Contributi di viaggio

I Viaggi di Alessandro

Mese: Gennaio 2020

Meteore – “Rocce sospese in aria”


Introduzione


Io credo, anzi sono sicuro che un’attrazione così come le meteore è unica al mondo, qualcosa di veramente eccezionale che non ha eguali. La Grecia ci riserba anche questo ed altro.

Guardando queste montagne e questi spuntoni di roccia, sembra perfino impossibile che possa esistere un luogo del genere, ma ancora di più che siano stati costruiti, sulla sommità di queste rocce, stupendi monasteri che hanno resistito ad intemperie e ad eventi catastrofali arrivando intatti fino ai giorni nostri.

Sto parlando ovviamente delle Meteore. In Greco questo nome significa “Rocce sospese in Aria”. In effetti quando ci troviamo sulla sommità di questi spuntoni di roccia e ci guardiamo intorno, sembra proprio di essere sospesi in aria.

Meteore. Agios Nikolaos, altro imperdibile monastero.
Meteore – Agios Nikolaos

Intorno a questi pilastri di roccia, di vertiginosa altezza, non è raro veder aggirarsi gli avvoltoi.

Se ci fermiamo al cospetto di queste rocce e le osserviamo con attenzione, stentiamo a credere che in tempi così remoti, i contatti con il mondo avvenissero solo tramite scale a corda o ceste gettate dall’alto. Ma ancora più difficile ci rimane pensare come potessero i monaci trasportare le pietre e tutti gli altri materiali per costruire queste opere d’arte. Come avranno risolto poi con l’acqua?…mahhhh

Oggi possiamo raggiungere questi luoghi attraverso sentieri, ponti e scalinate scavate nella roccia, senza contare che una comoda carrozzabile mette in comunicazione tutti e sei i monasteri.

Meteore. Strada panoramica che gira attorno le Meteore.
Strada Panoramica

Notizie Utili


Oggi di questi santuari ne sono rimasti sei ed abitati solo cinque, mentre nel ‘500 se ne potevano contare ben 24.

Il primo monastero ad essere costruito fu il Megalo Meteoro. Il suo fondatore fu Sant’Anastasio che arrivò qui insieme ad altri nove monaci, tutti provenienti dal Monte Athos. Ben presto questi “Magnifici Dieci” furono imitati da altri monaci che sfruttarono le difese naturali di questi spuntoni di roccia, per creare altri monasteri.

Meteore. IL Grande Meteoro, il pi+ù importante ed i più antico.
Megalo Meteoro

Per poter visitare con tutta calma e comodità le Meteore, ovviamente la base strategica è Kalambaka , un borgo ben attrezzato per quanto riguarda ristoranti ed alberghi, oppure anche l’altro paese, nelle immediate vicinanze, Kastraki.

Personalmente avevo prenotato un albergo proprio all’ingresso di Kalambaka, in quanto da questa posizione potevo girare intorno alle meteore sia in senso orario che antiorario.

Meteore. Kalambaka, hotel Kosta Famissi
Kalambaka – Hotel Kosta Famissi

Arrivati sul posto, meglio ancora prima di partire, sarà opportuno informarsi sui giorni e gli orari di visita, in quanto non tutti i monasteri si possano visitare negli stessi giorni e a tutte le ore..


Come visitare le meteore


Meteore. Mappa per la visita dei monasteri.
Mappa delle Meteore

Scegliendo il percorso in senso antiorario, lungo la strada che aggira le meteore incontreremo in ordine i seguenti monasteri:

Agios Stefanos, abitato e gestito da monache, è dotato di due chiese e la sua costruzione risale al XV secolo. Da quassù il panorama abbraccia tutto il borgo di Kalambaka.

Agia Triada, bel monastero con un’antica chiesa isolata sulla roccia risalente al XV secolo, decorata con apprezzabili affreschi, che merita veramente una visita, anche per il panorama sottostante  e sulle altre meteore.

Prima di dirigersi su Agia Roussanou, conviene mantenere la destra al bivio e visitare nell’ordine il Monastero di Varlaam e il più grande ed affascinante Megalo Meteoro.


Qui una scalinata scavata nella roccia conduce alla torre di Vrizzoni, dove esiste ancora l’antico montacarichi.


Questo è il monastero che richiede maggior tempo per la visita, in quanto molto più grande degli altri ed interessante in quanto il più antico, essendo stato il primo ad essere edificato.

Completata la visita di questi due monasteri, torniamo indietro e al bivio teniamo la destra. Poco dopo incontreremo gli ultimi due santuari, Agia Roussanou ricostruito nel ‘500 e Agios Nikolaos. Con la visita di quest’ultimi, avremo terminato il giro e la visita delle Meteore.


Consigli e Informazioni


Per i più coraggiosi che non vorranno salire tanti scalini, esistono anche alcune “impressionanti” teleferiche che vi condurranno direttamente all’interno del monastero.

Meteore. Foto di teleferica.
Foto di Hotel Meteoritis (Kastratis) – Trip Advisor

Sarà veramente una bella prova di coraggio.

All’ingresso dei monasteri vengono forniti gratuitamente pantaloni e gonne lunghi, per permettere anche a chi indossa abiti e calzoni corti, di poter accedere agli interni.

Non potete immaginare l’atmosfera che si respira in questi luoghi finché non sarete sul posto.

Almeno nei monasteri più importanti sarà bello sedersi, leggere un po’ di storia e notizie di questi luoghi e costruzioni, guardarsi intorno, godere del panorama e respirare una magica atmosfera, dopo essersi rinfrescati dalla calura estiva a  qualche fontanella sempre presente in ogni monastero.

Per completare la visita di tutti i siti sacri occorrono sicuramente due giorni. In questo modo, pernottando almeno due notti, avrete anche l’opportunità di visitare il borgo di Kalambaka.

Il paese non è niente di particolare perché purtroppo distrutto completamente dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, ma carino e ben tenuto. L’unica testimonianza della vecchia Kalambaka è la Mitropoli, la cattedrale eretta nel XII secolo. Il suo interno merita una visita.

Meteore. Centro di Kalambaka con fontana colorata.
Kalambaka

Per coloro che avessero intrapreso un viaggio per visitare la Grecia continentale, da qui potranno spostarsi nella Zagoria, altra incredibile e singolare regione, fatta di case e ponti in pietra, con il famoso Canyon di Vikos, immersa nella natura più incontaminata.


Ricordatevi…la Grecia non è solo Mare e Isole…



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Kalavryta – L’impressionante ferrovia a cremagliera, un’attrazione unica in Grecia.


Kalavryta. Veduta del paese con la sua piccola passeggiata.
Kalavryta – Scorcio del Paese

Introduzione


Ora qualcuno penserà: ma dove l’ha pescata questa località Alessandro?!…Ma cosa gli è venuto in mente?!

Kalavryta?!…Con tutte le famose località che esistono in Grecia e che tanti viaggiatori vorrebbero conoscere meglio, in effetti tirare fuori questo paese è un po’ strano.

Ma la Grecia non è solo mare e isole.

La Grecia è stupenda proprio perché ci offre anche queste località interessanti e piacevoli fuori dalle consuete mete turistiche.

Tutto nasce dalla mia passione per i treni.


Kalavryta – Motivazioni di viaggio


Un giorno, sfogliando una rivista, ho letto un articolo su questa impressionante linea ferroviaria in Grecia molto particolare,  esattamente Kalavryta-Diakoftò, che mi ha letteralmente incuriosito e di cui parlerò più avanti .


Questo articolo mi ha permesso di conoscere anche una piccola e bella località del Peloponneso che altrimenti mi sarebbe mancata.



In ritorno da Nauplia, ho raggiunto Kalavryta con la mia auto percorrendo una bellissima e panoramica strada di montagna. Ho attraversato foreste e gole molto verdi e fresche, nonostante l’estate in pieno agosto.


Kalavryta – Visita del Paese e Dintorni


Giunto a destinazione, ho scoperto una piccola città di montagna, ad un altezza di 720 slm, sul lato settentrionale del Peloponneso, circondata da uno splendido paesaggio.

Situata alle pendici del monte Helmos, il paese pur non avendo rilevanze storico-architettoniche di particolare interesse, ha però un piccolo centro molto carino con la sua bella passeggiata, ben tenuto e molto caratteristico. Tipicamente greca è la chiesa del paese.

Kalavryta. Chiesa del paese.
Kalavryta – Chiesa del Paese

Più interessanti sono invece i suoi dintorni che valgono veramente alcune escursioni.


A circa 10 chilometri da Kalavryta, troviamo Il Monastero di Megalo Spilià completamente scolpito nella roccia di una montagna. E’ il più antico tra i monasteri greci ed uno dei più imponenti santuari ortodossi.

Il Monastero di Megalo Spilià, in Italiano la Grande Grotta, ha preso il nome appunto dalla grotta in cui fu ritrovata l’icona della Madonna.

Kalavryta. Megalo Spilià o Mega Spilo, monastero della grotta.
Monastero di Megalo Spilià

Sempre nei pressi di Kalavryta, troviamo il Santuario di Agia Lavra, lo storico monastero dove ebbe inizio la prima rivoluzione greca del 1821, per la lotta all’indipendenza contro l’Impero Ottomano.

Il Monastero si trova sul monte Helmos a un’altitudine di 961 metri sopra il livello del mare, vicino alla città di Kalavryta.



Il Santuario è stato costruito nel 961 ed anche questo è uno dei più antichi monasteri ortodossi della Grecia. Oggi é considerato un simbolo della nascita della Grecia moderna.


Il Massacro di Kalavryta


Kalavryta è tristemente nota anche come luogo del massacro nazista contro i guerriglieri greci.

Il 13 Dicembre 1943, durante la seconda guerra mondiale, le forze di occupazione tedesche rasero al suolo il paese.

Il generale nazista Karl von Le Suire,  per rappresaglia all’uccisione di 81 soldati tedeschi , fece fucilare 696 cittadini.

Kalavryta. A memoria del massacro.

Le persone che sopravvissero alle ferite, furono solo tredici.

Un monumento situato a circa 1 chilometro dal centro, ne ricorda il terribile evento.

Nel 1991 il comune di Marzabotto si è gemellato con questo paese.


Linea ferroviaria Kalavryta-Diakoftò


Kalavryta è famosa per Odontotos , il servizio di ferrovia a cremagliera inaugurato nel 1896, che copre la rotta Kalavryta-Diakoftò di 22 km.

Kalavryta. Tratto scavato nella rocia della ferrovia Kalavryta-Diakoftò.

Il treno accompagna i passeggeri in un tour intorno alla gola di Vouraikos.

Il percorso è considerato uno dei più panoramici in Grecia. Il treno è diventato una delle caratteristiche della zona, in armonia con la natura circostante. La corsa termina alle coste del Golfo di Corinto, in località Diakoftò.



Quando cominciamo ad attraversare la gola di Vouraikos, il panorama diventa a dir poco impressionante.

Il treno, che viaggia su un binario a scartamento ridotto ed in alcuni punti con cremagliera, percorre tratti scavati nella roccia lungo precipizi incredibili. E’ veramente uno spettacolo e un’esperienza che deve assolutamente essere provata.

Pensate che data la pericolosità e la difficoltà del percorso, il treno impiega circa un’ora e mezza per percorrere poco più di venti chilometri.

Kalavryta. Tratto tra le roccie della ferrovia odontotos.

E’ opportuno prenotare il biglietto almeno il giorno prima, perché spesso il treno è preso letteralmente d’assalto.


Le carrozze sono climatizzate e molto comode.

Una volta raggiunto il capolinea a Diakoftò, si potrà spendere parte del tempo in questa località, consumando un buon pranzo a base di pesce in una delle trattorie sul mare.

In attesa di riprendere il treno, che ci riporterà a Kalavryta, potremo passeggiare nei dintorni della stazione ferroviaria tra i fitti agrumeti costituiti principalmente da limoni e aranci,



Anche questo mio articolo, come l’altro sulla Zagoria, vuole nuovamente ricordare che: “la Grecia non è solo mare e isole”.



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Castell’Arquato – Borgo medievale e città d’arte della Val d’Arda

Castellarquato...per la serie I Borghi più Belli d’Italia


Castellarquato. Un paese iscritto nelle'elenco dei borghi più belli d'italia.

Castellarquato – Introduzione


Se cercate un’idea per una gita fuori porta, Castell’Arquato  nella provincia di Piacenza, è quello che fa per voi.

Quindi, tanto per rimanere in tema di paesi iscritti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia, dopo aver visitato Bobbio, ci spostiamo proprio a Castell’Arquato, a soli 60 chilometri di distanza da Bobbio. 

Questa è un’ulteriore conferma che quella di Piacenza è una provincia veramente ricca di borghi e quindi interessante da visitare. Anche i castelli sono numerosi e sparsi sui colli come il Castello di Agazzano, il Castello di Rezzanello ed il Castello di Rivalta.


CASTELLaRQUATO – nOTIZIE gENERALI


Castell’Arquato si trova in posizione strategica nella val D’Arda, a circa 30 chilometri da Piacenza ed altrettanti  da Parma.

Castellarquato. Panorama visto dlal piazzale della rocca viscontea.
Castell’Arquato – Rocca viscontea

Probabilmente, già agli inizi del II secolo a.C. era una struttura difensiva per i  Romani contro le paventate incursioni dei Liguri.

L’origine del suo nome è nel dubbio tra Caio Torquato, il patrizio romano che fondò qui il primo Castrum oppure da Castrum Quadratum per la sua forma appunto quadrata.

Anche questo borgo come tanti altri, ha dovuto affrontare nel corso della storia, le vicende del Medioevo, dei Guelfi e Ghibellini, dei Borboni, dei Farnesi e di Napoleone. Dopo tanti passaggi di mano e di proprietà, finalmente il borgo passa definitivamente ai Savoia e quindi allo Stato Italiano.

Forse non tutti sanno che qui ha avuto i suoi natali un famoso personaggio, Luigi Illica che insieme a Giuseppe Giacosa scrisse, per Giacomo Puccini, i libretti delle opere La Bohéme, La Tosca e Madama Butterfly.

Il piccolo parco della Piazza Monumentale, sulla sommità della Rocca dove appunto è stato eretto il busto di Illica, è la parte più bella del castello, la più scenografica e ricca architettonicamente. Da qui si può immaginare cosa abbia spinto Caio Torquato a edificare proprio in questo punto il suo primo Castrum: la posizione estremamente strategica.

Castellarquato. Busto dedicato ad Illica il librettista di Giacomo Puccini.
Castell’Arquato – Busto di Luigi Illica

caSTELLaRQUATO – vISITA DEL bORGO


Video con Commento Audio

Ma partiamo dalla porta principale di acceso al castello e cominciamo a salire per la stradine ed i vicoli acciottolati che ci conducono lentamente alla sommità del colle, tra bei palazzi e case in pietra che arricchiscono l’aspetto del borgo. Non possiamo fare a meno di guardarci attorno ed ammirare soddisfatti gli edifici così ben conservati che fiancheggiano le strade e i vicoli.

Castell’Arquato è veramente un borgo d’arte di raro fascino che possiamo apprezzare nella sua pienezza proprio nella piazza monumentale. E’ qui che troviamo gli edifici più importanti e perfettamente conservati, di rara bellezza.

Verso valle possiamo ammirare la Rocca Viscontea sulla cui torre è possibile salire per ammirare il paesaggio tutt’intorno al borgo, mentre al centro della piazza molto apprezzabile è la bellissima Chiesa Collegiata e verso la collina infine il Palazzo del Podestà con le bellissime finestre in terracotta ed un affresco. Ogni tanto tra un monumento e l’altro, alcuni rari e piacevoli particolari, ci ripagano della nostra curiosità.

Se il tempo lo permette, sarà bello sedersi ad un tavolino di uno dei tanti locali presenti nella piazza ed assaggiare alcuni prodotti tipici locali, tra i quali eccellono i salumi ed i vini veramente ottimi.

Castellarquato. Piazzale monumentale con turisti al tavolino.

Conclusioni


Dopo gli immancabili acquisti di alcuni prodotti locali, non ci resta che perdersi nella trama delle stradine e dei vicoli che renderanno piacevole anche il ritorno verso la nostra auto.

Non dimentichiamoci però di fare una breve sosta alla Fontana del Duca del 1292, usata fino al secolo scorso come lavatoio pubblico.

Castellarquato. Fontana del duca del 1295. vecchio lavatoio.
Fontana del Duca – Anno 1295

Con questo monumento, che testimonia ulteriormente l’antichità e la buona conservazione di tutto il borgo, potrà considerarsi terminata la nostra visita. Potremo aggiungere così, al proprio elenco di escursioni e gite, un altro importante ed imperdibile paese. Iscritto anche questo nell’ elenco dei Borghi più Belli d’Italia, stiamo parlando di Castell’Arquato.



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Atene – La Metropoli più orientale d’Europa


Atene. Panorama sulla città visto dalla collina dell'Acropoli, con il Lykavittos (collina dei lupi) sullo sfondo.
Atene – Panorama

Impressioni


Tra coloro che sono stati ad Atene c’è chi è rimasto affascinato, chi deluso e chi indifferente. Credo che tutto questo dipenda esclusivamente dallo stato d’animo con cui si affronta la visita della città e quali fossero le aspettative che ci eravamo create prima di partire.

Per alcuni è una città che al primo approccio lascia alquanto disorientati perché diversa da come era stata immaginata.

Personalmente ho affrontato Atene come si può affrontare qualunque altra capitale o città, incuriosito da tutto ciò che c’è da vedere, da esplorare, senza far alcun paragone con nessun’altra Capitale.


Considerazioni


Ogni città, ogni capitale e ogni metropoli è un argomento a sé, e Atene ha molte cose che la rendono singolare ed unica nel suo genere.

La città ellenica è particolare e diversa da altre Capitali Europee, vuoi per la sua lunghissima storia, cultura e mentalità, vuoi per il fatto che anche geograficamente e storicamente (vedi impero bizantino) si è sempre trovata a cavallo tra oriente ed occidente.

Questa sua orientalità si nota anche nelle caratteristiche somatiche di molti abitanti, nello stile della musica popolare e non solo, della cucina e non per ultimo nei dolci.

In questo articolo non voglio assolutamente affrontare o dare cenni storici sulla città in quanto credo che le informazioni di base sulla civiltà greca, cosa é stata la Grecia e un po’ di mitologia siano più o meno conosciute da tutti. Non voglio certo essere io a parlare della sua lunga storia in poche righe. Non sarei all’altezza e rischierei di essere noioso.

Vorrei invece dare informazioni sule cose da non perdere, non solo storico-architettoniche, ma anche di vita quotidiana, di quartieri popolari, di vie importanti, di curiosità e di particolari degni di nota, fermo restando che le attrazioni più importanti dovranno essere assolutamente viste. Per chi vuole fotografare reperti storici, non dovrà andarseli a cercare; passeggiando per la città ne troverà a iosa.

Gli amanti di archeologia, di resti storici (ionici, dorici e corinzi), di teatri greci, di archi di trionfo e via discorrendo, qui troveranno il loro paradiso e pane per i propri denti.


Atene – Visita della Città


Chissà perché, ma la quasi totalità dei turisti, me compreso per ben tre volte che ho visitato la capitale greca, comincia il tour della città partendo immancabilmente dall’Acropoli.

Sarà perché è l’attrazione principale ormai conosciuta in tutto il mondo o forse perché è sempre in evidenza da qualunque parte della città ci troviamo.

Atene. Vista dell'Acropoli dall'alto del Lykavittos.
Atene – Vista dell’Acropoli dal Lykavittos

Quindi partiamo per la visita dell’Acropoli dopo aver fatto immancabilmente una lunga fila al ticket-office. E’ consigliabile per evitare lunghe file con notevole perdita di tempo, di presentarsi alla biglietteria la mattina presto…verso le 8,00

Atene. Guardia che sta dormendo la mattina presto.
Atene – Acropoli

Se effettuate la visita in estate è bene premunirsi di acqua fresca o frutta in quanto in mezzo a quelle “pietre” sotto il sole, ne avrete assolutamente bisogno.


Acropoli


Le vie di accesso all’ Acropoli sono due: la principale é la Via Sacra nella parte nord occidentale della collina e l’altra nella parte sud orientale con accesso nei pressi dell’Odéion di Pericle.

Io ho scelto la seconda per il fatto che si percorre per un po’ un piccolo sentiero lungo la parete sud dell’Acropoli tra vari reperti. Si passa prima prima dal Teatro di Dionisio e poi si prosegue fino allo spettacolare Odéion di Erode Attico.

Girando sulla destra, intorno alla collina, si arriva alla scalinata (Propilei) della via Sacra. Una volta saliti tutti i gradini, ci troviamo finalmente sulla sommità dell’Acropoli.

Atene. Acropoli, la sommità della collina.
Atene – Acropoli

Ci appariranno di colpo l’inconfondibile Partenone, l’Eretteo e il Tempio di Athena Pallas. Lo scenario è a dir poco affascinante, emozionante e coinvolgente. A questo punto ci troviamo un angolo dove sedersi, apriamo la guida e cominciamo a leggere un po’ di storia e notizie sui reperti archeologici.

Gli appassionati di fotografia avranno il lor bel da fare anche con tutto quel panorama da ammirare intorno alla collina.

L’Acropoli di Atene é nella Wishlist di ogni viaggiatore del mondo. Un luogo da vedere almeno una volta nella vita per la sua importanza storica e architettonica. Situata in una posizione strategica, su una collina rocciosa alta 150 metri, domina ogni angolo di Atene e vi consente di fare un vero viaggio nell’Antica Grecia.


Anafiotika


Uscendo dall’Acropoli, girate sulla vostra destra ed incamminatevi verso nord est costeggiando la collina e domandate per Anafiotika. Non sarà così semplice trovare le giuste stradine che caratterizzano questo rione e scendono poi verso la Plaka. Non stancatevi di domandare perché dovrete trovare questo luogo a tutti i costi, altrimenti vi perderete qualcosa di veramente singolare.

Le case del quartiere di Anafiotika, furono costruite nel XIX secolo da esperti muratori a cui il re Ottone aveva dato l’incarico di costruire il palazzo. I muratori, provenienti dall’isola di Anafi, un’isola delle Cicladi, iniziarono a sentire la mancanza della propria terra. Decisero così di costruire un piccolo paesino come il loro, lungo il pendio della Montagna Sacra.


Plaka


Da Anafiotika, per qualunque stradina, si può scendere nel grande, vecchio e storico quartiere della Plaka ( Pliak Athena che significa antica Atene), pure questo da non perdere.

Atene. Ristoranti nella Plaka con le sue scalinate.
Atene – Ristoranti nella Plaka

Plaka e’ la zona più bella di Atene sotto l’Acropoli. E’ uno dei quartieri più attraenti con i suoi palazzi neoclassici e le case con i tetti dalle tegole rosse, le piccole strade tortuose con le loro scalinate, balconi con buganvillee, gerani e gelsomini. La principale attrazione turistica della Plaka sono i numerosi ristoranti, locali vari ed i negozi principalmente di articoli arte greca, pellicce e gioiellerie. E’ qui dove la sera avrete l’imbarazzo per la scelta del ristorante.


Questa però è anche la zona dove dovrete prestare un po’ più di attenzione alle borse ed al portafogli. Sono stato derubato con un arte veramente sopraffina e poi hanno tentato anche una seconda volta. Attenzione alla linea della Metro Monastiraki.


Monastiraki


A mio parere questa è una delle più belle piazze di Atene, singolare, orientaleggiante con l’Acropoli sullo sfondo. Sempre molto affollata per il numero esagerato di negozi di ogni genere. Veramente da non perdere. Bella sia di giorno che di notte.

Atene. Piazza Monastiraki
Atene – Piazza Monastiraki


Atene – Quartiere Syntagmatos


Cambiamo completamente zona e ci spostiamo nella Piazza Sindagma (Syntagmatos) cuore della città, luogo di incessante carosello di auto. Qui ha sede il Parlamento ed è qui che avviene il cambio della guardia, molto singolare e particolare, piacevole da vedersi.


Parlamento – Viale Emou


Dopo aver passeggiato distrattamente nella piazza alberata, imbocchiamo il viale Ermou, lunga arteria pedonale che ci conduce fino a piazza Monastiraki, incontrando lungo il percorso la piccola chiesa bizantina di Kapnikaréa.

Emou è la via dei negozi per eccellenza, la più frequentata ed alla moda della capitale e quindi per le signore sarà sicuramente una piacevole passeggiata, con il diversivo della visita alla chiesetta bizantina.


Mercato Centrale

Dalla Piazza Syntagmatos percorrendo il grande e trafficato viale Stadiou, arriviamo nella malfamata piazza Omonia. Questa è seconda piazza per importanza di Atene, e da qui, imboccando il viale Athinas, arriviamo all’imperdibile Mercato Centrale (meglio arrivare la mattina presto quando i cattivi odori sono ancora molto attenuati).

Atene. Mercato Centrale della carne e del pesce.
Atene – Mercato Centrale

Il mercato è ospitato in un edifico stile primo Novecento e i venditori, come in ogni mercato che si rispetti, inveiscono e gridano l’uno contro l’altro. La parte centrale è dedicata al pesce, mentre quella esterna alla carne. Il luogo è molto pittoresco ed è per questo che una visita è opportuna, anche per assaporare un po’ di vita quotidiana ateniese.

All’interno del mercato si trova una taverna dove è possibile anche mangiare a qualsiasi ora, fino a tarda notte. Non è il meglio che si possa trovare in città ma si mangia decentemente e si spende poco.

Atene. Taverna nei pressi della Plaka.
Atene – Locanda nella Plaka


Conclusioni e Piatti Tipici

A questo punto rischio di diventare noioso, se non lo sono già stato, per cui mi limito solamente a indicare altri luoghi ed attrazioni che ho visitato e mi sono piaciuti particolarmente senza entrare nel dettaglio, come la collina del Lykavittos (collina dei Lupi), il parco ed il Palazzo Zappeion, un edificio neoclassico situato nella parte meridionale del centro storico. 


Resta solo da fare, alla sera, un bel tour tra i numerosi ristoranti, la maggior parte dei quali tutti nel quartiere Plaka, Anafiotyka e Monastyraki, dove potrete mangiare una varietà tale di cibi saporiti, appetitosi e così invitanti da volerli assaggiare tutti: salse varie, pesce, Keftedes (tipiche polpette greche), i Dolmades o Dolmadakia Yialantzì (involtini con foglie di vite e ripieno di riso, erbette e spezie o con l’aggiunta di carne).

Insomma una varietà tale e così incredibile di ricette greche che vi farà apprezzare ancora di più questo bellissimo e particolare Paese che è “LA GRECIA e la sua Capitale ATENE…………………dimenticavo: bevete anche il vino bianco fresco alla resina di pino: il Retsina


Atene. Altra stazione della metro.
Atene – Stazione della Metro

BUON VIAGGIO


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Stoccolma – La maggiore città della Scandinavia.


Stoccolma. Panoramica sulla Gamla Stan scattata dal ponticello del Parlamento.

Stoccolma – Arrivo


Due sono gli aspetti che ci colpiscono immediatamente appena arriviamo a Stoccolma: la presenza dell’acqua ovunque ed i grandi spazi aperti.   

La capitale della Svezia, sorge su un ampio arcipelago nel Mar Baltico e comprende 14 isole collegate tra loro da più di 50 ponti, formando in questo modo un grande territorio privo di alture, situazione questa che giustifica la presenza di acqua ovunque e gli ampi spazi.

Stoccolma. Veduta sull'arcipelago dal battello.
Arcipelago di Stoccolma

Questi grandi spazi, occupati da bellissimi palazzi, torri, parchi, architetture moderne ed ampi viali, fanno sì di pensare a Stoccolma come ad un’austera ed affascinante signora.     

Questo é infatti il carattere che diversifica questa metropoli da Oslo, tanto per rimanere in tema scandinavo, molto più racchiusa  e sotto certi aspetti anche un po’ triste. Diversa anche da Copenaghen, più raccolta, semplice e molto giovane.

Stoccolma è una città davvero affascinante, un po’ come tutte le città sull’acqua.

E’ una città da gustare lentamente, guardandoci intorno mentre passeggiamo tra i vari quartieri, osservando palazzi, negozi, canali e gli specchi d’acqua con le banchine di attracco per i traghetti e imbarcazioni per piccole crociere.


Spostamenti


Nella capitale svedese ci si sposta molto facilmente grazie ai tram, ai bus ed alla metro.

Anche i traghetti pubblici sono molto utili ed efficienti.

Stoccolma. Traghetto in servizio pubblico.
Traghetto in servizio pubblico

Fanno la spola da una riva all’altra evitando così tutto il traffico cittadino. Ci consentono anche, in questo modo, di ammirare la città da un’altra prospettiva.

Il Servizio tramviario è efficientissimo e i tempi di attesa tra un tram e l’altro sono veramente insignificanti.

Ogni tanto possiamo ammirare vecchi tram, restaurati e rimessi in circolazione per la gioia dei turisti che rimangono letteralmente sorpresi nel veder azionare manualmente vecchi comandi meccanici.

A proposito di trasporti pubblici...

Una volta giunti in città, è bene recarsi all’ufficio del turismo, nella piazza Sergels Torg. Oltre a tutte le informazioni del caso, qui potrete acquistare la Stockholm Card che da diritto al trasporto illimitato su tutti i mezzi i pubblici, oltre all’ingresso gratuito per circa 60 attrazioni.

Il costo è veramente conveniente e la carta si può acquistare anche on line.


Visita della città



Proprio dalla Sergels torg può avere inizio il giro della città, percorrendo la pedonale Drottninggatan, una delle principali vie del centro, la via del passeggio e dei bei negozi.

Questa via, attraversando un ponticello nei pressi del Parlamento, ci immette nella Gamla Stan, la parte più antica di Stoccolma, l’isola sulla quale si estendeva il nucleo della città medievale.

Stoccolma. Sergels torg, la piazza centrale, fulcro della vita cittadina.
Sergels Torg

Stoccolma – Gamla Stan


La Gamla Stan è la parte più famosa di Stoccolma e la più suggestiva con le sue piccole stradine, pittoresche ma eleganti allo stesso tempo.

Per visitare la città vecchia non esiste un itinerario predefinito. Basta lasciarsi trasportare dalla curiosità e passeggiare serenamente. L’isola è piccola per cui prima che ve ne rendiate conto, l’avrete girata tutta.

La Cattedrale

Non possiamo però trascurare le attrazioni principali come la Cattedrale del XIII secolo.

Stoccolma. Interno della Cattedrale con volte reticolate.
La Cattedrale

Forse non é molto appariscente esternamente, ma ha un bell’ interno formato da cinque navate su pilastri a fascio, in mattoni rosa e con volte reticolate.

Slottsbacken

La Slottsbacken é la grande piazza chiamata anche collina del palazzo. Offre una vista sul mare veramente affascinante ed é qui che si trova la Residenza Ufficiale del Re.

Interessanti sono gli Appartamenti Reali, il Tesoro e il Museo.

Cambio della Guardia

Rimanendo in zona, se l’orario lo consente, possiamo assistere al bellissimo cambio della guardia.

E’ veramente straordinario non solo per i costumi, i colori e la regia, quanto per la singolare abilità musicale della fanfara.

Stortorget

Continuando a passeggiare nell’isola non finiamo mai di imbatterci in sorprendenti curiosità come la Stortorget, la piazza ornata da una bella fontana e circondata da nobili palazzi in stile tedesco-olandese de XVII secolo.

Stoccolma. Lo Stortorget
Stortorget
Piazza e Chiesa dei Cavalieri

Continuiamo la nostra passeggiata e scendiamo verso il mare attraversando la bellissima piazza Birger Jaris.

Questa piazza, chiamata anche piazza dei Cavalieri, è dominata dall’omonima chiesa conventuale fondata verso il 1270.

Ever Taubes Terrass

Oltrepassata la piazza dei cavalieri, arriviamo a questa bellissima terrazza dove è consigliabile fermarsi, sedersi e godere dello stupendo panorama che ci si presenta davanti agli occhi.

Stoccolma. Ever Taubes Terrass, da dove si ha una bella veduta sul municipio.

Da questo punto si  può ammirare un’altra isola a sud della Gamla Stan e l’inconfondibile struttura del municipio.

Il Municipio

Situato sulla punta sudorientale dell’isola Kungsholmen, il Municipio è uno dei più significativi edifici della città, il simbolo di Stoccolma. Fu edificato in mattoni tra il 1911 e 1923.

E’ in questo palazzo che si tiene il banchetto di gala che segue la consegna dei premi nobel. Da non perdersi la visita all’interno delle bellissime sale.


Drottingholm


Non solo Stoccolma è bagnata dal mare, ma anche dal lago Malaren. Questo è il terzo lago svedese per estensione e comunica con il Mar Baltico proprio nei pressi della Capitale.

Prendiamo quindi un battello e solchiamo il lago tuffandoci nella più incontaminata natura scandinava.

Raggiungiamo una delle tante isolette su cui si trova il Drottingholm, ovvero la residenza della famiglia reale svedese.

Costruito nel XVII secolo, il palazzo è il meglio conservato della Svezia e rappresenta un prezioso esempio dell’architettura dei palazzi reali europei di quell’epoca. Per la sua costruzione, che fu iniziata nel 1662, gli architetti si sono chiaramente ispirati al castello di Versailles.

Dal 1981, la famiglia reale si è trasferita permanentemente nel palazzo di Drottingholm occupando le stanze dell’ala sud dell’edificio. La maggior parte del castello e dei giardini sono aperti al pubblico.

I soffitti ben decorati,  gli stucchi ovunque  presenti,  gli arazzi e gli arredi rendono gli interni veramente sontuosi.

Artefici di tutto questo sono stati decoratori francesi e stuccatori  italiani del ‘600. Mobili  francesi e svedesi e pitture di provenienza varia. Ulteriori informazioni

Tra i vari re, ritratti durante le loro visite a palazzo, possiamo notare anche il nostro Vittorio Emanuele Secondo

Drottingholm. Dipinto-ritratto di Vittorio Emanuele secondo
Vittorio Emanuele Secondo

I giardini, sistemati alla francese, le aree del parco che circondano il castello ed i suoi edifici sono una delle principali attrazioni per i turisti che  a migliaia visitano il palazzo ogni anno


Stoccolma – Museo Vasa


Nel 1628, durante il suo viaggio inaugurale, una nave di nome Vasa si rovesciò ed affondò provocando morti e feriti. Dopo oltre 300 anni sul fondo del mare, l’imponente nave da guerra venne individuata e  recuperata ricominciando così il suo viaggio nello splendido museo omonimo: Il Museo Vasa.

Dopo che questo galeone fu recuperato e rimorchiato nei cantieri navali di Stoccolma nel 1961, venne costruita un’apposita struttura galleggiante per la conservazione e  restauro della nave.

Il Museo, inaugurato nel  1990, è il museo più visitato della Svezia.


Stoccolma – Skansen


Anche lo Skansen di Stoccolma, che è stato il primo dei musei all’aperto svedesi creato nel 1891, è quello più visitato della Svezia.

Una visita a questo bellissimo parco, oltre che essere piacevole e rilassante, è anche utile per comprendere meglio le antiche tradizioni svedesi.

Capire come si svolgeva la vita una volta e quale fosse il suo stile, osservando le varie costruzioni e visitando gli interni ricchi ancora di vecchi arredi ed accessori che servivano nella vita quotidiana.


Arcipelago di Stoccolma


Un altro degli aspetti straordinari di Stoccolma è quello di trovarci in una metropoli, ma nello stesso tempo essere circondati dall’acqua nonché da una natura veramente stupenda ancora incontaminata.


Stoccolma. Lago Malaren
Lago di Malaren

Questo grande arcipelago, il più grande della Svezia ed uno dei maggiori del Mar Baltico, si estende da Stoccolma verso est per circa 60 km ed è formato  da circa 24.000 isole di varie dimensioni.


La suprema bellezza dei paesaggi, la quiete e la conservazione del patrimonio naturalistico, rendono  questo luogo unico nel suo genere.


Stoccolma. Veduta sull'arcipelago di stoccolma
Arcipelago di stoccolma

Durante questa navigazione, così rilassante per la tanta bellezza, una riflessione viene spontanea: la visita a Stoccolma non può  che rafforzare l’ammirazione per la Svezia, per la sua capacità di guardare avanti, il suo rispetto per la natura e la sua visione del mondo: aperta, accogliente e tollerante.


Album Fotografico


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Alberobello – La Capitale dei Trulli


Alberobello. Una via del Rione Monti
Rione Monti

Intanto è bene specificare subito che i trulli non sono esclusivi di Alberobello, ma bensì presenti in tutta la valle d’Itria. Ad Alberobello sono particolarmente diffusi e assembrati in poco spazio, tanto da far assegnare al paese il titolo di Capitale dei Trulli.

Prima di parlare di Alberobello, devo aprire una piccola, ma interessante parentesi.


La Casa Rossa


A chi deve raggiungere Alberobello provenendo da Ostuni, Cisternino o Locorotondo, consiglio una breve deviazione prima di raggiungere il borgo meta della nostra visita, dirigendosi presso la Casa Rossa.

Alberobello. La Casa Rossa, ex campo di concentramento.
La Casa Rossa

Questa casa, chiamata ora Fondazione Don Francesco Gigante, si trova sulla strada comunale Alberto della Croce a 5/6 chilometri da Alberobello.

Perché questa deviazione?-Per conoscere una pagina della storia italiana durante la seconda guerra mondiale. Si tratta infatti di un campo di concentramento italiano di cui pochissimi ne conoscono l’esistenza.

Questa casa, chiamata appunto Rossa dal suo colore, fu adibita, nei primi mesi del 1940, a campo di concentramento o meglio di internamento e smistamento. Inaugurato esattamente il 28 giugno del 1940 fu chiuso il 3 settembre del 1943.

In questi due anni transitarono, in questa struttura, circa 200 internati tra Inglesi, Ebrei, Tedeschi in fuga dal III Reich, Ebrei italiani, ex Polacchi ed antifascisti.

Questa ex masseria è rimasta però operativa anche molti anni dopo la fine della guerra ancora come luogo di internamento e transito, questa volta però di ex Fascisti, uomini accusati di crimini di guerra e molte donne ex collaborazioniste provenienti da tutta Europa con al seguito i propri figli.


Chiusa questa breve e triste pagina di storia andiamo ad Alberobello.


Alberobello. Alcuni trulli del rione AIA Piccola.
Rione AIA Piccola

Storia dei trulli


La storia di queste costruzioni, che risale al ‘600, ha anche un aspettto un po’ grottesco se si pensa a come dovevano essere gestiti i trulli in caso di sopralluogo degli ispettori del Regno di Napoli.

Il potente conte Giangirolamo II, detto dagli storici dell’Ottocento il Guercio delle Puglie, si era costituito un feudo dando il via alla costruzione di un agglomerato di case assegnate  a famiglie di contadini che dovevano bonificare e coltivare le terre.

Alberobello. Trulli nel quartiere di AIA Piccola.
Trulli – Rione AIA Piccola

Il materiale che abbondava in quelle zone era costituito soprattutto da pietre calcaree e carsiche e sedimentario calcareo. Quello impiegato per la copertura dei tetti era costituito da lastre di pietra calcarea del luogo, chiamate chiancarelle.

L’autorizzazione del Conte alla costruzione, era però subordinata al fatto che tali strutture dovessero essere eseguite esclusivamente con muri a secco senza l’uso di malta: in questo modo e in queste condizioni nacquerò  così i caratteristici Trulli.


Ma tale metodo di costruzione fu anche un espediente studiato dal Giangirolamo per evitare il pagamento dei tributi al viceré spagnolo del Regno di Napoli.  secondo una  legge in vigore fino al Settecento.

In base a tale legge, la costruzione di un nuovo centro abitato comportava in primo luogo il regio assenso e in secondo luogo il consecutivo pagamento dei tributi. 

Così costruite, in caso di ispezioni ordinate dal governo del Regno di Napoli, le costruzioni potevano essere facilmente smantellate e poi rimontate successivamente.


Visita del Borgo



Il borgo non è molto grande per cui in una giornata sarà possibile comodamente visitarlo tutto.

Tanto per avere un’idea dell’agglomerato e decidere quindi come muoversi, sarebbe bene recarsi subito in piazza Gian Girolamo D’Acquaviva D’Aragona, dove si trova la terrazza Belvedere denominata terrazza di Santa Lucia e posare uno sguardo panoramico tutt’intorno al paese.

Alberobello è suddiviso in due distretti il primo denominato Rione Monti e l’altro Rione Aia Piccola.


Tra i due quartieri esiste una differenza sostanziale.


Alberobello – Rione Monti


Si tratta della zona monumentale composta da oltre 1000 trulli che sono disposti a schiera lungo otto stradine irregolari che salgono fino in cima al colle dove si erge la chiesa di sant’Antonio da Padova anch’essa costruita nelle forme del trullo.

Alberobello. Rione monti, stradina in direzione chiesa Sant'Antonio.
Rione Monti

E’ questa la zona prettamente commerciale anche se esistono alcuni punti e costruzioni di particolare interesse storico. Ricca di negozi di souvenir e di prodotti locali come cipolle, carrube e peperoncini pugliesi, è sempre affollata di gente particolarmente attratta dai trulli ben curati, dai colori, dalle rifiniture, dai particolari ovviamente molti dei quali creati ad hoc per attrarre sempre più i turisti.

Spesso le persone sono particolarmente attratte anche da alcuni misteriosi simboli dipinti sulla cupola dei trulli. Si tratta di messaggi dall’Aldilà, segni esoterici a cui affidare gli auspici di salute, di felicità e buon raccolto.


Alberobello – Rione Aia Piccola


Questo invece è il quartiere più vero, quello abitato dagli Alberobellesi e costituito da circa 400 trulli. Attualmente questa è l’unica zona non ancora toccata da attività commerciali.

Alberobello. Abitazioni a trullo nel rione AIA Piccola.
Trulli in AIA Piccola

Per questo motivo, essendo meno attraente per i turisti, qui non esiste assolutamente affollamento né alcuna sorta di confusione.

Di particolare interesse è il Trullo Sovrano, l’unico trullo a due piani e l’unico costruito, nella prima metà del settecento, con impiego di malta.

Alberobello. Il Trullo Sovrano, l'unico a due piani e costruito con malta.
l Trullo Sovrano

E’ possibile visitarlo e merita non perdersi questa opportunità, in quanto si possono osservare gli ambienti domestici, i vecchi arredi, peraltro tutti autentici, e capire meglio quindi come si svolgesse la vita all’interno dei trulli.

Il trullo Sovrano è stato  dichiarato monumento nazionale.


Alberobello – Gastronomia


Non dobbiamo dimenticarci però anche l’aspetto gastronomico di Alberobello.

Questa è la zona dell’Olio d’Oliva e del pecorino sia fresco che stagionato. Di particolare interesse sono le GNEMERIDDE O TORCINELLI (Frattaglie di agnello, capretto o agnellone ridotte a strisce e rinserrate a gomitoletti, da cui il nome, con le budelline dello stesso animale).

Si possono assaggiare anche i tordi macerati nel vino e i taralli in gusti diversi.



…nelle vicinanze


Per quanto riguarda le possibili escursioni nei dintorni si raccomandano Cisternino e Locorotondo, due borghi iscritti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia ed Ostuni, la cosiddetta Città Bianca.

Una bellissima escursione è quella che si può fare in bicicletta percorrendo la cosiddetta Via dell’Acqua (vedi art. Cisternino e Locorotondo). Una stradina sterrata chiusa al traffico, per un tratto di circa dieci chilometri attraverso la campagna pugliese, tra le masserie.


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