Contributi di viaggio

I Viaggi di Alessandro

Mese: Aprile 2019

Martina Franca – La Cittadina devota a San Martino


Martina Franca è una cittadina trecentesca, nel bel mezzo della Valle d’Itria, abitata dai “Martinesi”

All’occhio dei visitatori, Il Centro  Storico di Martina Franca rimane subito incantevole. Le antiche strade della città si snodano in un lungo labirinto punteggiato da decine di inaspettate opere d’arte, sparse qua e là, che spesso sorprendono il turista.

Un po’ di Storia

Alcuni cittadini, per fuggire dalla devastazione saracena di Taranto, costruirono un villaggio sul Monte S. Martino, una pendenza elevata che giace sulle colline della Murgia.

Il Borgo, comune della provincia di Taranto con circa 48.000 abitanti, è di fondazione trecentesca, voluto dal Filippo I d’Angiò, principe di Taranto, che le concesse le più ampie franchigie fiscali, motivo per il quale il secondo nome della cittadina è appunto FRANCA, mentre il nome Martina le deriva dalla devozione dell’abitato verso San Martino.

Visita del Centro Storico

Dalla porta di Santo Stefano si entra nel  cuore della città attraversando Piazza Roma dominata dal Palazzo Ducale, il palazzo del potere, dove attualmente risiede il Municipio.

Prima di proseguire la passeggiata verso il Corso Vittorio Emanuele, è il caso di soffermarsi nella piazzetta triangolare che accoglie la sontuosa Fontana dei Delfini.


Da corso  Vittorio Emanuele si accede a Piazza del Plebiscito, dove sorge la Basilica di San Martino

Il Duomo

La chiesa, costruita nel 1747 sulle macerie di un precedente edificio romanico, costituisce uno degli esempi migliori di “Barocco Locale”. Sulla sua maestosa facciata, spicca centralmente uno splendido altorilievo raffigurante San Martino, il patrono della città, che divide il mantello con un mendicante.

Nell’interno della Basilica, ad un’unica navata, si possono ammirare due splendide statue settecentesche, attribuite a Giuseppe Sanmartino, mentre degni di nota sono i vari altari costruiti in marmi policromi.

Piazza Plebiscito

Questa piazza è sicuramente la maggior attrattiva turistica della cittadina, con le sue stradine ed i suoi vicoli che qui convergono, tutta circondata da bei palazzi.

Prodotti Tipici

Anche i prodotti locali della cittadina, fanno parte delle attrazioni turistiche”. Tra insaccati, formaggi ed altre prelibatezze, ecco un piccolo elenco di prodotti da non perdere:

  • Salame dolce martinese.
  • Pancetta tesa o steccata.
  • Capocollo di Martina Franca.
  • Caciocavallo al Fieno.
  • Pecorino alla cenere d’ulivo.
  • Caciocavallo Ubriaco al vino Primitivo.
  • Taralli fatti a mano al Finocchietto.
  • Taralli fatti a mano i Classici

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Galleria Fotografica

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Porto Ercole – L’approdo di Caravaggio


L’origine del nome di Porto Ercole pare sia dovuta ai Focesi, una popolazione della Grecia antica devota a Ercole.


Un po’ di Storia


La storia di Porto Ercole è una storia veramente molto antica. Tanti sono stati i popoli che l’hanno conquistata ed abitata, a partire addirittura dai Fenici, gli Etruschi ed i Romani, per arrivare anche agli Spagnoli. L’eredità di quest’ultimi è ben visibile nelle belle fortificazioni fatte costruire al tempo dello Stato dei Presidi, il piccolo ma importante stato fondato dagli Spagnoli nel 1557.

Palazzo del Governatore

Il palazzo, che si affaccia sulla singolare piazzetta di santa Barbara, costruito agli inizi del XVI secolo dalla Signoria di Siena, è denominato PALAZZO DEL GOVERNATORE proprio perché durante la dominazione spagnola qui risiedeva il Governatore del Presidio.

Ed è proprio in questo borgo che il 18 luglio del 1610, vi trovò la morte il Caravaggio, in fuga ormai da anni per i sui guai con la giustizia, a causa di un influenza intestinale trascurata ed inutilmente curata dalla confraternita locale.


Visita del Borgo


Dalla PIAZZETTA SANTA BARBARA, attraverso una serie di vicoli e scalinate, si sale al paese vecchio, vero e proprio dedalo di vicoli e viottoli che corrono in mezzo alle piccole e pittoresche case con i loro vecchi portoni.

Il Borgo  si è sviluppato tutto in altezza, su più piani che salgono dal Porto vecchio alla Rocca. Quando nel XV secolo la Repubblica di Siena comprò il Porto, innalzò le mura che ancora oggi cingono il borgo e di cui importante traccia è rimasto oggi il portale gotico sormontato da un campanile.

Continuando a salire, giunti quasi in cima alla scalinata che dal porto conduce alla Rocca Senese, incrociamo una piazzetta dallo stile spiccatamente spagnolo.

In questo piccolo luogo è stata eretta la CHIESA DI SANT’ERASMO, con una facciata in stile toscano molto semplice e dedicata al patrono del borgo. Al suo interno sono raccolte le tombe dei governanti spagnoli durante lo Stato dei Presidi.

Sul lato destro della chiesa, la scalinata continua a salire fino alla al nucleo più vecchio della ROCCA, proprio nel punto più alto del promontorio

Dopo la seconda guerra mondiale, la rocca venne definitivamente chiusa e venduta a privati che hanno in parte trasformato i fabbricati interni in residenze abitative.

Dall’alto del promontorio dove è situata la Rocca, il panorama è veramente superbo…arrivando perfino ad intravedere all’orizzonte l’isola del Giglio.


Forte Filippo


Scendiamo di nuovo attraverso il paese fino al porto vecchio, per una meritata sosta prima di salire nuovamente sull’altro promontorio per visitare ancora un’importante fortificazione: Forte Filippo.

Forte Filippo

Questa è una formidabile fortificazione voluta da Filippo II di Spagna ed edificata secondo le più avanzate tecniche militari dell’epoca, con profondi fossati, misteriosi sotterranei, garitte e il ponte levatoio, che danno ancora la sensazione di inespugnabilità del luogo.

L’attuale fortificazione, posta di fronte alla rocca spagnola dall’altro lato del porto ed entrambe a protezione del suo ingresso, venne costruita dall’allora famoso architetto militare Giovanni Camerini. Vista la sua posizione, con una visuale a 360°, in vetta ad un poggio impervio difficilmente raggiungibile, il complesso era ritenuto praticamente inespugnabile.

La Rocca Spagnola e le Mura viste dal Forte Filippo

Prodotti e Piatto del luogo

Non possiamo lasciare Porto Ercole, senza prima aver assaggiato il piatto tipico del Borgo: la tradizionale zuppa di sarde e patate e lo stocchetto alla portercolese con patate, pinoli e olive nere.

Il miglior souvenir da portarsi a casa è sicuramente una buona bottiglia di Ansonica, il vino bianco locale ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono.


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Bobbio – Capoluogo della Val Trebbia


Il Capolavoro del monaco Colombano


Bobbio – Il Ponte Gobbo

Introduzione


I colli piacentini costituiscono una campagna viva e accogliente, dove si può trascorrere, in totale relax, un weekend dedicato all’arte culinaria e alla visita di apprezzabili elementi storico-culturali.

Proprio alle spalle di Piacenza si apre questo fiabesco fazzoletto di castelli, come quello di Agazzano, Rivalta e Rezzanello e borghi antichi come Bobbio, un piccolo ma bellissimo paese iscritto dal 2018 nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”.


Un po’ di storia


La storia di Bobbio ha origini antichissime, addirittura dalla preistoria alla colonizzazione romana. Proprio in epoca romana venne edificata la porzione del ponte oggi nota come il Ponte Gobbo.

Pur essendo un piccolo borgo, Bobbio è ricco di arte e cultura, il tutto concentrato in uno spazio molto ristretto. Passeggiare tra le  stradine di ciottoli e gli edifici in mattoni, è rilassante al punto che ci sentiamo quasi trasportati ai tempi del medioevo, quando la vita scorreva lentamente e in modo semplice.

Centro Storico

A dare inizio alla storia di Bobbio, fu il monaco irlandese Colombano, che costruì in questo luogo un’ abbazia benedettina, intorno alla quale si sviluppò il borgo, divenendo poi il centro economico della Val Trebbia.


Visita del Borgo


Abbazia di San Colombano

Si raggiunge l’Abbazia da via dei Mulini, tornando dal castello Malaspina, oppure da via San Lorenzo venendo da piazza Santa Fara. L’attuale abbazia, costruita su un preesistente edificio tra il 1456 ed il 1522, presenta un bell’interno ricco di affreschi, sculture ed altre opere interessanti.

Addossato all’Abbazia, in piazza Santa Fara, si trova anche il Museo della Città, che ripercorre in modo molto preciso il costituirsi dell’attuale centro urbano attorno al monastero nel corso di più di mille anni.


Il Duomo

Dalla contrada di Porta Nuova, o imboccando il Largo Grande provenendo da Piazza Santa Fara, arriviamo al piccolo salotto di Piazza del Duomo, tutta coronata da portici al di sopra dei quali si trovano antichi palazzi con facciate in mattoni e terrazzi in ferro battuto.

Il Duomo, con una facciata semplice affiancata da due campanili, è un perfetto esempio di arte e architettura emiliana del Quattrocento. L’interno, che merita un’accurata visita, è veramente bello e singolare. Presenta una pianta a croce latina ed è coperto da volte a crociera costolonate. Gli affreschi risalgono alla fine del XIX secolo, così come le decorazioni in stile bizantino del 1896.


Castello Malaspina

Altro monumento suggestivo che merita sicuramente una visita è il Castello Malaspina-Dal Verme che dalla collina domina il borgo con il suo possente maschio centrale.  Costruito nel XIV secolo, è stato la roccaforte dei Guelfi durante le lotte con i Ghibellini di Piacenza.

Castello Malaspina-Dal Verme

Meglio informarsi prima sugli orari di visita, che cambiano a seconda delle stagioni.


Ponte Vecchio o Ponte Gobbo

Ma la vera attrazione di Bobbio è costituita dal Ponte Vecchio o Ponte Gobbo o del Diavolo, divenuto ormai il simbolo di Bobbio. Il suo particolare profilo ondulato e contorto lo ha reso assolutamente singolare. Il ponte fu costruito in età romana ed ha una lunghezza di 280 metri con undici arcate. La leggenda vuole che fosse costruito,  con questo aspetto,  dal Diavolo stesso per spaventare i monaci del Monastero di San Colombano e impedire loro di attraversare i l fiume.


Prodotti Tipici

Anche quello culinario è un aspetto di Bobbio che non può assolutamente essere trascurato.
Come si può notare curiosando tra le botteghe del centro storico, i salumi, molto vari e nobilitati da una gloriosa tradizione, la fanno da padroni insieme con i profumatissimi funghi porcini.

Piatto tipico del luogo sono i Maccheroni alla Bobbiese, costituiti da pasta fresca fatta a mano utilizzando l’ago da maglia e conditi con sugo di stracotto.

Ma tanti e tanti altri sono i prodotti tipici, tra i quali dolci locali come il croccante di mandorle e zucchero, ed anche alcuni vini  come  il  Gutturnio,  l’Ortrugo e il Malvasia.


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