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Tag: borghi

Filetto – “Posto di guardia fortificato”

Il nome Filetto sembra provenire dal greco e significa quanto indicato nel titolo, ovvero: “Posto di guardia fortificato”.

Filetto. Mappa commerciale del borgo di Filetto.

Filetto – Motivazioni e Impressioni


Come ho già detto molte volte, la Toscana è talmente ricca di piccoli e interessanti borghi, che rimane sempre l’imbarazzo della scelta, quando si decide di sceglierne uno per una gita domenicale.

Quindi  bisogna scremare, osservare la zona e conoscerne un po’ di storia. Insomma occorre documentarsi ed avere anche la possibilità di poter reperire abbastanza materiale fotografico, almeno quanto basta per poter scrivere un articolo sul Blog.

Così , spostando la mia attenzione verso la Lunigiana, cerca e ricerca ho individuato questo piccolo, ma incantevole borgo, situato peraltro in un’interessante zona con altri piccoli borghi nelle vicinanze non meno interessanti.

Parliamo di Filetto, un piccolo borgo murato, così incantevole che mi ha colpito particolarmente.


Filetto – Un po’ di Storia


Ai tempi delle lotte in Lunigiana tra l’esercito bizantino e le orde dei Longobardi invasori, nel VI e VII secolo, venne organizzata in questi luoghi, a ridosso dell’Appennino, una linea difensiva per proteggere i porti dell’alto Tirreno. Per questo motivo fu costruito Filetto.

Ecco perché questo borgo è un po’ insolito rispetto agli altri di quei tempi, che li vedeva prevalentemente arroccati sulle alture. Questa era la consuetudine per tutti i borghi in Toscana ed anche per i vicini Borghi Lucchesi.

Filetto. Stemmi della Famiglia Ariberti sopra la porta Ariberti.
Stemmi della Famiglia Ariberti

Le milizie barbariche erano già presenti oltre le montagne dalla fine del VI secolo e minacciavano i porti nelle vicinanze, in modo particolare Luni.

Filetto fu parte essenziale di questa imponente linea di difesa e solo dopo la caduta dell’impero d’Oriente, il borgo si modificò a residenza della popolazione. In quei tempi la gente aveva sempre più bisogno di protezione.

Nel 1568 il borgo si allargò. Inglobò addirittura la strada che da Villafranca in Lunigiana conduce a Bagnone.

I Marchesi Ariberti, pochi anni dopo, subentrarono come nuovi  feudatari ai Malaspina. Questi dovettero vendere Filetto a causa dei grossi debiti contratti con l’Imperatore.


Filetto – Cosa Vedere



Filetto è così piccolo che non esiste un itinerario da seguire. L’unico itinerario è quello di passeggiare per il borgo, alzare gli occhi, guardarsi attorno ed ammirare i tanti piccoli e significativi dettagli.

Filetto. Arco monumentale di Porta Ariberti, punto di accesso al borgo.
Arco monumentale di Porta Ariberti

Per accedere al borgo si attraversa l’arco monumentale di Porta Ariberti. Si comincia a curiosare tra le strette vie caratterizzate da bei portali ed archi. Ogni tanto incontreremo anche qualche simpatico negozietto di antichità.



Piazza del Pozzo

Percorrendo la via principale che attraversa il borgo, incontreremo sulla nostra sinistra la Piazza del Pozzo.

Una volta questa era chiamata la Piazza d’Armi. E’ caratterizzata da un solo accesso come per gli antichi accampamenti militari Romano-Bizantini.

Questa piazza costituiva il nucleo originario del paese. Ancora oggi è individuabile una delle 4 torri cilindriche che ne costituivano l’impianto originario.


Piazza Fatebenefratelli

Passiamo sotto il loggiato della Palazzina dei Marchesi Ariberti ed entriamo nella Piazza Fatebenefratelli.

In questa piazza si trova la Chiesa Parrocchiale ed un convento di frati.


Una volta terminata la visita del borgo, usciamo dalla parte opposta attraverso la Porta Ariberti. Svoltiamo a destra e camminiamo lungo il perimetro esterno delle mura. In questo modo potremo osservare i resti delle torri.

Filetto. Particolare della cerchia muraria.

A questo punto, terminata la visita di Filetto, possiamo spostarci. Ci dirigiamo a Bagnone per un buon pranzetto. Dopo la sosta potremo visitare anche questo bellissimo borgo e continuare la nostra gita.

Potremo raggiungere  anche Malgrate e Castiglione del Terziere. Anche questi ultimi due borghi, come Bagnone, si trovano nelle immediate vicinanze di Filetto.


Filetto. Particolare di un arco con negozietto artigianale.

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Pescaglia – Patria del Castagno


Pescaglia – Introduzione


Pescaglia è un comune della provincia di Lucca, arroccato su di una collina ad un’altezza di 504 metri s.l.m. nella Mediavalle del fiume Serchio.

Il paese è suddiviso in tre Terzieri, che sono Piazzanello, Villabuona e il Poggio. Quest’ultimo è l’insediamento principale e capoluogo del Comune, al quale è dedicato questo articolo inserito nella categoria Borghi Lucchesi.


Maggiori dettagli sono presenti all’interno del Video con Commento audio, più avanti.


Pescaglia. Ripresa dall'alto dei tre terzieri. Il Poggio, Piazzanello e Villabuona.
I Terzieri ripresi dall’alto.

Visita del Borgo e Notizie generali


Partendo dalla piazza principale dove ha sede il bel palazzo comunale, cominciamo la visita del borgo conosciuto fin dai tempi dell’Antica Roma.

Le sue case in pietra, le stradine ed i vicoli conferiscono al paese, un gradevole aspetto medievale.

Importante per la sua storia, spesso legata alle vicende di Lucca, Pescaglia è nota anche per le sue tradizioni, leggende e per i suoi boschi ricchissimi di castagni.

Questa pianta è stata determinante per il sostegno degli abitanti nei secoli e ne ha condizionato il proprio stile e ritmo di vita.

Pescaglia. Boschi di castagni.
Boschi di Castagni

Nonostante tutte queste caratteristiche, il borgo, a mio parere, non trova la giusta collocazione turistica. Ultimamente però nel paese si è mosso qualcosa. E’ sorto un buon albergo ed è in corso di ristrutturazione anche un nuovo ristorante.

Tutto questo fa ben sperare ad un futuro sviluppo turistico del borgo e delle zone limitrofe.

Pescaglia. Panoramo del borgo visto da Piazzanello.
Il paese visto da Piazzanello

Non esistono nel borgo particolari rilevanze architettoniche, ma la sua visita è comunque interessante per il suo aspetto tipicamente medievale e per la sua storia che spesso si intreccia con quella dell’Antica Roma, della Repubblica di Lucca, sfiorando anche riferimenti agli Estensi.

Pescaglia. Particolare con archi della parte vecchia del borgo,

Dopo aver girovagato per il paese, osservato i vecchi edifici in pietra e le stradine ricche di particolari, possiamo uscire dal borgo ed avventurarci in una singolare passeggiata che ci condurrà in tre luoghi molto particolari di Pescaglia.


Curiosità intorni al borgo


Video con Commento Audio

Pescaglia – Santuario della Madonna delle Solca


Il primo luogo oggetto della nostra visita, molto importante per gli abitanti dei Pescaglia, è il Santuario della Madonna delle Solca.

Strano appellativo “delle Solca”. Sicuramente è un toponimo classificato tra i nomi locali.

L’appellativo deriva dal Latino Sulcus che nel Lucchese significa canale naturale tra due monti o fra due gioghi di uno stesso monte o ruscello o goriello, luogo appunto dove si narra che un pastore trovò la pittura raffigurante la Vergine.

Pescaglia. santuario della Madonna delle solca.
Santuario della Madonna delle Solca

Solo dopo la costruzione, il nome del Santuario assunse l’appellativo di Madonna delle Solca.

Il santuario, preceduto da un caratteristico loggiato, ebbe la sua inaugurazione il 21 Febbraio del 1700 ed il 28 Luglio del 1955 fu firmato dalla Sacra Congregazione dei Riti, un decreto che proclamava la Madonna della Solca patrona del comune di Pescaglia fissando il 21 agosto come giorno di celebrazione della sua festività.

Al suo interno, piccolo ma ben tenuto, si trova un quadro della Vergine, copia dell’immagine della Madonna del Sasso in Lucca.

La festa del 21 agosto, nacque per un voto che tutti gli abitanti del capoluogo, costretti a sfollare, sottoscrissero la mattina del 30 luglio 1944, ai piedi dell’altare della Madonna, dopo la celebrazione della Messa. Lo sfollamento non fu necessario perché inaspettatamente giunsero gli Americani e i Tedeschi furono costretti a fuggire.

Il Santuario, destinato a deposito di armi dei Tedeschi, non fu mai utilizzato per tale scopo.


Pescaglia – La Pila del Corvo


Lasciamo alle nostre spalle il Santuario e c’incamminiamo verso il bosco sottostante scendendo per un piccolo sentiero abbandonato, raggiungendo un luogo misterioso dove si trova una strana, grossa roccia.

Pescaglia. Come appare la roccia contenente la Pila scavata dall'uomo.

Sicuramente è stata la mano dell’uomo a scavare questa pila dentro ad una grande roccia.

La gente del luogo vi si recava ad attingere acqua piovana per curare diverse malattia tra le quali prima di tutto la pertosse.

Le leggende che riguardano questa roccia sono due.

La prima secondo la quale si considera sacra per il fatto che proprio alla base di questa roccia, un pastore trovò un’effige della Madonna. Per questo motivo si decise di costruire proprio in questo sito il santuario della Madonna delle Solca.

La seconda per l’origine del nome, perché pare che in questa pila qualcuno trovò un corvo morto che fu poi la causa della diffusione della peste nel borgo.

Fra le varie congetture sulla costruzione e uso di questa roccia, gli studiosi propendono per diverse ipotesi. Una di queste consiste nel fatto che sarebbe stata costruita per scopi religiosi, riti sacrificali, ipotesi funerarie e la forma della vasca farebbe pensare proprio a questa possibilità .


Pescaglia – I resti del Castello

Lasciato il bosco con La Pila del Corvo, ci teniamo sulla destra ed imbocchiamo il primo stradello in salita che incontriamo sulla nostra sinistra.

Pescaglia. Stradello che conduce ai resti del castello.
Stradello che conduce ai resti del Castello

Arriviamo così in un luogo isolato dove possiamo osservare i resti, o meglio, le ultime pietre rimaste di un castello preesistente in Pescaglia.

Le mura di questo castello erano già ricordate in una pergamena del 1242, ma sicuramente già preesistenti. Nel 1308 lo Statuto Lucchese fece radere al suolo le mura del castello.

Fu allora che i Sindaci della Comunità di Pescaglia, considerando che questa era terra di confine e dovendo quindi difendersi dalle scorribande dei Garfagnini, chiesero ed ottennero dalla Repubblica di Lucca, i fondi per la ricostruzione del castello. Fu Vincenzo Civitali ad assumersi l’incarico del progetto.


Ricostruzione del Castello


Oltre ai salariati, anche la popolazione di Pescaglia fu coinvolta nella ricostruzione: ogni uomo il sabato, doveva portare sei some di calcina e rena, proveniente dal Villabuona e Ritrogoli. Ai trasghessori venivano comminate grosse multe.

La ricostruzione del sistema difensivo era indispensabile in quanto, in questo periodo, l’alta Garfagnana era sotto il dominio degli Estensi e frequenti erano le incursioni sul territorio della Repubblica di Lucca, arrivando proprio fino al borgo di Pescaglia.

Pecsaglia. Mura del Castello.
Mura del Castello

A quel tempo Vincezo Civitali, figlio di Nicolò e quindi nipote del più famoso Matteo, era un grande architetto esperto in opere militari e fu quindi per questo motivo che a lui fu affidato il progetto della ricostruzione del castello.

Pescaglia. Particolare di Via del Colle. Un quartiere del borgo
Particolare di un quartiere

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Vernazza – Il Castrum Vernatio


Vernazza – Impressioni


Vernazza è un paese iscritto nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia. Ciò non significa che sia anche il più bello rispetto agli altri borghi delle Cinque Terre che sono Monterosso, Manarola, Corniglia e Riomaggiore.

Sicuramente ha altre caratteristiche storico-artistiche che lo differenziano dagli altri altrimenti non sarebbe iscritto in tale elenco, ma in quanto a bellezza anche gli altri paesi non sono sicuramente da meno.

Vernazza. Veduta del borgo dall'alto arrivando da Corniglia.

Comunque, dobbiamo ammettere che percorrendo il sentiero in direzione Corniglia-Monterosso e arrivando quindi dall’alto sopra il borgo, lo spettacolo è semplicemente magnifico. Sembra di trovarci di fronte ad uno schermo di un Cinerama a 180°. Il colpo d’occhio è veramente spettacolare.

Vernazza è considerata in effetti una delle più belle località delle Cinque Terre, circondata da rocce, mare e disseminata di alte case variopinte in stile genovese.

Vernazza. Vista dall'alto del borgo sul sentiero proveniente da Corniglia.
Vista dall’alto del borgo

L’aspetto che la rende unica in confronto alle altre ”terre” è indubbiamente la sua bellissima piazza ed il porto che non hanno eguali in nessun‘altro borgo di questo litorale.

Vernazza. La piazza principale circondata da case variopinte.
La Piazza principale

Un po’ di Storia


Il nome pari derivi da un vecchio tipico prodotto del luogo:  il vino locale denominato “vernaccia”.

La storia di questo borgo è molto antica e risale intorno all’anno 1000.

La prima notizia storica risale infatti al 1080, quando per la prima volta appare il nome di Castrum Vernatio, ovvero il castello di Vernazza, in un documento dell’epoca.

La storia del borgo si è sviluppata tutta intorno al suo porticciolo, l’unico naturale di questa costa che era anche la base marittima degli Obertenghi. Questi erano i signori di Vernazza che edificarono quello che fu il primo sistema difensivo del paese.

Vernazza. La torre cilindrica ed i resti del castello-
La torre cilindrica

Il simbolo di questo paese è la sua torre cilindrica alta circa 70 metri, ed è la parte più antica del castello.


Come arrivare


Vernazza si raggiunge facilmente in treno da La Spezia. L’uso dell’auto è assolutamente sconsigliabile per mancanza quasi assoluta di parcheggi. Sarà più pratico raggiungere in auto la stazione ferroviaria di La Spezia dove qui potremo parcheggiare facilmente per poi prendere uno dei tanti treni che collegano quasi ogni 15 minuti la città alle Cinque Terre.


Vernazza – Visita del Borgo


Le attrazioni particolari da visitare sono la chiesa di Santa Margherita d’Antiochia e il Torrione di Avvistamento con i resti del castello. Ma l’attrazione migliore è costituita dalle case tipiche liguri che sono tutte ammassate le une alle altre e tutte appositamente colorate con varie tinte.

Questo affinché un tempo i marinai che tornavano dal mare, potessero scorgere le proprie abitazioni da lontano.

Anche tutti i vicoli che si snodano stretti e tortuosi tra le case, sono molto caratteristici

Questi vicoli un tempo servivano per intrappolare gli invasori e buttare loro addosso olio bollente dalle cose-torri.

Vernazza. Case tipiche liguri.
Terrazzamenti

Tutto intorno al borgo, sono visibili le piccole e caratteristiche terrazze, piccoli appezzamenti di terreno strappati alle rocce delle colline circostanti, trasformate nel tempo e con molta fatica a piccoli vigneti che producono un’ottima uva da vino.

Da qualunque parte volgeremo lo sguardo, il panorama sarà sempre superbo.

Impossibile non indugiare nella bella piazza principale proprio davanti al porto, tutta circondata da belle case colorate.

Seduti ad un tavolino di uno dei tanti locali presenti, ci potremo riposare e rilassare osservando il via vai di barche, respirare aria di mare e godersi un’atmosfera veramente unica.


Piatti tipici


Chi rimane a pranzo a Vernazza, non può rinunciare alle Trofie al Pesto ed al “tian Vernazza”, un piatto preparato con acciughe di Monterosso, pomodori e patate.

Non mancano ottimi vini bianchi tra i quali un particolare e famoso passito: lo Sciacchetrà.


Vernazza. Un locale tipico del borgo.
Locale tipico

Conclusioni


Per smaltire il pranzo, potremo incamminarci a piedi lungo il sentiero per Monterosso o Corniglia. Una volta raggiunta una di queste località, riprenderemo il treno per tornare a La Spezia.

Forse potrà essere una giornata stancante, ma sicuramente ne rimarrete entusiasti. Sarà veramente una bellissima gita.



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Framura – Il Borgo che non esiste


…per la serie I Borghi più Belli d’Italia


Framura

Divertitevi pure a cercare su una cartina o su una mappa il Borgo di  Framura: non lo troverete mai.

Allora vi domanderete: com’è possibile quindi che compaia nell’elenco ufficiale dei Borghi più Belli d’Italia?

Framura è un comune della provincia di La Spezia che esiste solo come aggregazione di cinque piccoli borghi tre dei quali, Costa, Setta ed Anzo, hanno delle caratteristiche storico architettoniche ben diverse dagli altri due insediamenti oltre anche ad un fascino particolare.

Framura. Cartello che indica Setta appartenente all'elenco dei Borghi più belli d'Italia.
Setta

Proprio questi  tre insediamenti e tutti insieme, rientrano nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia sotto la voce di Framura.

Il paese, che conta cinquecento abitanti, ha un territorio scosceso che degrada fino al mare con una vista stupenda. L’insieme dei piccoli agglomerati di case conserva ancora il fascino di epoche passate.

Il comune di Framura è facilmente raggiungibile in treno sulla linea ferroviaria Genova-La Spezia, in auto tramite l’autostrada A12 Genova-Rosignano, uscita di Deiva Marina.

Per raggiungere la nostra meta, conviene arrivare in località Castagnola che si trova nella parte più alta del comune. Qui parcheggiamo e cominciamo la nostra escursione scendendo verso il mare.

Attraversiamo Costa, Setta, Ravecca fino ad arrivare ad Anzo, dove esiste anche la stazione ferroviaria ed un porticciolo.


Framura. Stazione ferroviaria di Anzo.
Stazione ferroviaria di Anzo

Framura – Cenni storici


La storia principale di queste località gira attorno alle famiglie più potenti e più famose nel medioevo come i Da Passano, proprietari del territorio framurese, nonché i Fieschi, che abbiamo già ritrovato nella storia di Varese Ligure.

Questi, ancora più potenti, occuparono il castello di Frascario sottraendolo ai Da Passano..

Framura. Veduta sul mare da Costa.

Nel 1815, con tutta la Liguria anche Framura entrò nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861.


Costa


Framura. Piazzetta con accesso al borgo.
Costa – Ingresso del Borgo

Questo insediamento ha buone caratteristiche architettoniche. La torre carolingia, spiccatamente robusta costruita nel IX secolo, è stata oggi trasformata in campanile dell’attigua Pieve di San Martino .

Alcuni storici sostengono che la pieve di San Martino nacque tra il X e l’XI secolo come complesso monastico alle dipendenze dell’abbazia di San Colombano di Bobbio .

Questa chiesa e la torre di avvistamento sono le due attrazioni di maggior rilevanza.

E’ bello e molto rilassante passeggiare nel paese per le stradine ed i vicoli, ammirando i vecchi edifici e le case con le facciate colorate alla maniera tipicamente ligure. Ogni tanto lo sguardo si volge verso il mare che a tratti appare tra una casa e l’altra, tra un vicolo e l’altro, separato dal borgo da uliveti e vigneti.


Setta


Scendendo verso il mare, passando attraverso piante di limoni e pompelmi, arriviamo all’altro insediamento denominato Setta.

Framura. Piante di limoni e pompelmi

La sede del Comune di Framura si trova proprio qui a Setta, protetta da un’altra torre di guardia genovese, anch’essa del XV secolo. A Setta si può ammirare anche la Cappella di San Rocco, la cui facciata è stata ristrutturata di recente.

Sicuramente in questo borgo, seppur anch’esso piccolo, le strutture architettoniche sono di maggior rilevanza rispetto agli altri due insediamenti. Qui si possono notare ancora tracce di muri medievali, ed archi costruiti con la pietra di Levanto.

Questa è la frazione che più mi è piaciuta, dove è stato molto bello passeggiare e curiosare. Ogni volta che mi guardavo intorno, scoprivo sempre qualche particolare degno di nota.


Anzo


Anzo, l’ultimo dei tre borghi, è una delle località turistiche preferite dai genovesi benestanti, grazie anche ai restauri ottocenteschi che hanno fatto di questo paese, un luogo di villeggiatura caratterizzato da dimore signorili e giardini mediterranei. Il tutto al riparo dal “caos” cittadino, nella calma dei numerosi “orti” presenti in paese.

Framura. Particolare di facciata a Anzo.

All’interno del borgo si trova la Cappella della Madonna della Neve, costruita nell’Ottocento e decorata con il gusto neogotico. Questa è l’attrazione architettonica più rilevante di Anzo.

Anche qui passeggiare, osservare e curiosare è l’attrazione più bella. L’insieme delle case formano un borgo fortificato che proteggeva gli abitanti dalle incursioni dei pirati barbareschi.

Un bel sentiero, dopo aver attraversato tutto il paese in mezzo alle case tra angoli caratteristici e particolari degni di nota, conduce per mezzo di una lunga scalinata fino al mare.

E’ una bellissima passeggiata con scorci panoramici stupendi, in mezzo ai profumi di piante mediterranee di ogni tipo, rilassante e facile, ma altrettanto faticosa quando dovrete risalire per tornare nel borgo. Comunque la fatica vale la bellezza degli scorci panoramici.


Framura – Prodotti Locali


Anche qui possiamo trovare alcune specialità locali particolari come i Tagliolini con le cozze, Polpettone di verdure o di acciughe, Coniglio fritto impanato e Frittelle di fiori di zucchini. 



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Varese Ligure – Un paese tutto BIO


Varese Ligure – Il Borgo dei Conti Fieschi


La Liguria, come le Marche e l’Umbria, è particolarmente ricca di paesi iscritti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia.

Tante sono le località che rientrano in questo elenco, come Montemarcello, Brugnato, Framura, Tellaro, Vernazza e Varese Ligure, in provincia di La Spezia,  che è la meta di questo articolo.

Piccolo borgo medievale con circa 2.200 abitanti, è facilmente raggiungibile da La Spezia per mezzo di strade che si addentrano nei boschi attraversando morbide colline e  raggiungendo un altezza di 350 metri s.l.m. nel cuore dell’Alta Vale del Vara.

Varese Ligure. Portici all'interno del Borgo Rotondo.
Portici all’interno del Borgo Rotondo

Varese Ligure – Un po’ di Storia

Il fiume Vara bagna il borgo da cui il nome Varese Ligure, il comune più settentrionale della provincia della Spezia.

Nel borgo esistono tracce che segnalano la presenza dei Longobardi e dei Monaci di san Colombano di Bobbio.

Alla fine del XII secolo i rami dei conti Fieschi e Pinelli si stabilirono nell’attuale quartiere di Cassego e di lì iniziarono a disboscare, a costruire edifici in legno, a seminare, ad avviare l’agricoltura e l’allevamento.

Dopo una faida tra le due famiglie, i Fieschi riuscirono vincitori e cacciarono i Pinelli.

Data la  loro superiorità numerica, i Fieschi conquistarono nel XIII secolo la supremazia nell’alta val di Vara.


Avuta dunque la meglio, essi decisero di consolidare la propria presenza sul territorio fondando un borgo che potesse diventare il fulcro della vita dell’intera zona.


Nel 1815, anche Varese Ligure, come tutta la regione, entrò a far parte del Regno di Sardegna secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente del Regno d’Italia dal 1861. 


Visita del Borgo



La parte medievale che attira subito l’attenzione dei visitatori, è concentrata nel Borgo Rotondo dove spicca il bel castello dei Fieschi, costituito da un’alta torre del 1435 ed un torrione del 1475

Questa parte del paese ha un carattere spiccatamente ligure, grazie alla diffusione dei colori ocra, arancione, rosa e verdino delle facciate dei palazzi.

Varese Ligure.Particolare di facciata in rosa e decorata.
Particolare di Facciata

La maggior parte delle case sono qui raccolte in vicoli, con belle facciate decorate ed alcune in pietra. Sono piccoli tesori artistici che rendono prezioso questo luogo.

E’ anche questo paesaggio urbano, con i portali di pietra, le facciate decorate e i suoi tanti particolari, ad offrire altri motivi di interesse.

Varese Ligure. Portali in pietra.
Portali in Pietra

Degni di particolare nota sono ovviamente il castello dei Fieschi del XV secolo, ai margini del Borgo Rotondo, dal cui torrione si ha una bella vista sul paese, l’interno stesso del Borgo Rotondo tutto ben porticato di forma semicircolare e il convento delle Monache Agostiniane.

Subito fuori dal borgo, non possiamo perderci la visita al ponte del Grexino . Questa elegante realizzazione in pietra ad una fornice, fu costruita per servire uno dei primi insediamenti urbani denominato Quartiere di Grecino.


Varese Ligure. Ponte di Grexino.
Ponte di Grexino

Tra i prodotti tipici del luogo non possono mancare i Croxetti, pasta tipica ligure, e le tagliatele al pesto rosso o classico, annaffiate con ottimo vino bianco della zona.

Varese Ligure. Tagliatelle al pesto ligure.
Tagliatelle al Pesto

Varese Ligure, primo borgo rurale eco-compatibile d’Italia, stava morendo, ma ora è risorto diventando un modello di sviluppo nel segno dell’agricoltura rispettosa dell’ambiente.

E’  il borgo con la prima certificazione ambientale in Italia, che ha una produzione biologica riguardante il 95% dell’attività agricola.


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Panorama sul borgo

San Miniato e Certaldo – Borghi Medievali Toscani


San Miniato e Certaldo – Olio, Vino e Tartufo Bianco


Introduzione


Perché San Miniato e Certaldo?

Godere di una gita domenicale particolarmente piacevole,  in Toscana è possibile.

La regione è così ricca di borghi  e cittadelle medievali, da avere solo l’imbarazzo della scelta.

Molti sono i villaggi della Toscana che meritano la classificazione di Borgo Storico. Inserita in un paesaggio bucolico, tra panorami spettacolari e località UNESCO, ogni cittadella racconta ancora la propria storia medievale con le  sue mura, le sue torri, le rocche e le caratteristiche abitazioni tutte concentrate in vie strette ed acciottolate.

Studiando il territorio e sapendo scegliere, in virtù anche  delle brevi distanze che separano tra loro i vari paesi, è possibile addirittura in un solo giorno estendere la visita anche a più di un borgo, come nel caso di questi due paesi, distanti tra loro solo circa 25 km.

Queste due località fanno parte di un elenco di “15 borghi toscani più belli” da visitare per conoscere l’anima più autentica di questa terra”.

San Miniato e Certaldo - Campagna circostante il borgo di san Miniato.
Campagna circostante San Moniato

Situati su verdi colli in una splendida campagna, San Miniato e Certaldo formano un concentrato di Toscana e di tutto quello che di bello e di buono esiste in questo territorio.


San Miniato – Paese del tartufo bianco e degli antichi mestieri


San Miniato e Certaldo - Antica mappa di san Miniato

San Miniato  è un comune   della provincia di Pisa con 27 903 abitanti.

Il centro storico della città sorge in posizione strategica su un colle a metà strada tra Firenze e Pisa per cui la città è stata scenario di molteplici scontri fra i due odierni capoluoghi, fino alla definitiva conquista fiorentina.

Un po’ di Storia

Il nucleo originario della città risale all’VIII secolo, quando un gruppo di Longobardi, secondo un documento originale datato 713 dC  e conservato nell’Archivio Arcivescovile a Lucca, si stabilì su questo colle ed edificò una chiesa dedicata al martire Miniato.

La città rimase nell’orbita fiorentina fino al 1925, quando fu ceduta alla provincia di Pisa. La seconda guerra mondiale lasciò il segno nella città per via della strage del Duomo. Venne altresì distrutta una buona parte delle costruzioni medievali, tra cui la Rocca di Federico II, prontamente ricostruita però negli anni successivi.

Visita del Borgo

Seppur concentrati in uno spazio ristretto, i monumenti da vedere sono diversi:

San Miniato e Certaldo - Piazza del Seminario di San Miniato
Piazza del Seminario o della Repubblia

Cominciamo da Piazza del Seminario o della Repubblica, dove troviamo il bellissimo Palazzo del Seminario, contenente sulla facciata molteplici Massime Latine.



Oltrepassando un arco che si affaccia nel centro della piazza, saliamo fino al Duomo.

Qui possiamo ammirare il Palazzo Vescovile ed il Palazzo dei Vicari.

Naturalmente non possiamo non visitare il Duomo anche al suo interno dove troviamo la tomba di Jacopo Bonaparte, uno dei primi membri della famiglia Bonaparte del ramo di San Miniato , in contrapposizione al ramo conosciuto a Sarzana dal 1200 da cui deriva Napoleone.



Dalla Piazza del Duomo, dopo una breve passeggiata, si sale fino alla torre di Federico II, dalla cui sommità , si gode di un bellissimo panorama su tutto il borgo e sulla campagna circostante.


Ritornati un centro, dopo un ottimo e caldo panino con burro ed acciughe, accompagnato da ottima birra, ci dirigiamo dall’altra parte del borgo, in Piazza del Popolo, per visitare un’altra singolare ed antica chiesa, quella di San Domenico con il suo adiacente Chiostro.

San Miniato e Certaldo - Tipico locale da spuntini
san Miniato e certaldo - Chiostro di San Domenico in san Miniato.
Chiostro di San Domenico

Terminiamo qui la visita di San Miniato e raggiungiamo in breve tempo Certaldo. Parcheggiamo nella piazza del municipio dove troviamo la navetta che ci porta direttamente all’interno del Castello.


Certaldo – Il Borgo del Boccaccio


Certaldo è un comune di circa 16.000 abitanti in provincia di Firenze.

Un po’ di Storia

L’abitato, sviluppatosi in posizione collinare intorno al castello, si è esteso successivamente, in epoca moderna, anche in pianura.

San Miniato e Certaldo - Vista del Borgo di Certaldo arroccato su di una collina
Certaldo Alto

Il Castello ed il contado appartennero alla famiglia degli Alberti che alla fine del XIII secolo furono sottomessi dai Fiorentini.

Il borgo è patria di Giovanni Boccaccio, di famiglia certaldese. Anche se il luogo di nascita è incerto tra Certaldo e Parigi, sicuramente qui morì nel 1373.

Visita del Borgo

La arroccata cittadina medievale di Certaldo è da sempre una delle mete preferite dagli appassionati dei borghi storici e per chiunque ami fare una passeggiata dal sapore medievale, all’interno di un centro intatto e dai tratti singolari.

Il borgo storico, detto anche Castello, è raccolto entro mura su cui si aprono le antiche porte d’accesso.

Non essendoci lo spazio necessario per una piazza come tutti gli altri paesi hanno e dove si svolge la maggior parte della vita cittadina, questa invece avviene a Certaldo nella Via del Boccaccio, dove si affacciano tanti palazzi e costruzioni medievali, la Chiesa, il Palazzo Pretorio e le Logge del Mercato.

San Miniato e Certaldo - Passeggiata in Via del Boccaccio a Certaldo Alto.
Via del Boccaccio

Ma il monumento più importante del Borgo è sicuramente  il Palazzo Pretorio, l’antica dimora dei conti Alberti che venne costruita alla fine del XII secolo sulle rovine delle antiche case di questa famiglia. Ne sono visitabili le prigioni, la sala delle udienze, l’archivio, la cappella e gli alloggi privati dei Vicari. Sulla facciata e all’interno del palazzo sono ammirabili numerosissimi stemmi, ognuno dei quali rappresenta l’effigie della famiglia di ogni Vicario che ha governato la città.

San Miniato e Certaldo - Facciata del palazzo pretorio con stemmi
Facciata del palazzo Pretorio

Prodotti tipici

Come per San Miniato, anche qui è presente l’attività di raccolta del pregiato tartufo bianco.

Le tradizioni agricole, il clima e l’ambiente collinare, consentono una ricca produzione di olio extravergine di oliva e vino Chianti D.O.C.G. 

A Certaldo inoltre, molto famosa e apprezzata è la “Cipolla di Certaldo”, che
ha un sapore intenso e leggermente dolciastro, adatta per zuppe, ed anche per farne marmellata. E’ un prodotto certificato da un preciso marchio di qualità.

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