La nota fiction televisiva del Commissario Montalbano, non è stata determinante ma sicuramente ha contribuito non poco allo sviluppo turistico di questa cittadina e dei suoi dintorni, insieme all’UNESCO che l’ha iscritta nel 2002 nel patrimonio dell’Umanità.
Di solito i turisti che arrivano a Scicli si dirigono, come fosse un dovere o un obbligo, a visitare per prima cosa il Municipio, set televisivo della Questura di Montalbano. Si può entrare nell’ufficio del commissario, nell’ufficio del Piantone Catarella e la stanza del prefetto.
Ma Scicli ha ben altre motivazioni turistiche molto più importanti ed interessanti. La sua posizione a soli a 5 km dalla costa meridionale della Sicilia, la fa essere anche una città di mare. Inoltre oggi Scicli è sempre più meta di numerosi turisti affascinati dalla magnifica arte barocca dei suoi edifici civili e religiosi.
Sampieri
Visita del Centro Storico
Il nucleo più antico della città era ubicato sulla rocca di San Matteo, dove oggi si trova l’omonima chiesa. Da quassù, ad un’altezza di oltre 200 metri, si può avere una visuale completa dell’agglomerato, punteggiato qua e là da bei palazzi, chiese e piazze.
Chiesa di san MatteoPanorama dal Piazzale di san Matteo
L’aspetto di Scicli che colpisce maggiormente il viaggiatore , è l’esistenza di un numero così elevato di chiese, proprio sulle quali è più evidente questo stile barocco.
Le Chiese di Scicli
Oltre alla bellezza della struttura in sé stessa, ogni chiesa gode anche di una bella posizione. La chiesa di Santa Maria della Consolazione, costruita nel ‘700, si trova in posizione rialzata rispetto al piano stradale. San Michele, con la sua bella facciata a tre ordini, è posizionata in un bello scorcio di via Mormino Penna. Mostra un’architettura sobria, propria dello stille barocco agli inizi del neo classicismo.
Santa Maria della Consolazione
Che dire poi della cattedrale, con una bella facciata barocca, situata in una grande piazza alberata e San Bartolomeo, un po’ più defilata dal centro storico, incastonata tra le vecchie cave.
La Cattedrale
Ma la più scenografica, posizionata sulla sommità di un colle, rimane la chiesa di San Matteo. Dal suo piazzale si domina tutta Scicli. La salita al colle, peraltro bella in quanto si snoda tra vicoli e antiche case, è piuttosto faticosa, ma la bellezza del sito, ne vale veramente la pena.
Nel centro storico, sarà interessante visitare anche l’Antica Farmacia Cartia, situata in un vecchio palazzo, arredata con antichi mobili, vecchi strumenti e farmaci.
Farmacia CartiaSan Giovanni EvangelistaSan Michele
La via Nazionale sarà una bella passeggiata da non perdere. La strada attraversa tutto il centro ed è ricca di negozi di ogni genere e locali. La piazza del Municipio con la rispettiva via Mormino, la definirei il salotto di Scicli: bei palazzi, bella piazzetta e locali caratteristici.
La piazza Busacca, sempre molto movimentata, è il fulcro della vita cittadina. Alla sera è sempre molto affollata grazie anche ai suoi locali. Qui si trova anche il famoso ristorante Busacca, sicuramente il top della città, con ottima cucina a prezzi accessibili.
Piazza Busacca
Scicli – Dintorni
Prima di lasciare Scicli, ci possiamo togliere anche un paio di curiosità andando a visitare, in località Punta Secca, la casa del Commissario Montalbano, divenuta ormai nota a tutti con la sua inconfondibile terrazza prospicente la spiaggia. Nelle immediate vicinanze si trova anche la nota trattoria Enzo a Mare, dove il Commissario si reca spesso ad assaggiare qualche specialità locale.
E’ una trattoria che fa sempre il “tutto esaurito” grazie al suo nome ormai famoso ed alla sua ottima cucina. Meglio prenotare il giorno prima.
L’altra curiosità è data da Sampieri, bella località balneare. Qui si trovano i ruderi della vecchia fornace Penna, costruiti agli inizi del ‘900 sulla scogliera a ridosso della spiaggia, diventata nella “fiction televisiva” la Mànnara, luogo di uno dei tanti delitti su cui indaga il commissario.
La Fornace Penna (La Mànnara)
E proprio a Sampieri, il mare limpido, trasparente e dalle svariate tonalità di colore, non fa altro che valorizzare ulteriormente la meta di questo viaggio: Scicli, splendida cittadina e piccolo gioiello barocco, ancora ai margini degli itinerari turistici più battuti, ma che tutti dovrebbero visitare.
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Trapani probabilmente non gode della giusta considerazione dei viaggiatori e non ha la dovuta attenzione che si merita. Sembra che brilli solo di luce riflessa.
Per la gran parte dei visitatori, Trapani è solo uno scalo marittimo, è la città da cui si parte per le Isole Egadi, per Favignana. La località da cui si raggiunge Erice ed anche Scopello, la Riserva dello Zingaro o Castellamare del Golfo.
Castello della ColombaiaErice
Invece Drepanon, vecchio nome della città che significa falce, come la sua forma che si nota atterrando a Birgi o osservandola dall’alto di Erice, può offrire molto di più al turista attento.
Trapani – Veduta da Erice
L’atmosfera, in questa parte della Sicilia, è completamente diversa da quella che si respira in tutto il resto dell’isola. E’ un atmosfera particolare, in parte nordafricana, tunisina.
Questo lo si nota anche nelle case e nella loro forma dei tetti completamente pari, senza tegole così come anche nella kasbah di Mazara del Vallo, piccola ma molto caratteristica.
I Tetti di TrapaniLa Kasbah di Mazzara el Vallo
La città è tranquilla, ordinata e ben tenuta, la gente è sempre molto cordiale e ben disposta. Si circola abbastanza bene anche in auto, a parte nel centro storico vero e proprio, e si mangia bene ovunque.
Molti sono i palazzi di notevole interesse, così come alcune vie del centro storico, ricche di negozi e ristoranti. Ma anche i vicoli e le piazzette fanno apprezzare ancora di più la città invogliando a passeggiate tranquille, senza una meta precisa, semplicemente ammirando tutto quanto intorno a noi, anche i minimi particolari.
Trapani – Centro Storico
La visita del centro storico, è tutta concentrata intorno alle due vie principali: Via Giuseppe Garibaldi e Via Vittorio Emanuele.
Via Giuseppe Garibaldi
Questa via è la più conosciuta. Ricca di negozi e locali, è fiancheggiata da palazzi settecenteschi di scenografico impatto. Per questi motivi è la strada più frequentata per passeggio.
Corso Garibaldi
Tra i vari monumenti, di particolare interesse è la chiesa di Maria SS del Soccorso, fondata nel XV secolo e in parte ristrutturata nel 1874, con un interno piccolo, ma ricco di opere d’arte.
Anche la visita della chiesa di san Domenico è importante non solo per la bella struttura trecentesca con il suo bel rosone ed un interno con opere degne di nota, ma in modo particolare per la zona circostante, costituita da vicoli e piazzette veramente caratteristici.
Via Vittorio Emanuele
La CattedralePalazzo Senatorio
Percorrendo la Via Vittorio Emanuele, dopo aver lasciato sulla nostra sinistra l’edificio della Cattedrale, si giunge al palazzo Senatorio, bell’esempio di architettura barocca.
Questo corso, conosciuto un tempo come la Rua Grande, è un largo e lungo rettilineo, principale asse della città storica e, per il tenore degli edifici settecenteschi che vi prospettano, è considerato il monumentale salotto della città.
Attraversando il centro storico da nord a sud, ci spostiamo verso il porto.
Il viale Regina Elena ci consente una bella e rilassante passeggiata lungomare.
Fiancheggiata da folte piante su entrambi i lati, costituisce un vero riparo dalla calura estiva.
Viale Regina Elena
Anche su questo viale non c’è che l’imbarazzo della scelta per ciò che riguarda locali, bar, gelaterie e ristoranti.
Rientrando nel centro storico, non ci possiamo perdere la bella passeggiata all’ombra delle Mura di Tramontana fino al bastione Conca.
Mura di TramontanaBastione Conca
Dalla piazza della vecchia pescheria, bella struttura formata da un porticato ad archi con al centro una fontana di Venere, si inizia questa rilassante camminata che, costeggiando la spiaggia cittadina, ci conduce appunto fino al Bastione Conca.
Da qui possiamo godere di un panorama a 360° veramente spettacolare. Una veduta completa su tutta la città, sulle case, sui tetti, sui vicoli e le cupole delle principali chiese di Trapani.
Il mare è di una limpidezza unica con sfumature di colore tali che ci costringono a scendere sulla spiaggia per ammirare da vicino tutta questa bellezza e respirare la singolare atmosfera che ci viene offerta da questa città.
Trapani – Dintorni
Lasciamo la città per spostarci nell’immediata periferia e subito veniamo attratti dal paesaggio delle saline che incontriamo appena usciti da Trapani, lungo la provinciale 21 appena entrati nella contrada di Nubia.
Queste sono le saline di Maria Stella, uno scampolo di natura profondamente rivisitata dall’uomo, un luogo di produzione, un richiamo estetico.
Le saline – Contrada Nubia
Oltre al museo, anche Il mulino della salina è visitabile. Questo era uno dei tanti che dominavano il paesaggio.
Piatti e Prodotti Tipici
La varietà di cibo è così alta, che potreste mangiare piatti diversi per 10 giorni sia a pranzo che a cena. Potrete scatenarvi con la cucina, assaggiando le Busiate, pasta tipica siciliana fatta a mano, l’ottimo Cous Cous e tanto pesce nelle più svariate ricette. Immancabili saranno il Salmone, il Tonno e il Pesce Spada, anche affumicati e anche sotto forma di carpaccio. Non mancheranno i dolci tipici come la Cassata Siciliana, le Genovesi e gli immancabili Cannoli Siciliani.
Busiate al Pesto Trapanese
Tra i vini, particolarmente buono e stimato è il Leone d’Almerita.
Per Concludere
Dal porto di Trapani salpano i traghetti per le Egadi compreso quello per Favignana. In piena estate, sarà opportuno prenotare parecchi giorni prima. Si rischia di trovare tutto esaurito.
Da Trapani parte inoltre la funicolare per Erice, stupendo paese arroccato in cima a un colle ad un’altezza di circa 700 metri, iscritto nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia. Assolutamente da non perdere.
Trapani è una città che, a mio parere, non è ancora ben conosciuta da tutti, ma che per la sua storia, l’arte, la cultura e le sue tradizioni merita sicuramente ancora molto, ma molto di più.
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Marzamemi, antico borgo marinaro di origine araba.
Marzamemi – Introduzione
Se viaggiando nel sud est della Sicilia, vi sentirete stanchi di visitare città, seppur belle, come Ragusa, Siracusa, Noto, Modica, e sopraffatti anche dal caldo vi sentirete un po’ annoiati di osservare l’onnipresente stile barocco siciliano, nessun problema.
La Sicilia offre così tanto da poter variegare le vostre tappe turistiche a vostro piacimento.
Scala dei Turchi
Basterà fare una breve deviazione verso il mare. Attraversando una bellissima campagna raggiungeremo una località priva di rilevanze architettoniche, palazzi e chiese, ma talmente bella, singolare e circondata da un mare variamente colorato, da renderla un’attrazione veramente unica ed affascinante.
Stiamo parlando di Marzamemi.
Marzamemi – Cosa vedere
Giunti nel borgo, la bellezza di Piazza Regina Margherita, scenario del film SUD di Salvatores, vi lascerà senza fiato. Qui si affacciano le case dei pescatori tutte in pietra arenaria, risalenti al 1600, nonché le due chiese dedicate entrambe al santo patrono, San Francesco di Paola.
Marzamemi – Piazza Regina Margherita
Questo antico borgo marinaro è uno dei luoghi più noti e affascinanti della Sicilia. La storia di questa stupenda località inizia con la sua tonnara nel 1752. Oggi questa tonnara è ormai in disuso e parzialmente demolita.
Piazza regina Margherita
L’origine del nome Marzamemi, secondo alcuni, deriverebbe dalle parole arabe marsa (‘porto’) e memi (‘piccolo’). Ovvero piccolo porto. Infatti sono proprio i due piccoli porti a far da cornice al borgo.
Secondo altri invece deriverebbe sempre da parole arabe Marsa el-Hamem che significa “il porto delle tortore.
Tutt’intorno alla Piazza Regina Margherita, i vicoli e le stradine con i loro caratteristici negozi, i ristoranti e tanti altri locali dove poter trovare riparo dal forte caldo e rinfrescarsi magari con un’ottima birra locale, fanno da cornice a questo pittoresco angolo della Sicilia.
Fuori dal Borgo
Appena fuori dal borgo, una bella spiaggia ci aspetta per concederci una mezza giornata di mare. L’acqua è di una bellezza unica. La sua trasparenza e le sfumature di blu e verde, ci trasportano con la fantasia verso le barriere coralline dell’oceano indiano.
Gli stabilimenti balneari sono pochi, semplici, ma essenziali, e dopo un buon bagno avremo comunque l’imbarazzo della scelta tra piatti di pesce e ottimo vino.
Per tutto questo quindi, non dimenticate: in un viaggio seppur dedicato al barocco siciliano, anche Marzamemi sarà una tappa assolutamente da non perdere.
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Erice è considerata, dagli stessi Siciliani, forse l’unica meta turistica riconosciuta come tale, in questa parte dell’isola.
Anche la Sicilia, come un po’ tutte le regioni d’Italia, è ricca di borghi interessanti e caratteristici. Tra questi ben 19 fanno parte dell’elenco ufficiale dei Borghi Più belli d’Italia.
Erice – Vista sul Borgo dal Drone
Tra questi spicca in modo particolare Erice, l’oggetto di questo articolo.
Erice – Introduzione
Arroccato sulla cima del monte omonimo, il borgo medievale di Erice svetta dall’alto dei suoi 750 metri.
E’ costituito da un dedalo di viuzze lastricate che scorrono tra palazzi, chiese, piazze ed antichi cortili invogliando il turista a girovagare lentamente senza meta alla scoperta di questo singolare borgo.
Grazie alla sua splendida posizione, dal paese si possono ammirare i panorami più belli sulla città di Trapani, le Egadi e le Saline.
Erice – Panorama su Trapani e le Saline
E’ questa, in Sicilia, una delle mete più ambite dai turisti, e dal 2014 è stata insignita della bandiera rossa dei Borghi più Belli d’Italia.
Il borgo è facilmente raggiungibile da Trapani, da cui dista solo 12 chilometri, circa 25 minuti di guida. Una volta giunti nei pressi del paese, troveremo ampi parcheggi nelle immediate vicinanze del Centro Storico.
Erice – Visita del Borgo
Mettere piede a Erice è un po’ come fare un tuffo indietro nel tempo.
Varcando porta Trapani, e voltando subito a sinistra, ci troviamo faccia a faccia con l’edificio più importante del paese, la Cattedrale.
Erice – La Cattedrale
Bellissimo è il colpo d’occhio su questo edificio eretto nel 1314 e denominato anche Chiesa Matrice di Erice. Di fronte e staccato, si eleva il poderoso campanile eretto anch’esso nel ‘300 originariamente come torre di vedetta.
La strada che attira subito il visitatore è il corso Vittorio Emanuele, la principale via del paese, fitta di negozi di artigianato e souvenir.
Con la sua bella pavimentazione, la via sale fino al punto più alto e caratteristico di Erice, piazza Umberto, il luogo più frequentato del borgo, ridefinizione ottocentesca dell’antica loggia, animata dai tavoli dei caffè.
Via Vittorio EmanueleVia Vittorio Emanuele
Proseguiamo nella nostra esplorazione del paese, lentamente tra vicoli e palazzi. Ci guardiamo intorno ed ammiriamo le case in pietra, di indiscussa fattezza medievale, e piccoli particolari.
Prima di raggiungere il lato orientale di Erice ed il più più scenografico, incontriamo due chiese degne di nota. La settecentesca chiesa di San Martino fondata da Ruggero il Normanno e la chiesa di San Giuliano, preceduta da una piazzetta.
Chiesa di san GiulianoChiesa di san Martino
Riedificata nel Seicento, anch’essa di fondazione Normanna, la chiesa di san Giuliano custodisce al suo interno i sei gruppi sacri fatti di legno, tela e colla.
Questi gruppi sono protagonisti ogni Venerdì Santo della nota Processione dei Misteri.
Erice – Quartiere del Balio
Se corso Vittorio Emanuele e Piazza Umberto sono sempre molto frequentate dai turisti, non di meno lo è la parte del Balio. E’ qui infatti che si trovano tre scenografiche attrazioni: il Giardino del Balio, il Castello omonimo ed il Castello di Venere.
Giardino del Balio
Il giardino del Balio, è la prima di queste attrazioni a richiamare il turista. Infatti qui, all’ombra di tutto questo verde, si può trovare il giusto riparo dalla forte calura.
Giardino del BalioPanorama su Trapani
Nonostante la sua folta vegetazione , il giardino racchiude diversi punti panoramici che, sul lato sud, abbracciano Trapani, le saline, le isole Egadi e la laguna dello Stagnone.
Castello del Balio
Costruito dai Normanni sui resti di un santuario e racchiuso all’interno del giardino del Balio, il Castello omonimo domina il paesaggio a conferma di essere stato a suo tempo, il fulcro del sistema difensivo.
Erice – Castello del Balio
Castello di Venere
Poco più avanti, con accesso attraverso una gradinata, si raggiunge il possente Castello di Venere divenuto indiscutibilmente uno dei simboli di Erice.
Più che la struttura, a colpire il turista sono i vertiginosi panorami che si aprono sullo strapiombo e sul piccolo castello di Pepoli, silenzioso rifugio del Conte Agostino Pepoli.
Prodotti Tipici
Non si può lasciare Erice senza prima aver prima assaggiato qualche piatto tipico del luogo come la Caponata di Melanzane, il Cous Cous dolce, i Fagioli alla Menta e l’insalata di Gamberi alla Menta.
Tra i dolci, oltre ai soliti e inimitabili Cannoli Siciliani, troviamo la Cassata Siciliana e le famose Genovesi, cavallo di battaglia della nota pasticceria Maria Grammatico, in corso Vittorio Emanuele.
Preparatevi a fare delle lunghe code per gustare questi speciali dolci alla crema.
Tra i vini, molto buoni sono il Grillo, il Catarratto e il Grecanico.
Conclusioni
Questo affascinante borgo ha assunto nel tempo nomi diversi assegnati dalle numerose popolazioni che qui hanno vissuto attratti dal mare, dal monte, dal sole e dalla pietra grigia.
Così come l’antica Erice accendeva fuochi nel sacro recinto della dea Venere per segnalare l’approdo ai marinai, oggi Erice è diventato il Faro di Pace del Mediterraneo.
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Questa cittadina dell’Austria, situata sull’estremità orientale delLago di Costanza, è una località turistica sempre interessante. Anche d’inverno, specialmente in prossimità delle feste natalizie. In questo periodo infatti, Bregenz offre il meglio di stessa con i Mercatini di Natale.
Lago di Costanza
D’estate è un gradevole centro di villeggiatura dove rilassarsi, godersi la natura del luogo e dedicarsi anche all’arte, la cultura e le tradizioni.
La sua posizione è anche turisticamente molto strategica. Si trova infatti nelle immediate vicinanze ai confini tedesco e svizzero.
La sua storia risale a circa 2000 anni fa, quando fu conquistata dai Romani che la chiamarono Brigantium.
Rilevanze storiche di questo periodo, si trovano nella città alta, l’Oberstadt, che occupa proprio l’antico Castrum Romano.
Bregenz si divide in due parti: la città bassa e la città alta, dominata dal monte Pfander. Una visita a questo monte è consigliabile per lo stupendo panorama che si gode dalla sua cima.
Città bassaCittà alta
Il sito è facilmente raggiungibile in funivia.
Si sale alla città alta percorrendo la Maurachgasse. Questa parte di Bregenz mi ha colpito in modo particolare anche per la sua grandiosa Martinsturm, costruita nel 1602 e sede del museo militare. Questa rimane l’unico resto delle mura medievali ed è oggi l’emblema cittadino.
In questa parte della città, nel cuore medievale, si ha anche l’opportunità di vedere gli artigiani al lavoro.
Abitazione tipica nella parte alta della città
Nella città bassa tutto gravita attorno alle due vie principali: la Kornmarktstrasse e la Rathaus Strasse. E’ questo il cuore e il fulcro della vita cittadina.
Questa è anche la parte commerciale di Bregenz, con i suoi numerosi e tradizionali locali, ben fornita anche di attrazioni artistiche e negozi ricchi di articoli di ogni genere, compreso quelli di artigianato locale.
Per chi vuole invece rilassarsi e staccarsi dalla vita cittadina, nulla di più consigliato è la fantastica Seepromenade, bella passeggiata che costeggia il lago di Costanza.
Periodo natalizio
Il Natale à uno dei momenti più sentiti dalla gente del posto e una grande attrazione per i turisti. Consente di far rivivere le autentiche tradizioni della zona.
Di solito le attività natalizie iniziano a metà novembre.
Ingresso ai Mercatini di Natale
Curiosare, degustare alcuni piatti tipici, fare acquisti di artigianato locale, inebriati dall’aroma del vin brûlé, è un’esperienza assolutamente da non perdere.
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Provenendo in auto da Martina Franca, Ostuni ci appare come una pittoresca cittadina adagiata su tre colli.
Il paese è denominato la Città Bianca perché bianche sono tutte le abitazioni. Il borgo è un intrico urbano che ricorda una casbah araba o un paesino greco.
Ostuni è un borgo medievale meraviglioso. E’ una rinomata meta turistica.
Una passeggiata nella città vecchia, detta la “terra” per distinguerla dalla più recente “marina”, regala scorci pittoreschi. I vicoli, le ripide scalinate, le corti e le piazzette, sono impreziositi da case bianche, da gerani, da botteghe artigiane, da ristoranti tipici e da negozietti.
Appena giunti nel borgo è facile perdersi nel groviglio dei vicoli alla disperata ricerca di un parcheggio.
Stradine del Centro Storico
Una volta imboccata una delle vie principali, potremo arrivare facilmente in pieno centro storico.
Il piazzale della Libertà, cuore della vita cittadina, è il simbolo dell’unità raggiunta nel 1861.
Ostuni – Un po’ di Storia
Il primo nucleo cittadino fu fondato dai Messapi, un’antica popolazione illirica od anatolica che si stanziò nel Salento nel VII secolo a.C.
I Messapi furono abili costruttori di strade e città. Scelsero l’ubicazione per Ostuni in cima a un colle dalle pareti molto ripide. Scelta molto interessante dal punto di vista strategico.
Con la disgregazione dell’Impero d’Occidente, il paese, come il resto d’Italia, subisce l’invasione di Ostrogoti, Longobardi e Saraceni.
Piazza della Cattedrale
Ai primi dell’Ottocento, sull’onda degli ideali dell’illuminismo, anche Ostuni prende parte ai tumulti insurrezionali. I suoi cittadini fondano anche un circolo della Giovine Italia e una Rivendita carbonara.
Durante questi moti fu la prima città della Puglia a innalzare il tricolore.
Ostuni – Cosa Vedere
La caratteristica più peculiare del centro storico, che così tanto affascina il turista, è l’imbiancatura a calce delle case fino ai tetti.
Questa pratica oggi è in declino, tanto che il sindaco ha dovuto emanare un’ordinanza per farla ritornare in uso. Ha fatto sì che Ostuni sia conosciuta come la Città Bianca o Città Presepe.
La parte inferiore del borgo è circondato dall’antica cinta muraria. In questa si incastonano le uniche due entrate della città rimaste integre: Porta Nova e Porta San Demetrio.
Porta NovaPorta San Demetrio
Piazza della Libertà
La nostra visita può cominciare dalla Piazza della Libertà, fulcro della vita cittadina dove tutti, prima o poi turisti e non, dovranno passare.
Piazza della Libertà
Convento Francescano e Chiesa dello Spirito Santo
Qui si trova l’elegante e monumentale ex convento francescano, oggi occupato dal Municipio di Ostuni.
Chiesa dello Spirito santo
Appartata sulla destra del palazzo si trova la piccola ma bellissima chiesa dello Spirito Santo in stile rinascimentale.
Via Cattedrale
Cominciamo la risalita del borgo da questa piazza verso la sommità del colle dove incontreremo la Cattedrale.
La strada che ci condurrà al Duomo, chiamata appunto Via Cattedrale, è piacevolissima per i numerosi palazzi gentilizi, i be bellissimi e tradizionali negozi di artigianato e l’animazione che generalmente la contraddistingue.
La Cattedrale
Arriviamo lentamente, dopo una bella e rilassante passeggiata, sulla sommità del colle dove si erge la quattrocentesca Cattedrale di Ostuni con il suo grande rosone a 24 raggi.
Intitolata a Santa Maria Assunta e incasellata tra le tante abitazioni, la Cattedrale è una sintesi perfetta di stile gotico, romanico e bizantino, che dall’alto del colle domina la piana degli ulivi fino al mare.
L’interno, a croce latina a tre navate su colonne, è stato restaurato più volte fino a stravolgerne l’originaria architettura. Ha pianta basilicale ed è rifatto in ariose e solenni forme settecentesche. Il soffitto piano è ricoperto da tele pure queste del ‘700.
Interno della Cattedrale
Nell’abside si può ammirare un bellissimo coro in legno di noce riccamente intagliato, mentre accanto all’ingresso centrale, si trova un prezioso affresco del ‘400.
Conclusioni
Usciti dal Duomo, continuiamo la nostra passeggiata in salita attraverso stradine e vicoli veramente pittoreschi, fino a raggiungere la cima del colle da dove è possibile ammirare un superbo panorama.
Anche di notte il Centro Storico ha un suo fascino tutto particolare.
I turisti si attardano in via Cattedrale dove i negozi restano aperti fino a tarda ora.
L’offerta commerciale di Ostuni è molto varia. Dai Souvenir più turistici, agli importanti oggetti dell’artigianato locale, fino allo shopping tra i negozi più importanti.
Sin dagli anni Trenta del Novecento, Ostuni è il polo turistico principale della Provincia di Brindisi ed è diventato oggi una delle mete più importanti e caratteristiche di tutta la regione pugliese.
Sant’Oronzo – Il Patrono di Ostuni
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Il nome Filetto sembra provenire dal greco e significa quanto indicato nel titolo, ovvero: “Posto di guardia fortificato”.
Filetto – Motivazioni e Impressioni
Come ho già detto molte volte, la Toscana è talmente ricca di piccoli e interessanti borghi, che rimane sempre l’imbarazzo della scelta, quando si decide di sceglierne uno per una gita domenicale.
Quindi bisogna scremare, osservare la zona e conoscerne un po’ di storia. Insomma occorre documentarsi ed avere anche la possibilità di poter reperire abbastanza materiale fotografico, almeno quanto basta per poter scrivere un articolo sul Blog.
Così , spostando la mia attenzione verso la Lunigiana, cerca e ricerca ho individuato questo piccolo, ma incantevole borgo, situato peraltro in un’interessante zona con altri piccoli borghi nelle vicinanze non meno interessanti.
Parliamo di Filetto, un piccolo borgo murato, così incantevole che mi ha colpito particolarmente.
Filetto – Un po’ di Storia
Ai tempi delle lotte in Lunigiana tra l’esercito bizantino e le orde dei Longobardi invasori, nel VI e VII secolo, venne organizzata in questi luoghi, a ridosso dell’Appennino, una linea difensiva per proteggere i porti dell’alto Tirreno. Per questo motivo fu costruito Filetto.
Ecco perché questo borgo è un po’ insolito rispetto agli altri di quei tempi, che li vedeva prevalentemente arroccati sulle alture. Questa era la consuetudine per tutti i borghi in Toscana ed anche per i vicini Borghi Lucchesi.
Stemmi della Famiglia Ariberti
Le milizie barbariche erano già presenti oltre le montagne dalla fine del VI secolo e minacciavano i porti nelle vicinanze, in modo particolare Luni.
Filetto fu parte essenziale di questa imponente linea di difesa e solo dopo la caduta dell’impero d’Oriente, il borgo si modificò a residenza della popolazione. In quei tempi la gente aveva sempre più bisogno di protezione.
Nel 1568 il borgo si allargò. Inglobò addirittura la strada che da Villafranca in Lunigiana conduce a Bagnone.
I Marchesi Ariberti, pochi anni dopo, subentrarono come nuovi feudatari ai Malaspina. Questi dovettero vendere Filetto a causa dei grossi debiti contratti con l’Imperatore.
Filetto è così piccolo che non esiste un itinerario da seguire. L’unico itinerario è quello di passeggiare per il borgo, alzare gli occhi, guardarsi attorno ed ammirare i tanti piccoli e significativi dettagli.
Arco monumentale diPorta Ariberti
Per accedere al borgo si attraversa l’arco monumentale di Porta Ariberti. Si comincia a curiosare tra le strette vie caratterizzate da bei portali ed archi. Ogni tanto incontreremo anche qualche simpatico negozietto di antichità.
Piazza del Pozzo
Percorrendo la via principale che attraversa il borgo, incontreremo sulla nostra sinistra la Piazza del Pozzo.
Una volta questa era chiamata la Piazza d’Armi. E’ caratterizzata da un solo accesso come per gli antichi accampamenti militari Romano-Bizantini.
Questa piazza costituiva il nucleo originario del paese. Ancora oggi è individuabile una delle 4 torri cilindriche che ne costituivano l’impianto originario.
Piazza Fatebenefratelli
Passiamo sotto il loggiato della Palazzina dei Marchesi Ariberti ed entriamo nella Piazza Fatebenefratelli.
In questa piazza si trova la Chiesa Parrocchiale ed un convento di frati.
Una volta terminata la visita del borgo, usciamo dalla parte opposta attraverso la Porta Ariberti. Svoltiamo a destra e camminiamo lungo il perimetro esterno delle mura. In questo modo potremo osservare i resti delle torri.
A questo punto, terminata la visita di Filetto, possiamo spostarci. Ci dirigiamo a Bagnone per un buon pranzetto. Dopo la sosta potremo visitare anche questo bellissimo borgo e continuare la nostra gita.
Potremo raggiungere anche Malgrate e Castiglione del Terziere. Anche questi ultimi due borghi, come Bagnone, si trovano nelle immediate vicinanze di Filetto.
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Nida è il capoluogo simbolico della Penisola dei Curoni conosciuta anche con il nome di Penisola di Neringa o Penisola dei Curi.
Ho deciso di visitare questa cittadina in quanto Nida è la principale località turistica della penisola di Neringa.
Originariamente era un importante villaggio di pescatori e si trova a pochi chilometri di distanza dal confine russo, ovvero dall’exclave di Kaliningrad.
Questa penisola è una striscia di terra lunga circa 70 chilometri e larga mediamente 3 chilometri. Si stacca da Klaipeda, l’unico porto a nord della Lituania, ed arriva a sud fino a Zelenogradsk, una località delll’exclave russa di Kaliningrad.
E’ una regione molto particolare. Ha caratteristiche desertiche, ma a tratti è avvolta da foreste incredibili, abitate da una fauna ricca e varia costituita da alci, cervi, cinghiali e molti altri animali. Gli aironi e i cormorani formano qui due tra le più grandi colonie al mondo di queste specie di uccelli.
Rimandiamo però ad un altro mio articolo ( Penisola di Neringa ) le caratteristiche di questa penisola e parliamo invece di Nida, splendida e singolare cittadina dal sapore e dalle caratteristiche prettamente baltiche.
Questo antico e incantevole villaggio, menzionato già nel 1385, è l’insediamento più grande del comune di Neringa e la principale località turistica della penisola.
Pur essendo una piccola località e non avendo strutture artistiche o architettoniche da visionare, è ricca di curiosità turistiche apprezzabili. Raramente le potremo trovare in altri parti dell’Europa.
La prima curiosità che vi attirerà, sarà sicuramente la miriade di strane banderuole presenti in ogni abitazione.
Questi strani oggetti, fissati in cima ad un lungo palo nei giardini o sui tetti, rappresentano dei veri e propri “Stati di Famiglia” . La barca significherà che il capofamiglia è un pescatore e il numero riportato sotto la barca il suo anno di nascita. Altri simboli indicheranno il numero dei figli e il loro sesso, e così via.
Banderuola
Chiunque, conoscendo il significato di tali simboli, potrà conoscere la composizione ed alcune caratteristiche della famiglia proprietaria di quella banderuola.
Museo Etnografico
Il Museo Etnografico è una visita assolutamente da non perdere. Possiede una ricca documentazione sulla vita quotidiana dei pescatori nei villaggi della zona.
Museo Etnografico
Allocato in una vecchia e tipica costruzione del luogo, la sua visita sarà interessante anche per osservare lo stile e le caratteristiche costruttive.
Chiesa evangelico-luterana
Altra attrazione turisticamente interessante e singolare da non perdere, è la chiesa Evangelico-Luterana costruita nel 1888.
Si trova in cima ad una collinetta ed è circondata da un piccolo cimitero. Anche questo merita una visita per la sua singolarità. Infatti è molto caratteristico per le originali croci delle tombe. Tutte questa hanno la forma di uccello, di pianta o di cavallo e la loro misura e il disegno dipendono dall’ età e dal sesso del defunto.
Galleria dell’Ambra
Nelle immediate vicinanze della chiesetta, una galleria dedicata all’ambra farà la gioia delle signore, con un’esposizione di splendidi esemplari. D’altronde qui ci troviamo nella patria dell’ambra.
La casa di Thomas Mann
La casa, con relativo museo, di Thomas Mann è anche questa una visita obbligata. Scrittore tedesco molto legato a Nida, qui trascorreva le sue estati, in una casa che si fece costruire con “Vista Italiana”.
Duna Parnidis
Ma l’attrazione principale di Nida è data sicuramente dalla Parnidis Kalnas, la duna di Parnidis.
Duna Parnidis
Questa duna è una collina di sabbia alta 52 m ed è l’ultima duna mobile della penisola. E’ possibile salirvi sopra tramite scale in legno che si raggiungono seguendo la costa. Da lassù si gode di una sorprendente vista su Nida, la laguna, il mare e il “Sahara lituano”. Questa enorme striscia di sabbia si estende oltre il filo spinato del confine con la frontiera della Russia.
“Sahara Baltico”
E’ un luogo fragile con sabbia instabile, dove crescono piante rare. Non è possibile allontanarsi dai sentieri. E’ considerata una Duna Mobile e pertanto è vietato camminare fuori dei sentieri per evitare la caduta in basso di tonnellate di sabbia.
Un passo fatto sul bordo della duna, al di fuori del sentiero, può smuovere una quantità di sabbia tale che può arrivare a circa una tonnellata, a valle della duna.
Duna ParnidisPorto di Nida
Per chi ha fretta, può raggiungere la duna anche con l’auto, parcheggiando nel grande e comodo parcheggio nelle immediate vicinanze.
Nella piazza principale di Nida, si potranno trovare ristoranti, locali, noleggio di bici ed anche un piccolo mercato costituito da banchi che, oltre all’inevitabile ambra, vendono molti oggetti dell’artigianato locale, tra i quali bellissimi plaid con disegni tradizionali a costi veramente irrisori.
Le caratteristiche costruttive dei fabbricati ed alcune casette presenti in questo spiazzo, ci faranno sentire veramente come in un altro mondo. Una tranquilla e rilassante passeggiata tra i giardini lungo la riva, amplificheranno ancora di più il piacere di trovarsi nel lontano Baltico.
Nida – Prodotti e Piatti tipici
Gli abitanti della Lituania non hanno un orario per mangiare e sono particolarmente attratti dai piatti affumicati. Tra questi troviamo il Baracchino affumicato, un tradizionale pesce che si pesca lungo le coste di Nida.
L’Ossicocco un particolare piatto vegetariano con erbe di palude e mirtillo rosso, particolarmente apprezzato la sera della vigilia di Natale ed il pane fritto sono altre due specialità
Baracchino affumicatoCepellinai
Un altro piatto interessante, questa volta di carne, è costituito dai “Cepellinai”, sorta di enormi dirigibili ripieni, il cui impasto bianco trasparente è ottenuto dalle patate grattugiate e strizzate. È il piatto nazionale, insieme alla salsiccia di patate, che è fatta con lo stesso impasto più la pancetta.
Per quanto riguarda la birra, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. Esistono oltre 200 tipi di birra autoctona. Personalmente quella che ho preferito è stata la Svyturys.
Nida – Conclusioni
Ogni anno, da questa minuscola cittadina, passano più di 200.000 visitatori, che per raggiungerla attraversano tutta la penisola, passando anche dai villaggi di Smiltynè, Joudkrantè, Pervalka e Preila, tutti piccoli, ma bellissimi e caratteristici villaggi dalla tipica atmosfera nordica che vi invito a visitare.
Passeggiata lungo mare
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L’inconfondibile sagoma all’orizzonte di un borgo sopra ad un colle, cinto da mura e disseminato da torri sparse qua e là più o meno alte, significa che stiamo arrivando a San Gimignano.
Infatti la caratteristica principale di questa piccola città fortificata, a metà strada tra Firenze eSienanelle vicinanze di Certaldo, è costituita dalle sue 13 torri, ciò che resta di quelle 72 costruite un tempo dalle più floride famiglie del paese, come simbolo del loro benessere e potere.
Dichiarato Patrimonio dell’ Umanità dall’ UNESCO nel 1990, il borgo è una delle piccole perle della provincia senese e di questa meravigliosa Toscana.
L’effetto, per chi arriva dalla collina e vede spuntare all’improvviso la sagoma del paese, è semplicemente emozionante.
San Gimignano – Un po’ di Storia
Il primo nucleo del paese risale all’VIII e IX secolo ed era già cinto di mura. Con lo sviluppo dell’abitato, San Gimignano divenne un castello feudale e fu dotato di una seconda cerchia muraria.
Divenuto libero comune nel 1150, inutilmente si oppose alle mire di Firenze, del quale entrò a far parte del territorio dal 1353, seguendone da quel momento le sorti.
San Gimignano – Cosa Vedere
Pur essendo un piccolo borgo, le attrazioni da vedere sono molte. Basterà comunque passeggiare con calma e in totale relax per le strade e vicoli del paese per scoprirle tutte ed apprezzarne ogni più piccolo particolare.
Anche i palazzi da osservare sono tanti, come il palazzo del Popolo, il palazzo del Podestà, il palazzo Ardinghelli ed altri, così come anche le torri, tra le quali spiccano la Torre del Diavolo, la Torre Rognosa, le Torri Salvucci e molte altre.
Ma le attrazioni maggiori, che veramente incantano il turista, sono la piazza della Cisterna e la Piazza del Duomo con l’adiacente piazza delle Erbe. Queste piazze costituiscono il centro cittadino vero e proprio.
Si accede al borgo da Porta San Giovanni, in una zona particolarmente fornita di parcheggi.
Porta San Giovanni e Via San Giovanni
La bella e possente porta di accesso al borgo, che risale alla metà del 1200, è sormontata da un posto di guardia ed ancora munita di barbacani.
Porta San Giovanni
Una volta ammirata ed oltrepassata la torre, iniziamo a percorrere la via San Giovanni. Questa strada completamente pavimentata in pietra è fiancheggiata da bei palazzi storici e negozi di ogni genere.
La vista viene attratta non solo dagli oggetti posti in vetrina, ma anche dalle caratteristiche costruttive di questi vecchi negozi. Alcuni di questi hanno ancora l’accesso del tipo medievale, tutti con facciate in pietra e vecchi infissi.
La via termina all’Arco dei Becci, una delle porte dell’antico castello dove a destra si ergono la Torre e le Case dei Becci.
Arco dei Becci
Piazza della Cisterna
Attraversato l’Arco dei Becci si accede alla Piazza della Cisterna. Questo spazio è ornato appunto da una Cisterna dove, per circa 800 anni, gli abitanti attinsero l’acqua per il proprio fabbisogno. Anche questa piazza è circondata da bellissimi palazzi e sovrastata dalla possente Torre del Diavolo.
Piazza della Cisterna
A questo punto, possiamo sederci da qualche parte, magari sugli scalini della cisterna o a qualche tavolino di una bar, tirare un po’ il fiato, cominciare a godersi veramente questo spettacolo e dare sfogo alle fotografie.
Piazza del Duomo
Adiacente alla piazza della Cisterna troviamo la piazza del Duomo, delimitata dal bellissimo Palazzo del Podestà, con un bella loggia magnificamente affrescata e sovrastato dalla Torre Rognosa con a fianco le Torri Salvucci.
Palazzo del PodestàTorri Salvucci
Di fianco, al lato sinistro del Duomo, si trova la piccola piazzetta delle Erbe, molto pittoresca con diverse torri sullo sfondo.
Anche l’antica rocca, immediatamente dietro al Duomo, merita una visita così come altre attrazioni e particolari che potrete scoprire passeggiando senza meta all’interno del borgo.
Tra i vari souvenir ed oggetti classici del luogo, una particolare attenzione la meritano le terre cotte e le ceramiche. Tra i prodotti tipici del luogo non dobbiamo assolutamente perderci la Vernaccia di San Gimignano, ottimo vino bianco locale, lo Zafferano di San Gimignano ed il Pecorino allo Zafferano.
Ceramiche di San Gimignano
Conclusioni
Da ogni parte del mondo c’è qualcuno che sogna di raggiungere questo antichissimo borgoper provare l’esperienza di immergersi in una perfetta cartolina medievale. Ma San Gimignano soffre purtroppo di un turismo di massa mordi e fuggi, con comitive che arrivano in città, l’attraversano velocemente e poi ripartono.
Il borgo, invece, è un piccolo gioiello che va scoperto con lentezza. E’ preferibile quindi farlo nei periodi di bassa stagione e fuori dai week end per poterne godere in pieno il suo fascino e tutte le sue caratteristiche, con calma e in totale relax, con guida alla mano per fermarsi ogni tanto, leggere qualche notizia e scattare tante foto.
Panorama sulle colline senesi
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Perché scegliere Orbetello come meta di un viaggio?- Perché è una singolare cittadina situata al centro di una laguna, denominata appunto laguna di Orbetello, ed è un’importante riserva naturale costituita dalla Duna della Feniglia. Può essere anche un motivo per approcciarsi alla Maremma, vista la sua posizione.
L’atmosfera che si respira tra mare, montagna e Maremma è veramente singolare. Gli abitanti, con la loro toscanità e disponibilità, contribuiscono non poco a rendere ancora più piacevole il soggiorno in queste zone. Cibo, vino e prodotti tipici, completano il quadro, insieme alla natura ed alla storia dei luoghi.
Sport acquatici nella laguna
La città è collegata al Monte Argentario attraverso una bella diga dove, fino al 1944, correva anche una ferrovia che la collegava a Porto Santo Stefano. Sempre sull’Argentario si trova anche il bellissimo borgo di Porto Ercole.
La diga di Orbetello
Il territorio comunale è inoltre estremamente variegato. Ha una zona umida lagunare che è delimitata verso il mare da due tomboli: il Tombolo della Giannella a nord e il Tombolo della Feniglia a Sud.
Entrambi sono caratterizzati da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea.
Un po’ di Storia
Il territorio di Orbetello è stato frequentato sin dal periodo etrusco e assunse particolare importanza anche durante la dominazione di Roma, che vi fondò la colonia di Cosa, nei pressi di Ansedonia.
Alla fine della Repubblica di Siena, il territorio di Orbetello dal 1557 fu sede delloStato dei Presidi di Spagna. E questo grazie alla conquista del territorio di Carlo V re di Spagna.
La città di Orbetello sorge nel mezzo dell’omonima laguna ed è unita al Monte Argentario da una strada costruita su un terrapieno artificiale, la Diga di Orbetello, che ha diviso la laguna in due specchi d’acqua: Laguna di Levante e Laguna di Ponente. Della vecchia ferrovia che la collegava a Porto Santo Stefano, oggi unica testimonianza rimane una costruzione di colore rosso, una volta Stazione Centrale della linea ferroviaria Orbetello – Porto Stefano.
Ex Stazione ferroviaria di Orbetello
La città divenne molto nota nel periodo a cavallo tra il 1927 ed il 1933, quando Italo Balbo, a quel tempo ministro dell’Aeronautica, partì da qui per le sue quattro famose crociere aeree con uno squadrone di Idrovolanti Savoia – Marchetti.
Anche Carlo del Prete, che era un noto aviatore lucchese, fece parte di queste spedizioni, durante una delle quali perse la vita.
L’idroscalo, situato nelle acque della Laguna di Levante, fu distrutto nel 1944 dalle forze di occupazione tedesche. Poche cose rimangono oggi a testimonianza di quel pezzo importante di storia italiana ed oltretutto mal conservate.
Visita della Città
Le porte di Accesso
alla città
Porta Medinacoeli
Si accede al Centro Storico attraversando la Porta Nuova, denominata anche Porta Medinacoeli in onore del Duca di Medinacoeli che ne volle la costruzione al tempo dello Stato dei Presidi.
Insieme a questa porta ne esistevano altre 4. Di queste solo la Porta del Soccorso e, poco distante, la Porta a Terra rimangono ben visibili.
Quest’ultima è una bella porta in stile barocco, rivestita di granito e travertino.
Le Mura
Varcata la porta principale, una scala sulla sinistra ci conduce sulle mura. Da qui, sull’unico piccolo tratto percorribile, si può ammirare la laguna di ponente e parte del centro storico.
Mura EsterneSopra le Mura
La Polveriera Guzman
Proprio sotto questo tratto di mura, a ridosso della laguna, troviamo la Polveriera Guzman, dove Garibaldi, nel 1860, si rifornì di armi e munizioni per la su ben nota spedizione dei Mille.
Intorno alla fortezza e a un tratto di mura, un camminamento in legno ci permette di ammirare la laguna di Ponente in tutta la sua bellezza, arrivando con lo sguardo, da Ansedonia fino all’Argentario.
Il centro Storico –
Corso Italia
Caratterizzato da stradine, vicoli, laboratori d’arte di ogni genere, vecchie case ben curate e palazzi con belle facciate in pietra, il centro storico ha, come punto di riferimento e di aggregazione, il Corso Italia.
Corso Italia
Questa via, che è la più animata del centro storico, è ricca di negozi, ristoranti, alberghi, bar e tanti altri servizi. Attraversa tutta la parte vecchia della cittadina da Ovest ad Est. E’ sempre molto animata e ospita spesso mercati ben curati e ricchi di cose interessanti.
La Cattedrale
Passeggiando tra i banchi del mercato, arriviamo in piazza della Repubblicadove, con il suo inconfondibile rosone e la bella facciata in travertino, si erge la cattedrale, costruita nel XIV secolo e dedicata a santa Maria Assunta.
L’esterno è piuttosto spoglio, ma comunque degno di nota.
La porta presenta colonnine attorcigliate ed accostate ad altri elementi finemente decorati. Fra questi merita una menzione speciale lo stemma di Orbetello, il quale veniva con molto probabilità raffigurato per la prima volta.
Il rosone centrale non è da meno, in quanto mostra una decorazione molto curiosa: un fascia circolare esterna composta da formelle a quattro lobi con al centro dei volti scolpiti.
La Cattedrale
Con la bella e comoda pista ciclabile, che attraversa tutta la parte nord della città, possiamo fare un largo giro intorno ad Orbetello, costeggiando la laguna di ponente ed arrivando così fino al famoso mulino spagnolo, divenuto ormai il simbolo della città. Il nome lascerebbe immaginare la sua costruzione di origine spagnola, ma in realtà fu costruito dalla Repubblica di Siena al tempo della sua occupazione di questi luoghi.
Conclusioni
Anche il centro storico, con i colori ed i suoni ovattati al tramonto, acquista un fascino ed un’atmosfera particolare. La sua via principale, il Corso Italia, si anima lentamente fino a riempire i ristoranti e le pizzerie.
Grazie anche ai vari locali di svago e ai negozi aperti, questa via diventa un vero e proprio centro della Movida Maremmana.
La laguna di ponente, sotto le luci del tramonto, offre uno spettacolo veramente affascinante e chiude nel miglior modo una bella giornata particolarmente intensa.
Tramonto sulla Laguna
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Pescaglia è un comune della provincia di Lucca, arroccato su di una collina ad un’altezza di 504 metri s.l.m. nella Mediavalle del fiume Serchio.
Il paese è suddiviso in tre Terzieri, che sono Piazzanello, Villabuona e il Poggio. Quest’ultimo è l’insediamento principale e capoluogo del Comune, al quale è dedicato questo articolo inserito nella categoria Borghi Lucchesi.
Maggiori dettagli sono presenti all’interno del Video con Commento audio, più avanti.
I Terzieri ripresi dall’alto.
Visita del Borgo e Notizie generali
Partendo dalla piazza principale dove ha sede il bel palazzo comunale, cominciamo la visita del borgo conosciuto fin dai tempi dell’Antica Roma.
Le sue case in pietra, le stradine ed i vicoli conferiscono al paese, un gradevole aspetto medievale.
Importante per la sua storia, spesso legata alle vicende di Lucca, Pescaglia è nota anche per le sue tradizioni, leggende e per i suoi boschi ricchissimi di castagni.
Questa pianta è stata determinante per il sostegno degli abitanti nei secoli e ne ha condizionato il proprio stile e ritmo di vita.
Boschi di Castagni
Nonostante tutte queste caratteristiche, il borgo, a mio parere, non trova la giusta collocazione turistica. Ultimamente però nel paese si è mosso qualcosa. E’ sorto un buon albergo ed è in corso di ristrutturazione anche un nuovo ristorante.
Tutto questo fa ben sperare ad un futuro sviluppo turistico del borgo e delle zone limitrofe.
Il paese visto da Piazzanello
Non esistono nel borgo particolari rilevanze architettoniche, ma la sua visita è comunque interessante per il suo aspetto tipicamente medievale e per la sua storia che spesso si intreccia con quella dell’Antica Roma, della Repubblica di Lucca, sfiorando anche riferimenti agli Estensi.
Dopo aver girovagato per il paese, osservato i vecchi edifici in pietra e le stradine ricche di particolari, possiamo uscire dal borgo ed avventurarci in una singolare passeggiata che ci condurrà in tre luoghi molto particolari di Pescaglia.
Curiosità intorni al borgo
Video con Commento Audio
Pescaglia – Santuario della Madonna delle Solca
Il primo luogo oggetto della nostra visita, molto importante per gli abitanti dei Pescaglia, è il Santuario della Madonna delle Solca.
Strano appellativo “delle Solca”. Sicuramente è un toponimo classificato tra i nomi locali.
L’appellativo deriva dal Latino Sulcus che nel Lucchese significa canale naturale tra due monti o fra due gioghi di uno stesso monte o ruscello o goriello, luogo appunto dove si narra che un pastore trovò la pittura raffigurante la Vergine.
Santuario della Madonna delle Solca
Solo dopo la costruzione, il nome del Santuario assunse l’appellativo di Madonna delle Solca.
Il santuario, preceduto da un caratteristico loggiato, ebbe la sua inaugurazione il 21 Febbraio del 1700 ed il 28 Luglio del 1955 fu firmato dalla Sacra Congregazione dei Riti, un decreto che proclamava la Madonna della Solca patrona del comune di Pescagliafissando il 21 agosto come giorno di celebrazione della sua festività.
Al suo interno, piccolo ma ben tenuto, si trova un quadro della Vergine, copia dell’immagine della Madonna del Sasso in Lucca.
La festa del 21 agosto, nacque per un voto che tutti gli abitanti del capoluogo, costretti a sfollare, sottoscrissero la mattina del 30 luglio 1944, ai piedi dell’altare della Madonna, dopo la celebrazione della Messa. Lo sfollamento non fu necessario perché inaspettatamente giunsero gli Americani e i Tedeschi furono costretti a fuggire.
Il Santuario, destinato a deposito di armi dei Tedeschi, non fu mai utilizzato per tale scopo.
Pescaglia – La Pila del Corvo
Lasciamo alle nostre spalle il Santuario e c’incamminiamo verso il bosco sottostante scendendo per un piccolo sentiero abbandonato, raggiungendo un luogo misterioso dove si trova una strana, grossa roccia.
Sicuramente è stata la mano dell’uomo a scavare questa pila dentro ad una grande roccia.
La gente del luogo vi si recava ad attingere acqua piovana per curare diverse malattia tra le quali prima di tutto la pertosse.
Le leggende che riguardano questa roccia sono due.
La prima secondo la quale si considera sacra per il fatto che proprio alla base di questa roccia, un pastore trovò un’effige della Madonna. Per questo motivo si decise di costruire proprio in questo sito il santuario della Madonna delle Solca.
La seconda per l’origine del nome, perché pare che in questa pila qualcuno trovò un corvo morto che fu poi la causa della diffusione della peste nel borgo.
Fra le varie congetture sulla costruzione e uso di questa roccia, gli studiosi propendono per diverse ipotesi. Una di queste consiste nel fatto che sarebbe stata costruita per scopi religiosi, riti sacrificali, ipotesi funerarie e la forma della vasca farebbe pensare proprio a questa possibilità .
Pescaglia – I resti del Castello
Lasciato il bosco con La Pila del Corvo, ci teniamo sulla destra ed imbocchiamo il primo stradello in salita che incontriamo sulla nostra sinistra.
Stradello che conduce ai resti del Castello
Arriviamo così in un luogo isolato dove possiamo osservare i resti, o meglio, le ultime pietre rimaste di un castello preesistente in Pescaglia.
Le mura di questo castello erano già ricordate in una pergamena del 1242, ma sicuramente già preesistenti. Nel 1308 lo Statuto Lucchese fece radere al suolo le mura del castello.
Fu allora che i Sindaci della Comunità di Pescaglia, considerando che questa era terra di confine e dovendo quindi difendersi dalle scorribande dei Garfagnini, chiesero ed ottennero dalla Repubblica di Lucca, i fondi per la ricostruzione del castello. Fu Vincenzo Civitali ad assumersi l’incarico del progetto.
Ricostruzione del Castello
Oltre ai salariati, anche la popolazione di Pescaglia fu coinvolta nella ricostruzione: ogni uomo il sabato, doveva portare sei some di calcina e rena, proveniente dal Villabuona e Ritrogoli. Ai trasghessori venivano comminate grosse multe.
La ricostruzione del sistema difensivo era indispensabile in quanto, in questo periodo, l’alta Garfagnana era sotto il dominio degli Estensi e frequenti erano le incursioni sul territorio della Repubblica di Lucca, arrivando proprio fino al borgo di Pescaglia.
Mura del Castello
A quel tempo Vincezo Civitali, figlio di Nicolò e quindi nipote del più famoso Matteo, era un grande architetto esperto in opere militari e fu quindi per questo motivo che a lui fu affidato il progetto della ricostruzione del castello.
Particolare di un quartiere
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Amsterdam dista da queste tre località solo circa 25 chilometri. Quindi in circa 20/30 minuti di tempo potremmo essere sul posto.
Volendo invece dedicare poco più di un’ora al viaggio, potremmo decidere per un’alternativa a mio parere molto più interessante, che permette anche di vedere un bel territorio ed uno splendido panorama.
Infatti è insolito, ma più spettacolare, raggiungere la costa orientale dello Zuiderzee nei pressi di Lelystadt. Da qui attraverseremo tutto il tratto di mare che separa le due coste, percorrendo una bellissima diga lunga circa 30 chilometri, che offre un panorama veramente unico.
Mappa dell’Itinerario
Questa diga, molto suggestiva, fa parte della statale N307 che ci permetterà così di raggiungere la costa occidentale nei pressi di Enkhuizen. Da qui, continuando sulla stessa statale, dopo circa 25 chilometri imboccheremo la statale N247 che ci condurrà direttamente a Edam, Volendam e Marken.
Visita di Edam-Volendam-Marken
Edam
La prima ad essere raggiunta sarà Edam, una cittadina di 7000 abitanti, affacciata sul Merkermeer.
E’ una graziosa cittadina fondata verso la fine del secolo XII. Ha un porto attivo fino dalla metà del cinquecento e, come tante altre città olandesi, è solcata da canali che la collegano al Markermeer.
La Casa pendentePasseggiata in centro
Sulla piazza principale, chiamata Damplein, si trova il municipio eretto nel 1737, mentre sul lato posto, in una casa pendente in stile tardo gotico, si trova il museo di Edam.
Piazza Damplein-La piazza principale
La cittadina è ricca di ponti, di case d’epoca lungo le pittoresche vie oggetto di passeggiate e di vecchi magazzini adibiti oggi a bazar ed empori.
Famosa per il suo mercato del formaggio, come Alkmaar, anche qui veniva trasportato in città attraverso i suoi canali.
Volendam
A pochissimi chilometri da Edam, si trova questa caratteristica località particolarmente frequentata dai turisti.
Importante porto di pesca per aringhe e anguille, con circa 21.000 abitanti, Volendam è una delle località più affascinanti dell’Olandae una delle più visitate.
Lo spettacolo più bello è offerto dal porto, con le piccole case di legno a specchio d’acqua e le barche a colori vivaci.
L’evoluzione delle località della costa orientale del Noord Holland, ha trasformato però anche Volendam da porto peschereccio a destinazione turistica.
La marina è gremita di ristoranti di pesce, bancarelle e
caffè con terrazze affacciate sul mare.
Ovunque si diffonde un gradevole aroma di pesce ben cucinato che ci accompagna anche fuori dal porto, nelle belle passeggiate lungomare.
Marken
Sicuramente la cittadina più bella e pittoresca, tra quelle della Tripoli, è Marken.
Costruita sull’omonima penisola nello Zuiderzee è un bellissimo borgo della Provincia olandese del Noordholland, con un bel porticciolo tutto circondato da caratteristiche e tipiche costruzioni in legno che affascinano subito il turista quando arriva dal mare con il battello.
Chi invece preferisce raggiungere Marken in via tradizionale, ovvero in auto, ha la possibilità di godersi una compagna stupenda, ben curata e ricca di allevamenti costituiti da numerosi capi, come quello in cui ci siamo imbattuti.
Antico ponteGrosso allevamento di bovini
Lungo la strada per Marken, I piccoli villaggi si alternano in uno scenario pittoresco dove niente viene lasciato al caso, tutto è ben tenuto e curato come i tanti ponti levatoi che dobbiamo attraversare.
Anche l’ingresso a Markken, una volta lasciata l’auto nel parcheggio fuori del paese, avviene attraversando il vecchio ponte levatoio Beatrice.
Ponte Beatrice
Questo borgo divenne in passato un’isola nel XII secolo, quando le onde del Mare del Nord formarono un mare interno. Da vari decenni, il villaggio è tornato a congiungersi alla terraferma, grazie ad una strada sopraelevata.
Ciò nonostante, si respira ancora un’atmosfera insulare.
Attraversando il labirinto di vicoli che circondano le vecchie case in legno, tutte verniciate con lo stesso colore, si raggiunge il bel porticciolo che i pescatori usavano una volta per il commercio dell’olio di balena.
Conclusioni
Agl’inizi del XX secolo, la chiusura graduale dello Zuiderzee, pose fine al commercio dell’olio di balenae gli abitanti dovettero cercare altri mezzi di sussistenza e si misero a produrre fieno.
Quello che viene prodotta a Marken, pare che sia il migliore dell’Olanda.
L’isola di Marken fu collegata alla terraferma grazie a una diga completata nel 1957; una striscia di terra lunga circa un chilometro, anche questa costruita con la solita pazienza e sacrificio.
La pazienza e il sacrificio sono diventate senza dubbio le più marcate ed apprezzabili caratteristiche di questo grande popolo che ha saputo lottare da secoli, con tenacia e perseveranza, contro il mare strappandogli seppur lentamente, grandi appezzamenti di terra, facendo sempre più grande il suo Paese: l’Olanda.
Vernazza è un paese iscritto nell’elenco deiBorghi più Belli d’Italia. Ciò non significa che sia anche il più bello rispetto agli altri borghi delle Cinque Terre che sono Monterosso, Manarola, Corniglia e Riomaggiore.
Sicuramente ha altre caratteristiche storico-artistiche che lo differenziano dagli altri altrimenti non sarebbe iscritto in tale elenco, ma in quanto a bellezza anche gli altri paesi non sono sicuramente da meno.
Comunque, dobbiamo ammettere che percorrendo il sentiero in direzione Corniglia-Monterosso e arrivando quindi dall’alto sopra il borgo, lo spettacolo è semplicemente magnifico. Sembra di trovarci di fronte ad uno schermo di un Cinerama a 180°. Il colpo d’occhio è veramente spettacolare.
Vernazza è considerata in effetti una delle più belle località delle Cinque Terre, circondata da rocce, mare e disseminata di alte case variopinte in stile genovese.
Vista dall’alto del borgo
L’aspetto che la rende unica in confronto alle altre ”terre” è indubbiamente la sua bellissima piazza ed il porto che non hanno eguali in nessun‘altro borgo di questo litorale.
La Piazza principale
Un po’ di Storia
Il nome pari derivi da un vecchio tipico prodotto del luogo: il vino locale denominato “vernaccia”.
La storia di questo borgo è molto antica e
risale intorno all’anno 1000.
La prima notizia storica risale infatti al 1080, quando per la prima volta appare il nome di Castrum Vernatio, ovvero il castello di Vernazza, in un documento dell’epoca.
La storia del borgo si è sviluppata tutta intorno al suo porticciolo, l’unico naturale di questa costa che era anche la base marittima degli Obertenghi. Questi erano i signori di Vernazza che edificarono quello che fu il primo sistema difensivo del paese.
La torre cilindrica
Il simbolo di questo paese è la sua torre cilindrica alta circa 70 metri, ed è la parte più antica del castello.
Come arrivare
Vernazza si raggiunge facilmente in treno da La Spezia. L’uso dell’auto è assolutamente sconsigliabile per mancanza quasi assoluta di parcheggi. Sarà più pratico raggiungere in auto la stazione ferroviaria di La Spezia dove qui potremo parcheggiare facilmente per poi prendere uno dei tanti treni che collegano quasi ogni 15 minuti la città alle Cinque Terre.
Vernazza – Visita del Borgo
Le attrazioni particolari da visitare sono la chiesa di Santa Margherita d’Antiochia e il Torrione di Avvistamento con i resti del castello. Ma l’attrazione migliore è costituita dalle case tipiche liguri che sono tutte ammassate le une alle altre e tutte appositamente colorate con varie tinte.
Questo affinché un tempo i marinai che tornavano dal mare, potessero scorgere le proprie abitazioni da lontano.
Anche tutti i vicoli che si snodano stretti e tortuosi tra le case, sono molto caratteristici
Questi vicoli un tempo servivano per intrappolare gli invasori e buttare loro addosso olio bollente dalle cose-torri.
Terrazzamenti
Tutto intorno al borgo, sono visibili le piccole e caratteristiche terrazze, piccoli appezzamenti di terreno strappati alle rocce delle colline circostanti, trasformate nel tempo e con molta fatica a piccoli vigneti che producono un’ottima uva da vino.
Da qualunque parte volgeremo lo sguardo, il
panorama sarà sempre superbo.
Impossibile non indugiare nella bella piazza principale proprio davanti al porto, tutta circondata da belle case colorate.
Seduti ad un tavolino di uno dei tanti locali presenti, ci potremo riposare e rilassare osservando il via vai di barche, respirare aria di mare e godersi un’atmosfera veramente unica.
Piatti tipici
Chi rimane a pranzo a Vernazza, non può rinunciare alle Trofie al Pesto ed al “tian Vernazza”, un piatto preparato con acciughe di Monterosso, pomodori e patate.
Non mancano ottimi vini bianchi tra i quali un particolare e famoso passito: lo Sciacchetrà.
Locale tipico
Conclusioni
Per smaltire il pranzo, potremo incamminarci a piedi lungo il sentiero per Monterosso o Corniglia. Una volta raggiunta una di queste località, riprenderemo il treno per tornare a La Spezia.
Forse potrà essere una giornata stancante, ma sicuramente ne rimarrete entusiasti. Sarà veramente una bellissima gita.
A circa 30 km da La Spezia, sull’Appennino ligure, esiste un altro dei sette paesi, iscritti nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia, appartenenti a questa provincia.
Tanto per informare il viaggiatore su questi
borghi, credo di fare cosa gradita fornendone l’elenco da Nord a Sud:
Una gita a Brugnato è consigliabile in quanto, nonostante sia veramente piccolo e visitabile in brevissimo tempo, è facilmente raggiungibile da La Spezia attraverso una bella strada collinare e panoramica. E’ poi equidistante (circa 25 km) da altri due borghi iscritti nel famoso elenco: Framura e Varese Ligure.
Brugnato – Visita del Borgo
Con circa 1300 abitanti, Brugnato ha un centro storico, visto dall’alto, con una particolare struttura urbanistica a forma di tenaglia.
Questo differisce molto dalla forma degli altri borghi della Val di Vara che hanno invece una sagoma rotonda.
Si accede al paese dalla porta della Chiocciola che conduce all’oratorio di San Bernardo e alla Piazza Maggiore. Nei pressi notiamo la Cattedrale di San Pietro, Lorenzo e Colombiano, una delle più belle della regione ligure. Questa, insieme al palazzo vescovile, è il monumento più rilevante del borgo.
Porta Chiocciola
Il centro storico, riaperto da poco, deve la sua particolarità proprio a questo assetto delle case, costruite molto vicine le une alle altre per ragioni difensive, circondate una volta da un grande fossato.
Anche le case di Brugnato mantengono nelle facciate i classici colori liguri che trasmettono gioia e serenità.
Tipiche case del centro storico
Questa è una caratteristica che
la possiamo notare ovunque passeggiando tra le viuzze del borgo.
Insieme a tanti altri particolari degni di nota, come i portali in pietra arenaria tipica della Lunigiana, piazzette e vicoli, sono da notare anche archi antisismici e resti delle murature medievali.
Particolare di infisso
Nelle vicinanze
Alla visita del borgo si può abbinare un’escursione nelle Cinque Terre, magari limitandosi solo a Monterosso e Vernazza, altro paese iscritto nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia e rimandando eventualmente ad altra gita la visita delle ultime “tre terre”: Cornilia, Manarola e Riomaggiore.
Un’alternativa invece, per non appesantire troppo la giornata, potrebbe essere quella di visitare la frazione di Bozzolo che è un antico castello dell’abbazia di Brugnato ed è posto sulla collina a difesa della piana.
Poiché questo è un borgo piccolissimo, conta veramente una manciata di abitanti: 24 maschi e 22 femmine.
BozzoloBozzolo
Prodotti locali
Prima di lasciare la nostra meta, se siamo vicini all’ora di pranzo, sarà bene fermarsi in un ristorante o in una trattoria.Potremo assaggiare i Ravioli di carne e come dessert il famoso Canestrello di Brugnato, un dolce morbido con pasta zuccherata e finocchio selvatico.
Se siamo vicini a Pasqua, si potrà assaggiare anche il cavagnello pasquale, che è una ciambella zuccherata a forma di cestino con al centro un uovo sodo.
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Divertitevi pure a cercare su una cartina o su una mappa il Borgo di Framura: non lo troverete mai.
Allora vi domanderete: com’è possibile quindi che compaia nell’elenco ufficiale dei Borghi più Belli d’Italia?
Framura è un comune della provincia di La Spezia che esiste solo come aggregazione di cinque piccoli borghitre dei quali, Costa, Setta ed Anzo, hanno delle caratteristiche storico architettoniche ben diverse dagli altri due insediamenti oltre anche ad un fascino particolare.
Setta
Proprio questi tre insediamenti e tutti insieme, rientrano nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia sotto la voce di Framura.
Il paese, che conta cinquecento abitanti, ha un territorio scosceso che degrada fino al mare con una vista stupenda. L’insieme dei piccoli agglomerati di case conserva ancora il fascino di epoche passate.
CostaSettaAnzo
Il comune di Framura è facilmente raggiungibile in treno sulla linea ferroviaria Genova-La Spezia, in auto tramite l’autostrada A12 Genova-Rosignano, uscita di Deiva Marina.
Per raggiungere la nostra meta, conviene arrivare in località Castagnola che si trova nella parte più alta del comune. Qui parcheggiamo e cominciamo la nostra escursione scendendo verso il mare.
Attraversiamo Costa, Setta, Ravecca fino ad arrivare ad Anzo, dove esiste anche la stazione ferroviaria ed un porticciolo.
Stazione ferroviaria di Anzo
Framura – Cenni storici
La storia principale di queste località gira attorno alle famiglie più potenti e più famose nel medioevo come i Da Passano, proprietari del territorio framurese, nonché i Fieschi, che abbiamo già ritrovato nella storia di Varese Ligure.
Questi, ancora più potenti, occuparono il castello di Frascario sottraendolo ai Da Passano..
Nel 1815, con tutta la Liguria anche Framura entrò nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861.
Costa
Costa – Ingresso del Borgo
Questo insediamento ha buone caratteristiche architettoniche. La torre carolingia, spiccatamente robusta costruita nel IX secolo, è stata oggi trasformata in campanile dell’attigua Pieve di San Martino .
Alcuni storici sostengono che la pieve di San Martino nacque tra il X e l’XI secolo come complesso monastico alle dipendenze dell’abbazia di San ColombanodiBobbio .
Torre CarolingiaPieve di San Martino
Questa chiesa e la torre di avvistamento sono le due attrazioni di maggior rilevanza.
E’ bello e molto rilassante passeggiare nel paese per le stradine ed i vicoli, ammirando i vecchi edifici e le case con le facciate colorate alla maniera tipicamente ligure. Ogni tanto lo sguardo si volge verso il mare che a tratti appare tra una casa e l’altra, tra un vicolo e l’altro, separato dal borgo da uliveti e vigneti.
Setta
Scendendo verso il mare, passando attraverso piante di limoni e pompelmi, arriviamo all’altro insediamento denominato Setta.
La sede del Comune di Framura si trova proprio qui a Setta, protetta da un’altra torre di guardia genovese, anch’essa del XV secolo. A Setta si può ammirare anche la Cappella di San Rocco, la cui facciata è stata ristrutturata di recente.
Torre di GuardiaCappella di San Rocco
Sicuramente in questo borgo, seppur anch’esso piccolo, le strutture architettoniche sono di maggior rilevanza rispetto agli altri due insediamenti. Qui si possono notare ancora tracce di muri medievali, ed archi costruiti con la pietra di Levanto.
Questa è la frazione che più mi è piaciuta, dove è stato molto bello passeggiare e curiosare. Ogni volta che mi guardavo intorno, scoprivo sempre qualche particolare degno di nota.
Anzo
Anzo, l’ultimo dei tre borghi, è una delle località turistiche preferite dai genovesi benestanti, grazie anche ai restauri ottocenteschi che hanno fatto di questo paese, un luogo di villeggiatura caratterizzato da dimore signorili e giardini mediterranei. Il tutto al riparo dal “caos” cittadino, nella calma dei numerosi “orti” presenti in paese.
All’interno del borgo si trova la Cappella della Madonna della Neve, costruita nell’Ottocento e decorata con il gusto neogotico. Questa è l’attrazione architettonica più rilevante di Anzo.
Anche qui passeggiare, osservare e curiosare è l’attrazione più bella. L’insieme delle case formano un borgo fortificato che proteggeva gli abitanti dalle incursioni dei pirati barbareschi.
Madonna della NeveParticolari del Borgo
Un bel sentiero, dopo aver attraversato tutto il paese in mezzo alle case tra angoli caratteristici e particolari degni di nota, conduce per mezzo di una lunga scalinata fino al mare.
E’ una bellissima passeggiata con scorci panoramici stupendi, in mezzo ai profumi di piante mediterranee di ogni tipo, rilassante e facile, ma altrettanto faticosa quando dovrete risalire per tornare nel borgo. Comunque la fatica vale la bellezza degli scorci panoramici.
Framura – Prodotti Locali
Anche qui possiamo trovare alcune specialità locali particolari come i Tagliolini con le cozze, Polpettone di verdure o di acciughe, Coniglio fritto impanato e Frittelle di fiori di zucchini.
Nella stupenda Londra, una delle due più grandi capitali europee insieme a Parigi, oltre alle innumerevoli attrazioni da vedere come monumenti, palazzi, piazze, chiese e molto altro,non possiamo perderci i famosi cambi della guardia.
London EyeWestminster
Mentre altri Capitali Europee comeStoccolma, Oslo, Copenaghen e Atene hanno anche loro una simile cerimonia giornalierao settimanale, Londra ne ha addirittura due, entrambi giornaliere e molto diverse tra loro: Il Cambio della Guardia (The Qeen’s Guard) a Buckingham Palace e l’Horse Guard Parade all’arco di Horse Guard Building in White Hall.
The Qeen’s Guard Horse Guard Parade
Nonostante la prima sia quella più conosciuta e sicuramente più spettacolare, ma molto, forse troppo affollata, personalmente ho gradito di più la seconda. Questa, pur essendo meno conosciuta e meno scenografica, è forse più singolare dal punto di vista fotografico, molto meno affollata, quasi si svolgesse tra pochi intimi, intorno al cordone che delimita lo spazio di manovra dei cavalli, in un grande cortile.
Reggimento Blues and Royals
Horse Guards Parade
La cerimonia avviene in assenza di musica, in un silenzio “vuoto”. È una tradizione che si ripete tutti i giorni e risale addirittura ai tempi di Enrico VIII.
Il drappello della guardia in servizio si schiera nel cortile in attesa di quella nuova.
Schieramento della guardia in servizio-Blues and Royals
I reggimenti che effettuano il Cambio della Guardia sono due: The Blues and Royals con giacca blu e pennacchi rossi e The Queen’s Life Guards con giacca rossa e pennacchi bianchi.
La Nuova Guardia lascia Hyde Park Barracks alle 10:28 nei giorni feriali e alle 9:28 di domenica per andare alla Horse Guards Parade passando per Hyde Park Corner, Constitution Hill e The Mall diretti alla cerimonia di cambio delle guardie.
The Queen’s Life Guard , montata su cavalli perfettamente curati con pettorali che splendono al sole, offre uno spettacolo veramente emozionante mentre attraversa le strade di Londra per arrivare a White Hall.
Arrivo della nuova guardia – Reggimento Queen’s Life Guards
La cerimonia dura circa una trentina di minuti durante i quali le guardie faticano a trattenere i cavalli più bizzosi. I due comandanti si scambiano ordini e comandi al centro del campo da parata.
Londra – The Qeen’s Guard
La Guardia che monta a Buckingham Palace è chiamata The Queen’s Guard.
E’divisa in due distaccamenti: quello di Buckingham Palace e quello di St. James’s Palace. Le guardie appartengono ad un battaglione di professionisti dell’esercito scelti con particolare cura.
La guardia montante si muove dalle Wellington Barracks, nelle immediate vicinanze di Buckingham Palace, accompagnata dalla banda musicale.
Questa banda si esibisce non solo in marce militari ma anche in brani di colonne sonore e di musica pop.
Il tragitto dura circa 5 minuti ma la cerimonia vera e propria, che si tiene nel grande cortile, dura circa quarantacinque minuti.
Personalmente, da musicista, ritengo che la parte migliore di questa cerimonia siano le prove che la banda effettua all’interno del cortile delle baracche, prima di iniziare il cambio della guardia.
Tutti i militari che compongono la fanfara sono dei musicisti eccezionali, così come il loro ufficiale direttore.
Anche qui non mancano gli spunti per fare delle ottime fotografie. Belle divise, particolari tirati al lucido, la polizia a cavallo che dirige il traffico ed accompagna in caserma la vecchia guardia.
La vecchia guarda torna in caserma
The Queen’s Guard a Buckingham Palace inizia alle 11.00.
E’ consigliabile consultare però il Calendario del Cambio della Guardia ufficiale per eventuali variazioni ed arrivare con un certo anticipo per riuscire a vedere la cerimonia considerata la presenza costante di molti, troppi turisti.
Guardando con attenzione il video inserito in questo articolo, ci si può rendere conto meglio dello svolgimento di entrambe le cerimonie ed ascoltare dal vivo un paio di brani eseguiti in modo impeccabile dalla banda della Queen’s Guard.
Video con Commento Audio
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Navigando tra i vari blog, pagine e siti web si legge: Amsterdam, 44 cose da non perdere. Le 20 cose da vedere. 30 attrazioni imperdibili e così via.
In effetti la città è veramente ricca di cose da fare e da vedere. Oltre ai singoli monumenti e musei, ci sono i quartieri particolari, come quello a luci rosse e ilBegijnhof, i canali, i coffee shop, le case sull’acqua, i vicoli e le stradine più nascoste con le loro alte abitazioni caratteristiche. Tante, troppe cose che vederle tutte in pochi giorni sarebbe impossibile. Quindi come dico sempre: meglio vedere meno, ma bene.
Vecchio ponte levatoio
Io credo che, a parte le attrazioni turisticamente scontate, cioè quelle veramente da non perdere, il bello della città sia quello di lasciarsi andare in totale rilassatezza,passeggiare, curiosare,osservare, imboccare la prima strada che ci capita a portata di mano dove la curiosità ci spinge, passeggiare lungo i canali, girare per i mercati ed ammirare tanti bravi artisti da strada.
Queste sono le cose da non perdere. Anche il
semplice ponte lavatoio che si alza al passaggio di un battello è un
particolare da non perdere.
Amsterdam – Consigli e Suggerimenti
In questo articolo non starò certo ad elencare dettagliatamente tutte le cose da vedere, ma cercherò semplicemente di riassumere in poche righe le cose da me viste e che più mi hanno colpito.Cercherò di fornire qualche indicazione, qualche raccomandazione e qualche consiglio, come quello di non farvi prendere dalla voglia di circolare in bicicletta: sarebbe abbastanza problematico.
Importante sarà anche saper ottimizzare le visite evitando di saltare inutilmente da una parte all’altra della città in modo dispersivo.
Nel mio viaggio in Olanda, ho fatto volutamente base ad Amsterdam per 10 giorni, per spostarmi da qui a nord e a sud, in altri interessanti luoghi, tutti vicini alla capitale, come Haarlem, Alkmaar,Texel, Kinderdijk ed altri. Anche questa strategica posizione, fa di Amsterdam una città straordinaria.
Giungendo ad Amsterdam in treno, in aereo, in auto o con qualunque altro mezzo, il turista immancabilmente ed inconsciamente, si dirige subito nel Dam, la vasta piazza centrale, cuore della città, frequentata dai più svariati artisti da strada e personaggi singolari. Sempre animatissima, punto nevralgico per i mezzi pubblici è il luogo di passaggio quasi obbligatorio per gli stessi abitanti di Amsterdam.
DAM
I Canali
Capitale dell’Olanda, Amsterdam con i suoi 814.0000 abitanti è una città tanto urbanisticamente compatta quanto culturalmente aperta e cosmopolita. E’ fasciata da una rete di circa 1600 canali, tra principali e secondari, fiancheggiati da file di olmi e scavalcati da oltre 1200 ponti, che scorrono concentrici in torno al nucleo storico, formando un centinaio di isole.
I quattro più importanti, dall’interno verso l’esterno, sono il Singel, lo Herengracht, il Kaizergtacht e il Prinsengracht e, insieme a tutti gli altri, costituiscono un vero capolavoro d’ingegneria.
L’arteria d’acqua più importante di Amsterdam è sicuramente l’Amstel, il fiume che ha dato il nome alla città e da cui confluiscono i tre canali principali: l’Herengracht, o canale dei signori, concepito nel 1585 come area prevalentemente residenziale, il Keizergracht, canale dell’Imperatore, il più ampio con i suoi 30 metri di larghezza, e il Princessgracht, che rappresenta un po’ la sintesi dell’esperienze precedenti, ricco di case galleggianti. Qui sono attivi ancora i ponti levatori in legno, come il Blow Brug, il più vecchio di Amsterdam detto anche il Ponte Magro perché ai tempi della sua costruzione, era talmente stretto che poteva passare un solo pedone alla volta.
Le case d’epoca
Case d’epoca
La fitta cortina di dimore d’epoca (sono quasi 7000 gli edifici storici vincolati) sfrutta al massimo l’esiguo spazio disponibile secondo la divisione in lotti lunghi e stretti; il risultato è un affascinante insediamento palafitticolo di case dai caratteristici frontoni che, insieme a chiese e palazzi, formano il più vasto centro storico d’Europa.
Le Housesboat (le case galleggianti)
Originariamente le merci che arrivavano al porto, su navi mercantili, venivano scaricate su chiatte per poi essere trasportate sui canali fino ai destinatari che lavoravano ed abitavano in città. Ecco perché si sviluppò molto lo stile delle housesboat. Attualmente le 2500 case galleggianti non navigano più e sono permanentemente ormeggiate lungo le sponde dei canali cittadini. Le case galleggianti di Amsterdam sono simili a case costruite sull’acqua; solitamente sono dotate di un terrazzo e di un piccolo giardino sul ponte. Oggigiorno tutte le case sono collegate al sistema elettrico ed idraulico della città. Alcune di loro, circa una sessantina, sono diventate un’alternativa agli alberghi, molto confortevoli, dotate di tutti i servizi e ben arredate.
Il fenomeno delle Housesboat si è diffuso dopo il secondo conflitto mondiale, quando la dismissione di molte attività portuali ha reso disponibili chiatte e natanti a prezzi di saldo. Oggi il solo canale Singel ne conta circa 750.
Kalverstraat
La passeggiata di Amsterdam è la Kalverstraat. Questa lunga via stretta, sempre affollata di gente, costituisce il quartiere più affollato della città essendo anche il più fornito di negozi.
La via, lunga circa 700 metri, collega il Munttoren, la storica torre con carillon, al Dam.
Kalverstraat
Tra un canale e l’altro, dove la terra ne ha concesso la possibilità, si sono sviluppati nel tempo quartieri molto pittoreschi, animati e diventati ormai famosi come lo Spui e il Mont Plein, pittoresco incrocio di strade e di canali, dominato dalla quattrocentesca Muntorren, la torre della Zecca, trasformata in torre campanaria nel 1626. Qui s’innestano la Kalvestraat e il Rokin, le due più famose strade di Amsterdam, le passeggiate per eccellenza, lo struscio ricco di negozi.
Bloemenmarkt (Il mercato galleggiante dei fiori)
Una delle attrazioni più visitate della città è sicuramente il Bloemenmarkt, il tradizionale mercato galleggiante dei fiori, sulle chiatte ancorate alla riva del Singel, uno dei principali canali della città, a memoria del tempo in cui i fiori arrivavano in città lungo le vie d’acqua. E’ veramente una delle più appariscenti attrazioni di Amsterdam. Fiori, bulbi,sementi,souvenir per turisti e perché no…piantine di cannabis e marijuana.
La città è un “porto di mare”, un rifugio di minoranze religiose con circa 170 etnie diverse di popolazione. Questi aspetti hanno lasciato ad Amsterdam i caratteri distintivi di una tradizione di tolleranza e permissivismo che sono diventati motivo di attrazione turistica e stereotipo non del tutto corrispondente al vero. La vendita ed il consumo di stupefacenti sono consentiti solo all’interno dei Coffee Shop autorizzati ed il quartiere a luci rosse è diventato un’attrazione di stampo vagamente circense. Altri due punti di forza della città sono i servizi pubblici e l’uso incredibile di biciclette che con circa 850.000 unità superano di gran lunga il numero degli abitanti.
Amsterdam – Beghijnhof
Un piccolo quartiere nascosto tra i vicoli e i palazzi nella zona dello Spui, da non perdere, è il Beghijnhof, all’interno del quale tra l’altro si può ammirare la casa in legno più vecchia della città. L’impianto del Beghijnhof è quello di un piccolo paese. Ad eccezione di questa casa del 1475, la più antica della città, quasi tutte le altre sono state ristrutturate nel seicento. Questo è sicuramente il luogo più celebrato e suggestivo dell’ Amsterdam medievale.
Cortile interno del Beghijnhof
Passeggiare per la città è comunque l’attrazione più bella, attraversando i vecchi ponti levatoi, camminando nell’affollatissimo e sempre animato quartiere della Stazione Centrale, lungo i canali ancora muniti di vespasiani ed arrivare, sempre camminando, al Vondelpark, il parco principale della città. Qui ci possiamo godere il meritato riposo dopo una lunga giornata faticosa.
Vondelpark
Il Vondelpark è un pomone di 45 ettari con alberi e prati all’Inglese, disseminato di laghetti con alternanza di grandi spazi e angoli più raccolti. Aperto nel 1865 per le passeggiate borghesi, tra giardini di rose e scuole di equitazione, è diventato famoso un secolo dopo come ritrovo ed ostello a cielo aperto per i figli dei fiori e per le controculture dell’epoca hippy. Oggi è tornato ad essere un luogo per tutti dove ritrovarsi per mangiare insieme, pattinare, prendere il sole e tenersi in forma.
Guardie a cavallo nel Vondelpark
Vita Notturna
Ma la visita di Amsterdam non può dirsi conclusa senza aver scoperto almeno un po’ di vita notturna.
Una cosa è certa: ad Amsterdam non ci si annoia facilmente. Al tramonto, le strade del centro, già affollate di giorno, diventano ancora più affollate. I giovani in cerca di svago sono tanti. I canali sono strapieni di persone sedute ai locali lungo le rive. Il gioco di luci è magico e l’atmosfera diventa davvero speciale.
Rembrandt PleinVapiano Amsterdam – Ristorante
Con il tram n. 14 ci dirigiamo in Rembrandt Plein, quartiere particolarmente fornito di ristoranti e pizzerie, dove troviamo il famoso locale VAPIANO AMSTERDAM. Qui si può mangiare la pasta cucinata all’italiana in modo accettabile, così come per la pizza. La cottura e la preparazione vengono effettuate in diretta alla presenza del cliente, che viene coinvolto spesso anche nella scelta di alcuni ingredienti. Sistema organizzatissimo e con buon rapporto qualità prezzo. Rinunciamo al tram per tornare in albergo, passeggiando così tra i locali che si stanno affollando richiamando i giovani con giochi di luci e musica. Nelle vie de centro alcuni negozi sono ancora aperti fino a tarda ora per permettere ai clienti ritardatari di effettuare gli ultimi acquisti prima di lasciare la città.
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E’ diventato un luogo comune ormai che Vienna, la capitale dell’Austria, sia una città per vecchietti, noiosa, dove fa sempre freddo, tutti sono precisini, rispettano le code, i semafori e la gente non sorride mai.
Niente di più sbagliato. Vienna è una bella capitale europea, piena di vita e di giovani, con un’intensa vita culturale, accogliente, confortevole ed a misura d’uomo.
La vita nel Graben
Tra le più grandi e più belle capitali europee, è sicuramente quella più vicina all’Italia e anche la più facilmente raggiungibile con i propri mezzi.
Dalla mia città, che è Lucca, impiego non più di dieci ore per raggiungerla in auto, percorrendo sempre autostrade.
Non esiste un periodo migliore o peggiore per la visita della città. In primavera e in estate abbiamo sicuramente le temperature più miti e le giornate più lunghe per effettuare video, scattare foto e maggior tempo per passeggiare.
Municipio con il vecchio e famoso circo Roncalli
Anche d’inverno è bellissima, specialmente sotto le feste natalizie. Ma è anche parecchio fredda.
Vienna è una città che non stanca mai. Tutte le volte che mi reco nella capitale asburgica, provo sempre una forte emozione.
Rimango continuamente affascinato dai bei palazzi, dalle piazze, dalle belle vetrine dei caffè e dai monumenti, come fosse la prima volta.
Si respira sempre un’atmosfera del tutto singolare e inspiegabile. E’ una città piena vita e di giovani, non esiste però confusione. Tutto avviene con rispetto, educazione e in piena rilassatezza.
Palazzi viennesi
Vienna – Visita della città
Ritengo che per ottimizzare la visita della capitale, per poter vedere il più possibile senza sprechi di tempo , sia opportuno, in funzione del tempo a disposizione, suddividerla virtualmente in settori.
In questo articolo, Vienna è stata suddivisa in quattro settori, tanti erano i giorni a disposizione per la visita della città.
Il primo giorno verràdedicato al centro storico vero e proprio compreso la famosa Cattedrale.
Cattedrale di Santo StefanoGrinzing
Il secondo giorno consisteinun’escursione nell’immediata periferia, per visitare gli heurigen di Grinzing.
Il terzo giorno visiteremoil ring che comprende il municipio, l’università, il parlamento, i parchi e l’Hofburg
IL ParlamentoParchi viennesi
Il quarto giorno sarà dedicato al Prater ed alla visita del Belvedere.
Prater – Ruota PanoramicaPalazzo del Belvedere
Vienna – Primo Giorno (Il Centro Storico)
Dopo il primo approccio mattutino alla città, con una passeggiata nella bella Kartnerstrasse, verifichiamo subito l’efficienza dei mezzi pubblici. Prendiamo quindi il metro che ci condurrà nella piazza della Cattedrale, il cuore della città, in origine il cimitero di Santo Stefano, abbandonato ai primi del ‘700.
KartnerstrasseMetropolitana
La Cattedrale di Santo Stefano
Gran parte della piazza è stata ricostruita dopo i bombardamenti del 1945 che distrussero in parte anche il tetto della cattedrale.
Il Duomo di Santo Stefano, tra i più significativi esempi di architettura gotica dell’Europa centrale, incanta per le sue decorazioni in pietra, il tetto policromo ed il suo interno maestoso.
Cattedrale di Santo Stefano
Il grandioso interno a tre navate è lungo 92 metri e nella navata centrale raggiunge un’altezza di 28 metri
Alte finestre polifore si alternano a pilastri lungo tutte le navate laterali.
Interno della Cattedrale
Con un comodo ascensore si può raggiungere la sommità di una delle torri, dalla quale è possibile ammirare il magnifico tetto e godere di un vasto panorama sulla città e sulla piazza sottostante, dove stazionano le numerose carrozze di cavalli ben tenute e molto ben conservate.
Il
Graben
Tutt’intorno alla piazza, si sviluppa la parte più bella del centro storico, il Graben, una piazza allungata da secoli cuore commerciale della città, dove si esibiscono mimi e artisti di strada, i ragazzi si danno appuntamento e le signore si riposano nei caffè dopo lo shopping.
Nel Settecento la piazza si arricchì di palazzidivenuti oggi d’epoca e storicicome il monumentale Grabenhof, edificio classicista, progettato da Otto Wagner anticipatore dello Jugendstill
Piazza Freyung
Continuando a passeggiare per il Graben, troviamo più avanti la vasta piazza trapezoidale denominata Freyung, dalla parola frei (libero) in quanto nel medioevoil luogo garantiva il diritto d’asilo.
Al centro della piazza si trova l’Austria Brunner, la fontana d’Austria del 1846 e dei fiumi Danubio, Elba, Vistola e Po.
Fontana dei Fiumi
Su tutta la piazza si affacciano notevoli
palazzi prevalentemente in stile barocco.
Piazza
Am Hof
Anche la Am Hof, una delle più vaste piazze della vecchia Vienna, è circondata da palazzi storici, come la caserma principale dei pompieri viennesi, ricavata dall’unione di diversi edifici in stile neoclassico.
Potrà forse sembrare eccessivo un giorno intero per queste attrazioni. Dobbiamo però considerare che tra una visita e l’altra incontriamo tanti altri monumenti, fontane, bei palazzi, angoli neoclassici, negozi e vetrine straordinariamente addobbate. Tutto questo ci attirerà, ci farà fermare per curiosare, approfondire. Insomma saremo circondati da così tanta bellezza che arriveremo a sera senza neppure accorgersene.
Lasciamo il centro storico per recarci nella periferia settentrionale di Vienna che ha inglobato piacevoli villaggi oggi divenuti eleganti quartieri.
Panorama su Vienna visto da Grinzing
Grinzing, sicuramente il più famoso, si può raggiungere anche con il vecchio storico tram che dal centro della capitale raggiunge proprio il cuore del villaggio. Tra tutti i villaggi questo è particolarmente apprezzato e frequentato per i suoi numerosi Heurigen.
Grinzing – Stazione dei Tram
Non si può visitare Vienna senza fare una passeggiata in questo quartiere e fermarsi nelle tipiche locande dove viene servito l’inebriante e profumato vino novello detto “heurige” appena uscito dal torchio. Il termine “Heuriger” indica sia il vino nuovo che il posto in cui lo si beve.
Gli Heurigen sono i locali dove, secondo la tradizione, si beve il nuovo vino della stagione. Oggi gli Heurigen sono disseminati un po’ dappertutto e sebbene Grinzing abbia perso un po’ del suo fascino, essendo praticamente sempre piena di turisti, una passeggiata in questo villaggio con una visita culinaria in uno di questi locali caratteristici, é sempre molto piacevole e da non perdere.
HeurigenHeurigen
Gli heurigen godono a Vienna di una fama pari a quella dei caffè. In questi locali vengono esclusivamente serviti vino e bevande analcoliche, insieme ad una grande varietà di tradizionali piatti locali, principalmente piatti freddi con formaggi, speck, lardo, affettati, uova e diversi tipi di pane.
Nelle vie strette di questo paese, non si ha affatto la sensazione di trovarsi in un quartiere della metropoli. Le case sono piccole al massimo di due piani, e tutte di un colore diverso dall’altro. Sembra un po’ il paesino delle fiabe.
Passeggiare per Grinzing dopo un buon pasto in un Heurigen è veramente piacevole e rilassante.
Vienna – Video con Commento Audio
Vienna – Terzo Giorno (Il Ring)
Tornati in città, ci dedichiamo ad una passeggiata lungo il RING, una delle più importanti arterie della capitale, una trafficata circonvallazione a più corsie, che in questi giorni ospita anche lo storico circo Roncalli, fondato nel 1976 dal tedesco Bernhard Paul.
Passeggiando in questo parte di Vienna, ci rendiamo effettivamente conto di trovarci nella Città Imperiale, nella ex Capitale Asburgica. I grandi viali, i giardini ben curati incastonati nei bellissimi parchi, i grandi palazzi e gli storici edifici che ospitano le maggiori istituzioni nazionali, rendono ancora più emozionante e magnifica questa elegante capitale.
Il MunicipioIL Ring
I Palazzi del Ring
I monumentali palazzi che qui si trovano, tutti facilmente raggiungibili a piedi, sono tra le principali attrazioni di Vienna.
Sicuramente i più belli e quelli che colpiscono subito il turista, sono il municipio in spiccato stile gotico, il parlamento, edificio in stile neoclassico del 1874 e l’università, in stile rinascimentale, inaugurata nel 1884.
Il Parlamento
Di fronte a questi palazzi, sempre lungo il ring, bellissimi giardni corredati da fontane, ci accompagnano fino a una grande area monumentale costituita dall’Hofburg, l’ex palazzo imperiale.
L’ Hofburg
La struttura dell’Hofburg è composta da grandi ali di edifici e palazzi più piccoli. E’ un vasto complesso cresciuto per successivi ampliamenti nel corso dei secoli senza un progetto unitario. E’ questa un’attrazione che merita una visita più accurata, che richiede però parecchio tempo.
Passando attraverso belle carrozze d’epoca, ci affacciamo sulla Michaelerplatz, da dove si può ammirare la magnifica facciata del Michaelertrakt, sempre parte del complesso dell’Hofburg, eretta tra il 1891 e 1893 a forma di grandioso emiciclo
Michaelertrakt
All’interno del complesso, si trovano anche le stalle imperiali affollate di bellissimi esemplari equini, ulteriore conferma dell’importanza che i cavalli rivestono a Vienna, mentre tutt’intorno all’Hofburg possiamo ammirare tanti altri bellissimi palazzi come l’Albertine, il Palazzo dell’Opera ed il celebre Hotel Sacher con annesso il prestigioso Caffè Sacher.
Lo Stadtpark
Dopo tutto questo camminare, si può sentire la necessità di riposarsi un attimo, e cosa c’è quindi di meglio di un parco viennese?
Nella capitale i parchi sono veramente tanti, tutti curati, attrezzati e ben tenuti. Uno di questi è lo Stadtpark, spazio verde con tanto di laghetto e fontanelle, dedicato ai musicisti, trai quali ovviamente spiccano Schubert e Strauss. Si tratta di un giardino pubblico all’Inglese realizzato nel 1862. Questo è il parco più antico di Vienna, attraversato dal piccolo fiume Wienfluss, prima della sua confluenza nel Danubio.
Lo Stadtpark
Vienna – Quarto Giorno (Il Prater e il Belvedere)
Un Parco molto particolare, dove oltre al riposo anche il divertimento è garantito, è il Prater, considerato tra i dieci parchi urbani più belli del mondo, con un grande luna-park permanente dove tra le tante attrazioni spicca la famosa Riesenrad (la ruota panoramica).
Riesenrad – La Ruota Panoramica
Prima dell’immancabile giro sulla ruota, è consigliabile una visita al piccolo museo, anche per capire come si svolgesse la vita all’interno del parco nell’800 e quanto fosse apprezzato dai viennesi.
La grande ruota panoramica, progettata nel 1897 dall’Inglese Walter Basset, è divenuta il simbolo di Vienna. Usata come punto di osservazione militare durante la prima guerra mondiale, fu distrutta dalle bombe nel 1944 e ricostruita alla fine del conflitto. Alta 65 mt e larga 61, effettua un giro completo in 15 minuti ed offre una grande panorama sul parco e sulla città.
Hundertwasserhause
Con il comodo Metro, attraversiamo il Danubio e torniamo in centro non senza prima però aver dato un’occhiata alla famosa Hundertwasserhause.
Questo palazzo con la facciata ad onde, decorata con colori vivaci, è diventato un altro dei simboli della città
Seppure tra pesanti polemiche riguardanti i costi della sua realizzazione, il palazzo è regolarmente abitato da famiglie viennesi che hanno avuto il permesso di decorare personalmente la facciata attorno alle finestre, dando all’insieme un aspetto ancora pi eclettico e vivace.
Hundertwasserhause
Il Belvedere
Non possiamo lasciare Vienna senza prima aver visitato almeno una delle due più bellle ed eleganti residenze: lo Schonbrunn ed il Belvedere. Essendo il tempo a disposizione quasi esaurito, optiamo per il secondo e ci dirigiamo quindi nell’immediata periferia per visitare il complesso del Belvedere Superiore e Belvedere Inferiore.
Il Belvedere è tra le più belle ed eleganti residenze principesche d’Europa; l’insieme fu fatto costruire come residenza estiva tra il 1700 e 1723 dal principe Eugenio di Savoia.
Il Palazzo del Belvedere
L’originalità del complesso è data dalla contrapposizione dei due edifici, uno ai piedi della collina e uno di rappresentanza sul punto più alto, collegati tra loro da un giardino scenografico.
Il palazzo è composto da due monumentali facciate a più padiglioni e corpi sporgenti; oggi ospita mostre temporanee e una collezione permanente ricca di capolavori.
Il giardino che unisce il Belvedere Inferiore al Superiore, fu sistemato alla francese tra il 1700 e il 1725 dal Francese Dominique Girard, con fontane, vasche, statue e scale. Attraversandolo si gode di un panorama sempre più ampio sulla città, su questa stupenda capitale europea, elegante, affascinante e così ricca di arte, storia e musica da lasciarvi letteralmente incantati.
Conclusioni
I mezzi pubblici sono molto diffusi e servono molto bene tutta l’area sia urbanache extraurbana. Veloci e comodi sono sia I tram che i bus così come la Metropolitana.
La cucina viennese è abbastanza varia e saporita. In tutti i ristoranti possiamo trovare una vasta scelta di zuppe che tradizionalmente vengono servite come antipasto. La Wiener schnitzel è molto buona e molto diffusa. Andare a Vienna e non mangiare una Wiener Schnitzel è un po’ come andare a Roma e non vedere il Colosseo. Molto buono e da non perdere è anche il Goulash viennese.
Tra i dolci sicuramente primeggia la Sacher-torte seguita da l’Alpenstrudel e i Kaiserschmarn
Chi avesse ancora una mezza giornata a disposizione, potrà spostarsi nella periferia, per visitare un’altra bella cittadina, luogo di villeggiatura molto famoso per le sue terme, frequentato un tempo dall’aristocrazia austriaca e dagli stessi prìncipi e imperatori: Baden bei Wien.
Panorama su Vienna
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Tante sono le località che rientrano in questo elenco, come Montemarcello, Brugnato, Framura, Tellaro, Vernazza e Varese Ligure, in provincia di La Spezia, che è la meta di questo articolo.
Piccolo borgo medievale con circa 2.200 abitanti, è facilmente raggiungibile da La Spezia per mezzo di strade che si addentrano nei boschi attraversando morbide colline e raggiungendo un altezza di 350 metri s.l.m. nel cuore dell’Alta Vale del Vara.
Portici all’interno del Borgo Rotondo
Varese Ligure – Un po’ di Storia
Il fiume Vara bagna il borgo da cui il nome Varese Ligure, il comune più settentrionale della provincia della Spezia.
Nel borgo esistono tracce che segnalano la presenza dei Longobardi e dei Monaci di san Colombano di Bobbio.
Alla fine del XII secolo i rami dei conti Fieschi e Pinelli si stabilirono nell’attuale quartiere di Cassego e di lì iniziarono a disboscare, a costruire edifici in legno, a seminare, ad avviare l’agricoltura e l’allevamento.
Dopo una faida tra le due famiglie, i Fieschi riuscirono vincitori e cacciarono i Pinelli.
Data la loro superiorità numerica, i Fieschi conquistarono nel XIII secolo la supremazia nell’alta val di Vara.
Avuta dunque la meglio, essi decisero di consolidare la propria presenza sul territorio fondando un borgo che potesse diventare il fulcro della vita dell’intera zona.
Nel 1815, anche Varese Ligure, come tutta la regione, entrò a far parte del Regno di Sardegna secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente del Regno d’Italia dal 1861.
La parte medievale che attira subito l’attenzione dei visitatori, è concentrata nel Borgo Rotondo dove spicca il bel castello dei Fieschi, costituito da un’alta torre del 1435 ed un torrione del 1475
Questa parte del paese ha un carattere spiccatamente ligure, grazie alla diffusione dei colori ocra, arancione, rosa e verdino delle facciate dei palazzi.
Particolare di Facciata
La maggior parte delle case sono qui raccolte in vicoli, con belle facciate decorate ed alcune in pietra. Sono piccoli tesori artistici che rendono prezioso questo luogo.
E’ anche questo paesaggio urbano, con i portali di pietra, le facciate decorate e i suoi tanti particolari, ad offrire altri motivi di interesse.
Portali in Pietra
Degni di particolare nota sono ovviamente il castello dei Fieschi del XV secolo, ai margini del Borgo Rotondo, dal cui torrione si ha una bella vista sul paese, l’interno stesso del Borgo Rotondo tutto ben porticato di forma semicircolare e il convento delle Monache Agostiniane.
Subito fuori dal borgo, non possiamo perderci la visita al ponte del Grexino . Questa elegante realizzazione in pietra ad una fornice, fu costruita per servire uno dei primi insediamenti urbani denominato Quartiere di Grecino.
Ponte di Grexino
Tra i prodotti tipici del luogo non possono mancare i Croxetti, pasta tipica ligure, e le tagliatele al pesto rosso o classico, annaffiate con ottimo vino bianco della zona.
Tagliatelle al Pesto
Varese Ligure, primo borgo rurale eco-compatibile d’Italia, stava morendo, ma ora è risorto diventando un modello di sviluppo nel segno dell’agricoltura rispettosa dell’ambiente.
E’ il borgo con la prima certificazione ambientale in Italia, che ha una produzione biologica riguardante il 95% dell’attività agricola.
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Chi si reca in visita a Vilnius non può non andare anche a Trakai, una cittadina della Lituania appartenente alla Contea di Vilnius, un tempo anche Capitale dello Stato.
E’ una delle più note e frequentate mete turistiche del paese baltico; vanta un illustre passato e un importante patrimonio artistico.
Oltre all’interesse specifico della località, sarà bello e rilassante anche percorrere il tratto di strada di circa 30 chilometri che separa Vilnius dalla nostra località. Un bell’itinerario che attraversa una fresca e verde campagna, punteggiata qua e là da vecchie e tipiche case in legno, ciascuna completamente diversa dall’altra.
Case in legno
Quando si arriva nei pressi del lago, sembrerà di entrare in una favola. Lo scenario è davvero fiabesco, con il lungo pontile che conduce a questo bel castello su un isolotto nel bel mezzo del lago.
Trakai – Il Castello
Il paese si estende in maniera spettacolare su una penisola collinare tra il lago dei Tatari a Ovest e il lago Bernardinai a Est, i quali confinano entrambi a nord con il lago Galve, dove su quest’ultimo, troneggia l’incantevole fortezza gotica in mattoni rossi.
Un po’ di Storia
I suoi 7000 abitanti discendono dai Caraiti, detti anche Karaimi, popolo di famosi guerrieri di ceppo e lingua turchi, provenienti dalla Crimea.
Karaimo
Trakai nasce intorno al 1370 come roccaforte sulla penisola, voluta da Kestutis figlio di Gediminas, il granduca della Lituania, durante gli anni delle lotte contro i Cavalieri Teutonici. Pochi anni più tardi, viene terminata anche la costruzione del noto castello sull’acqua.
Trakai – Il Castello
Durante la guerra con la Russia, a metà del XVII secolo, la fortezza viene completamente distrutta e solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, verrà completamente restaurata.
Raggiungere Trakai da Vilnius è molto semplice, sia che usi l’auto propria, il bus o il treno. La distanza è di circa 30 chilometri, e sul luogo non esistono problemi di parcheggio.
Dalla riva nord, dove si trovano caffè e bancarelle di souvenir, il panorama sul castello è davvero di grande effetto, come se si erigesse direttamente sull’acqua.
Litorale del Lago
Qui si potrà noleggiare una barca per dirigersi al castello, o semplicemente arrivare a piedi attraversando il lago Galvè per mezzo dei due pontili.
All’interno, oltre alle consuete bancarelle di souvenir, si potrà visitare in tutta comodità il castello incontrando anche strani personaggi in abbigliamento dell’epoca che arricchiranno il nostro album fotografico.
Sarà possibile accedere al Museo Storico che merita veramente una visita anche per avere almeno qualche nozione di base sulla storia lituana.
Interno del Castello
Sempre all’interno, sarà possibile e simpatico assaggiare uno dei tanti piatti tipici presenti per l’occasione, seduti ad uno dei tavoli allestiti nel cortile, circondati da tanta bellezza ed immersi in un’atmosfera veramente singolare.
Fuori del castello, nelle foreste circostanti l’isolotto, non sarà difficile incontrare vecchie chiromanti in abiti originali. Se riuscirete a trovarlo, non dovrete perdere l’occasione per assaggiare ilKibinai, un piatto tipico del luogo, consistente in un fagottino di sfoglia ripieno di carne, veramente molto buono.
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