In questa Categoria vi propongo un affascinante itinerario che guida alla scoperta di borghi e pievi di questo territorio estremamente suggestivo che riesce a sorprendere con la sua tranquillità, la storia, la cultura e le eccellenze enogastronomiche.
Alcuni dei Borghi Principali
Molti sono i borghi lucchesi, piccoli e grandi, della provincia di Lucca. Gran parte sono situati nella zona della media Valle del Serchio e nella Regione della Garfagnana. Alcuni di essi sono Pescaglia, Borgo a Mozzano, Ghivizzano, Barga, Coreglia, Castelnuovo, per andare ancora più a nord dove troviamo Sillano, Piazza al Serchio, Pieve Fosciana e molti altri.
Numerosi sono anche quelli sulle Colline Lucchesi come Matraia, Montecarlo, San Gennaro, Gragnano, Nozzano, e tanti altri ancora.
Tutti sono ancora ben tenuti e hanno sempre da raccontare le loro storie medievali, con le loro torri, vecchie chiese, i riferimenti a Castruccio Castracani, alle lotte tra Lucca, Pisa e Firenze.
Montecarlo
Una tappa imperdibile è il pittoresco borgo di Montecarlo. Noto per i vasti vigneti che ne caratterizzano il paesaggio e la produzione di pregiati vini DOP: il Montecarlo bianco e il Rosso di Montecarlo. Il paese si presenta come un piccolo centro storico, con la sua splendida cinta muraria, arroccato intorno alla Fortezza del Cerruglio. Questa imponente costruzione deriva da differenti nuclei che in epoche diverse hanno formato lo stato attuale. Tra le altre cose da vedere troviamo: la Chiesa Collegiata di Sant’Andrea, che custodisce un affresco staccato di scuola senese; il Teatro dei Rassicurati, piccolo gioiello dell’architettura settecentesca, che fu frequentato anche dal maestro Giacomo Puccini
San Michele è uno dei Borghi Lucchesi, in alta Garfagnana, posizionato su un poggio a cavallo tra due paesi: a est Piazza al Serchio, una volta capolinea della ferrovia Lucca-Aulla e a ovest Nicciano.
Quest’ultimo è un castello fondato nel XIV secolo dai Malaspina con un ruolo primario nel sistema difensivo dell’alta Garfagnana.
Ma torniamo a San Michele. La nostra meta è divisa in due borgate dal torrente Acqua Bianca, e collegate tra loro da un ponte.
Le Maestaine
Accanto al ponte, prima del suo attraversamento, notiamo una maestaina molto ben tenuta.
Le Maestaine, ancora oggi, rappresentano un patrimonio storico – religioso straordinario ma, allo stesso tempo, poco conosciuto. Esempi di un’arte e di una pietà popolare, le Maestaine sono numerosissime in tutti i paesi della Garfagnana.
Sono una presenza silenziosa, che sfugge spesso all’occhio distratto del passante.
Queste forme d’arte si trovano un po’ ovunque. Nel mezzo dei paesi o in aperta campagna, per proteggere dai pericoli esterni. Ai margini dei campi, per preservare i raccolti. Agli incroci, a protezione dei passanti, o con funzione votiva, per ringraziare di uno scampato pericolo collettivo o individuale
…ma adesso attraversiamo il ponte ed entriamo nel castello.
SAN MICHELE – Storia
La sua origine si pensa che sia Longobarda e due validi motivi lo confermerebbero.
In primo luogo la devozione all’Arcangelo Michele che è tipica di questo popolo. In secondo luogo, i nobili di San Michele erano di origine longobarda, come un po’ tutti quelli presenti in Garfagnana in quel periodo.
San Michele – Cosa Vedere
Questo borgo, a molti sconosciuto, è un piccolo nucleo fortificato con vecchie case in pietra ancora oggi ben conservate e ben curate.
Le poche e strette vie e i suggestivi scorci creati dai sottopassaggi, ci trasportano, con un po’ di fantasia, indietro nel tempo, nell’era medievale.
Seppur molto antico, San Michele non ha comunque nessuna particolare attrazione, se non quella di essere un piccolo gioiello medievale. E’ singolare a tal punto da trasmettere nel visitatore un’atmosfera del tutto unica.
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Conclusioni
Il borgo é abitato da poche persone, orgogliose del loro piccolo luogo di residenza. Orgoglio che hanno mantenuto nel tempo come lo dimostra il buono stato con cui conservano questo vecchio paesino.
Nel medioevo molte erano queste situazioni di piccoli castelli, borghi e agglomerati al servizio del feudatario o del vassallo. Situazioni queste andate purtroppo perdute o distrutte nel tempo.
Fortunatamente non è stato così per san Michele. Un borgo singolare e caratteristico da non perdere in un viaggio nell’alta Garfagnana…una regione della provincia di Lucca ricca di borghi e agglomerati storici, ma forse nessuno così particolare come San Michele.
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Viaggiando nella regione della Garfagnana, non è affatto difficile imbattersi in borghi e villaggi più o meno grandi, qualche volta forse apparentemente insignificanti.
Poi passeggiando, curiosando, leggendo qualche cartello e parlando con qualche abitante, affiorano particolari e dettagli storici che c’invogliano ad approfondire. Scopriamo così tante storie interessanti legate al medioevo, alla Repubblica di Lucca, al dominio degli Estensi, alle lotte per la conquista di questi borghi sempre strategici per un motivo o per un altro.
E’ il caso anche di questo borgo: CASCIO, una frazione del comune di Molazzana, in Garfagnana, nella provincia di Lucca, con 400 abitanti.
Cascio – Un po’ di Storia
Il centro storico è circondato da mura costruite in seguito alle tante guerre che nei primi anni del Seicento interessavano la Garfagnana, in particolare questo paese.
Cascio – Le Mura
Uno dei più importanti conflitti militari è avvenuto nel 1603, quando Lucca conquistò Cascio.
Quando il borgo ritornò sotto il dominio degli Estensi, questi per prima cosa costruirono le mura su progetto dell’ingegnere Pasio Pasi.
Le mura formano un quadrilatero irregolare e sono lunghe circa 435 metri.
Da quanto sopra si può intuire che anche questo territorio fu teatro di lotte e contese tra Lucca, gli Estensi, i Fiorentini e I Pisani. La cosa è ricorrente anche in altri paesi e borghi di questo territorio come Barga, Coreglia degli Antelminelli, Castiglione di Garfagnana e tanti altri.
Molte sono le piccole località presenti in questo territorio lucchese. Ecco perché la Garfagnana è ricca di storia, arte, costume, folclore, nonché cucina tipica e prodotti locali.
Zuppa di FarroCastagnaccio
Cosa vedere
Cascio è molto piccolo, ma carino e seppur una sola ora sia sufficiente per visitarlo, la passeggiata sarà veramente gratificante e rilassante. Si potrà ammirare il panorama circostante, osservare le mura ancora intatte e ben tenute. Si potranno ammirare diversi fabbricati tipici ben ristrutturati e particolari ben curati.
Cascio – Panorama
Dopo la breve passeggiata e qualche foto, avrete tutto il tempo, per visitare nelle immediate vicinanze, altri paesi interessanti, ci sarà solo l’imbarazzo della scelta.
Castelnuovo Garfagnana, Barga, Coreglia Antelminelli e Ghivizzano sono solo quattro di una più lunga serie.
Potrete anche acquistare prodotti locali come, farina di castagne, farro, formaggi e miele.
Sagra della Criscioletta
Ma nonostante le piccole dimensioni del borgo, peraltro poco conosciuto anche dagli stessi Lucchesi, nei mesi estivi di Luglio e Agosto, questo paese ospita un grande evento: La Sagra delle Crisciolette.
CRISCIOLETTA
La criscioletta, grande cialda ottenuta da un impasto di farina di granturco e grano duro, è ottima da consumare ad esempio insieme alla pancetta o al formaggio di vacca, accompagnata da ottimo vino locale.
La simpatia, la cordialità e la disponibilità degli abitanti, sarà la ciliegina sulla torta.
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Moltissimi sono i borghi, paesi e villaggi in Toscana ed anche la regione della Garfagnana, in provincia di Lucca, ne è particolarmente ricca.
Spesso si tratta di borghi veramente piccoli, senza interessi artistici o architettonici, ma così ben tenuti e caratteristici che ne vale la pena di visitarli.
Tutti hanno comunque un interesse turistico comune non indifferente: sono ricchi di storia interessante da sapere, per comprendere ed approfondire sempre di più la conoscenza del nostro territorio.
Cerageto è uno di questi borghi, una frazione del comune di Castiglione di Garfagnana, in provincia di Lucca, nel territorio dell’alta Garfagnana, in Toscana.
Come arrivare
Da Lucca si raggiunge agevolmente il borgo puntando su Castelnuovo di Garfagnana, Pieve Fosciana, Castiglione di Garfagnana e dopo soli 4,5 chilometri si arriva a Cerageto.
Si tratta di un paesino veramente piccolo, situato a 837metri slm con soli 145 residenti, senza particolari interessi artistici o architettonici. Ma interessante è la sua storia come tanti altri villaggi della Garfagnana.
Cerageto – Storia
Come molti altri borghi della zona, anche questo è stato fondato in età longobarda, quando i dominatori d’oltralpe vi fondarono un loro santuario, chiamato “dalubro” (santuario di antichissime origini).
Le prime notizie di Cerageto si hanno già nel periodo antecedente l’occupazione dei Longobardi, intorno al 1168, quando iniziò un lento e graduale spopolamento dal vicino villaggio di Montepigole, proprio verso il luogo che diventerà successivamente Cerageto. Causa del graduale abbandono di Montepigole, fu il fatto che da questa altura, gli Estensi insidiavano continuamente il borgo fortificato di Castiglione di Garfagnana.
Nel 1370 molte terre garfagnine si ribellarono alla repubblica di Lucca e fra queste anche Cerageto.
Nel 1453 i Lucchesi, vedendo ancora segni di ribellione, distrussero le case ed il castello.
Cerageto – Cosa vedere
Oltre all’aspetto storico, il borgo è tenuto così bene, pulito, ordinato con tutte costruzioni ben ristrutturate, che è veramente un piacere anche solo passeggiare all’interno del villaggio per osservare le case in pietra, tanti piccoli particolari, ed il panorama tutt’intorno che ne fa da cornice.
Infatti da qui si possono osservare sia le Alpi Apuane Centrali che quelle Settentrionali.
Pania di Corfino
A spiccare tra tutti gli edifici, nel tracciato cittadino, è la Chiesa di San Martino del Duecento. L’edificio presenta quattro altari e un importante organo. Annessi vi sono il campanile e l’oratorio.
Chiesa di San Martino
Poiché la visita del borgo richiede pochissimo tempo, ci si può organizzare per visitare altri borghi nella zona, come lo stesso Capoluogo della zona: Castiglione di Garfagnana.
Castiglione di Garfagnana
Nella pizza centrale si può mangiare ed acquistare prodotti tipici, come pasta, farro, farina di castagne, formaggi, salumi, funghi porcini, confetture, miele e legumi.
Cerageto – Manifestazione degli Orti
Oltre che per il suggestivo panorama che si gode sulle Apuane, Cerageto merita di essere visitato per l’appellativo che si porta appresso dal 2011: ” Il Paese degli Orti”.
L’orto del paese
Ogni anno infatti si svolge una vera e propria sfida paesana tra coloro che riusciranno a fare il miglior orto.
Una vera e propria giuria decreta il vincitore sulla base di diversi parametri, come la ricchezza degli ortaggi, la varietà, la precisione e la pulizia.
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A causa delle numerose lotte tra Lucchesi e Pisani e le frequenti incursioni di quest’ultimi in territorio lucchese, la Repubblica di Lucca decise di costruire la fortezza di Nozzano come avamposto lungo il confine con Pisa. Ciòanche in contrapposizione alla Rocca di Ripafratta, situata sul lato opposto del Fiume Serchio.
Anche questa naturalmente, con le sue torri di avvistamento seppur staccate, serviva a controllare i movimenti del nemico lucchese. Non era comunque una macchina bellica così efficiente ed organizzata come il Castello di Nozzano.
Rimangono comunque tutt’oggi due bei giganti di confine, a testimonianza dei trascorsi tra le due città.
Nozzano – Posizione strategica
Dalle torri del castello si gode di un paesaggio incantevole sulle colline lucchesi, ricche di oliveti, vigneti e boschi con una visuale a perdita d’occhio veramente incredibile che giustifica la scelta strategica della posizione del castello.
Nozzano – Etimologia
Il nome Nozzano, pare derivi da quello di un patrizio romano, di nome Noctianus, che aveva possedimenti nella zona conseguenti all’opera di centurazione.
Nozzano – Conservazione del Castello
I Pisani distrussero facilmente la prima realizzazione del castello che era completamente in legno. Fatto ricostruire daCastruccioCastracani, il grande condottiero lucchese, dopo la morte di quest’ultimo i Pisani lo distrussero nuovamente. Solo dopo la seconda ricostruzione ad opera di Francesco Guinigi, il castello riuscì a resistere nel tempo mantenendosi così intatto fino ai giorni nostri.
I resti delle antiche mura
Si è conservato così bene, al punto che ancora oggi sono ben visibili le mura e accessibili le torri. Anche per questo Nozzano è uno dei più caratteristici Borghi Lucchesi.
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Attrazioni all’interno del borgo
La Rocca
Al centro del circuito murario si trova un’altra costruzione, la Rocca vera e propria,l’eventuale ultimo ridotto difensivo.
La Rocca
La Rocca ha un impianto a forma di pentagono irregolare, convergente verso il Mastio, ovvero la parte più elevata e centrale del castello, in genere costituita da una robusta torre.
Al Mastio si contrappone una seconda torre aperta verso il cortile interno, denominata anche Contromaschio o Torre Femmina. Ed è proprio dalla sommità di queste torri che una sentinella spiava notte e giorno i movimenti del nemico. Sono ancora perfettamente intatte e visibili le merlature, i camminamenti di ronda e resti degli impianti difensivi.
Maschio e Contromaschio
Ma l’appariscente bellezza della fortezza e della rocca non sono le sole attrazioni del luogo. L’interno del castello, o meglio il borgo oggi abitato dai Nozzanesi, offre alcuni particolari artisticamente degni di nota
La Pietra datata
A questo punto, dopo aver fatto un giro intorno al castello, per osservare anche ciò che resta delle antiche mura, varchiamo l’unica porta d’accesso al borgo e subito troviamo, sulla nostra sinistra, una pietra su cui è scolpita la data della sua ultima ricostruzione nell’anno 1395.
La pietra del 1395
La nuova fortezza così ricostruita, fu utilizzata fino alla fine del 1500 anche per controllare le navi che risalivano il Serchio verso Lucca, poi la sua importanza militare e strategica cessò.
L’ antico Pozzo
All’interno del borgo, sul lato sinistro della chiesa, sono visibili i resti di un pozzo profondo oltre 70 metri, scavato interamente nella roccia, che serviva in caso di assedio all’approvvigionamento di acqua ed anche come di via di fuga, attraverso un cunicolo scavato all’interno del pozzo.
L’ Antico Pozzo
La Rocca non era la sola a trovarsi all’interno della cinta difensiva delle mura. Ai suoi piedi quasi tutte le abitazioni sono del 1300.
La Casa del Podesta
Appena varcata la porta d’ingresso al borgo, sulla destra notiamo una casa sul cui fronte sono distinguibili tre archi. La casa, di proprietà un tempo dei Canossa, fu abitata nel 1400 dal Podestà di Nozzano, persona che attendeva all’ordine del territorio e degli abitanti, il solo che possedesse un falco ed un cane per poter cacciare e che veniva pagato dall’intera comunità con 16 dinari.
La Proto Stamperia
Proseguendo per la viuzza che corre intorno al castello, s’incontra una casa forse tra le più vecchie, riconoscibile per il portone d’ingresso in pietra lavorata e che intorno al 1450 divenne una “proto stamperia”, ossia una delle prime stamperie d’Europa.
La ex Proto Stamperia
La Chiesa e la Madonna Celeste
Una prima chiesa in questo castello risale al sec. X. Fu sostituita da una seconda chiesa nel 1412 e dedicata a S. Antonio Abate e poi a S. Acconcio. La chiesa attuale, a croce latina, risulta da un ampliamento e rifacimento della precedente e risale al 1880. In prossimità della chiesa, si trova la statua della Madonna Celeste.
Conclusioni
Venuta meno nel tempo l’importanza strategica e bellica del castello, lentamente il borgo si è andato popolando, con la costruzione di nuove abitazioni ed il restauro e riadattamento di antichi edifici, mantenendo e curando anche certi spazi verdi all’interno del castello, che fungono oggi da orti, piccoli frutteti e giardini.
Questa aerea è rimasta praticamente intatta dalle trasformazioni urbanistiche e permette, a chi la visita, di sentirsi proiettato in un’atmosfera fuori dal tempo.
Ecco…per tutto questo, Nozzano può essere considerato uno dei castelli meglio conservati e più caratteristici d’Italia, ancora purtroppo sconosciuto a molti Lucchesi…ed è per questo quindi che meriterebbe tutta l’attenzione e l’interessamento dovuti da parte del governo e delle istituzioni.
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Non è necessario allontanarsi troppo dalla proprio città per trascorrere una giornata da vero turista. Spesso basta percorrere solo pochi chilometri per raggiungere un bel borgo interessante. Magari visto e rivisto chissà quante volte, senza però averne mai approfondito più di tanto la conoscenza.
Così, in una bellissima domenica di Aprile anche se gradevolmente nuvolosa, raggiungiamo Montecarlo a soli 15 km da Lucca.
Montecarlo – Panorama
Montecarlo in generale
Nonostante sia ricco di storia, di tradizioni e collocato in un contesto geografico così splendido, questo paese non è mai stato inserito traI Borghi Più Belli d’Italia.
Tante sono le rilevanze architettoniche come le antiche mura, la Fortezza, la Chiesa di Sant’Andrea e tanti bei palazzi. Da qualsiasi parte si raggiunga il paese, la vista è sempre splendida e gli occhi provano piaceri indescrivibili nell’osservare il panorama.
Il territorio è immerso nella natura e nel silenzio, tra uliveti e vigneti che producono i due prodotti locali d’hoc: OLIO E VINO. Molto noto è il Bianco di Montecarlo.
Molti locali all’interno del borgo, non perdono occasione per richiamare l’attenzione dei visitatori sulla qualità dell’olio e del vino in particolare.
Montecarlo – Visita del Borgo
La visita del borgo ha inizio dalla parte lucchese, ovvero nei pressi della Rocca che purtroppo troviamo chiusa per l’ennesima volta. Il tempo si mantiene nuvoloso, ma buono e tutto lascia sperare quindi in una piacevole passeggiata.
Il centro storico, ben conservato e tuttora circondato dalla splendida cinta muraria, sorge sul Colle del Cerruglio che da il nome alla Fortezza del Cerruglio, divenuta ormai il simbolo del paese.
Mopntecarlo – Vista dall’alto
La rocca medievale sorge all’estremità nord della collina. Diventata tutt’uno con la Fortezza di Montecarlo, é adesso una dimora storica di grande pregio. Fu proprio da questo fortilizio a forma di triangolo, che la mattina del 23 Settembre 1325, i cavalieri di Castruccio Castracani partirono per affrontare le armate fiorentine nella celebre battaglia di Altopascio.
Via Roma
Ci lasciamo alle spalle la Fortezza e imbocchiamo la Via Roma, la strada principale che attraversa il borgo dalla Fortezza fino a Porta Nuova. Passeggiando proprio su questa via, possiamo ammirare sui due lati della strada da una serie di edifici risalenti ai secoli XVII-XVIII.
Montecarlo – Via RomaMontecarlo – Via Roma
I Vecchi Palazzi
Si tratta di palazzi notevoli pur nella loro semplicità strutturale e importanti come l’antico Palazzo Comunale. Sulla facciata compaiono le lapidi che ricordano molti eventi, tra in quali i risultati del celebre plebiscito toscano del 1860. Tale plebiscito legò le sorti dell’antico Granducato a quelle del Regno di Vittorio Emanuele II.
Molto caratteristica è invece la dimora rossa del secolo XVII, che per il suo “singolare abbigliamento in stile nordico ed il suo colore”, attira subito l’attenzione del turista.
Palazzo RossoPalazzo Pancani
Il Palazzo Pancani, di proprietà dell’omonima famiglia Montecarlese, recentemente ben ristrutturato è noto per aver ospitato la cantante lirica Maria Callas.
La Chiesa del Borgo
La maggiore rilevanza architettonica presente nel Borgo è sicuramente la chiesa di Sant’Andrea. I Montecarlesi la costruirono tra il 1332 e 1334. Per la sua altezza è la costruzione più alta del paese. Della struttura originaria, resta solamente la facciata.
Montecarlo – Chiesa e Campanile di sant’Andrea
L’edificio è sostenuto nella parte absidale da forti costruzioni dovute al ripido crinale collinare. Originariamente era più basso, come si rileva facilmente dal diverso colore del paramento in laterizio della facciata.
La completa ristrutturazione, che avvenne intorno al 1783, ha lasciato all’interno solo poche tracce della costruzione originaria. Il progetto fu ideato dall’architetto Giuseppe Vannetti da Varese e dell’ingegnere Giuseppe Bernardi, di Pescia.
Proprio per la sua altezza, era vietato a chiunque, per statuto, di salire sul tetto della chiesa affinché nessuno potesse scrutare dentro la Fortezza.
Montecarlo – Chiesa di Sant’Andrea
Sempre per motivi di sicurezza militare anche il campanile ha un’altezza limitata a quella della facciata. Fu poi sostituito solo nel 1903 nelle forme attuali. La sua altezza raggiunge quasi i 39 metri. Alla sommità trovano posto una campana cinquecentesca e due del ‘700.
All’interno della chiesa sono conservate alcune opere preziose tra cui le più interessanti sono la tavola con la Madonna in trono col Bambino e l’altare di Santa Maria Maddalena risalente al 1391.
Madonna in trono col Bambinol’altare di Santa Maria Maddalena
Montecarlo – Curiosità
Piccoli slarghi, vicoli, passaggi di collegamento con la Via Roma e l’altra importante via Carmignani, chiamati in gergo locale troncatoie, ci regalano begli scorci su palazzi, piazzette e locali caratteristici che richiamano alla mente il Vino di Montecarlo.
Le antiche Porte di Accesso
Concludiamo questo piccolo tour con una passeggiata all’esterno del paese per visitare le antiche porte di accesso a Montecarlo.
Cominciando dalla Porta Fiorentina che è stata per secoli il principale ingresso nel centro storico di Montecarlo.
Montecarlo – Porta Fiorentina
Delle quattro porte originarie , quelle ad oggi ancora aperte e ben conservate sono tre; la quarta, Porta a Pescia, è ormai chiusa da epoca immemorabile.
La Porta Nuova o Porta dell’Altopascio, è stata riaperta e rialzata nel 1598: deve appunto a questo fatto il suo nome attuale.
Porta NuovaPorta a Lucca
La Porta a Lucca o Porticciola che era originariamente di più piccole dimensioni, fu ricostruita ed allargata fra il 1570 e il 1594, ed era quella che consentiva l’accesso al borgo per chi proveniva da Lucca.
CONCLUSIONI
Dovremmo dedicare ogni tanto un po’ di tempo a qualche borgo nelle nostre vicinanze, da veri turisti, con più attenzione, dedizione e approfondendone la conoscenza anche nei minimi particolari. Il turismo non si fa solo in vacanza, lontani da casa, in Paesi lontani, alla ricerca di chissà quali particolarità che invece spesso le potremo trovare proprio vicino a casa nostra.
Così facendo, scopriremo con grande sorpresa, di aver conosciuto, per la prima volta, una nuova vecchia località.
Montecarlo – Panorama
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Pescaglia è un comune della provincia di Lucca, arroccato su di una collina ad un’altezza di 504 metri s.l.m. nella Mediavalle del fiume Serchio.
Il paese è suddiviso in tre Terzieri, che sono Piazzanello, Villabuona e il Poggio. Quest’ultimo è l’insediamento principale e capoluogo del Comune, al quale è dedicato questo articolo inserito nella categoria Borghi Lucchesi.
Maggiori dettagli sono presenti all’interno del Video con Commento audio, più avanti.
I Terzieri ripresi dall’alto.
Visita del Borgo e Notizie generali
Partendo dalla piazza principale dove ha sede il bel palazzo comunale, cominciamo la visita del borgo conosciuto fin dai tempi dell’Antica Roma.
Le sue case in pietra, le stradine ed i vicoli conferiscono al paese, un gradevole aspetto medievale.
Importante per la sua storia, spesso legata alle vicende di Lucca, Pescaglia è nota anche per le sue tradizioni, leggende e per i suoi boschi ricchissimi di castagni.
Questa pianta è stata determinante per il sostegno degli abitanti nei secoli e ne ha condizionato il proprio stile e ritmo di vita.
Boschi di Castagni
Nonostante tutte queste caratteristiche, il borgo, a mio parere, non trova la giusta collocazione turistica. Ultimamente però nel paese si è mosso qualcosa. E’ sorto un buon albergo ed è in corso di ristrutturazione anche un nuovo ristorante.
Tutto questo fa ben sperare ad un futuro sviluppo turistico del borgo e delle zone limitrofe.
Il paese visto da Piazzanello
Non esistono nel borgo particolari rilevanze architettoniche, ma la sua visita è comunque interessante per il suo aspetto tipicamente medievale e per la sua storia che spesso si intreccia con quella dell’Antica Roma, della Repubblica di Lucca, sfiorando anche riferimenti agli Estensi.
Dopo aver girovagato per il paese, osservato i vecchi edifici in pietra e le stradine ricche di particolari, possiamo uscire dal borgo ed avventurarci in una singolare passeggiata che ci condurrà in tre luoghi molto particolari di Pescaglia.
Curiosità intorni al borgo
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Pescaglia – Santuario della Madonna delle Solca
Il primo luogo oggetto della nostra visita, molto importante per gli abitanti dei Pescaglia, è il Santuario della Madonna delle Solca.
Strano appellativo “delle Solca”. Sicuramente è un toponimo classificato tra i nomi locali.
L’appellativo deriva dal Latino Sulcus che nel Lucchese significa canale naturale tra due monti o fra due gioghi di uno stesso monte o ruscello o goriello, luogo appunto dove si narra che un pastore trovò la pittura raffigurante la Vergine.
Santuario della Madonna delle Solca
Solo dopo la costruzione, il nome del Santuario assunse l’appellativo di Madonna delle Solca.
Il santuario, preceduto da un caratteristico loggiato, ebbe la sua inaugurazione il 21 Febbraio del 1700 ed il 28 Luglio del 1955 fu firmato dalla Sacra Congregazione dei Riti, un decreto che proclamava la Madonna della Solca patrona del comune di Pescagliafissando il 21 agosto come giorno di celebrazione della sua festività.
Al suo interno, piccolo ma ben tenuto, si trova un quadro della Vergine, copia dell’immagine della Madonna del Sasso in Lucca.
La festa del 21 agosto, nacque per un voto che tutti gli abitanti del capoluogo, costretti a sfollare, sottoscrissero la mattina del 30 luglio 1944, ai piedi dell’altare della Madonna, dopo la celebrazione della Messa. Lo sfollamento non fu necessario perché inaspettatamente giunsero gli Americani e i Tedeschi furono costretti a fuggire.
Il Santuario, destinato a deposito di armi dei Tedeschi, non fu mai utilizzato per tale scopo.
Pescaglia – La Pila del Corvo
Lasciamo alle nostre spalle il Santuario e c’incamminiamo verso il bosco sottostante scendendo per un piccolo sentiero abbandonato, raggiungendo un luogo misterioso dove si trova una strana, grossa roccia.
Sicuramente è stata la mano dell’uomo a scavare questa pila dentro ad una grande roccia.
La gente del luogo vi si recava ad attingere acqua piovana per curare diverse malattia tra le quali prima di tutto la pertosse.
Le leggende che riguardano questa roccia sono due.
La prima secondo la quale si considera sacra per il fatto che proprio alla base di questa roccia, un pastore trovò un’effige della Madonna. Per questo motivo si decise di costruire proprio in questo sito il santuario della Madonna delle Solca.
La seconda per l’origine del nome, perché pare che in questa pila qualcuno trovò un corvo morto che fu poi la causa della diffusione della peste nel borgo.
Fra le varie congetture sulla costruzione e uso di questa roccia, gli studiosi propendono per diverse ipotesi. Una di queste consiste nel fatto che sarebbe stata costruita per scopi religiosi, riti sacrificali, ipotesi funerarie e la forma della vasca farebbe pensare proprio a questa possibilità .
Pescaglia – I resti del Castello
Lasciato il bosco con La Pila del Corvo, ci teniamo sulla destra ed imbocchiamo il primo stradello in salita che incontriamo sulla nostra sinistra.
Stradello che conduce ai resti del Castello
Arriviamo così in un luogo isolato dove possiamo osservare i resti, o meglio, le ultime pietre rimaste di un castello preesistente in Pescaglia.
Le mura di questo castello erano già ricordate in una pergamena del 1242, ma sicuramente già preesistenti. Nel 1308 lo Statuto Lucchese fece radere al suolo le mura del castello.
Fu allora che i Sindaci della Comunità di Pescaglia, considerando che questa era terra di confine e dovendo quindi difendersi dalle scorribande dei Garfagnini, chiesero ed ottennero dalla Repubblica di Lucca, i fondi per la ricostruzione del castello. Fu Vincenzo Civitali ad assumersi l’incarico del progetto.
Ricostruzione del Castello
Oltre ai salariati, anche la popolazione di Pescaglia fu coinvolta nella ricostruzione: ogni uomo il sabato, doveva portare sei some di calcina e rena, proveniente dal Villabuona e Ritrogoli. Ai trasghessori venivano comminate grosse multe.
La ricostruzione del sistema difensivo era indispensabile in quanto, in questo periodo, l’alta Garfagnana era sotto il dominio degli Estensi e frequenti erano le incursioni sul territorio della Repubblica di Lucca, arrivando proprio fino al borgo di Pescaglia.
Mura del Castello
A quel tempo Vincezo Civitali, figlio di Nicolò e quindi nipote del più famoso Matteo, era un grande architetto esperto in opere militari e fu quindi per questo motivo che a lui fu affidato il progetto della ricostruzione del castello.
Particolare di un quartiere
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Sono così tanti ed interessanti i borghi antichi di cui la Garfagnana è piena, che basta chiudere gli occhi, puntare una matita sulla mappa della regione e scegliere così a caso, un paese o un borgo con la certezza che sarà sicuramente una località piacevole e interessante da visitare.
Adottando questo sistema, alcuni giorni fa la matita è stata puntata su Ghivizzano, un piccolo ma caratteristico borgo del comune di Coreglia Antelminelli; così in una bella mattinata di sole sono partito, munito di macchina fotografica e documentato quel tanto che basta, alla scoperta di questo paese.
Abitazioni all’interno del Castello
Posizione geografica
Ghivizzano si trova a circa 30 chilometri da Lucca, nel comune di Coreglia Antelminelli, facilmente raggiungibile tramite la statale S445 in direzione Borgo a Mozzano, nella Media Valle del Serchio alle porte della Garfagnana, e nelle immediate vicinanze di altri due borghi bellissimi, peraltro iscritti nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”: Barga e Coreglia Antelminelli.
Cartina della Provincia di Lucca
Tanti altri sono i paesi interessanti nelle vicinanze, come Pescaglia, Borgo a Mozzano, Bagni di Lucca, Castelvecchio Pascoli ed altri più all’interno della Garfagnana: Castelnuovo di Garfagnana,Castiglione di Garfagnana, Pieve Fosciana, Piazza al Serchio, Gramolazzo, Gorfigliano…e molti ancora.
Il nome Ghivizzano deriva dal latino ‘Clavis’ cioè ‘chiave’ per la posizione strategica in cui si trovava. Quindi: Clavis Clavidianu, Glavezzano e poi Ghivizzano. A causa della scarsa documentazione, non sappiamo quando venne costruita la prima fortificazione in muratura; il documento più antico ritrovato è del 983.
Ghivizzano – Dentro il castello
Ghivizzano – Dentro il castello
Un po’ di Storia
Dalla fine del X secolo alla seconda metà del XIV secolo, Il borgo fu feudo e giurisdizione dei Rolandinghi, poi dei Castracani, che lo elessero a residenza familiare e a centro delle loro operazioni militari. La sua importanza crebbe notevolmente sotto Francesco Antelminelli, prima vicario poi conte di Coreglia. Dopo la sua morte, avvenuta violentemente per mano dei figli di Castruccio, abitò a Ghivizzano Nicolao, figlio di Francesco, conservando la giurisdizione su tutta la vicaria della montagna, fino al 1369. Da allora Ghivizzano rimase pacifico possesso di Lucca, eccezion fatta per gli anni successivi al 1438 durante i quali, espugnato da Francesco Sforza, alleato di Firenze, divenne fino al 14 maggio 1441 un minuscolo potentato del famoso capitano. Poi tornò a far parte dello Stato lucchese.
Ghivizzano – Veduta del Borgo
Con l’avvento delle armi da fuoco le difese vennero progressivamente smantellate e sul finire del 1500 Lucca, di nuovo padrona della fortezza, ritirò la guarnigione ed offrì in affitto la rocca a privati.
Il Paese
L’ingresso al paese è dato da una porta ad arco da cui si snodano la via Piastronata, che conduce al centro, e la via Sossala (sub sala= sotto il palazzo), con cielo a volta illuminato solo da feritoie.
Ghivizzano – Porta d’Ingresso
Ghivizzano – Via Sossala
E’ molto piacevole e rilassante passeggiare per il borgo ed ammirare le case in pietra, i particolari ben curati delle abitazioni e le piccole piazzette, per poi salire verso la chiesa e la spianata dove si trova la “Fortezza” e la “Torre di Guardia”.
La chiesa di San Pietro, innalzata nel 994 dai Rolandinghi, restaurata e ingrandita in pieno periodo romanico dai Castracani, come ancora oggi rivela la parte a mezzogiorno, impegnò architetti e scultori che riuscirono a creare particolari effetti dalla fusione della pietra col marmo. Purtroppo il mutare dei gusti e, per ultimo, un violento terremoto, sconvolsero la purezza dell’antico disegno, e solo alcuni particolari sopravvivono ancora. Intatti però rimangono il campanile e la scalinata che conduce alla fortezza e la torre.
Ghivizzano – Chiesa di San Pietro
La Torre o ‘Torre di Guardia’, alta 25 metri, era coronata originariamente da otto merli, quello centrale di ogni lato oggi è scomparso. La torre si erge su tre piani con finestre ad arco romanico;
il piano terra veniva adibito a magazzino e dimora per le guardi, non comunicante internamente con i piani superiori. Al primo piano, adibito a zona giorno, vi era un camino, mentre il secondo era destinato a zona notte.
Ghivizzano – La Fortezza con la Torre di Guardia
Il Presepe Vivente
Nei giorni immediatamente precedenti il Natale, tutto il borgo ed il suo castello si trasformano ospitando la tradizionale manifestazione del “Presepe Vivente”. In questa serata, oltre che ad ammirare antichi costumi, vecchi oggetti di artigianato locale, la vecchia scuola con originali arredi e vecchi “banchini”, si possono assaggiare anche alcuni dei prodotti tipici del luogo.
Vecchia scuola
La polenta formenton otto file, il farro della Garfagnana, il prosciutto Bazzone, il lardo gota, la pancetta, il salame prosciuttato, la mondiola, il boccone al fungo porcino, il biroldo, la soppressata, la salsiccia ed altri, sono i prodotti tipici e genuini frutto della tradizione del territorio della Valle del Serchio e della Garfagnana.
Note – Avvisi – Consigli – Curiosità
Arrivando a Ghivizzano basso, lungo la statale S445, poco più avanti della piazza principale, prendere a destra la via delle Moline; vi condurrà direttamente al castello, dove troverete un parcheggio proprio prima dell’ingresso al paese, dove lasciare l’auto tranquillamente.
Per la pausa pranzo, sarebbe simpatico acquistare nell’unico e caratteristico negozio di alimentari presente all’interno del castello, alcuni prodotti e/o affettati del luogo, e fare un picnic sul prato della fortezza.
Con l’altra mezza giornata a disposizione, potrebbe essere visitato l’altro bellissimo paese nelle immediate vicinanze: Coreglia Antelminelli…con il suo interessantissimo Museo della Figurina (…di gesso)
Per eventuali contatti inviare email al seguente indirizzo: roujto51@gmail.com