San Michele è uno dei Borghi Lucchesi, in alta Garfagnana, posizionato su un poggio a cavallo tra due paesi: a est Piazza al Serchio, una volta capolinea della ferrovia Lucca-Aulla e a ovest Nicciano.
Quest’ultimo è un castello fondato nel XIV secolo dai Malaspina con un ruolo primario nel sistema difensivo dell’alta Garfagnana.
Ma torniamo a San Michele. La nostra meta è divisa in due borgate dal torrente Acqua Bianca, e collegate tra loro da un ponte.
Le Maestaine
Accanto al ponte, prima del suo attraversamento, notiamo una maestaina molto ben tenuta.
Le Maestaine, ancora oggi, rappresentano un patrimonio storico – religioso straordinario ma, allo stesso tempo, poco conosciuto. Esempi di un’arte e di una pietà popolare, le Maestaine sono numerosissime in tutti i paesi della Garfagnana.
Sono una presenza silenziosa, che sfugge spesso all’occhio distratto del passante.
Queste forme d’arte si trovano un po’ ovunque. Nel mezzo dei paesi o in aperta campagna, per proteggere dai pericoli esterni. Ai margini dei campi, per preservare i raccolti. Agli incroci, a protezione dei passanti, o con funzione votiva, per ringraziare di uno scampato pericolo collettivo o individuale
…ma adesso attraversiamo il ponte ed entriamo nel castello.
SAN MICHELE – Storia
La sua origine si pensa che sia Longobarda e due validi motivi lo confermerebbero.
In primo luogo la devozione all’Arcangelo Michele che è tipica di questo popolo. In secondo luogo, i nobili di San Michele erano di origine longobarda, come un po’ tutti quelli presenti in Garfagnana in quel periodo.
San Michele – Cosa Vedere
Questo borgo, a molti sconosciuto, è un piccolo nucleo fortificato con vecchie case in pietra ancora oggi ben conservate e ben curate.
Le poche e strette vie e i suggestivi scorci creati dai sottopassaggi, ci trasportano, con un po’ di fantasia, indietro nel tempo, nell’era medievale.
Seppur molto antico, San Michele non ha comunque nessuna particolare attrazione, se non quella di essere un piccolo gioiello medievale. E’ singolare a tal punto da trasmettere nel visitatore un’atmosfera del tutto unica.
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Conclusioni
Il borgo é abitato da poche persone, orgogliose del loro piccolo luogo di residenza. Orgoglio che hanno mantenuto nel tempo come lo dimostra il buono stato con cui conservano questo vecchio paesino.
Nel medioevo molte erano queste situazioni di piccoli castelli, borghi e agglomerati al servizio del feudatario o del vassallo. Situazioni queste andate purtroppo perdute o distrutte nel tempo.
Fortunatamente non è stato così per san Michele. Un borgo singolare e caratteristico da non perdere in un viaggio nell’alta Garfagnana…una regione della provincia di Lucca ricca di borghi e agglomerati storici, ma forse nessuno così particolare come San Michele.
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Moltissimi sono i borghi, paesi e villaggi in Toscana ed anche la regione della Garfagnana, in provincia di Lucca, ne è particolarmente ricca.
Spesso si tratta di borghi veramente piccoli, senza interessi artistici o architettonici, ma così ben tenuti e caratteristici che ne vale la pena di visitarli.
Tutti hanno comunque un interesse turistico comune non indifferente: sono ricchi di storia interessante da sapere, per comprendere ed approfondire sempre di più la conoscenza del nostro territorio.
Cerageto è uno di questi borghi, una frazione del comune di Castiglione di Garfagnana, in provincia di Lucca, nel territorio dell’alta Garfagnana, in Toscana.
Come arrivare
Da Lucca si raggiunge agevolmente il borgo puntando su Castelnuovo di Garfagnana, Pieve Fosciana, Castiglione di Garfagnana e dopo soli 4,5 chilometri si arriva a Cerageto.
Si tratta di un paesino veramente piccolo, situato a 837metri slm con soli 145 residenti, senza particolari interessi artistici o architettonici. Ma interessante è la sua storia come tanti altri villaggi della Garfagnana.
Cerageto – Storia
Come molti altri borghi della zona, anche questo è stato fondato in età longobarda, quando i dominatori d’oltralpe vi fondarono un loro santuario, chiamato “dalubro” (santuario di antichissime origini).
Le prime notizie di Cerageto si hanno già nel periodo antecedente l’occupazione dei Longobardi, intorno al 1168, quando iniziò un lento e graduale spopolamento dal vicino villaggio di Montepigole, proprio verso il luogo che diventerà successivamente Cerageto. Causa del graduale abbandono di Montepigole, fu il fatto che da questa altura, gli Estensi insidiavano continuamente il borgo fortificato di Castiglione di Garfagnana.
Nel 1370 molte terre garfagnine si ribellarono alla repubblica di Lucca e fra queste anche Cerageto.
Nel 1453 i Lucchesi, vedendo ancora segni di ribellione, distrussero le case ed il castello.
Cerageto – Cosa vedere
Oltre all’aspetto storico, il borgo è tenuto così bene, pulito, ordinato con tutte costruzioni ben ristrutturate, che è veramente un piacere anche solo passeggiare all’interno del villaggio per osservare le case in pietra, tanti piccoli particolari, ed il panorama tutt’intorno che ne fa da cornice.
Infatti da qui si possono osservare sia le Alpi Apuane Centrali che quelle Settentrionali.
Pania di Corfino
A spiccare tra tutti gli edifici, nel tracciato cittadino, è la Chiesa di San Martino del Duecento. L’edificio presenta quattro altari e un importante organo. Annessi vi sono il campanile e l’oratorio.
Chiesa di San Martino
Poiché la visita del borgo richiede pochissimo tempo, ci si può organizzare per visitare altri borghi nella zona, come lo stesso Capoluogo della zona: Castiglione di Garfagnana.
Castiglione di Garfagnana
Nella pizza centrale si può mangiare ed acquistare prodotti tipici, come pasta, farro, farina di castagne, formaggi, salumi, funghi porcini, confetture, miele e legumi.
Cerageto – Manifestazione degli Orti
Oltre che per il suggestivo panorama che si gode sulle Apuane, Cerageto merita di essere visitato per l’appellativo che si porta appresso dal 2011: ” Il Paese degli Orti”.
L’orto del paese
Ogni anno infatti si svolge una vera e propria sfida paesana tra coloro che riusciranno a fare il miglior orto.
Una vera e propria giuria decreta il vincitore sulla base di diversi parametri, come la ricchezza degli ortaggi, la varietà, la precisione e la pulizia.
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Non è necessario allontanarsi troppo dalla proprio città per trascorrere una giornata da vero turista. Spesso basta percorrere solo pochi chilometri per raggiungere un bel borgo interessante. Magari visto e rivisto chissà quante volte, senza però averne mai approfondito più di tanto la conoscenza.
Così, in una bellissima domenica di Aprile anche se gradevolmente nuvolosa, raggiungiamo Montecarlo a soli 15 km da Lucca.
Montecarlo – Panorama
Montecarlo in generale
Nonostante sia ricco di storia, di tradizioni e collocato in un contesto geografico così splendido, questo paese non è mai stato inserito traI Borghi Più Belli d’Italia.
Tante sono le rilevanze architettoniche come le antiche mura, la Fortezza, la Chiesa di Sant’Andrea e tanti bei palazzi. Da qualsiasi parte si raggiunga il paese, la vista è sempre splendida e gli occhi provano piaceri indescrivibili nell’osservare il panorama.
Il territorio è immerso nella natura e nel silenzio, tra uliveti e vigneti che producono i due prodotti locali d’hoc: OLIO E VINO. Molto noto è il Bianco di Montecarlo.
Molti locali all’interno del borgo, non perdono occasione per richiamare l’attenzione dei visitatori sulla qualità dell’olio e del vino in particolare.
Montecarlo – Visita del Borgo
La visita del borgo ha inizio dalla parte lucchese, ovvero nei pressi della Rocca che purtroppo troviamo chiusa per l’ennesima volta. Il tempo si mantiene nuvoloso, ma buono e tutto lascia sperare quindi in una piacevole passeggiata.
Il centro storico, ben conservato e tuttora circondato dalla splendida cinta muraria, sorge sul Colle del Cerruglio che da il nome alla Fortezza del Cerruglio, divenuta ormai il simbolo del paese.
Mopntecarlo – Vista dall’alto
La rocca medievale sorge all’estremità nord della collina. Diventata tutt’uno con la Fortezza di Montecarlo, é adesso una dimora storica di grande pregio. Fu proprio da questo fortilizio a forma di triangolo, che la mattina del 23 Settembre 1325, i cavalieri di Castruccio Castracani partirono per affrontare le armate fiorentine nella celebre battaglia di Altopascio.
Via Roma
Ci lasciamo alle spalle la Fortezza e imbocchiamo la Via Roma, la strada principale che attraversa il borgo dalla Fortezza fino a Porta Nuova. Passeggiando proprio su questa via, possiamo ammirare sui due lati della strada da una serie di edifici risalenti ai secoli XVII-XVIII.
Montecarlo – Via RomaMontecarlo – Via Roma
I Vecchi Palazzi
Si tratta di palazzi notevoli pur nella loro semplicità strutturale e importanti come l’antico Palazzo Comunale. Sulla facciata compaiono le lapidi che ricordano molti eventi, tra in quali i risultati del celebre plebiscito toscano del 1860. Tale plebiscito legò le sorti dell’antico Granducato a quelle del Regno di Vittorio Emanuele II.
Molto caratteristica è invece la dimora rossa del secolo XVII, che per il suo “singolare abbigliamento in stile nordico ed il suo colore”, attira subito l’attenzione del turista.
Palazzo RossoPalazzo Pancani
Il Palazzo Pancani, di proprietà dell’omonima famiglia Montecarlese, recentemente ben ristrutturato è noto per aver ospitato la cantante lirica Maria Callas.
La Chiesa del Borgo
La maggiore rilevanza architettonica presente nel Borgo è sicuramente la chiesa di Sant’Andrea. I Montecarlesi la costruirono tra il 1332 e 1334. Per la sua altezza è la costruzione più alta del paese. Della struttura originaria, resta solamente la facciata.
Montecarlo – Chiesa e Campanile di sant’Andrea
L’edificio è sostenuto nella parte absidale da forti costruzioni dovute al ripido crinale collinare. Originariamente era più basso, come si rileva facilmente dal diverso colore del paramento in laterizio della facciata.
La completa ristrutturazione, che avvenne intorno al 1783, ha lasciato all’interno solo poche tracce della costruzione originaria. Il progetto fu ideato dall’architetto Giuseppe Vannetti da Varese e dell’ingegnere Giuseppe Bernardi, di Pescia.
Proprio per la sua altezza, era vietato a chiunque, per statuto, di salire sul tetto della chiesa affinché nessuno potesse scrutare dentro la Fortezza.
Montecarlo – Chiesa di Sant’Andrea
Sempre per motivi di sicurezza militare anche il campanile ha un’altezza limitata a quella della facciata. Fu poi sostituito solo nel 1903 nelle forme attuali. La sua altezza raggiunge quasi i 39 metri. Alla sommità trovano posto una campana cinquecentesca e due del ‘700.
All’interno della chiesa sono conservate alcune opere preziose tra cui le più interessanti sono la tavola con la Madonna in trono col Bambino e l’altare di Santa Maria Maddalena risalente al 1391.
Madonna in trono col Bambinol’altare di Santa Maria Maddalena
Montecarlo – Curiosità
Piccoli slarghi, vicoli, passaggi di collegamento con la Via Roma e l’altra importante via Carmignani, chiamati in gergo locale troncatoie, ci regalano begli scorci su palazzi, piazzette e locali caratteristici che richiamano alla mente il Vino di Montecarlo.
Le antiche Porte di Accesso
Concludiamo questo piccolo tour con una passeggiata all’esterno del paese per visitare le antiche porte di accesso a Montecarlo.
Cominciando dalla Porta Fiorentina che è stata per secoli il principale ingresso nel centro storico di Montecarlo.
Montecarlo – Porta Fiorentina
Delle quattro porte originarie , quelle ad oggi ancora aperte e ben conservate sono tre; la quarta, Porta a Pescia, è ormai chiusa da epoca immemorabile.
La Porta Nuova o Porta dell’Altopascio, è stata riaperta e rialzata nel 1598: deve appunto a questo fatto il suo nome attuale.
Porta NuovaPorta a Lucca
La Porta a Lucca o Porticciola che era originariamente di più piccole dimensioni, fu ricostruita ed allargata fra il 1570 e il 1594, ed era quella che consentiva l’accesso al borgo per chi proveniva da Lucca.
CONCLUSIONI
Dovremmo dedicare ogni tanto un po’ di tempo a qualche borgo nelle nostre vicinanze, da veri turisti, con più attenzione, dedizione e approfondendone la conoscenza anche nei minimi particolari. Il turismo non si fa solo in vacanza, lontani da casa, in Paesi lontani, alla ricerca di chissà quali particolarità che invece spesso le potremo trovare proprio vicino a casa nostra.
Così facendo, scopriremo con grande sorpresa, di aver conosciuto, per la prima volta, una nuova vecchia località.
Montecarlo – Panorama
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Pescaglia è un comune della provincia di Lucca, arroccato su di una collina ad un’altezza di 504 metri s.l.m. nella Mediavalle del fiume Serchio.
Il paese è suddiviso in tre Terzieri, che sono Piazzanello, Villabuona e il Poggio. Quest’ultimo è l’insediamento principale e capoluogo del Comune, al quale è dedicato questo articolo inserito nella categoria Borghi Lucchesi.
Maggiori dettagli sono presenti all’interno del Video con Commento audio, più avanti.
I Terzieri ripresi dall’alto.
Visita del Borgo e Notizie generali
Partendo dalla piazza principale dove ha sede il bel palazzo comunale, cominciamo la visita del borgo conosciuto fin dai tempi dell’Antica Roma.
Le sue case in pietra, le stradine ed i vicoli conferiscono al paese, un gradevole aspetto medievale.
Importante per la sua storia, spesso legata alle vicende di Lucca, Pescaglia è nota anche per le sue tradizioni, leggende e per i suoi boschi ricchissimi di castagni.
Questa pianta è stata determinante per il sostegno degli abitanti nei secoli e ne ha condizionato il proprio stile e ritmo di vita.
Boschi di Castagni
Nonostante tutte queste caratteristiche, il borgo, a mio parere, non trova la giusta collocazione turistica. Ultimamente però nel paese si è mosso qualcosa. E’ sorto un buon albergo ed è in corso di ristrutturazione anche un nuovo ristorante.
Tutto questo fa ben sperare ad un futuro sviluppo turistico del borgo e delle zone limitrofe.
Il paese visto da Piazzanello
Non esistono nel borgo particolari rilevanze architettoniche, ma la sua visita è comunque interessante per il suo aspetto tipicamente medievale e per la sua storia che spesso si intreccia con quella dell’Antica Roma, della Repubblica di Lucca, sfiorando anche riferimenti agli Estensi.
Dopo aver girovagato per il paese, osservato i vecchi edifici in pietra e le stradine ricche di particolari, possiamo uscire dal borgo ed avventurarci in una singolare passeggiata che ci condurrà in tre luoghi molto particolari di Pescaglia.
Curiosità intorni al borgo
Video con Commento Audio
Pescaglia – Santuario della Madonna delle Solca
Il primo luogo oggetto della nostra visita, molto importante per gli abitanti dei Pescaglia, è il Santuario della Madonna delle Solca.
Strano appellativo “delle Solca”. Sicuramente è un toponimo classificato tra i nomi locali.
L’appellativo deriva dal Latino Sulcus che nel Lucchese significa canale naturale tra due monti o fra due gioghi di uno stesso monte o ruscello o goriello, luogo appunto dove si narra che un pastore trovò la pittura raffigurante la Vergine.
Santuario della Madonna delle Solca
Solo dopo la costruzione, il nome del Santuario assunse l’appellativo di Madonna delle Solca.
Il santuario, preceduto da un caratteristico loggiato, ebbe la sua inaugurazione il 21 Febbraio del 1700 ed il 28 Luglio del 1955 fu firmato dalla Sacra Congregazione dei Riti, un decreto che proclamava la Madonna della Solca patrona del comune di Pescagliafissando il 21 agosto come giorno di celebrazione della sua festività.
Al suo interno, piccolo ma ben tenuto, si trova un quadro della Vergine, copia dell’immagine della Madonna del Sasso in Lucca.
La festa del 21 agosto, nacque per un voto che tutti gli abitanti del capoluogo, costretti a sfollare, sottoscrissero la mattina del 30 luglio 1944, ai piedi dell’altare della Madonna, dopo la celebrazione della Messa. Lo sfollamento non fu necessario perché inaspettatamente giunsero gli Americani e i Tedeschi furono costretti a fuggire.
Il Santuario, destinato a deposito di armi dei Tedeschi, non fu mai utilizzato per tale scopo.
Pescaglia – La Pila del Corvo
Lasciamo alle nostre spalle il Santuario e c’incamminiamo verso il bosco sottostante scendendo per un piccolo sentiero abbandonato, raggiungendo un luogo misterioso dove si trova una strana, grossa roccia.
Sicuramente è stata la mano dell’uomo a scavare questa pila dentro ad una grande roccia.
La gente del luogo vi si recava ad attingere acqua piovana per curare diverse malattia tra le quali prima di tutto la pertosse.
Le leggende che riguardano questa roccia sono due.
La prima secondo la quale si considera sacra per il fatto che proprio alla base di questa roccia, un pastore trovò un’effige della Madonna. Per questo motivo si decise di costruire proprio in questo sito il santuario della Madonna delle Solca.
La seconda per l’origine del nome, perché pare che in questa pila qualcuno trovò un corvo morto che fu poi la causa della diffusione della peste nel borgo.
Fra le varie congetture sulla costruzione e uso di questa roccia, gli studiosi propendono per diverse ipotesi. Una di queste consiste nel fatto che sarebbe stata costruita per scopi religiosi, riti sacrificali, ipotesi funerarie e la forma della vasca farebbe pensare proprio a questa possibilità .
Pescaglia – I resti del Castello
Lasciato il bosco con La Pila del Corvo, ci teniamo sulla destra ed imbocchiamo il primo stradello in salita che incontriamo sulla nostra sinistra.
Stradello che conduce ai resti del Castello
Arriviamo così in un luogo isolato dove possiamo osservare i resti, o meglio, le ultime pietre rimaste di un castello preesistente in Pescaglia.
Le mura di questo castello erano già ricordate in una pergamena del 1242, ma sicuramente già preesistenti. Nel 1308 lo Statuto Lucchese fece radere al suolo le mura del castello.
Fu allora che i Sindaci della Comunità di Pescaglia, considerando che questa era terra di confine e dovendo quindi difendersi dalle scorribande dei Garfagnini, chiesero ed ottennero dalla Repubblica di Lucca, i fondi per la ricostruzione del castello. Fu Vincenzo Civitali ad assumersi l’incarico del progetto.
Ricostruzione del Castello
Oltre ai salariati, anche la popolazione di Pescaglia fu coinvolta nella ricostruzione: ogni uomo il sabato, doveva portare sei some di calcina e rena, proveniente dal Villabuona e Ritrogoli. Ai trasghessori venivano comminate grosse multe.
La ricostruzione del sistema difensivo era indispensabile in quanto, in questo periodo, l’alta Garfagnana era sotto il dominio degli Estensi e frequenti erano le incursioni sul territorio della Repubblica di Lucca, arrivando proprio fino al borgo di Pescaglia.
Mura del Castello
A quel tempo Vincezo Civitali, figlio di Nicolò e quindi nipote del più famoso Matteo, era un grande architetto esperto in opere militari e fu quindi per questo motivo che a lui fu affidato il progetto della ricostruzione del castello.
Particolare di un quartiere
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Coreglia è la terra delle figurine e dei figurinai
Prima di cominciare è bene chiarire a tutti coloro che parlando di figurine pensano a quelle immagini di carta che vengono raccolte ed incollate su di un album.
In Garfagnana con tale sostantivo s’intendono quegli oggetti o statuine di gesso, colorati o no, che rappresentano qualcuno o qualcosa.
I cosiddetti figurinai sono coloro che vanno in giro vendendo figurine d’alabastro o di gesso e poggiando sulla testa una tavoletta con speciali supporti dove venivano infilate le statuette in gesso
Coreglia – Museo delle Figurine
Coreglia e Bagni di Luccasono le due località per eccellenza nella produzione di tali oggetti. Entrambe hanno contribuito non poco alla conoscenza dei Lucchesi nel mondo ed alla diffusione della loro bellissima città . L’enciclopedia Treccani, parlando di figurinai, fa esplicito riferimento ai “figurinai lucchesi”.
La leggenda narra che quando Cristoforo Colombo sbarcò in America, trovò sulla spiaggia un Lucchese che vendeva statuine di gesso.
Ci troviamo nella Media Valle del fiume Serchio in provincia di Lucca, in una zona della Garfagnana stretta la Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano. E’ un territorio ricco di Storia, Arte e Cultura molto suggestivo e con tanti borghi antichi.
Coreglia – Alpi Apuane
Le Pievi, belle nella loro semplicità, ed i ruderi dei castelli sono i validi testimoni del trascorrere del tempo
Salendo dal fondovalle Coreglia appare improvvisamente, adagiata su un lungo crinale che scende dall’Appennino e circondata da immense distese di castagni.
Cenni Storici
Il nome deriva dal tardo latino Corrilia, che significa terra di scorrimento o luogo di passaggio. Antelminelli invece è il nome della famiglia che ereditò, dal celebre Castruccio Castracani, il potere sul Borgo e il territorio circostante.
Dall’XI e XIII secolo, Coreglia lega le sue sorti a quelle di Lucca. Da questa città dipende economicamente e spiritualmente trovandosi sotto la Vicaria di San Martino. Per questo motivo rimane spesso coinvolta nelle feroci lotte tra Guelfi e Ghibellini.
Dopo un assedio durato 58 giorni, nel 1316 il Borgo passò a Castruccio Castracani. Questo condottiero lucchese, era un Ghibellino divenuto in quello stesso anno signore di Lucca e nominato duca e vicario imperiale nel 1327. Fu il primo a tentare la creazione di una signoria territoriale in Toscana.
Nel 1341 Coreglia cade in mano ai Fiorentini ai quali la ritoglie Francesco Castracani, erroneamente conosciuto da molti come zio di Castruccio, ma bensì’ cugino e noto rivale proprio dei figli di Castruccio.
Agli inizi del ‘400 il castello di Coreglia passa sotto la Repubblica di Lucca e per la sua fedeltà alla città, ottiene nel 1562 la costituzione del Comune tutt’ora esistente.
Coreglia – Cosa Vedere
Il borgo non è molto grande, ma le cose interessanti da vedere sono tante. Comunque in meno di una giornata, compresa la sosta nel Museo, si riuscirà a vedere tutto con calma.
Parte alta del borgoFontana del ‘500
Per quanto riguarda l’edilizia civile, Coreglia vanta un tessuto urbano d’origine cinquecentesca con diversi bei palazzi. Uno di questi è il palazzo comunale realizzato nel 1572 attualmente sede del Comune. Altri palazzi importanti sono quello Antonini, dove nacque Oreste Antonini intimo amico di Giacomo Puccini, e il Palazzo Vincenti dove nacque Benedetto Pucccinelli uno dei maggiori bootanici italiani del primo ottocento.
Palazzo ComunalePalazzo Vincenti
Chiesa di San Martino
Tra le chiese più importanti dobbiamo visitare, nella parte bassa di Coreglia, San Martino che è una chiesa preromanica tra le più antiche della Lucchesia. Eretta nel IX secolo è stata ampliata nel X secolo con le attuali arcate interne, i sostegni, i capitelli e l’abside. La struttura attuale è quella realizzata dopo le modifiche apportate nei secoli XVI e XVII, mentre il campanile è del 1854.
Chiesa diSan MartinoChiesa di San Martino
Parrocchiale di San Michele
La chiesa di san Michele si trova invece nella parte alta del borgo.
Questa chiesa è’ un vero scrigno di opera d’arte costruita intorno al mille a ridosso della fortezza e della torre, trasformata poi in campanile.
Chiesa di San Michele
Pur trattandosi di modesta chiesa di un piccolo borgo, al suo interno custodisce diverse opere d’arte interessanti. Possiamo ammirare un fonte battesimale del XVI secolo ed un Ambone preromanico, raffigurante una mucca. Molto probabilmente si tratta del più antico sostegno di pulpito di tutte le chiese della Val di Serchio.
Interno di San MicheleAmbone
Museo delle figurine
Non possiamo lasciare Coreglia senza aver prima visitato il Museo della Figurina di Gesso e dell’Emigrazione.
Ci dirigiamo quindi nei pressi della chiesa di San Michele, in via della Rocca, e troviamo il Palazzo Vanni, il cinquecentesco palazzo dove ha sede il museo della figurine.
Museo della Figurina
La visita è veramente molto interessante e da non perdere anche per lo stretto legame che unisce la storia delle Figurine a quella dell’emigrazione lucchese.
Appena entrati si resta subito colpiti da un bellissimo presepe di fine ottocento, allestito con figurine di gesso completamente prodotte nel borgo.
Al suo interno si possono ammirare oltre 800 pezzi di gesso distribuiti su tre piani, bianchi o colorati e frutto della professione esercitata per alcuni secoli dagli abitanti del luogo.
L’attività dei figurinai, già notevole nel XVII secolo, s’intensificò in quello successivo, portando numerose famiglie a svolgere questo lavoro nelle principali città italiane. Non solo, ma anche tedesche,francesi, svizzere, spagnole, inglesi e svedesi.
Prima di andare all’estero, i figurinai si riunivano in compagnie di cui facevano parte anche ragazzi reclutati in paese. Questi avevano il compito di vendere i gessi nelle strade, usando una tavoletta dove venivano infilate le statuine e posta successivamente sul capo.
Monumento a Mario Pisani
Perché questo monumento e chi era Mario Pisani?
Tra i tanti figurinai emigrati all’estero in quegli anni, un riconoscimento particolare è stato rivolto a Mario Pisani. A lui è stata intitolata questa piazzetta, perché all’età di soli 13 anni emigrò in America diventando ben presto socio dell’azienda nella quale lavorava. Con i soldi guadagnati in questa Società, Pisani creò una nuova fabbrica divenuta ben presto famosa in tutto il mondo. Fu praticamente esclusivista del clero mondiale, per tutte le statue e figurine sacre.
Parte alta del borgo
Continuando a passeggiare per stradine e vicoli , raggiungiamo la parte più alta del paese dove, nei pressi della Porta a Ponte si trovano i resti dell’antica Rocca.
Porta a Ponte
Da quassù un bellissimo panorama ci ricompenserà della fatica fatta per salire…
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Abito a Lucca a circa 30 chilometri da Barga e qualche volta mi capita, durante l’anno, di dovermi recare nel borgo.
Pur conoscendo bene Barga bene e sapendone la storia, è sempre una piacevole sorpresa girare per le sue stradine e i suoi vicoli per poi sostare nella piazza Salvi, seduto a un tavolino del noto Bar Capretz.
Barga – Caffè Capretz
Il territorio della provincia di Lucca ed in particolare quello della Garfagnana sono disseminati di borghi antichi e paesi più o meno grandi e interessanti. Alcuni si distaccano da questi per caratteristiche storico- architettoniche particolarmente importanti.
Barga è un paese ben curato con piccole e piacevoli piazzette, belle chiese e un duomo straordinario così come il suo interno. Una cittadina ricca di antiche tradizioni ed una singolare storia che spazia dal tempo dei Romani a Matilde di Canossa, dall’Imperatore Francesco I Barbarossa ai Medici, da Castruccio Castracani alla Repubblica di Lucca.
Barga – Palazzo Pretorio
Le origini di Barga sono ignote e incerte così come l’origine del nome. Di sicuro sappiamo che è stato un feudo Longobardo ed in seguito libero comune.
Tra i nomi di personaggi storici ed importanti, spicca quello di Antonio Mordini.
Barghigiano doc è stato tenente colonnello dei Mille sotto Garibaldi e, tra i molteplici incarichi che ha rivestito, risalta quello di prodittatore e governatore di Sicilia, Commissario del Re, Ministro dei Lavori Pubblici, Prefetto di Napoli e Senatore.
Monumento a Antonio Mordini
Tradizioni e Prodotti Locali
Ottimi sono i prodotti locali di Barga, tra i quali eccellono il buccellato lucchese, il cinghiale in umido, crostini toscani, farro alla lucchese, risotto nero, castagnaccio, polenta di farina dolce e trote.
BuccellatoMinestrone di FarroCastagnaccio
Anche le sue tradizioni musicali sono degne di nota.
E’ paese “natio” di buoni musicisti e dove ogni anno si svolgono importanti manifestazioni musicali. Il Festival lirico Opera di Barga ed il Barga Jazz sono tra queste.
Barga – Cosa Vedere
Lungo la Via di Mezzo
Il borgo conserva ancora oggi l’impianto viario tipico del medioevo ed è costituito da due vie principali: via di Mezzo e Via Pretorio intersecate da vicoli e strade minori.
Via di MezzoVia Pretorio
Saranno proprio queste due vie che ci aiuteranno ad effettuare una visita completa e concentrata del borgo. Una volta entrati nel paese dalla porta Reale, una delle tre porte di accesso, si presenteranno queste due piccole strade: a sinistra la Via di Mezzo e a destra la Via Pretorio.
Sarà sufficiente percorrere la via di Mezzo fino in cima alla cattedrale e poi scendere di nuovo verso l’uscita seguendo la via Pretorio. Questa strada è la naturale prosecuzione della via di Mezzo
In questo itinerario potremo vedere le attrazioni principali del Borgo tra i quali la chiesa della SS Annunziata, piazza Angelio con i Palazzi Angeli e Tallinucci.
Palazzo Angeli
Ci troveremo ad attraversare anche la più bella piazza del paese, la più conosciuta e più animata che è la Piazza Salvi.
Piccola, ma bellissima, ospita la Loggia dei Mercanti, il Palazzo Menchi e Palazzo Pancrazi che è la sede del Comune. Qui possiamo sederci e bere o mangiare qualcosa presso lo storico bar Capretz.
Piazza Salvi – Loggia dei Mercanti
Un leone ed uno stemma al centro dello slargo, simboli di sudditanza, testimoniano la dominazione della famiglia fiorentina dei Medici sul borgo.
Il Duomo
Continuando a salire, arriviamo lentamente alla chiesa del SS Crocefisso.
Poco più avanti della chiesa del Crocefisso, una scala alla nostra sinistra ci conduce al Duomo situato nel bel mezzo del prato chiamato Arringo.
Nella parte settentrionale del prato ha sede il palazzo Pretorio.
Facciata del DuomoInterno del Duomo
A questo punto ci possiamo sedere e riposare. Potremo approfittarne per leggere un po’ di storia del Duomo e visitare il suo singolare interno veramente stupendo.Non potremo fare a meno di ammirare il panorama circostante che è dominato dalla sagoma del Monte Forato e dalle Alpi Apuane.
Monte Forato
Lungo la Via Pretorio
Proseguendo sulla via del ritorno incontreremo il Giardino e Palazzo Salvi nonché il Conservatorio di Santa Elisabetta e un tratto delle antiche mura. Questo tratto di mura ci accompagnerà fino alla porta Reale dove potremo considerare terminata la nostra visita.
Giardino SalviLe Mura
Barga – Conclusioni
Passeggiando in totale relax e guardandovi attorno, vi sentirete appagati dalla bellezza dei palazzi e dalle rifiniture architettoniche.
L’atmosfera che si respira nelle piazzette è veramente unica ed i piccoli negozi tradizionali e gli interni di alcune vecchie abitazioni contribuiscono non poco a tutto questo..
La struttura urbana di Barga è giunta ai tempi nostri più o meno come era ai tempi dell’età comunale. Con un po’ di fantasia, guardandoci attorno, osservando la pavimentazione delle strade, i vicoli e le case in pietra, ci sembrerà di aver fatto veramente un salto indietro nel tempo.
Potremo così anche noi assaporare quell’atmosfera che si respirava una volta nella Barga Medievale.
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