Contributi di viaggio

I Viaggi di Alessandro

Mese: Ottobre 2023

Todi – Cosa vedere in un giorno


Todi – Notizie Generali

Todi – una cittadina nel cuore dell’Umbria, regione dell’Italia particolarmente ricca di storia, definita addirittura la città ideale in cui vivere, abbarbicata su dolci colline in posizione strategica.

Todi. Panorama dal drone.

E’ un comune italiano di 15 724 abitanti della provincia di Perugia. Sorge su un colle alto 411 m s.l.m. E’ una cittadina medievale di una bellezza ed eleganza unica. Nota come “la città più vivibile del mondo” (anche se i tuderti preferiscono chiamarla “città ideale”!).

Deviazione prima di Todi

Ma l’Umbria è così ricca di antichi paesi sparsi un po’  ovunque, che spesso c’imbattiamo, lungo il nostro itinerario prefissato, in qualche  piccolo borgo seppur quasi sconosciuto  che attirando la nostra attenzione per qualche aspetto particolare,  quasi ci obbliga ad effettuare piccole deviazioni per improvvisare una pur breve visita.

Gualdo Cattaneo

E’ questo il caso di Gualdo Cattaneo, situato  proprio lungo il tragitto  verso Todi. 

Todi. Panorama di Gualdo  Cattaneo dall'alto.

Gualdo Cattaneo

Si tratta di un piccolo borgo medievale arroccato su una collina in una posizione particolarmente suggestiva, che attira subito la nostra attenzione anche per la possente rocca che spicca in modo dominante sull’agglomerato.

Oltre che per i gioielli custoditi all’interno delle sue antiche mura, merita una visita anche per meglio comprendere il sistema di castelli e costruzioni medievali che caratterizzano questo territorio: un vero e proprio complesso difensivo che costituisce uno straordinario museo all’aperto.

Arrivo a Todi

Essendo un antico borgo con stretti spazzi, il problema che si presenta subito appena arrivati é quello del parcheggio. Conviene parcheggiare nei pressi della Chiesa Santa Maria della Consolazione.

Qui troverete un ampio parcheggio e nella piazza adiacente una navetta gratuita, vi condurrà in cima al paese, con possibilità di fermarvi lungo il percorso e riprenderla quando volete.

Todi – Cosa Vedere


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Todi – Chiesa di Santa Maria dell’Assunta

Appena giunti a Todi,  dopo aver parcheggiato, c’imbattiamo in un capolavoro di architettura rinascimentale: la chiesa di Santa Maria della Consolazione che si trova nella parte bassa della città.

Todi. Chiesa di Santa Maria della Consolazione.

La realizzazione della chiesa, il cui progetto sarebbe di Bramante, fu iniziata nel 1508 e ultimata nel 1607. Alla sua realizzazione  parteciparono anche altri numerosi architetti del tempo più o meno celebri.

Il progetto ricorda da vicino quello originale della Basilica di San Pietro a Roma, per la quale Bramante prevedeva, all’epoca, una chiesa a pianta centrale come nel caso di questo tempio.

Todi – Verso la città alta

La centrale  via Ciuffelli, che dal belvedere continua a salire, offre alla vista del visitatore particolari singolari e ben curati, negozi originali che espongono in vetrina i prodotti tipici locali.

Richiama la nostra attenzione sui tanti vicoli ben curati , accompagnandoci  fino alla chiesa di San Fortunato. La sua facciata incompiuta ha tre portali. Situata in ottima posizione panoramica, domina la piazza Umberto I.

Todi.  Chiesa di San Fortunato.

La vocazione contemporanea di Todi è saldamente turistico-culturale, supportata da strutture ricettive di alta qualità. La campagna che circonda il borgo è splendida così come i casali che la punteggiano.

Todi. Panorama visto dalla Via Ciuffelli.

Chiesa di San Fortunato

Ma torniamo per un attimo a parlare della chiesa di San Fortunato, per consigliare una visita più accurata di questo importante  edificio con il suo caratteristico  campanile del ‘400.

Todi. Chiesa di San Fortunato vista dal drone.

Al suo interno sono custodite le spoglie di Jacopone da Todi e sulla  facciata possiamo apprezzare due mirabili statue ai lati del portale, raffiguranti l’Arcangelo Gabriele e l’Annunciata.

Piazza del Popolo

Ed eccoci arrivati nel cuore pulsante di Todi, il punto principale che attira subito il visitatore, il punto di partenza d’obbligo per la visita della cittadina.
Ci troviamo in Piazza del Popolo, su cui si affacciano gli edifici principali, come gli inconfondibili Palazzo del Popolo, il Palazzo del Capitano ed il palazzo dei Priori.

Palazzo del Popolo e del Capitano

Il Palazzo del Popolo, detto anche del Comune, è collegato con una grande scala al Palazzo del Capitano, con la  sua  inconfondibile facciata in stile gotica.

Todi. Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano.

Entrambi gli edifici si trovano nella parte orientale della piazza. Evidenti sono  le merlature sul tetto del Palazzo del popolo aggiunte in un secondo momento durante una ristrutturazione.

Il Duomo

Sul lato breve della piazza, opposto al Duomo, ecco la bella facciata del Palazzo dei Priori di evidente origine medievale.

Todi. Il Palazzo dei Priori.

Completa questa straordinaria scenografia il Duomo, l’ultimo dei quattro edifici della piazza, col in suo magnifico rosone centrale.

L’interno a tre navate con bei capitelli, semplice e armonioso, custodisce un frammento di affresco della Trinità del 1515 circa, attribuito allo Spagna.

L’ attenzione del visitatore viene però colpita subito, appena entrato, dallo stupendo affresco sulla controfacciata illuminato dal bellissimo rosone.

I Nicchioni Romani

Le attrazioni di Todi non si esauriscono certamente tutte in piazza del PopoloIl semplice passeggiare per il borgo é già di per sé un’attrazione. C’imbattiamo in tanti particolari ed angoli caratteristici, che ci obbligano a soste per osservare attentamente  e capire cosa ci troviamo davanti.

Todi. I Nicchioni Romani.

E’ questo il caso dei Nicchioni Romani della prima metà del I secolo a.c.
La loro funzione non è mai stata compiutamente chiarita, ma la spiegazione più attendibile è che probabilmente facessero parte di un tempio romano.

La Fonte di Scanna becco

Nelle vicinanze ecco un’altra opera del’200 ancora ben conservata: la Fonte di Scannabecco, costituita da vasche d’acqua sormontate da un elegante portico sostenuto da sette colonne con capitelli variamente lavorati.

Todi. Fonte di Scannabecco.

Porta Aurea

E tra chiese abbandonate, chiuse, ciascuna con la propria storia più o meno interessante,  arriviamo alla Porta Aurea, il vecchio accesso all’interno della seconda cerchia muraria, alla fine del centro storico.

Todi. Porta Aurea.

Qui può considerarsi terminata la visita di Todi, questa piccola cittadina che in poco spazio è riuscita a concentrare un patrimonio di arte, storia, cultura e tradizioni. Una cittadina ordinata, pulita, organizzata e gestita da cittadini cortesi, sempre disponibili e affabili.

Ecco perché Todi viene definita “la Città ideale in cui vivere”. 

Todi. Il Palazzo dei priori visto dal drone.

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Zagabria-Due città: Alta e Bassa


Zagabria – Perché questa scelta


Zagabria – Perché visitare sempre le solite mete turistiche scontate? 

Spesso mi  incuriosisco di luoghi turistici meno conosciuti, mete meno ambite e mi domando: come sarà quella tale città? Varrà la pena visitarla? Avrà pur qualcosa d’interessante…ma se non vado non lo potrò mai sapere.

Premesso che viaggiare è sempre bello a prescindere, la mia curiosità, questa volta, mi  ha spinto a scegliere Zagabria come meta da visitare, sicuramente meno sfruttata di Dubrovnik, Spalato, Pola, Fiume, Zara ed altre, in quanto un po’ fuori dai consueti  circuiti turistici.

Quindi mi faccio un programma qualche giorno prima, salgo in macchina, parto ed in otto ore ( da Lucca) sono nella via Ilica, in pieno centro di Zagabria.

Zagabria. Via Ulica

Zagabria – Drazen Petrovic

Per gli appassionati sport e storia dello sport, prima di cominciare la visita della città, raccomando un po’ di tempo da dedicare alla memoria di Drazen Petrovic, grande campione del Basket Jugoslavo, una grande promessa a livello mondiale che avrebbe potuto sfidare addirittura Michael Jordan.

Zagabria. Drazen Petrovic

Nato a Zagabria e morto a 29 anni in un incidente stradale in Germania. A lui è stata intitolata una piazza dove molti suoi fan e appassionati di basket si recano quasi come in pellegrinaggio.

Ma il pellegrinaggio, non si limita solo alla piazza col monumento, ma bensì anche all’enorme cimitero monumentale di Zagabria, dove i tifosi si fermano per alcuni minuti davanti alla sua tomba.


Zagabria – Visita della Città


Zagabria – Città Bassa

Importante, al fine di organizzare meglio la visita della città, ricordarsi che Zagabria è divisa in due parti: la città bassa (Donji Grad) e città alta (Gornji Grad). Da dedicare un giorno per la parte bassa ed uno per la parte alta.

La parte bassa di Zagabria, Dolnjji Grad, si  può visitare, giusto per averne un idea, in una mezza giornata a passo svelto, ma sarebbe un peccato  non passeggiare lentamente, anche senza una precisa meta, guardarsi  intorno per osservare tanti particolari disseminati per la città, alzare lo sguardo per ammirare i tanti bellissimi palazzi così ben  decorati e costruzioni che seppur molto moderne non contrastano affatto  con l’ambiente circostante.     


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Via Ulica e Trg Bana Jelacica

Imbocchiamo la Ilica, il grande viale che attraversa tutta la città e conduce nella piazza centrale, nel cuore della città: Trg Bana Jelacica, e cominciamo  così la visita della città  bassa, la Donji Grad, la parte più moderna.

Zagabria. Via Ulica

In questa bellissima piazza, dove si erge l’imponente monumento al generale Josip Jelacic, si affacciano i più importanti negozi di Zagabria. La piazza è sempre molto frequentata sia di  giorno  che di sera, anche perché da qui passano tutti i tram.

Oltre ad essere uno spazio di divertimento per i giovani, è anche per molti un luogo di relax . Ecco perché viene chiamata il cuore della città. E’ un grande spazio dove tutti, prima o poi, vi devono passare.

Cvjetni trg

Un’altra piazza ben conosciuta é la Cvjetni trg, dove troviamo un’antica galleria commerciale dell’800 situata in un bellissimo palazzo, dove sono presenti importanti e storici negozi.

Nelle immediate vicinanze, quasi a spezzare tutto questo aspetto esclusivamente commerciale, si può visitare la piccola, ma singolare chiesetta serbo-ortoddossa, la  Pravoslavna Crkva, del 1866.

Gli Spazi verdi della città

Zagabria non è una città di cui ci si innamora a prima vista ma lentamente vi saprà rubare l’anima.  Quando scoprirete le magnifiche piazze , i grandissimi spazi verdi così  ben tenuti e curati, ve ne innamorerete subito.

Zagabria. Piazza del Maresciallo Tito.

Ecco la piazza del maresciallo Tito, dove si trova, tra altre rilevanze architettoniche, il bellissimo teatro del, mentre subito adiacente a questo slargo troviamo la Marulicev, altra piazza immersa nel verde, con bellissimi palazzi.

Zagabria. Palazzo Marulicev.

Ma gli spazi verdi più grandi e più curati li  troviamo nei pressi della stazione: TRG KRALIA TOMISLAVA e LA SRTOSSMAYEROV . In quest’ultima si trova il  bel palazzo del Padiglione.

Questi grandi giardini, oltre ad essere luoghi di relax, sono anche spazi per il divertimento e lo svago  dei cittadini.

Zagabria – Città Alta

La città Alta si divide a sua volta in due quartieri, storicamente rivali: il Gradec e i Kaptol, dove si trova la Catytedrale.

Funicolare – Via Ulica

Una  comoda  funicolare ci risparmia la fatica della salita alla città alta, arrivando alla torre Lotrscak, il simbolo i Zagabria, nel quartiere Gradec.

Zagabria. Funicolare.

Purtroppo ci accorgiamo subito che gran parte dei monumenti sono in fase di restauro, come la stessa chiesa di San Marco, famosa per il suo tetto piastrellato. Questa chiesa, tra l’altro, non solo é chiusa, ma neanche avvicinabile, essendo bloccata tutta la piazza.

Zagabria. Piazza San Marco.

Kamenita Vrata

Saltiamo quindi la  visita di  questa piazza, e ci dirigiamo  subito verso la Kamenita Vrata, ovvero la Porta di Pietra la sola rimasta delle quattro  antiche porte , dove è stata eretta una cappellina barocca della Madonna col Bambino.

Zagabria. Kamenita Vrata.

Museo Cittadino

Doverosa é anche la visita al museo cittadino. Tra i  numerosi reperti della vecchia Zagabria, troviamo anche un simpatico busto  che ricorda l’invenzione della Penna Stilografica, avvenuta proprio in questa città.

Zagabria. Museo cittadino. Penkalia, la penna stilografica inventata a Zagabria.

Scendiamo nell’altro quartiere  il Kaptol, imbattendoci involontariamente in un’antica e storica farmacia.

Una targa narra che un pronipote di dante Alighieri, Nicolò Alighieri, viveva e si era sposato in Zagabria, dove aveva acquistato questa farmacia nel 1399.

Quartiere Kaptol

Il Kaptol è il quartiere più turistico in assoluto, la cui vita si concentra quasi tutta nella via Tkalciceva.

Zagabria. Tkalciceva.

E’ in questo quartiere che si trova la Cattedrale

Questa è una delle zone più animate della città, piena di negozi, ristoranti e caffè tutti situati in vecchi e caratteristici fabbricati dell’epoca.

Dolac (Il Mercato)

Percorrendola tutta arriviamo nella piazza del Dolac, il caratteristico mercato di Zagabria, pieno di banchi per la vendita di frutta e verdura, prodotti alimentari, e tantissimi altri generi di merci.

Zagabria.Dolec...il mercato.

Ristoranti e Parcheggi

I ristoranti nella parte bassa della città sono in genere buoni ed offrono menu di qualità, anche se non molto vari. I prezzi, per essere in Croazia, non sono particolarmente contenuti.

I parcheggi sono un problema in modo particolare nella città alta, e parcheggiare nel centro della città bassa sarà abbastanza difficile, quindi conviene trovare un parcheggio sotterraneo, di cui la città è ben fornita.

La città alta, si raggiunge benissimo a piedi, con o senza funicolare.

Zagabria. Struttture moderne.

                                                                              


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Roussillon – Il Sentiero dell’Ocra


Roussillon – Informazioni Generali


In Provenza esiste il tipico villaggio di Roussillon, iscritto nell’Associazione dei Villaggi più belli di Francia, magicamente avvolto da mille sfumature colorate, che possono essere esplorate dal Sentiero dell’Ocre.

Roussillon. Panorama dall'alto

Questo è sicuramente uno dei villaggi fra i più caratteristici di tutta la Provenza. E’ reso unico dalle polveri color ocra sospese nell’aria e depositate su muri delle case e vicoli che assumono mille sfumature diverse a seconda della luce della giornata. Tutto questo colore è contornato dal verde della foresta e dall’azzurro del cielo.

Vale sicuramente la pena inserirlo in un itinerario alla scoperta della Provenza.

Un viaggio a Roussilon ne vale praticamente due.

Avrete infatti l’opportunità di visitare e percorrere il singolare sentiero dell’Ocra, almeno mezza giornata, ed un’altra mezza giornata per visitare il villaggio.

Roussillon – Come arrivare

Una volta raggiunta Ventimiglia, si prosegue per Nizza e qui si possono scegliere due strade per puntare su Avignone.

La più agevole è sicuramente quella più a sud che passa sopra Marsiglia, prosegue per Arles e poi si stacca sulla destra in direzione appunto di Roussillon.

Roussillon. Cartina stradale.

Da Ventimiglia sono 300 chilometri da percorrere in circa 3 ore e mezza.

Giunti a Roussillon dobbiamo lasciare l’auto al parcheggio; non si può entrare dentro il borgo, ma non ci  sono problemi  di parcheggio.

Roussillon. Parcheggio visto dall'Alto.

Il parcheggio, grandissimo e sufficiente anche nei giorni di festivi e in piena stagione, è proprio nel mezzo tra il Sentiero dell’Ocra e il Villaggio.

Roussillon – Il Sentiero dell’Ocra

Una volta lasciata l’auto nel  parcheggio ci dirigiamo subito alla cassa e cominciamo la nostra visita giornaliera dal Sentiero dell’Ocra.

CONSIGLIO IMPORTANTE: PORTATEVI DELL’ACQUA FRESCA DA BERE LUNGO IL  SENTIERO.

Nonostante l’elevata temperatura, decidiamo di visitare tra i due sentieri dell’Ocra, quello più lungo e iniziamo così, con molta curiosità ed eccitazione, a muovere i  primi passi.

Il percorso inizia con una scalinata che scende nel cuore di questa antica cava in disuso: il contrasto tra il rosso delle rocce e il verde degli alberi è assolutamente magnifico.

Roussillon. Sentiero dell'Ocra

Il Sentiero dell’Ocra ci fa rimanere a bocca aperta già prima dell’ingresso. Il colore così intenso della terra ci sorprende, e in alcuni punti ci sembra di essere addirittura in un canyon americano.

Un po’ di Storia

La leggenda narra che questa terra sia diventata rossastra per il sangue versato  dalla bella Sirmonde che si gettò dall’alto delle falesie per il grande dispiacere, dopo che il marito uccise il suo amante del quale era estremamente innamorata.

Ma la verità sta nel fatto che in questo luogo del Luberon si trovava la più grande cava di ocra d’Europa. Una volta abbandonata, sono stati il tempo e gli agenti atmosferici  a creare questo paesaggio magico.

Sembra modellato dalla mano di uno scultore.

Roussillon. Sentiero dell'Ocra.

Questo territorio veniva impiegato già dalla preistoria nell’estrazione dell’ocra per produrre una tinta naturale estremamente resistente anche alla luce solare. Dal XIX secolo la produzione ha subito un fortissimo incremento, tanto da istituire nel 1880 alcuni treni che da qui giungevano fino a Marsiglia per spedire i pigmenti in tutto il mondo.

La produzione ha avuto un picco massimo nel 1929 da lì cominciò però la decrescita, fino a sospendere la produzione nel 1958. Oltre all’avvento delle nuove tinte sintetiche, la forte estrazione perpetrata negli anni causava il rischio concreto di un crollo dell’intera area di Roussillon.

Fine del Sentiero

Una volta terminato  il  sentiero, all’uscita esistono bagni, fontanella con acqua fresca, bar e un negozio ben fornito di souvenir.


Video con Commento Audio

Roussillon

Una volta che ci siamo ripresi dal caldo e dalla stanchezza, possiamo entrare nel villaggio che è subito prospicente l’uscita del Sentiero.

Prima dell’ingresso al borgo si  attraversa una piazza dove in genere è sempre presente un mercato e poi si accede al borgo che c’impresiona subito per la sua particolarità.

Roussillon. Piazza con mercato.

Il villaggio è ubicato nel centro del parco del Luberon, che rientra tra le riserve della biosfera protetta dall’Unesco.

Non ha particolari attrazioni artistiche o architettoniche; la particolarità del villaggio di Roussillon è data dai colori degli edifici che sfoggiano tutte le diciotto tonalità di ocra che venivano estratte nella vicina cava.

Roussillon. Strada in salita.

Il centro storico, nel quale è piacevole passeggiare, ha una via principale che disegna una sorta di spirale che conduce fino in cima al borgo da dove possiamo godere di una splendida vista.

Roussillon. Panorama visto dall'alto.

Lungo questa via principale, si affacciano negozi di tutti i generi, in particolare di souvenir molto singolari, e ristoranti con ottima cucina locale che sfoggiano i menù più variegati.

Un po’ di Storia

Il villaggio nacque durante il periodo della dominazione gallo romana e precisamente nel X secolo. Ma solo a partire dal XVIII secolo, quando s’iniziarono a sfruttare con maggiore intensità le ingenti riserve di Ocra, dando così  lavoro a molte persone, il villaggio si sviluppò velocemente prendendo l’aspetto di un vero e proprio borgo.

Roussillon. Via caratteristica

L’attività estrattiva dell’ocra, ormai terminata, è stata soppiantata dal turismo che è diventato la vera fonte di guadagno per la maggior parte delle persone che vi abitano.

Non è un  caso, visto  che Roussillon fa parte a pieno titolo dell’Associazione dei più bei villaggi di Francia.

All’Interno del Borgo

Seppur un villaggio piccolo, non mancano i buoni ristoranti ed altri locali dove mangiare in modo più  semplice. Menu molto vari, a base di pesce e carne, alcuni particolari in quanto offrono ricette della zona.

Passeggiando per le sue strade, oltre ad osservare negozi, ed ammirare particolari singolari, si possono scoprire anche tanti luoghi simbolo del villaggio.

E così troviamo le Beffroi, il campanile del X secolo che fungeva da antica porta d’accesso al Castrum fortificato.

Roussillon. Le beffroi.

La Place de la Marie, circondata da deliziose case del XVIII sec, la più affollata di turisti.

Infine la Chiesa di St Michel, situata proprio in prossimità del bordo della falesia, il punto culminante del villaggio.

La facciata e l’interno, a tre piccole navate, sono estremamente semplici, ma accoglienti.

Conclusioni

Se un giorno vi troverete in Provenza, per scelta o di passaggio, non perdete l’occasione e  prendetevi il giusto tempo  per visitate Roussillon e il Sentiero dell’Ocra: una giornata sarà sufficiente per vederli entrambi e non vi sarete persi così un piccolo, ma affascinante villaggio ed un sentiero particolare, singolare, sicuramente una rarità in Europa.

Roussillon. Panorama visto dall'alto.

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Saintes Maries de la Mer Capoluogo della Camargue


Saintes Maries – Informazioni generali


Saintes Maries de la Mer è  il capoluogo della Camargue, una regione della Francia molto singolare, completamente diversa da tutte le altre regioni.

Terra abitata da gitani, ricca di forti tradizioni, sia nella musica, nella cucina, nella cultura e nello  stile  di vita.

E’ una regione prevalentemente paludosa, con una natura splendida: circa 400 specie di volatili hanno trovato qui l’habitat naturale. Qui nidificano, emigrano e ritornano per riprodursi.

Saintes. Le paludi.

Per non parlare della folta popolazione di cavalli di razza Camargue, un’antica razza autoctona, perfettamente adattabile alle zone umide.

Saintes. Cavalli camrgue.

Saintes Maries de la Mer – Ubicazione

La Camargue è la zona umida a sud di Arles, in Francia, fra il Mar Mediterraneo e i due bracci del delta del Rodano. Il braccio orientale si chiama Grand Rhône; quello occidentale Petit Rhône.

Con un’area di oltre 930 km² la Camargue è il più grande delta fluviale dell’Europa occidentale (tecnicamente è però un’isola, essendo completamente circondata dalle acque). Essa è una grande pianura comprendente vaste lagune di acqua salata divise dal mare da banchi di sabbia e circondate da paludi coperte da canneti, a loro volta attorniati da grandi aree coltivate. Approssimativamente un terzo della Camargue è formato da laghi o paludi.

Saintes. Palude con fenicotteri.

Saintes Maries de la Mer – Influenza Umana

Gli uomini hanno vissuto per secoli nella Camargue, modificandola notevolmente con bonifiche, argini, risaie e saline.

Gran parte della regione esterna è stata drenata per fini agricoli.

Anche se la regione non è delle più adatte non sarà molto difficile trovare anche qualche coltivazione di lavanda.

Saintes. Prati di lavanda.

La sua “capitale” è Saintes-Maries-de-la-Mer che è meta dei pellegrinaggi annuali del popolo Rom in venerazione di Santa Sara.

Come raggiungere la Camargue

Da Ventimiglia si raggiunge Saintes Maries de la Mer, capoluogo della Camargue, dopo circa 320 chilometri di autostrada, in tre ore e mezza.

Nella città non ci sono problemi di parcheggio. Una grande area di sosta a pagamento, peraltro a costo giornaliero molto contenuuto, è situata proprio davanti alla spiaggia, sul lungo mare, dove si trovano, anche in piena stagione, stalli liberi a qualunque ora.

Saintes. Parcheggio.

Una volta pagato il biglietto giornaliero, possiamo uscire e rientrare a ogni volta lo riterremo necessario.

Saintes Maries de la Mer

Il villaggio è il centro più importante e capoluogo della Camargue


Video con Commento Audio

Un po’ di storia

La leggenda narra che le Marie, Maria Salomè e Maria Jacobè, che hanno dato il nome al borgo, sarebbero arrivate in questi luoghi assieme alla serva SARA LA NERA.

Nella cripta della parrocchiale del paese, le due Marie sono raffigurate sulla barca, scultura che viene portata in processione nella ricorrenza dello sbarco, mentre a Sara, divenuta la PATRONA DEI GITANI; è dedicata la statua nella cripta.

La Parrocchiale

Personalmente consiglio, una volta raggiunto il borgo, per prima cosa, di salire sul tetto a terrazza della chiesa, per rendersi conto del territorio circostante e su come muoversi all’interno del villaggio.

Saintes. Chiesa con tetto a terrazza.

Ovviamente una volta scesi dal tetto, si deve visitare l’interno, semplice, ma suggestivo e la cripta con la statua delle tre Marie e di Sara la Nera.

La chiesa è molto importante per i Santois (gli abitanti di Saintes Maries de la Mer): più che un monumento è ormai diventato un simbolo

Cosa Vedere

Il borgo non contiene attrazioni artistiche particolari oltre la chiesa, se non un vecchio fabbricato, una volta il municipio del villaggio, oggi adibito a museo etnografico, intitolato al Nobile Fiorentino Folco Baroncelli, un appassionato difensore della natura e del patrimonio culturale di questa regione.

La vera attrazione sono gli innumerevoli negozi uno attaccato all’altro che vendono veramente tantissimi articoli singolari, prodotti locali, consigliabili il riso e le marmellate, oggetti per la casa ed artigianato locale.

Alberghi e Ristoranti

Gli alberghi, anche quelli a due stelle, sono molto confortevoli, puliti e ben attrezzati.

Personalmente ho soggiornato nell’Hotel Camille, pensione a due stelle proprio davanti alla spiaggia, a conduzione familiare, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Saintes. Hotel Camille.

I ristoranti sono tutti buoni: potrete mangiare carne, pesce, piatti locali ed un ottima paella, il  tutto annaffiato con buon vino.

Dintorni

Per conoscere ed apprezzare al meglio la Camargue, dovrete spostarvi fuori della cittadina dove non sarà difficile trovare campi con cavalli allo stato libero, centri di allevamento e maneggi di questi splendidi animali.

Il Camargue è un’antica razza autoctona di cavalli, diffusa ormai un po’ in tutto il mondo, grazie alla sua capacità di adattarsi alle zone umide. Questo cavallo, rustico e resistente, nasce baio scuro o morello, e solo in età adulta diventa completamente grigio.

Saintes. Puledro baio o morello.

Ma l’escursione più importante, più interessante e che vi porterete sempre dentro come ricordo della Camargue, sono le paludi con i trampolieri ed in modo particolare i fenicotteri.

Saintes. Fenicotteri.

A tal scopo esiste poco fuori il borgo il Parco Ornitologico du Pont de Gau, veramente splendido e ben organizzato. I sentieri sono stati studiati per osservare bene gli uccelli, spesso anche da molto vicino senza doversi nascondere con sofisticati binocoli.

Rimarrete impressionati dalle varietà di volatili presenti, compresi i fenicotteri, in tutti i  periodi dell’anno.

Conclusioni

Sicuramente la musica gitana nei locali alla sera, la cordialità degli abitanti, i cavalli e le paludi, habitat di migliaia di uccelli, saranno il più bel ricordo della Camargue.

Saintes. palude con varie specie di uccelli.

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