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Todi – Cosa vedere in un giorno


Todi – Notizie Generali

Todi – una cittadina nel cuore dell’Umbria, regione dell’Italia particolarmente ricca di storia, definita addirittura la città ideale in cui vivere, abbarbicata su dolci colline in posizione strategica.

Todi. Panorama dal drone.

E’ un comune italiano di 15 724 abitanti della provincia di Perugia. Sorge su un colle alto 411 m s.l.m. E’ una cittadina medievale di una bellezza ed eleganza unica. Nota come “la città più vivibile del mondo” (anche se i tuderti preferiscono chiamarla “città ideale”!).

Deviazione prima di Todi

Ma l’Umbria è così ricca di antichi paesi sparsi un po’  ovunque, che spesso c’imbattiamo, lungo il nostro itinerario prefissato, in qualche  piccolo borgo seppur quasi sconosciuto  che attirando la nostra attenzione per qualche aspetto particolare,  quasi ci obbliga ad effettuare piccole deviazioni per improvvisare una pur breve visita.

Gualdo Cattaneo

E’ questo il caso di Gualdo Cattaneo, situato  proprio lungo il tragitto  verso Todi. 

Todi. Panorama di Gualdo  Cattaneo dall'alto.

Gualdo Cattaneo

Si tratta di un piccolo borgo medievale arroccato su una collina in una posizione particolarmente suggestiva, che attira subito la nostra attenzione anche per la possente rocca che spicca in modo dominante sull’agglomerato.

Oltre che per i gioielli custoditi all’interno delle sue antiche mura, merita una visita anche per meglio comprendere il sistema di castelli e costruzioni medievali che caratterizzano questo territorio: un vero e proprio complesso difensivo che costituisce uno straordinario museo all’aperto.

Arrivo a Todi

Essendo un antico borgo con stretti spazzi, il problema che si presenta subito appena arrivati é quello del parcheggio. Conviene parcheggiare nei pressi della Chiesa Santa Maria della Consolazione.

Qui troverete un ampio parcheggio e nella piazza adiacente una navetta gratuita, vi condurrà in cima al paese, con possibilità di fermarvi lungo il percorso e riprenderla quando volete.

Todi – Cosa Vedere


Video con Commento Audio

Todi – Chiesa di Santa Maria dell’Assunta

Appena giunti a Todi,  dopo aver parcheggiato, c’imbattiamo in un capolavoro di architettura rinascimentale: la chiesa di Santa Maria della Consolazione che si trova nella parte bassa della città.

Todi. Chiesa di Santa Maria della Consolazione.

La realizzazione della chiesa, il cui progetto sarebbe di Bramante, fu iniziata nel 1508 e ultimata nel 1607. Alla sua realizzazione  parteciparono anche altri numerosi architetti del tempo più o meno celebri.

Il progetto ricorda da vicino quello originale della Basilica di San Pietro a Roma, per la quale Bramante prevedeva, all’epoca, una chiesa a pianta centrale come nel caso di questo tempio.

Todi – Verso la città alta

La centrale  via Ciuffelli, che dal belvedere continua a salire, offre alla vista del visitatore particolari singolari e ben curati, negozi originali che espongono in vetrina i prodotti tipici locali.

Richiama la nostra attenzione sui tanti vicoli ben curati , accompagnandoci  fino alla chiesa di San Fortunato. La sua facciata incompiuta ha tre portali. Situata in ottima posizione panoramica, domina la piazza Umberto I.

Todi.  Chiesa di San Fortunato.

La vocazione contemporanea di Todi è saldamente turistico-culturale, supportata da strutture ricettive di alta qualità. La campagna che circonda il borgo è splendida così come i casali che la punteggiano.

Todi. Panorama visto dalla Via Ciuffelli.

Chiesa di San Fortunato

Ma torniamo per un attimo a parlare della chiesa di San Fortunato, per consigliare una visita più accurata di questo importante  edificio con il suo caratteristico  campanile del ‘400.

Todi. Chiesa di San Fortunato vista dal drone.

Al suo interno sono custodite le spoglie di Jacopone da Todi e sulla  facciata possiamo apprezzare due mirabili statue ai lati del portale, raffiguranti l’Arcangelo Gabriele e l’Annunciata.

Piazza del Popolo

Ed eccoci arrivati nel cuore pulsante di Todi, il punto principale che attira subito il visitatore, il punto di partenza d’obbligo per la visita della cittadina.
Ci troviamo in Piazza del Popolo, su cui si affacciano gli edifici principali, come gli inconfondibili Palazzo del Popolo, il Palazzo del Capitano ed il palazzo dei Priori.

Palazzo del Popolo e del Capitano

Il Palazzo del Popolo, detto anche del Comune, è collegato con una grande scala al Palazzo del Capitano, con la  sua  inconfondibile facciata in stile gotica.

Todi. Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano.

Entrambi gli edifici si trovano nella parte orientale della piazza. Evidenti sono  le merlature sul tetto del Palazzo del popolo aggiunte in un secondo momento durante una ristrutturazione.

Il Duomo

Sul lato breve della piazza, opposto al Duomo, ecco la bella facciata del Palazzo dei Priori di evidente origine medievale.

Todi. Il Palazzo dei Priori.

Completa questa straordinaria scenografia il Duomo, l’ultimo dei quattro edifici della piazza, col in suo magnifico rosone centrale.

L’interno a tre navate con bei capitelli, semplice e armonioso, custodisce un frammento di affresco della Trinità del 1515 circa, attribuito allo Spagna.

L’ attenzione del visitatore viene però colpita subito, appena entrato, dallo stupendo affresco sulla controfacciata illuminato dal bellissimo rosone.

I Nicchioni Romani

Le attrazioni di Todi non si esauriscono certamente tutte in piazza del PopoloIl semplice passeggiare per il borgo é già di per sé un’attrazione. C’imbattiamo in tanti particolari ed angoli caratteristici, che ci obbligano a soste per osservare attentamente  e capire cosa ci troviamo davanti.

Todi. I Nicchioni Romani.

E’ questo il caso dei Nicchioni Romani della prima metà del I secolo a.c.
La loro funzione non è mai stata compiutamente chiarita, ma la spiegazione più attendibile è che probabilmente facessero parte di un tempio romano.

La Fonte di Scanna becco

Nelle vicinanze ecco un’altra opera del’200 ancora ben conservata: la Fonte di Scannabecco, costituita da vasche d’acqua sormontate da un elegante portico sostenuto da sette colonne con capitelli variamente lavorati.

Todi. Fonte di Scannabecco.

Porta Aurea

E tra chiese abbandonate, chiuse, ciascuna con la propria storia più o meno interessante,  arriviamo alla Porta Aurea, il vecchio accesso all’interno della seconda cerchia muraria, alla fine del centro storico.

Todi. Porta Aurea.

Qui può considerarsi terminata la visita di Todi, questa piccola cittadina che in poco spazio è riuscita a concentrare un patrimonio di arte, storia, cultura e tradizioni. Una cittadina ordinata, pulita, organizzata e gestita da cittadini cortesi, sempre disponibili e affabili.

Ecco perché Todi viene definita “la Città ideale in cui vivere”. 

Todi. Il Palazzo dei priori visto dal drone.

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Zagabria-Due città: Alta e Bassa


Zagabria – Perché questa scelta


Zagabria – Perché visitare sempre le solite mete turistiche scontate? 

Spesso mi  incuriosisco di luoghi turistici meno conosciuti, mete meno ambite e mi domando: come sarà quella tale città? Varrà la pena visitarla? Avrà pur qualcosa d’interessante…ma se non vado non lo potrò mai sapere.

Premesso che viaggiare è sempre bello a prescindere, la mia curiosità, questa volta, mi  ha spinto a scegliere Zagabria come meta da visitare, sicuramente meno sfruttata di Dubrovnik, Spalato, Pola, Fiume, Zara ed altre, in quanto un po’ fuori dai consueti  circuiti turistici.

Quindi mi faccio un programma qualche giorno prima, salgo in macchina, parto ed in otto ore ( da Lucca) sono nella via Ilica, in pieno centro di Zagabria.

Zagabria. Via Ulica

Zagabria – Drazen Petrovic

Per gli appassionati sport e storia dello sport, prima di cominciare la visita della città, raccomando un po’ di tempo da dedicare alla memoria di Drazen Petrovic, grande campione del Basket Jugoslavo, una grande promessa a livello mondiale che avrebbe potuto sfidare addirittura Michael Jordan.

Zagabria. Drazen Petrovic

Nato a Zagabria e morto a 29 anni in un incidente stradale in Germania. A lui è stata intitolata una piazza dove molti suoi fan e appassionati di basket si recano quasi come in pellegrinaggio.

Ma il pellegrinaggio, non si limita solo alla piazza col monumento, ma bensì anche all’enorme cimitero monumentale di Zagabria, dove i tifosi si fermano per alcuni minuti davanti alla sua tomba.


Zagabria – Visita della Città


Zagabria – Città Bassa

Importante, al fine di organizzare meglio la visita della città, ricordarsi che Zagabria è divisa in due parti: la città bassa (Donji Grad) e città alta (Gornji Grad). Da dedicare un giorno per la parte bassa ed uno per la parte alta.

La parte bassa di Zagabria, Dolnjji Grad, si  può visitare, giusto per averne un idea, in una mezza giornata a passo svelto, ma sarebbe un peccato  non passeggiare lentamente, anche senza una precisa meta, guardarsi  intorno per osservare tanti particolari disseminati per la città, alzare lo sguardo per ammirare i tanti bellissimi palazzi così ben  decorati e costruzioni che seppur molto moderne non contrastano affatto  con l’ambiente circostante.     


Video con Commento Audio

Via Ulica e Trg Bana Jelacica

Imbocchiamo la Ilica, il grande viale che attraversa tutta la città e conduce nella piazza centrale, nel cuore della città: Trg Bana Jelacica, e cominciamo  così la visita della città  bassa, la Donji Grad, la parte più moderna.

Zagabria. Via Ulica

In questa bellissima piazza, dove si erge l’imponente monumento al generale Josip Jelacic, si affacciano i più importanti negozi di Zagabria. La piazza è sempre molto frequentata sia di  giorno  che di sera, anche perché da qui passano tutti i tram.

Oltre ad essere uno spazio di divertimento per i giovani, è anche per molti un luogo di relax . Ecco perché viene chiamata il cuore della città. E’ un grande spazio dove tutti, prima o poi, vi devono passare.

Cvjetni trg

Un’altra piazza ben conosciuta é la Cvjetni trg, dove troviamo un’antica galleria commerciale dell’800 situata in un bellissimo palazzo, dove sono presenti importanti e storici negozi.

Nelle immediate vicinanze, quasi a spezzare tutto questo aspetto esclusivamente commerciale, si può visitare la piccola, ma singolare chiesetta serbo-ortoddossa, la  Pravoslavna Crkva, del 1866.

Gli Spazi verdi della città

Zagabria non è una città di cui ci si innamora a prima vista ma lentamente vi saprà rubare l’anima.  Quando scoprirete le magnifiche piazze , i grandissimi spazi verdi così  ben tenuti e curati, ve ne innamorerete subito.

Zagabria. Piazza del Maresciallo Tito.

Ecco la piazza del maresciallo Tito, dove si trova, tra altre rilevanze architettoniche, il bellissimo teatro del, mentre subito adiacente a questo slargo troviamo la Marulicev, altra piazza immersa nel verde, con bellissimi palazzi.

Zagabria. Palazzo Marulicev.

Ma gli spazi verdi più grandi e più curati li  troviamo nei pressi della stazione: TRG KRALIA TOMISLAVA e LA SRTOSSMAYEROV . In quest’ultima si trova il  bel palazzo del Padiglione.

Questi grandi giardini, oltre ad essere luoghi di relax, sono anche spazi per il divertimento e lo svago  dei cittadini.

Zagabria – Città Alta

La città Alta si divide a sua volta in due quartieri, storicamente rivali: il Gradec e i Kaptol, dove si trova la Catytedrale.

Funicolare – Via Ulica

Una  comoda  funicolare ci risparmia la fatica della salita alla città alta, arrivando alla torre Lotrscak, il simbolo i Zagabria, nel quartiere Gradec.

Zagabria. Funicolare.

Purtroppo ci accorgiamo subito che gran parte dei monumenti sono in fase di restauro, come la stessa chiesa di San Marco, famosa per il suo tetto piastrellato. Questa chiesa, tra l’altro, non solo é chiusa, ma neanche avvicinabile, essendo bloccata tutta la piazza.

Zagabria. Piazza San Marco.

Kamenita Vrata

Saltiamo quindi la  visita di  questa piazza, e ci dirigiamo  subito verso la Kamenita Vrata, ovvero la Porta di Pietra la sola rimasta delle quattro  antiche porte , dove è stata eretta una cappellina barocca della Madonna col Bambino.

Zagabria. Kamenita Vrata.

Museo Cittadino

Doverosa é anche la visita al museo cittadino. Tra i  numerosi reperti della vecchia Zagabria, troviamo anche un simpatico busto  che ricorda l’invenzione della Penna Stilografica, avvenuta proprio in questa città.

Zagabria. Museo cittadino. Penkalia, la penna stilografica inventata a Zagabria.

Scendiamo nell’altro quartiere  il Kaptol, imbattendoci involontariamente in un’antica e storica farmacia.

Una targa narra che un pronipote di dante Alighieri, Nicolò Alighieri, viveva e si era sposato in Zagabria, dove aveva acquistato questa farmacia nel 1399.

Quartiere Kaptol

Il Kaptol è il quartiere più turistico in assoluto, la cui vita si concentra quasi tutta nella via Tkalciceva.

Zagabria. Tkalciceva.

E’ in questo quartiere che si trova la Cattedrale

Questa è una delle zone più animate della città, piena di negozi, ristoranti e caffè tutti situati in vecchi e caratteristici fabbricati dell’epoca.

Dolac (Il Mercato)

Percorrendola tutta arriviamo nella piazza del Dolac, il caratteristico mercato di Zagabria, pieno di banchi per la vendita di frutta e verdura, prodotti alimentari, e tantissimi altri generi di merci.

Zagabria.Dolec...il mercato.

Ristoranti e Parcheggi

I ristoranti nella parte bassa della città sono in genere buoni ed offrono menu di qualità, anche se non molto vari. I prezzi, per essere in Croazia, non sono particolarmente contenuti.

I parcheggi sono un problema in modo particolare nella città alta, e parcheggiare nel centro della città bassa sarà abbastanza difficile, quindi conviene trovare un parcheggio sotterraneo, di cui la città è ben fornita.

La città alta, si raggiunge benissimo a piedi, con o senza funicolare.

Zagabria. Struttture moderne.

                                                                              


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Saintes Maries de la Mer Capoluogo della Camargue


Saintes Maries – Informazioni generali


Saintes Maries de la Mer è  il capoluogo della Camargue, una regione della Francia molto singolare, completamente diversa da tutte le altre regioni.

Terra abitata da gitani, ricca di forti tradizioni, sia nella musica, nella cucina, nella cultura e nello  stile  di vita.

E’ una regione prevalentemente paludosa, con una natura splendida: circa 400 specie di volatili hanno trovato qui l’habitat naturale. Qui nidificano, emigrano e ritornano per riprodursi.

Saintes. Le paludi.

Per non parlare della folta popolazione di cavalli di razza Camargue, un’antica razza autoctona, perfettamente adattabile alle zone umide.

Saintes. Cavalli camrgue.

Saintes Maries de la Mer – Ubicazione

La Camargue è la zona umida a sud di Arles, in Francia, fra il Mar Mediterraneo e i due bracci del delta del Rodano. Il braccio orientale si chiama Grand Rhône; quello occidentale Petit Rhône.

Con un’area di oltre 930 km² la Camargue è il più grande delta fluviale dell’Europa occidentale (tecnicamente è però un’isola, essendo completamente circondata dalle acque). Essa è una grande pianura comprendente vaste lagune di acqua salata divise dal mare da banchi di sabbia e circondate da paludi coperte da canneti, a loro volta attorniati da grandi aree coltivate. Approssimativamente un terzo della Camargue è formato da laghi o paludi.

Saintes. Palude con fenicotteri.

Saintes Maries de la Mer – Influenza Umana

Gli uomini hanno vissuto per secoli nella Camargue, modificandola notevolmente con bonifiche, argini, risaie e saline.

Gran parte della regione esterna è stata drenata per fini agricoli.

Anche se la regione non è delle più adatte non sarà molto difficile trovare anche qualche coltivazione di lavanda.

Saintes. Prati di lavanda.

La sua “capitale” è Saintes-Maries-de-la-Mer che è meta dei pellegrinaggi annuali del popolo Rom in venerazione di Santa Sara.

Come raggiungere la Camargue

Da Ventimiglia si raggiunge Saintes Maries de la Mer, capoluogo della Camargue, dopo circa 320 chilometri di autostrada, in tre ore e mezza.

Nella città non ci sono problemi di parcheggio. Una grande area di sosta a pagamento, peraltro a costo giornaliero molto contenuuto, è situata proprio davanti alla spiaggia, sul lungo mare, dove si trovano, anche in piena stagione, stalli liberi a qualunque ora.

Saintes. Parcheggio.

Una volta pagato il biglietto giornaliero, possiamo uscire e rientrare a ogni volta lo riterremo necessario.

Saintes Maries de la Mer

Il villaggio è il centro più importante e capoluogo della Camargue


Video con Commento Audio

Un po’ di storia

La leggenda narra che le Marie, Maria Salomè e Maria Jacobè, che hanno dato il nome al borgo, sarebbero arrivate in questi luoghi assieme alla serva SARA LA NERA.

Nella cripta della parrocchiale del paese, le due Marie sono raffigurate sulla barca, scultura che viene portata in processione nella ricorrenza dello sbarco, mentre a Sara, divenuta la PATRONA DEI GITANI; è dedicata la statua nella cripta.

La Parrocchiale

Personalmente consiglio, una volta raggiunto il borgo, per prima cosa, di salire sul tetto a terrazza della chiesa, per rendersi conto del territorio circostante e su come muoversi all’interno del villaggio.

Saintes. Chiesa con tetto a terrazza.

Ovviamente una volta scesi dal tetto, si deve visitare l’interno, semplice, ma suggestivo e la cripta con la statua delle tre Marie e di Sara la Nera.

La chiesa è molto importante per i Santois (gli abitanti di Saintes Maries de la Mer): più che un monumento è ormai diventato un simbolo

Cosa Vedere

Il borgo non contiene attrazioni artistiche particolari oltre la chiesa, se non un vecchio fabbricato, una volta il municipio del villaggio, oggi adibito a museo etnografico, intitolato al Nobile Fiorentino Folco Baroncelli, un appassionato difensore della natura e del patrimonio culturale di questa regione.

La vera attrazione sono gli innumerevoli negozi uno attaccato all’altro che vendono veramente tantissimi articoli singolari, prodotti locali, consigliabili il riso e le marmellate, oggetti per la casa ed artigianato locale.

Alberghi e Ristoranti

Gli alberghi, anche quelli a due stelle, sono molto confortevoli, puliti e ben attrezzati.

Personalmente ho soggiornato nell’Hotel Camille, pensione a due stelle proprio davanti alla spiaggia, a conduzione familiare, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Saintes. Hotel Camille.

I ristoranti sono tutti buoni: potrete mangiare carne, pesce, piatti locali ed un ottima paella, il  tutto annaffiato con buon vino.

Dintorni

Per conoscere ed apprezzare al meglio la Camargue, dovrete spostarvi fuori della cittadina dove non sarà difficile trovare campi con cavalli allo stato libero, centri di allevamento e maneggi di questi splendidi animali.

Il Camargue è un’antica razza autoctona di cavalli, diffusa ormai un po’ in tutto il mondo, grazie alla sua capacità di adattarsi alle zone umide. Questo cavallo, rustico e resistente, nasce baio scuro o morello, e solo in età adulta diventa completamente grigio.

Saintes. Puledro baio o morello.

Ma l’escursione più importante, più interessante e che vi porterete sempre dentro come ricordo della Camargue, sono le paludi con i trampolieri ed in modo particolare i fenicotteri.

Saintes. Fenicotteri.

A tal scopo esiste poco fuori il borgo il Parco Ornitologico du Pont de Gau, veramente splendido e ben organizzato. I sentieri sono stati studiati per osservare bene gli uccelli, spesso anche da molto vicino senza doversi nascondere con sofisticati binocoli.

Rimarrete impressionati dalle varietà di volatili presenti, compresi i fenicotteri, in tutti i  periodi dell’anno.

Conclusioni

Sicuramente la musica gitana nei locali alla sera, la cordialità degli abitanti, i cavalli e le paludi, habitat di migliaia di uccelli, saranno il più bel ricordo della Camargue.

Saintes. palude con varie specie di uccelli.

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Un vecchio palazzo in legno b en tenuto

OULU-Capitale finlandese della Tecnologia


Oulu – Informazioni generali


Oulu più che di una città finlandese, sembra il nome di una località africana. Credo che veramente pochi abbiano sentito questo nome.

Oulu. Attraverso la foresta lappone.

Chi proviene da Kirkenes, in Norvegia, al confine con la Finlandia e vuole dirigersi ad Helsinki o viceversa, la incontra dopo circa 700 chilometri ed è per questo che dovrà fermarsi in questa città per fare una necessaria, anzi indispensabile sosta.

Provenendo da Kirkenes, gran parte di questi chilometri si snodano attraversano la Lapponia finlandese, tra foreste, laghi  e incontrando spesso gruppetti di renne lungo la strada allo stato libero.

Oulu. Renne allo stato libero.

In Lapponia questi animali sono onnipresenti perfino in città.

Oulu. Renna in città

Oulu – Descrizone della città


Nonostante Oulu non rientri nelle tradizionali rotte turistiche, è una città in continua crescita anche per quanto riguarda le attività e i servizi per i visitatori. E’ diventata in poco tempo la Capitale Finlandese  dell’Elettronica.

Oulu. Vie del centro moderno.

La “Silicon Valley del Nord” è riuscita a trasformare alcuni dei suoi luoghi e dei suoi edifici caratteristici in attrazioni uniche.

La città appare subito moderna, ben tenuta con le sue belle strade affiancate da bei  palazzi tra i quali alcuni abbastanza datati per il fatto di essere ancora tradizionalmente in legno, ma  molto ben tenuti.

Sicuramente meno conosciuta di Helsinki, Oulu è un’interessante tappa finlandese e una meta turistica in pieno sviluppo. Situata alla foce del fiume Oulojoki e ricostruita dopo l’incendio del 1822, la città della Finlandia del Nord è riuscita, nel corso del tempo, a rinascere completamente.

Oulu. Veduta del fiume Oulojoki
Il fiume Oulojoki

Non presenta attrazioni artistiche ed architettoniche di una certa importanza, se non lla Cattedrale e il Municipio, ma offre tante attività all’aperto, concerti e spettacoli.


Oulo – Cosa vedere

Video con commento audio (clicca sul titolo Oulu-Finlandia in alto a sx – oppure su Guarda su YouTube))


Piazza Kauppahalli

Per assaporare un po’di atmosfera finlandese, il posto ideale è sicuramente il Kauppahalli, la grande piazza che si affaccia sul porticciolo lungo il fiume.

Appena arrivati nella piazza si rimane incuriositi da una statua posta davanti al mercato coperto.

Toripolliisi

Si tratta del Toripolliisi, un piccolo monumento eretto in onore di tutti i poliziotti che nel tempo hanno prestato il loro servizio per la sicurezza e l’ordine della piazza.

Oulu. La statua Toripolliisi
Toripolliisi

La piazza è abbastanza grande per ospitare anche un mercato all’aperto formato da tante bancarelle ben fornite di molti prodotti locali.

Oulu. La piazza con le bancarelle
Piazza del Mercato-Kauppahalli

Mercato Coperto

Ma l’attrazione maggiore è data sicuramente dal Mercato Coperto che fu edificata per volere del consiglio comunale della città allo scopo di migliorare le norme igieniche e la sicurezza alimentare.

Oulu. Mercato coperto.
Mercato coperto

L’ edificio in stile neogotico e Art Nouveau fu progettato dagli architetti Karl Lindahl e Valter Thomé    che riconvertirono gli ex granai in botteghe artigiane.  

Cento anni dopo, la sala è ancora attiva. Comprende, tra le altre cose, un negozio di alimentari e un bar, ma principalmente negozi di pesce di tutti i tipi e varietà.

Vecchie case lungo fiume

La  parte particolarmente singolare di Oulu è quella  costituita da vecchie case rosse in legno occupate da caratteristici bar, pub e ristoranti.

Oulu. Tradizzionali case finlanddesi in legno.

Altre costruzioni simili, situate sulla passeggiata lungo il fiume, sono invece adibite a magazzini, negozi di articoli particolari e souvenir in genere. E’ in un certo senso un piccolo museo all’aperto, specialmente se entriamo in questi negozi e ci guardiamo intorno per osservare le strutture dei fabbricati.


Oulu – Conclusioni


Personalmente non partirei apposta per visitare Oulu, ma considerando che si trova su una tratta interessante, e che una sosta in questa città è strategicamente indispensabile, merita sicuramente una visita accurata per una maggiore conoscenzadue giorni non saranno troppi per chi ha tempo a disposizione.

Oulu. Aeroporto.
Aeroporto

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Cesky Krumlov – Un Paese da Fiaba

INTRODUZIONE

Cesky Krumlov é una cittadina molto singolare per la sua conformazione, con un tessuto urbano di eccezionale valore documentaristico. E’ un centro sottoposto a vincolo monumentale e protetto da normative UNESCO.

Vesky Krumlov. Panorama ripreso dall'alto con un drone.

Si trova in Repubblica Ceca, nelle immediate vicinanze del confine con l’Austria. Purtroppo, o forse per fortuna,  non sono molti i viaggiatori a conoscerne l’esistenza.

Cesky Krumlov. Vecchia Frontiera Austro-Ceca provenendo da Linz
Vecchia dogana Austro-Ceca

Provenendo da Linz, in Austria, la cittadina dista circa 65 km percorribili agevolmente attraverso una bella campagna, vecchi borghi e castelli.

Giunti a destinazione, non ci saranno problemi di parcheggio: ne esiste uno molto capiente all’ingresso del centro storico ad un costo contenuto.

Dal parcheggio si può raggiunge qualunque albergo e/o attrazione tranquillamente a piedi in pochi minuti.


La particolarità che attira subito l’attenzione del viaggiatore, consiste nel centro storico tutto raccolto in un ansa del fiume Moldava. Raccolto in modo così perfetto da pensare quasi che sia stata una mano divina a progettare e disegnare tutto questo.

Cesky Krumlov. Panorama del centro storico visto dall'alto

Cesky Krumlov, con poco più di 10.000 abitanti, in provincia di Praga,  incanta subito il turista anche per le sue  caratteristiche architettoniche. Per la  varietà dei colori delle facciate dei palazzi e per la fantasia dei tanti particolari conservati fino ad oggi com’erano all’origine.

Cesky Krumlov. Facciate di bei palazzi.
Centro STORICO

Qui  il tempo sembra che si sia veramente fermato.

Cesky Krumlov – Cosa Vedere

Le tre attrazioni principali del borgo sono costituite dalla piazza Náměstí Svornosti, la Chiesa di San Vito, e dallo stupendo castello.


Piazza Náměstí Svornosti

Una delle zone più interessanti e visitate di questo borgo della Boemia meridionale è senza dubbio la Náměstí Svornosti.

Cesky Krumlov. Piazza Namesti Svornosti vistq dall'alto.

Questo bellissimo spazio quadrato ha conservato fino ad oggi il suo impianto medievale e vanta anche una pregevole colonna della peste in stile barocco  con una fontana esagonale in pietra, oltre a un nutrito numero di case storiche con nuclei gotici e rinascimentali.

Tra tutti questi bei palazzi spicca in modo particolare quello del Municipio al di sopra del quale, su una collinetta, domina imperioso il bellissimo castello.

Cesky Krumlov. Sullo sfondo il Castello.

Chiesa di San Vito

Nelle immediate vicinanze della piazza,  si erge la bella chiesa di San Vito.  Vero gioiello di arte e di architettura. La chiesa, con la sua straordinaria fusione di stili e decorazioni risalenti al XIV secolo, i suoi affreschi e le sculture artistiche, vanta una storia di quasi 700 anni.

E’ situata su un promontorio sopra il tortuoso fiume Moldava, ed è una delle attrazioni più visitate di Cesky Krumlov .

Cesky Krumlov. Chiesa di san Vito vista dal Fiume.
Chiesa di San Vito

Cesky Krumlov – Il Castello

Impossibile lasciare Cesky Krumlov, senza prima aver visitato il suo castello, questa possente costruzione a protezione del paese e dei suoi abitanti, rassicurandoli con la sua presenza ben visibile da ogni punto della cittadina, sia di giorno che di notte.

Questa è sicuramente l’attrazione più famosa della città! La si raggiunge percorrendo  la strada principale che  dal cuore del centro storico conduce direttamente alla fortezza.

Cesky Krumlov. Il Castello
Il Castello

Il cuore del castello è il suo grande cortile centrale, da cui continuando a salire, si può godere di un panorama superlativo su tutto  il  borgo.


Video con Commento Audio


Non fatevi ingannare dallo strano nome di questa località ai più forse insignificante e sconosciuta. Guardate il video e scoprirete un paese veramente da fiaba dove il tempo sembra essersi fermato; tutto è ben curato e mantenuto fino ad oggi come era una volta, perfino nei tanti particolari. Tradizioni, arte, storia e cultura, anche nella cucina. Un paese di circa 10.000 abitanti nella Boemia meridionale, considerato un vero gioiello. Ne rimarrete sicuramente sorpresi


Ma queste non solo le sole attrazioni di Cesky. Tutto quanto ci circonda è un’attrazione: palazzi, particolari, bellissime vie acciottolate.

Gli scorci che si possono ammirare dai vari ponticelli in legno che attraversano la Moldava.

Cesky Krumlov. Terrazze di ristoranti sulla Moldava.

Insomma Cesky Krumlov é un borgo che vale assolutamente di essere conosciuto e visitato. Una stupenda destinazione della Repubblica Ceca che non vi deluderà assolutamente, ma al  contrario ne resterete sorpresi e meravigliati.

Cesky Krumlov. Panorama

Non dimenticate infine di assaggiare anche la tradizionale cucina Ceca, che tra i vari piatti che vi proporrà, non mancherà il singolare ed ottimo Gulash alla Birra, annaffiato con ottima birra, di cui la Repubblica Ceca ne è particolarmente ben fornita.

Cesky Krumlov. Gulash alla Birra.
Gulash alla birra

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Lavagna…non solo per studenti…!!!

C’è una cittadina in Liguria che dà il nome all’oggetto simbolo delle interrogazioni, terrore di tutti gli studenti, ma dove la scuola, così come il lavoro, si dimentica in un attimo. Si tratta di Lavagna, una località costiera in provincia di Genova, adagiata sul Golfo del Tigullio.

Lavagna. Ripresa col drone del litorale di Levante

E’ una cittadina molto dinamica il cui nome trae origine dal latino Lavania, poi diventato Lavagna. Con l’Ardesia, che proveniva proprio da questa zona, venivano realizzate le tradizionali strutture scolastiche che presero così il nome dalla località dove venivano prodotte: LAVAGNA.

La spiaggia di Lavagna è la più lunga di tutta la Riviera di Levante. La nautica da diporto è una delle attività principali della cittadina.

Chi decide di visitare Lavagna, non deve aspettarsi di trovare musei o monumenti famosi. Chi sceglie Lavagna per le proprie vacanze ne apprezza l’atmosfera semplice di vita cittadina. Passeggiate nei vicoli, sotto i portici e relax nelle piazzette dove la gente s’incontra, chiacchera e si ferma per bere qualcosa in compagnia.


Cosa vedere


La parte più attraente di Lavagna è il suo piccolo centro storico.  Di evidente origine medievale, conserva ancora antichi portici dove trovano posto molti locali tipici.

I Palazzi di Lavagna

Passeggiare all’interno del borgo ci permette di ammirare bellissimi palazzi, così ben curati ed affrescati con arte e gusto tipicamente ligure. Impossibile non fermarsi per ammirare anche i minimi particolari.

Ogni facciata è dipinta e decorata con stile diverso da quella accanto, a seconda del gusto del proprietario, ma sempre in sintonia con la caratteristica e inconfondibile arte ligure. I porticati confermano ovviamente le origini medievali della cittadina.

Casa Carbone

Tra vari palazzi così attraenti, ve ne sono altri meno appariscenti, ma storicamente molto importanti. È il caso della Casa Carbone, donata nel 1987 al FAI dagli ultimi proprietari, i fratelli Carbone.

Nel 2004 ‘immobile è stato trasformata in ” Casa Museo”. La struttura architettonica riflette la tipica costruzione regionale del XIX secolo.

Chiesa di Santo Stefano

In pieno centro storico, nella piazza Marconi, immersa in un particolare scenario, ci imbattiamo nella vera attrazione architettonica di Lavagna, assolutamente da non perdere. Si tratta della stupenda Chiesa di Santo Stefano. Una bellissima e singolare struttura situata in posizione eccezionale così come eccezionale è tutta la pavimentazione intorno all’edificio.

Lavagna. Chiesa di Santo  Stefano.
Chiesa di Santo Stefano

L’odierna struttura, voluta dalla popolazione, è opera di Giovanni Battista detto anche Gio Battista Ghiso, celebre architetto della Repubblica di Genova che s’ispirò ad un progetto del ben più noto Gian Lorenzo Bernini.  La chiesa ha origini antichissime: pare che un primo nucleo sorse intorno al VI secolo sulle strutture di un’antica fortificazione.

Lavagna. Bella veduta su piazza Marconi dal sagrato della chiesa di Santo Stefano.

Grazie ad un’apposita tassa sulla vendita del grano, imposta dalla municipalità lavagnese, si diede ufficialmente l’avvio alla costruzione dell’attuale chiesa posando la prima pietra il 15 agosto del 1650.

Qui il tempo sembra essersi fermato. La piazza della Basilica non ha subito alcun tipo di intervento e l’erba cresce tra i sassi.

Lavagna. Chiesa di santo Stefano.

La salita in mattoncini rossi porta alla scalinata e all’ampio sagrato così ben pavimentato da sembrare un grande tappeto.


Lavagna – Video Con Commento Audio


I dintorni di Lavagna – Cavi

Lasciamo Lavagna, ma solo dopo pochi chilometri, in direzione La Spezia, incrociamo un piccolo quartiere denominato Cavi. Qui una sosta è d’obbligo per ammirare la piccola, ma interessante chiesa della Santissima Concezione inserita in una piccola piazzetta in ottima posizione.

Cavi  di Lavagna.  Chiesa della Santissima Concezione.

Chiesa della Santissima Concezione

La chiesa parrocchiale della Santissima Concezione è situata nella zona più antica di Cavi, denominata Cavi Borgo. Costruita nel 1757 e decorata da marmi lavorati, é posizionata su una collinetta in località Belvedere, da cui si gode un panorama stupendo sul Golfo del Tigullio.

Cavi di Lavagna. Chiesa della Santissima Concezione.
Cavi di Lavagna – Chiesa della Santissima Concezione

Da qui si può ammirare anche gran parte del litorale con le singolari spiagge liguri.

CAvi di Lavagna. Riviera di Levante.

Lavagna – Conclusioni

Lavagna è solo una delle tante località che la Liguria può offrire al turista. Molti sono i paesi e borghi storicamente interessanti, come Vezzano Ligure, sempre a poca distanza dalle spiagge. Questo permette così di diversificare a proprio piacere la vacanza tra arte, storia, tradizioni, cultura e mare.

Cavi di Lavagna. Le spiagge

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Vezzano Ligure – Due Borghi in Uno

Vezzano Ligure – Origine del Borgo.

Nell’alto medioevo, a protezione del  passo che congiungeva il Golfo della Spezia con la valle della Magra, veniva  costituito un presidio stradale fortificato che successivamente andò sviluppandosi. Si formò così un borgo che dopo alcuni passaggi di mano divenne proprietà della famiglia Vezzano.  Nasce così Vezzano Ligure, la meta di  questo articolo.

Nonostante la sua lunga e ricca storia, l’inconfondibile tessuto urbano medievale, interessanti rilevanze architettoniche e la stupenda posizione che occupa, non è  “a torto” una consueta meta turistica.

E’ impossibile tuttavia non notarlo se siamo diretti verso La Spezia. Basterebbe una semplice deviazione per raggiungere e visitare questo bellissimo borgo.

Vezzano Ligure. Veduta di Vezzano inferiore.
Vezzano Inferiore

Vezzano Ligure – Cosa vedere a Vezzano Inferiore


Chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta

Appena arrivati a Vezzano Inferiore, a colpirci subito é la bella chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta. E’ posizionata in un bellissimo contesto, all’estremità della Piazza del Campo, oggi denominata piazza del Popolo, in memoria dell’eccidio commesso dai Nazi-Fascisti il 7 Dicembre del 1944.

Vezzano Ligure. Piazza del popolo con la Chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta.
Chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta

Struttura Medievale del borgo

Al disotto della piazza, sul lato destro, può cominciare il nostro viaggio nel tempo all’interno  del borgo, tra vecchie costruzioni, stradine acciottolate, vicoli e sottopassaggi.

Vezzano Ligure. Stradine all'interno del borgo.

Non esiste un itinerario vero e proprio.  La bellezza di questa parte del borgo, sta proprio nel fatto di poter scoprire tanti angoli caratteristici, particolari curiosi e vecchi palazzi, semplicemente passeggiando senza meta, in tutta tranquillità e respirando questa singolare atmosfera medievale.

Vezzano Inferiore offre una interessante struttura urbana di tipo anulare e conserva più di una testimonianza del periodo feudale. Nel XII secolo, a Vezzano Inferiore, venne eretta una torre a pianta pentagonale, oltre le mura e collegata con un ponte al castello. Attualmente sono rimasti solo alcuni resti del castello mentre la torre è ancora in buono stato.

Tradizione Musicale

Dal 1889 Vezzano vanta anche un’importante tradizione musicale. Tale tradizione si è consolidata oggi con la formazione della nota banda Puccini, che proprio qui ha la sua sede in un’ antica chiesa.

Vezzano Ligure. Sede della filarmonica Puccini.
Sede della Filarmonica Puccini

Tra Particolari e Curiosità

Continuiamo a passeggiare osservando i tanti  piccoli e simpatici particolari disseminati un po’ ovunque. Ci fermiamo ogni tanto ad ammirare qualche bella veduta sulla valle. Arriviamo così lentamente, senza neppure accorgersene, a Vezzano superiore.


Vezzano Ligure – Cosa Vedere a Vezzano Superiore


Questo è il borgo posto più in alto tra i due agglomerati principali di Vezzano Ligure. E’ qui che Il primo e significativo nucleo abitativo è sorto, proprio  a Vezzano Superiore intorno al X secolo.

Da quassù si gode di una bella vista a 360° con pochi eguali nella zona, sulla val di Magra, la val di Vara e sul Golfo di La Spezia.

Via Castello

Ma oltre alle belle vedute, Vezzano Superiore offre anche attrazioni storiche e architettoniche  rilevanti. Basta soffermarsi in via Castello, con il caratteristico pozzo al centro e guardare in giro per ammirare i palazzi, le inferriate, le panchine, i colori delle facciate.

Vezzano Ligure. Via Castello con al centro il caratteristico Pozzo.
Via Castello

Chiesa di Nostra Signora del Soccorso

Ma ci potremo godere altrettante bellezze imboccando una piccola scalinata in via Castello che scende nella piazza di Nostra Signora del Soccorso.  Ed anche da qui troveremo bei palazzi, i colori delle facciate, la bellissima chiesa e la singolare piazza da dove si può ammirare uno stupendo panorama.


Video con Commento Audio


Anche a Vezzano superiore, passeggiando con calma senza una precisa meta, incontreremo particolari e rifiniture originali, angoli  pittoreschi…tante,  tante cose da osservare ed apprezzare.


Vezzano Ligure – Conclusioni


Saremo ampiamente ripagati di tutto  il tempo dedicato a questi due agglomerati, inferiore e superiore, che formano però un unico borgo: Vezzano Ligure. Una località imperdibile, interessante, ricca di storia e posizionata splendidamente sulle bellissime colline della Liguria, ricche di tanti altri borghi e paesi interessanti, tra i quali Tellaro e Montemarcello.

Vezzano Ligure. Alcuni simpatici particolari.

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Bergen – Ex Capitale della Norvegia

Bergen – Presentazione

Circondata da sette colline e sette fiordi, Bergen gode di una stupenda posizione su due bracci di mare, come ben si nota dall’alto, arrivando in aereo.

Bergen. In arrivo  con l'aereo.

E’ una città dal fascino ammaliante. Giovane e vivace grazie anche alla nutrita presenza di studenti, tra i quali molti Italiani, che la rendono il centro culturale più attraente della Norvegia.

Bergen. Studenti in uno dei quartieri di Bergen.

Dal monte Floyen, raggiungibile con una comodissima e moderna funicolare, potrete avere subito una visuale completa di tutta la città. Avrete modo di farvi un idea esatta sui punti più importanti da visitare. Sarete così più disinvolti negli spostamenti.

Il panorama che si gode da quassù non ha eguali; è veramente spettacolare e comprende tutta la città.

Bergen – Un po’ di Storia

Già agl’inizi del medioevo Bergen era un importante porto marittimo e faceva parte della potente Lega Anseatica che proprio in questa città aveva una delle sedi più importanti d’Europa.

In quel periodo la città era anche la Capitale della Norvegia, un’eredità visibile nelle splendide case in legno di Bryggen, un quartiere inserito dall’UNESCO tra i siti Patrimonio dell’Umanità.

Bergen. Case in legno nel quartiere di Bryggen.

La città nasce nel 1070, ed oggi Bergen è il secondo centro più popoloso della Norvegia, dopo Oslo, con 270.000 abitanti.


Bergen – Visita della città


TORGET

Come tutte le località, anche Bergen ha il suo punto di attrazione principale che richiama subito a sé il viaggiatore e questo è il Torget, la piazza più animata e colorata della città.

Bergen. Torgen, la piazza più  animata di Bergen.
Torget

Raggiungere a piedi questa piazza, dal capolinea dei bus in Festplassen, consente di ammirare già una parte del centro storico, con grandi piazze dalle quali si staccano altre piccole piazzette con locali caratteristici; fontane monumentali, come quella in Torgallmenningen, la piazza più grande e più  frequentata di Bergen, dedicata ai marinai norvegesi.

Quando finalmente arriviamo nel Torget, ci rendiamo subito conto di avere intorno a noi tutta la parte più bella e caratteristica di Bergen.
Dal porto, con la sua possente fortezza, al quartiere Bryggen, il punto più affascinante della città con le sue antiche e colorate case medievali.

Dal tradizionale mercato del pesce all’aperto, la parte più animata e frequentata, ad altri quartieri meno noti ma pur sempre molto caratteristici.


MERCATO DEL PESCE

Ma chi la fa veramente da padrone nel Torget è sicuramente il mercato del pesce.

Bergen. Mercato del  Pesce.

Tanti banchi con le più svariate specie di pesce, dal merluzzo a l’halibut, dal salmone ai più disparati tipi di molluschi e crostacei, compresi i King Crab ancora vivi, i famosi granchi giganti.

Non mancano poi tradizionali piatti già pronti da portare via o mangiare sul posto, compreso i filetti di balena.

Bergen. Mercato  del pesce. Filetti di  Balena.
Filetti di Balena

I viaggiatori più esigenti, potranno servirsi dell’altro mercato adiacente, quello chiuso, molto adatto specialmente nelle giornate fredde e piovose, dove poter assaggiare con tutta tranquillità, tanti buoni piatti comodamente seduti e riparati dalle intemperie.

Bergen. Mercato al chiuso.
Mercato al chiuso

BRYGGEN

A pochi passi dal Torget, una lunga schiera di coloratissime case in legno affacciate sul mare, richiama l’attenzione del turista. Si tratta di Bryggen, il suggestivo quartiere medievale di Bergen.

Bergen Turisti ai tavolini nel quartiere Bryggen.

E’ uno dei luoghi più belli al mondo che ha saputo mantenere intatta nel tempo la sua forma originaria, permettendo all’umanità intera di conoscere abitudini e stili di vita di una potente comunità mercantile: la Lega Anseatica.

La forma originaria degli edifici era così composta: sulla facciata principale si trovavano gli uffici e le abitazioni; all’interno c’erano i magazzini, mentre sul retro vi erano le aule assembleari della Lega, le cucine e alcune strutture in pietra utilizzate per la conservazione della merce più costosa.

Tra una casa e l’altra, nella parte interna, si aprono delle piccole strettoie con funzione di cortile, condiviso tra più abitazioni.

Bergen. Cortili interni.

Queste case, mantengono anche oggi la medesima struttura di un tempo nonostante le numerose distruzioni e ricostruzioni subite dal quartiere nel corso dei secoli.  

Bergen. Vecchie case ancora oggi così mantenute.

Fantoft Stavkirke

Lasciamo il centro storico e dedichiamo un po’ di tempo anche alla periferia. Con il comodissimo ed efficiente servizio di tram, ci rechiamo nel sobborgo di Paradis per visitare la singolare e storica chiesa Fantoft Stavkirke.

Bergen. Verso i sobborghi con il  tram.

Le singolari “stavkirke”, particolari chiese costruite interamente in legno, sono tra le costruzioni più diffuse sul territorio norvegese. Molte di queste risalgono addirittura a 900 anni fa.

Bergen. Vista dall'alto della Fantoft Stavkirke

La Fantoft Stavkirke fu costruita nel Sognefjord intorno al 1150 e trasferita qui nel 1883. In realtà quella che osserviamo oggi è una riproduzione. L’originale fu infatti distrutto da un incendio appiccato da un musicista heavy metal satanista, agli inizi degli anni ’90.

Bergen. Chiesa Fantoft Stavkirk

Interessante conoscere la storia di questo satanico musicista Euronymous


FESTPLASSEN

Dopo il Bryggen, sicuramente questo è il punto più bello della città specialmente nelle giornate di sole. Un bellissimo lago in uno stupendo spazio verde dove sedersi per un po’ su una panchina ed ammirare tutto quanto ci circonda. 

Bergen. Vista del lago.

Non potrete evitare questo luogo, in quanto è qui il capolinea dei Bus. Nelle immediate vicinanze si trova anche il noto museo KODE che si divide in quattro sezioni.

Bergen. Veduta dall'alto di Festplassen.

MUSEI

Molti sono i musei da visitare e tutti interessanti. Quello della Lega Anseatica e il Fiskerimuseum, il museo della pesca, sono a mio avviso da non perdere.

Il primo si trova subito dietro il quartiere Bryggen ed il secondo raggiungibile con il bus, un paio di chilometri dopo il porto.

Bergen – Consigli

Non fatevi mancare una bella escursione in qualche fiordo (Mostraumen è consigliabile), ma fate attenzione al tempo quando prenoterete l’escursione.

Se piove o tira troppo vento, sarete costretti a restare chiusi nel battello senza godervi niente. I fiordi sono stupendi quando, con il sole, la luce artica esalta i colori

Come non dovrete farvi mancare la buona cucina norvegese, ricca di tutto: verdure, carne, pesce e dolci.

Assaggiate la Renna, buonissima sia a filetti in forno che come stufato. Non fatevi condizionare ed assaggiate la balena: carne rossa buonissima, che non ha niente a che veder con il pesce.

Il salmone norvegese, insieme a quello scozzese è sicuramente il migliore. Per gli amanti del baccalà, ci sarà da sbizzarrirsi con le innumerevoli ricette, sempre buone e appetitose.

Bergen. Baccalà con patate

L’unico forse che non sarà tanto d’accordo con la cucina, sarà il vostro portafoglio. D’altronde ormai si sa che la Norvegia è uno dei Paesi più cari al mondo.

Bergen – Conclusioni

Bergen è una città che è riuscita a coniugare in modo perfetto il suo rapporto con il mare, che le ha dato ricchezza e fama in tutto il mondo, e con le montagne che la circondano, particolarmente apprezzate dai viaggiatori in questi ultimi anni.

Una città con i suoi particolari e spesso invidiabili stili di vita.

Bergen. Una via  del centro. Bambini vengono trasportati con nuovi moderni mezzi di locomozione.

Un città assolutamente da visitare, la seconda della Norvegia dopo Oslo, ma seconda solamente per popolazione, non certamente per importanza, bellezza e interesse.

Bergen. Atterraggio all'aeroporto.

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Kirkenes – Terra dei Sami


Notizie Generali


Kirkenes

piccola cittadina con circa 3.500 abitanti, rappresenta il capolinea della Hurtigruten, il postale dei fiordi, che qui termina il suo viaggio verso il Grande Nord.

Kirkenes. Hurtigruten in porto.
Hurtigruten in Porto a Kirkenes

Da qui si può tornare solo indietro verso Bergen dopo aver trascorso un po’ di tempo in questa piccola località.

Ci troviamo nel Grenseland, terra di confine fra Norvegia, Russia e Finlandia. Appena 15 km dalla Russia e circa 50km dalla Finlandia.

Kirkenes. Cartina Norvegia.

Questo posto minuscolo e anonimo, che delude le aspettative di molti viaggiatori, ha una marcata atmosfera di frontiera. Noterete cartelli segnaletici scritti sia in Norvegese sia in alfabeto cirillico e spesso sentirete parlare russo tra gli abitanti.

Kirkenes. Cartelli bilingue.
Kirkenes – Cartello bilingue

Kirkenes – Cosa vedere


Anche se la cittadina non offre niente di particolarmente interessante, ci sono i presupposti per fermarsi comunque anche un intero giorno.

Kirkenes. Distanze chilometricche mondiali.
Kirkenes – Emporio

Non potendo al momento, per ovvi motivi, fare un’escursione in territorio russo, possiamo però fare una breve incursione nella Lapponia finlandese. Sarà un’ottima opportunità per poter ammirare foreste stupende.


Escursione nella Lapponia Finlandese

Kirkenes. Frontiera finlandese.
Frontiera Finlandese

Una volta entrati nel territorio Suomi o meglio degli antichi Finni, si noterà subito una netta differenza di panorami e paesaggi tra i territori Sami norvegesi fatti di fiordi con montagne scoscese, altopiani e radure con pochissima vegetazione e quelli Finlandesi con foreste, laghi e fiumi.

Questa è una terra che rappresenta il selvaggio nord della Finlandia. E’ l’ultimo rifugio dei Sami finlandesi, persone che vivono di allevamento delle renne diffuse in gran numero ovunque.

Percorrendo le strade della Lapponia finlandese, dobbiamo prestare molta attenzione a questi animali. Ci dobbiamo fermare sempre quando li incrociamo a causa della loro sbadataggine ed assoluta mancanza di percezione del pericolo stradale.

Kirkenes. Renne in strada.

Video con Commento Audio


Cosa vedere in città

Dopo aver passeggiato un po’ per il centro, ci spostiamo nel sobborgo di Storhaugen. Qui troviamo il monumento all’Armata Rossa che commemora la liberazione del Finnmark da parte dei soldati russi nell’autunno del 1944.

Kirkenes. Monumento all'Armata Russa.
Monumento all’Armata Russa

Nei pressi del monumento, quando è aperta al pubblico, si può visitare la Grotta di Anders (Andersgrotte). Questa è una delle gallerie costruite sotto la città come rifugio antiaereo durante gli oltre 300 bombardamenti che rasero al suolo completamente la città.


Dintorni di Kirkenes

Una attrazione, dove si può trascorrere un po’ di tempo in totale relax, è rappresentata dal Gabba Reindeer e l’Husky Park.


Husky Park

Questo parco, situato su una collina a circa 15 minuti dalla città, ci dà la possibilità di visitare un centro di permanenza e addestramento di cani da slitta, in prevalenza Husky.

Si potranno osservare da vicino le tradizionali slitte in riparazione o manutenzione per essere pronte al cadere della prima neve.

I cani da slitta sono estremamente amichevoli. Per cui si può passare un po’ di tempo giocando con loro. Addirittura possiamo sceglierne uno per farci insieme una passeggiata.


Kirkenes Snow Hotel

All’interno sempre del parco, non dovremo assolutamente perderci la visita del primo e più famoso hotel al mondo, sotto la neve: il Kirkenes Snow Hotel.

Kirkenes. La Hall del Kirkenes Snow Hotel.
La Hall del Kirkenes Snow Hotel

E’ un esperienza veramente unica entrare in un hotel con 5° di temperatura sotto zero, dove tutto é di ghiaccio. Il Bar, la reception e una lunga scala completamente di ghiaccio, che scendendo nel sottosuolo, ci introduce in un salone ispirato a Santa Claus.

Ma molto particolari e incredibili sono le camere. Vi si accede attraverso un lungo corridoio scavato completamente nella neve.

Kirkenes. Corridoio delle camere.
Corridoio delle Camere

Queste sono fornite di 2/3/4 letti completamente di ghiaccio, coperti con pelli di renna.

Kirkenes. Una camera a quattro letti.
Una Camera a quattro letti.

Tutti gli inverni vengono impiegati 15.000 metri cubi di neve e 25 tonnellate di ghiaccio, per costruire questa effimera struttura.


Kirkenes – Considerazioni finali


E proprio a Kirkenes il sole di mezzanotte ci permette ancora di più, rispetto ad altre località, di passeggiare e fotografare con la luce del sole a qualunque ora, anche ben oltre la mezzanotte, come noterete da queste immagini.

Kirkenes. La parrocchiale.

Nonostante la mancanza di particolari attrazioni, Kirkenes viene comunque visitata ogni anno da oltre 100.000 viaggiatori, per lo più passeggeri del postale dei fiordi, l’ormai noto Hurtigruten. Viaggiatori che proprio qui terminano, con nostalgia, ma con tanta soddisfazione, il loro lungo viaggio nel Paese dei Fiordi: La Norvegia.

Kirkenes. Vista del porto dall'alto.
Kirkenes-Vista del porto col drone

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Isole Lofoten. Veduta dall'alto di Honningsvaer

Lofoten – Le “Fantastiche” isole norvegesi

LofotenQuali e quante sono queste isole

Per prima cosa dobbiamo capire che cosa s’intende per Isole Lofoten.

Le isole Lofoten sono un arcipelago della Norvegia che si estende a nord-ovest tra le contee di Nordland e Troms.

Lofoten. Cartina delle Isole dell'Arcipelago.
Isole Lofoten

L’arcipelago è composto da sei isole; Austvagoya, Gomsoya, Vestvagoy, Flakstadoya, Moskenesoya, Vaeroy.

Le prime cinque sono tutte in sequenza, quindi visitabili in auto senza necessità di alcun traghetto, mentre l’ultima (Vaeroy) si trova ad una distanza di circa 25 chilometri via mare da “A i Lofoten“.


Lofoten – Come arrivare


Per chi proviene da Sud e deve arrivare sulle Isole Lofoten, può raggiungere Moskenes traghettando da Bodo. Per chi invece proviene da Nord (da Tromso) deve raggiungere Svolvaer.

Soggiornando a Tromso, personalmente ho scelto quest’ultima località come base strategica per visitare le Lofoten.

Considerata la Capitale di queste isole, Svolvaer è una cittadina portuale vivace anche fino a tarda sera grazie al sole di mezzanotte, che ci permette di visitarla e passeggiare per le sue strade fino a tarda ora.

Lofoten. Locale tipico a Sv olvaer.
Svolvaer dopo la mezzanotte

Per arrivare a Svolvaer, uno degli itinerari, forse il più agevole, sarà quello di raggiungere da Tromso la località di Gryllefjord, da dove traghetteremo verso Andenes, nelle Isole Vesteralen. Si scenderà poi verso Sud traghettando di nuovo da Melbu a Stronstad per poi raggiungere, dopo circa mezz’ora, Svolvaer.

Lofoten. Itinerario per Svolvaer.

Lofoten – Introduzione


Appena sbarcati, si noterà subito la differenza di paesaggio, di luce e di colore tra le Lofoten e le vicine Vesteralen.

Lofoten. Arrivo a Svolvaer.
Svolvaer

Non potrete dimenticare mai il momento in cui vi appariranno per la prima volta le Lofoten. La bellezza del luogo è semplicemente sbalorditiva. Le montagne che si gettano a strapiombo sul mare, coperte a tratti da verdi e fresche foreste, e il dedalo di fiordi tutto intorno a noi, attirano a tal punto lo sguardo da rimanere fermi, incantati ad osservare tutta questa incredibile natura. La bellezza particolarmente intensa della luce artica è indimenticabile.   

Lofoten. Riprese dall'Alto.

Le isole sono tutte collegate tra loro da gallerie e ponti stradali.  La famosa strada europea E10, considerata la Strada più bella del mondo, attraversa tutte le Lofoten con una sede stradale piuttosto stretta, che abbassa sensibilmente i limiti di velocità, ma che ci consente, allo stesso tempo, di ammirare con calma bellissimi paesaggi.

Su ogni isola troverete villaggi pittoreschi, dove fermarsi, passeggiare, respirare questa atmosfera nordica così intensa e magari sostare in qualche ristorante del posto per assaggiare alcuni piatti tipici, come lo spezzatino di renna ed un assaggio di carne di balena.

Il clima delle Lofoten è ovunque incredibilmente mite grazie all’influenza della Corrente del Golfo. Questo permette, anche agli abitanti delle isole, di frequentare in estate le bellissime spiagge che arricchiscono ancora di più il paesaggio.

Lofoten.  La bellissima spiaggia di Rambergstranda ripresa dall'alto.
La spiaggia di Rambergstranda

Il sole di mezzanotte inoltre contribuisce non poco ad ammirare ed apprezzare questi panorami anche fino a tarda ora.

Nonostante molti siano i villaggi delle Lofoten, per avere un quadro abbastanza completo di questo arcipelago, sarà sufficiente visitare quelli più noti e pittoreschi che si trovano nella parte meridionale delle isole.


Lofoten – Cosa Vedere


A tal scopo dovremo seguire l’itinerario che da “Svolvaer” si snoda fino a “A i Lofoten” passando attraverso Henningsvaer per poi risalire verso nord fino ad incrociare la famosa strada europea E10. Da qui si prosegue per poi scendere a sud verso Nusfjord. Di nuovo si risale verso la E10 per raggiungere finalmente Hamnoy, Reine e A Lofoten.

Lofoten. Itinerario attraverso i maggiori villaggi delle Lofoten.

Video con Commento Audio


Henningsvaer

La visita di Henningsvaer costituisce senza dubbio il primo vero approccio con le Lofoten.

Lofoten. Vista dall'alto  di Henningsvaer.
Henningsvaer

Abbarbicato all’estremità meridionale dell’Isola Austvagoy, il villaggio è situato su tre isolette separate da canali e collegate da due ponti.

Oggi Henningsvaer è il più importante villaggio di pesca dell’intero arcipelago. Qui il merluzzo e lo stoccafisso la fanno veramente da padroni.

Un vecchio detto locale dice: sono un vero merluzzo delle Lofoten perché sono nato a Henningsvaer.

Il soprannome di Venezia delle Lofoten può sembrare un po’ eccessivo, ma si tratta della località più luminosa, allegra e di tendenza dell’intero arcipelago.

Lofoten. Ripresa dall'alto del canale di Hennigsvaer.

Nei pressi di Henningsvaer, in ottima posizione ed assolutamente da visitare, si trova la chiesa Vagan, in stile neogotico, completamente in legno e ristrutturata nei suoi colori originali.

Inaugurata nel 1898, conta 1200 posti a sedere, ed è a tutti gli effetti la Cattedrale delle Lofoten.


Skreda

La distanza tra Henningsvaer ed villaggio di Nusfjord è di circa un’ora e mezza, per cui una piccola sosta a circa metà percorso, è d’obbligo. Questo consente anche di ammirare un altro piccolo villaggio di pescatori.

Lofoten. Villaggio di Skreda ripreso dall'alto.
Skreda

Skreda è situato in uno dei tanti punti panoramici lungo la strada europea E10 dove una sosta è davvero d’obbligo.


Nusfjord

Ed eccoci ad uno dei più incantevoli villaggi della Norvegia settentrionale. Stiamo parlando di Nusfjord, situato in un contesto naturale veramente meraviglioso.

Lofoten. Immagine dall'alto di Nusfjord.
Nusfjord

Nusfjord è un incantevole villaggio di pescatori costruito su palafitte risalenti al secolo XIX.

E’ tra i villaggi meglio conservati delle Lofoten

Raccolto tutt’intorno ad un minuscolo porto riparato, Nusfjord sembra un tesoro nascosto con le sue case di legno tinte di rosso.

Lofoten. Particolare del  porticciolo di  Nusfjord.

D’estate i pescatori affittano ai turisti le loro “rorbuer“, le tipiche case rosse ed alcune vengono affittate anche a negozietti ed atelier. Come in tutti i villaggi, anche qui non mancano le teste di stoccafisso e di altri pesci, divenuta ormai questa una tradizione.


Hamnoy

Proseguendo lungo la strada E10, prima di raggiungere Reine la meta più importante dell’arcipelago, a soli 8 km incontriamo il piccolo paese di Hamnoy, situato sopra un’isoletta.

Lofoten. Veduta di Hamnoy.
Hamnoy

Questo villaggio di pescatori, uno dei più antichi dell’intero arcipelago, rischia di passare inosservato. Invece vale la pena di esplorare questo piccolo angolo delle Lofoten. Anche qui è facile trovare le tipiche costruzioni in legno sulle quali vengono appesi i merluzzi ad asciugare all’aria: gli stoccafissi.


Reine

In brevissimo tempo si raggiunge Reine, uno dei centri più importanti e più belli delle Isole Lofoten.

Sicuramente la meta più ambita, grazie al suggestivo scenario che ne fa da cornice, è uno dei borghi più fotografati ed ammirati.

Lofoten. Veduta di Reine.
Reine

Un tempo centro della vita commerciale delle Lofoten, oggi si è trasformato in borgo turistico con poco più di 300 abitanti. Le case dei pescatori, ovvero le rorbuer, sono state trasformate in caratteristiche e ricercate case per turisti. Si tratta delle ormai onnipresenti e tipiche casette norvegesi.


A i Lofoten

La A è l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese…e l’ultimo paese delle isole Lofoten, il più meridionale che si possa raggiungere, al terminal della strada europea E10.

Lofoten. Veduta di A i Lofoten.
A i Lofoten

“A i Lofoten” è un paese museo, assolutamente da visitare. Si tratta di un piccolo villaggio di pescatori all’interno del quale è stato sviluppato un percorso per rivivere tradizioni, usi e costumi di un tempo.

Lofoten. Pulitura del pesce appena pescato.

Qui il pesce è sempre fresco.

Appena pescato viene pulito con un attenzione e con una cura che solo i pescatori del luogo sanno fare.

Intanto i gabbiani, che qui nidificano ovunque creando non pochi problemi, aspettano con pazienza il loro momento del pasto.


Isole Lofoten – Conclusioni

Forse nessuno si è mai chiesto come mai in Norvegia siano così diffuse le case tinte di rosso: la risposta è molto semplice: questa era la vernice più economica. Poi col tempo è diventata una tradizione in tutto lo Stato.

Lofoten. Case su palafitte.

Le Lofoten sono una parte della Norvegia da visitare, da gustare e godersi con calma. Non esiste al mondo un altro ambiente simile. Paesaggi, luci e colori indescrivibili, villaggi da favola, panorami inimmaginabili che sembrano essere stati creati apposta da un artista divino.

Difficile da spiegare e far comprendere seppur con l’aiuto delle più belle foto e dei più curati video. E’ indispensabile vivere tutto questo sul posto per cui bisogna andare in Norvegia e Visitare l’Arcipelago delle Lofoten.

Lofoten. Tipiche rorbuer.
Reine – Tipiche “rorbuer

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Capo Nord

Capo Nord – Il punto più a Nord dell’Europa

Capo Nord – Introduzione

Sicuramente il sogno per tutti coloro che affrontano un viaggio in Norvegia, è quello di raggiungere Capo Nord.

Capo Nord. Veduta dall'alto del promontorio.
Capo Nord

Diversi sono i modi per arrivare al punto più settentrionale del continente europeo.

Partendo da Tromso, considerata ormai base di partenza per tutti i viaggi nel grande nord, si può viaggiare in auto per una decina di ore, lungo la tortuosa, seppur panoramica, strada artica. Oppure affidarsi ad un bus che raggiunge Capo Nord in 15 ore.

Si può arrivare da Tromso a Honninsvag con un volo interno e percorrere poi gli ultimi 32 chilometri che separano questa cittadina dall’estremo punto settentrionale con un bus. Infine ci si può imbarcare su una delle navi della Hurtigruten, con l’opportunità così di ammirare durante la navigazione, tanti bei fiordi.


Io ho scelto quest’ultima soluzione


Inizio del Viaggio

Al porto di Tromso, ultima grande città più a nord d’Europa, c’imbarchiamo sulla Vesteralen, una delle navi della Società Hurtigruten, il noto postale norvegese.

Capo Nord. Nave Vesteralen della Società Hurtigruten.
Nave Vesteralen – Hurtigruten

Con la prua rivolta in direzione Capo Nord, lasciamo lentamente il porto, potendo così scrutare la città anche da un altro punto di osservazione.

Il viaggio durerà tutta la notte fino alla tarda mattina successiva, ma il sole di mezzanotte ci permetterà di ammirare i fiordi in piena luce anche nelle ore piccole.

Capo Nord. Inizia il viaggio attraverso i fiordi.

Lo spettacolo dei fiordi

Poco dopo l’uscita dal porto, si comincia ad apprezzare un panorama diverso, fatto di montagne che si gettano a strapiombo nel mare, piccoli villaggi con le loro tipiche abitazioni in legno tinte di rosso, casette isolate e fiordi incantevoli con le loro immancabili cascate.

Questi fiordi, simbolo tipico della bellezza della Norvegia, sono tutelati dall’UNESCO e sono luoghi dove il tempo si muove al proprio ritmo.

In Norvegia esistono più di mille fiordi, bracci di mare che si insinuano spesso molto profondamente nell’entroterra, sovrastati da entrambi i lati da maestose montagne.

Capo Nord. Un bellissimo fiordo
Fiordo

Anche se è possibile navigare tra le insenature, o ritornare verso il mare, quando ci si trova all’interno di un fiordo può sembrare di essere in un mondo totalmente a parte.

Capo Nord. All'intgerno di un fiordo.
All’interno di un fiordo

Video del viaggio con Commento Audio


Capo Nord – Cosa Vedere???

A questo punto devo dire che l’interesse per Nord Kapp non è dato da quello che possiamo trovare una volta arrivati. Non esistono particolari attrazioni turistiche né paesaggi particolarmente spettacolari. L’interesse per Capo Nord sta nel lungo viaggio per arrivare fin qui. In tutto quello che s’incontra, nei mutamenti del paesaggio e nella soddisfazione insieme alla curiosità di raggiungere questo punto estremo dell’Europa. Questo è ciò che entusiasma e che rende interessante questa meta.

La nave effettua delle fermate anche in villaggi o paesini con piccoli porti permettendo, quando il tempo lo consente, di scendere a terra durante la sosta. Tutte queste fermate sono riportate su una cartina messa a disposizione alla reception della nave, con il tempo di sosta indicato.

Capo Nord. Paesini di sosta della nave.

Ad Honninsvag, il paese con 2400 abitanti più a nord della Norvegia, la nave effettua una sosta di circa quattro ore. Tale sosta permette al viaggiatore di raggiungere Nord Kapp.

Questo borgo sorge ben oltre i confini di Svezia e Finlandia. Per molti questa rappresenta l’ultima tappa prima di Nord Kapp, la meta di tante straordinarie e originali imprese di viaggiatori e turisti.

Capo Nord si trova sull’isola di Mageroya, attraversata dalla strada E69 molto panoramica che ci permette di ammirare bellissimi paesaggi ed una natura veramente singolare.


Non sarà difficile incontrare renne allo stato libero.


Capo Nord. Renne allo stato libero.
Renne allo stato libero

L’ormai inconfondibile mappamondo, simbolo di Nord Kapp, ci conferma di essere arrivati al punto più settentrionale del continente europeo.

Capo Nord.ò Il Mappamondo
Capo Nord – Il simboico Mappamondo

Capo Nord – Precisazione geografica

Una precisazione geografica però è dovuta, seppur turisticamente insignificante: la località più a nord del continente europeo non è Capo Nord, ma bensì Knivskjelodden visibile un po’ più a ovest, un punto che si può raggiungere solo a piedi per un lungo sentiero. Tecnicamente infatti Capo Nord si trova su un’isola, l’isola di Mageroya e non sul continente.

L’emozione comunque di trovarsi in questo punto estremo della Norvegia e dell’Europa, è veramente tanta.

Capo Nord. Veduta dall'alto del Mappamondo

Conclusioni

Questa è una meta molto ambita da automobilisti, motociclisti, camperisti, e viaggiatori in genere. Una destinazione però non sempre così agevolmente raggiungibile, in quanto molto remota.

Capo Nord mantiene la sua fama e conferma le aspettative che da secoli motivano numerosi visitatori a raggiungerlo.


La splendida e delicata natura dell’isola Mageroya, la bellezza e la varietà dei panorami incontrati in questo lungo viaggio, rendono questa località tra le più indimenticabili mete turistiche.



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STIA. Vista dall'alto del castello di Romena

STIA-Patria del Panno Casentino


Stia – Introduzione

Stia – La Toscana non finirà mai di stupire il turista, tante sono le località, i paesi ed i borghi caratteristici da conoscere e visitare.

Stia. Cascatella del torrente Staggia all'ingresso del paese.
Torrente Staggia

Tra questi troviamo Stia, un piccolo borgo dell’Italia che fa parte del Comune Sparso di Pratovecchio Stia nella provincia di Arezzo e nelle immediate vicinanze di Poppi, altro borgo caratteristico, famoso per il suo castello.

Stia sorge alle pendici del monte Falterona e trae la sua origine dall’essere stata un villaggio sorto sulla romana Via Maior che collegava il Casentino a San Godenzo, in Mugello.

Stia. Vista dall'alto del borgo, ripresa con il drone.

Stia – Visita del Borgo

Il nucleo principale del centro abitato sorge alla confluenza del torrente Staggia con il fiume Arno.   

Il toponimo, di provenienza latina, trae origine dalla contrazione del nome del torrente Staggia. 

All’incontro tra questi due fiumi si trovava nel medioevo, come si trova ancor oggi, l’incrocio di quattro importanti strade che provenivano da Arezzo, Firenze, Mugello e Romagna. Un luogo ideale per la nascita di un mercato.

Stia. Altra veduta dall'alto del borgo.

Ed ecco che Stia, con la produzione del panno casentino, acquista un ruolo importante nell’economia locale, che la  porterà a conquistarsi una fama a livello mondiale.  Per la sua fabbricazione verrà costruito e più volte ampliato, un importante lanificio.

Stia. vedduta dall'alto del grande lanificio.

Questo ha fatto sì che, nonostante il suo abitato di piccole dimensioni e i pochi richiami artistici e architettonici, diventasse famoso tanto da richiamare numerosi turisti nel borgo e nei dintorni, acquistando ulteriore visibilità anche grazie al fatto di essere stato scelto da Leonardo Pieraccioni, come location per le riprese del noto film Il Ciclone nel 1996.

Piazza Tanucci

Anche senza il  noto evento cinematografico, Piazza Tanucci di Stia ha tanto di cui essere fiera. 

La sua forma è molto allungata e va a salire. Sui due lati più lunghi è delimitata da edifici contigui tutti porticati.

Questa particolarità architettonica è tipica dei luoghi di mercato perché dava riparo a venditori e compratori in caso di maltempo. E Stia fu luogo di mercato. Anzi, il paese nacque e si sviluppò intorno a un mercato, a un importante crocevia e a una chiesa.

La Pieve di Stia

La Pieve di Stia è una delle più importanti  del Casentino per le pregevoli opere d’arte custodite al suo  interno. Lo stile barocco della facciata  è un fatto alquanto  anomalo per una pieve romanica, ma fu la comunità del borgo a volere la completa restaurazione dell’intera facciata nel XVIII secolo.

Stia. La Pieve

Al suo interno la chiesa mostra l’originario stile romanico con colonne monolitiche sormontate da stupendi capitelli che dividono le tre navate.

Stia. Interno della Pieve.

Il Panno Casentino

Ovunque nel paese, si avvertono i richiami alla nota produzione  del  panno casentinese che proprio qui trae le sue origini e che ha dato  fama e lustro al borgo. 

Il panno era apprezzato per l’alta resistenza all’usura e alle intemperie ed era adatto alle necessità di chi doveva trascorrere all’aperto, buona parte della giornata. 

Il ricciolo, che contraddistingue gli abiti in panno casentino, costituisce un funzionale doppio strato, antifreddo e antipioggia. 

Stia. Particolare di due abiti in panno casentino.

Con la sua varietà di colori molto vivi, gli indumenti sono particolarmente ricercati, tanto da spingere gli interessati a recarsi proprio qui a Stia, per acquistarli.

Il Lanificio

Lungo la strada che costeggia il torrente Staggia, notiamo un piccolo ponte ad arco sorretto da tubi in metallo.

Stia. Sullo sfondo il  vecchio lanificio.

A sinistra di questo ponte, sullo sfondo,  si trova un grandissimo edificio. E’ una parte di quello che fu il famoso Lanificio di Stia. La prima attività industriale del Casentino che dagli anni Ottanta del XIX secolo fino al 1920 arrivò ad avere cinque stabilimenti attivi dando occupazione a 500 dipendenti.

Oggi buona parte degli stabilimenti sono in condizioni precarie.

La parte che invece possiamo osservare dal ponte è quella che è stata recuperata. Nei primi due piani dello stabilimento, che vediamo sullo sfondo, si trova il Museo dell’Arte della Lana, una grande mostra che illustra in modo esaudiente quella che fu la storia di questa importante realtà industriale.


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Il Palagio

Stia fu anche la residenza del ramo  Conti  Guidi detti di Palagio, per ricordare la loro  sontuosa abitazione che costruirono nel 1230. Mantennero il possesso di tutto il territorio, che cessò con l’invasione dei Fiorentini. 

Stia. Veduta del Palagio, residenza dei Conti Guidi.
Stia – il Palagio

Il Castello di Romena

Questo casato diventò nel tempo padrone dell’unico Castello, tra i tanti del Casentino, a non essere stato costruito dai Guidi, ma bensì dai Signori  di Spoleto. Per questo motivo il  castello è considerato il più vecchio del Casentino ed anche perché il  suo nome appare già in alcune scritture del 1008.

I Conti Guidi ne diventarono proprietari in seguito di strani legami di parentela creatisi nel tempo con i signori di Spoleto e fondarono così un secondo ramo del Casato denominato  Conti Guidi di Romena.

E furono ancora i Conti  Guidi  a restaurare il Castello, dotandolo  di doppia cerchia muraria e di ben 11 torri  di guardia sulla cerchia esterna, fattore questo  che lo rendeva praticamente inespugnabile.

Stia. Veduta dall'alto del Castello di Romena.
Il Castello di Romena

Oggi, il Castello di Romena riveste un importante valore non solo per la sua storia e architettura, ma anche per la bellezza del contesto paesaggistico in cui è inserito con le sue  uniche tre torri rimaste, visibili da molte parti del Casentino.  

Stia. veduta panoramica dall'alto del Castello di Romena.
Il Castello di Romena

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Da Vergogna italiana a Capitale della cultura

Matera – Introduzione

Prima di cominciare la visita di Matera, ritengo opportuno osservare attentamente il territorio circostante. E’ un luogo dell’Italia veramente singolare che costituisce un esempio di civiltà scomparsa,  uno spettacolo a dir poco sensazionale, fatto di forre e dirupi impressionanti che si aprono sulle rive del torrente Gravina.

Matera. Vista dal drone sulle forre e sul torrente Gravina.
Le Forre ed il torrente Gravina

E’ in questo ambiente che sorge la nostra meta. Una città la  cui storia andrebbe insegnata nelle scuole affinché ogni essere umano ne possa trarre ispirazione. Un perfetto equilibrio tra intervento umano ed ecosistema.

Matera. Vista della città dall'altro, dal parco nazionale delle murge.
Vista di Mater dal Parco Nazionale delle Murge

Una città che dopo essere stata la vergogna dell’Italia è diventata la Capitale della Cultura 2019, patrimonio mondiale dell’UNESCO, un singolare se non unico al mondo Giardino di Pietra, la Gerusalemme italiana.


Matera – Storia


La città si presenta nettamente divisa in due parti tra loro molto diverse.

Ad Est, nella parte bassa, sull’orlo della stretta gravina che si sprofonda nell’omonimo torrente, è situata la zona dei caratteristici  Sassi.

Matera. Chiesa di san Pietro Caveoso, la parte bassa dei sassi.
La parte bassa dei Sassi – San Pietro Caveoso

A Ovest, nella parte più alta, si estende invece la città più moderna con i quartieri più recenti.   

Matera. Il nuovo quartiere denominato anche Dorsale Barocca.
La dorsale barocca – Il Nuovo Quartiere

Per tutto il medioevo il confine di Matera è sempre stato ristretto a quello dei Sassi. L’espansione della città inizia dal XVII secolo allargandosi sulla dorsale barocca, anche perché orograficamente pianeggiante.

Nel 1663 la città ottiene, dal regno di Napoli,  il titolo  di  Capitale della Regia Udienza. Un titolo che favorirà  il  grande sviluppo di Matera nella  dorsale barocca, con nuove abitazioni signorili, palazzi e chiese in stile barocco   a cominciare dal palazzo Lanfranchi.

Questo  quartiere diviene così la zona abitata dalla classe sociale più agiata a differenza dei Sassi che rimarrà ancora quella abitata dalla gente più povera.


Matera – Visita della Città


La dorsale barocca-Il nuovo quartiere

Seppur la vera attrazione della città sia proprio il quartiere dei Sassi, anche la dorsale barocca è molto interessante e merita sicuramente uno sguardo attento. Anzi la visita di Matera dovrebbe cominciare proprio da qui. 

Matera. Palazzo Lanfranchi  in piazza Giovanni Pascoli.
Palazzo Lanfranchi – Piazza Giovanni Pascoli

Questo quartiere moderno é oggi il centro della città. Tutto raccolto intorno all’asse viario che si stacca dal palazzo Lanfranchi, in  piazza Giovanni Pascoli, arriva fino in piazza Vittoria Veneto, fulcro e cuore della vita cittadina. 

Via del Corso – Via Ridola  

La strada, molto  caratteristica,  è fiancheggiata dai bei palazzi storici ed abitazioni dall’aspetto spesso singolare.

Questa via costituisce una gradevole passeggiata. In modo particolare alla sera quando il quartiere si anima ancora di più. I locali si apprestano ad accogliere i turisti, esponendo i loro più variegati menù ed i negozi di artigianato espongono i loro particolari articoli come opere d’arte.

Proprio in questo  quartiere potremo ammirare, tra le tante, due importanti attrazioni.

Il Palombaro Lungo

Sotto la piazza Vittorio Veneto troviamo il grande palombaro di Matera. Detto Palombaro Lungo, è un enorme invaso ipogeo capace di contenere 5000 mc di acqua e che da solo poteva rifornire tutta la città.

Matera. Il Palombaro lungo.
Il Palombaro Lungo

Diversi sono i palombari presenti nel sottosuolo  di Matera,  ma questo è veramente un’opera architettonica eccezionale.

Chiesa di San Francesco

Alla fine di Via del Corso non dobbiamo perderci la  visita della chiesa di San Francesco. L’edificio si trova nell’omonima piazza. Fu quasi completamente rifatto in forme barocche nel 1670.

La doppia scalinata ci conduce all’interno. L’unica navata è coperta di stucchi barocchi bianchi. Bellissimo il ricco altare ligneo intagliato e dorato.


Video con Commento Audio


Matera – Storia dei Sassi


Matera è una delle città più antiche del mondo. L’uomo è presente sul territorio materano da tempi remotissimi, addirittura dalla preistoria ed è stato presente, senza soluzione di continuità, fino ai tempi nostri.

Matera. Panorama sul Sasso Caveoso.

Agli inizi abitava nelle grotte situate nella zona antistante i Sassi, per poi trasferirsi nel tempo proprio qui, spinto anche dall’abbondanza di acqua.

Matera. Vista delle grotte abitate in tempi anrichissimi.

La Calcarenite, che costituiva la pietra, consentiva di scavare facilmente la roccia. Con i materiali restanti, si costruivano le facciate ed altre case anche sovrastanti, così come  le vie che  spesso passavano sopra le case.

Ancora oggi possiamo vederne le tracce dai rialzi lungo le strade.

Matera. Dosso dovuto al passaggio di una strada sopra una casa.

Nell’immediato dopoguerra, Togliatti definì Matera ” La Vergogna d’Italia”. Fino agli ‘60 la gente viveva ancora nelle grotte, senza un gabinetto, con cisterne scavate all’interno del Sasso per raccogliere l’acqua.

Vivevano in condizioni igieniche inesistenti, insieme con gli animali per riscaldare l’ambiente e le malattie erano molto diffuse. La mortalità infantile era tragica. circa la metà dei bambini nascevano morti.

Sfollamento dei Sassi

Nel 1952, con una legge speciale, comincia lo sfollamento dai Sassi. Ma nel 1986, con un’altra legge speciale ed in seguito a forti investimenti comincia il contro esodo,  il  ripopolamento dei Sassi con relative ristrutturazioni.

Ripopolamento dei Sassi

Dopo essere entrata a far parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, Matera acquista anche il titolo di “Capitale della Cultura 2019”. 

Arrivano in città grossi capitali e agevolazioni anche a fondo perduto per chiunque abbia intenzione di destinare un Sasso a Bed & Breakfast, Agenzia Turistica o Laboratorio artigiano.

Matera. I Sassi nella parte Caveosa.

Ecco perché oggi vediamo questa città così ben ordinata, ricca di negozi e di locali, con una grande ricettività alberghiera.

Matera. Tipico B&B nel Sasso Baresano.

Tutta questa situazione consente di riscoprire e restaurare opere d’arte, chiese ipogee, palazzi e strade ricostruite come erano un tempo, si aprono nuove attività, tutte nel rispetto dell’ambiente materano.

Gli artigiani tornano a produrre vecchi oggetti tradizionali come il simbolo  di Matera, il Cuccù.

Matera. Il Cuccù, tipico simbolo di Matera, con una storia tradizionale molto curiosa.
Il famoso Cuccù-Simbolo di Matera

Vengono riscoperti i vecchi sapori , come la salsiccia ed il salame “pezzente” ed il pane, dal gusto singolare, diventa un a curiosità quasi da museo, messo in mostra anche per strada, tanto  é l’orgoglio dei Materani per questa loro tradizione. 

Suddivisione e visita dei Sassi

I sassi, come già detto in precedenza, furono il primo nucleo dell’odierna Matera. Sono divisi in tre quartieri: la Civita, che é la parte alta della città dove si trova il Duomo con il  suo belvedere, il Sasso Caveoso, costituito da una miriade di abitazioni scavate nella roccia ed il Sasso Barisano con abitazioni più tradizionali.

Chiesa di San Pietro Caveoso

Proprio nel Sasso Caveoso, il più pittoresco e primitivo dei due,  incontriamo due importanti attrazioni. Nella piazza San Pietro, con vista suggestiva sulla gravina, si trova la chiesa di San Pietro Caveoso con bella facciata barocca. 

Matera. San Pietro Caveoso visto dal da Santa Maria de Idris.
Chiesa di san Pietro Caveoso

Chiesa di santa Maria de Idris

Nelle immediate vicinanze, sulla destra di san Pietro, in cima ad uno sperone denominato Monte Errone, spicca la singolare chiesetta di Santa Maria de Idris. 

La chiesetta è quasi interamente scavata nella roccia.

Matera. Chiesetta di santa Maria de Idris, completamente scavata nella roccia.
Chiesa di Santa Maria de Idris

Matera – Conclusioni


Alla sera il panorama sui sassi è a dir poco affascinante, la sensazione è  quella di trovarsi difronte ad un vero presepe.

Le strade, i locali, le case cambiano volto e mostrano un altro aspetto della città completamente diverso.

Anche per i Materani stessi è una gioia ammirare tutta questa illuminazione. Ogni casa illuminata l significa per la loro, un Materano in più tornato ad abitare e far rivivere un Sasso.

Matera. Panorama notturno sul Sasso Barisano.

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Nozzano…il Castello di Lucca


Nozzano – Motivazioni della costruzione


A causa delle numerose lotte tra Lucchesi e Pisani e le frequenti incursioni di quest’ultimi in territorio lucchese, la Repubblica di Lucca decise di costruire la fortezza di Nozzano come avamposto lungo il confine con Pisa. Ciò anche in contrapposizione alla Rocca di  Ripafratta, situata sul lato opposto del Fiume Serchio. 

Nozzano. Panorama sul borgo visto dal drone.

Anche questa naturalmente, con le sue torri di avvistamento seppur staccate, serviva a controllare i movimenti del nemico lucchese. Non era comunque una macchina bellica così efficiente ed organizzata come il Castello di Nozzano.

Rimangono comunque tutt’oggi due bei giganti  di confine, a testimonianza dei trascorsi tra le due città.


Nozzano – Posizione strategica


Dalle torri del castello si gode di un paesaggio incantevole sulle colline lucchesi, ricche di oliveti, vigneti e boschi con una visuale a perdita d’occhio veramente incredibile che giustifica la scelta  strategica della posizione del castello.

Nozzano. Panorama sulle colline lucchesi visto dal drone.

Nozzano – Etimologia


Il nome Nozzano, pare derivi da quello di un patrizio romano, di nome Noctianus, che aveva possedimenti nella zona conseguenti all’opera di centurazione. 


Nozzano – Conservazione del Castello


I Pisani distrussero facilmente la prima realizzazione del castello che era completamente in legno. Fatto ricostruire da Castruccio Castracani, il grande condottiero lucchese, dopo la morte di quest’ultimo i Pisani lo distrussero nuovamente. Solo dopo la seconda ricostruzione ad opera di Francesco Guinigi, il  castello riuscì a resistere nel tempo mantenendosi così  intatto fino ai  giorni nostri. 

Nozzano. I resti delle antiche mura.
I resti delle antiche mura

Si è conservato così bene, al punto che ancora oggi sono ben visibili le mura e accessibili le torri. Anche per questo Nozzano è uno dei più caratteristici Borghi Lucchesi.


Video con Commento Audio


Attrazioni all’interno del  borgo


La Rocca

Al centro del circuito murario si trova un’altra costruzione, la Rocca vera e propria, l’eventuale ultimo ridotto  difensivo.

Nozzano. La Rocca vista dal drone.
La Rocca

La Rocca ha un impianto  a forma di pentagono irregolare, convergente verso il Mastio, ovvero la parte  più elevata  e centrale del castello, in genere costituita da una robusta torre.

Al Mastio si contrappone una seconda torre aperta verso il  cortile  interno, denominata anche Contromaschio o Torre Femmina. Ed è proprio dalla sommità di queste torri che una sentinella   spiava notte e giorno i movimenti del nemico. Sono ancora perfettamente intatte e visibili le merlature, i camminamenti  di ronda e resti degli impianti difensivi.

Nozzano. Le torri Maschio e Contromaschio  o Torre femmina.
Maschio e Contromaschio

Ma l’appariscente bellezza della fortezza e della rocca non sono le sole attrazioni del luogo. L’interno del castello, o meglio il borgo oggi abitato dai Nozzanesi, offre alcuni particolari artisticamente degni di nota


La Pietra datata

A questo punto, dopo aver fatto un giro intorno al castello, per osservare anche ciò che resta delle antiche mura, varchiamo l’unica porta d’accesso al borgo e subito troviamo, sulla nostra sinistra,   una pietra su cui è scolpita la data della sua ultima ricostruzione nell’anno 1395.

Nozzano. La pietra della ricostruzione del 1395.
La pietra del 1395

La nuova fortezza così ricostruita, fu utilizzata fino alla fine del 1500 anche per controllare le navi che risalivano il Serchio verso Lucca, poi la sua importanza militare e strategica cessò.


L’ antico Pozzo

All’interno del borgo, sul lato sinistro della chiesa, sono visibili i resti di un pozzo profondo oltre 70 metri, scavato interamente nella roccia, che serviva in caso di assedio all’approvvigionamento di acqua ed anche  come di via di fuga, attraverso un cunicolo scavato all’interno del pozzo.

L’ Antico Pozzo

La Rocca non era la sola a trovarsi all’interno della cinta difensiva delle mura. Ai suoi piedi quasi tutte le abitazioni sono del 1300.


 La Casa del Podesta

Appena varcata la porta d’ingresso al borgo, sulla destra notiamo una casa sul cui fronte sono distinguibili tre archi. La casa, di proprietà un tempo dei Canossa, fu  abitata nel 1400 dal Podestà di Nozzano, persona che attendeva all’ordine del territorio e degli abitanti, il solo che possedesse un falco ed un cane per poter cacciare e che  veniva pagato dall’intera comunità con 16 dinari.    


La Proto Stamperia

Proseguendo  per la viuzza che corre intorno al  castello, s’incontra una casa forse tra le  più  vecchie, riconoscibile per il portone d’ingresso in pietra lavorata e che intorno al 1450 divenne una “proto stamperia”, ossia una delle prime stamperie d’Europa.

La ex Proto Stamperia

La Chiesa e la Madonna Celeste

Una prima chiesa in questo castello risale al sec. X. Fu sostituita da una seconda chiesa nel 1412 e dedicata a S. Antonio Abate e poi a S. Acconcio. La chiesa attuale, a croce latina, risulta da un ampliamento e rifacimento della precedente e risale al 1880. In prossimità della chiesa, si trova la statua della Madonna Celeste.

Conclusioni

Venuta meno nel tempo l’importanza strategica e bellica del castello, lentamente il borgo si è andato popolando, con la costruzione di nuove abitazioni ed il restauro e riadattamento  di antichi edifici, mantenendo e curando anche certi spazi verdi all’interno del castello, che fungono oggi da orti, piccoli frutteti e giardini.

Questa aerea è rimasta praticamente intatta dalle trasformazioni urbanistiche e permette, a chi la visita, di sentirsi proiettato in un’atmosfera fuori dal tempo.

Ecco…per tutto questo, Nozzano può essere considerato uno dei castelli meglio conservati e più caratteristici d’Italia, ancora purtroppo sconosciuto a molti Lucchesi…ed è per questo quindi che meriterebbe tutta l’attenzione e l’interessamento dovuti da parte del governo e delle istituzioni.

Nozzano. Veduta del castello.

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Salento…splendida regione della Puglia


Salento – Introduzione al viaggio.


Perché un viaggio nel Salento?…perché qui il sole scalda tutto l’anno, l’arte e le tradizioni non mancano, la cucina è ottima e la gente è particolarmente ospitale.   

Salento. In viaggio nelle zone del salento.

Per questi motivi un viaggio nel Salento, sarà sempre una scelta indovinata. Tante e interessanti sono le attrazioni esistenti in questa stupenda regione, all’insegna dell’ arte e della storia, del cibo con le sue  ricette più disparate, e del mare, un bellissimo mare che non deluderà mai e vostre aspettative.

E proprio il  mare è Il punto di forza del Salento, con le sue singolari e bellissime spiagge lambite da un’acqua cristallina  e dalle mille sfumature; luoghi che spesso meritano  l’appellativo di Maldive del Salento.

Salento. Torre Chianca.
Torre Chianca

Questo viaggio è stato suddiviso  in due parti giusto per avere un’idea, seppur in maniera piuttosto sommaria, delle potenzialità turistiche di questa zona.

Una prima parte dedicata ad alcune località  balneari, come Torre Chianca, nei pressi di Porto  Cesareo, Marina di  Pescoluse tra Gallipoli e santa Maria di Leuca ed infine la Baia dei Turchi nei pressi di Otranto.   

Una seconda parte invece dedicata a quelle attrazioni più  propriamente turistiche e più pertinenti ad un viaggiatore, come Lecce , Gallipoli con il suo famoso mercato del pesce, ed Otranto un bellissimo borgo ricco  di storia ed arte.

Salento. Mercato del pesce a Gallipoli.
Gallipoli – Mercato del Pesce

Salento – Dettaglio del Viaggio


Video con Commento Audio



Cominciamo quindi da Torre Chianca


Salento. Torre Chianca.
Torre Chianca

Torre Chianca

La località prende il nome dall’omonima torre di avvistamento cinquecentesca. Questa fu fatta costruire dagli spagnoli per difendere il Salento dagli attacchi dei pirati saraceni a quei tempi piuttosto frequenti.

Questo luogo è un’altra meraviglia del territorio di Porto Cesareo: qui la sabbia chiarissima si alterna a zone di costa più rocciose, dando forma d un ambiente unico  e straordinario. Il mare in questa zona è fantastico, turchese, cristallino e di una trasparenza straordinaria, con fondali bassi e sabbiosi.

Il  nostro arrivo alla spiaggia, avviene in coincidenza anche con  quello della stupenda nave scuola della marina militare Amerigo Vespucci. Questo stupendo veliero era gemello del Cristoforo Colombo ceduto alla Russia come risarcimento dei  danni di guerra. Ancora oggi è perfettamente funzionante e così ben conservato nonostante sia quasi centenario per essere stato costruito  nel 1930.

Salento. Ripresa dall'alto del Veliero nave scuola della Marina Militare Italiana, Amerigo Vespucci.
Amerigo Vespucci

Pescoluse

Non si può venire in Puglia e non arrivare alle bellissime spiagge di Pescoluse.
Qui la spiaggia è protetta dalle splendide dune, una bella vegetazione spontanea che separa il mare cristallino dal resto del mondo.

Oltre 4 km di bianche spiagge libere intervallate da spiagge attrezzate con famosi stabilimenti balneari. Sabbia fine e acqua cristallina in un paesaggio incontaminato, incorniciato da dune di sabbia e canne mosse dal vento.

Questa zona viene anche chiamata “Le Maldive del Salento” o più raramente “I Caraibi del Salento”. Le spiagge bianche ed il mare così trasparente dalle mille sfumature, formano scenari così belli da meritare il paragone con le più famose mete esotiche.

Fare il bagno nel mare di Pescoluse è un’esperienza unica: l’acqua è così trasparente che potrete ammirarne il fondale pur stando in piedi.

Baia dei Turchi

Nei pressi di Otranto, meno attrezzata, ma non per questo meno bella si trova la spiaggia della Baia dei Turchi.

Una servizio di navetta collega il  parcheggio con la pineta, da dove si stacca un piacevole sentiero che in circa dieci minuti, ci conduce alla spiaggia.

Salento. Servizio di navetta per raggiungere la Baia dei Turchi.

La natura rigogliosa della pineta e della macchia mediterranea,   Il mare cristallino, di un bellissimo  color turchese, sono le caratteristiche che rendono unico il paesaggio della Baia dei Turchi, uno dei tratti più suggestivi del litorale di Otranto.


Salento – Viaggio all’interno


Lecce

Ma lasciamo il mare e ci dirigiamo verso l’interno del Salento, per visitare una città che non ci possiamo assolutamente perdere. Stiamo parlando di Lecce il  Capoluogo del Salento che ha saputo mantenere inalterato nei secoli un clima di aristocratico distacco verso le sollecitazioni al nuovo.

La città è un’esplosione di stile Barocco presente ovunque che  trova la sua massima espressione negli edifici della piazza del Duomo, sicuramente la maggior attrattiva per ogni turista, scenografico teatro barocco, splendido anche di notte.

Gallipoli

A pochi chilometri da Lecce, tutta circondata dal mare, ci aspetta un’altra piccola, ma piacevolissima cittadina, Gallipoli.

La cittadina, conosciuta anche come la perla dello Ionio, si divide in due parti: quella più antica o “città vecchia”  su una piccola isola e il  “borgo nuovo”, sul promontorio retrostante, collegate tra loro da un ponte in pietra.

Salento. Il ponte che collega la città vecchia al  Borgo nuovo.
Gallipoli

Sicuramente la parte che attrae e richiama subito i turisti è la città vecchia. Un agglomerato casuale di vecchi edifici dai tetti pari. Circondati da un intreccio di vicoli e stradine, formano un vero e proprio labirinto dove non è difficile perdersi.

Salento. Particolare della città vecchia vista dall'alto.
Gallipoli – La Città Vecchia

Sarà piacevole passeggiare per queste strette vie. Saremo attratti da negozi di ogni genere, spesso anche caratteristici e singolari. Come questo negozio di articoli natalizi, che ogni giorno espone un cartello con i giorni mancanti al prossimo Natale.

Non mancano poi richiami architettonici interessanti come la piccola, ma apprezzabile chiesa della Purità. E’ situata proprio nelle immediate vicinanze dell’omonima spiaggia, dove al tramonto i bagnanti si affrettano a fare gli ultimi bagni.

Otranto

Ma un viaggio nel  Salento  non può considerarsi concluso senza la  visita di un altro antico borgo, iscritto nell’elenco  ufficiale dei borghi  più belli d’Italia, che rappresenta Il punto più ad est dello stivale, la città dei Martiri, un gioiello del Salento, un ponte fra Occidente ed Oriente.

Stiamo parlando di Otranto, un luogo ricco di storia, arte e cultura, proteso verso il mare, protetto da mura difensive e da un possente Castello


Salento – Conclusioni


Ecco…questa è solo  una parte di quanto potrete scoprire in un viaggio nel Salento.  Un territorio denso di luoghi di straordinaria bellezza che uniscono spettacoli naturali a maestose costruzioni storiche, il fascino della natura alla passione per la cultura, ma anche alla cura dedicata ai visitatori, che grazie alla disponibilità e alla cordialità degli abitanti, si sentiranno sempre e completamente a loro agio.


Salento. Particolare di un momento di  festa della popolazione.

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Bolzano…porta delle Dolomiti


Bolzano – Notizie Generali


Bolzano  è  un luogo d’incontro unico fra tradizione e modernità, estro latino e precisione teutonica, natura e cultura. Con i  suoi 102.000 abitanti, la città è situata a circa 250 metri s.l.m., entro una soleggiata conca montana, tutta verdeggiante e ricca di vigne e di frutteti. E’ la porta di accesso alla Val Gardena.

Bolzano. Il Castel Mareccio circondato da vigneti.

In nessun altro luogo dell’Alto Adige, come a Bolzano, l’incontro di culture diverse è così tanto evidente. Qui la nota dolce vita italiana s’incrocia con la genuina naturalezza alto-atesina.

Bolzano. Angolo della città vecchia.

La città gode di un ottimo clima per il quale il comune ha ottenuto la prestigiosa certificazione di “ComuneClimaGold” , il più alto livello di certificazione europea per la tutela del clima.


Il centro storico, o città vecchia, è costituito da un insieme  compatto di case in gran parte in stile  tedesco, intersecate da una rete di vicoli e stradine fiancheggiate da bei palazzi e ricche di bellissimi negozi.


Bolzano – Visita del centro storico


Video con Commento Audio


Il percorso di visita comincia da Piazza Walther der Vogelweide e si sviluppa nel  centro medievale, che ha come asse la direttrice di piazza delle Erbe e via dei Portici..

Bolzano. Piazza Walther der Vogelweide, il  centro della vita cittadina.
Piazza Walther der Vogelweide

Piazza Walther der Vogelweide

La piazza  Walther è considerata il salotto di Bolzano ed è qui dove ogni  anno  si svolge l’ormai noto Mercatino di Natale.

Questo spazio è il  centro della vita cittadina. Fiancheggiata da importanti edifici e ricca di locali, si trova nelle immediate vicinanze della stazione, dei più importanti parcheggi e nei pressi della Cattedrale.

Nei  pressi della piazza, esiste un ampio parcheggio sotterraneo con uscita proprio nel  centro della piazza stessa.

La Cattedrale

Il Duomo, intitolato a Santa Maria Assunta, è situato sul lato sud-ovest della piazza Walther.

La costruzione, iniziata nel 1280 e  portata a termine nel 1340, è considerata oggi il  massimo esempio di architettura gotica dell’arco alpino.

L’interno, atre navate, è diviso in sei campate da pilastri su cui  poggiano volte ogivali a crociera.

Bolzano. Interno della Cattedrale.
Interno del Duomo

Degno  di nota, nella navata centrale, il pulpito gotico in arenaria con interessanti bassorilievi.

Via dei Portici

La via più caratteristica del centro storico è sicuramente Via dei Portici.

Questa strada mercato è il cuore dell’antico borgo mercantile e tutt’ora la via centrale dello shopping cittadino.

Bolzano. Via dei Portici.
Via dei Portici

Per sfruttare al massimo il poco spazio a disposizione, furono costruiti edifici lunghi e stretti con botteghe e portici a piano terreno, abitazioni ai piani superiori e magazzini nelle zone mediane.

Bolzano. Facciate particolari di palazzi storici.
Centro Sorico

Le case che vediamo oggi, con semplici facciate abbellite da decorazioni a stucco, risalgono ai secoli XVI e XVII.

Piazza delle Erbe

Alla fine della  Via dei Portici si arriva ad un grande slargo che ospita, ogni mattina, un colorato mercato ortofrutticolo con bancarelle permanenti. Questa è la Piazza delle Erbe, realizzata nel Duecento e dove si affacciano belle case storiche.

Al centro della piazza, si trova la singolare fontana del Nettuno in bronzo, sprannominata scherzosamente “l’oste con la forchetta”.

Piazza del Grano

La piazzetta del Grano è uno degli angoli più graziosi della città, con l’antica e caratteristica Casa della Pesa, così chiamata perché nel 1780 vi si trovava la  pesa pubblica.

Sulla facciata si notano ancora i  resti di affreschi del ‘600.

Zona Stazione

Terminata  la visita del centro storico, sarà interessante spostarsi anche ai margini della città vecchia, per ammirare ancora delle belle costruzioni  nei  pressi della  stazione. Qui si trova anche  il vecchio e famoso Hotel Laurin. Un pezzo di storia di Bolzano.

Bolzano. Particolare dell'Hotel Laurin.
Hotel Laurin

Lungo Talvera

Per chi  avesse ancora tempo, è  consigliabile una bella passeggiata sul Lungo Talvera il torrente che bagna la città. Una bellissima area verde ricca anche di giochi e strutture sportive per tutti i gusti e necessità, da bambini ad adulti.


Bolzano – Conclusioni


Vagando lentamente per il  centro storico, potremo scoprire con stupore ancora tanti altri particolari, palazzi ed angoli così  caratteristici, che ci faranno apprezzare ancora di più questa bella città e capoluogo altoatesino. Non mancano poi ottimi ristoranti  e trattorie dove assaggiare i piatti tradizionali del luogo.

Bolzano. Centro Storico

Questa è la vecchia Bolzano, un ComuneClima Gold, prestigiosa certificazione europea per l’impegno nella tutela del clima.


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Ortisei – La Perla delle Dolomiti

Ortisei – Introduzione

Ortisei, un must.

Per gli appassionati della montagna, penso che le Dolomiti siano la parte più bella e spettacolare delle nostre Alpi e la Val Gardena, una delle Valli più belle al mondo, sia a tutti gli effetti una meta imperdibile.

Ortisei. Veduta delle Dolomiti del Gruppo Sella e Sassolungo.

Perla delle Dolomiti e sinonimo di Valgardena, può essere considerato Ortisei, oggetto di questo articolo.


Ortisei. Panorama ripreso dal drone..

Passeggiando per il paese e dintorni, la vista viene continuamente sollecitata dalle bellezze del luogo.  Bei palazzi e negozi caratteristici, piazzette e angoli curati nei minimi particolari. Tutto sempre ben decorato con bellissimi fiori.


Il paese è così ben tenuto e curato da rasentare la perfezione.


Ortisei – Come Arrivare

Raggiungere Ortisei, per chi  proviene dall’Autostrada del Brennero, è molto semplice. Basterà imboccare nei pressi di Chiusa – Val Gardena, la statale 242 detta Gardenese che attraversa tutta la valle fino  al Passo Sella, dove finisce la provincia di Bolzano ed ha inizio quella di Trento.

Dopo un primo  tratto piuttosto stretto, la valle ad un certo punto si  allarga, cominciando a mostrare la bellezza del luogo. L’arrivo nel  paese è segnalato  da una simpatica rotonda che ci permette, spostandoci  sulla sinistra, di dirigersi verso la parte più  alta del borgo, mentre proseguendo a diritto, potremo  trovare da parcheggiare nella parte bassa del paese, proprio dopo il tunnel.

Bellissime e moderne strutture, costituite da tapis roulant e scale mobili, agevoleranno gli spostamenti  a piedi tra la parte alta e bassa del paese.


Ortisei – Visita del Borgo e dintorni

Ortisei è  un comune della provincia di Bolzano con circa 5000 abitanti. Il nome  deriva dal Latino “urticetum” che significa luogo delle ortiche. Il paese si trova nel cuore della Val Gardena,  tutto raccolto ai piedi delle  numerose montagne che lo  circondano, tra le quali  le più  note sono il Rasciesa, il Seceda e l’Alpe di Siusi.

Ortisei. Panorama sul borgo  circondato dalle montagne, ripreso dall'alto con un drone..

Il centro storico, divenuto completamente isola pedonale, è attraversato dalla bellissima via Rezia. La strada collega la seicentesca chiesetta di Sant’Antonio, situata proprio nel centro del borgo,  alla chiesa principale del paese intitolata a Sant’Ulrico, patrono di Ortisei.

Passeggiare avanti e indietro per questa via,  non stanca mai  e mai annoia. La  vista spazia tra bellissimi palazzi fine ottocento e tradizionali alberghi  caratteristici. La via viene definita da molti come la più bella via dello shopping delle Dolomiti.

Ortisei. Particolari di Palazzi ottocenteschi e alberghi  caratteristici.

Non esistono particolari rilevanze artistiche e architettoniche, ma comunque, durante le passeggiate e le escursioni intorno a Ortisei, vi imbatterete ripetutamente in monumenti, rovine e masi ben conservati. Vi faranno cogliere gli aspetti della tradizione e della cultura di questa regione unica per la sua bellezza.

Non dimenticate di visitare il Museo della Val Gardena e di scoprire l’ampia collezione di sculture in legno della Val Gardena. Qui si trovano anche testimonianze della preistoria e della storia antica della Val Gardena. Nel museo, gli appassionati di cinema possono ammirare il lascito di Luis Trenker, noto regista anche di documentari di montagna, di fama mondiale.


Attrazioni  nelle vicinanze

Ma Ortisei, o Saint Ulrich come viene definito  in Tedesco,  non è una meta così  ambita solo per la bellezza del paese, l’importanza della sua storia, le meravigliose sculture in legno presenti ovunque. Ortisei è anche tutto ciò  che di straordinario lo circonda e che merita uno  sguardo  attento.

Allora possiamo parlare subito  di piccole, ma  imperdibili chicche come la Chiesetta di San Giacomo del 1200, la più antica della val  Gardena.

Che dire poi del noto  Caffè Sant’Anna nella valle omonima, raggiungibile dopo una  passeggiata di circa 20 minuti  immersi totalmente nel verde più incontaminato.

Per  accennare infine anche al piccolo villaggio di Bulla,  nei  pressi del paese, con la  sua caratteristica chiesetta circondata dal piccolo e antico cimitero. Ma  torniamo  a  parlare del borgo.

Ortisei.  Piccolo villaggio di  Bulla ripreso  dall'alto. Particolare della chiesetta con l'antico cimitero.

Escursioni sulle Montagne circostanti


Per chi desideri fare escursioni più importanti  intorno al paese e alla portata di tutti, non c’è che l’imbarazzo della scelta.


Monte Rasciesa

Si può raggiungere il monte Rasciesa con la  nuova funicolare e percorrere il  sentiero che conduce fino  al Raschotz, il caratteristico e famoso rifugio del Rasciesa, dove troveremo ad attenderci cavalli, asini e  mucche allo stato  libero,  e godere di una vista sulle altre montagne a dir poco stupenda.

Monte Seceda

Ortisei.  Baita Troier Hutte sul Monte Seceda.
Baita Troier Hutte

Anche il  monte Seceda ci aspetta con i suoi stupendi paesaggi. Una volta raggiunta la sommità del monte con la funivia, in breve tempo arriviamo  al Troier Hutte. La sosta in questo rifugio è ormai un atto dovuto,  una  sorta di tradizione. Questa è una baita antica e caratteristica. Se  pur completamente ristrutturata, non ha perso comunque il  vecchio fascino  e la  sua tipicità alto-atesina. Qui si possono assaggiare ancora prodotti locali di ottima qualità.

Ortisei. Monte Seceda ripreso dall'alto. Sullo sfondo Col Raiser.
Monte Seceda

Dal rifugio, comincia lentamente la discesa verso Col Raiser, attraverso sentieri che si snodano tra baite e laghetti formando un paesaggio veramente fiabesco. 


Alpe di Siusi

Di fronte a queste due montagne, sul lato opposto della valle, ci attende ,  per altre stupende passeggiate, l’Alpe di Siusi, considerato il pascolo di alta montagna più esteso d’Europa, dove i contadini lasciano liberi  i propri animali al pascolo e raccolgono il fieno per l’inverno.

Monte Seura

Non possiamo  infine fare a  meno di  un’escursione sul Monte Seura, raggiungibile con una  comoda seggiovia che parte dal Monte Pana.

Anche qui, nell’unica e caratteristica baita presente,  potremo  ristorarci in compagnie di animali al pascolo, nel  verde più  incontaminato, circondati da boschi, all’ombra del Sasso Lungo,  questa spettacolare  montagna divenuta ormai il  simbolo di Ortisei.


Ortisei – Shopping

Per gli amanti dello shopping, Ortisei, all’interno  della suo  centro  storico, offre una vastissima gamma di negozi molto eleganti e dai più svariati  articoli. I generi spaziano dall’abbigliamento all’arredamento, articoli per la casa, articoli da regalo, articoli sportivi e chi più ne ha più  ne metta. Le vetrine sono così ben curate ed allestite che attirano inevitabilmente l’attenzione del turista.

Ortisei. Negozio di salumi e formaggi tipici.

Artigianato locale, particolarmente dedicato al  legno, prodotti tipici, come speck, formaggi ed altri salumi, la fanno veramente da padrone.

Anche i negozi di  souvenir offrono  articoli originali e, nel caso in cui i negozi tradizionali non siano sufficienti a soddisfare i desideri del turista, c’è pur sempre  un mercatino locale pronto a colmare eventuali esigenze particolari.

Ortisei. Negozio di articoli souvenir originali.

Ortisei – Piatti Tipici e Prodotti Locali

Molti e tutti validi sono i ristoranti presenti in paese e nei dintorni. Sarà una piacevole esperienza  assaggiare i numerosi piatti tipici. Da non perdere il “Gulasch con i canederli”, i “Maltagliati al ragù di Cervo” e gli “Gnocchetti alla Tirolese”.

Incredibile anche la gamma dei dolci. Tra questi, quelli che più mi hanno più colpito, le “Frittelle di Mela con Crema e Ribes”, i “Canederli alla Ricotta ripieni di  Cioccolata, con Crema e Frutti di Bosco” per non parlare infine delle classiche e immancabili “Kaiserschmarrn” le dolci omelette con zucchero a  velo e marmellata di frutti di bosco.

Tra i prodotti locali spiccano sicuramente i salumi di vario tipo. Lo speck ed i  formaggi sono veramente ottimi. Tutti prodotti da assaggiare, come la singolare “ Grappa al  Fieno”.

Ortisei – Conclusioni

Ecco…Ortisei è tutto questo. Un borgo stupendo in una valle tra le più belle al mondo. Un paese ricco di arte, storia, cultura, circondato da una natura incontaminata, che lo ha fatto sicuramente diventare una delle mete dolomitiche più  ambite dai turisti e dove prima o  poi vorremo sicuramente ritornare.

Ortisei. Tipici alberghi tradizionali.
Alberghi tradizionali

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Rasciesa – Pascolo per Cavalli

Rasciesa – Introduzione


Rasciesa. Parte situata dietro il rifugio, con cavalli all'abbeveratoio.

Rasciesa è sinonimo di cavalli. Una montagna popolata da tanti bei cavalli di varie razze, più o meno grandi. Ma seppur la loro  presenza sia numerosa e sparsa un po’ per tutto il  monte, non da meno lo è quella delle mucche che insieme ai vitelli pascolano  tranquillamente su questi grandi prati. 

Per la gioia dei bimbi poi, si fanno avanti anche gli asini, che abituati ormai alla vista dei turisti, si fermano come se volessero salutare e farsi riprendere.

Tanti animali insomma allo stato libero, che non disdegnano il contatto  con l’uomo. Abituati a questo ormai da tempo, si lasciano avvicinare senza creare alcun problema.

Rasciesa. Mucche al pascolo nei pressi del  Raschotz.
Mucche al Pascolo nei pressi del Raschotz

Anche per tutto questo, un’escursione sul Monte Rasciesa è un’ottima scelta per una passeggiata in totale relax. Senza particolari difficoltà e immersi nella natura più incontaminata.

Rasciesa – Descrizione

Il monte Rasciesa è un vasto altipiano situato a nord di Ortisei, in Val Gardena, con una superficie di quasi 1.000 ettari, ad un’altezza superiore ai 2.300 m s.l.m.

L’alpe è un paesaggio culturale antico con ampie malghe. Si suddivide in due aree geografiche ben distinte: Rasciesa di dentro, situato alla destra dell’arrivo della funicolare, e Rasciesa di fuori alla sinistra della stazione.

Rasciesa. La parte del Rasciesa di Fuori.
Rasciesa di Fuori

La storia documentata risale al decimo secolo e il suo nome deriva, molto probabilmente, dalla parola Ross-Etz, che significa “pascolo per cavalli“. 

Come raggiungere il Monte e il Rifugio

Per chi vuol raggiungere il monte e rinunciare alla salita a piedi, da Ortisei parte una comoda funicolare che in pochi minuti raggiunge la stazione a monte Rasciesa da dove si comincia ad ammirare uno stupendo panorama sul Sassolungo e sull’Alpe di Siusi.

Rasciesa. Funicolare del monte rasciesa
Funicolare del Rasciesa

Dopo aver superato un dislivello di poche decine di metri, il sentiero si  snoda con fare pianeggiante tra pini e larici, prati ed abbeveratoi per gli animali al pascolo.

L’obbiettivo di questa escursione, indicato anche nel cartello all’inizio del sentiero, è quello di raggiungere il Raschotz, il più  noto rifugio dell’alpe . 

Una volta raggiunto, ci potremo riposare e guardarci attorno per ammirare questo panorama che non finisci mai di stupirci.

Raschotz – Il Rifugio

Da lontano il rifugio ci appare con la sua inconfondibile sagoma del tetto, come un’oasi in questa vastità di prati e boschi.

Rasciesa.Il Raschotz visto da lontano..
Il Raschotz visto dall’alto

L’intera costruzione è una vera e propria terrazza sulle montagne più famose di questa valle, la Val Gardena.

Stiamo parlando di un luogo incredibile, alla portata di tutti e soprattutto, raggiungibile da tutti. Qui ci possiamo gustare veramente un ottimo pranzo, a base di piatti tipici locali, con vista mozzafiato

Ristrutturato pochi anni fa, si trova a 2170 mt. di altitudine all’interno del parco naturale PUEZ-ODLE.

Raggiungibile in circa 40 minuti dalla stazione della funicolare, è circondato da bellissimi prati dove pascolano liberi branchi di cavalli e mucche che rendono il paesaggio ancor più fiabesco.

Conclusioni

Rasciesa. Veduta sul  Sassolungo e sull'Alpe di  Siusi.

Si lascia il Monte Rasciesa con un po’ di tristezza, con il timore di non poter vedere mai più simili stupendi panorami, ma altri luoghi altrettanto belli ci attendono sulle Dolomiti. La Val Gardena ci sorprende continuamente e ogni giorno ci regala nuovi, fantastici paesaggi, per il piacere degli occhi, del cuore e della mente.



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Favignana e Mazara – Due mete sicule imperdibili


Favignana e Mazara – Introduzione

Lo spettacolo della natura che vediamo in questa immagine, altro non è che l’isola più rinomata e visitata della Sicilia. E’ la più bella delle Egadi; si tratta di Favignana, principale isola dell’arcipelago  che si trova a circa 7 km dalla costa sicula.

Favignana e Mazara. Particolare di scogliera, con pietre di tufo.

Favignana e Mazara – Come Raggiungere e Muoversi a Favignana

Non ci possiamo assolutamente perdere un’escursione a Favignana, specialmente se stiamo effettuando un Viaggio in Sicilia nella parte occidentale dell’isola. Raggiungerla da Trapani sarà semplicissimo e molto agevole, a meno che non ci si trovi nei mesi di Luglio o Agosto. In questo periodo sarà indispensabile prenotare il traghetto parecchi giorni prima. 

Una volta sbarcati sull’isola, potremo scegliere il mezzo preferito per i nostri spostamenti tra una vasta gamma di ciclomotori, motocicli e biciclette anche con pedalata assistita. Personalmente ho scelto la bicicletta con pedalata assistita, molto comoda specialmente in estate quando fa molto caldo. Anche abbastanza veloce. 

Con questo pratico mezzo potremo muoverci agevolmente sull’isola come e quanto vogliamo. Ammirare le scogliere, i colori del mare, la campagna e le masserie delimitate dai muretti a secco. Potremo avventurarci per i sentieri più impensati per raggiungere qualche luogo singolare dove poter fare il bagno.

Favignana e Mazara. In bici tra masserie con muretti a  secco.
Tra masserie con muretti a secco

I colori e la trasparenza dell’acqua sono così invitanti che è inevitabile tuffarsi. Anche in assenza di spiagge, sarà bellissimo accedere alle piccole calette presenti un po’ ovunque. 

Favignana e Mazara. Cala Rossa, bellissima scogliera con acqua variopinta.
Favignana – Cala Rossa

Una volta stanchi di girovagare per l’isola, potremo rinfrescarci nel centro di Favignana. Seduti ad uno dei tanti locali nella piazza centrale, ci potremo gustare una buona birra locale e visitare così anche il centro storico del paese.


Il Centro di Favignana

Il centro si snoda tutto intorno a Piazza Matrice. Questa è la piazza principale, fulcro del paese e centro della vita cittadina.

Sull’angolo della piazza, sorge la settecentesca Chiesa Madre. La costruzione è così  decentrata per non chiudere la  prospettiva sul mare.

Favignana e Mazara. Chiesa Madre in piazza Matrice.
Favignana – Chiesa Madre

Tornando verso  il porto dove prendere il traghetto  per il  ritorno, notiamo questo originale adattamento di un vecchio fabbricato ad Agenzia delle Poste. E’ veramente strano e merita almeno un attimo di attenzione, come lo meritano anche questi due turisti, pure essi  in attesa del traghetto. 

Seduti comodamente sul battello verso Trapani,  e avendo tempo a disposizione, cogliamo il momento per organizzare con calma anche una piccola escursione a Mazara del Vallo. Questa è una tipica cittadina dall’atmosfera vagamente tunisina,  e merita assolutamente una visita per chiudere così questo bel viaggio nella Sicilia Occidentale. 


Favignana e Mazara – Mazara del Vallo

Posta sul mare alla foce del fiume Màzaro, Mazara del Vallo è  uno dei principali porti pescherecci d’Italia. E’ sede della più importante flotta peschereccia del Mediterraneo con ben 400 motopescherecci di grandi dimensioni. Sono queste imbarcazioni che si occupano di pesca d’altura. 

Favignana e Mazara. Veduta del porto  pescherecci di Mazara del Vallo.
Mazara del Vallo – Porto Pescherecci

L’atmosfera della città antica è densamente storica. Si spazia tra testimonianze normanne, edifici barocchi ed un pizzico anche di Tunisia, con la caratteristica Kasbah che si  snoda tra una miriade di vicoli nella città vecchia. 

E proprio la Kasbah di Mazara del Vallo è forse l’attrazione maggiore per i turisti.


Mazara del Vallo – La Kasbah

Alle spalle di Piazza della Repubblica, si stende questo dedalo di vicoli e incroci. E’ qui che batte il cuore della comunità tunisina di questa città. Sono circa 6000 le anime ben integrate, che proprio in questi vicoli vivono  e lavorano.

La Kasbah è un intreccio di stradine lastricate a tratti da un ciottolato più antico di quello di Tunisi. Si può scoprire tutto questo in bella passeggiata di circa due ore alla ricerca di luoghi insoliti, segreti e curiosità. 

La città non ha molte rilevanze architettoniche come altre località sicule più  attrezzate. Pur tuttavia esistono opere degne di nota in stile barocco che anche qui è presente ovunque.



Mazara del Vallo – Centro Storico

La visita turistica vera e propria è tutta concentrata in spazi raccolti intorno a Piazza della Repubblica. Questa è  la piazza più importante di Mazara del Vallo e costituisce uno spazio  barocco nel centro della città.

Favignana e Mazara. Bella veduta di Piazza della Repubblica.
Mazara del Vallo – Piazza della Repubblica

L’area è chiusa sul lato orientale dal fianco della cattedrale, bellissima costruzione realizzata nel 1093 e riedificata nel XVII secolo in stile barocco. Sul lato sud chiude invece la prospettiva il bellissimo porticato del Seminario dei Chierici.


Favignana e Mazara – Conclusioni

Il caldo insopportabile di agosto non consente di completare la visita della città come programmato. In cerca di un po’ di brezza rinfrescante mi dirigo, a malincuore, verso l’auto soddisfatto comunque di aver dedicato una mezza giornata da turista anche a questa piccola, ma interessante e caratteristica località  sicula.



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Modica e Ragusa – Due città strappate alla roccia

Modica e Ragusa – Introduzione

Se Modica viene definita come città strappata alla roccia, Ragusa è invece un sali e scendi di scale all’interno di un labirinto.

Osservando attentamente queste località, notiamo che molti sono i punti in comune tra loro. Il primo punto in comune è la posizione che esse occupano sul territorio. Sono entrambe abbarbicate sulle pendici di colli, con centinaia di abitazioni strappate  alla roccia ed ammassate tra loro in un gradevole sistema casuale.

Ragusa

Ragusa ha sicuramente più rilevanze architettoniche rispetto a Modica. La città è ricca di bei palazzi, storiche costruzioni di varie tipologie e stili architettonici, presenti un po’ ovunque.

Modica e Ragusa. Particolare dell'agglomerato di Ragusa.
Ragusa – Particolare

Modica

Anche Modica però ha le sue attrazioni architettoniche e storiche, come il Palazzo degli Studi, fondato nel 1878 e l’antico Teatro Garibaldi realizzato intorno alla prima metà dell’Ottocento.

Un’altra caratteristica che accomuna le due città sono le strette vie ed i vicoli del centro storico.


Questo sistema urbanistico ha creato dei grandi labirinti dove è bello perderci in lunghe passeggiate tra negozi e banchi di prodotti tipici. Si possono ammirare così tanti particolari in stile barocco, presente questo un po’ ovunque in entrambe le città. Sotto quest’aspetto, le due località si avvicinano molto anche a Scicli.


Modica e Ragusa – Visita delle Città


Due attrazioni architettoniche di cui ciascuna delle due città ne può andare fiera, sono le Cattedrali.


Le Cattedrali

Entrambe bellissime, godono di una posizione scenografica sorprendente. 

Modica e Ragusa. La cattedrale di Modica.
Modica – La Cattedrale

Il Duomo di Modica si slancia da una lunga gradinata di ben 250 scalini   in uno spettacolare connubio tra architettura e scenografia. Dall’alto del piazzale della chiesa, si può dominare gran parte della città.
Il suo interno a cinque navate è particolarmente   ricco di opere d’arte. Sull’altare maggiore si trova il polittico attribuito a Bernardino Nigro, altra testimonianza di Barocco Siciliano.

Modica e Ragusa. La cattedrale di Ragusa.
Ragusa – la Cattedrale


La Cattedrale di Ragusa, denominata San Giorgio e più volta vista anche nella fiction del Commissario Montalbano, gode anch’essa di una posizione fantastica. Dall’alto di una lunga scalinata, divergente rispetto all’asse della piazza, il Duomo disegna una bellissima scenografia barocca. Bello è il colpo d’occhio su piazza del Duomo fino in fondo a Piazza Pola.

Altre Chiese

Come in tutte le città e borghi dell’isola tante  sono le chiese presenti anche in queste due località alcune particolarmente interessanti come la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio a Ragusa Ibla , con una bella scalinata di accesso,  e San Pietro a Modica anch’essa con una bella scalinata ornata dalle statue degli Apostoli. 

Altre Attrattive

L’attrattiva più importante e conosciuta ormai in tutto il mondo a Modica, è la famosa “Cioccolata di Modica” che trova il suo punto di riferimento più importante nella storica Antica Dolceria Bonaiuto, dove si possono trovare tanti di quei tipi di cioccolata, da rimanere letteralmente stupiti.

Modica e Ragusa. La più antica e famosa cioccolateria di modica.
Modica – La più antica e famosa Cioccolateria


Anche Ragusa ha la sua attrazione particolare: i quattro giardini cittadini, tra i quali il più antico e scenografico è il Giardino Ibleo dal quale si possono ammirare magnifiche vedute sia dei monti iIblei che della valle del fiume Irminio .
Questo polmone verde assicura un piacevole angolo di pace, di ristoro e di tranquillità per tutti coloro i quali hanno già attraversato la città.

Modica e Ragusa. I giardini Iblei di Ragusa.
Ragusa – I Giardini Iblei

Modica e Ragusa – Conclusioni


L’ampio territorio del Ragusano è una regione particolarmente ricca di luoghi ed attrazioni da visitare. Non dobbiamo dimenticare che oltre a Ragusa e Modica, in questo territorio esistono anche altre località come Comiso, Ispica, Scicli ed altre attrazioni minori anche balneari come Marina di Ragusa.  Una regione quindi che non possiamo fare a meno di visitare in un viaggio in questa splendida, unica e sorprendente regione che è la Sicilia.



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