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Orbetello – Centro della Laguna


Orbetello – Impressioni


Perché scegliere Orbetello come meta di un viaggio?- Perché è una singolare cittadina situata al centro di una laguna, denominata appunto laguna di Orbetello, ed è un’importante riserva naturale costituita dalla Duna della Feniglia.  Può essere anche un motivo per approcciarsi alla Maremma, vista la sua posizione.

L’atmosfera che si respira tra mare, montagna e Maremma è veramente singolare. Gli abitanti, con la loro toscanità e disponibilità, contribuiscono non poco a rendere ancora più piacevole il soggiorno in queste zone. Cibo, vino e prodotti tipici, completano il quadro, insieme alla natura ed alla storia dei luoghi.

Orbetello. Ragazze che fanno canotaggio sulla laguna.
Sport acquatici nella laguna

La città è collegata al Monte Argentario attraverso una bella diga dove, fino al 1944, correva anche una ferrovia che la collegava a Porto Santo Stefano. Sempre sull’Argentario si trova anche il bellissimo borgo di Porto Ercole.

Orbetello. La diga che collega la città al Monte argentario.
La diga di Orbetello

Il territorio comunale è inoltre estremamente variegato. Ha una zona umida lagunare che è delimitata verso il mare da due tomboli: il Tombolo della Giannella a nord e il Tombolo della Feniglia a Sud.

Entrambi sono caratterizzati da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea.


Un po’ di Storia


Il territorio di Orbetello è stato frequentato sin dal periodo etrusco e assunse particolare importanza anche durante la dominazione di Roma, che vi fondò la colonia di Cosa, nei pressi di Ansedonia.

Alla fine della Repubblica di Siena, il territorio di Orbetello dal 1557 fu sede dello Stato dei Presidi di Spagna. E questo grazie alla conquista del territorio di Carlo V re di Spagna.

La città di Orbetello sorge nel mezzo dell’omonima laguna ed è unita al Monte Argentario da una strada costruita su un terrapieno artificiale, la Diga di Orbetello, che ha diviso la laguna in due specchi d’acqua: Laguna di Levante e Laguna di Ponente. Della vecchia ferrovia che la collegava a Porto Santo Stefano, oggi unica testimonianza rimane una costruzione di colore rosso, una volta Stazione Centrale della linea ferroviaria Orbetello – Porto Stefano.

Orbetello. Ex stazione ferroviaria di Orbetello,
Ex Stazione ferroviaria di Orbetello

La città divenne molto nota  nel periodo a cavallo tra il 1927 ed il 1933, quando Italo Balbo, a quel tempo ministro dell’Aeronautica, partì da qui per le sue quattro famose crociere aeree con uno squadrone di Idrovolanti Savoia – Marchetti.

 Anche Carlo del Prete, che era un noto aviatore lucchese, fece parte di queste spedizioni, durante una delle quali perse la vita.

L’idroscalo, situato nelle acque della Laguna di Levante, fu distrutto nel 1944 dalle forze di occupazione tedesche. Poche cose rimangono oggi a testimonianza di quel pezzo importante di storia italiana ed oltretutto mal conservate.


Visita della Città



Le porte di Accesso alla città

Orbetello. Porta Medinacoeli, il principale accesso al centro storico.
Porta Medinacoeli

Si accede al Centro Storico attraversando la Porta Nuova, denominata anche Porta Medinacoeli in onore del Duca di Medinacoeli che ne volle la costruzione al tempo dello Stato dei Presidi.

Insieme a questa porta ne esistevano altre 4.  Di queste solo  la Porta del Soccorso e, poco distante, la Porta a Terra rimangono ben  visibili.

Quest’ultima è una bella porta in stile barocco, rivestita di granito e travertino.

Le Mura

Varcata la porta principale, una scala sulla sinistra ci conduce sulle mura. Da qui, sull’unico  piccolo tratto percorribile, si può ammirare la laguna di ponente e parte del centro storico.

La Polveriera Guzman

Proprio sotto questo tratto di mura, a ridosso della laguna, troviamo la Polveriera Guzman, dove Garibaldi, nel 1860, si rifornì di armi e munizioni per la su ben nota spedizione dei Mille.

Intorno alla fortezza e a un tratto di mura, un camminamento in legno ci permette di ammirare la laguna di Ponente in tutta la sua bellezza, arrivando con lo  sguardo, da Ansedonia fino all’Argentario.

Il centro Storico – Corso Italia

Caratterizzato da stradine, vicoli, laboratori d’arte di ogni genere, vecchie case ben curate e palazzi con belle facciate in pietra, il centro storico ha, come punto di riferimento e di aggregazione, il Corso Italia.

Orbetello. Corso Italia, la via principale del centro storico.
Corso Italia

Questa via, che è la più animata del centro storico, è ricca di negozi, ristoranti, alberghi, bar e tanti altri servizi. Attraversa tutta la parte vecchia della cittadina da Ovest ad Est. E’ sempre molto animata e ospita spesso mercati ben curati e ricchi di cose interessanti.

La Cattedrale

Passeggiando tra i banchi del mercato, arriviamo in piazza della Repubblica dove, con il suo inconfondibile rosone e la bella facciata in travertino, si erge  la cattedrale, costruita nel XIV secolo e dedicata a santa Maria Assunta.

L’esterno è piuttosto spoglio, ma comunque degno di nota.

La porta presenta colonnine attorcigliate ed accostate ad altri elementi finemente decorati. Fra questi merita una menzione speciale lo stemma di Orbetello, il quale veniva con molto probabilità raffigurato per la prima volta.

Il rosone centrale non è da meno, in quanto mostra una decorazione molto curiosa: un fascia circolare esterna composta da formelle a quattro lobi con al centro dei volti scolpiti.

Orbetello. La Cattedrale
La Cattedrale

Con la bella e comoda pista ciclabile, che attraversa tutta la parte nord della città, possiamo fare un largo giro intorno ad Orbetello, costeggiando la laguna di ponente ed arrivando così fino al famoso mulino spagnolo, divenuto ormai il simbolo della città. Il nome lascerebbe immaginare la sua costruzione di origine spagnola, ma in realtà fu costruito dalla Repubblica di Siena al tempo della sua occupazione di questi luoghi.

Conclusioni

Anche il centro storico, con i colori ed i suoni ovattati al tramonto, acquista un fascino ed un’atmosfera particolare. La sua via principale, il Corso Italia, si anima lentamente fino a riempire i ristoranti e le pizzerie.

Orbetello. Corso Italia al tramonto

Grazie anche ai vari locali di svago e ai negozi aperti, questa via diventa un vero e proprio centro della Movida Maremmana.

La  laguna di ponente, sotto le luci del tramonto, offre uno spettacolo veramente affascinante e chiude nel miglior modo una bella giornata particolarmente intensa.

Orbetello. La Laguna al tramonto.
Tramonto sulla Laguna

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Cosa – Antica città Romana

Cosa – Introduzione e Motivazioni di viaggio

Cosa. Il desiderio di conoscere un po’ di storia e zone etrusco-romane, insieme a notizie sulle  prime transvolate transoceaniche con i famosi idrovolanti Savoia-Marchetti, nonché la visita di uno dei Borghi più Belli d’Italia ovvero Porto Ercole ed infine la voglia di atmosfera di mare e di maremma, mi hanno spinto a caricare la mia bici in auto e dirigermi nel sud della Toscana.

E’ questa l’unica regione italiana che può offrire contemporaneamente montagne, come le Alpi Apuane, colline, mare con le più belle spiagge o coste frastagliate, storia incredibile, arte, architettura, cucina, musica, tradizioni e chi più ne ha più ne metta.

Per questo motivo mi sono trasferito quindi sulla Costa d’Argento, e più precisamente sull’Argentario, comune italiano della provincia di Grosseto, dove si trovano località incantevoli e di grande tradizione marinaresca nella Maremma Grossetana.

Cosa. Mulino spagnolo nella laguna di Orbetello.
Mulino Spagnolo

I luoghi chiave di questa breve escursione di tre giorni, sono ovviamente Orbetello, Porto Ercole, Porto Santo Stefano, le Lagune di Orbetello, la Duna di Feniglia, un vero spettacolo della natura, e l’antica città romana di Cosa.

Cosa. Lagune di Orbetello.
Lagune di Orbetello

Il motivo di questa escursione, che viene descritta in questo articolo, sono gli scavi romani di un’antica città che fu costruita oltre duemila anni fa: COSA.

Cosa – Visita del Sito Archeologico



Come arrivare

Il miglior modo per raggiungere Cosa, ed ammirare il territorio circostante, è quello di attraversare tutta la Duna di Feniglia a contatto con una natura fantastica ricca di piante, uccelli, fenicotteri, cinghiali e daini, che non ostentano la loro presenza.

Cosa. Presenza di daini all'interno della duna di Feniglia.
Daini nella Duna di Feniglia

Finita la Duna, proseguiamo poi verso il colle di Ansedonia.

Raggiungiamo gli scavi di Cosa, l’antica città romana, dopo aver percorso una lunga e faticosa salita in bicicletta.

Da questo sito archeologico, che si trova sulla sommità del promontorio di Ansedonia ad un’altezza di 114 metri slm, si può ammirare uno stupendo panorama sulle lagune.

Cosa. Scavi co  panorama sulla laguna.

Un po’ di storia

Il nome di Cosa deriva da Cusia o Cusi che era un precedente insediamento etrusco situato più in basso, probabilmente dove oggi si trova Orbetello.

Questa era una città fondata nel 273 a.c. come colonia romana, immediatamente dopo la vittoria dell’Impero sugli alleati di Vulci e Volsini.  Tutto l’insediamento, che a quel tempo costituiva un’importante città, era circondato da possenti mura per un’estensione di un chilometro e mezzo.

Le Mura

La loro disposizione, che si basava su uno studio a quei tempi aggiornato alle più recenti tecniche di assedio in ambito ellenico, era perfetta.

Dopo essere state liberate dalla folta vegetazione che per secoli le aveva sommerse, oggi sono ben visibili e ancora in larga parte ben conservate.

Cosa. tratto di mura difensive.
Tratto di Mura

La città doveva controllare il territorio sottratto agli insediamenti etruschi di Volsini e Vulci dopo che queste erano state sconfitte. Le possenti mura che cingono l’abitato, dimostrano però come almeno all’epoca della fondazione, i Romani non si sentissero poi così tanto sicuri di aver sottomesso la locale popolazione etrusca.

La posizione, che era strategica, consentiva di controllare sia il traffico terrestre che quello marittimo. Tutto questo avveniva tra l’altro in un’epoca in cui la potenza romana stava per scontrarsi con Cartagine.

Cosa. Oanorama dall'alto del colle sulla laguna.

Cosa fu  costruita a cavallo di due alture tra le quali venne posto il Foro Romano che era destinato all’attività politica.

Gli Scavi

Si entra nella zona archeologica attraversando la porta Fiorentina. Percorriamo un sentiero sterrato che a quei tempi costituiva una strada che attraversava quartieri abitativi.

Cosa. Foro Romano.
Foro Romano

Se prestiamo attenzione, mentre percorriamo questo sentiero, potremo notare diverse “piccole volte” che costituiscono in resti delle cisterne costruite sotto le case di quel tempo.

Villa Quintus Fluvius

Seguendo questo sentiero, arriviamo all’attrazione principale di questi scavi che è costituita dalla casa Quintus Fluvius, sopra le cui fondamenta è stato costruito il museo ricco di oggetti archeologici.

Museo Archeologico

I reperti che sono esposti nel museo sono molti e consistono in decorazioni, anfore costruite appositamente per il trasporto via nave, cippi, busti e stemmi tutti di epoca romana.

Tra tutti questi oggetti, che sono esposti all’interno del museo, due sono rimasti particolarmente impressi nella mia mente e mi hanno colpito per la loro singolare bellezza e per la loro “modernità” considerando quei tempi: un tavolino ed un’ antica ed originale vasca per il bagno.

Acropoli

Sul promontorio più alto stava l’Acropoli, destinata al culto degli dei e circondata da una propria cinta muraria indipendente. Era dotata di vie rettilinee ed intersecate ad angolo retto. Una di queste era la strada che conduceva al tempio di Giove e che, per questo motivo, si chiamava la “Via Sacra”.

Cosa – Conclusioni

In cima a questo colle ed in mezzo a questi bellissimi scavi, sfiorati da una leggera brezza marina e quasi completamente soli, avremo difficoltà a staccarci da questo luogo.

Verrà spontaneo sederci su qualche pietra secolare, leggere un po’ di storia, indugiare guardandoci attorno ed osservare tutto quanto per poter immaginare quale e come potesse essere la realtà di quei tempi.

Respireremo così un atmosfera veramente singolare.

Terminata la visita del sito, potremo uscire da un’altra delle tre porte di accesso della città e  fare così un ultimo  giro attorno a queste antiche e  possenti mura, e poi giù in bicicletta a tutto gas per raggiungere nuovamente la duna di Feniglia.



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Porto Ercole – L’approdo di Caravaggio


L’origine del nome di Porto Ercole pare sia dovuta ai Focesi, una popolazione della Grecia antica devota a Ercole.


Un po’ di Storia


La storia di Porto Ercole è una storia veramente molto antica. Tanti sono stati i popoli che l’hanno conquistata ed abitata, a partire addirittura dai Fenici, gli Etruschi ed i Romani, per arrivare anche agli Spagnoli. L’eredità di quest’ultimi è ben visibile nelle belle fortificazioni fatte costruire al tempo dello Stato dei Presidi, il piccolo ma importante stato fondato dagli Spagnoli nel 1557.

Palazzo del Governatore

Il palazzo, che si affaccia sulla singolare piazzetta di santa Barbara, costruito agli inizi del XVI secolo dalla Signoria di Siena, è denominato PALAZZO DEL GOVERNATORE proprio perché durante la dominazione spagnola qui risiedeva il Governatore del Presidio.

Ed è proprio in questo borgo che il 18 luglio del 1610, vi trovò la morte il Caravaggio, in fuga ormai da anni per i sui guai con la giustizia, a causa di un influenza intestinale trascurata ed inutilmente curata dalla confraternita locale.


Visita del Borgo


Dalla PIAZZETTA SANTA BARBARA, attraverso una serie di vicoli e scalinate, si sale al paese vecchio, vero e proprio dedalo di vicoli e viottoli che corrono in mezzo alle piccole e pittoresche case con i loro vecchi portoni.

Il Borgo  si è sviluppato tutto in altezza, su più piani che salgono dal Porto vecchio alla Rocca. Quando nel XV secolo la Repubblica di Siena comprò il Porto, innalzò le mura che ancora oggi cingono il borgo e di cui importante traccia è rimasto oggi il portale gotico sormontato da un campanile.

Continuando a salire, giunti quasi in cima alla scalinata che dal porto conduce alla Rocca Senese, incrociamo una piazzetta dallo stile spiccatamente spagnolo.

In questo piccolo luogo è stata eretta la CHIESA DI SANT’ERASMO, con una facciata in stile toscano molto semplice e dedicata al patrono del borgo. Al suo interno sono raccolte le tombe dei governanti spagnoli durante lo Stato dei Presidi.

Sul lato destro della chiesa, la scalinata continua a salire fino alla al nucleo più vecchio della ROCCA, proprio nel punto più alto del promontorio

Dopo la seconda guerra mondiale, la rocca venne definitivamente chiusa e venduta a privati che hanno in parte trasformato i fabbricati interni in residenze abitative.

Dall’alto del promontorio dove è situata la Rocca, il panorama è veramente superbo…arrivando perfino ad intravedere all’orizzonte l’isola del Giglio.


Forte Filippo


Scendiamo di nuovo attraverso il paese fino al porto vecchio, per una meritata sosta prima di salire nuovamente sull’altro promontorio per visitare ancora un’importante fortificazione: Forte Filippo.

Forte Filippo

Questa è una formidabile fortificazione voluta da Filippo II di Spagna ed edificata secondo le più avanzate tecniche militari dell’epoca, con profondi fossati, misteriosi sotterranei, garitte e il ponte levatoio, che danno ancora la sensazione di inespugnabilità del luogo.

L’attuale fortificazione, posta di fronte alla rocca spagnola dall’altro lato del porto ed entrambe a protezione del suo ingresso, venne costruita dall’allora famoso architetto militare Giovanni Camerini. Vista la sua posizione, con una visuale a 360°, in vetta ad un poggio impervio difficilmente raggiungibile, il complesso era ritenuto praticamente inespugnabile.

La Rocca Spagnola e le Mura viste dal Forte Filippo

Prodotti e Piatto del luogo

Non possiamo lasciare Porto Ercole, senza prima aver assaggiato il piatto tipico del Borgo: la tradizionale zuppa di sarde e patate e lo stocchetto alla portercolese con patate, pinoli e olive nere.

Il miglior souvenir da portarsi a casa è sicuramente una buona bottiglia di Ansonica, il vino bianco locale ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono.


Video con Commento Audio


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