio.

A sinistra di questo ponte, sullo sfondo,  si trova un grandissimo edificio. E’ una parte di quello che fu il famoso Lanificio di Stia. La prima attività industriale del Casentino che dagli anni Ottanta del XIX secolo fino al 1920 arrivò ad avere cinque stabilimenti attivi dando occupazione a 500 dipendenti.

Oggi buona parte degli stabilimenti sono in condizioni precarie.

La parte che invece possiamo osservare dal ponte è quella che è stata recuperata. Nei primi due piani dello stabilimento, che vediamo sullo sfondo, si trova il Museo dell’Arte della Lana, una grande mostra che illustra in modo esaudiente quella che fu la storia di questa importante realtà industriale.


Video con Commento Audio


Il Palagio

Stia fu anche la residenza del ramo  Conti  Guidi detti di Palagio, per ricordare la loro  sontuosa abitazione che costruirono nel 1230. Mantennero il possesso di tutto il territorio, che cessò con l’invasione dei Fiorentini. 

Stia. Veduta del Palagio, residenza dei Conti Guidi.
Stia – il Palagio

Il Castello di Romena

Questo casato diventò nel tempo padrone dell’unico Castello, tra i tanti del Casentino, a non essere stato costruito dai Guidi, ma bensì dai Signori  di Spoleto. Per questo motivo il  castello è considerato il più vecchio del Casentino ed anche perché il  suo nome appare già in alcune scritture del 1008.

I Conti Guidi ne diventarono proprietari in seguito di strani legami di parentela creatisi nel tempo con i signori di Spoleto e fondarono così un secondo ramo del Casato denominato  Conti Guidi di Romena.

E furono ancora i Conti  Guidi  a restaurare il Castello, dotandolo  di doppia cerchia muraria e di ben 11 torri  di guardia sulla cerchia esterna, fattore questo  che lo rendeva praticamente inespugnabile.

Stia. Veduta dall'alto del Castello di Romena.
Il Castello di Romena

Oggi, il Castello di Romena riveste un importante valore non solo per la sua storia e architettura, ma anche per la bellezza del contesto paesaggistico in cui è inserito con le sue  uniche tre torri rimaste, visibili da molte parti del Casentino.  

Stia. veduta panoramica dall'alto del Castello di Romena.
Il Castello di Romena

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Filetto – “Posto di guardia fortificato”

Il nome Filetto sembra provenire dal greco e significa quanto indicato nel titolo, ovvero: “Posto di guardia fortificato”.

Filetto. Mappa commerciale del borgo di Filetto.

Filetto – Motivazioni e Impressioni


Come ho già detto molte volte, la Toscana è talmente ricca di piccoli e interessanti borghi, che rimane sempre l’imbarazzo della scelta, quando si decide di sceglierne uno per una gita domenicale.

Quindi  bisogna scremare, osservare la zona e conoscerne un po’ di storia. Insomma occorre documentarsi ed avere anche la possibilità di poter reperire abbastanza materiale fotografico, almeno quanto basta per poter scrivere un articolo sul Blog.

Così , spostando la mia attenzione verso la Lunigiana, cerca e ricerca ho individuato questo piccolo, ma incantevole borgo, situato peraltro in un’interessante zona con altri piccoli borghi nelle vicinanze non meno interessanti.

Parliamo di Filetto, un piccolo borgo murato, così incantevole che mi ha colpito particolarmente.


Filetto – Un po’ di Storia


Ai tempi delle lotte in Lunigiana tra l’esercito bizantino e le orde dei Longobardi invasori, nel VI e VII secolo, venne organizzata in questi luoghi, a ridosso dell’Appennino, una linea difensiva per proteggere i porti dell’alto Tirreno. Per questo motivo fu costruito Filetto.

Ecco perché questo borgo è un po’ insolito rispetto agli altri di quei tempi, che li vedeva prevalentemente arroccati sulle alture. Questa era la consuetudine per tutti i borghi in Toscana ed anche per i vicini Borghi Lucchesi.

Filetto. Stemmi della Famiglia Ariberti sopra la porta Ariberti.
Stemmi della Famiglia Ariberti

Le milizie barbariche erano già presenti oltre le montagne dalla fine del VI secolo e minacciavano i porti nelle vicinanze, in modo particolare Luni.

Filetto fu parte essenziale di questa imponente linea di difesa e solo dopo la caduta dell’impero d’Oriente, il borgo si modificò a residenza della popolazione. In quei tempi la gente aveva sempre più bisogno di protezione.

Nel 1568 il borgo si allargò. Inglobò addirittura la strada che da Villafranca in Lunigiana conduce a Bagnone.

I Marchesi Ariberti, pochi anni dopo, subentrarono come nuovi  feudatari ai Malaspina. Questi dovettero vendere Filetto a causa dei grossi debiti contratti con l’Imperatore.


Filetto – Cosa Vedere



Filetto è così piccolo che non esiste un itinerario da seguire. L’unico itinerario è quello di passeggiare per il borgo, alzare gli occhi, guardarsi attorno ed ammirare i tanti piccoli e significativi dettagli.

Filetto. Arco monumentale di Porta Ariberti, punto di accesso al borgo.
Arco monumentale di Porta Ariberti

Per accedere al borgo si attraversa l’arco monumentale di Porta Ariberti. Si comincia a curiosare tra le strette vie caratterizzate da bei portali ed archi. Ogni tanto incontreremo anche qualche simpatico negozietto di antichità.



Piazza del Pozzo

Percorrendo la via principale che attraversa il borgo, incontreremo sulla nostra sinistra la Piazza del Pozzo.

Una volta questa era chiamata la Piazza d’Armi. E’ caratterizzata da un solo accesso come per gli antichi accampamenti militari Romano-Bizantini.

Questa piazza costituiva il nucleo originario del paese. Ancora oggi è individuabile una delle 4 torri cilindriche che ne costituivano l’impianto originario.


Piazza Fatebenefratelli

Passiamo sotto il loggiato della Palazzina dei Marchesi Ariberti ed entriamo nella Piazza Fatebenefratelli.

In questa piazza si trova la Chiesa Parrocchiale ed un convento di frati.


Una volta terminata la visita del borgo, usciamo dalla parte opposta attraverso la Porta Ariberti. Svoltiamo a destra e camminiamo lungo il perimetro esterno delle mura. In questo modo potremo osservare i resti delle torri.

Filetto. Particolare della cerchia muraria.

A questo punto, terminata la visita di Filetto, possiamo spostarci. Ci dirigiamo a Bagnone per un buon pranzetto. Dopo la sosta potremo visitare anche questo bellissimo borgo e continuare la nostra gita.

Potremo raggiungere  anche Malgrate e Castiglione del Terziere. Anche questi ultimi due borghi, come Bagnone, si trovano nelle immediate vicinanze di Filetto.


Filetto. Particolare di un arco con negozietto artigianale.

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San Gimignano – La Manhattan medievale


San Gimignano – Introduzione


L’inconfondibile sagoma all’orizzonte di un borgo sopra ad un colle, cinto da mura e disseminato da torri sparse qua e là più o meno alte, significa che stiamo arrivando a San Gimignano.

Infatti la caratteristica principale di questa piccola città fortificata, a metà strada tra Firenze e Siena nelle vicinanze di Certaldo, è costituita dalle sue 13 torri, ciò che resta di quelle 72 costruite un tempo dalle più floride famiglie del paese, come simbolo del loro benessere e potere.

Dichiarato Patrimonio dell’ Umanità dall’ UNESCO nel 1990, il borgo è una delle piccole perle della provincia senese e di questa meravigliosa Toscana.

L’effetto, per chi arriva dalla collina e vede spuntare all’improvviso la sagoma del paese, è semplicemente emozionante. 


San Gimignano – Un po’ di Storia


Il primo nucleo del paese risale all’VIII e IX secolo ed era già cinto di mura. Con lo sviluppo dell’abitato, San Gimignano divenne un castello feudale e fu dotato di una seconda cerchia muraria.

San Gimignano. Seconda cerchia muraria.

Divenuto libero comune nel 1150, inutilmente si oppose alle mire di Firenze, del quale entrò a far parte del territorio dal 1353, seguendone da quel momento le sorti.


San Gimignano – Cosa Vedere


Pur essendo un piccolo borgo, le attrazioni da vedere sono molte. Basterà comunque passeggiare con calma e in totale relax per le strade e vicoli del paese per scoprirle tutte ed apprezzarne ogni più piccolo particolare.

Anche i palazzi da osservare sono tanti, come il palazzo del Popolo, il palazzo del Podestà, il palazzo Ardinghelli ed altri, così come anche le torri, tra le quali spiccano la Torre del Diavolo, la Torre Rognosa, le Torri Salvucci e molte altre.

Ma le attrazioni maggiori, che veramente incantano il turista, sono la piazza della Cisterna e la Piazza del Duomo con l’adiacente piazza delle Erbe. Queste piazze costituiscono il centro cittadino vero e proprio.

Si accede al borgo da Porta San Giovanni, in una zona particolarmente fornita di parcheggi.

Porta San Giovanni e Via San Giovanni

La bella e possente porta di accesso al borgo, che risale alla metà del 1200, è sormontata da un posto di guardia ed ancora munita di barbacani.

San Gimignano. Particolare della porta San Giovanni.
Porta San Giovanni

Una volta ammirata ed oltrepassata la torre, iniziamo a percorrere la via San Giovanni. Questa strada completamente pavimentata in pietra è fiancheggiata da bei palazzi storici e negozi di ogni genere.

San Gimignano. Via San Giovanni.

La vista viene attratta non solo dagli oggetti posti in vetrina, ma anche dalle caratteristiche costruttive di questi vecchi negozi. Alcuni di questi hanno ancora l’accesso del tipo medievale, tutti con facciate in pietra e vecchi infissi.

La via termina all’Arco dei Becci, una delle porte dell’antico castello dove a destra si ergono la Torre e le Case dei Becci.

San Gimignano. Arco dei Becci che immette in piazza Cisterna.
Arco dei Becci

Piazza della Cisterna

Attraversato l’Arco dei Becci si accede alla Piazza della Cisterna. Questo spazio è ornato appunto da una Cisterna dove, per circa 800 anni, gli abitanti attinsero l’acqua per il proprio fabbisogno. Anche questa piazza è circondata da bellissimi palazzi e sovrastata dalla possente Torre del Diavolo.

San Gimignano. Piazza della cisterna con al centro la Cisterna.
Piazza della Cisterna

A questo punto, possiamo sederci da qualche parte, magari sugli scalini della cisterna o a qualche tavolino di una bar, tirare un po’ il fiato, cominciare  a godersi veramente questo spettacolo e dare sfogo alle fotografie.

Piazza del Duomo

Adiacente alla piazza della Cisterna troviamo la piazza del Duomo, delimitata dal bellissimo Palazzo del Podestà, con un bella loggia magnificamente affrescata e sovrastato dalla Torre Rognosa con a fianco le Torri Salvucci.

Di fianco, al lato sinistro del Duomo, si trova la piccola piazzetta delle Erbe, molto pittoresca con diverse torri sullo sfondo.

Anche l’antica rocca, immediatamente dietro al Duomo, merita una visita così come altre attrazioni e particolari che potrete scoprire passeggiando senza meta all’interno del borgo.



Prodotti Tipici


Tra i vari souvenir ed oggetti classici del luogo, una particolare attenzione la meritano le terre cotte e le ceramiche. Tra i prodotti tipici del luogo non dobbiamo assolutamente perderci la Vernaccia di San Gimignano, ottimo vino bianco locale, lo Zafferano di San Gimignano ed il Pecorino allo Zafferano.

San Gimignano. Ceramiche rappresentanti gatti.
Ceramiche di San Gimignano

Conclusioni


Da ogni parte del mondo c’è qualcuno che sogna di raggiungere questo antichissimo borgo per provare l’esperienza di immergersi in una perfetta cartolina medievale. Ma San Gimignano soffre purtroppo di un turismo di massa mordi e fuggi, con comitive che arrivano in città, l’attraversano velocemente e poi ripartono. 

Il borgo, invece, è un piccolo gioiello che va scoperto con lentezza. E’ preferibile quindi farlo nei periodi di bassa stagione e fuori dai week end per poterne godere in pieno il suo fascino e tutte le sue caratteristiche, con calma e in totale relax, con guida alla mano per fermarsi ogni tanto, leggere qualche notizia e scattare tante foto.


San Gimignano. Panorama sulle colline senesi.
Panorama sulle colline senesi

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Monteriggioni – Il Borgo della Montagnola Senese


Monteriggioni – Introduzione e Impressioni


Monteriggioni

E’ giusto ed opportuno, andando a Siena, fermarsi lungo la strada per fare una visita a San Gimignano , bel borgo medievale con le sue famose torri, bei palazzi, case in pietra, viuzze e vicoli ancora perfettamente conservate.

Ma allora perché non fermarsi anche a Monteriggioni, che si trova a metà strada tra San Gimignano e Siena?

Monteriggioni. Vista del castello e delle torri dalla strada provinciale.
MonteriggioniIl Castello con le torri

E’ veramente un borgo imperdibile seppur piccolo al punto che due ore sono ampiamente sufficienti per visitarlo. E’ uno dei tanti bei paesini di cui l’Italia è ricca.

Si accede al grande piazzale entrando da una delle due porte d’accesso. Con un po’ di fantasia sembrerà veramente di fare un salto indietro ai tempi del medioevo.

Intorno a questo grande slargo si affacciano gli edifici e le costruzioni più caratteristiche di un tempo, tutte in pietra, con particolari originali ed infissi singolari.

Monteriggioni. La grande piazza all'interno del borgo.
La Grande Piazza

La vista da lontano del borgo fortificato ed un piccolo giro sulle mura con vista dall’alto sia all’esterno che all’interno del paese, daranno un idea più completa di quanto doveva essere bella e importante questa fortificazione nel medioevo.


Monteriggioni – Un po’ di Storia


I Senesi costruirono il castello tra il 1214 e il 1219. Aveva scopo principalmente difensivo ed il tracciato circolare delle mura si deve semplicemente all’andamento della collina.

Monteriggioni. Tipiche case in pietra all'interno del borgo.
Tipiche case in pietra

Fu oggetto di molte battaglie tra Fiorentini e Senesi per il suo possesso. I Senesi addirittura, anziché il consueto fossato pieno d’acqua, intorno alle mura installarono le carbonaie, fossati pieni di carbone che veniva incendiato all’occorrenza per resistere agli attacchi.

Negli ultimi anni, Monteriggioni ha assunto maggiore rilevanza turistica essendo stato inserito, dal Consiglio d’Europa,  all’interno del percorso della Via Francigena, permettendogli così di entrare a far parte degli itinerari culturali, col numero di tappa 32.


Visita del Borgo



Ancora oggi il castello, che è situato a circa 10 chilometro da Siena,  appare imponente e maestoso come una corona. Questa analogia è dovuta al fatto che le mura sono costellate da 14 torri e sono ricordate anche da Dante nella Divina Commedia.

Le due porte di accesso, che sono la Porta Franca o Romea e la Porta di Ponente, sono rispettivamente la porta principale, in direzione di Roma e la porta secondaria in direzione di Firenze.

Monteriggioni. Grande Piazza con in primo piano la Pieve Romanica.
La Pieve Romanica

La Pieve Romanica, che è l’edificio più importante del borgo, è quella che meglio conserva i caratteri medievali.
Costruita nel XIII secolo, presenta un unico ambiente.  La facciata, di raffinata eleganza, ha un bel portale con arco in pietra.

Imperdibile è la visita ai camminamenti sulle mura del castello. Dall’alto della cinta difensiva si può ammirare la splendida campagna circostante verso il Chianti e la Valdelsa e godere di una inusuale veduta di tutto il borgo. 

Sulla grande piazza si affacciano il Museo delle Armature, l’Ufficio turistico, così come i ristoranti ed i negozi di prodotti tipici.

Monteriggioni. Il piazzale con ilo museo e l'ufficio del turismo.
Il piazzale con il Museo e l’ufficio del Turismo

Notizie Utili


Due ampi parcheggi si trovano nella zona della Porta Franca e sia quello alla base del castello che quello in alto, nelle immediate vicinanze del borgo, offrono molti stalli.

Nei ristoranti si potrà assaggiare, oltre ai consueti piatti locali, una varietà di crostini ed insaccati del luogo veramente straordinarie e accompagnati da ottimo vino della zona sia bianco che rosso.

Monteriggioni. Tipica locanda all'interno del borgo.
Tipica Locanda

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Panorama sul borgo

San Miniato e Certaldo – Borghi Medievali Toscani


San Miniato e Certaldo – Olio, Vino e Tartufo Bianco


Introduzione


Perché San Miniato e Certaldo?

Godere di una gita domenicale particolarmente piacevole,  in Toscana è possibile.

La regione è così ricca di borghi  e cittadelle medievali, da avere solo l’imbarazzo della scelta.

Molti sono i villaggi della Toscana che meritano la classificazione di Borgo Storico. Inserita in un paesaggio bucolico, tra panorami spettacolari e località UNESCO, ogni cittadella racconta ancora la propria storia medievale con le  sue mura, le sue torri, le rocche e le caratteristiche abitazioni tutte concentrate in vie strette ed acciottolate.

Studiando il territorio e sapendo scegliere, in virtù anche  delle brevi distanze che separano tra loro i vari paesi, è possibile addirittura in un solo giorno estendere la visita anche a più di un borgo, come nel caso di questi due paesi, distanti tra loro solo circa 25 km.

Queste due località fanno parte di un elenco di “15 borghi toscani più belli” da visitare per conoscere l’anima più autentica di questa terra”.

San Miniato e Certaldo - Campagna circostante il borgo di san Miniato.
Campagna circostante San Moniato

Situati su verdi colli in una splendida campagna, San Miniato e Certaldo formano un concentrato di Toscana e di tutto quello che di bello e di buono esiste in questo territorio.


San Miniato – Paese del tartufo bianco e degli antichi mestieri


San Miniato e Certaldo - Antica mappa di san Miniato

San Miniato  è un comune   della provincia di Pisa con 27 903 abitanti.

Il centro storico della città sorge in posizione strategica su un colle a metà strada tra Firenze e Pisa per cui la città è stata scenario di molteplici scontri fra i due odierni capoluoghi, fino alla definitiva conquista fiorentina.

Un po’ di Storia

Il nucleo originario della città risale all’VIII secolo, quando un gruppo di Longobardi, secondo un documento originale datato 713 dC  e conservato nell’Archivio Arcivescovile a Lucca, si stabilì su questo colle ed edificò una chiesa dedicata al martire Miniato.

La città rimase nell’orbita fiorentina fino al 1925, quando fu ceduta alla provincia di Pisa. La seconda guerra mondiale lasciò il segno nella città per via della strage del Duomo. Venne altresì distrutta una buona parte delle costruzioni medievali, tra cui la Rocca di Federico II, prontamente ricostruita però negli anni successivi.

Visita del Borgo

Seppur concentrati in uno spazio ristretto, i monumenti da vedere sono diversi:

San Miniato e Certaldo - Piazza del Seminario di San Miniato
Piazza del Seminario o della Repubblia

Cominciamo da Piazza del Seminario o della Repubblica, dove troviamo il bellissimo Palazzo del Seminario, contenente sulla facciata molteplici Massime Latine.



Oltrepassando un arco che si affaccia nel centro della piazza, saliamo fino al Duomo.

Qui possiamo ammirare il Palazzo Vescovile ed il Palazzo dei Vicari.

Naturalmente non possiamo non visitare il Duomo anche al suo interno dove troviamo la tomba di Jacopo Bonaparte, uno dei primi membri della famiglia Bonaparte del ramo di San Miniato , in contrapposizione al ramo conosciuto a Sarzana dal 1200 da cui deriva Napoleone.



Dalla Piazza del Duomo, dopo una breve passeggiata, si sale fino alla torre di Federico II, dalla cui sommità , si gode di un bellissimo panorama su tutto il borgo e sulla campagna circostante.


Ritornati un centro, dopo un ottimo e caldo panino con burro ed acciughe, accompagnato da ottima birra, ci dirigiamo dall’altra parte del borgo, in Piazza del Popolo, per visitare un’altra singolare ed antica chiesa, quella di San Domenico con il suo adiacente Chiostro.

San Miniato e Certaldo - Tipico locale da spuntini
san Miniato e certaldo - Chiostro di San Domenico in san Miniato.
Chiostro di San Domenico

Terminiamo qui la visita di San Miniato e raggiungiamo in breve tempo Certaldo. Parcheggiamo nella piazza del municipio dove troviamo la navetta che ci porta direttamente all’interno del Castello.


Certaldo – Il Borgo del Boccaccio


Certaldo è un comune di circa 16.000 abitanti in provincia di Firenze.

Un po’ di Storia

L’abitato, sviluppatosi in posizione collinare intorno al castello, si è esteso successivamente, in epoca moderna, anche in pianura.

San Miniato e Certaldo - Vista del Borgo di Certaldo arroccato su di una collina
Certaldo Alto

Il Castello ed il contado appartennero alla famiglia degli Alberti che alla fine del XIII secolo furono sottomessi dai Fiorentini.

Il borgo è patria di Giovanni Boccaccio, di famiglia certaldese. Anche se il luogo di nascita è incerto tra Certaldo e Parigi, sicuramente qui morì nel 1373.

Visita del Borgo

La arroccata cittadina medievale di Certaldo è da sempre una delle mete preferite dagli appassionati dei borghi storici e per chiunque ami fare una passeggiata dal sapore medievale, all’interno di un centro intatto e dai tratti singolari.

Il borgo storico, detto anche Castello, è raccolto entro mura su cui si aprono le antiche porte d’accesso.

Non essendoci lo spazio necessario per una piazza come tutti gli altri paesi hanno e dove si svolge la maggior parte della vita cittadina, questa invece avviene a Certaldo nella Via del Boccaccio, dove si affacciano tanti palazzi e costruzioni medievali, la Chiesa, il Palazzo Pretorio e le Logge del Mercato.

San Miniato e Certaldo - Passeggiata in Via del Boccaccio a Certaldo Alto.
Via del Boccaccio

Ma il monumento più importante del Borgo è sicuramente  il Palazzo Pretorio, l’antica dimora dei conti Alberti che venne costruita alla fine del XII secolo sulle rovine delle antiche case di questa famiglia. Ne sono visitabili le prigioni, la sala delle udienze, l’archivio, la cappella e gli alloggi privati dei Vicari. Sulla facciata e all’interno del palazzo sono ammirabili numerosissimi stemmi, ognuno dei quali rappresenta l’effigie della famiglia di ogni Vicario che ha governato la città.

San Miniato e Certaldo - Facciata del palazzo pretorio con stemmi
Facciata del palazzo Pretorio

Prodotti tipici

Come per San Miniato, anche qui è presente l’attività di raccolta del pregiato tartufo bianco.

Le tradizioni agricole, il clima e l’ambiente collinare, consentono una ricca produzione di olio extravergine di oliva e vino Chianti D.O.C.G. 

A Certaldo inoltre, molto famosa e apprezzata è la “Cipolla di Certaldo”, che
ha un sapore intenso e leggermente dolciastro, adatta per zuppe, ed anche per farne marmellata. E’ un prodotto certificato da un preciso marchio di qualità.

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