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Tag: i borghi più belli d’italia

Otranto – L’ estremità più orientale dell’Italia


Otranto – Introduzione


La cittadina di Otranto costituisce il comune più orientale della nostra penisola.


Iscritto nell’elenco  ufficiale dei Borghi  più Belli d’Italia e nel 2010 riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’Unesco, rappresenta una meta imperdibile  in un Viaggio  nel Salento.

La caratteristica che subito  colpisce  il  turista, sta nel  singolare  agglomerato di edifici intersecati da vicoli e stradine, tutti raccolti all’interno delle mura e del possente castello.

Otranto. Agglomerato di case prospicente il mare.

Con i  suoi 5600 abitanti, in estate vede moltiplicata la sua popolazione. La bellezza dei posti e l’unicità del mare sono le caratteristiche principali ad attirare nel borgo i turisti.

Il nome Otranto pare che il nome derivi dal Romano Hidruntum, dal fiume Hidrus, l’attuale Idro che sfocia nei pressi della cittadina.


Otranto – Caratteristiche del Borgo


La città è sempre animatissima sia di giorno  che di sera.

I suoi ristoranti sono presi letteralmente d’assalto per i loro  squisiti  piatti di pesce. I negozi, aperti fino a tardi, offrono i più svariati articoli, con particolare riferimento alle ceramiche e terre cotte.

Questo gioiello del Salento è  un ponte fra Occidente ed Oriente come testimoniano la  basilica Bizantina di San Pietro e l’antica cattedrale.  E’ un territorio ricco di spiagge e un luogo ricco di storia, arte, cultura.

Si accede alla città vecchia attraverso la Porta Alfonsina che, insieme alle altre torri del castello e della cinta muraria, offre un bell’esempio di  architettura militare, frutto della nuova fortificazione della città realizzata dagli aragonesi dopo la devastazione Turca del 1480.

Otranto. Veduta di una parte dellle mura.

Otranto – Attrazioni del Borgo


Video con Commento Audio


Il Castello Aragonese

Una delle principali attrazioni del borgo è sicuramente il possente Castello Aragonese nella sua configurazione iniziale di fine ‘400. La sua forma di trapezio  rettangolo, presenta ai vertici torri circolari, con quella rivolta verso il mare, in posizione più sporgente.

Otranto. Il Castello Aragonese.
Castello Aragonese

La Cattedrale ed il Mosaico

Non dovrete perdervi la visita della Cattedrale anche per ammirarne all’interno il suo famoso mosaico

Otranto. La Cattedrale.
La Cattedrale

L’opera costituisce una delle più interessanti tecniche di mosaico nell’arte medievale pugliese sia per la ricchezza del disegno che per le dimensioni e lo stato di conservazione.

Il mosaico, come se fosse un tappeto istoriato, riveste quasi interamente la superficie pavimentale della basilica. Il disegno rappresenta un grande albero con la base all’ingresso della chiesa e lo sviluppo del tronco e dei rami verso il presbiterio. 


La storia di  Otranto è sempre stata legata al mare al quale deve il  proprio sviluppo e la sua importanza. Il borgo è  stato a lungo teatro di sbarchi, di traffici e di commerci basati prevalentemente sulla pesca e sugli scambi via mare, prima che il turismo occupasse una posizione primaria.

Il porto è stato, per lungo tempo, la stazione di partenza e di arrivo per i traghetti diretti alla vicina Grecia o Albania. Oggi offre numerosi servizi per l’attracco delle imbarcazioni e per le attività marittime.

Otranto vista del Porto Turistico.
Porto Turistico

Passeggiare tra le strade di Otranto è un’emozione che raramente si dimentica. I vicoletti, i monumenti e la bellezza antica del centro storico, le conferiscono un fascino ineguagliabile, capace di rapire lo sguardo e il cuore di ogni visitatore.


Cosa vedere nei dintorni


Nelle immediate vicinanze di Otranto, si può visitare la famosa Cava di Bauxite.

Questa cava è da annoverare, senza dubbio, tra i grandi tesori naturalistici del Salento.

E’ un luogo scenografico e magico. La Cava sorge nell’entroterra, nei pressi del famoso faro di Punta Palascia e di Monte Sant’Angelo, e rappresenta una delle destinazioni più pregevoli, dal punto di vista naturalistico, dell’intera Puglia.

Otranto. Cava di Bauxite vista dall'alto.
Cava di Bauxite

Raggiungere la Cava di bauxite di Otranto è molto semplice. Sarà sufficiente uscire dall’abitato di Otranto e muoversi in direzione di Santa Cesarea. Giunti a destinazione, ci troviamo in una piccola strada di campagna che diventa sterrata quasi subito e dobbiamo parcheggiare, perché da questo punto in poi non si può più proseguire in auto.

Otranto. Campagna circostante la Cava di Bauxite.

Continuando a piedi, sulla vostra destra, potrete finalmente scorgere il meraviglioso laghetto verde, dopo aver percorso pochi metri.

Sarà interessante e singolare, farsi una piccola cultura su questa cava, di come sia stata scoperta ed il suo sfruttamento.


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Erice – Faro di pace del Mediterraneo

Erice è considerata, dagli stessi Siciliani, forse l’unica meta turistica riconosciuta come tale, in questa parte dell’isola.

Anche la Sicilia, come un po’ tutte le regioni d’Italia, è ricca di borghi interessanti e caratteristici. Tra questi ben 19 fanno parte dell’elenco ufficiale dei Borghi Più belli d’Italia.

Erice. Vista dall'alto del borgo, ripresa col drone.
Erice – Vista sul Borgo dal Drone

Tra questi spicca in modo particolare Erice, l’oggetto di questo articolo.


Erice – Introduzione


Arroccato sulla cima del monte omonimo, il borgo medievale di Erice svetta dall’alto dei suoi 750 metri.

E’ costituito da un dedalo di viuzze lastricate che scorrono tra palazzi, chiese, piazze ed antichi cortili invogliando il turista a girovagare lentamente senza meta alla scoperta di questo singolare borgo.

Grazie alla sua splendida posizione, dal paese si possono ammirare i panorami più belli sulla città di Trapani, le Egadi e le Saline.

Erice. Panorama su Trapani e le saline.
Erice – Panorama su Trapani e le Saline

E’ questa, in Sicilia, una delle mete più ambite dai turisti, e dal 2014 è stata insignita della bandiera rossa dei Borghi più Belli d’Italia.

Il borgo è facilmente raggiungibile da Trapani, da cui dista solo 12 chilometri, circa 25 minuti di guida. Una volta  giunti nei pressi del paese, troveremo ampi parcheggi nelle immediate vicinanze del Centro Storico.


Erice – Visita del Borgo


Mettere piede a Erice è un po’ come fare un tuffo indietro nel tempo.

Varcando porta Trapani, e voltando subito a sinistra, ci troviamo faccia a faccia con l’edificio più importante del paese, la Cattedrale. 

Erice. Vista dall'alto della Cattedrale o Chiesa Matrice.
Erice – La Cattedrale

Bellissimo è il colpo d’occhio su questo edificio eretto nel 1314 e denominato anche Chiesa Matrice di Erice. Di fronte e staccato, si eleva il poderoso campanile eretto anch’esso nel ‘300 originariamente come torre di vedetta.

La strada che attira subito il visitatore è il corso Vittorio Emanuele, la principale via del paese, fitta di negozi di artigianato e souvenir.

Con la sua bella pavimentazione, la via sale  fino al  punto più alto e caratteristico di Erice, piazza Umberto, il luogo più frequentato del borgo,  ridefinizione ottocentesca dell’antica loggia, animata dai tavoli dei caffè.

Proseguiamo nella nostra esplorazione del paese, lentamente tra vicoli e palazzi. Ci guardiamo intorno ed ammiriamo le case in pietra, di indiscussa fattezza medievale, e piccoli particolari.

Prima di raggiungere il lato orientale di Erice ed il più più scenografico, incontriamo due chiese degne di nota. La  settecentesca chiesa di San Martino fondata da Ruggero il Normanno e la chiesa di San Giuliano, preceduta da una piazzetta.

Riedificata nel Seicento, anch’essa di fondazione Normanna, la chiesa di san Giuliano custodisce al suo interno i sei gruppi sacri fatti di legno, tela e colla.

Questi gruppi sono protagonisti ogni Venerdì Santo della nota Processione dei Misteri.

Erice. Sculture della processione del Venerdi Santo.

Erice – Quartiere del Balio


Se corso Vittorio Emanuele e Piazza Umberto sono sempre molto frequentate dai turisti, non di meno lo è la parte del Balio. E’ qui infatti che  si trovano tre scenografiche attrazioni:  il Giardino del Balio, il Castello omonimo ed il Castello di Venere.

Giardino del Balio

Il giardino del Balio, è la prima di queste attrazioni a richiamare il turista. Infatti qui, all’ombra di tutto questo verde, si può trovare il giusto riparo dalla forte calura.

Nonostante la sua folta vegetazione , il giardino racchiude diversi punti panoramici che, sul lato sud, abbracciano Trapani, le saline, le isole Egadi e la laguna dello Stagnone.

Castello del Balio

Costruito dai Normanni sui resti di un santuario e racchiuso all’interno del giardino del Balio, il Castello omonimo domina il paesaggio a conferma di essere stato a suo tempo, il fulcro del sistema difensivo.

Erice. Castello del Balio.
Erice – Castello del Balio

Castello di Venere

Poco più avanti, con accesso attraverso una gradinata, si raggiunge il possente Castello di Venere divenuto indiscutibilmente uno dei simboli di Erice.

Più che la struttura, a colpire il turista sono i vertiginosi panorami che si aprono sullo strapiombo e sul piccolo castello di Pepoli, silenzioso rifugio del Conte Agostino Pepoli.


Prodotti Tipici


Non si può lasciare Erice senza prima aver prima assaggiato qualche piatto tipico del luogo come la Caponata di Melanzane, il Cous Cous dolce, i Fagioli alla Menta e l’insalata di Gamberi alla Menta.

Tra i dolci, oltre ai soliti e inimitabili Cannoli Siciliani, troviamo la Cassata Siciliana e le famose Genovesi, cavallo di battaglia della nota pasticceria Maria Grammatico, in corso Vittorio Emanuele.

Preparatevi a fare delle lunghe code per gustare questi speciali dolci alla crema.

Tra i vini, molto buoni sono il Grillo, il Catarratto e il Grecanico.


Conclusioni


Questo affascinante borgo ha assunto nel tempo nomi diversi assegnati dalle numerose popolazioni che qui hanno vissuto attratti dal mare, dal monte, dal sole e dalla pietra grigia.

Così come l’antica Erice accendeva fuochi nel sacro recinto della dea Venere per segnalare l’approdo ai marinai, oggi  Erice è diventato il Faro di Pace del Mediterraneo.


Erice. Vista del campanile dall'alto.

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Vernazza – Il Castrum Vernatio


Vernazza – Impressioni


Vernazza è un paese iscritto nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia. Ciò non significa che sia anche il più bello rispetto agli altri borghi delle Cinque Terre che sono Monterosso, Manarola, Corniglia e Riomaggiore.

Sicuramente ha altre caratteristiche storico-artistiche che lo differenziano dagli altri altrimenti non sarebbe iscritto in tale elenco, ma in quanto a bellezza anche gli altri paesi non sono sicuramente da meno.

Vernazza. Veduta del borgo dall'alto arrivando da Corniglia.

Comunque, dobbiamo ammettere che percorrendo il sentiero in direzione Corniglia-Monterosso e arrivando quindi dall’alto sopra il borgo, lo spettacolo è semplicemente magnifico. Sembra di trovarci di fronte ad uno schermo di un Cinerama a 180°. Il colpo d’occhio è veramente spettacolare.

Vernazza è considerata in effetti una delle più belle località delle Cinque Terre, circondata da rocce, mare e disseminata di alte case variopinte in stile genovese.

Vernazza. Vista dall'alto del borgo sul sentiero proveniente da Corniglia.
Vista dall’alto del borgo

L’aspetto che la rende unica in confronto alle altre ”terre” è indubbiamente la sua bellissima piazza ed il porto che non hanno eguali in nessun‘altro borgo di questo litorale.

Vernazza. La piazza principale circondata da case variopinte.
La Piazza principale

Un po’ di Storia


Il nome pari derivi da un vecchio tipico prodotto del luogo:  il vino locale denominato “vernaccia”.

La storia di questo borgo è molto antica e risale intorno all’anno 1000.

La prima notizia storica risale infatti al 1080, quando per la prima volta appare il nome di Castrum Vernatio, ovvero il castello di Vernazza, in un documento dell’epoca.

La storia del borgo si è sviluppata tutta intorno al suo porticciolo, l’unico naturale di questa costa che era anche la base marittima degli Obertenghi. Questi erano i signori di Vernazza che edificarono quello che fu il primo sistema difensivo del paese.

Vernazza. La torre cilindrica ed i resti del castello-
La torre cilindrica

Il simbolo di questo paese è la sua torre cilindrica alta circa 70 metri, ed è la parte più antica del castello.


Come arrivare


Vernazza si raggiunge facilmente in treno da La Spezia. L’uso dell’auto è assolutamente sconsigliabile per mancanza quasi assoluta di parcheggi. Sarà più pratico raggiungere in auto la stazione ferroviaria di La Spezia dove qui potremo parcheggiare facilmente per poi prendere uno dei tanti treni che collegano quasi ogni 15 minuti la città alle Cinque Terre.


Vernazza – Visita del Borgo


Le attrazioni particolari da visitare sono la chiesa di Santa Margherita d’Antiochia e il Torrione di Avvistamento con i resti del castello. Ma l’attrazione migliore è costituita dalle case tipiche liguri che sono tutte ammassate le une alle altre e tutte appositamente colorate con varie tinte.

Questo affinché un tempo i marinai che tornavano dal mare, potessero scorgere le proprie abitazioni da lontano.

Anche tutti i vicoli che si snodano stretti e tortuosi tra le case, sono molto caratteristici

Questi vicoli un tempo servivano per intrappolare gli invasori e buttare loro addosso olio bollente dalle cose-torri.

Vernazza. Case tipiche liguri.
Terrazzamenti

Tutto intorno al borgo, sono visibili le piccole e caratteristiche terrazze, piccoli appezzamenti di terreno strappati alle rocce delle colline circostanti, trasformate nel tempo e con molta fatica a piccoli vigneti che producono un’ottima uva da vino.

Da qualunque parte volgeremo lo sguardo, il panorama sarà sempre superbo.

Impossibile non indugiare nella bella piazza principale proprio davanti al porto, tutta circondata da belle case colorate.

Seduti ad un tavolino di uno dei tanti locali presenti, ci potremo riposare e rilassare osservando il via vai di barche, respirare aria di mare e godersi un’atmosfera veramente unica.


Piatti tipici


Chi rimane a pranzo a Vernazza, non può rinunciare alle Trofie al Pesto ed al “tian Vernazza”, un piatto preparato con acciughe di Monterosso, pomodori e patate.

Non mancano ottimi vini bianchi tra i quali un particolare e famoso passito: lo Sciacchetrà.


Vernazza. Un locale tipico del borgo.
Locale tipico

Conclusioni


Per smaltire il pranzo, potremo incamminarci a piedi lungo il sentiero per Monterosso o Corniglia. Una volta raggiunta una di queste località, riprenderemo il treno per tornare a La Spezia.

Forse potrà essere una giornata stancante, ma sicuramente ne rimarrete entusiasti. Sarà veramente una bellissima gita.



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Brugnato – Il Borgo a forma di Tenaglia

…per la serie I Borghi più Belli d’Italia


Brugnato – Introduzione


Brugnato – Come arrivare


Brugnato. Facciate variopintye nel centro storico.
Centro Storico – Facciate variopinte

A circa 30 km da La Spezia, sull’Appennino ligure, esiste un altro dei sette paesi, iscritti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia, appartenenti a questa provincia.

Tanto per informare il viaggiatore su questi borghi, credo di fare cosa gradita fornendone l’elenco da Nord a Sud:

Varese Ligure, Moneglia, Brugnato, Framura, Vernazza, Tellaro, Montemarcello.

Una gita a Brugnato è consigliabile in quanto, nonostante sia veramente piccolo e visitabile in brevissimo tempo, è facilmente raggiungibile da La Spezia attraverso una bella strada collinare e panoramica. E’ poi equidistante (circa 25 km) da altri due borghi iscritti nel famoso elenco:  Framura e Varese Ligure.


Brugnato – Visita del Borgo


Con circa 1300 abitanti, Brugnato ha un centro storico, visto dall’alto, con una particolare struttura urbanistica a forma di tenaglia.

Questo differisce molto dalla forma degli altri borghi della Val di Vara che hanno invece una sagoma rotonda.

Si accede al paese dalla porta della Chiocciola che conduce all’oratorio di San Bernardo e alla Piazza Maggiore. Nei pressi notiamo la Cattedrale di San Pietro, Lorenzo e Colombiano, una delle più belle della regione ligure. Questa, insieme al palazzo vescovile, è il monumento più rilevante del borgo.

Brugnato. Porta Chiocciola
Porta Chiocciola

Il centro storico, riaperto da poco, deve la sua particolarità proprio a questo assetto delle case, costruite molto vicine le une alle altre per ragioni difensive, circondate una volta da un grande fossato.

Anche le case di Brugnato mantengono nelle facciate i classici colori liguri che trasmettono gioia e serenità.

Brugnato. Tipiche case con facciate colorate nel centro storico.
Tipiche case del centro storico

Questa è una caratteristica che la possiamo notare ovunque passeggiando tra le viuzze del borgo.

Insieme a tanti altri particolari degni di nota, come i portali in pietra arenaria tipica della Lunigiana, piazzette e vicoli, sono da notare anche archi antisismici e resti delle murature medievali.

Brugnato. Particolare di porta con archi e resti di muri medievali
Particolare di infisso

Nelle vicinanze


Alla visita del borgo si può abbinare un’escursione nelle Cinque Terre, magari limitandosi solo a Monterosso e Vernazza, altro paese iscritto nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia e rimandando eventualmente ad altra gita la visita delle ultime “tre terre”: Cornilia, Manarola e Riomaggiore.

Un’alternativa invece, per non appesantire troppo la giornata, potrebbe essere quella di visitare la frazione di Bozzolo che è un antico castello dell’abbazia di Brugnato ed è posto sulla collina a difesa della piana.

Poiché questo è un borgo piccolissimo, conta veramente una manciata di abitanti: 24 maschi e 22 femmine.


Prodotti locali


Prima di lasciare la nostra meta, se siamo vicini all’ora di pranzo, sarà bene fermarsi in un ristorante o in una trattoria. Potremo assaggiare i Ravioli di carne e come dessert il famoso Canestrello di Brugnato, un dolce morbido con pasta zuccherata e finocchio selvatico.

Se siamo vicini a Pasqua, si potrà assaggiare anche il cavagnello pasquale, che è una ciambella zuccherata a forma di cestino con al centro un uovo sodo.


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Framura – Il Borgo che non esiste


…per la serie I Borghi più Belli d’Italia


Framura

Divertitevi pure a cercare su una cartina o su una mappa il Borgo di  Framura: non lo troverete mai.

Allora vi domanderete: com’è possibile quindi che compaia nell’elenco ufficiale dei Borghi più Belli d’Italia?

Framura è un comune della provincia di La Spezia che esiste solo come aggregazione di cinque piccoli borghi tre dei quali, Costa, Setta ed Anzo, hanno delle caratteristiche storico architettoniche ben diverse dagli altri due insediamenti oltre anche ad un fascino particolare.

Framura. Cartello che indica Setta appartenente all'elenco dei Borghi più belli d'Italia.
Setta

Proprio questi  tre insediamenti e tutti insieme, rientrano nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia sotto la voce di Framura.

Il paese, che conta cinquecento abitanti, ha un territorio scosceso che degrada fino al mare con una vista stupenda. L’insieme dei piccoli agglomerati di case conserva ancora il fascino di epoche passate.

Il comune di Framura è facilmente raggiungibile in treno sulla linea ferroviaria Genova-La Spezia, in auto tramite l’autostrada A12 Genova-Rosignano, uscita di Deiva Marina.

Per raggiungere la nostra meta, conviene arrivare in località Castagnola che si trova nella parte più alta del comune. Qui parcheggiamo e cominciamo la nostra escursione scendendo verso il mare.

Attraversiamo Costa, Setta, Ravecca fino ad arrivare ad Anzo, dove esiste anche la stazione ferroviaria ed un porticciolo.


Framura. Stazione ferroviaria di Anzo.
Stazione ferroviaria di Anzo

Framura – Cenni storici


La storia principale di queste località gira attorno alle famiglie più potenti e più famose nel medioevo come i Da Passano, proprietari del territorio framurese, nonché i Fieschi, che abbiamo già ritrovato nella storia di Varese Ligure.

Questi, ancora più potenti, occuparono il castello di Frascario sottraendolo ai Da Passano..

Framura. Veduta sul mare da Costa.

Nel 1815, con tutta la Liguria anche Framura entrò nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861.


Costa


Framura. Piazzetta con accesso al borgo.
Costa – Ingresso del Borgo

Questo insediamento ha buone caratteristiche architettoniche. La torre carolingia, spiccatamente robusta costruita nel IX secolo, è stata oggi trasformata in campanile dell’attigua Pieve di San Martino .

Alcuni storici sostengono che la pieve di San Martino nacque tra il X e l’XI secolo come complesso monastico alle dipendenze dell’abbazia di San Colombano di Bobbio .

Questa chiesa e la torre di avvistamento sono le due attrazioni di maggior rilevanza.

E’ bello e molto rilassante passeggiare nel paese per le stradine ed i vicoli, ammirando i vecchi edifici e le case con le facciate colorate alla maniera tipicamente ligure. Ogni tanto lo sguardo si volge verso il mare che a tratti appare tra una casa e l’altra, tra un vicolo e l’altro, separato dal borgo da uliveti e vigneti.


Setta


Scendendo verso il mare, passando attraverso piante di limoni e pompelmi, arriviamo all’altro insediamento denominato Setta.

Framura. Piante di limoni e pompelmi

La sede del Comune di Framura si trova proprio qui a Setta, protetta da un’altra torre di guardia genovese, anch’essa del XV secolo. A Setta si può ammirare anche la Cappella di San Rocco, la cui facciata è stata ristrutturata di recente.

Sicuramente in questo borgo, seppur anch’esso piccolo, le strutture architettoniche sono di maggior rilevanza rispetto agli altri due insediamenti. Qui si possono notare ancora tracce di muri medievali, ed archi costruiti con la pietra di Levanto.

Questa è la frazione che più mi è piaciuta, dove è stato molto bello passeggiare e curiosare. Ogni volta che mi guardavo intorno, scoprivo sempre qualche particolare degno di nota.


Anzo


Anzo, l’ultimo dei tre borghi, è una delle località turistiche preferite dai genovesi benestanti, grazie anche ai restauri ottocenteschi che hanno fatto di questo paese, un luogo di villeggiatura caratterizzato da dimore signorili e giardini mediterranei. Il tutto al riparo dal “caos” cittadino, nella calma dei numerosi “orti” presenti in paese.

Framura. Particolare di facciata a Anzo.

All’interno del borgo si trova la Cappella della Madonna della Neve, costruita nell’Ottocento e decorata con il gusto neogotico. Questa è l’attrazione architettonica più rilevante di Anzo.

Anche qui passeggiare, osservare e curiosare è l’attrazione più bella. L’insieme delle case formano un borgo fortificato che proteggeva gli abitanti dalle incursioni dei pirati barbareschi.

Un bel sentiero, dopo aver attraversato tutto il paese in mezzo alle case tra angoli caratteristici e particolari degni di nota, conduce per mezzo di una lunga scalinata fino al mare.

E’ una bellissima passeggiata con scorci panoramici stupendi, in mezzo ai profumi di piante mediterranee di ogni tipo, rilassante e facile, ma altrettanto faticosa quando dovrete risalire per tornare nel borgo. Comunque la fatica vale la bellezza degli scorci panoramici.


Framura – Prodotti Locali


Anche qui possiamo trovare alcune specialità locali particolari come i Tagliolini con le cozze, Polpettone di verdure o di acciughe, Coniglio fritto impanato e Frittelle di fiori di zucchini. 



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Varese Ligure – Un paese tutto BIO


Varese Ligure – Il Borgo dei Conti Fieschi


La Liguria, come le Marche e l’Umbria, è particolarmente ricca di paesi iscritti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia.

Tante sono le località che rientrano in questo elenco, come Montemarcello, Brugnato, Framura, Tellaro, Vernazza e Varese Ligure, in provincia di La Spezia,  che è la meta di questo articolo.

Piccolo borgo medievale con circa 2.200 abitanti, è facilmente raggiungibile da La Spezia per mezzo di strade che si addentrano nei boschi attraversando morbide colline e  raggiungendo un altezza di 350 metri s.l.m. nel cuore dell’Alta Vale del Vara.

Varese Ligure. Portici all'interno del Borgo Rotondo.
Portici all’interno del Borgo Rotondo

Varese Ligure – Un po’ di Storia

Il fiume Vara bagna il borgo da cui il nome Varese Ligure, il comune più settentrionale della provincia della Spezia.

Nel borgo esistono tracce che segnalano la presenza dei Longobardi e dei Monaci di san Colombano di Bobbio.

Alla fine del XII secolo i rami dei conti Fieschi e Pinelli si stabilirono nell’attuale quartiere di Cassego e di lì iniziarono a disboscare, a costruire edifici in legno, a seminare, ad avviare l’agricoltura e l’allevamento.

Dopo una faida tra le due famiglie, i Fieschi riuscirono vincitori e cacciarono i Pinelli.

Data la  loro superiorità numerica, i Fieschi conquistarono nel XIII secolo la supremazia nell’alta val di Vara.


Avuta dunque la meglio, essi decisero di consolidare la propria presenza sul territorio fondando un borgo che potesse diventare il fulcro della vita dell’intera zona.


Nel 1815, anche Varese Ligure, come tutta la regione, entrò a far parte del Regno di Sardegna secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente del Regno d’Italia dal 1861. 


Visita del Borgo



La parte medievale che attira subito l’attenzione dei visitatori, è concentrata nel Borgo Rotondo dove spicca il bel castello dei Fieschi, costituito da un’alta torre del 1435 ed un torrione del 1475

Questa parte del paese ha un carattere spiccatamente ligure, grazie alla diffusione dei colori ocra, arancione, rosa e verdino delle facciate dei palazzi.

Varese Ligure.Particolare di facciata in rosa e decorata.
Particolare di Facciata

La maggior parte delle case sono qui raccolte in vicoli, con belle facciate decorate ed alcune in pietra. Sono piccoli tesori artistici che rendono prezioso questo luogo.

E’ anche questo paesaggio urbano, con i portali di pietra, le facciate decorate e i suoi tanti particolari, ad offrire altri motivi di interesse.

Varese Ligure. Portali in pietra.
Portali in Pietra

Degni di particolare nota sono ovviamente il castello dei Fieschi del XV secolo, ai margini del Borgo Rotondo, dal cui torrione si ha una bella vista sul paese, l’interno stesso del Borgo Rotondo tutto ben porticato di forma semicircolare e il convento delle Monache Agostiniane.

Subito fuori dal borgo, non possiamo perderci la visita al ponte del Grexino . Questa elegante realizzazione in pietra ad una fornice, fu costruita per servire uno dei primi insediamenti urbani denominato Quartiere di Grecino.


Varese Ligure. Ponte di Grexino.
Ponte di Grexino

Tra i prodotti tipici del luogo non possono mancare i Croxetti, pasta tipica ligure, e le tagliatele al pesto rosso o classico, annaffiate con ottimo vino bianco della zona.

Varese Ligure. Tagliatelle al pesto ligure.
Tagliatelle al Pesto

Varese Ligure, primo borgo rurale eco-compatibile d’Italia, stava morendo, ma ora è risorto diventando un modello di sviluppo nel segno dell’agricoltura rispettosa dell’ambiente.

E’  il borgo con la prima certificazione ambientale in Italia, che ha una produzione biologica riguardante il 95% dell’attività agricola.


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Coreglia Antelminelli – Figurine d’altri tempi


Coreglia – Introduzione


Coreglia è la terra delle figurine e dei figurinai

Prima di cominciare è bene chiarire a tutti coloro che parlando di figurine pensano a quelle immagini di carta che vengono raccolte ed incollate su di un album.

In Garfagnana con tale sostantivo s’intendono quegli oggetti o statuine di gesso, colorati o no, che rappresentano qualcuno o qualcosa.

I cosiddetti figurinai sono coloro che vanno in giro vendendo figurine d’alabastro o di gesso e poggiando sulla testa una tavoletta con speciali supporti dove venivano infilate le statuette in gesso

Coreglia. Tavoletta usata per il trasporto di statuette di gesso.
Coreglia – Museo delle Figurine

Coreglia e Bagni di Lucca sono le due località per eccellenza nella produzione di tali oggetti. Entrambe hanno contribuito non poco alla conoscenza dei Lucchesi nel mondo ed alla diffusione della loro bellissima città . L’enciclopedia Treccani, parlando di figurinai, fa esplicito riferimento ai “figurinai lucchesi”.


La leggenda narra che quando Cristoforo Colombo sbarcò in America, trovò sulla spiaggia un Lucchese che vendeva statuine di gesso.


Anche Coreglia, come Castiglione di Garfagnana e Barga, è iscritta nell’elenco ufficiale dei “Borghi più Belli d’Italia” per le sue caratteristiche storico-architettoniche, turistiche e paesaggistiche.


Coreglia – Dove si trova!?


Ci troviamo nella Media Valle del fiume Serchio in provincia di Lucca, in una zona della Garfagnana stretta la Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano. E’ un territorio ricco di Storia, Arte e Cultura molto suggestivo e con tanti borghi antichi.

Coreglia. Vista delle Alpi Apuane
Coreglia – Alpi Apuane

Le Pievi, belle nella loro semplicità, ed i ruderi dei castelli sono i validi testimoni del trascorrere del tempo

Salendo dal fondovalle Coreglia appare improvvisamente, adagiata su un lungo crinale che scende dall’Appennino e circondata da immense distese di castagni.


Cenni Storici


Il nome deriva dal tardo latino Corrilia, che significa terra di scorrimento o luogo di passaggio. Antelminelli invece è il nome della famiglia che ereditò, dal celebre Castruccio Castracani, il potere sul Borgo e il territorio circostante.

Coreglia. Stendardo dei Borghi più belli d'Italia, all'ingresso di una delle porte dio accesso.

Dall’XI e XIII secolo, Coreglia lega le sue sorti a quelle di Lucca. Da questa città dipende economicamente e spiritualmente trovandosi sotto la Vicaria di San Martino. Per questo motivo rimane spesso coinvolta nelle feroci lotte tra Guelfi e Ghibellini.

Dopo un assedio durato 58 giorni, nel 1316  il Borgo passò a Castruccio Castracani. Questo condottiero lucchese, era un Ghibellino divenuto in quello stesso anno signore di Lucca e nominato duca e vicario imperiale nel 1327. Fu il primo a tentare la creazione di una signoria territoriale in Toscana.

Coreglia. Stampa raffigurante la nomina di Castruccio a Duca di Lucca.

Nel 1341 Coreglia cade in mano ai Fiorentini ai quali la ritoglie Francesco Castracani, erroneamente conosciuto da molti come zio di Castruccio, ma bensì’ cugino e noto rivale proprio dei figli di Castruccio.

Agli inizi del ‘400 il castello di Coreglia passa sotto la Repubblica di Lucca e per la sua fedeltà alla città, ottiene nel 1562 la costituzione del Comune tutt’ora esistente.


Coreglia – Cosa Vedere


Il borgo non è molto grande, ma le cose interessanti da vedere sono tante. Comunque in meno di una giornata, compresa la sosta nel Museo, si riuscirà a vedere tutto con calma.

Per quanto riguarda l’edilizia civile, Coreglia vanta un tessuto urbano d’origine cinquecentesca con diversi bei palazzi. Uno di questi è il palazzo comunale realizzato nel 1572 attualmente sede del Comune. Altri palazzi importanti sono quello Antonini, dove nacque Oreste Antonini intimo amico di Giacomo Puccini, e il Palazzo Vincenti dove nacque Benedetto Pucccinelli uno dei maggiori bootanici italiani del primo ottocento.


Chiesa di San Martino

Tra le chiese più importanti dobbiamo visitare, nella parte bassa di Coreglia, San Martino che è una chiesa preromanica tra le più antiche della Lucchesia. Eretta nel IX secolo  è stata ampliata nel X secolo con le attuali arcate interne, i sostegni, i capitelli e l’abside. La struttura attuale è quella realizzata dopo le modifiche apportate nei secoli XVI e XVII, mentre il campanile è del 1854.


Parrocchiale di San Michele

La chiesa di san Michele si trova invece nella parte alta del borgo.

Questa chiesa è’ un vero scrigno di opera d’arte costruita intorno al mille a ridosso della fortezza e della torre, trasformata poi in campanile.

Coreglia. Chiesa di San Michele, con il famoso Ambone.
Chiesa di San Michele

Pur trattandosi di modesta chiesa di un piccolo borgo, al suo interno custodisce diverse opere d’arte interessanti. Possiamo ammirare un fonte battesimale del XVI secolo ed un Ambone preromanico, raffigurante una mucca. Molto probabilmente si tratta del più antico sostegno di pulpito di tutte le chiese della Val di Serchio.


Museo delle figurine

Non possiamo lasciare Coreglia senza aver prima visitato il Museo della Figurina di Gesso e dell’Emigrazione.

Ci dirigiamo quindi nei pressi della chiesa di San Michele, in via della Rocca, e troviamo il Palazzo Vanni, il cinquecentesco palazzo dove ha sede il museo della figurine.

Coreglia. Museo delle figurina sito nella parte alta del borgo.
Museo della Figurina

La visita è veramente molto interessante e da non perdere  anche per lo stretto legame che unisce la storia delle Figurine a quella dell’emigrazione lucchese.

Appena entrati si resta subito colpiti da un bellissimo presepe di fine ottocento, allestito con figurine di gesso completamente prodotte nel borgo.

Al suo interno si possono ammirare oltre 800 pezzi di gesso distribuiti su tre piani, bianchi o colorati e frutto della professione esercitata per alcuni secoli dagli abitanti del luogo.

Coreglia. Interno del museo della figurina.

L’attività dei figurinai, già notevole nel XVII secolo, s’intensificò in quello successivo, portando numerose famiglie a svolgere questo lavoro nelle principali città italiane. Non solo, ma anche tedesche,francesi, svizzere, spagnole, inglesi e svedesi.

Prima di andare all’estero, i figurinai si riunivano in compagnie di cui facevano parte anche ragazzi reclutati in paese. Questi avevano il compito di vendere i gessi nelle strade, usando una tavoletta dove venivano infilate le statuine e posta successivamente sul capo.


Monumento a Mario Pisani

Perché questo monumento e chi era Mario Pisani?

Coreglia. Monumento a Mario Pisani, famoso figurinaio.

Tra i tanti figurinai emigrati all’estero in quegli anni, un riconoscimento particolare è stato rivolto a Mario Pisani. A lui è stata intitolata questa piazzetta, perché all’età di soli 13 anni emigrò in America diventando ben presto socio dell’azienda nella quale lavorava. Con i soldi guadagnati in questa Società, Pisani creò una nuova fabbrica divenuta ben presto famosa in tutto il mondo. Fu praticamente esclusivista del clero mondiale, per tutte le statue e figurine sacre.


Parte alta del borgo

Continuando a passeggiare per stradine e vicoli , raggiungiamo  la parte più alta del paese dove, nei pressi della Porta a Ponte si trovano i resti dell’antica Rocca.

Coregli. Porta a ponte nella parte più alta del borgo.
Porta a Ponte

Da quassù un bellissimo panorama ci ricompenserà della fatica fatta per salire…



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Barga – Il borgo ideale della Media Valle del Serchio


Barga – Introduzione


Abito a Lucca a circa 30 chilometri da Barga e qualche volta mi capita, durante l’anno, di dovermi recare nel borgo.

Pur conoscendo bene Barga bene e sapendone la storia, è sempre una piacevole sorpresa girare per le sue stradine e i suoi vicoli per poi sostare nella piazza Salvi, seduto a un tavolino del noto Bar Capretz.

Barga. Caffè Capretz, storico locale del paese.
BargaCaffè Capretz

Il territorio della provincia di Lucca ed in particolare quello della Garfagnana sono disseminati di borghi antichi e paesi più o meno grandi e interessanti. Alcuni si distaccano da questi per caratteristiche storico- architettoniche particolarmente importanti.

Non a caso l’associazione “I Borghi più Belli d’Italia” ha inserito nel suo elenco tre di questi paesi: Coreglia Antelminelli, Castiglione di Garfagnana e Barga, oggetto appunto di questo articolo.


Notizie Storiche


Barga è un paese ben curato con piccole e piacevoli piazzette, belle chiese e un duomo straordinario così come il suo interno. Una cittadina ricca di antiche tradizioni ed una singolare storia che spazia dal tempo dei Romani a  Matilde di Canossa, dall’Imperatore Francesco I Barbarossa ai Medici, da Castruccio Castracani alla Repubblica di Lucca.

Barga. Palazzo pretorio nella parte settentrionale dell'Arringo.
Barga – Palazzo Pretorio

Le origini di Barga sono ignote e incerte così come l’origine del nome. Di sicuro sappiamo che è stato un feudo Longobardo ed in seguito libero comune.

Tra i nomi di personaggi storici ed importanti, spicca quello di Antonio Mordini.

Barghigiano doc è stato tenente colonnello dei Mille sotto Garibaldi e, tra i molteplici incarichi che ha rivestito, risalta quello di prodittatore e governatore di Sicilia, Commissario del Re, Ministro dei Lavori Pubblici, Prefetto di Napoli e Senatore.

Barga. Monumento a Antonio Mordini, il garibaldino barghigiano.
Monumento a Antonio Mordini

Tradizioni e Prodotti Locali


Ottimi sono i prodotti locali di Barga, tra i quali eccellono il buccellato lucchese, il cinghiale in umido, crostini toscani, farro alla lucchese, risotto nero, castagnaccio, polenta di farina dolce e trote.

Anche le sue tradizioni musicali sono degne di nota.

E’ paese “natio” di buoni musicisti e dove ogni anno si svolgono importanti manifestazioni musicali. Il Festival lirico Opera di Barga ed il Barga Jazz sono tra queste.

Barga. Piazza dove si svolge il Brga Jazz

Barga – Cosa Vedere


Lungo la Via di Mezzo

Il borgo conserva ancora oggi l’impianto viario tipico del medioevo ed è costituito da due vie principali: via di Mezzo e Via Pretorio intersecate da vicoli e strade minori.

Saranno proprio queste due vie che ci aiuteranno ad effettuare una visita completa e concentrata del borgo. Una volta entrati nel paese dalla porta Reale, una delle tre porte di accesso, si presenteranno queste due piccole strade: a sinistra la Via di Mezzo e a destra la Via Pretorio.

Sarà sufficiente percorrere la via di Mezzo fino in cima alla cattedrale e poi scendere di nuovo verso l’uscita seguendo la via Pretorio. Questa strada è la naturale prosecuzione della via di Mezzo

In questo itinerario potremo vedere le attrazioni principali del Borgo tra i quali la chiesa della SS Annunziata, piazza Angelio con i Palazzi Angeli e Tallinucci.  

Barga. Palazzo Angeli
Palazzo Angeli

Ci troveremo ad attraversare anche la più bella piazza del paese, la più conosciuta e più animata che è la Piazza Salvi.

Piccola, ma bellissima, ospita la Loggia dei Mercanti, il Palazzo Menchi e Palazzo Pancrazi che è la sede del Comune. Qui possiamo sederci e bere o mangiare qualcosa presso lo storico bar Capretz.

Barga. Caffè Capretza
Piazza Salvi – Loggia dei Mercanti

Un leone ed uno stemma al centro dello slargo, simboli di sudditanza, testimoniano la dominazione della  famiglia fiorentina dei Medici sul borgo.


Il Duomo

Continuando a salire, arriviamo lentamente alla chiesa del SS Crocefisso.

Poco più avanti della chiesa del Crocefisso, una scala alla nostra sinistra ci conduce al Duomo situato nel bel mezzo del prato chiamato Arringo.

Nella parte settentrionale del prato ha sede il palazzo Pretorio.

A questo punto ci possiamo sedere e riposare. Potremo approfittarne per leggere un po’ di storia del Duomo e visitare il suo singolare interno veramente stupendo. Non potremo fare a meno di ammirare il panorama circostante che è dominato dalla sagoma del Monte Forato e dalle Alpi Apuane.

Barga. Monte forato visto dal piazzale del Duomo.
Monte Forato

Lungo la Via Pretorio

Proseguendo sulla via del ritorno incontreremo il Giardino e Palazzo Salvi nonché il Conservatorio di Santa Elisabetta e un tratto delle antiche mura. Questo tratto di mura ci accompagnerà fino alla porta Reale dove potremo considerare terminata la nostra visita.


Barga – Conclusioni


Passeggiando in totale relax e guardandovi attorno, vi sentirete appagati dalla bellezza dei palazzi e dalle rifiniture architettoniche.

L’atmosfera che si respira nelle piazzette è veramente unica ed i piccoli negozi tradizionali e gli interni di alcune vecchie abitazioni contribuiscono non poco a tutto questo..



La struttura urbana di Barga è giunta ai tempi nostri più o meno come era ai tempi dell’età comunale. Con un po’ di fantasia, guardandoci attorno, osservando la pavimentazione delle strade, i vicoli e le case in pietra, ci sembrerà di aver fatto veramente un salto indietro nel tempo.

Potremo così anche noi assaporare quell’atmosfera che si respirava una volta nella Barga Medievale.


Barga. Inizio di Via Pretorio.

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Porto Ercole – L’approdo di Caravaggio


L’origine del nome di Porto Ercole pare sia dovuta ai Focesi, una popolazione della Grecia antica devota a Ercole.


Un po’ di Storia


La storia di Porto Ercole è una storia veramente molto antica. Tanti sono stati i popoli che l’hanno conquistata ed abitata, a partire addirittura dai Fenici, gli Etruschi ed i Romani, per arrivare anche agli Spagnoli. L’eredità di quest’ultimi è ben visibile nelle belle fortificazioni fatte costruire al tempo dello Stato dei Presidi, il piccolo ma importante stato fondato dagli Spagnoli nel 1557.

Palazzo del Governatore

Il palazzo, che si affaccia sulla singolare piazzetta di santa Barbara, costruito agli inizi del XVI secolo dalla Signoria di Siena, è denominato PALAZZO DEL GOVERNATORE proprio perché durante la dominazione spagnola qui risiedeva il Governatore del Presidio.

Ed è proprio in questo borgo che il 18 luglio del 1610, vi trovò la morte il Caravaggio, in fuga ormai da anni per i sui guai con la giustizia, a causa di un influenza intestinale trascurata ed inutilmente curata dalla confraternita locale.


Visita del Borgo


Dalla PIAZZETTA SANTA BARBARA, attraverso una serie di vicoli e scalinate, si sale al paese vecchio, vero e proprio dedalo di vicoli e viottoli che corrono in mezzo alle piccole e pittoresche case con i loro vecchi portoni.

Il Borgo  si è sviluppato tutto in altezza, su più piani che salgono dal Porto vecchio alla Rocca. Quando nel XV secolo la Repubblica di Siena comprò il Porto, innalzò le mura che ancora oggi cingono il borgo e di cui importante traccia è rimasto oggi il portale gotico sormontato da un campanile.

Continuando a salire, giunti quasi in cima alla scalinata che dal porto conduce alla Rocca Senese, incrociamo una piazzetta dallo stile spiccatamente spagnolo.

In questo piccolo luogo è stata eretta la CHIESA DI SANT’ERASMO, con una facciata in stile toscano molto semplice e dedicata al patrono del borgo. Al suo interno sono raccolte le tombe dei governanti spagnoli durante lo Stato dei Presidi.

Sul lato destro della chiesa, la scalinata continua a salire fino alla al nucleo più vecchio della ROCCA, proprio nel punto più alto del promontorio

Dopo la seconda guerra mondiale, la rocca venne definitivamente chiusa e venduta a privati che hanno in parte trasformato i fabbricati interni in residenze abitative.

Dall’alto del promontorio dove è situata la Rocca, il panorama è veramente superbo…arrivando perfino ad intravedere all’orizzonte l’isola del Giglio.


Forte Filippo


Scendiamo di nuovo attraverso il paese fino al porto vecchio, per una meritata sosta prima di salire nuovamente sull’altro promontorio per visitare ancora un’importante fortificazione: Forte Filippo.

Forte Filippo

Questa è una formidabile fortificazione voluta da Filippo II di Spagna ed edificata secondo le più avanzate tecniche militari dell’epoca, con profondi fossati, misteriosi sotterranei, garitte e il ponte levatoio, che danno ancora la sensazione di inespugnabilità del luogo.

L’attuale fortificazione, posta di fronte alla rocca spagnola dall’altro lato del porto ed entrambe a protezione del suo ingresso, venne costruita dall’allora famoso architetto militare Giovanni Camerini. Vista la sua posizione, con una visuale a 360°, in vetta ad un poggio impervio difficilmente raggiungibile, il complesso era ritenuto praticamente inespugnabile.

La Rocca Spagnola e le Mura viste dal Forte Filippo

Prodotti e Piatto del luogo

Non possiamo lasciare Porto Ercole, senza prima aver assaggiato il piatto tipico del Borgo: la tradizionale zuppa di sarde e patate e lo stocchetto alla portercolese con patate, pinoli e olive nere.

Il miglior souvenir da portarsi a casa è sicuramente una buona bottiglia di Ansonica, il vino bianco locale ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono.


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Bobbio – Capoluogo della Val Trebbia


Il Capolavoro del monaco Colombano


Bobbio – Il Ponte Gobbo

Introduzione


I colli piacentini costituiscono una campagna viva e accogliente, dove si può trascorrere, in totale relax, un weekend dedicato all’arte culinaria e alla visita di apprezzabili elementi storico-culturali.

Proprio alle spalle di Piacenza si apre questo fiabesco fazzoletto di castelli, come quello di Agazzano, Rivalta e Rezzanello e borghi antichi come Bobbio, un piccolo ma bellissimo paese iscritto dal 2018 nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”.


Un po’ di storia


La storia di Bobbio ha origini antichissime, addirittura dalla preistoria alla colonizzazione romana. Proprio in epoca romana venne edificata la porzione del ponte oggi nota come il Ponte Gobbo.

Pur essendo un piccolo borgo, Bobbio è ricco di arte e cultura, il tutto concentrato in uno spazio molto ristretto. Passeggiare tra le  stradine di ciottoli e gli edifici in mattoni, è rilassante al punto che ci sentiamo quasi trasportati ai tempi del medioevo, quando la vita scorreva lentamente e in modo semplice.

Centro Storico

A dare inizio alla storia di Bobbio, fu il monaco irlandese Colombano, che costruì in questo luogo un’ abbazia benedettina, intorno alla quale si sviluppò il borgo, divenendo poi il centro economico della Val Trebbia.


Visita del Borgo


Abbazia di San Colombano

Si raggiunge l’Abbazia da via dei Mulini, tornando dal castello Malaspina, oppure da via San Lorenzo venendo da piazza Santa Fara. L’attuale abbazia, costruita su un preesistente edificio tra il 1456 ed il 1522, presenta un bell’interno ricco di affreschi, sculture ed altre opere interessanti.

Addossato all’Abbazia, in piazza Santa Fara, si trova anche il Museo della Città, che ripercorre in modo molto preciso il costituirsi dell’attuale centro urbano attorno al monastero nel corso di più di mille anni.


Il Duomo

Dalla contrada di Porta Nuova, o imboccando il Largo Grande provenendo da Piazza Santa Fara, arriviamo al piccolo salotto di Piazza del Duomo, tutta coronata da portici al di sopra dei quali si trovano antichi palazzi con facciate in mattoni e terrazzi in ferro battuto.

Il Duomo, con una facciata semplice affiancata da due campanili, è un perfetto esempio di arte e architettura emiliana del Quattrocento. L’interno, che merita un’accurata visita, è veramente bello e singolare. Presenta una pianta a croce latina ed è coperto da volte a crociera costolonate. Gli affreschi risalgono alla fine del XIX secolo, così come le decorazioni in stile bizantino del 1896.


Castello Malaspina

Altro monumento suggestivo che merita sicuramente una visita è il Castello Malaspina-Dal Verme che dalla collina domina il borgo con il suo possente maschio centrale.  Costruito nel XIV secolo, è stato la roccaforte dei Guelfi durante le lotte con i Ghibellini di Piacenza.

Castello Malaspina-Dal Verme

Meglio informarsi prima sugli orari di visita, che cambiano a seconda delle stagioni.


Ponte Vecchio o Ponte Gobbo

Ma la vera attrazione di Bobbio è costituita dal Ponte Vecchio o Ponte Gobbo o del Diavolo, divenuto ormai il simbolo di Bobbio. Il suo particolare profilo ondulato e contorto lo ha reso assolutamente singolare. Il ponte fu costruito in età romana ed ha una lunghezza di 280 metri con undici arcate. La leggenda vuole che fosse costruito,  con questo aspetto,  dal Diavolo stesso per spaventare i monaci del Monastero di San Colombano e impedire loro di attraversare i l fiume.


Prodotti Tipici

Anche quello culinario è un aspetto di Bobbio che non può assolutamente essere trascurato.
Come si può notare curiosando tra le botteghe del centro storico, i salumi, molto vari e nobilitati da una gloriosa tradizione, la fanno da padroni insieme con i profumatissimi funghi porcini.

Piatto tipico del luogo sono i Maccheroni alla Bobbiese, costituiti da pasta fresca fatta a mano utilizzando l’ago da maglia e conditi con sugo di stracotto.

Ma tanti e tanti altri sono i prodotti tipici, tra i quali dolci locali come il croccante di mandorle e zucchero, ed anche alcuni vini  come  il  Gutturnio,  l’Ortrugo e il Malvasia.


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Cisternino e Locorotondo – Due bellissimi borghi pugliesi nella Valle d’Itria

Cisternino e Locorotondo

 

 

Cisternino e Locorotondo – Due paesi iscritti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia

Perché un unico articolo su due borghi? – Cisternino e Locorotondo distano tra loro solamente circa dieci chilometri (15 munti);  considerato che una visita completa, in tutto relax, richiede circa mezza giornata per ognuno  dei due paesi, è impensabile visitare un borgo senza vedere l’altro.

Prima di cominciare l’articolo su questi due borghi, vorrei però dare un consiglio, anzi una raccomandazione:

Nei pressi di Cisternino, a circa sei chilometri, esiste una contrada denominata Figazzano da dove parte una bellissima pista ciclabile, sviluppata sul canale principale dell’acquedotto pugliese. Questa pista, inaugurata il 5 Aprile del 2014 dal ministro Vendola, consente una  pedalata veramente unica in piena campagna pugliese tra trulli e masserie, e può essere una valida alternativa per raggiungere questo borgo in bicicletta.

Fatta questa importante premessa, cominciamo a parlare di:

 

CISTERNINO

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Centro Storico

 

Impressioni

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Cisternino – Centro Storico

Cisternino è proprio un borgo affascinante come affascinante è tutta la valle d’Itria; una terra tutta da scoprire, ricca di angoli preziosi come questo. Il borgo è un grande capolavoro di architettura senza architetti…un capolavoro di architettura mediterranea, un puzzle architettonico formatosi nel tempo tutto rigorosamente imbiancato dal latte di calce.    Un labirinto di strade dove è bello perdersi per poi sbucare in piccoli slarghi, dinnanzi a piccole scale e terrazzini, attraversando archi di passaggio che conservano sempre nicchie sacre con fiori e ceri accesi.

 

Un po’ di Storia

La sua storia vanta origini Messapiche; fondata dai Messapi, un’antica popolazione illirica che a quel  tempo occupava il territorio dell’attuale Murgia e Salento. In seguito divenne la Sturnium romana che i Goti distrussero. Fu poi ricostruita dai monaci basiliani nel medioevo, che gli assegnarono il  nuovo nome  di Cis-Turnium (al di qua di Sturnium)…da dove poi il nome attuale di Cisternino. Nel  XIV secolo passò agli Angioini e poi, come gran arte delle località pugliesi, fu attaccato e invaso dai Turchi.

 

Visita del Borgo

Il centro storico, molto suggestivo, ha mantenuto l’antico  fascino un po’ orientale. Il suo cuore é l’Isola, un rione ben definito, racchiuso in un quadrato dalle vie che lo delimitano e per questo lo isolano dalla restante parte del borgo antico.

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Cisternino – Centro Storico

Cisternino non offre molte opere artistiche particolari; la grande opera artistica è il  borgo  stesso  attraverso il  quale è bello passeggiare ed osservare anche i  minimi particolari.  Pur tuttavia di particolare rilevanza, due sono le strutture:

  • Torre NormannaÈ detta Torre Grande perché è la più imponente dell’antico sistema difensivo della cinta muraria. Si presenta a forma parallelepipeda, quasi fosse un dongione, e in altezza sviluppa 18 m per una base circa di 8 m per 10 metri.
    Presumibilmente la sua conformazione originale risale all’epoca normanno-sveva, fra il XI e XII secolo, e poi nel XIV secolo per problemi di staticità fu ingrandita e rivestita da una camicia di pietre squadrate. La torre non ha accorgimenti difensivi come feritoie o caditoie e la stessa struttura non era idonea a sopportare l’impatto delle armi da fuoco, perciò sicuramente era usata come torre di vedetta o di segnalazione. Infatti, non a caso, si colloca sul punto più alto del colle, a guardia della Valle d’Itria.
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Cisternino – Chiesa di San Nicola e Torre Normanna

  • Chiesa Madre di San Nicola di Pàtara – Sorta nel XIV secolo sui resti di una chiesa paleocristiana dei monaci basiliani, la Chiesa Madre di San Nicola ha modificato molto il suo aspetto nel corso dei secoli. L’interno presenta un impianto a tre navate, divise da colonne con capitelli in pietra che conservano l’originaria impronta medievale. Sul muro che congiunge le due cappelle, spicca la Madonna del Cardellino, magnifico esempio del Rinascimento pugliese, realizzata nel 1517 da Stefano da Putignano.

 

 

Piatti Tipici

Se non offre più di  tanto  dal punto di vista  meramente artistico, Cisternino però vi da molto  di più  in prodotti e piatti tipici, veramente particolari.

Nella  piazza Vittorio Emanuele II, dove si trovano diversi buoni ristoranti, si possono mangiare  le orecchiette al sugo con pecorino e formaggio ricotta, le famose e imperdibili bombette (involtini di carne di maiale  ripieni solitamente di formaggio canestrato, sale e pepe), i gnumeredd (gnummarreddi: spiedini di interiora di agnello).

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Cisternino-Piazza Vittorio Emanuele II

Per i vini locali non c’è che l’imbarazzo della scelta, per cui conviene farsi consigliare sul posto  in funzione dei piatti scelti.

Tutto il territorio nelle immediate vicinanze di Cisternino, è caratterizzato dalla presenza di numerosissime e graziose strade di campagne, disseminate di trulli e ideali per escursioni e gite in bicicletta.

 

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LOCOROTONDO

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Locorotondo – Prodotti tipici

Impressioni

Anche qui il bianco della calce avvolge ogni cosa, fa da abbagliante sfondo alle architetture barocche in pietra locale ed esalta i balconi fioriti in ferro battuto. Nel borgo storico non ci sono particolari emergenze architettoniche, ma tutto è grazioso e limpido, si percepisce un senso di ordine, di rispetto e di matura civiltà. Non vi è assolutamente alcuna traccia di abbandono o di degrado.

 

Un po’di Storia

Locorotondo, comune della provincia di Bari con 14.000 abitanti, trae origine del suo nome dall’aspetto acquisito nel tempo, dovuto alla continua e costante concentrazione dell’abitato tutt’intorno ad un colle: luogo rotondo. Dapprima fu chiamato Casale San Giorgio, in onore al patrono, poi Casale Rotondo, successivamente Luogo Rotondo e solo nel 1834 assunse definitivamente il nome di Locorotondo.

Il documento in cui viene citato per la prima volta il luogo detto rotondo, risale al 1195, durante la dominazione sveva. Il Regno Svevo fu affidato a Federico II, pensate un po’, all’età di soli quattro anni
Questi cominciò a reggere direttamente il regno all’età di 14 anni e solo pochi mesi dopo sposò la ventiquattrenne Costanza d’Aragona.
Nonostante la sua giovane età, i suoi trent’anni di regno sono stati forse uno dei migliori periodi della storia di Locorotondo.
 
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Locorotondo – Panorama sulla Valle d’Itria da Via Nardelli 

 

Visita del Borgo

Da via Nardelli, che offre viste mozzafiato su valle d’Itria e sulla stessa Locorotondo, si accede al centro storico attraverso via Garibaldi e Porta Nuova, in un ambiente gradevole  con case bianche dai portoni profilati in pietra ed inferriate.

Le uniche due rilevanze architettoniche, sono date dalla Chiesa Matrice di San Giorgio con facciata in stile neoclassico e ricchi altari in marmi policromi in stile barocco. Di ispirazione invece romanico-gotica è la Chiesa di n Santa Maria la Greca, con capitelli delle navate finemente lavorati.

 

Prodotti e Piatti Locali

Locorotondo è famoso per il suo “Vino bianco di Locorotondo DOC” ed anche qui non mancano le famose “bombette”.

 

Album Fotografico

 

Questo é ancora uno dei pochi borghi della Valle d’itria ancora poco sfruttato dal turismo. Si può passeggiare tranquillamente tra i vicoli e le stradine concentriche del centro storico, gelosamente custoditi dai propri abitanti. Anche per questi motivi, il borgo è stato scelto più volte come ambientazione per alcuni film:

  • Così è la Vita, con Aldo,Giovanni e Giacomo nel 1998
  • Mio cognato con Sergio Rubini nel 2002
  • Baciami piccina con Vincenzo Salemme nel 2006

 

Anche questi due paesi, non potevano non essere iscritti nell’elenco dei “Borghi più Belli d’Italia”

 

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