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Todi – Cosa vedere in un giorno


Todi – Notizie Generali

Todi – una cittadina nel cuore dell’Umbria, regione dell’Italia particolarmente ricca di storia, definita addirittura la città ideale in cui vivere, abbarbicata su dolci colline in posizione strategica.

Todi. Panorama dal drone.

E’ un comune italiano di 15 724 abitanti della provincia di Perugia. Sorge su un colle alto 411 m s.l.m. E’ una cittadina medievale di una bellezza ed eleganza unica. Nota come “la città più vivibile del mondo” (anche se i tuderti preferiscono chiamarla “città ideale”!).

Deviazione prima di Todi

Ma l’Umbria è così ricca di antichi paesi sparsi un po’  ovunque, che spesso c’imbattiamo, lungo il nostro itinerario prefissato, in qualche  piccolo borgo seppur quasi sconosciuto  che attirando la nostra attenzione per qualche aspetto particolare,  quasi ci obbliga ad effettuare piccole deviazioni per improvvisare una pur breve visita.

Gualdo Cattaneo

E’ questo il caso di Gualdo Cattaneo, situato  proprio lungo il tragitto  verso Todi. 

Todi. Panorama di Gualdo  Cattaneo dall'alto.

Gualdo Cattaneo

Si tratta di un piccolo borgo medievale arroccato su una collina in una posizione particolarmente suggestiva, che attira subito la nostra attenzione anche per la possente rocca che spicca in modo dominante sull’agglomerato.

Oltre che per i gioielli custoditi all’interno delle sue antiche mura, merita una visita anche per meglio comprendere il sistema di castelli e costruzioni medievali che caratterizzano questo territorio: un vero e proprio complesso difensivo che costituisce uno straordinario museo all’aperto.

Arrivo a Todi

Essendo un antico borgo con stretti spazzi, il problema che si presenta subito appena arrivati é quello del parcheggio. Conviene parcheggiare nei pressi della Chiesa Santa Maria della Consolazione.

Qui troverete un ampio parcheggio e nella piazza adiacente una navetta gratuita, vi condurrà in cima al paese, con possibilità di fermarvi lungo il percorso e riprenderla quando volete.

Todi – Cosa Vedere


Video con Commento Audio

Todi – Chiesa di Santa Maria dell’Assunta

Appena giunti a Todi,  dopo aver parcheggiato, c’imbattiamo in un capolavoro di architettura rinascimentale: la chiesa di Santa Maria della Consolazione che si trova nella parte bassa della città.

Todi. Chiesa di Santa Maria della Consolazione.

La realizzazione della chiesa, il cui progetto sarebbe di Bramante, fu iniziata nel 1508 e ultimata nel 1607. Alla sua realizzazione  parteciparono anche altri numerosi architetti del tempo più o meno celebri.

Il progetto ricorda da vicino quello originale della Basilica di San Pietro a Roma, per la quale Bramante prevedeva, all’epoca, una chiesa a pianta centrale come nel caso di questo tempio.

Todi – Verso la città alta

La centrale  via Ciuffelli, che dal belvedere continua a salire, offre alla vista del visitatore particolari singolari e ben curati, negozi originali che espongono in vetrina i prodotti tipici locali.

Richiama la nostra attenzione sui tanti vicoli ben curati , accompagnandoci  fino alla chiesa di San Fortunato. La sua facciata incompiuta ha tre portali. Situata in ottima posizione panoramica, domina la piazza Umberto I.

Todi.  Chiesa di San Fortunato.

La vocazione contemporanea di Todi è saldamente turistico-culturale, supportata da strutture ricettive di alta qualità. La campagna che circonda il borgo è splendida così come i casali che la punteggiano.

Todi. Panorama visto dalla Via Ciuffelli.

Chiesa di San Fortunato

Ma torniamo per un attimo a parlare della chiesa di San Fortunato, per consigliare una visita più accurata di questo importante  edificio con il suo caratteristico  campanile del ‘400.

Todi. Chiesa di San Fortunato vista dal drone.

Al suo interno sono custodite le spoglie di Jacopone da Todi e sulla  facciata possiamo apprezzare due mirabili statue ai lati del portale, raffiguranti l’Arcangelo Gabriele e l’Annunciata.

Piazza del Popolo

Ed eccoci arrivati nel cuore pulsante di Todi, il punto principale che attira subito il visitatore, il punto di partenza d’obbligo per la visita della cittadina.
Ci troviamo in Piazza del Popolo, su cui si affacciano gli edifici principali, come gli inconfondibili Palazzo del Popolo, il Palazzo del Capitano ed il palazzo dei Priori.

Palazzo del Popolo e del Capitano

Il Palazzo del Popolo, detto anche del Comune, è collegato con una grande scala al Palazzo del Capitano, con la  sua  inconfondibile facciata in stile gotica.

Todi. Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano.

Entrambi gli edifici si trovano nella parte orientale della piazza. Evidenti sono  le merlature sul tetto del Palazzo del popolo aggiunte in un secondo momento durante una ristrutturazione.

Il Duomo

Sul lato breve della piazza, opposto al Duomo, ecco la bella facciata del Palazzo dei Priori di evidente origine medievale.

Todi. Il Palazzo dei Priori.

Completa questa straordinaria scenografia il Duomo, l’ultimo dei quattro edifici della piazza, col in suo magnifico rosone centrale.

L’interno a tre navate con bei capitelli, semplice e armonioso, custodisce un frammento di affresco della Trinità del 1515 circa, attribuito allo Spagna.

L’ attenzione del visitatore viene però colpita subito, appena entrato, dallo stupendo affresco sulla controfacciata illuminato dal bellissimo rosone.

I Nicchioni Romani

Le attrazioni di Todi non si esauriscono certamente tutte in piazza del PopoloIl semplice passeggiare per il borgo é già di per sé un’attrazione. C’imbattiamo in tanti particolari ed angoli caratteristici, che ci obbligano a soste per osservare attentamente  e capire cosa ci troviamo davanti.

Todi. I Nicchioni Romani.

E’ questo il caso dei Nicchioni Romani della prima metà del I secolo a.c.
La loro funzione non è mai stata compiutamente chiarita, ma la spiegazione più attendibile è che probabilmente facessero parte di un tempio romano.

La Fonte di Scanna becco

Nelle vicinanze ecco un’altra opera del’200 ancora ben conservata: la Fonte di Scannabecco, costituita da vasche d’acqua sormontate da un elegante portico sostenuto da sette colonne con capitelli variamente lavorati.

Todi. Fonte di Scannabecco.

Porta Aurea

E tra chiese abbandonate, chiuse, ciascuna con la propria storia più o meno interessante,  arriviamo alla Porta Aurea, il vecchio accesso all’interno della seconda cerchia muraria, alla fine del centro storico.

Todi. Porta Aurea.

Qui può considerarsi terminata la visita di Todi, questa piccola cittadina che in poco spazio è riuscita a concentrare un patrimonio di arte, storia, cultura e tradizioni. Una cittadina ordinata, pulita, organizzata e gestita da cittadini cortesi, sempre disponibili e affabili.

Ecco perché Todi viene definita “la Città ideale in cui vivere”. 

Todi. Il Palazzo dei priori visto dal drone.

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Lavagna…non solo per studenti…!!!

C’è una cittadina in Liguria che dà il nome all’oggetto simbolo delle interrogazioni, terrore di tutti gli studenti, ma dove la scuola, così come il lavoro, si dimentica in un attimo. Si tratta di Lavagna, una località costiera in provincia di Genova, adagiata sul Golfo del Tigullio.

Lavagna. Ripresa col drone del litorale di Levante

E’ una cittadina molto dinamica il cui nome trae origine dal latino Lavania, poi diventato Lavagna. Con l’Ardesia, che proveniva proprio da questa zona, venivano realizzate le tradizionali strutture scolastiche che presero così il nome dalla località dove venivano prodotte: LAVAGNA.

La spiaggia di Lavagna è la più lunga di tutta la Riviera di Levante. La nautica da diporto è una delle attività principali della cittadina.

Chi decide di visitare Lavagna, non deve aspettarsi di trovare musei o monumenti famosi. Chi sceglie Lavagna per le proprie vacanze ne apprezza l’atmosfera semplice di vita cittadina. Passeggiate nei vicoli, sotto i portici e relax nelle piazzette dove la gente s’incontra, chiacchera e si ferma per bere qualcosa in compagnia.


Cosa vedere


La parte più attraente di Lavagna è il suo piccolo centro storico.  Di evidente origine medievale, conserva ancora antichi portici dove trovano posto molti locali tipici.

I Palazzi di Lavagna

Passeggiare all’interno del borgo ci permette di ammirare bellissimi palazzi, così ben curati ed affrescati con arte e gusto tipicamente ligure. Impossibile non fermarsi per ammirare anche i minimi particolari.

Ogni facciata è dipinta e decorata con stile diverso da quella accanto, a seconda del gusto del proprietario, ma sempre in sintonia con la caratteristica e inconfondibile arte ligure. I porticati confermano ovviamente le origini medievali della cittadina.

Casa Carbone

Tra vari palazzi così attraenti, ve ne sono altri meno appariscenti, ma storicamente molto importanti. È il caso della Casa Carbone, donata nel 1987 al FAI dagli ultimi proprietari, i fratelli Carbone.

Nel 2004 ‘immobile è stato trasformata in ” Casa Museo”. La struttura architettonica riflette la tipica costruzione regionale del XIX secolo.

Chiesa di Santo Stefano

In pieno centro storico, nella piazza Marconi, immersa in un particolare scenario, ci imbattiamo nella vera attrazione architettonica di Lavagna, assolutamente da non perdere. Si tratta della stupenda Chiesa di Santo Stefano. Una bellissima e singolare struttura situata in posizione eccezionale così come eccezionale è tutta la pavimentazione intorno all’edificio.

Lavagna. Chiesa di Santo  Stefano.
Chiesa di Santo Stefano

L’odierna struttura, voluta dalla popolazione, è opera di Giovanni Battista detto anche Gio Battista Ghiso, celebre architetto della Repubblica di Genova che s’ispirò ad un progetto del ben più noto Gian Lorenzo Bernini.  La chiesa ha origini antichissime: pare che un primo nucleo sorse intorno al VI secolo sulle strutture di un’antica fortificazione.

Lavagna. Bella veduta su piazza Marconi dal sagrato della chiesa di Santo Stefano.

Grazie ad un’apposita tassa sulla vendita del grano, imposta dalla municipalità lavagnese, si diede ufficialmente l’avvio alla costruzione dell’attuale chiesa posando la prima pietra il 15 agosto del 1650.

Qui il tempo sembra essersi fermato. La piazza della Basilica non ha subito alcun tipo di intervento e l’erba cresce tra i sassi.

Lavagna. Chiesa di santo Stefano.

La salita in mattoncini rossi porta alla scalinata e all’ampio sagrato così ben pavimentato da sembrare un grande tappeto.


Lavagna – Video Con Commento Audio


I dintorni di Lavagna – Cavi

Lasciamo Lavagna, ma solo dopo pochi chilometri, in direzione La Spezia, incrociamo un piccolo quartiere denominato Cavi. Qui una sosta è d’obbligo per ammirare la piccola, ma interessante chiesa della Santissima Concezione inserita in una piccola piazzetta in ottima posizione.

Cavi  di Lavagna.  Chiesa della Santissima Concezione.

Chiesa della Santissima Concezione

La chiesa parrocchiale della Santissima Concezione è situata nella zona più antica di Cavi, denominata Cavi Borgo. Costruita nel 1757 e decorata da marmi lavorati, é posizionata su una collinetta in località Belvedere, da cui si gode un panorama stupendo sul Golfo del Tigullio.

Cavi di Lavagna. Chiesa della Santissima Concezione.
Cavi di Lavagna – Chiesa della Santissima Concezione

Da qui si può ammirare anche gran parte del litorale con le singolari spiagge liguri.

CAvi di Lavagna. Riviera di Levante.

Lavagna – Conclusioni

Lavagna è solo una delle tante località che la Liguria può offrire al turista. Molti sono i paesi e borghi storicamente interessanti, come Vezzano Ligure, sempre a poca distanza dalle spiagge. Questo permette così di diversificare a proprio piacere la vacanza tra arte, storia, tradizioni, cultura e mare.

Cavi di Lavagna. Le spiagge

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Vezzano Ligure – Due Borghi in Uno

Vezzano Ligure – Origine del Borgo.

Nell’alto medioevo, a protezione del  passo che congiungeva il Golfo della Spezia con la valle della Magra, veniva  costituito un presidio stradale fortificato che successivamente andò sviluppandosi. Si formò così un borgo che dopo alcuni passaggi di mano divenne proprietà della famiglia Vezzano.  Nasce così Vezzano Ligure, la meta di  questo articolo.

Nonostante la sua lunga e ricca storia, l’inconfondibile tessuto urbano medievale, interessanti rilevanze architettoniche e la stupenda posizione che occupa, non è  “a torto” una consueta meta turistica.

E’ impossibile tuttavia non notarlo se siamo diretti verso La Spezia. Basterebbe una semplice deviazione per raggiungere e visitare questo bellissimo borgo.

Vezzano Ligure. Veduta di Vezzano inferiore.
Vezzano Inferiore

Vezzano Ligure – Cosa vedere a Vezzano Inferiore


Chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta

Appena arrivati a Vezzano Inferiore, a colpirci subito é la bella chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta. E’ posizionata in un bellissimo contesto, all’estremità della Piazza del Campo, oggi denominata piazza del Popolo, in memoria dell’eccidio commesso dai Nazi-Fascisti il 7 Dicembre del 1944.

Vezzano Ligure. Piazza del popolo con la Chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta.
Chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta

Struttura Medievale del borgo

Al disotto della piazza, sul lato destro, può cominciare il nostro viaggio nel tempo all’interno  del borgo, tra vecchie costruzioni, stradine acciottolate, vicoli e sottopassaggi.

Vezzano Ligure. Stradine all'interno del borgo.

Non esiste un itinerario vero e proprio.  La bellezza di questa parte del borgo, sta proprio nel fatto di poter scoprire tanti angoli caratteristici, particolari curiosi e vecchi palazzi, semplicemente passeggiando senza meta, in tutta tranquillità e respirando questa singolare atmosfera medievale.

Vezzano Inferiore offre una interessante struttura urbana di tipo anulare e conserva più di una testimonianza del periodo feudale. Nel XII secolo, a Vezzano Inferiore, venne eretta una torre a pianta pentagonale, oltre le mura e collegata con un ponte al castello. Attualmente sono rimasti solo alcuni resti del castello mentre la torre è ancora in buono stato.

Tradizione Musicale

Dal 1889 Vezzano vanta anche un’importante tradizione musicale. Tale tradizione si è consolidata oggi con la formazione della nota banda Puccini, che proprio qui ha la sua sede in un’ antica chiesa.

Vezzano Ligure. Sede della filarmonica Puccini.
Sede della Filarmonica Puccini

Tra Particolari e Curiosità

Continuiamo a passeggiare osservando i tanti  piccoli e simpatici particolari disseminati un po’ ovunque. Ci fermiamo ogni tanto ad ammirare qualche bella veduta sulla valle. Arriviamo così lentamente, senza neppure accorgersene, a Vezzano superiore.


Vezzano Ligure – Cosa Vedere a Vezzano Superiore


Questo è il borgo posto più in alto tra i due agglomerati principali di Vezzano Ligure. E’ qui che Il primo e significativo nucleo abitativo è sorto, proprio  a Vezzano Superiore intorno al X secolo.

Da quassù si gode di una bella vista a 360° con pochi eguali nella zona, sulla val di Magra, la val di Vara e sul Golfo di La Spezia.

Via Castello

Ma oltre alle belle vedute, Vezzano Superiore offre anche attrazioni storiche e architettoniche  rilevanti. Basta soffermarsi in via Castello, con il caratteristico pozzo al centro e guardare in giro per ammirare i palazzi, le inferriate, le panchine, i colori delle facciate.

Vezzano Ligure. Via Castello con al centro il caratteristico Pozzo.
Via Castello

Chiesa di Nostra Signora del Soccorso

Ma ci potremo godere altrettante bellezze imboccando una piccola scalinata in via Castello che scende nella piazza di Nostra Signora del Soccorso.  Ed anche da qui troveremo bei palazzi, i colori delle facciate, la bellissima chiesa e la singolare piazza da dove si può ammirare uno stupendo panorama.


Video con Commento Audio


Anche a Vezzano superiore, passeggiando con calma senza una precisa meta, incontreremo particolari e rifiniture originali, angoli  pittoreschi…tante,  tante cose da osservare ed apprezzare.


Vezzano Ligure – Conclusioni


Saremo ampiamente ripagati di tutto  il tempo dedicato a questi due agglomerati, inferiore e superiore, che formano però un unico borgo: Vezzano Ligure. Una località imperdibile, interessante, ricca di storia e posizionata splendidamente sulle bellissime colline della Liguria, ricche di tanti altri borghi e paesi interessanti, tra i quali Tellaro e Montemarcello.

Vezzano Ligure. Alcuni simpatici particolari.

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La foto rappresente la manifestazione che ha reso più famoso il Borgo

Cerageto – Il Paese degli Orti


Introduzione


Cerageto

Cerageto. All'interno del borgo

Moltissimi sono i borghi, paesi e villaggi in Toscana ed anche la regione della Garfagnana, in provincia di Lucca, ne è particolarmente ricca.

Spesso si tratta di borghi veramente piccoli, senza interessi artistici o architettonici, ma così ben tenuti e caratteristici che ne vale la pena di visitarli.

Tutti hanno comunque un interesse turistico comune non indifferente: sono ricchi di storia interessante da sapere, per comprendere ed approfondire sempre di più la conoscenza del nostro territorio.

Cerageto. Monumento ai caduti

Cerageto è uno di questi borghi, una frazione del comune di Castiglione di Garfagnana, in provincia di Lucca, nel territorio dell’alta Garfagnana, in Toscana.


Come arrivare


Da Lucca si raggiunge agevolmente il borgo puntando su Castelnuovo di Garfagnana, Pieve Fosciana, Castiglione di Garfagnana e dopo soli 4,5 chilometri si arriva a Cerageto.

Cerageto. Mappa dell'itinerario da Lucca.

Si tratta di un paesino veramente piccolo, situato a 837metri slm con soli 145 residenti, senza particolari interessi artistici o architettonici. Ma interessante è la sua storia come tanti altri villaggi della Garfagnana.

Cerageto. Abitazioni ristrutturate

Cerageto – Storia

Come molti altri borghi della zona, anche questo è stato fondato in età longobarda, quando i dominatori d’oltralpe vi fondarono un loro santuario, chiamato “dalubro” (santuario di antichissime origini).

Le prime notizie di Cerageto si hanno già nel periodo antecedente l’occupazione dei Longobardi,  intorno al 1168, quando iniziò un lento e graduale spopolamento dal vicino villaggio di Montepigole, proprio verso il luogo che diventerà successivamente Cerageto. Causa del graduale abbandono di Montepigole, fu il fatto che da questa altura, gli Estensi insidiavano continuamente il borgo fortificato di Castiglione di Garfagnana.

Cerageto. Interno di un cortile.

Nel 1370 molte terre garfagnine si ribellarono alla repubblica di Lucca e fra queste anche Cerageto.

Nel 1453 i Lucchesi, vedendo ancora segni di ribellione, distrussero le case ed il castello.


Cerageto – Cosa vedere

Cerageto. Panorama sulle Apuane.

Oltre all’aspetto storico, il  borgo è tenuto così bene, pulito, ordinato con tutte costruzioni ben ristrutturate, che è  veramente un piacere anche solo passeggiare all’interno del villaggio per osservare le case in pietra, tanti  piccoli particolari, ed il panorama tutt’intorno che ne fa da cornice.

Infatti da qui si possono osservare sia le Alpi Apuane Centrali che quelle Settentrionali.

Cerageto.. Veduta sulla Pania di Corfino.
Pania di Corfino

A spiccare tra tutti gli edifici, nel tracciato cittadino, è la Chiesa di San Martino del Duecento. L’edificio presenta quattro altari e un importante organo. Annessi vi sono il campanile e l’oratorio.

Cerageto. Chiesa di San Martino
Chiesa di San Martino

Poiché la visita del borgo richiede pochissimo tempo, ci si può organizzare per visitare altri borghi nella zona, come lo stesso Capoluogo della zona: Castiglione di Garfagnana.

Cerageto. Veduta di Castiglione di Garfagnana
Castiglione di Garfagnana

Nella pizza centrale si può mangiare ed acquistare prodotti tipici, come pasta, farro, farina di castagne, formaggi, salumi, funghi porcini, confetture, miele e legumi.


Cerageto – Manifestazione degli Orti


Oltre che per il suggestivo panorama che si gode sulle Apuane, Cerageto merita di essere visitato per l’appellativo che si porta appresso dal 2011: ” Il Paese degli Orti”.

Cerageto. Orti all'interno del villaggio.
L’orto del paese

Ogni anno infatti si svolge una vera e propria sfida paesana tra coloro che riusciranno a fare il miglior orto.

Una vera e propria giuria decreta il vincitore sulla base di diversi parametri, come la ricchezza degli ortaggi, la varietà, la precisione e la pulizia.

Cerageto.  Interno del borgo.

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STIA. Vista dall'alto del castello di Romena

STIA-Patria del Panno Casentino


Stia – Introduzione

Stia – La Toscana non finirà mai di stupire il turista, tante sono le località, i paesi ed i borghi caratteristici da conoscere e visitare.

Stia. Cascatella del torrente Staggia all'ingresso del paese.
Torrente Staggia

Tra questi troviamo Stia, un piccolo borgo dell’Italia che fa parte del Comune Sparso di Pratovecchio Stia nella provincia di Arezzo e nelle immediate vicinanze di Poppi, altro borgo caratteristico, famoso per il suo castello.

Stia sorge alle pendici del monte Falterona e trae la sua origine dall’essere stata un villaggio sorto sulla romana Via Maior che collegava il Casentino a San Godenzo, in Mugello.

Stia. Vista dall'alto del borgo, ripresa con il drone.

Stia – Visita del Borgo

Il nucleo principale del centro abitato sorge alla confluenza del torrente Staggia con il fiume Arno.   

Il toponimo, di provenienza latina, trae origine dalla contrazione del nome del torrente Staggia. 

All’incontro tra questi due fiumi si trovava nel medioevo, come si trova ancor oggi, l’incrocio di quattro importanti strade che provenivano da Arezzo, Firenze, Mugello e Romagna. Un luogo ideale per la nascita di un mercato.

Stia. Altra veduta dall'alto del borgo.

Ed ecco che Stia, con la produzione del panno casentino, acquista un ruolo importante nell’economia locale, che la  porterà a conquistarsi una fama a livello mondiale.  Per la sua fabbricazione verrà costruito e più volte ampliato, un importante lanificio.

Stia. vedduta dall'alto del grande lanificio.

Questo ha fatto sì che, nonostante il suo abitato di piccole dimensioni e i pochi richiami artistici e architettonici, diventasse famoso tanto da richiamare numerosi turisti nel borgo e nei dintorni, acquistando ulteriore visibilità anche grazie al fatto di essere stato scelto da Leonardo Pieraccioni, come location per le riprese del noto film Il Ciclone nel 1996.

Piazza Tanucci

Anche senza il  noto evento cinematografico, Piazza Tanucci di Stia ha tanto di cui essere fiera. 

La sua forma è molto allungata e va a salire. Sui due lati più lunghi è delimitata da edifici contigui tutti porticati.

Questa particolarità architettonica è tipica dei luoghi di mercato perché dava riparo a venditori e compratori in caso di maltempo. E Stia fu luogo di mercato. Anzi, il paese nacque e si sviluppò intorno a un mercato, a un importante crocevia e a una chiesa.

La Pieve di Stia

La Pieve di Stia è una delle più importanti  del Casentino per le pregevoli opere d’arte custodite al suo  interno. Lo stile barocco della facciata  è un fatto alquanto  anomalo per una pieve romanica, ma fu la comunità del borgo a volere la completa restaurazione dell’intera facciata nel XVIII secolo.

Stia. La Pieve

Al suo interno la chiesa mostra l’originario stile romanico con colonne monolitiche sormontate da stupendi capitelli che dividono le tre navate.

Stia. Interno della Pieve.

Il Panno Casentino

Ovunque nel paese, si avvertono i richiami alla nota produzione  del  panno casentinese che proprio qui trae le sue origini e che ha dato  fama e lustro al borgo. 

Il panno era apprezzato per l’alta resistenza all’usura e alle intemperie ed era adatto alle necessità di chi doveva trascorrere all’aperto, buona parte della giornata. 

Il ricciolo, che contraddistingue gli abiti in panno casentino, costituisce un funzionale doppio strato, antifreddo e antipioggia. 

Stia. Particolare di due abiti in panno casentino.

Con la sua varietà di colori molto vivi, gli indumenti sono particolarmente ricercati, tanto da spingere gli interessati a recarsi proprio qui a Stia, per acquistarli.

Il Lanificio

Lungo la strada che costeggia il torrente Staggia, notiamo un piccolo ponte ad arco sorretto da tubi in metallo.

Stia. Sullo sfondo il  vecchio lanificio.

A sinistra di questo ponte, sullo sfondo,  si trova un grandissimo edificio. E’ una parte di quello che fu il famoso Lanificio di Stia. La prima attività industriale del Casentino che dagli anni Ottanta del XIX secolo fino al 1920 arrivò ad avere cinque stabilimenti attivi dando occupazione a 500 dipendenti.

Oggi buona parte degli stabilimenti sono in condizioni precarie.

La parte che invece possiamo osservare dal ponte è quella che è stata recuperata. Nei primi due piani dello stabilimento, che vediamo sullo sfondo, si trova il Museo dell’Arte della Lana, una grande mostra che illustra in modo esaudiente quella che fu la storia di questa importante realtà industriale.


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Il Palagio

Stia fu anche la residenza del ramo  Conti  Guidi detti di Palagio, per ricordare la loro  sontuosa abitazione che costruirono nel 1230. Mantennero il possesso di tutto il territorio, che cessò con l’invasione dei Fiorentini. 

Stia. Veduta del Palagio, residenza dei Conti Guidi.
Stia – il Palagio

Il Castello di Romena

Questo casato diventò nel tempo padrone dell’unico Castello, tra i tanti del Casentino, a non essere stato costruito dai Guidi, ma bensì dai Signori  di Spoleto. Per questo motivo il  castello è considerato il più vecchio del Casentino ed anche perché il  suo nome appare già in alcune scritture del 1008.

I Conti Guidi ne diventarono proprietari in seguito di strani legami di parentela creatisi nel tempo con i signori di Spoleto e fondarono così un secondo ramo del Casato denominato  Conti Guidi di Romena.

E furono ancora i Conti  Guidi  a restaurare il Castello, dotandolo  di doppia cerchia muraria e di ben 11 torri  di guardia sulla cerchia esterna, fattore questo  che lo rendeva praticamente inespugnabile.

Stia. Veduta dall'alto del Castello di Romena.
Il Castello di Romena

Oggi, il Castello di Romena riveste un importante valore non solo per la sua storia e architettura, ma anche per la bellezza del contesto paesaggistico in cui è inserito con le sue  uniche tre torri rimaste, visibili da molte parti del Casentino.  

Stia. veduta panoramica dall'alto del Castello di Romena.
Il Castello di Romena

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Da Vergogna italiana a Capitale della cultura

Matera – Introduzione

Prima di cominciare la visita di Matera, ritengo opportuno osservare attentamente il territorio circostante. E’ un luogo dell’Italia veramente singolare che costituisce un esempio di civiltà scomparsa,  uno spettacolo a dir poco sensazionale, fatto di forre e dirupi impressionanti che si aprono sulle rive del torrente Gravina.

Matera. Vista dal drone sulle forre e sul torrente Gravina.
Le Forre ed il torrente Gravina

E’ in questo ambiente che sorge la nostra meta. Una città la  cui storia andrebbe insegnata nelle scuole affinché ogni essere umano ne possa trarre ispirazione. Un perfetto equilibrio tra intervento umano ed ecosistema.

Matera. Vista della città dall'altro, dal parco nazionale delle murge.
Vista di Mater dal Parco Nazionale delle Murge

Una città che dopo essere stata la vergogna dell’Italia è diventata la Capitale della Cultura 2019, patrimonio mondiale dell’UNESCO, un singolare se non unico al mondo Giardino di Pietra, la Gerusalemme italiana.


Matera – Storia


La città si presenta nettamente divisa in due parti tra loro molto diverse.

Ad Est, nella parte bassa, sull’orlo della stretta gravina che si sprofonda nell’omonimo torrente, è situata la zona dei caratteristici  Sassi.

Matera. Chiesa di san Pietro Caveoso, la parte bassa dei sassi.
La parte bassa dei Sassi – San Pietro Caveoso

A Ovest, nella parte più alta, si estende invece la città più moderna con i quartieri più recenti.   

Matera. Il nuovo quartiere denominato anche Dorsale Barocca.
La dorsale barocca – Il Nuovo Quartiere

Per tutto il medioevo il confine di Matera è sempre stato ristretto a quello dei Sassi. L’espansione della città inizia dal XVII secolo allargandosi sulla dorsale barocca, anche perché orograficamente pianeggiante.

Nel 1663 la città ottiene, dal regno di Napoli,  il titolo  di  Capitale della Regia Udienza. Un titolo che favorirà  il  grande sviluppo di Matera nella  dorsale barocca, con nuove abitazioni signorili, palazzi e chiese in stile barocco   a cominciare dal palazzo Lanfranchi.

Questo  quartiere diviene così la zona abitata dalla classe sociale più agiata a differenza dei Sassi che rimarrà ancora quella abitata dalla gente più povera.


Matera – Visita della Città


La dorsale barocca-Il nuovo quartiere

Seppur la vera attrazione della città sia proprio il quartiere dei Sassi, anche la dorsale barocca è molto interessante e merita sicuramente uno sguardo attento. Anzi la visita di Matera dovrebbe cominciare proprio da qui. 

Matera. Palazzo Lanfranchi  in piazza Giovanni Pascoli.
Palazzo Lanfranchi – Piazza Giovanni Pascoli

Questo quartiere moderno é oggi il centro della città. Tutto raccolto intorno all’asse viario che si stacca dal palazzo Lanfranchi, in  piazza Giovanni Pascoli, arriva fino in piazza Vittoria Veneto, fulcro e cuore della vita cittadina. 

Via del Corso – Via Ridola  

La strada, molto  caratteristica,  è fiancheggiata dai bei palazzi storici ed abitazioni dall’aspetto spesso singolare.

Questa via costituisce una gradevole passeggiata. In modo particolare alla sera quando il quartiere si anima ancora di più. I locali si apprestano ad accogliere i turisti, esponendo i loro più variegati menù ed i negozi di artigianato espongono i loro particolari articoli come opere d’arte.

Proprio in questo  quartiere potremo ammirare, tra le tante, due importanti attrazioni.

Il Palombaro Lungo

Sotto la piazza Vittorio Veneto troviamo il grande palombaro di Matera. Detto Palombaro Lungo, è un enorme invaso ipogeo capace di contenere 5000 mc di acqua e che da solo poteva rifornire tutta la città.

Matera. Il Palombaro lungo.
Il Palombaro Lungo

Diversi sono i palombari presenti nel sottosuolo  di Matera,  ma questo è veramente un’opera architettonica eccezionale.

Chiesa di San Francesco

Alla fine di Via del Corso non dobbiamo perderci la  visita della chiesa di San Francesco. L’edificio si trova nell’omonima piazza. Fu quasi completamente rifatto in forme barocche nel 1670.

La doppia scalinata ci conduce all’interno. L’unica navata è coperta di stucchi barocchi bianchi. Bellissimo il ricco altare ligneo intagliato e dorato.


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Matera – Storia dei Sassi


Matera è una delle città più antiche del mondo. L’uomo è presente sul territorio materano da tempi remotissimi, addirittura dalla preistoria ed è stato presente, senza soluzione di continuità, fino ai tempi nostri.

Matera. Panorama sul Sasso Caveoso.

Agli inizi abitava nelle grotte situate nella zona antistante i Sassi, per poi trasferirsi nel tempo proprio qui, spinto anche dall’abbondanza di acqua.

Matera. Vista delle grotte abitate in tempi anrichissimi.

La Calcarenite, che costituiva la pietra, consentiva di scavare facilmente la roccia. Con i materiali restanti, si costruivano le facciate ed altre case anche sovrastanti, così come  le vie che  spesso passavano sopra le case.

Ancora oggi possiamo vederne le tracce dai rialzi lungo le strade.

Matera. Dosso dovuto al passaggio di una strada sopra una casa.

Nell’immediato dopoguerra, Togliatti definì Matera ” La Vergogna d’Italia”. Fino agli ‘60 la gente viveva ancora nelle grotte, senza un gabinetto, con cisterne scavate all’interno del Sasso per raccogliere l’acqua.

Vivevano in condizioni igieniche inesistenti, insieme con gli animali per riscaldare l’ambiente e le malattie erano molto diffuse. La mortalità infantile era tragica. circa la metà dei bambini nascevano morti.

Sfollamento dei Sassi

Nel 1952, con una legge speciale, comincia lo sfollamento dai Sassi. Ma nel 1986, con un’altra legge speciale ed in seguito a forti investimenti comincia il contro esodo,  il  ripopolamento dei Sassi con relative ristrutturazioni.

Ripopolamento dei Sassi

Dopo essere entrata a far parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, Matera acquista anche il titolo di “Capitale della Cultura 2019”. 

Arrivano in città grossi capitali e agevolazioni anche a fondo perduto per chiunque abbia intenzione di destinare un Sasso a Bed & Breakfast, Agenzia Turistica o Laboratorio artigiano.

Matera. I Sassi nella parte Caveosa.

Ecco perché oggi vediamo questa città così ben ordinata, ricca di negozi e di locali, con una grande ricettività alberghiera.

Matera. Tipico B&B nel Sasso Baresano.

Tutta questa situazione consente di riscoprire e restaurare opere d’arte, chiese ipogee, palazzi e strade ricostruite come erano un tempo, si aprono nuove attività, tutte nel rispetto dell’ambiente materano.

Gli artigiani tornano a produrre vecchi oggetti tradizionali come il simbolo  di Matera, il Cuccù.

Matera. Il Cuccù, tipico simbolo di Matera, con una storia tradizionale molto curiosa.
Il famoso Cuccù-Simbolo di Matera

Vengono riscoperti i vecchi sapori , come la salsiccia ed il salame “pezzente” ed il pane, dal gusto singolare, diventa un a curiosità quasi da museo, messo in mostra anche per strada, tanto  é l’orgoglio dei Materani per questa loro tradizione. 

Suddivisione e visita dei Sassi

I sassi, come già detto in precedenza, furono il primo nucleo dell’odierna Matera. Sono divisi in tre quartieri: la Civita, che é la parte alta della città dove si trova il Duomo con il  suo belvedere, il Sasso Caveoso, costituito da una miriade di abitazioni scavate nella roccia ed il Sasso Barisano con abitazioni più tradizionali.

Chiesa di San Pietro Caveoso

Proprio nel Sasso Caveoso, il più pittoresco e primitivo dei due,  incontriamo due importanti attrazioni. Nella piazza San Pietro, con vista suggestiva sulla gravina, si trova la chiesa di San Pietro Caveoso con bella facciata barocca. 

Matera. San Pietro Caveoso visto dal da Santa Maria de Idris.
Chiesa di san Pietro Caveoso

Chiesa di santa Maria de Idris

Nelle immediate vicinanze, sulla destra di san Pietro, in cima ad uno sperone denominato Monte Errone, spicca la singolare chiesetta di Santa Maria de Idris. 

La chiesetta è quasi interamente scavata nella roccia.

Matera. Chiesetta di santa Maria de Idris, completamente scavata nella roccia.
Chiesa di Santa Maria de Idris

Matera – Conclusioni


Alla sera il panorama sui sassi è a dir poco affascinante, la sensazione è  quella di trovarsi difronte ad un vero presepe.

Le strade, i locali, le case cambiano volto e mostrano un altro aspetto della città completamente diverso.

Anche per i Materani stessi è una gioia ammirare tutta questa illuminazione. Ogni casa illuminata l significa per la loro, un Materano in più tornato ad abitare e far rivivere un Sasso.

Matera. Panorama notturno sul Sasso Barisano.

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Otranto – L’ estremità più orientale dell’Italia


Otranto – Introduzione


La cittadina di Otranto costituisce il comune più orientale della nostra penisola.


Iscritto nell’elenco  ufficiale dei Borghi  più Belli d’Italia e nel 2010 riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’Unesco, rappresenta una meta imperdibile  in un Viaggio  nel Salento.

La caratteristica che subito  colpisce  il  turista, sta nel  singolare  agglomerato di edifici intersecati da vicoli e stradine, tutti raccolti all’interno delle mura e del possente castello.

Otranto. Agglomerato di case prospicente il mare.

Con i  suoi 5600 abitanti, in estate vede moltiplicata la sua popolazione. La bellezza dei posti e l’unicità del mare sono le caratteristiche principali ad attirare nel borgo i turisti.

Il nome Otranto pare che il nome derivi dal Romano Hidruntum, dal fiume Hidrus, l’attuale Idro che sfocia nei pressi della cittadina.


Otranto – Caratteristiche del Borgo


La città è sempre animatissima sia di giorno  che di sera.

I suoi ristoranti sono presi letteralmente d’assalto per i loro  squisiti  piatti di pesce. I negozi, aperti fino a tardi, offrono i più svariati articoli, con particolare riferimento alle ceramiche e terre cotte.

Questo gioiello del Salento è  un ponte fra Occidente ed Oriente come testimoniano la  basilica Bizantina di San Pietro e l’antica cattedrale.  E’ un territorio ricco di spiagge e un luogo ricco di storia, arte, cultura.

Si accede alla città vecchia attraverso la Porta Alfonsina che, insieme alle altre torri del castello e della cinta muraria, offre un bell’esempio di  architettura militare, frutto della nuova fortificazione della città realizzata dagli aragonesi dopo la devastazione Turca del 1480.

Otranto. Veduta di una parte dellle mura.

Otranto – Attrazioni del Borgo


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Il Castello Aragonese

Una delle principali attrazioni del borgo è sicuramente il possente Castello Aragonese nella sua configurazione iniziale di fine ‘400. La sua forma di trapezio  rettangolo, presenta ai vertici torri circolari, con quella rivolta verso il mare, in posizione più sporgente.

Otranto. Il Castello Aragonese.
Castello Aragonese

La Cattedrale ed il Mosaico

Non dovrete perdervi la visita della Cattedrale anche per ammirarne all’interno il suo famoso mosaico

Otranto. La Cattedrale.
La Cattedrale

L’opera costituisce una delle più interessanti tecniche di mosaico nell’arte medievale pugliese sia per la ricchezza del disegno che per le dimensioni e lo stato di conservazione.

Il mosaico, come se fosse un tappeto istoriato, riveste quasi interamente la superficie pavimentale della basilica. Il disegno rappresenta un grande albero con la base all’ingresso della chiesa e lo sviluppo del tronco e dei rami verso il presbiterio. 


La storia di  Otranto è sempre stata legata al mare al quale deve il  proprio sviluppo e la sua importanza. Il borgo è  stato a lungo teatro di sbarchi, di traffici e di commerci basati prevalentemente sulla pesca e sugli scambi via mare, prima che il turismo occupasse una posizione primaria.

Il porto è stato, per lungo tempo, la stazione di partenza e di arrivo per i traghetti diretti alla vicina Grecia o Albania. Oggi offre numerosi servizi per l’attracco delle imbarcazioni e per le attività marittime.

Otranto vista del Porto Turistico.
Porto Turistico

Passeggiare tra le strade di Otranto è un’emozione che raramente si dimentica. I vicoletti, i monumenti e la bellezza antica del centro storico, le conferiscono un fascino ineguagliabile, capace di rapire lo sguardo e il cuore di ogni visitatore.


Cosa vedere nei dintorni


Nelle immediate vicinanze di Otranto, si può visitare la famosa Cava di Bauxite.

Questa cava è da annoverare, senza dubbio, tra i grandi tesori naturalistici del Salento.

E’ un luogo scenografico e magico. La Cava sorge nell’entroterra, nei pressi del famoso faro di Punta Palascia e di Monte Sant’Angelo, e rappresenta una delle destinazioni più pregevoli, dal punto di vista naturalistico, dell’intera Puglia.

Otranto. Cava di Bauxite vista dall'alto.
Cava di Bauxite

Raggiungere la Cava di bauxite di Otranto è molto semplice. Sarà sufficiente uscire dall’abitato di Otranto e muoversi in direzione di Santa Cesarea. Giunti a destinazione, ci troviamo in una piccola strada di campagna che diventa sterrata quasi subito e dobbiamo parcheggiare, perché da questo punto in poi non si può più proseguire in auto.

Otranto. Campagna circostante la Cava di Bauxite.

Continuando a piedi, sulla vostra destra, potrete finalmente scorgere il meraviglioso laghetto verde, dopo aver percorso pochi metri.

Sarà interessante e singolare, farsi una piccola cultura su questa cava, di come sia stata scoperta ed il suo sfruttamento.


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Nozzano…il Castello di Lucca


Nozzano – Motivazioni della costruzione


A causa delle numerose lotte tra Lucchesi e Pisani e le frequenti incursioni di quest’ultimi in territorio lucchese, la Repubblica di Lucca decise di costruire la fortezza di Nozzano come avamposto lungo il confine con Pisa. Ciò anche in contrapposizione alla Rocca di  Ripafratta, situata sul lato opposto del Fiume Serchio. 

Nozzano. Panorama sul borgo visto dal drone.

Anche questa naturalmente, con le sue torri di avvistamento seppur staccate, serviva a controllare i movimenti del nemico lucchese. Non era comunque una macchina bellica così efficiente ed organizzata come il Castello di Nozzano.

Rimangono comunque tutt’oggi due bei giganti  di confine, a testimonianza dei trascorsi tra le due città.


Nozzano – Posizione strategica


Dalle torri del castello si gode di un paesaggio incantevole sulle colline lucchesi, ricche di oliveti, vigneti e boschi con una visuale a perdita d’occhio veramente incredibile che giustifica la scelta  strategica della posizione del castello.

Nozzano. Panorama sulle colline lucchesi visto dal drone.

Nozzano – Etimologia


Il nome Nozzano, pare derivi da quello di un patrizio romano, di nome Noctianus, che aveva possedimenti nella zona conseguenti all’opera di centurazione. 


Nozzano – Conservazione del Castello


I Pisani distrussero facilmente la prima realizzazione del castello che era completamente in legno. Fatto ricostruire da Castruccio Castracani, il grande condottiero lucchese, dopo la morte di quest’ultimo i Pisani lo distrussero nuovamente. Solo dopo la seconda ricostruzione ad opera di Francesco Guinigi, il  castello riuscì a resistere nel tempo mantenendosi così  intatto fino ai  giorni nostri. 

Nozzano. I resti delle antiche mura.
I resti delle antiche mura

Si è conservato così bene, al punto che ancora oggi sono ben visibili le mura e accessibili le torri. Anche per questo Nozzano è uno dei più caratteristici Borghi Lucchesi.


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Attrazioni all’interno del  borgo


La Rocca

Al centro del circuito murario si trova un’altra costruzione, la Rocca vera e propria, l’eventuale ultimo ridotto  difensivo.

Nozzano. La Rocca vista dal drone.
La Rocca

La Rocca ha un impianto  a forma di pentagono irregolare, convergente verso il Mastio, ovvero la parte  più elevata  e centrale del castello, in genere costituita da una robusta torre.

Al Mastio si contrappone una seconda torre aperta verso il  cortile  interno, denominata anche Contromaschio o Torre Femmina. Ed è proprio dalla sommità di queste torri che una sentinella   spiava notte e giorno i movimenti del nemico. Sono ancora perfettamente intatte e visibili le merlature, i camminamenti  di ronda e resti degli impianti difensivi.

Nozzano. Le torri Maschio e Contromaschio  o Torre femmina.
Maschio e Contromaschio

Ma l’appariscente bellezza della fortezza e della rocca non sono le sole attrazioni del luogo. L’interno del castello, o meglio il borgo oggi abitato dai Nozzanesi, offre alcuni particolari artisticamente degni di nota


La Pietra datata

A questo punto, dopo aver fatto un giro intorno al castello, per osservare anche ciò che resta delle antiche mura, varchiamo l’unica porta d’accesso al borgo e subito troviamo, sulla nostra sinistra,   una pietra su cui è scolpita la data della sua ultima ricostruzione nell’anno 1395.

Nozzano. La pietra della ricostruzione del 1395.
La pietra del 1395

La nuova fortezza così ricostruita, fu utilizzata fino alla fine del 1500 anche per controllare le navi che risalivano il Serchio verso Lucca, poi la sua importanza militare e strategica cessò.


L’ antico Pozzo

All’interno del borgo, sul lato sinistro della chiesa, sono visibili i resti di un pozzo profondo oltre 70 metri, scavato interamente nella roccia, che serviva in caso di assedio all’approvvigionamento di acqua ed anche  come di via di fuga, attraverso un cunicolo scavato all’interno del pozzo.

L’ Antico Pozzo

La Rocca non era la sola a trovarsi all’interno della cinta difensiva delle mura. Ai suoi piedi quasi tutte le abitazioni sono del 1300.


 La Casa del Podesta

Appena varcata la porta d’ingresso al borgo, sulla destra notiamo una casa sul cui fronte sono distinguibili tre archi. La casa, di proprietà un tempo dei Canossa, fu  abitata nel 1400 dal Podestà di Nozzano, persona che attendeva all’ordine del territorio e degli abitanti, il solo che possedesse un falco ed un cane per poter cacciare e che  veniva pagato dall’intera comunità con 16 dinari.    


La Proto Stamperia

Proseguendo  per la viuzza che corre intorno al  castello, s’incontra una casa forse tra le  più  vecchie, riconoscibile per il portone d’ingresso in pietra lavorata e che intorno al 1450 divenne una “proto stamperia”, ossia una delle prime stamperie d’Europa.

La ex Proto Stamperia

La Chiesa e la Madonna Celeste

Una prima chiesa in questo castello risale al sec. X. Fu sostituita da una seconda chiesa nel 1412 e dedicata a S. Antonio Abate e poi a S. Acconcio. La chiesa attuale, a croce latina, risulta da un ampliamento e rifacimento della precedente e risale al 1880. In prossimità della chiesa, si trova la statua della Madonna Celeste.

Conclusioni

Venuta meno nel tempo l’importanza strategica e bellica del castello, lentamente il borgo si è andato popolando, con la costruzione di nuove abitazioni ed il restauro e riadattamento  di antichi edifici, mantenendo e curando anche certi spazi verdi all’interno del castello, che fungono oggi da orti, piccoli frutteti e giardini.

Questa aerea è rimasta praticamente intatta dalle trasformazioni urbanistiche e permette, a chi la visita, di sentirsi proiettato in un’atmosfera fuori dal tempo.

Ecco…per tutto questo, Nozzano può essere considerato uno dei castelli meglio conservati e più caratteristici d’Italia, ancora purtroppo sconosciuto a molti Lucchesi…ed è per questo quindi che meriterebbe tutta l’attenzione e l’interessamento dovuti da parte del governo e delle istituzioni.

Nozzano. Veduta del castello.

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Salento…splendida regione della Puglia


Salento – Introduzione al viaggio.


Perché un viaggio nel Salento?…perché qui il sole scalda tutto l’anno, l’arte e le tradizioni non mancano, la cucina è ottima e la gente è particolarmente ospitale.   

Salento. In viaggio nelle zone del salento.

Per questi motivi un viaggio nel Salento, sarà sempre una scelta indovinata. Tante e interessanti sono le attrazioni esistenti in questa stupenda regione, all’insegna dell’ arte e della storia, del cibo con le sue  ricette più disparate, e del mare, un bellissimo mare che non deluderà mai e vostre aspettative.

E proprio il  mare è Il punto di forza del Salento, con le sue singolari e bellissime spiagge lambite da un’acqua cristallina  e dalle mille sfumature; luoghi che spesso meritano  l’appellativo di Maldive del Salento.

Salento. Torre Chianca.
Torre Chianca

Questo viaggio è stato suddiviso  in due parti giusto per avere un’idea, seppur in maniera piuttosto sommaria, delle potenzialità turistiche di questa zona.

Una prima parte dedicata ad alcune località  balneari, come Torre Chianca, nei pressi di Porto  Cesareo, Marina di  Pescoluse tra Gallipoli e santa Maria di Leuca ed infine la Baia dei Turchi nei pressi di Otranto.   

Una seconda parte invece dedicata a quelle attrazioni più  propriamente turistiche e più pertinenti ad un viaggiatore, come Lecce , Gallipoli con il suo famoso mercato del pesce, ed Otranto un bellissimo borgo ricco  di storia ed arte.

Salento. Mercato del pesce a Gallipoli.
Gallipoli – Mercato del Pesce

Salento – Dettaglio del Viaggio


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Cominciamo quindi da Torre Chianca


Salento. Torre Chianca.
Torre Chianca

Torre Chianca

La località prende il nome dall’omonima torre di avvistamento cinquecentesca. Questa fu fatta costruire dagli spagnoli per difendere il Salento dagli attacchi dei pirati saraceni a quei tempi piuttosto frequenti.

Questo luogo è un’altra meraviglia del territorio di Porto Cesareo: qui la sabbia chiarissima si alterna a zone di costa più rocciose, dando forma d un ambiente unico  e straordinario. Il mare in questa zona è fantastico, turchese, cristallino e di una trasparenza straordinaria, con fondali bassi e sabbiosi.

Il  nostro arrivo alla spiaggia, avviene in coincidenza anche con  quello della stupenda nave scuola della marina militare Amerigo Vespucci. Questo stupendo veliero era gemello del Cristoforo Colombo ceduto alla Russia come risarcimento dei  danni di guerra. Ancora oggi è perfettamente funzionante e così ben conservato nonostante sia quasi centenario per essere stato costruito  nel 1930.

Salento. Ripresa dall'alto del Veliero nave scuola della Marina Militare Italiana, Amerigo Vespucci.
Amerigo Vespucci

Pescoluse

Non si può venire in Puglia e non arrivare alle bellissime spiagge di Pescoluse.
Qui la spiaggia è protetta dalle splendide dune, una bella vegetazione spontanea che separa il mare cristallino dal resto del mondo.

Oltre 4 km di bianche spiagge libere intervallate da spiagge attrezzate con famosi stabilimenti balneari. Sabbia fine e acqua cristallina in un paesaggio incontaminato, incorniciato da dune di sabbia e canne mosse dal vento.

Questa zona viene anche chiamata “Le Maldive del Salento” o più raramente “I Caraibi del Salento”. Le spiagge bianche ed il mare così trasparente dalle mille sfumature, formano scenari così belli da meritare il paragone con le più famose mete esotiche.

Fare il bagno nel mare di Pescoluse è un’esperienza unica: l’acqua è così trasparente che potrete ammirarne il fondale pur stando in piedi.

Baia dei Turchi

Nei pressi di Otranto, meno attrezzata, ma non per questo meno bella si trova la spiaggia della Baia dei Turchi.

Una servizio di navetta collega il  parcheggio con la pineta, da dove si stacca un piacevole sentiero che in circa dieci minuti, ci conduce alla spiaggia.

Salento. Servizio di navetta per raggiungere la Baia dei Turchi.

La natura rigogliosa della pineta e della macchia mediterranea,   Il mare cristallino, di un bellissimo  color turchese, sono le caratteristiche che rendono unico il paesaggio della Baia dei Turchi, uno dei tratti più suggestivi del litorale di Otranto.


Salento – Viaggio all’interno


Lecce

Ma lasciamo il mare e ci dirigiamo verso l’interno del Salento, per visitare una città che non ci possiamo assolutamente perdere. Stiamo parlando di Lecce il  Capoluogo del Salento che ha saputo mantenere inalterato nei secoli un clima di aristocratico distacco verso le sollecitazioni al nuovo.

La città è un’esplosione di stile Barocco presente ovunque che  trova la sua massima espressione negli edifici della piazza del Duomo, sicuramente la maggior attrattiva per ogni turista, scenografico teatro barocco, splendido anche di notte.

Gallipoli

A pochi chilometri da Lecce, tutta circondata dal mare, ci aspetta un’altra piccola, ma piacevolissima cittadina, Gallipoli.

La cittadina, conosciuta anche come la perla dello Ionio, si divide in due parti: quella più antica o “città vecchia”  su una piccola isola e il  “borgo nuovo”, sul promontorio retrostante, collegate tra loro da un ponte in pietra.

Salento. Il ponte che collega la città vecchia al  Borgo nuovo.
Gallipoli

Sicuramente la parte che attrae e richiama subito i turisti è la città vecchia. Un agglomerato casuale di vecchi edifici dai tetti pari. Circondati da un intreccio di vicoli e stradine, formano un vero e proprio labirinto dove non è difficile perdersi.

Salento. Particolare della città vecchia vista dall'alto.
Gallipoli – La Città Vecchia

Sarà piacevole passeggiare per queste strette vie. Saremo attratti da negozi di ogni genere, spesso anche caratteristici e singolari. Come questo negozio di articoli natalizi, che ogni giorno espone un cartello con i giorni mancanti al prossimo Natale.

Non mancano poi richiami architettonici interessanti come la piccola, ma apprezzabile chiesa della Purità. E’ situata proprio nelle immediate vicinanze dell’omonima spiaggia, dove al tramonto i bagnanti si affrettano a fare gli ultimi bagni.

Otranto

Ma un viaggio nel  Salento  non può considerarsi concluso senza la  visita di un altro antico borgo, iscritto nell’elenco  ufficiale dei borghi  più belli d’Italia, che rappresenta Il punto più ad est dello stivale, la città dei Martiri, un gioiello del Salento, un ponte fra Occidente ed Oriente.

Stiamo parlando di Otranto, un luogo ricco di storia, arte e cultura, proteso verso il mare, protetto da mura difensive e da un possente Castello


Salento – Conclusioni


Ecco…questa è solo  una parte di quanto potrete scoprire in un viaggio nel Salento.  Un territorio denso di luoghi di straordinaria bellezza che uniscono spettacoli naturali a maestose costruzioni storiche, il fascino della natura alla passione per la cultura, ma anche alla cura dedicata ai visitatori, che grazie alla disponibilità e alla cordialità degli abitanti, si sentiranno sempre e completamente a loro agio.


Salento. Particolare di un momento di  festa della popolazione.

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Bolzano…porta delle Dolomiti


Bolzano – Notizie Generali


Bolzano  è  un luogo d’incontro unico fra tradizione e modernità, estro latino e precisione teutonica, natura e cultura. Con i  suoi 102.000 abitanti, la città è situata a circa 250 metri s.l.m., entro una soleggiata conca montana, tutta verdeggiante e ricca di vigne e di frutteti. E’ la porta di accesso alla Val Gardena.

Bolzano. Il Castel Mareccio circondato da vigneti.

In nessun altro luogo dell’Alto Adige, come a Bolzano, l’incontro di culture diverse è così tanto evidente. Qui la nota dolce vita italiana s’incrocia con la genuina naturalezza alto-atesina.

Bolzano. Angolo della città vecchia.

La città gode di un ottimo clima per il quale il comune ha ottenuto la prestigiosa certificazione di “ComuneClimaGold” , il più alto livello di certificazione europea per la tutela del clima.


Il centro storico, o città vecchia, è costituito da un insieme  compatto di case in gran parte in stile  tedesco, intersecate da una rete di vicoli e stradine fiancheggiate da bei palazzi e ricche di bellissimi negozi.


Bolzano – Visita del centro storico


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Il percorso di visita comincia da Piazza Walther der Vogelweide e si sviluppa nel  centro medievale, che ha come asse la direttrice di piazza delle Erbe e via dei Portici..

Bolzano. Piazza Walther der Vogelweide, il  centro della vita cittadina.
Piazza Walther der Vogelweide

Piazza Walther der Vogelweide

La piazza  Walther è considerata il salotto di Bolzano ed è qui dove ogni  anno  si svolge l’ormai noto Mercatino di Natale.

Questo spazio è il  centro della vita cittadina. Fiancheggiata da importanti edifici e ricca di locali, si trova nelle immediate vicinanze della stazione, dei più importanti parcheggi e nei pressi della Cattedrale.

Nei  pressi della piazza, esiste un ampio parcheggio sotterraneo con uscita proprio nel  centro della piazza stessa.

La Cattedrale

Il Duomo, intitolato a Santa Maria Assunta, è situato sul lato sud-ovest della piazza Walther.

La costruzione, iniziata nel 1280 e  portata a termine nel 1340, è considerata oggi il  massimo esempio di architettura gotica dell’arco alpino.

L’interno, atre navate, è diviso in sei campate da pilastri su cui  poggiano volte ogivali a crociera.

Bolzano. Interno della Cattedrale.
Interno del Duomo

Degno  di nota, nella navata centrale, il pulpito gotico in arenaria con interessanti bassorilievi.

Via dei Portici

La via più caratteristica del centro storico è sicuramente Via dei Portici.

Questa strada mercato è il cuore dell’antico borgo mercantile e tutt’ora la via centrale dello shopping cittadino.

Bolzano. Via dei Portici.
Via dei Portici

Per sfruttare al massimo il poco spazio a disposizione, furono costruiti edifici lunghi e stretti con botteghe e portici a piano terreno, abitazioni ai piani superiori e magazzini nelle zone mediane.

Bolzano. Facciate particolari di palazzi storici.
Centro Sorico

Le case che vediamo oggi, con semplici facciate abbellite da decorazioni a stucco, risalgono ai secoli XVI e XVII.

Piazza delle Erbe

Alla fine della  Via dei Portici si arriva ad un grande slargo che ospita, ogni mattina, un colorato mercato ortofrutticolo con bancarelle permanenti. Questa è la Piazza delle Erbe, realizzata nel Duecento e dove si affacciano belle case storiche.

Al centro della piazza, si trova la singolare fontana del Nettuno in bronzo, sprannominata scherzosamente “l’oste con la forchetta”.

Piazza del Grano

La piazzetta del Grano è uno degli angoli più graziosi della città, con l’antica e caratteristica Casa della Pesa, così chiamata perché nel 1780 vi si trovava la  pesa pubblica.

Sulla facciata si notano ancora i  resti di affreschi del ‘600.

Zona Stazione

Terminata  la visita del centro storico, sarà interessante spostarsi anche ai margini della città vecchia, per ammirare ancora delle belle costruzioni  nei  pressi della  stazione. Qui si trova anche  il vecchio e famoso Hotel Laurin. Un pezzo di storia di Bolzano.

Bolzano. Particolare dell'Hotel Laurin.
Hotel Laurin

Lungo Talvera

Per chi  avesse ancora tempo, è  consigliabile una bella passeggiata sul Lungo Talvera il torrente che bagna la città. Una bellissima area verde ricca anche di giochi e strutture sportive per tutti i gusti e necessità, da bambini ad adulti.


Bolzano – Conclusioni


Vagando lentamente per il  centro storico, potremo scoprire con stupore ancora tanti altri particolari, palazzi ed angoli così  caratteristici, che ci faranno apprezzare ancora di più questa bella città e capoluogo altoatesino. Non mancano poi ottimi ristoranti  e trattorie dove assaggiare i piatti tradizionali del luogo.

Bolzano. Centro Storico

Questa è la vecchia Bolzano, un ComuneClima Gold, prestigiosa certificazione europea per l’impegno nella tutela del clima.


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Ortisei – La Perla delle Dolomiti

Ortisei – Introduzione

Ortisei, un must.

Per gli appassionati della montagna, penso che le Dolomiti siano la parte più bella e spettacolare delle nostre Alpi e la Val Gardena, una delle Valli più belle al mondo, sia a tutti gli effetti una meta imperdibile.

Ortisei. Veduta delle Dolomiti del Gruppo Sella e Sassolungo.

Perla delle Dolomiti e sinonimo di Valgardena, può essere considerato Ortisei, oggetto di questo articolo.


Ortisei. Panorama ripreso dal drone..

Passeggiando per il paese e dintorni, la vista viene continuamente sollecitata dalle bellezze del luogo.  Bei palazzi e negozi caratteristici, piazzette e angoli curati nei minimi particolari. Tutto sempre ben decorato con bellissimi fiori.


Il paese è così ben tenuto e curato da rasentare la perfezione.


Ortisei – Come Arrivare

Raggiungere Ortisei, per chi  proviene dall’Autostrada del Brennero, è molto semplice. Basterà imboccare nei pressi di Chiusa – Val Gardena, la statale 242 detta Gardenese che attraversa tutta la valle fino  al Passo Sella, dove finisce la provincia di Bolzano ed ha inizio quella di Trento.

Dopo un primo  tratto piuttosto stretto, la valle ad un certo punto si  allarga, cominciando a mostrare la bellezza del luogo. L’arrivo nel  paese è segnalato  da una simpatica rotonda che ci permette, spostandoci  sulla sinistra, di dirigersi verso la parte più  alta del borgo, mentre proseguendo a diritto, potremo  trovare da parcheggiare nella parte bassa del paese, proprio dopo il tunnel.

Bellissime e moderne strutture, costituite da tapis roulant e scale mobili, agevoleranno gli spostamenti  a piedi tra la parte alta e bassa del paese.


Ortisei – Visita del Borgo e dintorni

Ortisei è  un comune della provincia di Bolzano con circa 5000 abitanti. Il nome  deriva dal Latino “urticetum” che significa luogo delle ortiche. Il paese si trova nel cuore della Val Gardena,  tutto raccolto ai piedi delle  numerose montagne che lo  circondano, tra le quali  le più  note sono il Rasciesa, il Seceda e l’Alpe di Siusi.

Ortisei. Panorama sul borgo  circondato dalle montagne, ripreso dall'alto con un drone..

Il centro storico, divenuto completamente isola pedonale, è attraversato dalla bellissima via Rezia. La strada collega la seicentesca chiesetta di Sant’Antonio, situata proprio nel centro del borgo,  alla chiesa principale del paese intitolata a Sant’Ulrico, patrono di Ortisei.

Passeggiare avanti e indietro per questa via,  non stanca mai  e mai annoia. La  vista spazia tra bellissimi palazzi fine ottocento e tradizionali alberghi  caratteristici. La via viene definita da molti come la più bella via dello shopping delle Dolomiti.

Ortisei. Particolari di Palazzi ottocenteschi e alberghi  caratteristici.

Non esistono particolari rilevanze artistiche e architettoniche, ma comunque, durante le passeggiate e le escursioni intorno a Ortisei, vi imbatterete ripetutamente in monumenti, rovine e masi ben conservati. Vi faranno cogliere gli aspetti della tradizione e della cultura di questa regione unica per la sua bellezza.

Non dimenticate di visitare il Museo della Val Gardena e di scoprire l’ampia collezione di sculture in legno della Val Gardena. Qui si trovano anche testimonianze della preistoria e della storia antica della Val Gardena. Nel museo, gli appassionati di cinema possono ammirare il lascito di Luis Trenker, noto regista anche di documentari di montagna, di fama mondiale.


Attrazioni  nelle vicinanze

Ma Ortisei, o Saint Ulrich come viene definito  in Tedesco,  non è una meta così  ambita solo per la bellezza del paese, l’importanza della sua storia, le meravigliose sculture in legno presenti ovunque. Ortisei è anche tutto ciò  che di straordinario lo circonda e che merita uno  sguardo  attento.

Allora possiamo parlare subito  di piccole, ma  imperdibili chicche come la Chiesetta di San Giacomo del 1200, la più antica della val  Gardena.

Che dire poi del noto  Caffè Sant’Anna nella valle omonima, raggiungibile dopo una  passeggiata di circa 20 minuti  immersi totalmente nel verde più incontaminato.

Per  accennare infine anche al piccolo villaggio di Bulla,  nei  pressi del paese, con la  sua caratteristica chiesetta circondata dal piccolo e antico cimitero. Ma  torniamo  a  parlare del borgo.

Ortisei.  Piccolo villaggio di  Bulla ripreso  dall'alto. Particolare della chiesetta con l'antico cimitero.

Escursioni sulle Montagne circostanti


Per chi desideri fare escursioni più importanti  intorno al paese e alla portata di tutti, non c’è che l’imbarazzo della scelta.


Monte Rasciesa

Si può raggiungere il monte Rasciesa con la  nuova funicolare e percorrere il  sentiero che conduce fino  al Raschotz, il caratteristico e famoso rifugio del Rasciesa, dove troveremo ad attenderci cavalli, asini e  mucche allo stato  libero,  e godere di una vista sulle altre montagne a dir poco stupenda.

Monte Seceda

Ortisei.  Baita Troier Hutte sul Monte Seceda.
Baita Troier Hutte

Anche il  monte Seceda ci aspetta con i suoi stupendi paesaggi. Una volta raggiunta la sommità del monte con la funivia, in breve tempo arriviamo  al Troier Hutte. La sosta in questo rifugio è ormai un atto dovuto,  una  sorta di tradizione. Questa è una baita antica e caratteristica. Se  pur completamente ristrutturata, non ha perso comunque il  vecchio fascino  e la  sua tipicità alto-atesina. Qui si possono assaggiare ancora prodotti locali di ottima qualità.

Ortisei. Monte Seceda ripreso dall'alto. Sullo sfondo Col Raiser.
Monte Seceda

Dal rifugio, comincia lentamente la discesa verso Col Raiser, attraverso sentieri che si snodano tra baite e laghetti formando un paesaggio veramente fiabesco. 


Alpe di Siusi

Di fronte a queste due montagne, sul lato opposto della valle, ci attende ,  per altre stupende passeggiate, l’Alpe di Siusi, considerato il pascolo di alta montagna più esteso d’Europa, dove i contadini lasciano liberi  i propri animali al pascolo e raccolgono il fieno per l’inverno.

Monte Seura

Non possiamo  infine fare a  meno di  un’escursione sul Monte Seura, raggiungibile con una  comoda seggiovia che parte dal Monte Pana.

Anche qui, nell’unica e caratteristica baita presente,  potremo  ristorarci in compagnie di animali al pascolo, nel  verde più  incontaminato, circondati da boschi, all’ombra del Sasso Lungo,  questa spettacolare  montagna divenuta ormai il  simbolo di Ortisei.


Ortisei – Shopping

Per gli amanti dello shopping, Ortisei, all’interno  della suo  centro  storico, offre una vastissima gamma di negozi molto eleganti e dai più svariati  articoli. I generi spaziano dall’abbigliamento all’arredamento, articoli per la casa, articoli da regalo, articoli sportivi e chi più ne ha più  ne metta. Le vetrine sono così ben curate ed allestite che attirano inevitabilmente l’attenzione del turista.

Ortisei. Negozio di salumi e formaggi tipici.

Artigianato locale, particolarmente dedicato al  legno, prodotti tipici, come speck, formaggi ed altri salumi, la fanno veramente da padrone.

Anche i negozi di  souvenir offrono  articoli originali e, nel caso in cui i negozi tradizionali non siano sufficienti a soddisfare i desideri del turista, c’è pur sempre  un mercatino locale pronto a colmare eventuali esigenze particolari.

Ortisei. Negozio di articoli souvenir originali.

Ortisei – Piatti Tipici e Prodotti Locali

Molti e tutti validi sono i ristoranti presenti in paese e nei dintorni. Sarà una piacevole esperienza  assaggiare i numerosi piatti tipici. Da non perdere il “Gulasch con i canederli”, i “Maltagliati al ragù di Cervo” e gli “Gnocchetti alla Tirolese”.

Incredibile anche la gamma dei dolci. Tra questi, quelli che più mi hanno più colpito, le “Frittelle di Mela con Crema e Ribes”, i “Canederli alla Ricotta ripieni di  Cioccolata, con Crema e Frutti di Bosco” per non parlare infine delle classiche e immancabili “Kaiserschmarrn” le dolci omelette con zucchero a  velo e marmellata di frutti di bosco.

Tra i prodotti locali spiccano sicuramente i salumi di vario tipo. Lo speck ed i  formaggi sono veramente ottimi. Tutti prodotti da assaggiare, come la singolare “ Grappa al  Fieno”.

Ortisei – Conclusioni

Ecco…Ortisei è tutto questo. Un borgo stupendo in una valle tra le più belle al mondo. Un paese ricco di arte, storia, cultura, circondato da una natura incontaminata, che lo ha fatto sicuramente diventare una delle mete dolomitiche più  ambite dai turisti e dove prima o  poi vorremo sicuramente ritornare.

Ortisei. Tipici alberghi tradizionali.
Alberghi tradizionali

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Rasciesa – Pascolo per Cavalli

Rasciesa – Introduzione


Rasciesa. Parte situata dietro il rifugio, con cavalli all'abbeveratoio.

Rasciesa è sinonimo di cavalli. Una montagna popolata da tanti bei cavalli di varie razze, più o meno grandi. Ma seppur la loro  presenza sia numerosa e sparsa un po’ per tutto il  monte, non da meno lo è quella delle mucche che insieme ai vitelli pascolano  tranquillamente su questi grandi prati. 

Per la gioia dei bimbi poi, si fanno avanti anche gli asini, che abituati ormai alla vista dei turisti, si fermano come se volessero salutare e farsi riprendere.

Tanti animali insomma allo stato libero, che non disdegnano il contatto  con l’uomo. Abituati a questo ormai da tempo, si lasciano avvicinare senza creare alcun problema.

Rasciesa. Mucche al pascolo nei pressi del  Raschotz.
Mucche al Pascolo nei pressi del Raschotz

Anche per tutto questo, un’escursione sul Monte Rasciesa è un’ottima scelta per una passeggiata in totale relax. Senza particolari difficoltà e immersi nella natura più incontaminata.

Rasciesa – Descrizione

Il monte Rasciesa è un vasto altipiano situato a nord di Ortisei, in Val Gardena, con una superficie di quasi 1.000 ettari, ad un’altezza superiore ai 2.300 m s.l.m.

L’alpe è un paesaggio culturale antico con ampie malghe. Si suddivide in due aree geografiche ben distinte: Rasciesa di dentro, situato alla destra dell’arrivo della funicolare, e Rasciesa di fuori alla sinistra della stazione.

Rasciesa. La parte del Rasciesa di Fuori.
Rasciesa di Fuori

La storia documentata risale al decimo secolo e il suo nome deriva, molto probabilmente, dalla parola Ross-Etz, che significa “pascolo per cavalli“. 

Come raggiungere il Monte e il Rifugio

Per chi vuol raggiungere il monte e rinunciare alla salita a piedi, da Ortisei parte una comoda funicolare che in pochi minuti raggiunge la stazione a monte Rasciesa da dove si comincia ad ammirare uno stupendo panorama sul Sassolungo e sull’Alpe di Siusi.

Rasciesa. Funicolare del monte rasciesa
Funicolare del Rasciesa

Dopo aver superato un dislivello di poche decine di metri, il sentiero si  snoda con fare pianeggiante tra pini e larici, prati ed abbeveratoi per gli animali al pascolo.

L’obbiettivo di questa escursione, indicato anche nel cartello all’inizio del sentiero, è quello di raggiungere il Raschotz, il più  noto rifugio dell’alpe . 

Una volta raggiunto, ci potremo riposare e guardarci attorno per ammirare questo panorama che non finisci mai di stupirci.

Raschotz – Il Rifugio

Da lontano il rifugio ci appare con la sua inconfondibile sagoma del tetto, come un’oasi in questa vastità di prati e boschi.

Rasciesa.Il Raschotz visto da lontano..
Il Raschotz visto dall’alto

L’intera costruzione è una vera e propria terrazza sulle montagne più famose di questa valle, la Val Gardena.

Stiamo parlando di un luogo incredibile, alla portata di tutti e soprattutto, raggiungibile da tutti. Qui ci possiamo gustare veramente un ottimo pranzo, a base di piatti tipici locali, con vista mozzafiato

Ristrutturato pochi anni fa, si trova a 2170 mt. di altitudine all’interno del parco naturale PUEZ-ODLE.

Raggiungibile in circa 40 minuti dalla stazione della funicolare, è circondato da bellissimi prati dove pascolano liberi branchi di cavalli e mucche che rendono il paesaggio ancor più fiabesco.

Conclusioni

Rasciesa. Veduta sul  Sassolungo e sull'Alpe di  Siusi.

Si lascia il Monte Rasciesa con un po’ di tristezza, con il timore di non poter vedere mai più simili stupendi panorami, ma altri luoghi altrettanto belli ci attendono sulle Dolomiti. La Val Gardena ci sorprende continuamente e ogni giorno ci regala nuovi, fantastici paesaggi, per il piacere degli occhi, del cuore e della mente.



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Chiesa di Sant'Andrea - Chiusa

Chiusa – Il borgo medievale degli artisti

Chiusa – 4600 abitanti ad un’altezza di 523 mt slm, è un borgo in provincia di Bolzano iscritto  dal 2002 nell’elenco ufficiale dei Borghi più Belli d’Italia.

Chiusa. Il  Castel Branzoll visto dall'alto. del drone.
Castel Branzoll

Con i suoi stretti vicoli e piazzette particolari, questa località medievale è caratterizzata da un’atmosfera tipicamente altoatesina.

Chiusa – La Via Centrale

L’attrattiva principale del borgo, quella che colpisce subito e in modo particolare il viaggiatore, è costituita dalla via centrale, che in line a quasi retta collega la città basse con la città alta.

Chiusa. La via centrale ripresa dall'alto.

Ed è proprio tutt’intorno  a questa via, che si  concentrano le vecchie abitazioni e negozi, che con il  loro aspetto medievale, rendono il  borgo particolarmente  caratteristico.

Chiusa – Il Castell Branzoll

Dall’alto, il Castell Branzoll domina  sulla cittadina.

Questo castello fu costruito attorno al 1250 dai Signori di Sabiona e nel 1671 subì un furioso incendio.  

Chiusa. Il Castell Branzoll che domina sulla cittadina di Chiusa.
Castell Branzoll

Dell’intera costruzione rimasero solamente le rovine. Nel 1895 il famoso appassionato di castelli, dr. Otto Piper, lo acquistò e lo ristrutturò completamente nelle forme attuali.

La struttura non è visitabile. Il castello è attualmente abitato da una famiglia di Chiusa.

Per buone ragioni, Chiusa è nota come la “cittadina del Dürer”, in onore al  maestro Albrecht Dürer.   Questi soggiornò proprio in questo bel borgo durante il suo viaggio in Italia nel 1494, trasformandolo  in teatro di una vivace vita artistica.

Chiusa. Particolare artistico.

Piazza Parrocchie Chiesa di Sant’Andrea

La Piazza Parrocchia, su cui si affaccia la chiesa di sant’Andrea, segna il confine tra città alta e città bassa.  

La chiesa si trova proprio sulla sponda destra del fiume Isarco che ne lambisce la parte posteriore.

Chiusa. La chiesa di Sant'Anddrea vista dall'alto.

Costruita tra il 1482 e 1498 in forme tardogotiche, sorge sui resti di un precedente edificio romanico ed è considerata una delle più belle chiese del gotico sudtirolese.

L’interno, semplice e suggestivo, presenta una navata unica con volte a crociera, belle vetrate policrome e sobri arredi barocchi. Degno di particolare attenzione è l’altare completamente in  legno  del 1600.

Chiusa – Conclusioni

Il centro storico di Chiusa ha mantenuto immutata la sua particolare struttura medievale. L’atmosfera che si respira è la stessa in fondo, che entusiasmò i romantici pittori di fine secolo approdati nella cittadina.

Chiusa. Centro storico.

Allora si dipingeva, si disegnava, si beveva ammirando entusiasti il gioco di antichi angoli della città.

Non è facile trovare un altro borgo così caratteristico, ben conservato nel tempo e così ricco di storia ed arte. Ma il Trentino sotto questo aspetto è ben fornito di bei paesi. Almeno  una decina di questi sono iscritti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia, e per trovarne un altro veramente caratteristico, non occorrerà fare molti chilometri. A soli 20 minuti da Chiusa potremo trovare un altro bellissimo borgo, anch’esso iscritto  tra i Borghi più  Belli d’Italia. Si tratta di Castelrotto.


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Val Gardena – La più bella valle del mondo

Val Gardena

Val Gardena…percorrendo la statale del Brennero in direzione nord, a pochi chilometri dopo Bolzano, in località Ponte Strada, si snoda sulla destra la statale 242 detta gardenese, che percorre per circa 25 chilometri una meravigliosa valle attraversando  tre stupende località.

Val Gardena. Statale che da Castelrotto porto a Ortisei.

La prima è Ortisei, che a pieno titolo può considerarsi il capoluogo , se così si può dire, di questa valle, famoso per le sue sculture artistiche. Troviamo poi Santa Cristina, il più piccolo dei i  tre paesi della valle, ma anch’esso molto caratteristico. Infine Selva, noto centro di sport invernali, ma frequentatissimo anche d’estate grazie alla miriade di sentieri e rifugi che consentono belle passeggiate. 

Val Gardena. Panorama sul paese visto dal drone Mavic Mini 2
Ortisei – Panorama dal Drone

La valle termina al passo Sella, a quota 2244 mt, da dove comincia la Val di Fassa.

Val Gardena. Gruppo del sella visto dal Monte Seura con drone Mavic 2 Zoom.
Monte Sella visto dal Monte Seura

Val Gardena – Introduzione

Stiamo parlando   della Val Gardena, una delle più belle valli al mondo per le sue montagne, la varietà del  paesaggio costituito da prati, boschi e centinaia di sentieri,  nonché la storia, la cultura, l’arte e le tradizioni.

Da non sottovalutare anche la cucina tradizionale ottima in tutti  i suoi piatti. Funghi, canederli, capriolo, cervo, polenta nelle sue varie forme sono i suoi punti di forza.

Poi ci sono i dolci, tanti dolci tra i quali ovviamente lo strudel di mele e i canederli di ricotta ripieni al cioccolato ed entrambi in salsa di vaniglia. Ed infine le famose kaiserschmarrn, grosse frittellone di omelette dolci spezzettate, con zucchero a velo e frutti di bosco.

Val Gardena. Kaiserschmarrn ai frutti di bosco.
Kaiserschmarrn ai frutti di bosco

Castelrotto

Ed è  proprio all’insegna della storia e dell’arte che la valle si presenta subito con una località da non perdere.

Val Gardena. Castelrotto visto dal drone Mavic Mini 2.
Castelrotto visto dal drone

Un paese iscritto tra l’altro nell’elenco ufficiale dei Borghi più Belli d’Italia. Si tratta di Castelrotto, una vera opera d’arte con i suoi edifici storici, decorati in maniera splendida dall’artista e pittore Burgauner.

E’ qui che la Val Gardena comincia già a mostrare parte della sua bellezza con l’Alpe di Siusi, Seiser Alm in Tedesco, una delle montagne più  belle delle Dolomiti. 

Val Garden. Alpe di Siusi vista dal drone Mavic 2 Zoom.
Alpe di Siusi

Prati, sentieri e boschi per oltre 50 kmq, fanno dell’Alpe il più vasto altopiano d’Europa. Sono centinaia i chilometri di sentieri che attraversano questo paesaggio alpino.  E’ qui che i contadini di Castelrotto, tra malghe e rifugi, portano a pascolare le  loro mucche, i cavalli e le pecore.


Video con Commento audio e riprese con Droni


Ortisei

Pochi chilometri dopo Castelrotto, la valle si apre lentamente mostrando la prima importante località, il vero punto di riferimento della Val  Gardena: Ortisei.

al Gardena. Panorama su Ortisei  ripreso con drone Mavic 2 Zoom.
Ortisei visto dal drone

Con i  suoi 5000 abitanti, ad un’altezza di 1220 mt slm, il paese presenta un paesaggio  urbano dominato da alberghi tradizionali, come il famoso Cavallino Bianco,  e graziosi edifici di fine secolo. 

L’isola pedonale di Ortisei viene definita da molti come la più bella delle Dolomiti.  La via Rezia, che l’attraversa, è descritta come la più bella via dello shopping delle Dolomiti

Santa Cristina

Lasciato Ortisei e dopo una breve sosta alla singolare ed antichissima chiesetta di san Giacomo immersa completamente nel bosco,  raggiungiamo  solo dopo alcuni chilometri Santa Cristina.

Val Gardena. Chiesetta di San Giacomo.
Chiesetta di San Giacomo

Questo piccolo, ma grazioso borgo della Valgardena ha come emblema la sua caratteristica parrocchiale costruita nel 1300. Questo fatto la rende  la più antica della valle.

Val Gardena. Particolare del campanile della parrocchiale di Santa Cristina.
Santa Cristina

Con il  suo caratteristico campanile il paese è ben visibile anche da lontano.

Circondata da prati ricchi di fiori e da bizzarre formazioni rocciose che invitano a piacevoli e rilassanti passeggiate tra boschi, prati e decine di sentieri, Santa Cristina si trova in prossimità dell’ultima importante località gardenese, Selva di Val Gardena.

Selva di Val Gardena

Importante centro di  sport invernali, il paese merita sicuramente una sosta anche per ammirare la produzione artigianale di articoli in legno, di cui il paese ne va letteralmente fiero. 

Anche nei dintorni di Selva, la Val Gardena continua a manifestare la sua singolare bellezza. Ci offre l’imbarazzo nella scelta dei sentieri per fare lunghe e rilassanti passeggiate tra prati, boschi e laghetti sempre all’insegna della più incontaminata natura.

Monte Secede vista dal drone Mavic Mini 2.

Val Gardena – Conclusioni

Lasciato il paese di  Selva, la statale  sale lentamente fino al Passo Sella a quota 2244 mt slm. Qui termina la  Val Gardena ed ha inizio così un’altra bella vallata: la  Val  di Fassa, altro gioiello delle Dolomiti.

Val Gardena. Passo Sella.
Passo Sella

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Castelrotto – Un’opera d’arte delle Dolomiti

Castelrotto – Notizie Generali

Castelrotto, in Val Gardena, è un bel paese iscritto nell’elenco ufficiale dei Borghi più Belli d’Italia.

Ci stacchiamo per un attimo  dalla statale 242 della Val Gardena e ci dirigiamo verso Castelrotto, comune della provincia di Bolzano con circa 7000 abitanti, situato ad un’altezza di 1090 mt slm.

Castelrotto. Particolare del centro storico.
Centro storico – Il Campanile

Castelrotto è il  nucleo principale delle  undici  frazioni che costituiscono il  comune.


Castelrotto – Il Paese

E’ la località che più delle altre undici attira il turista che rimane affascinato subito dalla bellissima piazza Kraus dove si trova  l’antico municipio del 1607 ancora oggi ben conservato nelle sue forme e la torre campanaria del 1753, ricostruita dopo un incendio.

Castelrotto. Piazza Kraus con il bel palazzo del municipio.
Palazzo del Municipio – Piazza Kraus

Il nucleo più antico e caratteristico del borgo è tutto raccolto attorno a questa piazza con la sua bellissima e singolare fontana.

Questa fontana è sempre stata in passato un’indiscutibile sosta ristoratrice, molto apprezzata anche dai cavalli. Per questo motivo i paesani la definiscono “fontana-abbeveratoio”. 

La Chiesa

Nella piazza Kraus s’innalza la Parrocchiale con il suo campanile in stile  barocco, insolitamente staccato dalla chiesa.

Si dice che le sue campane abbiano il suono più bello in tutta la valle e che la costruzione, sia la più alta della Val Gardena, addirittura la terza in tutto  l’Alto  Adige.


Già  menzionata in alcuni documenti nel 1190, la chiesa è stata ricostruita tra il 1838 e 1845 in stile neo classico. Chiamata anche il Duomo di Montagna, al suo interno sei pilastri dividono la chiesa in tre navate.

Castelrotto. Interno della parrocchiale.
Interno della Parrocchiale

Il nome del borgo deriva da Castel Ruptum, che significa appunto castello rotto, diroccato. Ma la caratteristica singolare del borgo, non sta tanto nel  castello, di cui peraltro non troveremo traccia se non in alcune rovine alla sommità di un colle , quanto nelle decorazioni delle facciate di case e alberghi, veramente artistiche, volute ed eseguite dal pittore Eduard  Burgauner, il cui intento era quello di trasformare Castelrotto in una grande opera d’arte.

I Palazzi decorati

E così possiamo ammirare lo storico albergo  Goldenes Ross, antica locanda già esistente nel 1600, con la sua bellissima facciata decorata e adorna di fiori, e lo Zum Wolf, anch’esso attivo dal 1600, dalla bellissima facciata anche questa perfettamente decorata con arte e gran gusto.

Queste sono solo le più rappresentative. Altre ne esistono altrettanto belle, come questa facciata dell’antica pasticceria e panificio Burgauner che viene già citato in un documento del 1807 e che lo rende così uno dei più antichi panifici dell’Alto Adige. 

Castelrotto. Facciata dell'antico forno Burgauner, il più antico dell'Alto Adige.

Castelrotto – Alpe di Siusi

Ma Castelrotto merita una visita anche per la sua ottima posizione ai piedi dell’Alpe di Siusi, nel parco dello Sciliar. Dal paese infatti ci possiamo spostare facilmente sull’Alpe, il Seiser Alm in Tedesco, una delle montagne più belle delle Dolomiti. 

Castelrotto. Panoramica dal drone, sull'Alpe di Siusi.


Prati, campi e boschi per oltre 50 kmq, fanno dell’Alpe il più vasto altopiano d’Europa. Sono centinaia i chilometri di sentieri che attraversano questo paesaggio alpino.  E’ qui che i contadini di Castelrotto, tra malghe e rifugi, portano a pascolare le  loro mucche, i cavalli e le pecore.


Conclusioni

Terminiamo la nostra passeggiata attraverso il  borgo, guardandoci intorno, osservando ed ammirando con stupore tanta bellezza, precisione e ordine per poterlo imprimere nella nostra mente e portare con noi un ricordo indelebile di questo incantevole paese, non a caso definito Uno dei Borghi più Belli d’Italia.


Video con Commento audio


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Favignana e Mazara – Due mete sicule imperdibili


Favignana e Mazara – Introduzione

Lo spettacolo della natura che vediamo in questa immagine, altro non è che l’isola più rinomata e visitata della Sicilia. E’ la più bella delle Egadi; si tratta di Favignana, principale isola dell’arcipelago  che si trova a circa 7 km dalla costa sicula.

Favignana e Mazara. Particolare di scogliera, con pietre di tufo.

Favignana e Mazara – Come Raggiungere e Muoversi a Favignana

Non ci possiamo assolutamente perdere un’escursione a Favignana, specialmente se stiamo effettuando un Viaggio in Sicilia nella parte occidentale dell’isola. Raggiungerla da Trapani sarà semplicissimo e molto agevole, a meno che non ci si trovi nei mesi di Luglio o Agosto. In questo periodo sarà indispensabile prenotare il traghetto parecchi giorni prima. 

Una volta sbarcati sull’isola, potremo scegliere il mezzo preferito per i nostri spostamenti tra una vasta gamma di ciclomotori, motocicli e biciclette anche con pedalata assistita. Personalmente ho scelto la bicicletta con pedalata assistita, molto comoda specialmente in estate quando fa molto caldo. Anche abbastanza veloce. 

Con questo pratico mezzo potremo muoverci agevolmente sull’isola come e quanto vogliamo. Ammirare le scogliere, i colori del mare, la campagna e le masserie delimitate dai muretti a secco. Potremo avventurarci per i sentieri più impensati per raggiungere qualche luogo singolare dove poter fare il bagno.

Favignana e Mazara. In bici tra masserie con muretti a  secco.
Tra masserie con muretti a secco

I colori e la trasparenza dell’acqua sono così invitanti che è inevitabile tuffarsi. Anche in assenza di spiagge, sarà bellissimo accedere alle piccole calette presenti un po’ ovunque. 

Favignana e Mazara. Cala Rossa, bellissima scogliera con acqua variopinta.
Favignana – Cala Rossa

Una volta stanchi di girovagare per l’isola, potremo rinfrescarci nel centro di Favignana. Seduti ad uno dei tanti locali nella piazza centrale, ci potremo gustare una buona birra locale e visitare così anche il centro storico del paese.


Il Centro di Favignana

Il centro si snoda tutto intorno a Piazza Matrice. Questa è la piazza principale, fulcro del paese e centro della vita cittadina.

Sull’angolo della piazza, sorge la settecentesca Chiesa Madre. La costruzione è così  decentrata per non chiudere la  prospettiva sul mare.

Favignana e Mazara. Chiesa Madre in piazza Matrice.
Favignana – Chiesa Madre

Tornando verso  il porto dove prendere il traghetto  per il  ritorno, notiamo questo originale adattamento di un vecchio fabbricato ad Agenzia delle Poste. E’ veramente strano e merita almeno un attimo di attenzione, come lo meritano anche questi due turisti, pure essi  in attesa del traghetto. 

Seduti comodamente sul battello verso Trapani,  e avendo tempo a disposizione, cogliamo il momento per organizzare con calma anche una piccola escursione a Mazara del Vallo. Questa è una tipica cittadina dall’atmosfera vagamente tunisina,  e merita assolutamente una visita per chiudere così questo bel viaggio nella Sicilia Occidentale. 


Favignana e Mazara – Mazara del Vallo

Posta sul mare alla foce del fiume Màzaro, Mazara del Vallo è  uno dei principali porti pescherecci d’Italia. E’ sede della più importante flotta peschereccia del Mediterraneo con ben 400 motopescherecci di grandi dimensioni. Sono queste imbarcazioni che si occupano di pesca d’altura. 

Favignana e Mazara. Veduta del porto  pescherecci di Mazara del Vallo.
Mazara del Vallo – Porto Pescherecci

L’atmosfera della città antica è densamente storica. Si spazia tra testimonianze normanne, edifici barocchi ed un pizzico anche di Tunisia, con la caratteristica Kasbah che si  snoda tra una miriade di vicoli nella città vecchia. 

E proprio la Kasbah di Mazara del Vallo è forse l’attrazione maggiore per i turisti.


Mazara del Vallo – La Kasbah

Alle spalle di Piazza della Repubblica, si stende questo dedalo di vicoli e incroci. E’ qui che batte il cuore della comunità tunisina di questa città. Sono circa 6000 le anime ben integrate, che proprio in questi vicoli vivono  e lavorano.

La Kasbah è un intreccio di stradine lastricate a tratti da un ciottolato più antico di quello di Tunisi. Si può scoprire tutto questo in bella passeggiata di circa due ore alla ricerca di luoghi insoliti, segreti e curiosità. 

La città non ha molte rilevanze architettoniche come altre località sicule più  attrezzate. Pur tuttavia esistono opere degne di nota in stile barocco che anche qui è presente ovunque.



Mazara del Vallo – Centro Storico

La visita turistica vera e propria è tutta concentrata in spazi raccolti intorno a Piazza della Repubblica. Questa è  la piazza più importante di Mazara del Vallo e costituisce uno spazio  barocco nel centro della città.

Favignana e Mazara. Bella veduta di Piazza della Repubblica.
Mazara del Vallo – Piazza della Repubblica

L’area è chiusa sul lato orientale dal fianco della cattedrale, bellissima costruzione realizzata nel 1093 e riedificata nel XVII secolo in stile barocco. Sul lato sud chiude invece la prospettiva il bellissimo porticato del Seminario dei Chierici.


Favignana e Mazara – Conclusioni

Il caldo insopportabile di agosto non consente di completare la visita della città come programmato. In cerca di un po’ di brezza rinfrescante mi dirigo, a malincuore, verso l’auto soddisfatto comunque di aver dedicato una mezza giornata da turista anche a questa piccola, ma interessante e caratteristica località  sicula.



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Montecarlo – Il Borgo del Vino…e non solo

Montecarlo – Introduzione

Non è necessario allontanarsi troppo dalla proprio città per trascorrere una giornata da vero turista. Spesso basta percorrere solo pochi chilometri per raggiungere  un bel  borgo interessante. Magari visto e rivisto chissà quante volte, senza però averne mai approfondito più di tanto la conoscenza. 

Così, in una bellissima domenica di Aprile anche se gradevolmente nuvolosa, raggiungiamo Montecarlo a soli 15 km da Lucca.

Montecarlo. Veduta del borgo dall'alto di un drone.
Montecarlo – Panorama

Montecarlo in generale


Nonostante sia ricco di storia, di tradizioni e collocato in un contesto geografico così splendido, questo paese non è mai stato  inserito  tra I Borghi Più Belli d’Italia.

Tante sono le rilevanze architettoniche come le antiche mura, la Fortezza, la Chiesa di Sant’Andrea e tanti bei palazzi. Da qualsiasi parte si raggiunga il paese, la vista è sempre splendida e gli occhi provano piaceri indescrivibili nell’osservare il panorama.

Montecarlo. Veduto dall'alto della Roccca.

Il territorio è immerso nella natura e nel silenzio, tra uliveti e vigneti che producono i due prodotti locali d’hoc: OLIO E VINO. Molto noto è il Bianco di Montecarlo.

Molti locali  all’interno del borgo, non perdono occasione per richiamare l’attenzione dei visitatori sulla qualità dell’olio e del vino in particolare. 


Montecarlo – Visita del Borgo

La  visita del borgo ha inizio dalla parte lucchese, ovvero nei pressi della Rocca che purtroppo troviamo chiusa  per l’ennesima volta.  Il tempo si mantiene nuvoloso, ma buono e tutto  lascia sperare quindi in una piacevole passeggiata.

Il centro storico, ben conservato e tuttora circondato dalla splendida cinta muraria, sorge sul Colle del Cerruglio che da il nome alla Fortezza del Cerrugliodivenuta ormai il simbolo del paese.

Montecarlo. Vista del borgo dalll'alto, ripresa con drone.
Mopntecarlo – Vista dall’alto

La rocca medievale sorge all’estremità nord della collina. Diventata tutt’uno con la Fortezza di Montecarlo, é adesso una dimora storica di grande pregio.
Fu proprio da questo fortilizio a forma di triangolo, che la mattina del 23 Settembre 1325, i cavalieri di Castruccio Castracani  partirono per affrontare le armate fiorentine nella celebre battaglia di Altopascio. 

Via Roma

Ci lasciamo alle spalle la Fortezza e imbocchiamo la Via Roma, la strada principale che attraversa il borgo dalla Fortezza fino a Porta Nuova. Passeggiando proprio su questa via, possiamo ammirare sui due lati della strada da una serie di edifici risalenti ai secoli XVII-XVIII.

I Vecchi Palazzi

Si tratta di palazzi notevoli pur nella loro semplicità strutturale e importanti come l’antico Palazzo Comunale. Sulla facciata compaiono le lapidi che ricordano molti eventi, tra in quali i risultati del celebre plebiscito toscano del 1860. Tale plebiscito legò le sorti dell’antico Granducato a quelle del Regno di Vittorio Emanuele II.

Molto caratteristica è invece la dimora rossa del secolo XVII, che per il suo “singolare abbigliamento in stile nordico ed il suo colore”, attira subito l’attenzione del turista. 

Il Palazzo Pancani, di proprietà dell’omonima famiglia Montecarlese, recentemente ben ristrutturato è noto per aver ospitato la cantante lirica Maria Callas.

La Chiesa del Borgo

La maggiore rilevanza architettonica presente nel Borgo è sicuramente la chiesa di  Sant’Andrea. I Montecarlesi la costruirono tra il 1332 e 1334. Per la sua altezza è la costruzione più alta del paese. Della struttura originaria, resta solamente la facciata.

Montecarlo. Chiesa di sant'Andrea con il campanile.
Montecarlo – Chiesa e Campanile di sant’Andrea

L’edificio è sostenuto nella parte absidale da forti costruzioni dovute al ripido crinale collinare. Originariamente era più basso, come si rileva facilmente dal diverso colore del paramento in laterizio della facciata.

La completa ristrutturazione, che avvenne intorno al 1783, ha lasciato all’interno solo poche tracce della costruzione originaria. Il progetto fu ideato dall’architetto Giuseppe Vannetti da Varese e dell’ingegnere Giuseppe Bernardi, di Pescia.

Proprio per la sua altezza, era vietato a chiunque, per statuto, di salire sul tetto della chiesa affinché nessuno potesse scrutare dentro la Fortezza.

 

Montecarlo. Facciata della Choiesa di sant'Andrea.
Montecarlo – Chiesa di Sant’Andrea

Sempre per motivi di sicurezza militare anche il campanile ha un’altezza limitata a quella della facciata. Fu poi sostituito solo  nel 1903 nelle forme attuali. La sua altezza raggiunge quasi i 39 metri. Alla sommità trovano posto una campana cinquecentesca e due del ‘700.

All’interno della chiesa sono conservate alcune  opere preziose tra cui le più interessanti sono la tavola con la Madonna in trono col Bambino  e l’altare di Santa Maria  Maddalena risalente al 1391. 

Montecarlo – Curiosità

Piccoli slarghi, vicoli, passaggi di collegamento con la Via Roma e l’altra importante via Carmignani, chiamati in gergo locale troncatoie, ci regalano begli scorci su palazzi, piazzette e locali caratteristici che richiamano alla mente il Vino di Montecarlo. 

Le antiche Porte di Accesso

Concludiamo questo piccolo tour con una passeggiata all’esterno del paese per visitare le antiche porte di accesso a Montecarlo.

Cominciando dalla Porta Fiorentina che è stata per secoli il principale ingresso nel centro storico di Montecarlo.

Montecarlo. Porta Fiorentina, vecchio tradizionale ingresso al centro storico.
Montecarlo – Porta Fiorentina

Delle quattro porte originarie , quelle ad oggi ancora aperte e ben conservate sono tre; la quarta, Porta a Pescia, è ormai chiusa da epoca immemorabile.

La Porta Nuova o Porta dell’Altopascio,  è stata riaperta e rialzata nel 1598: deve appunto a questo fatto il suo nome attuale. 

La Porta a Lucca o Porticciola che era originariamente di più piccole dimensioni, fu ricostruita ed allargata fra il 1570 e il 1594, ed era quella che consentiva l’accesso al borgo per chi proveniva da Lucca.

CONCLUSIONI



Dovremmo dedicare ogni  tanto un po’ di tempo a qualche borgo nelle nostre vicinanze, da veri turisti, con più attenzione, dedizione e approfondendone la conoscenza anche nei minimi particolari. Il turismo non si fa solo in vacanza, lontani da casa, in Paesi lontani, alla ricerca di chissà quali particolarità che invece spesso le potremo trovare proprio vicino a casa nostra.

Così facendo, scopriremo con grande sorpresa, di aver conosciuto, per la prima volta, una nuova vecchia località. 

Montecarlo. Panorama sul borgo, ripreso dalla parte lucchese.
Montecarlo – Panorama

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Modica e Ragusa – Due città strappate alla roccia

Modica e Ragusa – Introduzione

Se Modica viene definita come città strappata alla roccia, Ragusa è invece un sali e scendi di scale all’interno di un labirinto.

Osservando attentamente queste località, notiamo che molti sono i punti in comune tra loro. Il primo punto in comune è la posizione che esse occupano sul territorio. Sono entrambe abbarbicate sulle pendici di colli, con centinaia di abitazioni strappate  alla roccia ed ammassate tra loro in un gradevole sistema casuale.

Ragusa

Ragusa ha sicuramente più rilevanze architettoniche rispetto a Modica. La città è ricca di bei palazzi, storiche costruzioni di varie tipologie e stili architettonici, presenti un po’ ovunque.

Modica e Ragusa. Particolare dell'agglomerato di Ragusa.
Ragusa – Particolare

Modica

Anche Modica però ha le sue attrazioni architettoniche e storiche, come il Palazzo degli Studi, fondato nel 1878 e l’antico Teatro Garibaldi realizzato intorno alla prima metà dell’Ottocento.

Un’altra caratteristica che accomuna le due città sono le strette vie ed i vicoli del centro storico.


Questo sistema urbanistico ha creato dei grandi labirinti dove è bello perderci in lunghe passeggiate tra negozi e banchi di prodotti tipici. Si possono ammirare così tanti particolari in stile barocco, presente questo un po’ ovunque in entrambe le città. Sotto quest’aspetto, le due località si avvicinano molto anche a Scicli.


Modica e Ragusa – Visita delle Città


Due attrazioni architettoniche di cui ciascuna delle due città ne può andare fiera, sono le Cattedrali.


Le Cattedrali

Entrambe bellissime, godono di una posizione scenografica sorprendente. 

Modica e Ragusa. La cattedrale di Modica.
Modica – La Cattedrale

Il Duomo di Modica si slancia da una lunga gradinata di ben 250 scalini   in uno spettacolare connubio tra architettura e scenografia. Dall’alto del piazzale della chiesa, si può dominare gran parte della città.
Il suo interno a cinque navate è particolarmente   ricco di opere d’arte. Sull’altare maggiore si trova il polittico attribuito a Bernardino Nigro, altra testimonianza di Barocco Siciliano.

Modica e Ragusa. La cattedrale di Ragusa.
Ragusa – la Cattedrale


La Cattedrale di Ragusa, denominata San Giorgio e più volta vista anche nella fiction del Commissario Montalbano, gode anch’essa di una posizione fantastica. Dall’alto di una lunga scalinata, divergente rispetto all’asse della piazza, il Duomo disegna una bellissima scenografia barocca. Bello è il colpo d’occhio su piazza del Duomo fino in fondo a Piazza Pola.

Altre Chiese

Come in tutte le città e borghi dell’isola tante  sono le chiese presenti anche in queste due località alcune particolarmente interessanti come la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio a Ragusa Ibla , con una bella scalinata di accesso,  e San Pietro a Modica anch’essa con una bella scalinata ornata dalle statue degli Apostoli. 

Altre Attrattive

L’attrattiva più importante e conosciuta ormai in tutto il mondo a Modica, è la famosa “Cioccolata di Modica” che trova il suo punto di riferimento più importante nella storica Antica Dolceria Bonaiuto, dove si possono trovare tanti di quei tipi di cioccolata, da rimanere letteralmente stupiti.

Modica e Ragusa. La più antica e famosa cioccolateria di modica.
Modica – La più antica e famosa Cioccolateria


Anche Ragusa ha la sua attrazione particolare: i quattro giardini cittadini, tra i quali il più antico e scenografico è il Giardino Ibleo dal quale si possono ammirare magnifiche vedute sia dei monti iIblei che della valle del fiume Irminio .
Questo polmone verde assicura un piacevole angolo di pace, di ristoro e di tranquillità per tutti coloro i quali hanno già attraversato la città.

Modica e Ragusa. I giardini Iblei di Ragusa.
Ragusa – I Giardini Iblei

Modica e Ragusa – Conclusioni


L’ampio territorio del Ragusano è una regione particolarmente ricca di luoghi ed attrazioni da visitare. Non dobbiamo dimenticare che oltre a Ragusa e Modica, in questo territorio esistono anche altre località come Comiso, Ispica, Scicli ed altre attrazioni minori anche balneari come Marina di Ragusa.  Una regione quindi che non possiamo fare a meno di visitare in un viaggio in questa splendida, unica e sorprendente regione che è la Sicilia.



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Scicli – La Vigata del Commissario Montalbano


Scicli – Introduzione

La nota fiction televisiva del Commissario Montalbano, non è stata determinante ma sicuramente ha contribuito non poco allo sviluppo turistico di questa cittadina e dei suoi dintorni, insieme all’UNESCO che l’ha iscritta nel 2002 nel patrimonio dell’Umanità.

Di solito i turisti che arrivano a Scicli si dirigono, come fosse un dovere o un obbligo, a visitare per prima cosa il Municipio, set televisivo della Questura di Montalbano. Si può entrare nell’ufficio del commissario, nell’ufficio del Piantone Catarella e la stanza del prefetto.

Ma Scicli ha ben altre motivazioni turistiche molto più importanti ed interessanti. La sua posizione a soli a 5 km dalla costa meridionale della Sicilia, la fa essere anche una città di mare. Inoltre oggi Scicli è sempre più meta di numerosi turisti affascinati dalla magnifica arte barocca dei suoi edifici civili e religiosi. 

Scicli. Località Sampieri, nei pressi dell'antica fornace.
Sampieri

Visita del Centro Storico


Il nucleo più antico della città era ubicato sulla rocca di San Matteo, dove oggi si trova l’omonima chiesa. Da quassù, ad un’altezza di oltre 200 metri, si può avere una visuale completa dell’agglomerato, punteggiato qua e là da bei palazzi, chiese e piazze. 

L’aspetto di Scicli che colpisce maggiormente il viaggiatore , è l’esistenza di un numero così elevato di chiese, proprio sulle quali è più evidente questo stile barocco.

Le Chiese di Scicli

Oltre alla bellezza della struttura in sé stessa, ogni chiesa gode anche di una bella posizione. La chiesa di Santa Maria della Consolazione, costruita nel ‘700, si trova in posizione rialzata rispetto al piano stradale. San Michele, con la sua bella facciata a tre ordini, è posizionata in un bello scorcio di via Mormino Penna. Mostra un’architettura sobria, propria dello stille barocco agli inizi del neo classicismo. 

Scicli. La chiesa di santa Maria della Consolazione, posta in piano rialzato rispetto a quello stradale.
Santa Maria della Consolazione

Che dire poi della cattedrale, con una bella facciata barocca, situata in una grande piazza alberata e San Bartolomeo, un po’ più defilata dal centro storico, incastonata tra le vecchie  cave.  

Scicli. Particolare della facciata della cattedrale, in puro stile barocco.
La Cattedrale

Ma la più scenografica, posizionata    sulla sommità  di un colle, rimane  la chiesa di San Matteo. Dal suo piazzale si domina tutta  Scicli. La salita al colle, peraltro bella in quanto si snoda tra vicoli e antiche case, è piuttosto faticosa, ma la bellezza del sito, ne vale veramente la pena.

Nel centro storico, sarà interessante visitare anche l’Antica Farmacia Cartia, situata in un vecchio palazzo, arredata con antichi mobili, vecchi strumenti e farmaci. 

La via Nazionale sarà una bella passeggiata da non perdere. La strada attraversa tutto il centro ed è ricca di negozi di ogni genere e locali. La piazza del Municipio con la rispettiva via Mormino, la definirei il salotto di Scicli: bei palazzi, bella piazzetta e locali caratteristici.

La piazza Busacca, sempre molto movimentata, è il fulcro della vita cittadina. Alla sera è sempre molto affollata grazie anche ai suoi locali. Qui si trova anche il famoso ristorante  Busacca, sicuramente il top della città, con ottima cucina a prezzi accessibili.

Scicli. Piazza busacca, il fulcreo della vitta cittadina.
Piazza Busacca

Scicli – Dintorni


Prima di lasciare Scicli, ci possiamo togliere anche un paio di curiosità andando a visitare, in località Punta Secca, la casa del Commissario Montalbano, divenuta ormai nota a tutti con la sua inconfondibile terrazza prospicente la spiaggia. Nelle immediate vicinanze si trova anche la nota trattoria Enzo a Mare, dove il  Commissario si reca spesso ad assaggiare qualche specialità locale.

E’ una trattoria che fa sempre il “tutto esaurito” grazie al suo nome ormai famoso ed alla sua ottima cucina. Meglio prenotare il giorno prima.

L’altra curiosità è data da Sampieri, bella località balneare. Qui si trovano i ruderi della vecchia fornace Penna, costruiti agli inizi del ‘900 sulla scogliera a ridosso della spiaggia, diventata nella “fiction televisiva” la Mànnara, luogo di uno dei tanti delitti su cui indaga il commissario.

Scicli. La fornace penna, nella fiction La Mànnara.
La Fornace Penna (La Mànnara)

E proprio a Sampieri, il mare limpido, trasparente e dalle svariate tonalità di colore, non fa altro che valorizzare ulteriormente la meta di questo viaggio: Scicli, splendida cittadina e piccolo gioiello barocco, ancora ai margini degli itinerari turistici più battuti, ma che tutti dovrebbero visitare.

Scicli. La fornace ed il mare circostante ripresi dal drone.

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Trapani – Drepanon, la Falce

Trapani probabilmente non gode della giusta considerazione dei viaggiatori e non ha la dovuta attenzione che si merita. Sembra che brilli solo di luce riflessa.

Per la gran parte dei visitatori, Trapani è solo uno scalo marittimo, è la città da cui si parte per le Isole Egadi, per Favignana. La località da cui si raggiunge Erice ed anche Scopello, la Riserva dello Zingaro o Castellamare del Golfo.

Invece Drepanon, vecchio nome della città che significa falce, come la sua forma che si nota atterrando a Birgi o osservandola dall’alto di Erice, può offrire molto di più al turista attento.

Trapani. Veduta dall'alto del colle di Erice.
Trapani – Veduta da Erice

L’atmosfera, in questa parte della Sicilia, è completamente diversa da quella che si respira in tutto il resto dell’isola. E’ un atmosfera particolare, in parte nordafricana, tunisina.

Questo lo si nota anche nelle case e nella loro forma dei tetti completamente pari, senza tegole così come  anche nella kasbah di Mazara del Vallo, piccola ma molto caratteristica.

La città è tranquilla, ordinata e ben tenuta, la gente è sempre molto cordiale e ben disposta. Si circola abbastanza  bene anche in auto, a parte nel centro storico vero e proprio, e si mangia bene ovunque.

Molti sono i palazzi di notevole interesse, così come alcune vie del centro storico, ricche di negozi e ristoranti. Ma anche i vicoli e le piazzette fanno apprezzare ancora di più la città invogliando a passeggiate tranquille, senza una meta precisa, semplicemente ammirando tutto quanto intorno a noi, anche   i minimi particolari.

Trapani. Particolare di palazzo settecentesco.

Trapani – Centro Storico

La visita del centro storico, è tutta concentrata intorno alle due vie principali: Via Giuseppe Garibaldi e Via Vittorio Emanuele.

Via Giuseppe Garibaldi

Questa via è la più conosciuta. Ricca di negozi e locali, è  fiancheggiata da palazzi settecenteschi di scenografico impatto. Per questi motivi è la strada più frequentata per passeggio.

Trapani. Corso Garibaldi,
Corso Garibaldi

Tra i vari monumenti, di particolare interesse  è la chiesa di Maria SS del Soccorso, fondata nel XV secolo e in parte ristrutturata nel 1874, con un interno piccolo, ma ricco di opere d’arte.

Anche la visita della chiesa di san Domenico è importante non solo per la bella struttura trecentesca con il suo bel rosone ed un interno con opere degne di nota, ma in modo particolare  per la  zona circostante, costituita da vicoli e piazzette veramente caratteristici.

Via Vittorio Emanuele

Percorrendo la Via Vittorio Emanuele, dopo aver lasciato sulla nostra sinistra l’edificio della Cattedrale,  si giunge al palazzo Senatorio, bell’esempio di architettura barocca.

Questo corso, conosciuto un tempo come la Rua Grande, è un largo e lungo rettilineo, principale asse della città storica e, per il tenore degli edifici settecenteschi che vi prospettano, è considerato il monumentale salotto della città. 

Attraversando il centro storico da nord a sud, ci spostiamo verso il porto.

Il viale Regina Elena ci consente  una bella e rilassante passeggiata lungomare.

Fiancheggiata da folte piante su entrambi i lati, costituisce un vero riparo dalla calura estiva.

Trapani. Viale Regina Elena lungomare.-
Viale Regina Elena

Anche su questo viale non c’è che l’imbarazzo della scelta per ciò che riguarda locali, bar, gelaterie e ristoranti.

Rientrando nel centro storico, non ci possiamo perdere la bella passeggiata all’ombra delle Mura di Tramontana  fino al bastione Conca.

Dalla piazza della vecchia pescheria, bella struttura formata da un porticato ad archi con al centro una fontana di Venere, si inizia questa rilassante camminata che, costeggiando la spiaggia cittadina, ci conduce appunto fino al Bastione Conca.

Da qui possiamo godere di un panorama a 360° veramente spettacolare. Una veduta completa su tutta la città, sulle case, sui  tetti, sui vicoli e le cupole delle principali chiese di Trapani.  

Il mare è di una limpidezza unica con sfumature di colore tali che ci costringono a scendere sulla spiaggia per ammirare da vicino tutta questa bellezza e respirare la singolare atmosfera che ci viene offerta da questa città.


Trapani – Dintorni

Lasciamo la città per spostarci nell’immediata periferia e subito veniamo attratti dal paesaggio delle saline che incontriamo appena usciti da Trapani, lungo la provinciale 21 appena entrati nella contrada di Nubia.

Queste sono le saline di Maria Stella, uno scampolo di natura profondamente rivisitata dall’uomo, un luogo di produzione, un richiamo estetico.

Trapani. Le saline in contrada Nubia.
Le saline – Contrada Nubia

Oltre al museo, anche Il mulino della salina è visitabile. Questo era uno dei tanti che dominavano il paesaggio.


Piatti e Prodotti Tipici

La varietà di cibo è così alta, che potreste mangiare piatti diversi per 10 giorni sia a pranzo che a cena. Potrete scatenarvi con la cucina, assaggiando le Busiate, pasta tipica siciliana fatta a mano, l’ottimo Cous Cous e tanto pesce nelle più svariate ricette. Immancabili saranno il Salmone, il Tonno e il Pesce Spada, anche affumicati e anche sotto forma di carpaccio. Non mancheranno i dolci tipici come la Cassata Siciliana, le Genovesi e gli immancabili Cannoli Siciliani.

Trapani. Busiate al pesto trapanese.
Busiate al Pesto Trapanese

Tra i vini, particolarmente buono e stimato è il Leone d’Almerita.


Per Concludere

Dal porto di Trapani salpano i traghetti per le Egadi compreso quello per Favignana. In piena estate, sarà opportuno prenotare parecchi giorni prima. Si rischia di trovare tutto esaurito.

Da Trapani parte inoltre la funicolare per Erice, stupendo paese arroccato in cima a un colle ad un’altezza di circa 700 metri, iscritto nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia. Assolutamente da non perdere.


Trapani è una città che, a mio parere,  non è ancora ben conosciuta da tutti, ma che per la sua storia, l’arte, la cultura e le sue tradizioni merita sicuramente ancora molto, ma molto di più.



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