Contributi di viaggio

I Viaggi di Alessandro

Mese: Aprile 2020

Orbetello – Centro della Laguna


Orbetello – Impressioni


Perché scegliere Orbetello come meta di un viaggio?- Perché è una singolare cittadina situata al centro di una laguna, denominata appunto laguna di Orbetello, ed è un’importante riserva naturale costituita dalla Duna della Feniglia.  Può essere anche un motivo per approcciarsi alla Maremma, vista la sua posizione.

L’atmosfera che si respira tra mare, montagna e Maremma è veramente singolare. Gli abitanti, con la loro toscanità e disponibilità, contribuiscono non poco a rendere ancora più piacevole il soggiorno in queste zone. Cibo, vino e prodotti tipici, completano il quadro, insieme alla natura ed alla storia dei luoghi.

Orbetello. Ragazze che fanno canotaggio sulla laguna.
Sport acquatici nella laguna

La città è collegata al Monte Argentario attraverso una bella diga dove, fino al 1944, correva anche una ferrovia che la collegava a Porto Santo Stefano. Sempre sull’Argentario si trova anche il bellissimo borgo di Porto Ercole.

Orbetello. La diga che collega la città al Monte argentario.
La diga di Orbetello

Il territorio comunale è inoltre estremamente variegato. Ha una zona umida lagunare che è delimitata verso il mare da due tomboli: il Tombolo della Giannella a nord e il Tombolo della Feniglia a Sud.

Entrambi sono caratterizzati da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea.


Un po’ di Storia


Il territorio di Orbetello è stato frequentato sin dal periodo etrusco e assunse particolare importanza anche durante la dominazione di Roma, che vi fondò la colonia di Cosa, nei pressi di Ansedonia.

Alla fine della Repubblica di Siena, il territorio di Orbetello dal 1557 fu sede dello Stato dei Presidi di Spagna. E questo grazie alla conquista del territorio di Carlo V re di Spagna.

La città di Orbetello sorge nel mezzo dell’omonima laguna ed è unita al Monte Argentario da una strada costruita su un terrapieno artificiale, la Diga di Orbetello, che ha diviso la laguna in due specchi d’acqua: Laguna di Levante e Laguna di Ponente. Della vecchia ferrovia che la collegava a Porto Santo Stefano, oggi unica testimonianza rimane una costruzione di colore rosso, una volta Stazione Centrale della linea ferroviaria Orbetello – Porto Stefano.

Orbetello. Ex stazione ferroviaria di Orbetello,
Ex Stazione ferroviaria di Orbetello

La città divenne molto nota  nel periodo a cavallo tra il 1927 ed il 1933, quando Italo Balbo, a quel tempo ministro dell’Aeronautica, partì da qui per le sue quattro famose crociere aeree con uno squadrone di Idrovolanti Savoia – Marchetti.

 Anche Carlo del Prete, che era un noto aviatore lucchese, fece parte di queste spedizioni, durante una delle quali perse la vita.

L’idroscalo, situato nelle acque della Laguna di Levante, fu distrutto nel 1944 dalle forze di occupazione tedesche. Poche cose rimangono oggi a testimonianza di quel pezzo importante di storia italiana ed oltretutto mal conservate.


Visita della Città



Le porte di Accesso alla città

Orbetello. Porta Medinacoeli, il principale accesso al centro storico.
Porta Medinacoeli

Si accede al Centro Storico attraversando la Porta Nuova, denominata anche Porta Medinacoeli in onore del Duca di Medinacoeli che ne volle la costruzione al tempo dello Stato dei Presidi.

Insieme a questa porta ne esistevano altre 4.  Di queste solo  la Porta del Soccorso e, poco distante, la Porta a Terra rimangono ben  visibili.

Quest’ultima è una bella porta in stile barocco, rivestita di granito e travertino.

Le Mura

Varcata la porta principale, una scala sulla sinistra ci conduce sulle mura. Da qui, sull’unico  piccolo tratto percorribile, si può ammirare la laguna di ponente e parte del centro storico.

La Polveriera Guzman

Proprio sotto questo tratto di mura, a ridosso della laguna, troviamo la Polveriera Guzman, dove Garibaldi, nel 1860, si rifornì di armi e munizioni per la su ben nota spedizione dei Mille.

Intorno alla fortezza e a un tratto di mura, un camminamento in legno ci permette di ammirare la laguna di Ponente in tutta la sua bellezza, arrivando con lo  sguardo, da Ansedonia fino all’Argentario.

Il centro Storico – Corso Italia

Caratterizzato da stradine, vicoli, laboratori d’arte di ogni genere, vecchie case ben curate e palazzi con belle facciate in pietra, il centro storico ha, come punto di riferimento e di aggregazione, il Corso Italia.

Orbetello. Corso Italia, la via principale del centro storico.
Corso Italia

Questa via, che è la più animata del centro storico, è ricca di negozi, ristoranti, alberghi, bar e tanti altri servizi. Attraversa tutta la parte vecchia della cittadina da Ovest ad Est. E’ sempre molto animata e ospita spesso mercati ben curati e ricchi di cose interessanti.

La Cattedrale

Passeggiando tra i banchi del mercato, arriviamo in piazza della Repubblica dove, con il suo inconfondibile rosone e la bella facciata in travertino, si erge  la cattedrale, costruita nel XIV secolo e dedicata a santa Maria Assunta.

L’esterno è piuttosto spoglio, ma comunque degno di nota.

La porta presenta colonnine attorcigliate ed accostate ad altri elementi finemente decorati. Fra questi merita una menzione speciale lo stemma di Orbetello, il quale veniva con molto probabilità raffigurato per la prima volta.

Il rosone centrale non è da meno, in quanto mostra una decorazione molto curiosa: un fascia circolare esterna composta da formelle a quattro lobi con al centro dei volti scolpiti.

Orbetello. La Cattedrale
La Cattedrale

Con la bella e comoda pista ciclabile, che attraversa tutta la parte nord della città, possiamo fare un largo giro intorno ad Orbetello, costeggiando la laguna di ponente ed arrivando così fino al famoso mulino spagnolo, divenuto ormai il simbolo della città. Il nome lascerebbe immaginare la sua costruzione di origine spagnola, ma in realtà fu costruito dalla Repubblica di Siena al tempo della sua occupazione di questi luoghi.

Conclusioni

Anche il centro storico, con i colori ed i suoni ovattati al tramonto, acquista un fascino ed un’atmosfera particolare. La sua via principale, il Corso Italia, si anima lentamente fino a riempire i ristoranti e le pizzerie.

Orbetello. Corso Italia al tramonto

Grazie anche ai vari locali di svago e ai negozi aperti, questa via diventa un vero e proprio centro della Movida Maremmana.

La  laguna di ponente, sotto le luci del tramonto, offre uno spettacolo veramente affascinante e chiude nel miglior modo una bella giornata particolarmente intensa.

Orbetello. La Laguna al tramonto.
Tramonto sulla Laguna

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Stringa per Contatore

Cosa – Antica città Romana

Cosa – Introduzione e Motivazioni di viaggio

Cosa. Il desiderio di conoscere un po’ di storia e zone etrusco-romane, insieme a notizie sulle  prime transvolate transoceaniche con i famosi idrovolanti Savoia-Marchetti, nonché la visita di uno dei Borghi più Belli d’Italia ovvero Porto Ercole ed infine la voglia di atmosfera di mare e di maremma, mi hanno spinto a caricare la mia bici in auto e dirigermi nel sud della Toscana.

E’ questa l’unica regione italiana che può offrire contemporaneamente montagne, come le Alpi Apuane, colline, mare con le più belle spiagge o coste frastagliate, storia incredibile, arte, architettura, cucina, musica, tradizioni e chi più ne ha più ne metta.

Per questo motivo mi sono trasferito quindi sulla Costa d’Argento, e più precisamente sull’Argentario, comune italiano della provincia di Grosseto, dove si trovano località incantevoli e di grande tradizione marinaresca nella Maremma Grossetana.

Cosa. Mulino spagnolo nella laguna di Orbetello.
Mulino Spagnolo

I luoghi chiave di questa breve escursione di tre giorni, sono ovviamente Orbetello, Porto Ercole, Porto Santo Stefano, le Lagune di Orbetello, la Duna di Feniglia, un vero spettacolo della natura, e l’antica città romana di Cosa.

Cosa. Lagune di Orbetello.
Lagune di Orbetello

Il motivo di questa escursione, che viene descritta in questo articolo, sono gli scavi romani di un’antica città che fu costruita oltre duemila anni fa: COSA.

Cosa – Visita del Sito Archeologico



Come arrivare

Il miglior modo per raggiungere Cosa, ed ammirare il territorio circostante, è quello di attraversare tutta la Duna di Feniglia a contatto con una natura fantastica ricca di piante, uccelli, fenicotteri, cinghiali e daini, che non ostentano la loro presenza.

Cosa. Presenza di daini all'interno della duna di Feniglia.
Daini nella Duna di Feniglia

Finita la Duna, proseguiamo poi verso il colle di Ansedonia.

Raggiungiamo gli scavi di Cosa, l’antica città romana, dopo aver percorso una lunga e faticosa salita in bicicletta.

Da questo sito archeologico, che si trova sulla sommità del promontorio di Ansedonia ad un’altezza di 114 metri slm, si può ammirare uno stupendo panorama sulle lagune.

Cosa. Scavi co  panorama sulla laguna.

Un po’ di storia

Il nome di Cosa deriva da Cusia o Cusi che era un precedente insediamento etrusco situato più in basso, probabilmente dove oggi si trova Orbetello.

Questa era una città fondata nel 273 a.c. come colonia romana, immediatamente dopo la vittoria dell’Impero sugli alleati di Vulci e Volsini.  Tutto l’insediamento, che a quel tempo costituiva un’importante città, era circondato da possenti mura per un’estensione di un chilometro e mezzo.

Le Mura

La loro disposizione, che si basava su uno studio a quei tempi aggiornato alle più recenti tecniche di assedio in ambito ellenico, era perfetta.

Dopo essere state liberate dalla folta vegetazione che per secoli le aveva sommerse, oggi sono ben visibili e ancora in larga parte ben conservate.

Cosa. tratto di mura difensive.
Tratto di Mura

La città doveva controllare il territorio sottratto agli insediamenti etruschi di Volsini e Vulci dopo che queste erano state sconfitte. Le possenti mura che cingono l’abitato, dimostrano però come almeno all’epoca della fondazione, i Romani non si sentissero poi così tanto sicuri di aver sottomesso la locale popolazione etrusca.

La posizione, che era strategica, consentiva di controllare sia il traffico terrestre che quello marittimo. Tutto questo avveniva tra l’altro in un’epoca in cui la potenza romana stava per scontrarsi con Cartagine.

Cosa. Oanorama dall'alto del colle sulla laguna.

Cosa fu  costruita a cavallo di due alture tra le quali venne posto il Foro Romano che era destinato all’attività politica.

Gli Scavi

Si entra nella zona archeologica attraversando la porta Fiorentina. Percorriamo un sentiero sterrato che a quei tempi costituiva una strada che attraversava quartieri abitativi.

Cosa. Foro Romano.
Foro Romano

Se prestiamo attenzione, mentre percorriamo questo sentiero, potremo notare diverse “piccole volte” che costituiscono in resti delle cisterne costruite sotto le case di quel tempo.

Villa Quintus Fluvius

Seguendo questo sentiero, arriviamo all’attrazione principale di questi scavi che è costituita dalla casa Quintus Fluvius, sopra le cui fondamenta è stato costruito il museo ricco di oggetti archeologici.

Museo Archeologico

I reperti che sono esposti nel museo sono molti e consistono in decorazioni, anfore costruite appositamente per il trasporto via nave, cippi, busti e stemmi tutti di epoca romana.

Tra tutti questi oggetti, che sono esposti all’interno del museo, due sono rimasti particolarmente impressi nella mia mente e mi hanno colpito per la loro singolare bellezza e per la loro “modernità” considerando quei tempi: un tavolino ed un’ antica ed originale vasca per il bagno.

Acropoli

Sul promontorio più alto stava l’Acropoli, destinata al culto degli dei e circondata da una propria cinta muraria indipendente. Era dotata di vie rettilinee ed intersecate ad angolo retto. Una di queste era la strada che conduceva al tempio di Giove e che, per questo motivo, si chiamava la “Via Sacra”.

Cosa – Conclusioni

In cima a questo colle ed in mezzo a questi bellissimi scavi, sfiorati da una leggera brezza marina e quasi completamente soli, avremo difficoltà a staccarci da questo luogo.

Verrà spontaneo sederci su qualche pietra secolare, leggere un po’ di storia, indugiare guardandoci attorno ed osservare tutto quanto per poter immaginare quale e come potesse essere la realtà di quei tempi.

Respireremo così un atmosfera veramente singolare.

Terminata la visita del sito, potremo uscire da un’altra delle tre porte di accesso della città e  fare così un ultimo  giro attorno a queste antiche e  possenti mura, e poi giù in bicicletta a tutto gas per raggiungere nuovamente la duna di Feniglia.



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Pescaglia – Patria del Castagno


Pescaglia – Introduzione


Pescaglia è un comune della provincia di Lucca, arroccato su di una collina ad un’altezza di 504 metri s.l.m. nella Mediavalle del fiume Serchio.

Il paese è suddiviso in tre Terzieri, che sono Piazzanello, Villabuona e il Poggio. Quest’ultimo è l’insediamento principale e capoluogo del Comune, al quale è dedicato questo articolo inserito nella categoria Borghi Lucchesi.


Maggiori dettagli sono presenti all’interno del Video con Commento audio, più avanti.


Pescaglia. Ripresa dall'alto dei tre terzieri. Il Poggio, Piazzanello e Villabuona.
I Terzieri ripresi dall’alto.

Visita del Borgo e Notizie generali


Partendo dalla piazza principale dove ha sede il bel palazzo comunale, cominciamo la visita del borgo conosciuto fin dai tempi dell’Antica Roma.

Le sue case in pietra, le stradine ed i vicoli conferiscono al paese, un gradevole aspetto medievale.

Importante per la sua storia, spesso legata alle vicende di Lucca, Pescaglia è nota anche per le sue tradizioni, leggende e per i suoi boschi ricchissimi di castagni.

Questa pianta è stata determinante per il sostegno degli abitanti nei secoli e ne ha condizionato il proprio stile e ritmo di vita.

Pescaglia. Boschi di castagni.
Boschi di Castagni

Nonostante tutte queste caratteristiche, il borgo, a mio parere, non trova la giusta collocazione turistica. Ultimamente però nel paese si è mosso qualcosa. E’ sorto un buon albergo ed è in corso di ristrutturazione anche un nuovo ristorante.

Tutto questo fa ben sperare ad un futuro sviluppo turistico del borgo e delle zone limitrofe.

Pescaglia. Panoramo del borgo visto da Piazzanello.
Il paese visto da Piazzanello

Non esistono nel borgo particolari rilevanze architettoniche, ma la sua visita è comunque interessante per il suo aspetto tipicamente medievale e per la sua storia che spesso si intreccia con quella dell’Antica Roma, della Repubblica di Lucca, sfiorando anche riferimenti agli Estensi.

Pescaglia. Particolare con archi della parte vecchia del borgo,

Dopo aver girovagato per il paese, osservato i vecchi edifici in pietra e le stradine ricche di particolari, possiamo uscire dal borgo ed avventurarci in una singolare passeggiata che ci condurrà in tre luoghi molto particolari di Pescaglia.


Curiosità intorni al borgo


Video con Commento Audio

Pescaglia – Santuario della Madonna delle Solca


Il primo luogo oggetto della nostra visita, molto importante per gli abitanti dei Pescaglia, è il Santuario della Madonna delle Solca.

Strano appellativo “delle Solca”. Sicuramente è un toponimo classificato tra i nomi locali.

L’appellativo deriva dal Latino Sulcus che nel Lucchese significa canale naturale tra due monti o fra due gioghi di uno stesso monte o ruscello o goriello, luogo appunto dove si narra che un pastore trovò la pittura raffigurante la Vergine.

Pescaglia. santuario della Madonna delle solca.
Santuario della Madonna delle Solca

Solo dopo la costruzione, il nome del Santuario assunse l’appellativo di Madonna delle Solca.

Il santuario, preceduto da un caratteristico loggiato, ebbe la sua inaugurazione il 21 Febbraio del 1700 ed il 28 Luglio del 1955 fu firmato dalla Sacra Congregazione dei Riti, un decreto che proclamava la Madonna della Solca patrona del comune di Pescaglia fissando il 21 agosto come giorno di celebrazione della sua festività.

Al suo interno, piccolo ma ben tenuto, si trova un quadro della Vergine, copia dell’immagine della Madonna del Sasso in Lucca.

La festa del 21 agosto, nacque per un voto che tutti gli abitanti del capoluogo, costretti a sfollare, sottoscrissero la mattina del 30 luglio 1944, ai piedi dell’altare della Madonna, dopo la celebrazione della Messa. Lo sfollamento non fu necessario perché inaspettatamente giunsero gli Americani e i Tedeschi furono costretti a fuggire.

Il Santuario, destinato a deposito di armi dei Tedeschi, non fu mai utilizzato per tale scopo.


Pescaglia – La Pila del Corvo


Lasciamo alle nostre spalle il Santuario e c’incamminiamo verso il bosco sottostante scendendo per un piccolo sentiero abbandonato, raggiungendo un luogo misterioso dove si trova una strana, grossa roccia.

Pescaglia. Come appare la roccia contenente la Pila scavata dall'uomo.

Sicuramente è stata la mano dell’uomo a scavare questa pila dentro ad una grande roccia.

La gente del luogo vi si recava ad attingere acqua piovana per curare diverse malattia tra le quali prima di tutto la pertosse.

Le leggende che riguardano questa roccia sono due.

La prima secondo la quale si considera sacra per il fatto che proprio alla base di questa roccia, un pastore trovò un’effige della Madonna. Per questo motivo si decise di costruire proprio in questo sito il santuario della Madonna delle Solca.

La seconda per l’origine del nome, perché pare che in questa pila qualcuno trovò un corvo morto che fu poi la causa della diffusione della peste nel borgo.

Fra le varie congetture sulla costruzione e uso di questa roccia, gli studiosi propendono per diverse ipotesi. Una di queste consiste nel fatto che sarebbe stata costruita per scopi religiosi, riti sacrificali, ipotesi funerarie e la forma della vasca farebbe pensare proprio a questa possibilità .


Pescaglia – I resti del Castello

Lasciato il bosco con La Pila del Corvo, ci teniamo sulla destra ed imbocchiamo il primo stradello in salita che incontriamo sulla nostra sinistra.

Pescaglia. Stradello che conduce ai resti del castello.
Stradello che conduce ai resti del Castello

Arriviamo così in un luogo isolato dove possiamo osservare i resti, o meglio, le ultime pietre rimaste di un castello preesistente in Pescaglia.

Le mura di questo castello erano già ricordate in una pergamena del 1242, ma sicuramente già preesistenti. Nel 1308 lo Statuto Lucchese fece radere al suolo le mura del castello.

Fu allora che i Sindaci della Comunità di Pescaglia, considerando che questa era terra di confine e dovendo quindi difendersi dalle scorribande dei Garfagnini, chiesero ed ottennero dalla Repubblica di Lucca, i fondi per la ricostruzione del castello. Fu Vincenzo Civitali ad assumersi l’incarico del progetto.


Ricostruzione del Castello


Oltre ai salariati, anche la popolazione di Pescaglia fu coinvolta nella ricostruzione: ogni uomo il sabato, doveva portare sei some di calcina e rena, proveniente dal Villabuona e Ritrogoli. Ai trasghessori venivano comminate grosse multe.

La ricostruzione del sistema difensivo era indispensabile in quanto, in questo periodo, l’alta Garfagnana era sotto il dominio degli Estensi e frequenti erano le incursioni sul territorio della Repubblica di Lucca, arrivando proprio fino al borgo di Pescaglia.

Pecsaglia. Mura del Castello.
Mura del Castello

A quel tempo Vincezo Civitali, figlio di Nicolò e quindi nipote del più famoso Matteo, era un grande architetto esperto in opere militari e fu quindi per questo motivo che a lui fu affidato il progetto della ricostruzione del castello.

Pescaglia. Particolare di Via del Colle. Un quartiere del borgo
Particolare di un quartiere

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Edam Volendam Marken…La Tripoli Olandese


Edam-Volendam-Marken – Come arrivare in zona


Edam-Volendam-Marken

Video con Commento Audio

Amsterdam  dista da queste tre località solo circa 25 chilometri. Quindi  in circa 20/30 minuti di tempo potremmo essere sul posto.

Volendo invece dedicare poco più di un’ora al viaggio, potremmo decidere per un’alternativa a mio parere molto più interessante, che permette anche di vedere un bel territorio ed uno splendido panorama.

Infatti è insolito, ma più spettacolare, raggiungere la costa orientale dello Zuiderzee nei pressi di Lelystadt. Da qui attraverseremo tutto il tratto di mare che separa le due coste, percorrendo una bellissima diga lunga circa 30 chilometri, che offre un panorama veramente unico.

Edam Volendam Marken. Mappa dell'itinerario
Mappa dell’Itinerario

Questa diga, molto suggestiva,  fa parte della statale N307 che ci permetterà così di raggiungere la costa occidentale nei pressi di Enkhuizen. Da qui, continuando sulla stessa statale, dopo circa 25 chilometri imboccheremo la statale N247 che ci condurrà direttamente  a Edam, Volendam e Marken.

Edam Volendam Marken. Diga che collega la costa orientale con quella occidentale.

Visita di Edam-Volendam-Marken


Edam

La prima ad essere raggiunta sarà Edam, una cittadina di 7000 abitanti, affacciata sul Merkermeer.

E’ una graziosa cittadina fondata verso la fine del secolo XII. Ha un  porto attivo fino dalla metà del cinquecento e, come tante altre città olandesi, è solcata da canali che la collegano al Markermeer.

Sulla piazza principale, chiamata Damplein, si trova il  municipio eretto nel 1737, mentre sul lato posto, in una casa pendente in stile tardo gotico, si trova il museo di Edam.

Edam Volendam Marken. La piazza principale della cittadina di Edam, piazza Damplein.
Piazza Damplein-La piazza principale

La cittadina è ricca di ponti, di case d’epoca lungo le pittoresche vie oggetto di passeggiate  e di vecchi magazzini adibiti oggi a bazar ed empori.

Famosa per il suo mercato del formaggio, come Alkmaar, anche qui veniva trasportato in città attraverso i suoi canali.


Volendam


A pochissimi chilometri da Edam, si trova questa caratteristica località particolarmente frequentata dai turisti.

Importante porto di pesca per aringhe e anguille, con circa 21.000 abitanti, Volendam è una delle località più affascinanti dell’Olanda e una delle più visitate.

Edam Volendam Marken. Il porto di Volendam. La parte più caratteristica della cittadina.

Lo spettacolo più bello è offerto dal porto, con le piccole case di legno a specchio d’acqua e le barche a colori vivaci.

L’evoluzione delle località della costa orientale del Noord Holland, ha trasformato però anche Volendam da porto peschereccio a destinazione turistica.

La marina è gremita di ristoranti di pesce, bancarelle e caffè con terrazze affacciate sul mare.

Ovunque si diffonde un gradevole aroma di pesce ben cucinato che ci accompagna anche fuori dal porto, nelle belle passeggiate lungomare.


Marken


Sicuramente la cittadina più bella e pittoresca, tra quelle della Tripoli, è Marken.

Costruita sull’omonima penisola nello Zuiderzee è un bellissimo borgo della Provincia olandese del Noordholland, con un bel porticciolo tutto circondato da caratteristiche e tipiche costruzioni in legno che affascinano subito il turista quando arriva dal mare con il battello.

Chi invece preferisce raggiungere Marken in via tradizionale, ovvero in auto, ha la possibilità di godersi una compagna stupenda, ben curata e ricca di allevamenti costituiti da numerosi capi, come quello in cui ci siamo imbattuti.

Lungo la strada per Marken, I piccoli villaggi si alternano in uno scenario pittoresco dove niente viene lasciato al caso, tutto è ben tenuto e curato come i tanti ponti levatoi che dobbiamo attraversare.

Anche l’ingresso a Markken, una volta lasciata l’auto nel parcheggio fuori del paese, avviene attraversando il vecchio ponte levatoio Beatrice.

Edam Volendam Marken, Il pon te Beatrice all'ingresso di Marken.
Ponte Beatrice

Questo borgo divenne in passato un’isola nel XII secolo, quando le onde del Mare del Nord formarono un mare interno. Da vari decenni, il villaggio è  tornato a congiungersi alla terraferma, grazie ad una strada sopraelevata.

Ciò nonostante, si respira ancora un’atmosfera insulare.

Attraversando il labirinto di vicoli che circondano le vecchie case in legno, tutte verniciate con lo stesso colore, si raggiunge il bel porticciolo  che i pescatori usavano una volta per il commercio dell’olio di balena.


Conclusioni


Agl’inizi del XX secolo, la chiusura graduale dello Zuiderzee, pose fine al commercio dell’olio di balena e gli abitanti dovettero cercare altri mezzi di sussistenza e si misero a produrre fieno.

Quello che viene prodotta a Marken, pare che sia il migliore dell’Olanda.

L’isola di Marken fu collegata alla terraferma grazie a una diga completata nel 1957; una striscia di terra lunga circa un chilometro, anche questa costruita con la solita pazienza e sacrificio.

Edam Volendam Marken. Allevamento di cavalli a Marken.

La pazienza e il sacrificio sono diventate senza dubbio le più marcate ed apprezzabili caratteristiche di questo grande popolo che ha saputo lottare da secoli, con tenacia e perseveranza, contro il mare strappandogli seppur lentamente, grandi appezzamenti di terra, facendo sempre più grande il suo Paese: l’Olanda.



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