Tante sono le località che rientrano in questo elenco, come Montemarcello, Brugnato, Framura, Tellaro, Vernazza e Varese Ligure, in provincia di La Spezia, che è la meta di questo articolo.
Piccolo borgo medievale con circa 2.200 abitanti, è facilmente raggiungibile da La Spezia per mezzo di strade che si addentrano nei boschi attraversando morbide colline e raggiungendo un altezza di 350 metri s.l.m. nel cuore dell’Alta Vale del Vara.
Varese Ligure – Un po’ di Storia
Il fiume Vara bagna il borgo da cui il nome Varese Ligure, il comune più settentrionale della provincia della Spezia.
Nel borgo esistono tracce che segnalano la presenza dei Longobardi e dei Monaci di san Colombano di Bobbio.
Alla fine del XII secolo i rami dei conti Fieschi e Pinelli si stabilirono nell’attuale quartiere di Cassego e di lì iniziarono a disboscare, a costruire edifici in legno, a seminare, ad avviare l’agricoltura e l’allevamento.
Dopo una faida tra le due famiglie, i Fieschi riuscirono vincitori e cacciarono i Pinelli.
Data la loro superiorità numerica, i Fieschi conquistarono nel XIII secolo la supremazia nell’alta val di Vara.
Avuta dunque la meglio, essi decisero di consolidare la propria presenza sul territorio fondando un borgo che potesse diventare il fulcro della vita dell’intera zona.
Nel 1815, anche Varese Ligure, come tutta la regione, entrò a far parte del Regno di Sardegna secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente del Regno d’Italia dal 1861.
La parte medievale che attira subito l’attenzione dei visitatori, è concentrata nel Borgo Rotondo dove spicca il bel castello dei Fieschi, costituito da un’alta torre del 1435 ed un torrione del 1475
Questa parte del paese ha un carattere spiccatamente ligure, grazie alla diffusione dei colori ocra, arancione, rosa e verdino delle facciate dei palazzi.
Particolare di Facciata
La maggior parte delle case sono qui raccolte in vicoli, con belle facciate decorate ed alcune in pietra. Sono piccoli tesori artistici che rendono prezioso questo luogo.
E’ anche questo paesaggio urbano, con i portali di pietra, le facciate decorate e i suoi tanti particolari, ad offrire altri motivi di interesse.
Portali in Pietra
Degni di particolare nota sono ovviamente il castello dei Fieschi del XV secolo, ai margini del Borgo Rotondo, dal cui torrione si ha una bella vista sul paese, l’interno stesso del Borgo Rotondo tutto ben porticato di forma semicircolare e il convento delle Monache Agostiniane.
Subito fuori dal borgo, non possiamo perderci la visita al ponte del Grexino . Questa elegante realizzazione in pietra ad una fornice, fu costruita per servire uno dei primi insediamenti urbani denominato Quartiere di Grecino.
Ponte di Grexino
Tra i prodotti tipici del luogo non possono mancare i Croxetti, pasta tipica ligure, e le tagliatele al pesto rosso o classico, annaffiate con ottimo vino bianco della zona.
Tagliatelle al Pesto
Varese Ligure, primo borgo rurale eco-compatibile d’Italia, stava morendo, ma ora è risorto diventando un modello di sviluppo nel segno dell’agricoltura rispettosa dell’ambiente.
E’ il borgo con la prima certificazione ambientale in Italia, che ha una produzione biologica riguardante il 95% dell’attività agricola.
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Chi si reca in visita a Vilnius non può non andare anche a Trakai, una cittadina della Lituania appartenente alla Contea di Vilnius, un tempo anche Capitale dello Stato.
E’ una delle più note e frequentate mete turistiche del paese baltico; vanta un illustre passato e un importante patrimonio artistico.
Oltre all’interesse specifico della località, sarà bello e rilassante anche percorrere il tratto di strada di circa 30 chilometri che separa Vilnius dalla nostra località. Un bell’itinerario che attraversa una fresca e verde campagna, punteggiata qua e là da vecchie e tipiche case in legno, ciascuna completamente diversa dall’altra.
Case in legno
Quando si arriva nei pressi del lago, sembrerà di entrare in una favola. Lo scenario è davvero fiabesco, con il lungo pontile che conduce a questo bel castello su un isolotto nel bel mezzo del lago.
Trakai – Il Castello
Il paese si estende in maniera spettacolare su una penisola collinare tra il lago dei Tatari a Ovest e il lago Bernardinai a Est, i quali confinano entrambi a nord con il lago Galve, dove su quest’ultimo, troneggia l’incantevole fortezza gotica in mattoni rossi.
Un po’ di Storia
I suoi 7000 abitanti discendono dai Caraiti, detti anche Karaimi, popolo di famosi guerrieri di ceppo e lingua turchi, provenienti dalla Crimea.
Karaimo
Trakai nasce intorno al 1370 come roccaforte sulla penisola, voluta da Kestutis figlio di Gediminas, il granduca della Lituania, durante gli anni delle lotte contro i Cavalieri Teutonici. Pochi anni più tardi, viene terminata anche la costruzione del noto castello sull’acqua.
Trakai – Il Castello
Durante la guerra con la Russia, a metà del XVII secolo, la fortezza viene completamente distrutta e solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, verrà completamente restaurata.
Raggiungere Trakai da Vilnius è molto semplice, sia che usi l’auto propria, il bus o il treno. La distanza è di circa 30 chilometri, e sul luogo non esistono problemi di parcheggio.
Dalla riva nord, dove si trovano caffè e bancarelle di souvenir, il panorama sul castello è davvero di grande effetto, come se si erigesse direttamente sull’acqua.
Litorale del Lago
Qui si potrà noleggiare una barca per dirigersi al castello, o semplicemente arrivare a piedi attraversando il lago Galvè per mezzo dei due pontili.
All’interno, oltre alle consuete bancarelle di souvenir, si potrà visitare in tutta comodità il castello incontrando anche strani personaggi in abbigliamento dell’epoca che arricchiranno il nostro album fotografico.
Sarà possibile accedere al Museo Storico che merita veramente una visita anche per avere almeno qualche nozione di base sulla storia lituana.
Interno del Castello
Sempre all’interno, sarà possibile e simpatico assaggiare uno dei tanti piatti tipici presenti per l’occasione, seduti ad uno dei tavoli allestiti nel cortile, circondati da tanta bellezza ed immersi in un’atmosfera veramente singolare.
Fuori del castello, nelle foreste circostanti l’isolotto, non sarà difficile incontrare vecchie chiromanti in abiti originali. Se riuscirete a trovarlo, non dovrete perdere l’occasione per assaggiare ilKibinai, un piatto tipico del luogo, consistente in un fagottino di sfoglia ripieno di carne, veramente molto buono.
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Molte persone parlando della Grecia fanno il nome di luoghi come Skiatos, Santorini, Paros, Mikonos, Hydra, Corfù, Zante, e chi più ne ha più ne metta. Tutte bellissime isole immerse in un mare stupendo. Mete ormai ben conosciute, turisticamente abbastanza sfruttate e forse scontate.
Nei miei articoli sulla Grecia insisto sempre nel ricordare che questo Paese non è solo mare e isole, ma anche continente, e che continente! Esistono delle zone bellissime fuori dalle consuete mete turistiche che proprio queste possono aiutarci a conoscere ed apprezzare meglio la Grecia. Basta avere la curiosità e il desiderio di scoprirle.
MeteoreLa Gola di Vikos
A chi verrebbe in mente di passare due o tre giorni a Ioannina, nella regione dell’Epiro per visitare questa bella città orientaleggiante, in stile ottomano e magari poi spostarsi in qualche paese limitrofe tipo Metsovo?
Metsovo – Donna con abiti popolari
Ebbene in questo articolo voglio parlare proprio di questa città e del suo territorio circostante.
Ioannina
Ioannina – Come Arrivare
Giannina, come viene chiamata in Italiano, è un comune della Grecia situato nella periferia dell’Epiro, con circa 100.000 abitanti.
Arrivare in questa città non è difficile. Esiste un piccolo aeroporto collegato ad Atene con voli domestici.
Per chi ha la voglia e la possibilità di viaggiare in auto, consiglio di raggiungere la città attraverso la vecchia strada panoramica, la E90/E92. Non adatto ai deboli di stomaco, questo percorso è un susseguirsi di curve tortuose arrampicate su per le montagne dell’Epiro, attraverso paesini microscopici che sembrano costruiti nel nulla.
Veduta di Ioannina dal lago Pamvotis
Dal porto di Igoumenitsa, Ioannina dista solo 80 chilometri.
Alì Pascià
Per capire la presenza di tutto questo stile ottomano ed apprendere meglio una parte della storia di Ioannina, dobbiamo prima conoscere qualcosa su Ali Pascià.
Chi era Ali Pascià?-Era un politico e militare albanese. Dopo aver praticato per lungo tempo il brigantaggio contro gli Ottomani, proprio da questi fu eletto Governatore di Ioannina.
La testa di Alì Pascià offerta al Sultano
Riuscì ben presto a farsi signore di un regno semi-indipendente tra Grecia ed Albania. Entrato però in aperto conflitto con il sultano ottomano Mahmud II, venne da questi fatto eliminare insieme ai figli.
Ioannina – Cosa Vedere
Centro Storico
Bellissima cittadina lungo le rive del lago Pamvotis, non molto distante dal confine con l’Albania, il capoluogo dell’Epiro è meta ideale per un weekend all’insegna di arte, tradizione e cultura ellenica.
Ioannina – Sullo sfondo la Moschea
Il suo centro storico, tutto racchiuso all’interno della cerchia muraria, è veramente particolare e interessante. Non esistono rilevanze architettoniche straordinarie, ma sarà bello passeggiare ed osservare le case in pietra, i palazzi ed i vari particolari anche architettonici, disseminati qua e là, molti dei quali ispirati completamente allo stile ottomano.
La parte però più interessante della città è il Castello. Questo costituisce un’intera città-roccaforte, una delle poche che si sono salvate in Grecia. Il suo aspetto odierno è opera di epoca ottomana ed incorpora precedenti costruzioni bizantine. Il tutto è suddiviso in due piccole cittadelle.
Nella parte settentrionale spicca la moschea di Aslan Pascià del 1618. Questo è uno dei migliori esempi di architettura religiosa islamica in Grecia, con decorazioni pittoriche e scultoree che colpiscono particolarmente.
Qui ha sede anche il Museo Bizantino e la tomba di Alì Pascià.
La Moschea di Aslan Pascià
Parte Moderna
Mentre il passato della città è tutto circoscritto sul Castello, Il presente invece è fuori le mura.
Fuori dalla cerchia muraria, Ioannina è scoppiettante e vivace di gioventù grazie anche alle presenza dell’Università che è la seconda per importanza in tutta la Grecia, dopo quella di Atene. Nella zona pedonale, sempre della parte moderna, sono racchiusi molti negozi, gran parte dei quali artigianali. Ed è ancora qui che si trovano la maggior parte degli alberghi e ristoranti.
Lago Pamvotis
Un’escursione sul lago Pamvotis e nell’isoletta di Nissi, sarà sicuramente la parte più eccitante del nostro soggiorno a Ioannina.
Prendendo il battello, ormeggiato lungo la Leoforos Karamanli, raggiungiamo l’isola di Nissi, chiamata anche Isola di Ioannina. Appena sbarcati, intorno al piccolo porticciolo avremo l’imbarazzo della scelta, nel caso cercassimo un ristorante.
Un piatto molto diffuso nell’isola, sono i “Ranocchi Fritti”.
Isola di Nissi
All’interno di Nissi, potremo visitare la casa di Alì Pascià e i cinque monasteri, aperti per le visite dalle 9 alle 13. Una passeggiata poi tra le stradine ed i vicoli, tra case in pietra, completerà la visita..
Non dovremo però perderci anche una bella camminata tutt’intorno all’isola, partendo proprio dalla Casa di Alì Pascià e in senso orario tornando lentamente al porticciolo dove eravamo sbarcati.
Per chi avesse ancora tempo da spendere, interessante sarebbe una gita a Metsovo, distante da Ioannina circa 50 chilometri.
Si tratta di un piccolo paese di montagna dove non è raro vedere ancora uomini e donne vestiti con vecchi abiti tradizionali. Si potrà visitare il piccolo, ma interessante museo di Arte Popolare ed acquistare alcuni prodotti tipici del luogo, come le marmellate ed altri prodotti dolciari locali.
Sempre da Ioannina si possono raggiungere agevolmente anche leMeteoree la regione dellaZagoria.
Isola di Nissi
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Coreglia è la terra delle figurine e dei figurinai
Prima di cominciare è bene chiarire a tutti coloro che parlando di figurine pensano a quelle immagini di carta che vengono raccolte ed incollate su di un album.
In Garfagnana con tale sostantivo s’intendono quegli oggetti o statuine di gesso, colorati o no, che rappresentano qualcuno o qualcosa.
I cosiddetti figurinai sono coloro che vanno in giro vendendo figurine d’alabastro o di gesso e poggiando sulla testa una tavoletta con speciali supporti dove venivano infilate le statuette in gesso
Coreglia – Museo delle Figurine
Coreglia e Bagni di Luccasono le due località per eccellenza nella produzione di tali oggetti. Entrambe hanno contribuito non poco alla conoscenza dei Lucchesi nel mondo ed alla diffusione della loro bellissima città . L’enciclopedia Treccani, parlando di figurinai, fa esplicito riferimento ai “figurinai lucchesi”.
La leggenda narra che quando Cristoforo Colombo sbarcò in America, trovò sulla spiaggia un Lucchese che vendeva statuine di gesso.
Ci troviamo nella Media Valle del fiume Serchio in provincia di Lucca, in una zona della Garfagnana stretta la Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano. E’ un territorio ricco di Storia, Arte e Cultura molto suggestivo e con tanti borghi antichi.
Coreglia – Alpi Apuane
Le Pievi, belle nella loro semplicità, ed i ruderi dei castelli sono i validi testimoni del trascorrere del tempo
Salendo dal fondovalle Coreglia appare improvvisamente, adagiata su un lungo crinale che scende dall’Appennino e circondata da immense distese di castagni.
Cenni Storici
Il nome deriva dal tardo latino Corrilia, che significa terra di scorrimento o luogo di passaggio. Antelminelli invece è il nome della famiglia che ereditò, dal celebre Castruccio Castracani, il potere sul Borgo e il territorio circostante.
Dall’XI e XIII secolo, Coreglia lega le sue sorti a quelle di Lucca. Da questa città dipende economicamente e spiritualmente trovandosi sotto la Vicaria di San Martino. Per questo motivo rimane spesso coinvolta nelle feroci lotte tra Guelfi e Ghibellini.
Dopo un assedio durato 58 giorni, nel 1316 il Borgo passò a Castruccio Castracani. Questo condottiero lucchese, era un Ghibellino divenuto in quello stesso anno signore di Lucca e nominato duca e vicario imperiale nel 1327. Fu il primo a tentare la creazione di una signoria territoriale in Toscana.
Nel 1341 Coreglia cade in mano ai Fiorentini ai quali la ritoglie Francesco Castracani, erroneamente conosciuto da molti come zio di Castruccio, ma bensì’ cugino e noto rivale proprio dei figli di Castruccio.
Agli inizi del ‘400 il castello di Coreglia passa sotto la Repubblica di Lucca e per la sua fedeltà alla città, ottiene nel 1562 la costituzione del Comune tutt’ora esistente.
Coreglia – Cosa Vedere
Il borgo non è molto grande, ma le cose interessanti da vedere sono tante. Comunque in meno di una giornata, compresa la sosta nel Museo, si riuscirà a vedere tutto con calma.
Parte alta del borgoFontana del ‘500
Per quanto riguarda l’edilizia civile, Coreglia vanta un tessuto urbano d’origine cinquecentesca con diversi bei palazzi. Uno di questi è il palazzo comunale realizzato nel 1572 attualmente sede del Comune. Altri palazzi importanti sono quello Antonini, dove nacque Oreste Antonini intimo amico di Giacomo Puccini, e il Palazzo Vincenti dove nacque Benedetto Pucccinelli uno dei maggiori bootanici italiani del primo ottocento.
Palazzo ComunalePalazzo Vincenti
Chiesa di San Martino
Tra le chiese più importanti dobbiamo visitare, nella parte bassa di Coreglia, San Martino che è una chiesa preromanica tra le più antiche della Lucchesia. Eretta nel IX secolo è stata ampliata nel X secolo con le attuali arcate interne, i sostegni, i capitelli e l’abside. La struttura attuale è quella realizzata dopo le modifiche apportate nei secoli XVI e XVII, mentre il campanile è del 1854.
Chiesa diSan MartinoChiesa di San Martino
Parrocchiale di San Michele
La chiesa di san Michele si trova invece nella parte alta del borgo.
Questa chiesa è’ un vero scrigno di opera d’arte costruita intorno al mille a ridosso della fortezza e della torre, trasformata poi in campanile.
Chiesa di San Michele
Pur trattandosi di modesta chiesa di un piccolo borgo, al suo interno custodisce diverse opere d’arte interessanti. Possiamo ammirare un fonte battesimale del XVI secolo ed un Ambone preromanico, raffigurante una mucca. Molto probabilmente si tratta del più antico sostegno di pulpito di tutte le chiese della Val di Serchio.
Interno di San MicheleAmbone
Museo delle figurine
Non possiamo lasciare Coreglia senza aver prima visitato il Museo della Figurina di Gesso e dell’Emigrazione.
Ci dirigiamo quindi nei pressi della chiesa di San Michele, in via della Rocca, e troviamo il Palazzo Vanni, il cinquecentesco palazzo dove ha sede il museo della figurine.
Museo della Figurina
La visita è veramente molto interessante e da non perdere anche per lo stretto legame che unisce la storia delle Figurine a quella dell’emigrazione lucchese.
Appena entrati si resta subito colpiti da un bellissimo presepe di fine ottocento, allestito con figurine di gesso completamente prodotte nel borgo.
Al suo interno si possono ammirare oltre 800 pezzi di gesso distribuiti su tre piani, bianchi o colorati e frutto della professione esercitata per alcuni secoli dagli abitanti del luogo.
L’attività dei figurinai, già notevole nel XVII secolo, s’intensificò in quello successivo, portando numerose famiglie a svolgere questo lavoro nelle principali città italiane. Non solo, ma anche tedesche,francesi, svizzere, spagnole, inglesi e svedesi.
Prima di andare all’estero, i figurinai si riunivano in compagnie di cui facevano parte anche ragazzi reclutati in paese. Questi avevano il compito di vendere i gessi nelle strade, usando una tavoletta dove venivano infilate le statuine e posta successivamente sul capo.
Monumento a Mario Pisani
Perché questo monumento e chi era Mario Pisani?
Tra i tanti figurinai emigrati all’estero in quegli anni, un riconoscimento particolare è stato rivolto a Mario Pisani. A lui è stata intitolata questa piazzetta, perché all’età di soli 13 anni emigrò in America diventando ben presto socio dell’azienda nella quale lavorava. Con i soldi guadagnati in questa Società, Pisani creò una nuova fabbrica divenuta ben presto famosa in tutto il mondo. Fu praticamente esclusivista del clero mondiale, per tutte le statue e figurine sacre.
Parte alta del borgo
Continuando a passeggiare per stradine e vicoli , raggiungiamo la parte più alta del paese dove, nei pressi della Porta a Ponte si trovano i resti dell’antica Rocca.
Porta a Ponte
Da quassù un bellissimo panorama ci ricompenserà della fatica fatta per salire…
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Abito a Lucca a circa 30 chilometri da Barga e qualche volta mi capita, durante l’anno, di dovermi recare nel borgo.
Pur conoscendo bene Barga bene e sapendone la storia, è sempre una piacevole sorpresa girare per le sue stradine e i suoi vicoli per poi sostare nella piazza Salvi, seduto a un tavolino del noto Bar Capretz.
Barga – Caffè Capretz
Il territorio della provincia di Lucca ed in particolare quello della Garfagnana sono disseminati di borghi antichi e paesi più o meno grandi e interessanti. Alcuni si distaccano da questi per caratteristiche storico- architettoniche particolarmente importanti.
Barga è un paese ben curato con piccole e piacevoli piazzette, belle chiese e un duomo straordinario così come il suo interno. Una cittadina ricca di antiche tradizioni ed una singolare storia che spazia dal tempo dei Romani a Matilde di Canossa, dall’Imperatore Francesco I Barbarossa ai Medici, da Castruccio Castracani alla Repubblica di Lucca.
Barga – Palazzo Pretorio
Le origini di Barga sono ignote e incerte così come l’origine del nome. Di sicuro sappiamo che è stato un feudo Longobardo ed in seguito libero comune.
Tra i nomi di personaggi storici ed importanti, spicca quello di Antonio Mordini.
Barghigiano doc è stato tenente colonnello dei Mille sotto Garibaldi e, tra i molteplici incarichi che ha rivestito, risalta quello di prodittatore e governatore di Sicilia, Commissario del Re, Ministro dei Lavori Pubblici, Prefetto di Napoli e Senatore.
Monumento a Antonio Mordini
Tradizioni e Prodotti Locali
Ottimi sono i prodotti locali di Barga, tra i quali eccellono il buccellato lucchese, il cinghiale in umido, crostini toscani, farro alla lucchese, risotto nero, castagnaccio, polenta di farina dolce e trote.
BuccellatoMinestrone di FarroCastagnaccio
Anche le sue tradizioni musicali sono degne di nota.
E’ paese “natio” di buoni musicisti e dove ogni anno si svolgono importanti manifestazioni musicali. Il Festival lirico Opera di Barga ed il Barga Jazz sono tra queste.
Barga – Cosa Vedere
Lungo la Via di Mezzo
Il borgo conserva ancora oggi l’impianto viario tipico del medioevo ed è costituito da due vie principali: via di Mezzo e Via Pretorio intersecate da vicoli e strade minori.
Via di MezzoVia Pretorio
Saranno proprio queste due vie che ci aiuteranno ad effettuare una visita completa e concentrata del borgo. Una volta entrati nel paese dalla porta Reale, una delle tre porte di accesso, si presenteranno queste due piccole strade: a sinistra la Via di Mezzo e a destra la Via Pretorio.
Sarà sufficiente percorrere la via di Mezzo fino in cima alla cattedrale e poi scendere di nuovo verso l’uscita seguendo la via Pretorio. Questa strada è la naturale prosecuzione della via di Mezzo
In questo itinerario potremo vedere le attrazioni principali del Borgo tra i quali la chiesa della SS Annunziata, piazza Angelio con i Palazzi Angeli e Tallinucci.
Palazzo Angeli
Ci troveremo ad attraversare anche la più bella piazza del paese, la più conosciuta e più animata che è la Piazza Salvi.
Piccola, ma bellissima, ospita la Loggia dei Mercanti, il Palazzo Menchi e Palazzo Pancrazi che è la sede del Comune. Qui possiamo sederci e bere o mangiare qualcosa presso lo storico bar Capretz.
Piazza Salvi – Loggia dei Mercanti
Un leone ed uno stemma al centro dello slargo, simboli di sudditanza, testimoniano la dominazione della famiglia fiorentina dei Medici sul borgo.
Il Duomo
Continuando a salire, arriviamo lentamente alla chiesa del SS Crocefisso.
Poco più avanti della chiesa del Crocefisso, una scala alla nostra sinistra ci conduce al Duomo situato nel bel mezzo del prato chiamato Arringo.
Nella parte settentrionale del prato ha sede il palazzo Pretorio.
Facciata del DuomoInterno del Duomo
A questo punto ci possiamo sedere e riposare. Potremo approfittarne per leggere un po’ di storia del Duomo e visitare il suo singolare interno veramente stupendo.Non potremo fare a meno di ammirare il panorama circostante che è dominato dalla sagoma del Monte Forato e dalle Alpi Apuane.
Monte Forato
Lungo la Via Pretorio
Proseguendo sulla via del ritorno incontreremo il Giardino e Palazzo Salvi nonché il Conservatorio di Santa Elisabetta e un tratto delle antiche mura. Questo tratto di mura ci accompagnerà fino alla porta Reale dove potremo considerare terminata la nostra visita.
Giardino SalviLe Mura
Barga – Conclusioni
Passeggiando in totale relax e guardandovi attorno, vi sentirete appagati dalla bellezza dei palazzi e dalle rifiniture architettoniche.
L’atmosfera che si respira nelle piazzette è veramente unica ed i piccoli negozi tradizionali e gli interni di alcune vecchie abitazioni contribuiscono non poco a tutto questo..
La struttura urbana di Barga è giunta ai tempi nostri più o meno come era ai tempi dell’età comunale. Con un po’ di fantasia, guardandoci attorno, osservando la pavimentazione delle strade, i vicoli e le case in pietra, ci sembrerà di aver fatto veramente un salto indietro nel tempo.
Potremo così anche noi assaporare quell’atmosfera che si respirava una volta nella Barga Medievale.
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