Cosa – Introduzione e Motivazioni di viaggio
Cosa. Il desiderio di conoscere un po’ di storia e zone etrusco-romane, insieme a notizie sulle prime transvolate transoceaniche con i famosi idrovolanti Savoia-Marchetti, nonché la visita di uno dei Borghi più Belli d’Italia ovvero Porto Ercole ed infine la voglia di atmosfera di mare e di maremma, mi hanno spinto a caricare la mia bici in auto e dirigermi nel sud della Toscana.
E’ questa l’unica regione italiana che può offrire contemporaneamente montagne, come le Alpi Apuane, colline, mare con le più belle spiagge o coste frastagliate, storia incredibile, arte, architettura, cucina, musica, tradizioni e chi più ne ha più ne metta.
Per questo motivo mi sono trasferito quindi sulla Costa d’Argento, e più precisamente sull’Argentario, comune italiano della provincia di Grosseto, dove si trovano località incantevoli e di grande tradizione marinaresca nella Maremma Grossetana.
I luoghi chiave di questa breve escursione di tre giorni, sono ovviamente Orbetello, Porto Ercole, Porto Santo Stefano, le Lagune di Orbetello, la Duna di Feniglia, un vero spettacolo della natura, e l’antica città romana di Cosa.
Il motivo di questa escursione, che viene descritta in questo articolo, sono gli scavi romani di un’antica città che fu costruita oltre duemila anni fa: COSA.
Cosa – Visita del Sito Archeologico
Come arrivare
Il miglior modo per raggiungere Cosa, ed ammirare il territorio circostante, è quello di attraversare tutta la Duna di Feniglia a contatto con una natura fantastica ricca di piante, uccelli, fenicotteri, cinghiali e daini, che non ostentano la loro presenza.
Finita la Duna, proseguiamo poi verso il colle di Ansedonia.
Raggiungiamo gli scavi di Cosa, l’antica città romana, dopo aver percorso una lunga e faticosa salita in bicicletta.
Da questo sito archeologico, che si trova sulla sommità del promontorio di Ansedonia ad un’altezza di 114 metri slm, si può ammirare uno stupendo panorama sulle lagune.
Un po’ di storia
Il nome di Cosa deriva da Cusia o Cusi che era un precedente insediamento etrusco situato più in basso, probabilmente dove oggi si trova Orbetello.
Questa era una città fondata nel 273 a.c. come colonia romana, immediatamente dopo la vittoria dell’Impero sugli alleati di Vulci e Volsini. Tutto l’insediamento, che a quel tempo costituiva un’importante città, era circondato da possenti mura per un’estensione di un chilometro e mezzo.
Le Mura
La loro disposizione, che si basava su uno studio a quei tempi aggiornato alle più recenti tecniche di assedio in ambito ellenico, era perfetta.
Dopo essere state liberate dalla folta vegetazione che per secoli le aveva sommerse, oggi sono ben visibili e ancora in larga parte ben conservate.
La città doveva controllare il territorio sottratto agli insediamenti etruschi di Volsini e Vulci dopo che queste erano state sconfitte. Le possenti mura che cingono l’abitato, dimostrano però come almeno all’epoca della fondazione, i Romani non si sentissero poi così tanto sicuri di aver sottomesso la locale popolazione etrusca.
La posizione, che era strategica, consentiva di controllare sia il traffico terrestre che quello marittimo. Tutto questo avveniva tra l’altro in un’epoca in cui la potenza romana stava per scontrarsi con Cartagine.
Cosa fu costruita a cavallo di due alture tra le quali venne posto il Foro Romano che era destinato all’attività politica.
Gli Scavi
Si entra nella zona archeologica attraversando la porta Fiorentina. Percorriamo un sentiero sterrato che a quei tempi costituiva una strada che attraversava quartieri abitativi.
Se prestiamo attenzione, mentre percorriamo questo sentiero, potremo notare diverse “piccole volte” che costituiscono in resti delle cisterne costruite sotto le case di quel tempo.
Villa Quintus Fluvius
Seguendo questo sentiero, arriviamo all’attrazione principale di questi scavi che è costituita dalla casa Quintus Fluvius, sopra le cui fondamenta è stato costruito il museo ricco di oggetti archeologici.
Museo Archeologico
I reperti che sono esposti nel museo sono molti e consistono in decorazioni, anfore costruite appositamente per il trasporto via nave, cippi, busti e stemmi tutti di epoca romana.
Tra tutti questi oggetti, che sono esposti all’interno del museo, due sono rimasti particolarmente impressi nella mia mente e mi hanno colpito per la loro singolare bellezza e per la loro “modernità” considerando quei tempi: un tavolino ed un’ antica ed originale vasca per il bagno.
Acropoli
Sul promontorio più alto stava l’Acropoli, destinata al culto degli dei e circondata da una propria cinta muraria indipendente. Era dotata di vie rettilinee ed intersecate ad angolo retto. Una di queste era la strada che conduceva al tempio di Giove e che, per questo motivo, si chiamava la “Via Sacra”.
Cosa – Conclusioni
In cima a questo colle ed in mezzo a questi bellissimi scavi, sfiorati da una leggera brezza marina e quasi completamente soli, avremo difficoltà a staccarci da questo luogo.
Verrà spontaneo sederci su qualche pietra secolare, leggere un po’ di storia, indugiare guardandoci attorno ed osservare tutto quanto per poter immaginare quale e come potesse essere la realtà di quei tempi.
Respireremo così un atmosfera veramente singolare.
Terminata la visita del sito, potremo uscire da un’altra delle tre porte di accesso della città e fare così un ultimo giro attorno a queste antiche e possenti mura, e poi giù in bicicletta a tutto gas per raggiungere nuovamente la duna di Feniglia.
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