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I Viaggi di Alessandro

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Panorama della costa di Biarritze

Biarritz – Il Paese Basco Francese


Biarritz – Introduzione

Biarritz. Gran parte delle persone  pensano che con la definizione Paesi Baschi, si identifichi una zona a nord della Spagna, nel Golfo di Biscaglia, lungo la costa atlantica. Qui si trovano località come San Sebastian, Bilbao, Getxo e la singolare San Juan de Gaztelugatxe, proprio sulla strada tra San Sebastian e Bilbao. Un isolotto collegato alla terra ferma grazie ad un ponte molto antico, che risale pensate un po’ al XIV secolo.

Biarritz. Sosta a Gaztelugatxe.

Chiariamo subito quindi, che i Paesi Baschi non sono tutti  in Spagna. Alcuni anche in Francia e Biarritze, l’oggetto di questo articolo, è una località basca in Francia a soli 10 chilometri da Bayonne la capitale delle tre province basche francesi.

Biarritz. Una delle tante spiaggette cittadine.

Biarritz – Cosa Vedere

Biarritz è diventata popolare meta vacanziera da quando i reali d’Europa hanno iniziato a frequentarla nell’Ottocento.

Molto amata dai surfisti, possiede lunghe spiagge sabbiose e scuole di surf.

Video con Commento Audio


Il simbolo di Biarritz, la Rocher de la Vierge, è uno scoglio che affiora dal mare e sulla cui cima c’è una statua della Vergine Maria.

Biarritz. Il simbolo della città.

Il lungomare vero e proprio si apre con la Plage de Miramar e l’adiacente Grand Plage. All’estremità meridionale di questa spiaggia, si stagliano due grandi edifici: Il Casinò Municipale in stile Art Decò e l’ex casinò, oggi centro dei congressi  denominato Bellevue.

Ma la parte più caratteristica è sicuramente  il Port des Pecheurs, che molti credono risalga al medioevo, quando Biarritz era di fatto un villaggio di pescatori.

Oggi è diventato un luogo pittoresco, anche se molto turistico, con le tipiche crampottes le vecchie casette dei pescatori. Qui si trovano anche diversi ottimi ristoranti dove si può assaggiare una vasta gamma di piatti di pesce.

Polpo con patate, calamari al prezzemolo e patate fritte, insalata mista di polpo, sardine alla griglia con patatine e non mancano poi gli ottimi dolci tipici di Biarritze. 


L’Arte culinaria


Biarritz. Ottimo ristorante presso il porto dei pescatori.

Passeggiando nei pressi del porto, possiamo godere di belle vedute sul litorale e sulla città dove spicca, nella parte più alta la bellissima Eglise di Sainte Eugenie.

La Chiesa di Biarritz

La chiesa, in stile neogotico in pietra grigia, che si affaccia su Port Vieux, il vecchio porto,  ha un campanile centrale costruito nel 1856. La costruzione fu interamente finanziata da Napoleone III con ben 30.000 franchi di quei tempi.

Biarritz. Veduta della Chiesa.

Non possiamo lasciare la città senza salire sul faro costruito nel 1831.

Biarritz. Il Faro.

I 243 scalini che congiungono il pian terreno alla sua sommità, consentono di giungere ad un’altezza di circa 80 metri. Dalla cima si può godere, nelle belle giornate,  uno spettacolare panorama.

Biarritz. Panorama sul litorale.

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Todi – Cosa vedere in un giorno


Todi – Notizie Generali

Todi – una cittadina nel cuore dell’Umbria, regione dell’Italia particolarmente ricca di storia, definita addirittura la città ideale in cui vivere, abbarbicata su dolci colline in posizione strategica.

Todi. Panorama dal drone.

E’ un comune italiano di 15 724 abitanti della provincia di Perugia. Sorge su un colle alto 411 m s.l.m. E’ una cittadina medievale di una bellezza ed eleganza unica. Nota come “la città più vivibile del mondo” (anche se i tuderti preferiscono chiamarla “città ideale”!).

Deviazione prima di Todi

Ma l’Umbria è così ricca di antichi paesi sparsi un po’  ovunque, che spesso c’imbattiamo, lungo il nostro itinerario prefissato, in qualche  piccolo borgo seppur quasi sconosciuto  che attirando la nostra attenzione per qualche aspetto particolare,  quasi ci obbliga ad effettuare piccole deviazioni per improvvisare una pur breve visita.

Gualdo Cattaneo

E’ questo il caso di Gualdo Cattaneo, situato  proprio lungo il tragitto  verso Todi. 

Todi. Panorama di Gualdo  Cattaneo dall'alto.

Gualdo Cattaneo

Si tratta di un piccolo borgo medievale arroccato su una collina in una posizione particolarmente suggestiva, che attira subito la nostra attenzione anche per la possente rocca che spicca in modo dominante sull’agglomerato.

Oltre che per i gioielli custoditi all’interno delle sue antiche mura, merita una visita anche per meglio comprendere il sistema di castelli e costruzioni medievali che caratterizzano questo territorio: un vero e proprio complesso difensivo che costituisce uno straordinario museo all’aperto.

Arrivo a Todi

Essendo un antico borgo con stretti spazzi, il problema che si presenta subito appena arrivati é quello del parcheggio. Conviene parcheggiare nei pressi della Chiesa Santa Maria della Consolazione.

Qui troverete un ampio parcheggio e nella piazza adiacente una navetta gratuita, vi condurrà in cima al paese, con possibilità di fermarvi lungo il percorso e riprenderla quando volete.

Todi – Cosa Vedere


Video con Commento Audio

Todi – Chiesa di Santa Maria dell’Assunta

Appena giunti a Todi,  dopo aver parcheggiato, c’imbattiamo in un capolavoro di architettura rinascimentale: la chiesa di Santa Maria della Consolazione che si trova nella parte bassa della città.

Todi. Chiesa di Santa Maria della Consolazione.

La realizzazione della chiesa, il cui progetto sarebbe di Bramante, fu iniziata nel 1508 e ultimata nel 1607. Alla sua realizzazione  parteciparono anche altri numerosi architetti del tempo più o meno celebri.

Il progetto ricorda da vicino quello originale della Basilica di San Pietro a Roma, per la quale Bramante prevedeva, all’epoca, una chiesa a pianta centrale come nel caso di questo tempio.

Todi – Verso la città alta

La centrale  via Ciuffelli, che dal belvedere continua a salire, offre alla vista del visitatore particolari singolari e ben curati, negozi originali che espongono in vetrina i prodotti tipici locali.

Richiama la nostra attenzione sui tanti vicoli ben curati , accompagnandoci  fino alla chiesa di San Fortunato. La sua facciata incompiuta ha tre portali. Situata in ottima posizione panoramica, domina la piazza Umberto I.

Todi.  Chiesa di San Fortunato.

La vocazione contemporanea di Todi è saldamente turistico-culturale, supportata da strutture ricettive di alta qualità. La campagna che circonda il borgo è splendida così come i casali che la punteggiano.

Todi. Panorama visto dalla Via Ciuffelli.

Chiesa di San Fortunato

Ma torniamo per un attimo a parlare della chiesa di San Fortunato, per consigliare una visita più accurata di questo importante  edificio con il suo caratteristico  campanile del ‘400.

Todi. Chiesa di San Fortunato vista dal drone.

Al suo interno sono custodite le spoglie di Jacopone da Todi e sulla  facciata possiamo apprezzare due mirabili statue ai lati del portale, raffiguranti l’Arcangelo Gabriele e l’Annunciata.

Piazza del Popolo

Ed eccoci arrivati nel cuore pulsante di Todi, il punto principale che attira subito il visitatore, il punto di partenza d’obbligo per la visita della cittadina.
Ci troviamo in Piazza del Popolo, su cui si affacciano gli edifici principali, come gli inconfondibili Palazzo del Popolo, il Palazzo del Capitano ed il palazzo dei Priori.

Palazzo del Popolo e del Capitano

Il Palazzo del Popolo, detto anche del Comune, è collegato con una grande scala al Palazzo del Capitano, con la  sua  inconfondibile facciata in stile gotica.

Todi. Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano.

Entrambi gli edifici si trovano nella parte orientale della piazza. Evidenti sono  le merlature sul tetto del Palazzo del popolo aggiunte in un secondo momento durante una ristrutturazione.

Il Duomo

Sul lato breve della piazza, opposto al Duomo, ecco la bella facciata del Palazzo dei Priori di evidente origine medievale.

Todi. Il Palazzo dei Priori.

Completa questa straordinaria scenografia il Duomo, l’ultimo dei quattro edifici della piazza, col in suo magnifico rosone centrale.

L’interno a tre navate con bei capitelli, semplice e armonioso, custodisce un frammento di affresco della Trinità del 1515 circa, attribuito allo Spagna.

L’ attenzione del visitatore viene però colpita subito, appena entrato, dallo stupendo affresco sulla controfacciata illuminato dal bellissimo rosone.

I Nicchioni Romani

Le attrazioni di Todi non si esauriscono certamente tutte in piazza del PopoloIl semplice passeggiare per il borgo é già di per sé un’attrazione. C’imbattiamo in tanti particolari ed angoli caratteristici, che ci obbligano a soste per osservare attentamente  e capire cosa ci troviamo davanti.

Todi. I Nicchioni Romani.

E’ questo il caso dei Nicchioni Romani della prima metà del I secolo a.c.
La loro funzione non è mai stata compiutamente chiarita, ma la spiegazione più attendibile è che probabilmente facessero parte di un tempio romano.

La Fonte di Scanna becco

Nelle vicinanze ecco un’altra opera del’200 ancora ben conservata: la Fonte di Scannabecco, costituita da vasche d’acqua sormontate da un elegante portico sostenuto da sette colonne con capitelli variamente lavorati.

Todi. Fonte di Scannabecco.

Porta Aurea

E tra chiese abbandonate, chiuse, ciascuna con la propria storia più o meno interessante,  arriviamo alla Porta Aurea, il vecchio accesso all’interno della seconda cerchia muraria, alla fine del centro storico.

Todi. Porta Aurea.

Qui può considerarsi terminata la visita di Todi, questa piccola cittadina che in poco spazio è riuscita a concentrare un patrimonio di arte, storia, cultura e tradizioni. Una cittadina ordinata, pulita, organizzata e gestita da cittadini cortesi, sempre disponibili e affabili.

Ecco perché Todi viene definita “la Città ideale in cui vivere”. 

Todi. Il Palazzo dei priori visto dal drone.

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Zagabria-Due città: Alta e Bassa


Zagabria – Perché questa scelta


Zagabria – Perché visitare sempre le solite mete turistiche scontate? 

Spesso mi  incuriosisco di luoghi turistici meno conosciuti, mete meno ambite e mi domando: come sarà quella tale città? Varrà la pena visitarla? Avrà pur qualcosa d’interessante…ma se non vado non lo potrò mai sapere.

Premesso che viaggiare è sempre bello a prescindere, la mia curiosità, questa volta, mi  ha spinto a scegliere Zagabria come meta da visitare, sicuramente meno sfruttata di Dubrovnik, Spalato, Pola, Fiume, Zara ed altre, in quanto un po’ fuori dai consueti  circuiti turistici.

Quindi mi faccio un programma qualche giorno prima, salgo in macchina, parto ed in otto ore ( da Lucca) sono nella via Ilica, in pieno centro di Zagabria.

Zagabria. Via Ulica

Zagabria – Drazen Petrovic

Per gli appassionati sport e storia dello sport, prima di cominciare la visita della città, raccomando un po’ di tempo da dedicare alla memoria di Drazen Petrovic, grande campione del Basket Jugoslavo, una grande promessa a livello mondiale che avrebbe potuto sfidare addirittura Michael Jordan.

Zagabria. Drazen Petrovic

Nato a Zagabria e morto a 29 anni in un incidente stradale in Germania. A lui è stata intitolata una piazza dove molti suoi fan e appassionati di basket si recano quasi come in pellegrinaggio.

Ma il pellegrinaggio, non si limita solo alla piazza col monumento, ma bensì anche all’enorme cimitero monumentale di Zagabria, dove i tifosi si fermano per alcuni minuti davanti alla sua tomba.


Zagabria – Visita della Città


Zagabria – Città Bassa

Importante, al fine di organizzare meglio la visita della città, ricordarsi che Zagabria è divisa in due parti: la città bassa (Donji Grad) e città alta (Gornji Grad). Da dedicare un giorno per la parte bassa ed uno per la parte alta.

La parte bassa di Zagabria, Dolnjji Grad, si  può visitare, giusto per averne un idea, in una mezza giornata a passo svelto, ma sarebbe un peccato  non passeggiare lentamente, anche senza una precisa meta, guardarsi  intorno per osservare tanti particolari disseminati per la città, alzare lo sguardo per ammirare i tanti bellissimi palazzi così ben  decorati e costruzioni che seppur molto moderne non contrastano affatto  con l’ambiente circostante.     


Video con Commento Audio

Via Ulica e Trg Bana Jelacica

Imbocchiamo la Ilica, il grande viale che attraversa tutta la città e conduce nella piazza centrale, nel cuore della città: Trg Bana Jelacica, e cominciamo  così la visita della città  bassa, la Donji Grad, la parte più moderna.

Zagabria. Via Ulica

In questa bellissima piazza, dove si erge l’imponente monumento al generale Josip Jelacic, si affacciano i più importanti negozi di Zagabria. La piazza è sempre molto frequentata sia di  giorno  che di sera, anche perché da qui passano tutti i tram.

Oltre ad essere uno spazio di divertimento per i giovani, è anche per molti un luogo di relax . Ecco perché viene chiamata il cuore della città. E’ un grande spazio dove tutti, prima o poi, vi devono passare.

Cvjetni trg

Un’altra piazza ben conosciuta é la Cvjetni trg, dove troviamo un’antica galleria commerciale dell’800 situata in un bellissimo palazzo, dove sono presenti importanti e storici negozi.

Nelle immediate vicinanze, quasi a spezzare tutto questo aspetto esclusivamente commerciale, si può visitare la piccola, ma singolare chiesetta serbo-ortoddossa, la  Pravoslavna Crkva, del 1866.

Gli Spazi verdi della città

Zagabria non è una città di cui ci si innamora a prima vista ma lentamente vi saprà rubare l’anima.  Quando scoprirete le magnifiche piazze , i grandissimi spazi verdi così  ben tenuti e curati, ve ne innamorerete subito.

Zagabria. Piazza del Maresciallo Tito.

Ecco la piazza del maresciallo Tito, dove si trova, tra altre rilevanze architettoniche, il bellissimo teatro del, mentre subito adiacente a questo slargo troviamo la Marulicev, altra piazza immersa nel verde, con bellissimi palazzi.

Zagabria. Palazzo Marulicev.

Ma gli spazi verdi più grandi e più curati li  troviamo nei pressi della stazione: TRG KRALIA TOMISLAVA e LA SRTOSSMAYEROV . In quest’ultima si trova il  bel palazzo del Padiglione.

Questi grandi giardini, oltre ad essere luoghi di relax, sono anche spazi per il divertimento e lo svago  dei cittadini.

Zagabria – Città Alta

La città Alta si divide a sua volta in due quartieri, storicamente rivali: il Gradec e i Kaptol, dove si trova la Catytedrale.

Funicolare – Via Ulica

Una  comoda  funicolare ci risparmia la fatica della salita alla città alta, arrivando alla torre Lotrscak, il simbolo i Zagabria, nel quartiere Gradec.

Zagabria. Funicolare.

Purtroppo ci accorgiamo subito che gran parte dei monumenti sono in fase di restauro, come la stessa chiesa di San Marco, famosa per il suo tetto piastrellato. Questa chiesa, tra l’altro, non solo é chiusa, ma neanche avvicinabile, essendo bloccata tutta la piazza.

Zagabria. Piazza San Marco.

Kamenita Vrata

Saltiamo quindi la  visita di  questa piazza, e ci dirigiamo  subito verso la Kamenita Vrata, ovvero la Porta di Pietra la sola rimasta delle quattro  antiche porte , dove è stata eretta una cappellina barocca della Madonna col Bambino.

Zagabria. Kamenita Vrata.

Museo Cittadino

Doverosa é anche la visita al museo cittadino. Tra i  numerosi reperti della vecchia Zagabria, troviamo anche un simpatico busto  che ricorda l’invenzione della Penna Stilografica, avvenuta proprio in questa città.

Zagabria. Museo cittadino. Penkalia, la penna stilografica inventata a Zagabria.

Scendiamo nell’altro quartiere  il Kaptol, imbattendoci involontariamente in un’antica e storica farmacia.

Una targa narra che un pronipote di dante Alighieri, Nicolò Alighieri, viveva e si era sposato in Zagabria, dove aveva acquistato questa farmacia nel 1399.

Quartiere Kaptol

Il Kaptol è il quartiere più turistico in assoluto, la cui vita si concentra quasi tutta nella via Tkalciceva.

Zagabria. Tkalciceva.

E’ in questo quartiere che si trova la Cattedrale

Questa è una delle zone più animate della città, piena di negozi, ristoranti e caffè tutti situati in vecchi e caratteristici fabbricati dell’epoca.

Dolac (Il Mercato)

Percorrendola tutta arriviamo nella piazza del Dolac, il caratteristico mercato di Zagabria, pieno di banchi per la vendita di frutta e verdura, prodotti alimentari, e tantissimi altri generi di merci.

Zagabria.Dolec...il mercato.

Ristoranti e Parcheggi

I ristoranti nella parte bassa della città sono in genere buoni ed offrono menu di qualità, anche se non molto vari. I prezzi, per essere in Croazia, non sono particolarmente contenuti.

I parcheggi sono un problema in modo particolare nella città alta, e parcheggiare nel centro della città bassa sarà abbastanza difficile, quindi conviene trovare un parcheggio sotterraneo, di cui la città è ben fornita.

La città alta, si raggiunge benissimo a piedi, con o senza funicolare.

Zagabria. Struttture moderne.

                                                                              


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Roussillon – Il Sentiero dell’Ocra


Roussillon – Informazioni Generali


In Provenza esiste il tipico villaggio di Roussillon, iscritto nell’Associazione dei Villaggi più belli di Francia, magicamente avvolto da mille sfumature colorate, che possono essere esplorate dal Sentiero dell’Ocre.

Roussillon. Panorama dall'alto

Questo è sicuramente uno dei villaggi fra i più caratteristici di tutta la Provenza. E’ reso unico dalle polveri color ocra sospese nell’aria e depositate su muri delle case e vicoli che assumono mille sfumature diverse a seconda della luce della giornata. Tutto questo colore è contornato dal verde della foresta e dall’azzurro del cielo.

Vale sicuramente la pena inserirlo in un itinerario alla scoperta della Provenza.

Un viaggio a Roussilon ne vale praticamente due.

Avrete infatti l’opportunità di visitare e percorrere il singolare sentiero dell’Ocra, almeno mezza giornata, ed un’altra mezza giornata per visitare il villaggio.

Roussillon – Come arrivare

Una volta raggiunta Ventimiglia, si prosegue per Nizza e qui si possono scegliere due strade per puntare su Avignone.

La più agevole è sicuramente quella più a sud che passa sopra Marsiglia, prosegue per Arles e poi si stacca sulla destra in direzione appunto di Roussillon.

Roussillon. Cartina stradale.

Da Ventimiglia sono 300 chilometri da percorrere in circa 3 ore e mezza.

Giunti a Roussillon dobbiamo lasciare l’auto al parcheggio; non si può entrare dentro il borgo, ma non ci  sono problemi  di parcheggio.

Roussillon. Parcheggio visto dall'Alto.

Il parcheggio, grandissimo e sufficiente anche nei giorni di festivi e in piena stagione, è proprio nel mezzo tra il Sentiero dell’Ocra e il Villaggio.

Roussillon – Il Sentiero dell’Ocra

Una volta lasciata l’auto nel  parcheggio ci dirigiamo subito alla cassa e cominciamo la nostra visita giornaliera dal Sentiero dell’Ocra.

CONSIGLIO IMPORTANTE: PORTATEVI DELL’ACQUA FRESCA DA BERE LUNGO IL  SENTIERO.

Nonostante l’elevata temperatura, decidiamo di visitare tra i due sentieri dell’Ocra, quello più lungo e iniziamo così, con molta curiosità ed eccitazione, a muovere i  primi passi.

Il percorso inizia con una scalinata che scende nel cuore di questa antica cava in disuso: il contrasto tra il rosso delle rocce e il verde degli alberi è assolutamente magnifico.

Roussillon. Sentiero dell'Ocra

Il Sentiero dell’Ocra ci fa rimanere a bocca aperta già prima dell’ingresso. Il colore così intenso della terra ci sorprende, e in alcuni punti ci sembra di essere addirittura in un canyon americano.

Un po’ di Storia

La leggenda narra che questa terra sia diventata rossastra per il sangue versato  dalla bella Sirmonde che si gettò dall’alto delle falesie per il grande dispiacere, dopo che il marito uccise il suo amante del quale era estremamente innamorata.

Ma la verità sta nel fatto che in questo luogo del Luberon si trovava la più grande cava di ocra d’Europa. Una volta abbandonata, sono stati il tempo e gli agenti atmosferici  a creare questo paesaggio magico.

Sembra modellato dalla mano di uno scultore.

Roussillon. Sentiero dell'Ocra.

Questo territorio veniva impiegato già dalla preistoria nell’estrazione dell’ocra per produrre una tinta naturale estremamente resistente anche alla luce solare. Dal XIX secolo la produzione ha subito un fortissimo incremento, tanto da istituire nel 1880 alcuni treni che da qui giungevano fino a Marsiglia per spedire i pigmenti in tutto il mondo.

La produzione ha avuto un picco massimo nel 1929 da lì cominciò però la decrescita, fino a sospendere la produzione nel 1958. Oltre all’avvento delle nuove tinte sintetiche, la forte estrazione perpetrata negli anni causava il rischio concreto di un crollo dell’intera area di Roussillon.

Fine del Sentiero

Una volta terminato  il  sentiero, all’uscita esistono bagni, fontanella con acqua fresca, bar e un negozio ben fornito di souvenir.


Video con Commento Audio

Roussillon

Una volta che ci siamo ripresi dal caldo e dalla stanchezza, possiamo entrare nel villaggio che è subito prospicente l’uscita del Sentiero.

Prima dell’ingresso al borgo si  attraversa una piazza dove in genere è sempre presente un mercato e poi si accede al borgo che c’impresiona subito per la sua particolarità.

Roussillon. Piazza con mercato.

Il villaggio è ubicato nel centro del parco del Luberon, che rientra tra le riserve della biosfera protetta dall’Unesco.

Non ha particolari attrazioni artistiche o architettoniche; la particolarità del villaggio di Roussillon è data dai colori degli edifici che sfoggiano tutte le diciotto tonalità di ocra che venivano estratte nella vicina cava.

Roussillon. Strada in salita.

Il centro storico, nel quale è piacevole passeggiare, ha una via principale che disegna una sorta di spirale che conduce fino in cima al borgo da dove possiamo godere di una splendida vista.

Roussillon. Panorama visto dall'alto.

Lungo questa via principale, si affacciano negozi di tutti i generi, in particolare di souvenir molto singolari, e ristoranti con ottima cucina locale che sfoggiano i menù più variegati.

Un po’ di Storia

Il villaggio nacque durante il periodo della dominazione gallo romana e precisamente nel X secolo. Ma solo a partire dal XVIII secolo, quando s’iniziarono a sfruttare con maggiore intensità le ingenti riserve di Ocra, dando così  lavoro a molte persone, il villaggio si sviluppò velocemente prendendo l’aspetto di un vero e proprio borgo.

Roussillon. Via caratteristica

L’attività estrattiva dell’ocra, ormai terminata, è stata soppiantata dal turismo che è diventato la vera fonte di guadagno per la maggior parte delle persone che vi abitano.

Non è un  caso, visto  che Roussillon fa parte a pieno titolo dell’Associazione dei più bei villaggi di Francia.

All’Interno del Borgo

Seppur un villaggio piccolo, non mancano i buoni ristoranti ed altri locali dove mangiare in modo più  semplice. Menu molto vari, a base di pesce e carne, alcuni particolari in quanto offrono ricette della zona.

Passeggiando per le sue strade, oltre ad osservare negozi, ed ammirare particolari singolari, si possono scoprire anche tanti luoghi simbolo del villaggio.

E così troviamo le Beffroi, il campanile del X secolo che fungeva da antica porta d’accesso al Castrum fortificato.

Roussillon. Le beffroi.

La Place de la Marie, circondata da deliziose case del XVIII sec, la più affollata di turisti.

Infine la Chiesa di St Michel, situata proprio in prossimità del bordo della falesia, il punto culminante del villaggio.

La facciata e l’interno, a tre piccole navate, sono estremamente semplici, ma accoglienti.

Conclusioni

Se un giorno vi troverete in Provenza, per scelta o di passaggio, non perdete l’occasione e  prendetevi il giusto tempo  per visitate Roussillon e il Sentiero dell’Ocra: una giornata sarà sufficiente per vederli entrambi e non vi sarete persi così un piccolo, ma affascinante villaggio ed un sentiero particolare, singolare, sicuramente una rarità in Europa.

Roussillon. Panorama visto dall'alto.

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Saintes Maries de la Mer Capoluogo della Camargue


Saintes Maries – Informazioni generali


Saintes Maries de la Mer è  il capoluogo della Camargue, una regione della Francia molto singolare, completamente diversa da tutte le altre regioni.

Terra abitata da gitani, ricca di forti tradizioni, sia nella musica, nella cucina, nella cultura e nello  stile  di vita.

E’ una regione prevalentemente paludosa, con una natura splendida: circa 400 specie di volatili hanno trovato qui l’habitat naturale. Qui nidificano, emigrano e ritornano per riprodursi.

Saintes. Le paludi.

Per non parlare della folta popolazione di cavalli di razza Camargue, un’antica razza autoctona, perfettamente adattabile alle zone umide.

Saintes. Cavalli camrgue.

Saintes Maries de la Mer – Ubicazione

La Camargue è la zona umida a sud di Arles, in Francia, fra il Mar Mediterraneo e i due bracci del delta del Rodano. Il braccio orientale si chiama Grand Rhône; quello occidentale Petit Rhône.

Con un’area di oltre 930 km² la Camargue è il più grande delta fluviale dell’Europa occidentale (tecnicamente è però un’isola, essendo completamente circondata dalle acque). Essa è una grande pianura comprendente vaste lagune di acqua salata divise dal mare da banchi di sabbia e circondate da paludi coperte da canneti, a loro volta attorniati da grandi aree coltivate. Approssimativamente un terzo della Camargue è formato da laghi o paludi.

Saintes. Palude con fenicotteri.

Saintes Maries de la Mer – Influenza Umana

Gli uomini hanno vissuto per secoli nella Camargue, modificandola notevolmente con bonifiche, argini, risaie e saline.

Gran parte della regione esterna è stata drenata per fini agricoli.

Anche se la regione non è delle più adatte non sarà molto difficile trovare anche qualche coltivazione di lavanda.

Saintes. Prati di lavanda.

La sua “capitale” è Saintes-Maries-de-la-Mer che è meta dei pellegrinaggi annuali del popolo Rom in venerazione di Santa Sara.

Come raggiungere la Camargue

Da Ventimiglia si raggiunge Saintes Maries de la Mer, capoluogo della Camargue, dopo circa 320 chilometri di autostrada, in tre ore e mezza.

Nella città non ci sono problemi di parcheggio. Una grande area di sosta a pagamento, peraltro a costo giornaliero molto contenuuto, è situata proprio davanti alla spiaggia, sul lungo mare, dove si trovano, anche in piena stagione, stalli liberi a qualunque ora.

Saintes. Parcheggio.

Una volta pagato il biglietto giornaliero, possiamo uscire e rientrare a ogni volta lo riterremo necessario.

Saintes Maries de la Mer

Il villaggio è il centro più importante e capoluogo della Camargue


Video con Commento Audio

Un po’ di storia

La leggenda narra che le Marie, Maria Salomè e Maria Jacobè, che hanno dato il nome al borgo, sarebbero arrivate in questi luoghi assieme alla serva SARA LA NERA.

Nella cripta della parrocchiale del paese, le due Marie sono raffigurate sulla barca, scultura che viene portata in processione nella ricorrenza dello sbarco, mentre a Sara, divenuta la PATRONA DEI GITANI; è dedicata la statua nella cripta.

La Parrocchiale

Personalmente consiglio, una volta raggiunto il borgo, per prima cosa, di salire sul tetto a terrazza della chiesa, per rendersi conto del territorio circostante e su come muoversi all’interno del villaggio.

Saintes. Chiesa con tetto a terrazza.

Ovviamente una volta scesi dal tetto, si deve visitare l’interno, semplice, ma suggestivo e la cripta con la statua delle tre Marie e di Sara la Nera.

La chiesa è molto importante per i Santois (gli abitanti di Saintes Maries de la Mer): più che un monumento è ormai diventato un simbolo

Cosa Vedere

Il borgo non contiene attrazioni artistiche particolari oltre la chiesa, se non un vecchio fabbricato, una volta il municipio del villaggio, oggi adibito a museo etnografico, intitolato al Nobile Fiorentino Folco Baroncelli, un appassionato difensore della natura e del patrimonio culturale di questa regione.

La vera attrazione sono gli innumerevoli negozi uno attaccato all’altro che vendono veramente tantissimi articoli singolari, prodotti locali, consigliabili il riso e le marmellate, oggetti per la casa ed artigianato locale.

Alberghi e Ristoranti

Gli alberghi, anche quelli a due stelle, sono molto confortevoli, puliti e ben attrezzati.

Personalmente ho soggiornato nell’Hotel Camille, pensione a due stelle proprio davanti alla spiaggia, a conduzione familiare, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Saintes. Hotel Camille.

I ristoranti sono tutti buoni: potrete mangiare carne, pesce, piatti locali ed un ottima paella, il  tutto annaffiato con buon vino.

Dintorni

Per conoscere ed apprezzare al meglio la Camargue, dovrete spostarvi fuori della cittadina dove non sarà difficile trovare campi con cavalli allo stato libero, centri di allevamento e maneggi di questi splendidi animali.

Il Camargue è un’antica razza autoctona di cavalli, diffusa ormai un po’ in tutto il mondo, grazie alla sua capacità di adattarsi alle zone umide. Questo cavallo, rustico e resistente, nasce baio scuro o morello, e solo in età adulta diventa completamente grigio.

Saintes. Puledro baio o morello.

Ma l’escursione più importante, più interessante e che vi porterete sempre dentro come ricordo della Camargue, sono le paludi con i trampolieri ed in modo particolare i fenicotteri.

Saintes. Fenicotteri.

A tal scopo esiste poco fuori il borgo il Parco Ornitologico du Pont de Gau, veramente splendido e ben organizzato. I sentieri sono stati studiati per osservare bene gli uccelli, spesso anche da molto vicino senza doversi nascondere con sofisticati binocoli.

Rimarrete impressionati dalle varietà di volatili presenti, compresi i fenicotteri, in tutti i  periodi dell’anno.

Conclusioni

Sicuramente la musica gitana nei locali alla sera, la cordialità degli abitanti, i cavalli e le paludi, habitat di migliaia di uccelli, saranno il più bel ricordo della Camargue.

Saintes. palude con varie specie di uccelli.

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Cesky Krumlov – Un Paese da Fiaba

INTRODUZIONE

Cesky Krumlov é una cittadina molto singolare per la sua conformazione, con un tessuto urbano di eccezionale valore documentaristico. E’ un centro sottoposto a vincolo monumentale e protetto da normative UNESCO.

Vesky Krumlov. Panorama ripreso dall'alto con un drone.

Si trova in Repubblica Ceca, nelle immediate vicinanze del confine con l’Austria. Purtroppo, o forse per fortuna,  non sono molti i viaggiatori a conoscerne l’esistenza.

Cesky Krumlov. Vecchia Frontiera Austro-Ceca provenendo da Linz
Vecchia dogana Austro-Ceca

Provenendo da Linz, in Austria, la cittadina dista circa 65 km percorribili agevolmente attraverso una bella campagna, vecchi borghi e castelli.

Giunti a destinazione, non ci saranno problemi di parcheggio: ne esiste uno molto capiente all’ingresso del centro storico ad un costo contenuto.

Dal parcheggio si può raggiunge qualunque albergo e/o attrazione tranquillamente a piedi in pochi minuti.


La particolarità che attira subito l’attenzione del viaggiatore, consiste nel centro storico tutto raccolto in un ansa del fiume Moldava. Raccolto in modo così perfetto da pensare quasi che sia stata una mano divina a progettare e disegnare tutto questo.

Cesky Krumlov. Panorama del centro storico visto dall'alto

Cesky Krumlov, con poco più di 10.000 abitanti, in provincia di Praga,  incanta subito il turista anche per le sue  caratteristiche architettoniche. Per la  varietà dei colori delle facciate dei palazzi e per la fantasia dei tanti particolari conservati fino ad oggi com’erano all’origine.

Cesky Krumlov. Facciate di bei palazzi.
Centro STORICO

Qui  il tempo sembra che si sia veramente fermato.

Cesky Krumlov – Cosa Vedere

Le tre attrazioni principali del borgo sono costituite dalla piazza Náměstí Svornosti, la Chiesa di San Vito, e dallo stupendo castello.


Piazza Náměstí Svornosti

Una delle zone più interessanti e visitate di questo borgo della Boemia meridionale è senza dubbio la Náměstí Svornosti.

Cesky Krumlov. Piazza Namesti Svornosti vistq dall'alto.

Questo bellissimo spazio quadrato ha conservato fino ad oggi il suo impianto medievale e vanta anche una pregevole colonna della peste in stile barocco  con una fontana esagonale in pietra, oltre a un nutrito numero di case storiche con nuclei gotici e rinascimentali.

Tra tutti questi bei palazzi spicca in modo particolare quello del Municipio al di sopra del quale, su una collinetta, domina imperioso il bellissimo castello.

Cesky Krumlov. Sullo sfondo il Castello.

Chiesa di San Vito

Nelle immediate vicinanze della piazza,  si erge la bella chiesa di San Vito.  Vero gioiello di arte e di architettura. La chiesa, con la sua straordinaria fusione di stili e decorazioni risalenti al XIV secolo, i suoi affreschi e le sculture artistiche, vanta una storia di quasi 700 anni.

E’ situata su un promontorio sopra il tortuoso fiume Moldava, ed è una delle attrazioni più visitate di Cesky Krumlov .

Cesky Krumlov. Chiesa di san Vito vista dal Fiume.
Chiesa di San Vito

Cesky Krumlov – Il Castello

Impossibile lasciare Cesky Krumlov, senza prima aver visitato il suo castello, questa possente costruzione a protezione del paese e dei suoi abitanti, rassicurandoli con la sua presenza ben visibile da ogni punto della cittadina, sia di giorno che di notte.

Questa è sicuramente l’attrazione più famosa della città! La si raggiunge percorrendo  la strada principale che  dal cuore del centro storico conduce direttamente alla fortezza.

Cesky Krumlov. Il Castello
Il Castello

Il cuore del castello è il suo grande cortile centrale, da cui continuando a salire, si può godere di un panorama superlativo su tutto  il  borgo.


Video con Commento Audio


Non fatevi ingannare dallo strano nome di questa località ai più forse insignificante e sconosciuta. Guardate il video e scoprirete un paese veramente da fiaba dove il tempo sembra essersi fermato; tutto è ben curato e mantenuto fino ad oggi come era una volta, perfino nei tanti particolari. Tradizioni, arte, storia e cultura, anche nella cucina. Un paese di circa 10.000 abitanti nella Boemia meridionale, considerato un vero gioiello. Ne rimarrete sicuramente sorpresi


Ma queste non solo le sole attrazioni di Cesky. Tutto quanto ci circonda è un’attrazione: palazzi, particolari, bellissime vie acciottolate.

Gli scorci che si possono ammirare dai vari ponticelli in legno che attraversano la Moldava.

Cesky Krumlov. Terrazze di ristoranti sulla Moldava.

Insomma Cesky Krumlov é un borgo che vale assolutamente di essere conosciuto e visitato. Una stupenda destinazione della Repubblica Ceca che non vi deluderà assolutamente, ma al  contrario ne resterete sorpresi e meravigliati.

Cesky Krumlov. Panorama

Non dimenticate infine di assaggiare anche la tradizionale cucina Ceca, che tra i vari piatti che vi proporrà, non mancherà il singolare ed ottimo Gulash alla Birra, annaffiato con ottima birra, di cui la Repubblica Ceca ne è particolarmente ben fornita.

Cesky Krumlov. Gulash alla Birra.
Gulash alla birra

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Lavagna…non solo per studenti…!!!

C’è una cittadina in Liguria che dà il nome all’oggetto simbolo delle interrogazioni, terrore di tutti gli studenti, ma dove la scuola, così come il lavoro, si dimentica in un attimo. Si tratta di Lavagna, una località costiera in provincia di Genova, adagiata sul Golfo del Tigullio.

Lavagna. Ripresa col drone del litorale di Levante

E’ una cittadina molto dinamica il cui nome trae origine dal latino Lavania, poi diventato Lavagna. Con l’Ardesia, che proveniva proprio da questa zona, venivano realizzate le tradizionali strutture scolastiche che presero così il nome dalla località dove venivano prodotte: LAVAGNA.

La spiaggia di Lavagna è la più lunga di tutta la Riviera di Levante. La nautica da diporto è una delle attività principali della cittadina.

Chi decide di visitare Lavagna, non deve aspettarsi di trovare musei o monumenti famosi. Chi sceglie Lavagna per le proprie vacanze ne apprezza l’atmosfera semplice di vita cittadina. Passeggiate nei vicoli, sotto i portici e relax nelle piazzette dove la gente s’incontra, chiacchera e si ferma per bere qualcosa in compagnia.


Cosa vedere


La parte più attraente di Lavagna è il suo piccolo centro storico.  Di evidente origine medievale, conserva ancora antichi portici dove trovano posto molti locali tipici.

I Palazzi di Lavagna

Passeggiare all’interno del borgo ci permette di ammirare bellissimi palazzi, così ben curati ed affrescati con arte e gusto tipicamente ligure. Impossibile non fermarsi per ammirare anche i minimi particolari.

Ogni facciata è dipinta e decorata con stile diverso da quella accanto, a seconda del gusto del proprietario, ma sempre in sintonia con la caratteristica e inconfondibile arte ligure. I porticati confermano ovviamente le origini medievali della cittadina.

Casa Carbone

Tra vari palazzi così attraenti, ve ne sono altri meno appariscenti, ma storicamente molto importanti. È il caso della Casa Carbone, donata nel 1987 al FAI dagli ultimi proprietari, i fratelli Carbone.

Nel 2004 ‘immobile è stato trasformata in ” Casa Museo”. La struttura architettonica riflette la tipica costruzione regionale del XIX secolo.

Chiesa di Santo Stefano

In pieno centro storico, nella piazza Marconi, immersa in un particolare scenario, ci imbattiamo nella vera attrazione architettonica di Lavagna, assolutamente da non perdere. Si tratta della stupenda Chiesa di Santo Stefano. Una bellissima e singolare struttura situata in posizione eccezionale così come eccezionale è tutta la pavimentazione intorno all’edificio.

Lavagna. Chiesa di Santo  Stefano.
Chiesa di Santo Stefano

L’odierna struttura, voluta dalla popolazione, è opera di Giovanni Battista detto anche Gio Battista Ghiso, celebre architetto della Repubblica di Genova che s’ispirò ad un progetto del ben più noto Gian Lorenzo Bernini.  La chiesa ha origini antichissime: pare che un primo nucleo sorse intorno al VI secolo sulle strutture di un’antica fortificazione.

Lavagna. Bella veduta su piazza Marconi dal sagrato della chiesa di Santo Stefano.

Grazie ad un’apposita tassa sulla vendita del grano, imposta dalla municipalità lavagnese, si diede ufficialmente l’avvio alla costruzione dell’attuale chiesa posando la prima pietra il 15 agosto del 1650.

Qui il tempo sembra essersi fermato. La piazza della Basilica non ha subito alcun tipo di intervento e l’erba cresce tra i sassi.

Lavagna. Chiesa di santo Stefano.

La salita in mattoncini rossi porta alla scalinata e all’ampio sagrato così ben pavimentato da sembrare un grande tappeto.


Lavagna – Video Con Commento Audio


I dintorni di Lavagna – Cavi

Lasciamo Lavagna, ma solo dopo pochi chilometri, in direzione La Spezia, incrociamo un piccolo quartiere denominato Cavi. Qui una sosta è d’obbligo per ammirare la piccola, ma interessante chiesa della Santissima Concezione inserita in una piccola piazzetta in ottima posizione.

Cavi  di Lavagna.  Chiesa della Santissima Concezione.

Chiesa della Santissima Concezione

La chiesa parrocchiale della Santissima Concezione è situata nella zona più antica di Cavi, denominata Cavi Borgo. Costruita nel 1757 e decorata da marmi lavorati, é posizionata su una collinetta in località Belvedere, da cui si gode un panorama stupendo sul Golfo del Tigullio.

Cavi di Lavagna. Chiesa della Santissima Concezione.
Cavi di Lavagna – Chiesa della Santissima Concezione

Da qui si può ammirare anche gran parte del litorale con le singolari spiagge liguri.

CAvi di Lavagna. Riviera di Levante.

Lavagna – Conclusioni

Lavagna è solo una delle tante località che la Liguria può offrire al turista. Molti sono i paesi e borghi storicamente interessanti, come Vezzano Ligure, sempre a poca distanza dalle spiagge. Questo permette così di diversificare a proprio piacere la vacanza tra arte, storia, tradizioni, cultura e mare.

Cavi di Lavagna. Le spiagge

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Vezzano Ligure – Due Borghi in Uno

Vezzano Ligure – Origine del Borgo.

Nell’alto medioevo, a protezione del  passo che congiungeva il Golfo della Spezia con la valle della Magra, veniva  costituito un presidio stradale fortificato che successivamente andò sviluppandosi. Si formò così un borgo che dopo alcuni passaggi di mano divenne proprietà della famiglia Vezzano.  Nasce così Vezzano Ligure, la meta di  questo articolo.

Nonostante la sua lunga e ricca storia, l’inconfondibile tessuto urbano medievale, interessanti rilevanze architettoniche e la stupenda posizione che occupa, non è  “a torto” una consueta meta turistica.

E’ impossibile tuttavia non notarlo se siamo diretti verso La Spezia. Basterebbe una semplice deviazione per raggiungere e visitare questo bellissimo borgo.

Vezzano Ligure. Veduta di Vezzano inferiore.
Vezzano Inferiore

Vezzano Ligure – Cosa vedere a Vezzano Inferiore


Chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta

Appena arrivati a Vezzano Inferiore, a colpirci subito é la bella chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta. E’ posizionata in un bellissimo contesto, all’estremità della Piazza del Campo, oggi denominata piazza del Popolo, in memoria dell’eccidio commesso dai Nazi-Fascisti il 7 Dicembre del 1944.

Vezzano Ligure. Piazza del popolo con la Chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta.
Chiesa dei Santi Sebastiano e Maria Assunta

Struttura Medievale del borgo

Al disotto della piazza, sul lato destro, può cominciare il nostro viaggio nel tempo all’interno  del borgo, tra vecchie costruzioni, stradine acciottolate, vicoli e sottopassaggi.

Vezzano Ligure. Stradine all'interno del borgo.

Non esiste un itinerario vero e proprio.  La bellezza di questa parte del borgo, sta proprio nel fatto di poter scoprire tanti angoli caratteristici, particolari curiosi e vecchi palazzi, semplicemente passeggiando senza meta, in tutta tranquillità e respirando questa singolare atmosfera medievale.

Vezzano Inferiore offre una interessante struttura urbana di tipo anulare e conserva più di una testimonianza del periodo feudale. Nel XII secolo, a Vezzano Inferiore, venne eretta una torre a pianta pentagonale, oltre le mura e collegata con un ponte al castello. Attualmente sono rimasti solo alcuni resti del castello mentre la torre è ancora in buono stato.

Tradizione Musicale

Dal 1889 Vezzano vanta anche un’importante tradizione musicale. Tale tradizione si è consolidata oggi con la formazione della nota banda Puccini, che proprio qui ha la sua sede in un’ antica chiesa.

Vezzano Ligure. Sede della filarmonica Puccini.
Sede della Filarmonica Puccini

Tra Particolari e Curiosità

Continuiamo a passeggiare osservando i tanti  piccoli e simpatici particolari disseminati un po’ ovunque. Ci fermiamo ogni tanto ad ammirare qualche bella veduta sulla valle. Arriviamo così lentamente, senza neppure accorgersene, a Vezzano superiore.


Vezzano Ligure – Cosa Vedere a Vezzano Superiore


Questo è il borgo posto più in alto tra i due agglomerati principali di Vezzano Ligure. E’ qui che Il primo e significativo nucleo abitativo è sorto, proprio  a Vezzano Superiore intorno al X secolo.

Da quassù si gode di una bella vista a 360° con pochi eguali nella zona, sulla val di Magra, la val di Vara e sul Golfo di La Spezia.

Via Castello

Ma oltre alle belle vedute, Vezzano Superiore offre anche attrazioni storiche e architettoniche  rilevanti. Basta soffermarsi in via Castello, con il caratteristico pozzo al centro e guardare in giro per ammirare i palazzi, le inferriate, le panchine, i colori delle facciate.

Vezzano Ligure. Via Castello con al centro il caratteristico Pozzo.
Via Castello

Chiesa di Nostra Signora del Soccorso

Ma ci potremo godere altrettante bellezze imboccando una piccola scalinata in via Castello che scende nella piazza di Nostra Signora del Soccorso.  Ed anche da qui troveremo bei palazzi, i colori delle facciate, la bellissima chiesa e la singolare piazza da dove si può ammirare uno stupendo panorama.


Video con Commento Audio


Anche a Vezzano superiore, passeggiando con calma senza una precisa meta, incontreremo particolari e rifiniture originali, angoli  pittoreschi…tante,  tante cose da osservare ed apprezzare.


Vezzano Ligure – Conclusioni


Saremo ampiamente ripagati di tutto  il tempo dedicato a questi due agglomerati, inferiore e superiore, che formano però un unico borgo: Vezzano Ligure. Una località imperdibile, interessante, ricca di storia e posizionata splendidamente sulle bellissime colline della Liguria, ricche di tanti altri borghi e paesi interessanti, tra i quali Tellaro e Montemarcello.

Vezzano Ligure. Alcuni simpatici particolari.

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San Michele – Gioiello Medievale

San Michele è uno dei Borghi Lucchesi, in alta Garfagnana, posizionato su un poggio a cavallo tra due paesi: a est Piazza al Serchio, una volta capolinea della ferrovia Lucca-Aulla e a ovest Nicciano.

Quest’ultimo è un castello fondato nel XIV secolo dai Malaspina con un ruolo primario nel sistema difensivo dell’alta Garfagnana.

San Michele. Uno scorcio di Nicciano

Ma torniamo a San Michele. La nostra meta è divisa in due borgate dal torrente Acqua Bianca, e collegate tra loro da un ponte.

Le Maestaine

Accanto al ponte, prima del suo attraversamento, notiamo una maestaina molto ben tenuta.

Le Maestaine, ancora oggi, rappresentano un patrimonio storico – religioso straordinario ma, allo stesso tempo, poco conosciuto. Esempi di un’arte e di una pietà popolare, le Maestaine sono numerosissime in tutti i paesi della Garfagnana.

San Michele. Una maestaina a Nicciano

Sono una presenza silenziosa, che sfugge spesso all’occhio distratto del passante.

Queste forme d’arte si trovano un po’ ovunque. Nel mezzo dei paesi o in aperta campagna, per proteggere dai pericoli esterni. Ai margini dei campi, per preservare i raccolti. Agli incroci, a protezione dei passanti, o con funzione votiva, per ringraziare di uno scampato pericolo collettivo o individuale


…ma adesso attraversiamo il ponte ed entriamo nel  castello.

San Michele. Accesso al borgo

SAN MICHELE – Storia

La sua origine si pensa che sia Longobarda e  due validi motivi lo confermerebbero.

San Michele. Ingresso al  Castello

In primo luogo la devozione all’Arcangelo Michele che è tipica di questo popolo. In secondo luogo, i nobili di San Michele erano di origine longobarda, come un po’ tutti quelli presenti in Garfagnana in quel periodo.

San Michele – Cosa Vedere

Questo borgo, a  molti sconosciuto, è un piccolo nucleo fortificato con vecchie case in pietra ancora oggi ben conservate e ben curate.

San Michele. Particolare di  case in pietra

Le poche e strette vie e i suggestivi scorci creati dai sottopassaggi, ci trasportano, con un po’ di fantasia,  indietro nel tempo, nell’era  medievale.

Seppur molto antico, San Michele non ha comunque nessuna particolare attrazione, se non quella di essere un piccolo gioiello medievale. E’ singolare a tal punto da  trasmettere nel visitatore un’atmosfera del tutto  unica.


Video con Commento Audio


Conclusioni

Il borgo é abitato da poche persone, orgogliose del loro piccolo luogo di residenza. Orgoglio che hanno mantenuto nel tempo come lo dimostra il buono stato con cui conservano questo vecchio paesino.

San Michele. Particolare di una abitazione

Nel medioevo molte erano queste situazioni di piccoli  castelli, borghi e agglomerati al servizio del feudatario o del vassallo. Situazioni queste andate purtroppo perdute o distrutte nel tempo.

Fortunatamente non è  stato così per san Michele. Un borgo singolare e caratteristico da non perdere in un viaggio nell’alta Garfagnana…una regione della provincia di Lucca ricca di borghi e agglomerati storici, ma forse nessuno così particolare come San Michele.

San Michele. Veduta del castello

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Kirkenes – Terra dei Sami


Notizie Generali


Kirkenes

piccola cittadina con circa 3.500 abitanti, rappresenta il capolinea della Hurtigruten, il postale dei fiordi, che qui termina il suo viaggio verso il Grande Nord.

Kirkenes. Hurtigruten in porto.
Hurtigruten in Porto a Kirkenes

Da qui si può tornare solo indietro verso Bergen dopo aver trascorso un po’ di tempo in questa piccola località.

Ci troviamo nel Grenseland, terra di confine fra Norvegia, Russia e Finlandia. Appena 15 km dalla Russia e circa 50km dalla Finlandia.

Kirkenes. Cartina Norvegia.

Questo posto minuscolo e anonimo, che delude le aspettative di molti viaggiatori, ha una marcata atmosfera di frontiera. Noterete cartelli segnaletici scritti sia in Norvegese sia in alfabeto cirillico e spesso sentirete parlare russo tra gli abitanti.

Kirkenes. Cartelli bilingue.
Kirkenes – Cartello bilingue

Kirkenes – Cosa vedere


Anche se la cittadina non offre niente di particolarmente interessante, ci sono i presupposti per fermarsi comunque anche un intero giorno.

Kirkenes. Distanze chilometricche mondiali.
Kirkenes – Emporio

Non potendo al momento, per ovvi motivi, fare un’escursione in territorio russo, possiamo però fare una breve incursione nella Lapponia finlandese. Sarà un’ottima opportunità per poter ammirare foreste stupende.


Escursione nella Lapponia Finlandese

Kirkenes. Frontiera finlandese.
Frontiera Finlandese

Una volta entrati nel territorio Suomi o meglio degli antichi Finni, si noterà subito una netta differenza di panorami e paesaggi tra i territori Sami norvegesi fatti di fiordi con montagne scoscese, altopiani e radure con pochissima vegetazione e quelli Finlandesi con foreste, laghi e fiumi.

Questa è una terra che rappresenta il selvaggio nord della Finlandia. E’ l’ultimo rifugio dei Sami finlandesi, persone che vivono di allevamento delle renne diffuse in gran numero ovunque.

Percorrendo le strade della Lapponia finlandese, dobbiamo prestare molta attenzione a questi animali. Ci dobbiamo fermare sempre quando li incrociamo a causa della loro sbadataggine ed assoluta mancanza di percezione del pericolo stradale.

Kirkenes. Renne in strada.

Video con Commento Audio


Cosa vedere in città

Dopo aver passeggiato un po’ per il centro, ci spostiamo nel sobborgo di Storhaugen. Qui troviamo il monumento all’Armata Rossa che commemora la liberazione del Finnmark da parte dei soldati russi nell’autunno del 1944.

Kirkenes. Monumento all'Armata Russa.
Monumento all’Armata Russa

Nei pressi del monumento, quando è aperta al pubblico, si può visitare la Grotta di Anders (Andersgrotte). Questa è una delle gallerie costruite sotto la città come rifugio antiaereo durante gli oltre 300 bombardamenti che rasero al suolo completamente la città.


Dintorni di Kirkenes

Una attrazione, dove si può trascorrere un po’ di tempo in totale relax, è rappresentata dal Gabba Reindeer e l’Husky Park.


Husky Park

Questo parco, situato su una collina a circa 15 minuti dalla città, ci dà la possibilità di visitare un centro di permanenza e addestramento di cani da slitta, in prevalenza Husky.

Si potranno osservare da vicino le tradizionali slitte in riparazione o manutenzione per essere pronte al cadere della prima neve.

I cani da slitta sono estremamente amichevoli. Per cui si può passare un po’ di tempo giocando con loro. Addirittura possiamo sceglierne uno per farci insieme una passeggiata.


Kirkenes Snow Hotel

All’interno sempre del parco, non dovremo assolutamente perderci la visita del primo e più famoso hotel al mondo, sotto la neve: il Kirkenes Snow Hotel.

Kirkenes. La Hall del Kirkenes Snow Hotel.
La Hall del Kirkenes Snow Hotel

E’ un esperienza veramente unica entrare in un hotel con 5° di temperatura sotto zero, dove tutto é di ghiaccio. Il Bar, la reception e una lunga scala completamente di ghiaccio, che scendendo nel sottosuolo, ci introduce in un salone ispirato a Santa Claus.

Ma molto particolari e incredibili sono le camere. Vi si accede attraverso un lungo corridoio scavato completamente nella neve.

Kirkenes. Corridoio delle camere.
Corridoio delle Camere

Queste sono fornite di 2/3/4 letti completamente di ghiaccio, coperti con pelli di renna.

Kirkenes. Una camera a quattro letti.
Una Camera a quattro letti.

Tutti gli inverni vengono impiegati 15.000 metri cubi di neve e 25 tonnellate di ghiaccio, per costruire questa effimera struttura.


Kirkenes – Considerazioni finali


E proprio a Kirkenes il sole di mezzanotte ci permette ancora di più, rispetto ad altre località, di passeggiare e fotografare con la luce del sole a qualunque ora, anche ben oltre la mezzanotte, come noterete da queste immagini.

Kirkenes. La parrocchiale.

Nonostante la mancanza di particolari attrazioni, Kirkenes viene comunque visitata ogni anno da oltre 100.000 viaggiatori, per lo più passeggeri del postale dei fiordi, l’ormai noto Hurtigruten. Viaggiatori che proprio qui terminano, con nostalgia, ma con tanta soddisfazione, il loro lungo viaggio nel Paese dei Fiordi: La Norvegia.

Kirkenes. Vista del porto dall'alto.
Kirkenes-Vista del porto col drone

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Capo Nord

Capo Nord – Il punto più a Nord dell’Europa

Capo Nord – Introduzione

Sicuramente il sogno per tutti coloro che affrontano un viaggio in Norvegia, è quello di raggiungere Capo Nord.

Capo Nord. Veduta dall'alto del promontorio.
Capo Nord

Diversi sono i modi per arrivare al punto più settentrionale del continente europeo.

Partendo da Tromso, considerata ormai base di partenza per tutti i viaggi nel grande nord, si può viaggiare in auto per una decina di ore, lungo la tortuosa, seppur panoramica, strada artica. Oppure affidarsi ad un bus che raggiunge Capo Nord in 15 ore.

Si può arrivare da Tromso a Honninsvag con un volo interno e percorrere poi gli ultimi 32 chilometri che separano questa cittadina dall’estremo punto settentrionale con un bus. Infine ci si può imbarcare su una delle navi della Hurtigruten, con l’opportunità così di ammirare durante la navigazione, tanti bei fiordi.


Io ho scelto quest’ultima soluzione


Inizio del Viaggio

Al porto di Tromso, ultima grande città più a nord d’Europa, c’imbarchiamo sulla Vesteralen, una delle navi della Società Hurtigruten, il noto postale norvegese.

Capo Nord. Nave Vesteralen della Società Hurtigruten.
Nave Vesteralen – Hurtigruten

Con la prua rivolta in direzione Capo Nord, lasciamo lentamente il porto, potendo così scrutare la città anche da un altro punto di osservazione.

Il viaggio durerà tutta la notte fino alla tarda mattina successiva, ma il sole di mezzanotte ci permetterà di ammirare i fiordi in piena luce anche nelle ore piccole.

Capo Nord. Inizia il viaggio attraverso i fiordi.

Lo spettacolo dei fiordi

Poco dopo l’uscita dal porto, si comincia ad apprezzare un panorama diverso, fatto di montagne che si gettano a strapiombo nel mare, piccoli villaggi con le loro tipiche abitazioni in legno tinte di rosso, casette isolate e fiordi incantevoli con le loro immancabili cascate.

Questi fiordi, simbolo tipico della bellezza della Norvegia, sono tutelati dall’UNESCO e sono luoghi dove il tempo si muove al proprio ritmo.

In Norvegia esistono più di mille fiordi, bracci di mare che si insinuano spesso molto profondamente nell’entroterra, sovrastati da entrambi i lati da maestose montagne.

Capo Nord. Un bellissimo fiordo
Fiordo

Anche se è possibile navigare tra le insenature, o ritornare verso il mare, quando ci si trova all’interno di un fiordo può sembrare di essere in un mondo totalmente a parte.

Capo Nord. All'intgerno di un fiordo.
All’interno di un fiordo

Video del viaggio con Commento Audio


Capo Nord – Cosa Vedere???

A questo punto devo dire che l’interesse per Nord Kapp non è dato da quello che possiamo trovare una volta arrivati. Non esistono particolari attrazioni turistiche né paesaggi particolarmente spettacolari. L’interesse per Capo Nord sta nel lungo viaggio per arrivare fin qui. In tutto quello che s’incontra, nei mutamenti del paesaggio e nella soddisfazione insieme alla curiosità di raggiungere questo punto estremo dell’Europa. Questo è ciò che entusiasma e che rende interessante questa meta.

La nave effettua delle fermate anche in villaggi o paesini con piccoli porti permettendo, quando il tempo lo consente, di scendere a terra durante la sosta. Tutte queste fermate sono riportate su una cartina messa a disposizione alla reception della nave, con il tempo di sosta indicato.

Capo Nord. Paesini di sosta della nave.

Ad Honninsvag, il paese con 2400 abitanti più a nord della Norvegia, la nave effettua una sosta di circa quattro ore. Tale sosta permette al viaggiatore di raggiungere Nord Kapp.

Questo borgo sorge ben oltre i confini di Svezia e Finlandia. Per molti questa rappresenta l’ultima tappa prima di Nord Kapp, la meta di tante straordinarie e originali imprese di viaggiatori e turisti.

Capo Nord si trova sull’isola di Mageroya, attraversata dalla strada E69 molto panoramica che ci permette di ammirare bellissimi paesaggi ed una natura veramente singolare.


Non sarà difficile incontrare renne allo stato libero.


Capo Nord. Renne allo stato libero.
Renne allo stato libero

L’ormai inconfondibile mappamondo, simbolo di Nord Kapp, ci conferma di essere arrivati al punto più settentrionale del continente europeo.

Capo Nord.ò Il Mappamondo
Capo Nord – Il simboico Mappamondo

Capo Nord – Precisazione geografica

Una precisazione geografica però è dovuta, seppur turisticamente insignificante: la località più a nord del continente europeo non è Capo Nord, ma bensì Knivskjelodden visibile un po’ più a ovest, un punto che si può raggiungere solo a piedi per un lungo sentiero. Tecnicamente infatti Capo Nord si trova su un’isola, l’isola di Mageroya e non sul continente.

L’emozione comunque di trovarsi in questo punto estremo della Norvegia e dell’Europa, è veramente tanta.

Capo Nord. Veduta dall'alto del Mappamondo

Conclusioni

Questa è una meta molto ambita da automobilisti, motociclisti, camperisti, e viaggiatori in genere. Una destinazione però non sempre così agevolmente raggiungibile, in quanto molto remota.

Capo Nord mantiene la sua fama e conferma le aspettative che da secoli motivano numerosi visitatori a raggiungerlo.


La splendida e delicata natura dell’isola Mageroya, la bellezza e la varietà dei panorami incontrati in questo lungo viaggio, rendono questa località tra le più indimenticabili mete turistiche.



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La foto rappresente la manifestazione che ha reso più famoso il Borgo

Cerageto – Il Paese degli Orti


Introduzione


Cerageto

Cerageto. All'interno del borgo

Moltissimi sono i borghi, paesi e villaggi in Toscana ed anche la regione della Garfagnana, in provincia di Lucca, ne è particolarmente ricca.

Spesso si tratta di borghi veramente piccoli, senza interessi artistici o architettonici, ma così ben tenuti e caratteristici che ne vale la pena di visitarli.

Tutti hanno comunque un interesse turistico comune non indifferente: sono ricchi di storia interessante da sapere, per comprendere ed approfondire sempre di più la conoscenza del nostro territorio.

Cerageto. Monumento ai caduti

Cerageto è uno di questi borghi, una frazione del comune di Castiglione di Garfagnana, in provincia di Lucca, nel territorio dell’alta Garfagnana, in Toscana.


Come arrivare


Da Lucca si raggiunge agevolmente il borgo puntando su Castelnuovo di Garfagnana, Pieve Fosciana, Castiglione di Garfagnana e dopo soli 4,5 chilometri si arriva a Cerageto.

Cerageto. Mappa dell'itinerario da Lucca.

Si tratta di un paesino veramente piccolo, situato a 837metri slm con soli 145 residenti, senza particolari interessi artistici o architettonici. Ma interessante è la sua storia come tanti altri villaggi della Garfagnana.

Cerageto. Abitazioni ristrutturate

Cerageto – Storia

Come molti altri borghi della zona, anche questo è stato fondato in età longobarda, quando i dominatori d’oltralpe vi fondarono un loro santuario, chiamato “dalubro” (santuario di antichissime origini).

Le prime notizie di Cerageto si hanno già nel periodo antecedente l’occupazione dei Longobardi,  intorno al 1168, quando iniziò un lento e graduale spopolamento dal vicino villaggio di Montepigole, proprio verso il luogo che diventerà successivamente Cerageto. Causa del graduale abbandono di Montepigole, fu il fatto che da questa altura, gli Estensi insidiavano continuamente il borgo fortificato di Castiglione di Garfagnana.

Cerageto. Interno di un cortile.

Nel 1370 molte terre garfagnine si ribellarono alla repubblica di Lucca e fra queste anche Cerageto.

Nel 1453 i Lucchesi, vedendo ancora segni di ribellione, distrussero le case ed il castello.


Cerageto – Cosa vedere

Cerageto. Panorama sulle Apuane.

Oltre all’aspetto storico, il  borgo è tenuto così bene, pulito, ordinato con tutte costruzioni ben ristrutturate, che è  veramente un piacere anche solo passeggiare all’interno del villaggio per osservare le case in pietra, tanti  piccoli particolari, ed il panorama tutt’intorno che ne fa da cornice.

Infatti da qui si possono osservare sia le Alpi Apuane Centrali che quelle Settentrionali.

Cerageto.. Veduta sulla Pania di Corfino.
Pania di Corfino

A spiccare tra tutti gli edifici, nel tracciato cittadino, è la Chiesa di San Martino del Duecento. L’edificio presenta quattro altari e un importante organo. Annessi vi sono il campanile e l’oratorio.

Cerageto. Chiesa di San Martino
Chiesa di San Martino

Poiché la visita del borgo richiede pochissimo tempo, ci si può organizzare per visitare altri borghi nella zona, come lo stesso Capoluogo della zona: Castiglione di Garfagnana.

Cerageto. Veduta di Castiglione di Garfagnana
Castiglione di Garfagnana

Nella pizza centrale si può mangiare ed acquistare prodotti tipici, come pasta, farro, farina di castagne, formaggi, salumi, funghi porcini, confetture, miele e legumi.


Cerageto – Manifestazione degli Orti


Oltre che per il suggestivo panorama che si gode sulle Apuane, Cerageto merita di essere visitato per l’appellativo che si porta appresso dal 2011: ” Il Paese degli Orti”.

Cerageto. Orti all'interno del villaggio.
L’orto del paese

Ogni anno infatti si svolge una vera e propria sfida paesana tra coloro che riusciranno a fare il miglior orto.

Una vera e propria giuria decreta il vincitore sulla base di diversi parametri, come la ricchezza degli ortaggi, la varietà, la precisione e la pulizia.

Cerageto.  Interno del borgo.

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STIA. Vista dall'alto del castello di Romena

STIA-Patria del Panno Casentino


Stia – Introduzione

Stia – La Toscana non finirà mai di stupire il turista, tante sono le località, i paesi ed i borghi caratteristici da conoscere e visitare.

Stia. Cascatella del torrente Staggia all'ingresso del paese.
Torrente Staggia

Tra questi troviamo Stia, un piccolo borgo dell’Italia che fa parte del Comune Sparso di Pratovecchio Stia nella provincia di Arezzo e nelle immediate vicinanze di Poppi, altro borgo caratteristico, famoso per il suo castello.

Stia sorge alle pendici del monte Falterona e trae la sua origine dall’essere stata un villaggio sorto sulla romana Via Maior che collegava il Casentino a San Godenzo, in Mugello.

Stia. Vista dall'alto del borgo, ripresa con il drone.

Stia – Visita del Borgo

Il nucleo principale del centro abitato sorge alla confluenza del torrente Staggia con il fiume Arno.   

Il toponimo, di provenienza latina, trae origine dalla contrazione del nome del torrente Staggia. 

All’incontro tra questi due fiumi si trovava nel medioevo, come si trova ancor oggi, l’incrocio di quattro importanti strade che provenivano da Arezzo, Firenze, Mugello e Romagna. Un luogo ideale per la nascita di un mercato.

Stia. Altra veduta dall'alto del borgo.

Ed ecco che Stia, con la produzione del panno casentino, acquista un ruolo importante nell’economia locale, che la  porterà a conquistarsi una fama a livello mondiale.  Per la sua fabbricazione verrà costruito e più volte ampliato, un importante lanificio.

Stia. vedduta dall'alto del grande lanificio.

Questo ha fatto sì che, nonostante il suo abitato di piccole dimensioni e i pochi richiami artistici e architettonici, diventasse famoso tanto da richiamare numerosi turisti nel borgo e nei dintorni, acquistando ulteriore visibilità anche grazie al fatto di essere stato scelto da Leonardo Pieraccioni, come location per le riprese del noto film Il Ciclone nel 1996.

Piazza Tanucci

Anche senza il  noto evento cinematografico, Piazza Tanucci di Stia ha tanto di cui essere fiera. 

La sua forma è molto allungata e va a salire. Sui due lati più lunghi è delimitata da edifici contigui tutti porticati.

Questa particolarità architettonica è tipica dei luoghi di mercato perché dava riparo a venditori e compratori in caso di maltempo. E Stia fu luogo di mercato. Anzi, il paese nacque e si sviluppò intorno a un mercato, a un importante crocevia e a una chiesa.

La Pieve di Stia

La Pieve di Stia è una delle più importanti  del Casentino per le pregevoli opere d’arte custodite al suo  interno. Lo stile barocco della facciata  è un fatto alquanto  anomalo per una pieve romanica, ma fu la comunità del borgo a volere la completa restaurazione dell’intera facciata nel XVIII secolo.

Stia. La Pieve

Al suo interno la chiesa mostra l’originario stile romanico con colonne monolitiche sormontate da stupendi capitelli che dividono le tre navate.

Stia. Interno della Pieve.

Il Panno Casentino

Ovunque nel paese, si avvertono i richiami alla nota produzione  del  panno casentinese che proprio qui trae le sue origini e che ha dato  fama e lustro al borgo. 

Il panno era apprezzato per l’alta resistenza all’usura e alle intemperie ed era adatto alle necessità di chi doveva trascorrere all’aperto, buona parte della giornata. 

Il ricciolo, che contraddistingue gli abiti in panno casentino, costituisce un funzionale doppio strato, antifreddo e antipioggia. 

Stia. Particolare di due abiti in panno casentino.

Con la sua varietà di colori molto vivi, gli indumenti sono particolarmente ricercati, tanto da spingere gli interessati a recarsi proprio qui a Stia, per acquistarli.

Il Lanificio

Lungo la strada che costeggia il torrente Staggia, notiamo un piccolo ponte ad arco sorretto da tubi in metallo.

Stia. Sullo sfondo il  vecchio lanificio.

A sinistra di questo ponte, sullo sfondo,  si trova un grandissimo edificio. E’ una parte di quello che fu il famoso Lanificio di Stia. La prima attività industriale del Casentino che dagli anni Ottanta del XIX secolo fino al 1920 arrivò ad avere cinque stabilimenti attivi dando occupazione a 500 dipendenti.

Oggi buona parte degli stabilimenti sono in condizioni precarie.

La parte che invece possiamo osservare dal ponte è quella che è stata recuperata. Nei primi due piani dello stabilimento, che vediamo sullo sfondo, si trova il Museo dell’Arte della Lana, una grande mostra che illustra in modo esaudiente quella che fu la storia di questa importante realtà industriale.


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Il Palagio

Stia fu anche la residenza del ramo  Conti  Guidi detti di Palagio, per ricordare la loro  sontuosa abitazione che costruirono nel 1230. Mantennero il possesso di tutto il territorio, che cessò con l’invasione dei Fiorentini. 

Stia. Veduta del Palagio, residenza dei Conti Guidi.
Stia – il Palagio

Il Castello di Romena

Questo casato diventò nel tempo padrone dell’unico Castello, tra i tanti del Casentino, a non essere stato costruito dai Guidi, ma bensì dai Signori  di Spoleto. Per questo motivo il  castello è considerato il più vecchio del Casentino ed anche perché il  suo nome appare già in alcune scritture del 1008.

I Conti Guidi ne diventarono proprietari in seguito di strani legami di parentela creatisi nel tempo con i signori di Spoleto e fondarono così un secondo ramo del Casato denominato  Conti Guidi di Romena.

E furono ancora i Conti  Guidi  a restaurare il Castello, dotandolo  di doppia cerchia muraria e di ben 11 torri  di guardia sulla cerchia esterna, fattore questo  che lo rendeva praticamente inespugnabile.

Stia. Veduta dall'alto del Castello di Romena.
Il Castello di Romena

Oggi, il Castello di Romena riveste un importante valore non solo per la sua storia e architettura, ma anche per la bellezza del contesto paesaggistico in cui è inserito con le sue  uniche tre torri rimaste, visibili da molte parti del Casentino.  

Stia. veduta panoramica dall'alto del Castello di Romena.
Il Castello di Romena

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Da Vergogna italiana a Capitale della cultura

Matera – Introduzione

Prima di cominciare la visita di Matera, ritengo opportuno osservare attentamente il territorio circostante. E’ un luogo dell’Italia veramente singolare che costituisce un esempio di civiltà scomparsa,  uno spettacolo a dir poco sensazionale, fatto di forre e dirupi impressionanti che si aprono sulle rive del torrente Gravina.

Matera. Vista dal drone sulle forre e sul torrente Gravina.
Le Forre ed il torrente Gravina

E’ in questo ambiente che sorge la nostra meta. Una città la  cui storia andrebbe insegnata nelle scuole affinché ogni essere umano ne possa trarre ispirazione. Un perfetto equilibrio tra intervento umano ed ecosistema.

Matera. Vista della città dall'altro, dal parco nazionale delle murge.
Vista di Mater dal Parco Nazionale delle Murge

Una città che dopo essere stata la vergogna dell’Italia è diventata la Capitale della Cultura 2019, patrimonio mondiale dell’UNESCO, un singolare se non unico al mondo Giardino di Pietra, la Gerusalemme italiana.


Matera – Storia


La città si presenta nettamente divisa in due parti tra loro molto diverse.

Ad Est, nella parte bassa, sull’orlo della stretta gravina che si sprofonda nell’omonimo torrente, è situata la zona dei caratteristici  Sassi.

Matera. Chiesa di san Pietro Caveoso, la parte bassa dei sassi.
La parte bassa dei Sassi – San Pietro Caveoso

A Ovest, nella parte più alta, si estende invece la città più moderna con i quartieri più recenti.   

Matera. Il nuovo quartiere denominato anche Dorsale Barocca.
La dorsale barocca – Il Nuovo Quartiere

Per tutto il medioevo il confine di Matera è sempre stato ristretto a quello dei Sassi. L’espansione della città inizia dal XVII secolo allargandosi sulla dorsale barocca, anche perché orograficamente pianeggiante.

Nel 1663 la città ottiene, dal regno di Napoli,  il titolo  di  Capitale della Regia Udienza. Un titolo che favorirà  il  grande sviluppo di Matera nella  dorsale barocca, con nuove abitazioni signorili, palazzi e chiese in stile barocco   a cominciare dal palazzo Lanfranchi.

Questo  quartiere diviene così la zona abitata dalla classe sociale più agiata a differenza dei Sassi che rimarrà ancora quella abitata dalla gente più povera.


Matera – Visita della Città


La dorsale barocca-Il nuovo quartiere

Seppur la vera attrazione della città sia proprio il quartiere dei Sassi, anche la dorsale barocca è molto interessante e merita sicuramente uno sguardo attento. Anzi la visita di Matera dovrebbe cominciare proprio da qui. 

Matera. Palazzo Lanfranchi  in piazza Giovanni Pascoli.
Palazzo Lanfranchi – Piazza Giovanni Pascoli

Questo quartiere moderno é oggi il centro della città. Tutto raccolto intorno all’asse viario che si stacca dal palazzo Lanfranchi, in  piazza Giovanni Pascoli, arriva fino in piazza Vittoria Veneto, fulcro e cuore della vita cittadina. 

Via del Corso – Via Ridola  

La strada, molto  caratteristica,  è fiancheggiata dai bei palazzi storici ed abitazioni dall’aspetto spesso singolare.

Questa via costituisce una gradevole passeggiata. In modo particolare alla sera quando il quartiere si anima ancora di più. I locali si apprestano ad accogliere i turisti, esponendo i loro più variegati menù ed i negozi di artigianato espongono i loro particolari articoli come opere d’arte.

Proprio in questo  quartiere potremo ammirare, tra le tante, due importanti attrazioni.

Il Palombaro Lungo

Sotto la piazza Vittorio Veneto troviamo il grande palombaro di Matera. Detto Palombaro Lungo, è un enorme invaso ipogeo capace di contenere 5000 mc di acqua e che da solo poteva rifornire tutta la città.

Matera. Il Palombaro lungo.
Il Palombaro Lungo

Diversi sono i palombari presenti nel sottosuolo  di Matera,  ma questo è veramente un’opera architettonica eccezionale.

Chiesa di San Francesco

Alla fine di Via del Corso non dobbiamo perderci la  visita della chiesa di San Francesco. L’edificio si trova nell’omonima piazza. Fu quasi completamente rifatto in forme barocche nel 1670.

La doppia scalinata ci conduce all’interno. L’unica navata è coperta di stucchi barocchi bianchi. Bellissimo il ricco altare ligneo intagliato e dorato.


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Matera – Storia dei Sassi


Matera è una delle città più antiche del mondo. L’uomo è presente sul territorio materano da tempi remotissimi, addirittura dalla preistoria ed è stato presente, senza soluzione di continuità, fino ai tempi nostri.

Matera. Panorama sul Sasso Caveoso.

Agli inizi abitava nelle grotte situate nella zona antistante i Sassi, per poi trasferirsi nel tempo proprio qui, spinto anche dall’abbondanza di acqua.

Matera. Vista delle grotte abitate in tempi anrichissimi.

La Calcarenite, che costituiva la pietra, consentiva di scavare facilmente la roccia. Con i materiali restanti, si costruivano le facciate ed altre case anche sovrastanti, così come  le vie che  spesso passavano sopra le case.

Ancora oggi possiamo vederne le tracce dai rialzi lungo le strade.

Matera. Dosso dovuto al passaggio di una strada sopra una casa.

Nell’immediato dopoguerra, Togliatti definì Matera ” La Vergogna d’Italia”. Fino agli ‘60 la gente viveva ancora nelle grotte, senza un gabinetto, con cisterne scavate all’interno del Sasso per raccogliere l’acqua.

Vivevano in condizioni igieniche inesistenti, insieme con gli animali per riscaldare l’ambiente e le malattie erano molto diffuse. La mortalità infantile era tragica. circa la metà dei bambini nascevano morti.

Sfollamento dei Sassi

Nel 1952, con una legge speciale, comincia lo sfollamento dai Sassi. Ma nel 1986, con un’altra legge speciale ed in seguito a forti investimenti comincia il contro esodo,  il  ripopolamento dei Sassi con relative ristrutturazioni.

Ripopolamento dei Sassi

Dopo essere entrata a far parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, Matera acquista anche il titolo di “Capitale della Cultura 2019”. 

Arrivano in città grossi capitali e agevolazioni anche a fondo perduto per chiunque abbia intenzione di destinare un Sasso a Bed & Breakfast, Agenzia Turistica o Laboratorio artigiano.

Matera. I Sassi nella parte Caveosa.

Ecco perché oggi vediamo questa città così ben ordinata, ricca di negozi e di locali, con una grande ricettività alberghiera.

Matera. Tipico B&B nel Sasso Baresano.

Tutta questa situazione consente di riscoprire e restaurare opere d’arte, chiese ipogee, palazzi e strade ricostruite come erano un tempo, si aprono nuove attività, tutte nel rispetto dell’ambiente materano.

Gli artigiani tornano a produrre vecchi oggetti tradizionali come il simbolo  di Matera, il Cuccù.

Matera. Il Cuccù, tipico simbolo di Matera, con una storia tradizionale molto curiosa.
Il famoso Cuccù-Simbolo di Matera

Vengono riscoperti i vecchi sapori , come la salsiccia ed il salame “pezzente” ed il pane, dal gusto singolare, diventa un a curiosità quasi da museo, messo in mostra anche per strada, tanto  é l’orgoglio dei Materani per questa loro tradizione. 

Suddivisione e visita dei Sassi

I sassi, come già detto in precedenza, furono il primo nucleo dell’odierna Matera. Sono divisi in tre quartieri: la Civita, che é la parte alta della città dove si trova il Duomo con il  suo belvedere, il Sasso Caveoso, costituito da una miriade di abitazioni scavate nella roccia ed il Sasso Barisano con abitazioni più tradizionali.

Chiesa di San Pietro Caveoso

Proprio nel Sasso Caveoso, il più pittoresco e primitivo dei due,  incontriamo due importanti attrazioni. Nella piazza San Pietro, con vista suggestiva sulla gravina, si trova la chiesa di San Pietro Caveoso con bella facciata barocca. 

Matera. San Pietro Caveoso visto dal da Santa Maria de Idris.
Chiesa di san Pietro Caveoso

Chiesa di santa Maria de Idris

Nelle immediate vicinanze, sulla destra di san Pietro, in cima ad uno sperone denominato Monte Errone, spicca la singolare chiesetta di Santa Maria de Idris. 

La chiesetta è quasi interamente scavata nella roccia.

Matera. Chiesetta di santa Maria de Idris, completamente scavata nella roccia.
Chiesa di Santa Maria de Idris

Matera – Conclusioni


Alla sera il panorama sui sassi è a dir poco affascinante, la sensazione è  quella di trovarsi difronte ad un vero presepe.

Le strade, i locali, le case cambiano volto e mostrano un altro aspetto della città completamente diverso.

Anche per i Materani stessi è una gioia ammirare tutta questa illuminazione. Ogni casa illuminata l significa per la loro, un Materano in più tornato ad abitare e far rivivere un Sasso.

Matera. Panorama notturno sul Sasso Barisano.

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Otranto – L’ estremità più orientale dell’Italia


Otranto – Introduzione


La cittadina di Otranto costituisce il comune più orientale della nostra penisola.


Iscritto nell’elenco  ufficiale dei Borghi  più Belli d’Italia e nel 2010 riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’Unesco, rappresenta una meta imperdibile  in un Viaggio  nel Salento.

La caratteristica che subito  colpisce  il  turista, sta nel  singolare  agglomerato di edifici intersecati da vicoli e stradine, tutti raccolti all’interno delle mura e del possente castello.

Otranto. Agglomerato di case prospicente il mare.

Con i  suoi 5600 abitanti, in estate vede moltiplicata la sua popolazione. La bellezza dei posti e l’unicità del mare sono le caratteristiche principali ad attirare nel borgo i turisti.

Il nome Otranto pare che il nome derivi dal Romano Hidruntum, dal fiume Hidrus, l’attuale Idro che sfocia nei pressi della cittadina.


Otranto – Caratteristiche del Borgo


La città è sempre animatissima sia di giorno  che di sera.

I suoi ristoranti sono presi letteralmente d’assalto per i loro  squisiti  piatti di pesce. I negozi, aperti fino a tardi, offrono i più svariati articoli, con particolare riferimento alle ceramiche e terre cotte.

Questo gioiello del Salento è  un ponte fra Occidente ed Oriente come testimoniano la  basilica Bizantina di San Pietro e l’antica cattedrale.  E’ un territorio ricco di spiagge e un luogo ricco di storia, arte, cultura.

Si accede alla città vecchia attraverso la Porta Alfonsina che, insieme alle altre torri del castello e della cinta muraria, offre un bell’esempio di  architettura militare, frutto della nuova fortificazione della città realizzata dagli aragonesi dopo la devastazione Turca del 1480.

Otranto. Veduta di una parte dellle mura.

Otranto – Attrazioni del Borgo


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Il Castello Aragonese

Una delle principali attrazioni del borgo è sicuramente il possente Castello Aragonese nella sua configurazione iniziale di fine ‘400. La sua forma di trapezio  rettangolo, presenta ai vertici torri circolari, con quella rivolta verso il mare, in posizione più sporgente.

Otranto. Il Castello Aragonese.
Castello Aragonese

La Cattedrale ed il Mosaico

Non dovrete perdervi la visita della Cattedrale anche per ammirarne all’interno il suo famoso mosaico

Otranto. La Cattedrale.
La Cattedrale

L’opera costituisce una delle più interessanti tecniche di mosaico nell’arte medievale pugliese sia per la ricchezza del disegno che per le dimensioni e lo stato di conservazione.

Il mosaico, come se fosse un tappeto istoriato, riveste quasi interamente la superficie pavimentale della basilica. Il disegno rappresenta un grande albero con la base all’ingresso della chiesa e lo sviluppo del tronco e dei rami verso il presbiterio. 


La storia di  Otranto è sempre stata legata al mare al quale deve il  proprio sviluppo e la sua importanza. Il borgo è  stato a lungo teatro di sbarchi, di traffici e di commerci basati prevalentemente sulla pesca e sugli scambi via mare, prima che il turismo occupasse una posizione primaria.

Il porto è stato, per lungo tempo, la stazione di partenza e di arrivo per i traghetti diretti alla vicina Grecia o Albania. Oggi offre numerosi servizi per l’attracco delle imbarcazioni e per le attività marittime.

Otranto vista del Porto Turistico.
Porto Turistico

Passeggiare tra le strade di Otranto è un’emozione che raramente si dimentica. I vicoletti, i monumenti e la bellezza antica del centro storico, le conferiscono un fascino ineguagliabile, capace di rapire lo sguardo e il cuore di ogni visitatore.


Cosa vedere nei dintorni


Nelle immediate vicinanze di Otranto, si può visitare la famosa Cava di Bauxite.

Questa cava è da annoverare, senza dubbio, tra i grandi tesori naturalistici del Salento.

E’ un luogo scenografico e magico. La Cava sorge nell’entroterra, nei pressi del famoso faro di Punta Palascia e di Monte Sant’Angelo, e rappresenta una delle destinazioni più pregevoli, dal punto di vista naturalistico, dell’intera Puglia.

Otranto. Cava di Bauxite vista dall'alto.
Cava di Bauxite

Raggiungere la Cava di bauxite di Otranto è molto semplice. Sarà sufficiente uscire dall’abitato di Otranto e muoversi in direzione di Santa Cesarea. Giunti a destinazione, ci troviamo in una piccola strada di campagna che diventa sterrata quasi subito e dobbiamo parcheggiare, perché da questo punto in poi non si può più proseguire in auto.

Otranto. Campagna circostante la Cava di Bauxite.

Continuando a piedi, sulla vostra destra, potrete finalmente scorgere il meraviglioso laghetto verde, dopo aver percorso pochi metri.

Sarà interessante e singolare, farsi una piccola cultura su questa cava, di come sia stata scoperta ed il suo sfruttamento.


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Nozzano…il Castello di Lucca


Nozzano – Motivazioni della costruzione


A causa delle numerose lotte tra Lucchesi e Pisani e le frequenti incursioni di quest’ultimi in territorio lucchese, la Repubblica di Lucca decise di costruire la fortezza di Nozzano come avamposto lungo il confine con Pisa. Ciò anche in contrapposizione alla Rocca di  Ripafratta, situata sul lato opposto del Fiume Serchio. 

Nozzano. Panorama sul borgo visto dal drone.

Anche questa naturalmente, con le sue torri di avvistamento seppur staccate, serviva a controllare i movimenti del nemico lucchese. Non era comunque una macchina bellica così efficiente ed organizzata come il Castello di Nozzano.

Rimangono comunque tutt’oggi due bei giganti  di confine, a testimonianza dei trascorsi tra le due città.


Nozzano – Posizione strategica


Dalle torri del castello si gode di un paesaggio incantevole sulle colline lucchesi, ricche di oliveti, vigneti e boschi con una visuale a perdita d’occhio veramente incredibile che giustifica la scelta  strategica della posizione del castello.

Nozzano. Panorama sulle colline lucchesi visto dal drone.

Nozzano – Etimologia


Il nome Nozzano, pare derivi da quello di un patrizio romano, di nome Noctianus, che aveva possedimenti nella zona conseguenti all’opera di centurazione. 


Nozzano – Conservazione del Castello


I Pisani distrussero facilmente la prima realizzazione del castello che era completamente in legno. Fatto ricostruire da Castruccio Castracani, il grande condottiero lucchese, dopo la morte di quest’ultimo i Pisani lo distrussero nuovamente. Solo dopo la seconda ricostruzione ad opera di Francesco Guinigi, il  castello riuscì a resistere nel tempo mantenendosi così  intatto fino ai  giorni nostri. 

Nozzano. I resti delle antiche mura.
I resti delle antiche mura

Si è conservato così bene, al punto che ancora oggi sono ben visibili le mura e accessibili le torri. Anche per questo Nozzano è uno dei più caratteristici Borghi Lucchesi.


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Attrazioni all’interno del  borgo


La Rocca

Al centro del circuito murario si trova un’altra costruzione, la Rocca vera e propria, l’eventuale ultimo ridotto  difensivo.

Nozzano. La Rocca vista dal drone.
La Rocca

La Rocca ha un impianto  a forma di pentagono irregolare, convergente verso il Mastio, ovvero la parte  più elevata  e centrale del castello, in genere costituita da una robusta torre.

Al Mastio si contrappone una seconda torre aperta verso il  cortile  interno, denominata anche Contromaschio o Torre Femmina. Ed è proprio dalla sommità di queste torri che una sentinella   spiava notte e giorno i movimenti del nemico. Sono ancora perfettamente intatte e visibili le merlature, i camminamenti  di ronda e resti degli impianti difensivi.

Nozzano. Le torri Maschio e Contromaschio  o Torre femmina.
Maschio e Contromaschio

Ma l’appariscente bellezza della fortezza e della rocca non sono le sole attrazioni del luogo. L’interno del castello, o meglio il borgo oggi abitato dai Nozzanesi, offre alcuni particolari artisticamente degni di nota


La Pietra datata

A questo punto, dopo aver fatto un giro intorno al castello, per osservare anche ciò che resta delle antiche mura, varchiamo l’unica porta d’accesso al borgo e subito troviamo, sulla nostra sinistra,   una pietra su cui è scolpita la data della sua ultima ricostruzione nell’anno 1395.

Nozzano. La pietra della ricostruzione del 1395.
La pietra del 1395

La nuova fortezza così ricostruita, fu utilizzata fino alla fine del 1500 anche per controllare le navi che risalivano il Serchio verso Lucca, poi la sua importanza militare e strategica cessò.


L’ antico Pozzo

All’interno del borgo, sul lato sinistro della chiesa, sono visibili i resti di un pozzo profondo oltre 70 metri, scavato interamente nella roccia, che serviva in caso di assedio all’approvvigionamento di acqua ed anche  come di via di fuga, attraverso un cunicolo scavato all’interno del pozzo.

L’ Antico Pozzo

La Rocca non era la sola a trovarsi all’interno della cinta difensiva delle mura. Ai suoi piedi quasi tutte le abitazioni sono del 1300.


 La Casa del Podesta

Appena varcata la porta d’ingresso al borgo, sulla destra notiamo una casa sul cui fronte sono distinguibili tre archi. La casa, di proprietà un tempo dei Canossa, fu  abitata nel 1400 dal Podestà di Nozzano, persona che attendeva all’ordine del territorio e degli abitanti, il solo che possedesse un falco ed un cane per poter cacciare e che  veniva pagato dall’intera comunità con 16 dinari.    


La Proto Stamperia

Proseguendo  per la viuzza che corre intorno al  castello, s’incontra una casa forse tra le  più  vecchie, riconoscibile per il portone d’ingresso in pietra lavorata e che intorno al 1450 divenne una “proto stamperia”, ossia una delle prime stamperie d’Europa.

La ex Proto Stamperia

La Chiesa e la Madonna Celeste

Una prima chiesa in questo castello risale al sec. X. Fu sostituita da una seconda chiesa nel 1412 e dedicata a S. Antonio Abate e poi a S. Acconcio. La chiesa attuale, a croce latina, risulta da un ampliamento e rifacimento della precedente e risale al 1880. In prossimità della chiesa, si trova la statua della Madonna Celeste.

Conclusioni

Venuta meno nel tempo l’importanza strategica e bellica del castello, lentamente il borgo si è andato popolando, con la costruzione di nuove abitazioni ed il restauro e riadattamento  di antichi edifici, mantenendo e curando anche certi spazi verdi all’interno del castello, che fungono oggi da orti, piccoli frutteti e giardini.

Questa aerea è rimasta praticamente intatta dalle trasformazioni urbanistiche e permette, a chi la visita, di sentirsi proiettato in un’atmosfera fuori dal tempo.

Ecco…per tutto questo, Nozzano può essere considerato uno dei castelli meglio conservati e più caratteristici d’Italia, ancora purtroppo sconosciuto a molti Lucchesi…ed è per questo quindi che meriterebbe tutta l’attenzione e l’interessamento dovuti da parte del governo e delle istituzioni.

Nozzano. Veduta del castello.

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Salento…splendida regione della Puglia


Salento – Introduzione al viaggio.


Perché un viaggio nel Salento?…perché qui il sole scalda tutto l’anno, l’arte e le tradizioni non mancano, la cucina è ottima e la gente è particolarmente ospitale.   

Salento. In viaggio nelle zone del salento.

Per questi motivi un viaggio nel Salento, sarà sempre una scelta indovinata. Tante e interessanti sono le attrazioni esistenti in questa stupenda regione, all’insegna dell’ arte e della storia, del cibo con le sue  ricette più disparate, e del mare, un bellissimo mare che non deluderà mai e vostre aspettative.

E proprio il  mare è Il punto di forza del Salento, con le sue singolari e bellissime spiagge lambite da un’acqua cristallina  e dalle mille sfumature; luoghi che spesso meritano  l’appellativo di Maldive del Salento.

Salento. Torre Chianca.
Torre Chianca

Questo viaggio è stato suddiviso  in due parti giusto per avere un’idea, seppur in maniera piuttosto sommaria, delle potenzialità turistiche di questa zona.

Una prima parte dedicata ad alcune località  balneari, come Torre Chianca, nei pressi di Porto  Cesareo, Marina di  Pescoluse tra Gallipoli e santa Maria di Leuca ed infine la Baia dei Turchi nei pressi di Otranto.   

Una seconda parte invece dedicata a quelle attrazioni più  propriamente turistiche e più pertinenti ad un viaggiatore, come Lecce , Gallipoli con il suo famoso mercato del pesce, ed Otranto un bellissimo borgo ricco  di storia ed arte.

Salento. Mercato del pesce a Gallipoli.
Gallipoli – Mercato del Pesce

Salento – Dettaglio del Viaggio


Video con Commento Audio



Cominciamo quindi da Torre Chianca


Salento. Torre Chianca.
Torre Chianca

Torre Chianca

La località prende il nome dall’omonima torre di avvistamento cinquecentesca. Questa fu fatta costruire dagli spagnoli per difendere il Salento dagli attacchi dei pirati saraceni a quei tempi piuttosto frequenti.

Questo luogo è un’altra meraviglia del territorio di Porto Cesareo: qui la sabbia chiarissima si alterna a zone di costa più rocciose, dando forma d un ambiente unico  e straordinario. Il mare in questa zona è fantastico, turchese, cristallino e di una trasparenza straordinaria, con fondali bassi e sabbiosi.

Il  nostro arrivo alla spiaggia, avviene in coincidenza anche con  quello della stupenda nave scuola della marina militare Amerigo Vespucci. Questo stupendo veliero era gemello del Cristoforo Colombo ceduto alla Russia come risarcimento dei  danni di guerra. Ancora oggi è perfettamente funzionante e così ben conservato nonostante sia quasi centenario per essere stato costruito  nel 1930.

Salento. Ripresa dall'alto del Veliero nave scuola della Marina Militare Italiana, Amerigo Vespucci.
Amerigo Vespucci

Pescoluse

Non si può venire in Puglia e non arrivare alle bellissime spiagge di Pescoluse.
Qui la spiaggia è protetta dalle splendide dune, una bella vegetazione spontanea che separa il mare cristallino dal resto del mondo.

Oltre 4 km di bianche spiagge libere intervallate da spiagge attrezzate con famosi stabilimenti balneari. Sabbia fine e acqua cristallina in un paesaggio incontaminato, incorniciato da dune di sabbia e canne mosse dal vento.

Questa zona viene anche chiamata “Le Maldive del Salento” o più raramente “I Caraibi del Salento”. Le spiagge bianche ed il mare così trasparente dalle mille sfumature, formano scenari così belli da meritare il paragone con le più famose mete esotiche.

Fare il bagno nel mare di Pescoluse è un’esperienza unica: l’acqua è così trasparente che potrete ammirarne il fondale pur stando in piedi.

Baia dei Turchi

Nei pressi di Otranto, meno attrezzata, ma non per questo meno bella si trova la spiaggia della Baia dei Turchi.

Una servizio di navetta collega il  parcheggio con la pineta, da dove si stacca un piacevole sentiero che in circa dieci minuti, ci conduce alla spiaggia.

Salento. Servizio di navetta per raggiungere la Baia dei Turchi.

La natura rigogliosa della pineta e della macchia mediterranea,   Il mare cristallino, di un bellissimo  color turchese, sono le caratteristiche che rendono unico il paesaggio della Baia dei Turchi, uno dei tratti più suggestivi del litorale di Otranto.


Salento – Viaggio all’interno


Lecce

Ma lasciamo il mare e ci dirigiamo verso l’interno del Salento, per visitare una città che non ci possiamo assolutamente perdere. Stiamo parlando di Lecce il  Capoluogo del Salento che ha saputo mantenere inalterato nei secoli un clima di aristocratico distacco verso le sollecitazioni al nuovo.

La città è un’esplosione di stile Barocco presente ovunque che  trova la sua massima espressione negli edifici della piazza del Duomo, sicuramente la maggior attrattiva per ogni turista, scenografico teatro barocco, splendido anche di notte.

Gallipoli

A pochi chilometri da Lecce, tutta circondata dal mare, ci aspetta un’altra piccola, ma piacevolissima cittadina, Gallipoli.

La cittadina, conosciuta anche come la perla dello Ionio, si divide in due parti: quella più antica o “città vecchia”  su una piccola isola e il  “borgo nuovo”, sul promontorio retrostante, collegate tra loro da un ponte in pietra.

Salento. Il ponte che collega la città vecchia al  Borgo nuovo.
Gallipoli

Sicuramente la parte che attrae e richiama subito i turisti è la città vecchia. Un agglomerato casuale di vecchi edifici dai tetti pari. Circondati da un intreccio di vicoli e stradine, formano un vero e proprio labirinto dove non è difficile perdersi.

Salento. Particolare della città vecchia vista dall'alto.
Gallipoli – La Città Vecchia

Sarà piacevole passeggiare per queste strette vie. Saremo attratti da negozi di ogni genere, spesso anche caratteristici e singolari. Come questo negozio di articoli natalizi, che ogni giorno espone un cartello con i giorni mancanti al prossimo Natale.

Non mancano poi richiami architettonici interessanti come la piccola, ma apprezzabile chiesa della Purità. E’ situata proprio nelle immediate vicinanze dell’omonima spiaggia, dove al tramonto i bagnanti si affrettano a fare gli ultimi bagni.

Otranto

Ma un viaggio nel  Salento  non può considerarsi concluso senza la  visita di un altro antico borgo, iscritto nell’elenco  ufficiale dei borghi  più belli d’Italia, che rappresenta Il punto più ad est dello stivale, la città dei Martiri, un gioiello del Salento, un ponte fra Occidente ed Oriente.

Stiamo parlando di Otranto, un luogo ricco di storia, arte e cultura, proteso verso il mare, protetto da mura difensive e da un possente Castello


Salento – Conclusioni


Ecco…questa è solo  una parte di quanto potrete scoprire in un viaggio nel Salento.  Un territorio denso di luoghi di straordinaria bellezza che uniscono spettacoli naturali a maestose costruzioni storiche, il fascino della natura alla passione per la cultura, ma anche alla cura dedicata ai visitatori, che grazie alla disponibilità e alla cordialità degli abitanti, si sentiranno sempre e completamente a loro agio.


Salento. Particolare di un momento di  festa della popolazione.

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Bolzano…porta delle Dolomiti


Bolzano – Notizie Generali


Bolzano  è  un luogo d’incontro unico fra tradizione e modernità, estro latino e precisione teutonica, natura e cultura. Con i  suoi 102.000 abitanti, la città è situata a circa 250 metri s.l.m., entro una soleggiata conca montana, tutta verdeggiante e ricca di vigne e di frutteti. E’ la porta di accesso alla Val Gardena.

Bolzano. Il Castel Mareccio circondato da vigneti.

In nessun altro luogo dell’Alto Adige, come a Bolzano, l’incontro di culture diverse è così tanto evidente. Qui la nota dolce vita italiana s’incrocia con la genuina naturalezza alto-atesina.

Bolzano. Angolo della città vecchia.

La città gode di un ottimo clima per il quale il comune ha ottenuto la prestigiosa certificazione di “ComuneClimaGold” , il più alto livello di certificazione europea per la tutela del clima.


Il centro storico, o città vecchia, è costituito da un insieme  compatto di case in gran parte in stile  tedesco, intersecate da una rete di vicoli e stradine fiancheggiate da bei palazzi e ricche di bellissimi negozi.


Bolzano – Visita del centro storico


Video con Commento Audio


Il percorso di visita comincia da Piazza Walther der Vogelweide e si sviluppa nel  centro medievale, che ha come asse la direttrice di piazza delle Erbe e via dei Portici..

Bolzano. Piazza Walther der Vogelweide, il  centro della vita cittadina.
Piazza Walther der Vogelweide

Piazza Walther der Vogelweide

La piazza  Walther è considerata il salotto di Bolzano ed è qui dove ogni  anno  si svolge l’ormai noto Mercatino di Natale.

Questo spazio è il  centro della vita cittadina. Fiancheggiata da importanti edifici e ricca di locali, si trova nelle immediate vicinanze della stazione, dei più importanti parcheggi e nei pressi della Cattedrale.

Nei  pressi della piazza, esiste un ampio parcheggio sotterraneo con uscita proprio nel  centro della piazza stessa.

La Cattedrale

Il Duomo, intitolato a Santa Maria Assunta, è situato sul lato sud-ovest della piazza Walther.

La costruzione, iniziata nel 1280 e  portata a termine nel 1340, è considerata oggi il  massimo esempio di architettura gotica dell’arco alpino.

L’interno, atre navate, è diviso in sei campate da pilastri su cui  poggiano volte ogivali a crociera.

Bolzano. Interno della Cattedrale.
Interno del Duomo

Degno  di nota, nella navata centrale, il pulpito gotico in arenaria con interessanti bassorilievi.

Via dei Portici

La via più caratteristica del centro storico è sicuramente Via dei Portici.

Questa strada mercato è il cuore dell’antico borgo mercantile e tutt’ora la via centrale dello shopping cittadino.

Bolzano. Via dei Portici.
Via dei Portici

Per sfruttare al massimo il poco spazio a disposizione, furono costruiti edifici lunghi e stretti con botteghe e portici a piano terreno, abitazioni ai piani superiori e magazzini nelle zone mediane.

Bolzano. Facciate particolari di palazzi storici.
Centro Sorico

Le case che vediamo oggi, con semplici facciate abbellite da decorazioni a stucco, risalgono ai secoli XVI e XVII.

Piazza delle Erbe

Alla fine della  Via dei Portici si arriva ad un grande slargo che ospita, ogni mattina, un colorato mercato ortofrutticolo con bancarelle permanenti. Questa è la Piazza delle Erbe, realizzata nel Duecento e dove si affacciano belle case storiche.

Al centro della piazza, si trova la singolare fontana del Nettuno in bronzo, sprannominata scherzosamente “l’oste con la forchetta”.

Piazza del Grano

La piazzetta del Grano è uno degli angoli più graziosi della città, con l’antica e caratteristica Casa della Pesa, così chiamata perché nel 1780 vi si trovava la  pesa pubblica.

Sulla facciata si notano ancora i  resti di affreschi del ‘600.

Zona Stazione

Terminata  la visita del centro storico, sarà interessante spostarsi anche ai margini della città vecchia, per ammirare ancora delle belle costruzioni  nei  pressi della  stazione. Qui si trova anche  il vecchio e famoso Hotel Laurin. Un pezzo di storia di Bolzano.

Bolzano. Particolare dell'Hotel Laurin.
Hotel Laurin

Lungo Talvera

Per chi  avesse ancora tempo, è  consigliabile una bella passeggiata sul Lungo Talvera il torrente che bagna la città. Una bellissima area verde ricca anche di giochi e strutture sportive per tutti i gusti e necessità, da bambini ad adulti.


Bolzano – Conclusioni


Vagando lentamente per il  centro storico, potremo scoprire con stupore ancora tanti altri particolari, palazzi ed angoli così  caratteristici, che ci faranno apprezzare ancora di più questa bella città e capoluogo altoatesino. Non mancano poi ottimi ristoranti  e trattorie dove assaggiare i piatti tradizionali del luogo.

Bolzano. Centro Storico

Questa è la vecchia Bolzano, un ComuneClima Gold, prestigiosa certificazione europea per l’impegno nella tutela del clima.


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Val Gardena – La più bella valle del mondo

Val Gardena

Val Gardena…percorrendo la statale del Brennero in direzione nord, a pochi chilometri dopo Bolzano, in località Ponte Strada, si snoda sulla destra la statale 242 detta gardenese, che percorre per circa 25 chilometri una meravigliosa valle attraversando  tre stupende località.

Val Gardena. Statale che da Castelrotto porto a Ortisei.

La prima è Ortisei, che a pieno titolo può considerarsi il capoluogo , se così si può dire, di questa valle, famoso per le sue sculture artistiche. Troviamo poi Santa Cristina, il più piccolo dei i  tre paesi della valle, ma anch’esso molto caratteristico. Infine Selva, noto centro di sport invernali, ma frequentatissimo anche d’estate grazie alla miriade di sentieri e rifugi che consentono belle passeggiate. 

Val Gardena. Panorama sul paese visto dal drone Mavic Mini 2
Ortisei – Panorama dal Drone

La valle termina al passo Sella, a quota 2244 mt, da dove comincia la Val di Fassa.

Val Gardena. Gruppo del sella visto dal Monte Seura con drone Mavic 2 Zoom.
Monte Sella visto dal Monte Seura

Val Gardena – Introduzione

Stiamo parlando   della Val Gardena, una delle più belle valli al mondo per le sue montagne, la varietà del  paesaggio costituito da prati, boschi e centinaia di sentieri,  nonché la storia, la cultura, l’arte e le tradizioni.

Da non sottovalutare anche la cucina tradizionale ottima in tutti  i suoi piatti. Funghi, canederli, capriolo, cervo, polenta nelle sue varie forme sono i suoi punti di forza.

Poi ci sono i dolci, tanti dolci tra i quali ovviamente lo strudel di mele e i canederli di ricotta ripieni al cioccolato ed entrambi in salsa di vaniglia. Ed infine le famose kaiserschmarrn, grosse frittellone di omelette dolci spezzettate, con zucchero a velo e frutti di bosco.

Val Gardena. Kaiserschmarrn ai frutti di bosco.
Kaiserschmarrn ai frutti di bosco

Castelrotto

Ed è  proprio all’insegna della storia e dell’arte che la valle si presenta subito con una località da non perdere.

Val Gardena. Castelrotto visto dal drone Mavic Mini 2.
Castelrotto visto dal drone

Un paese iscritto tra l’altro nell’elenco ufficiale dei Borghi più Belli d’Italia. Si tratta di Castelrotto, una vera opera d’arte con i suoi edifici storici, decorati in maniera splendida dall’artista e pittore Burgauner.

E’ qui che la Val Gardena comincia già a mostrare parte della sua bellezza con l’Alpe di Siusi, Seiser Alm in Tedesco, una delle montagne più  belle delle Dolomiti. 

Val Garden. Alpe di Siusi vista dal drone Mavic 2 Zoom.
Alpe di Siusi

Prati, sentieri e boschi per oltre 50 kmq, fanno dell’Alpe il più vasto altopiano d’Europa. Sono centinaia i chilometri di sentieri che attraversano questo paesaggio alpino.  E’ qui che i contadini di Castelrotto, tra malghe e rifugi, portano a pascolare le  loro mucche, i cavalli e le pecore.


Video con Commento audio e riprese con Droni


Ortisei

Pochi chilometri dopo Castelrotto, la valle si apre lentamente mostrando la prima importante località, il vero punto di riferimento della Val  Gardena: Ortisei.

al Gardena. Panorama su Ortisei  ripreso con drone Mavic 2 Zoom.
Ortisei visto dal drone

Con i  suoi 5000 abitanti, ad un’altezza di 1220 mt slm, il paese presenta un paesaggio  urbano dominato da alberghi tradizionali, come il famoso Cavallino Bianco,  e graziosi edifici di fine secolo. 

L’isola pedonale di Ortisei viene definita da molti come la più bella delle Dolomiti.  La via Rezia, che l’attraversa, è descritta come la più bella via dello shopping delle Dolomiti

Santa Cristina

Lasciato Ortisei e dopo una breve sosta alla singolare ed antichissima chiesetta di san Giacomo immersa completamente nel bosco,  raggiungiamo  solo dopo alcuni chilometri Santa Cristina.

Val Gardena. Chiesetta di San Giacomo.
Chiesetta di San Giacomo

Questo piccolo, ma grazioso borgo della Valgardena ha come emblema la sua caratteristica parrocchiale costruita nel 1300. Questo fatto la rende  la più antica della valle.

Val Gardena. Particolare del campanile della parrocchiale di Santa Cristina.
Santa Cristina

Con il  suo caratteristico campanile il paese è ben visibile anche da lontano.

Circondata da prati ricchi di fiori e da bizzarre formazioni rocciose che invitano a piacevoli e rilassanti passeggiate tra boschi, prati e decine di sentieri, Santa Cristina si trova in prossimità dell’ultima importante località gardenese, Selva di Val Gardena.

Selva di Val Gardena

Importante centro di  sport invernali, il paese merita sicuramente una sosta anche per ammirare la produzione artigianale di articoli in legno, di cui il paese ne va letteralmente fiero. 

Anche nei dintorni di Selva, la Val Gardena continua a manifestare la sua singolare bellezza. Ci offre l’imbarazzo nella scelta dei sentieri per fare lunghe e rilassanti passeggiate tra prati, boschi e laghetti sempre all’insegna della più incontaminata natura.

Monte Secede vista dal drone Mavic Mini 2.

Val Gardena – Conclusioni

Lasciato il paese di  Selva, la statale  sale lentamente fino al Passo Sella a quota 2244 mt slm. Qui termina la  Val Gardena ed ha inizio così un’altra bella vallata: la  Val  di Fassa, altro gioiello delle Dolomiti.

Val Gardena. Passo Sella.
Passo Sella

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Castelrotto – Un’opera d’arte delle Dolomiti

Castelrotto – Notizie Generali

Castelrotto, in Val Gardena, è un bel paese iscritto nell’elenco ufficiale dei Borghi più Belli d’Italia.

Ci stacchiamo per un attimo  dalla statale 242 della Val Gardena e ci dirigiamo verso Castelrotto, comune della provincia di Bolzano con circa 7000 abitanti, situato ad un’altezza di 1090 mt slm.

Castelrotto. Particolare del centro storico.
Centro storico – Il Campanile

Castelrotto è il  nucleo principale delle  undici  frazioni che costituiscono il  comune.


Castelrotto – Il Paese

E’ la località che più delle altre undici attira il turista che rimane affascinato subito dalla bellissima piazza Kraus dove si trova  l’antico municipio del 1607 ancora oggi ben conservato nelle sue forme e la torre campanaria del 1753, ricostruita dopo un incendio.

Castelrotto. Piazza Kraus con il bel palazzo del municipio.
Palazzo del Municipio – Piazza Kraus

Il nucleo più antico e caratteristico del borgo è tutto raccolto attorno a questa piazza con la sua bellissima e singolare fontana.

Questa fontana è sempre stata in passato un’indiscutibile sosta ristoratrice, molto apprezzata anche dai cavalli. Per questo motivo i paesani la definiscono “fontana-abbeveratoio”. 

La Chiesa

Nella piazza Kraus s’innalza la Parrocchiale con il suo campanile in stile  barocco, insolitamente staccato dalla chiesa.

Si dice che le sue campane abbiano il suono più bello in tutta la valle e che la costruzione, sia la più alta della Val Gardena, addirittura la terza in tutto  l’Alto  Adige.


Già  menzionata in alcuni documenti nel 1190, la chiesa è stata ricostruita tra il 1838 e 1845 in stile neo classico. Chiamata anche il Duomo di Montagna, al suo interno sei pilastri dividono la chiesa in tre navate.

Castelrotto. Interno della parrocchiale.
Interno della Parrocchiale

Il nome del borgo deriva da Castel Ruptum, che significa appunto castello rotto, diroccato. Ma la caratteristica singolare del borgo, non sta tanto nel  castello, di cui peraltro non troveremo traccia se non in alcune rovine alla sommità di un colle , quanto nelle decorazioni delle facciate di case e alberghi, veramente artistiche, volute ed eseguite dal pittore Eduard  Burgauner, il cui intento era quello di trasformare Castelrotto in una grande opera d’arte.

I Palazzi decorati

E così possiamo ammirare lo storico albergo  Goldenes Ross, antica locanda già esistente nel 1600, con la sua bellissima facciata decorata e adorna di fiori, e lo Zum Wolf, anch’esso attivo dal 1600, dalla bellissima facciata anche questa perfettamente decorata con arte e gran gusto.

Queste sono solo le più rappresentative. Altre ne esistono altrettanto belle, come questa facciata dell’antica pasticceria e panificio Burgauner che viene già citato in un documento del 1807 e che lo rende così uno dei più antichi panifici dell’Alto Adige. 

Castelrotto. Facciata dell'antico forno Burgauner, il più antico dell'Alto Adige.

Castelrotto – Alpe di Siusi

Ma Castelrotto merita una visita anche per la sua ottima posizione ai piedi dell’Alpe di Siusi, nel parco dello Sciliar. Dal paese infatti ci possiamo spostare facilmente sull’Alpe, il Seiser Alm in Tedesco, una delle montagne più belle delle Dolomiti. 

Castelrotto. Panoramica dal drone, sull'Alpe di Siusi.


Prati, campi e boschi per oltre 50 kmq, fanno dell’Alpe il più vasto altopiano d’Europa. Sono centinaia i chilometri di sentieri che attraversano questo paesaggio alpino.  E’ qui che i contadini di Castelrotto, tra malghe e rifugi, portano a pascolare le  loro mucche, i cavalli e le pecore.


Conclusioni

Terminiamo la nostra passeggiata attraverso il  borgo, guardandoci intorno, osservando ed ammirando con stupore tanta bellezza, precisione e ordine per poterlo imprimere nella nostra mente e portare con noi un ricordo indelebile di questo incantevole paese, non a caso definito Uno dei Borghi più Belli d’Italia.


Video con Commento audio


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